A volte "acronimi" identici (o quasi identici) tra di loro, ci inducono a pensare che essi indichino le stesse cose; ed invece, talvolta, le lettere che compongono un determinato, acronimo, pur essendo uguali tra di loro, sono invece le iniziali di parole completamente diverse, e che indicano cose differenti.
Ad esempio, a volte, sulla pubblicità delle mascherine e dei purificatori ambientali, si fa riferimento al loro livello di protezione "COV"; per cui si potrebbe essere indotti a pensare che, con tale acronimo, si faccia riferimento al COVID19... e uno se li compra nutrendo in buona fede tale convinzione.
Ma non è esattamente così!
Ed infatti, si tenga presente quanto segue.
a)
COV-2
La sindrome respiratoria acuta grave "Coronavirus-2", viene comunemente indicata con l'acronimo di COVID19, cioè "Co" (corona); "Vi" (virus); "D" ('disease', malattia) "19" (anno dell' insorgenza); ovvero, ancora più sinteticamente, con il più breve acronimo "COV-2".
b)
COV
Per una singolare coincidenza, anche i "Composti Organici Volatili", vengono indicati con un acronimo molto simile; cioè, "COV" ("C"omposti, "O"rganici, "V"olatili).
Ma non si tratta affatto di virus, nè, tantomeno, del COV2, bensì di composti chimici quali idrocarburi alifatici, aromatici e clorurati, aldeidi, terpeni, alcooli, esteri e chetoni; tra i più diffusi dei quali, ci sono quelli provocati dai prodotti cosmetici o deodoranti, dai dispositivi di riscaldamento, dai materiali di pulizia, dalla formaldeide e da altri prodotti vari (es. colle, adesivi, solventi, vernici ecc.). A volte, i COV vengono indicati con l'acronimo inglese VOC (Volatile Organic Compound); ma, pur cambiando l'ordine delle parole, si tratta pur sempre della stessa cosa, che non ha niente a che fare con il COV-2.
***
L'inquinamento domestico.
Ciò premesso, le mascherine e i purificatori ambientali, in cui si fa generico riferimento al loro livello di protezione "COV" vanno acquistati comunque, in quanto "potrebbero" in qualche misura contribuire a contrastare "anche" il COV-2; fermo restando che non si tratta certo di una protezione "specifica anticovid".
Fino a qualche anno fa, invero, si pensava che le principali sorgenti inquinanti si trovassero all'esterno delle case, mentre, purtroppo, gli studi scientifici più recenti hanno confermato che l'inquinamento "indoor" è ben più pericoloso; ed infatti, stando alle ultime stime dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, l'inquinamento domestico, provoca ben 4,3 milioni di morti ogni anno in tutto il mondo (covid19 a parte).
Le misure previste per il contenimento energetico hanno estremamente aggravato la situazione; ed infatti per inseguire il risparmio della bolletta, si è dato libero spazio ad una serie di attività per contenere le dispersioni nei luoghi chiusi a discapito della qualità dell'aria che viene respirata.
E adesso ci si è messo anche il COV-2, che è solo "uno" degli ulteriori aggravamenti dell'inquinamento aerobico "indoor"; tanto è vero che il 77,6% dei contagi si verifica in ambito domestico.
Ma non è solo il coronavirus a poterci aggredire dentro casa, come si evince dalla seguente inquietante schematizzazione.

***
Efficacia specifica anticovid.
Ho voluto precisare quanto sopra, perchè, a prescindere dall'attuale contagio, l'utilizzo di purificatori ambientali domestici, secondo me, è comunque altamente consigliabile; sebbene, almeno a quanto ho capito io, in genere. la loro efficacia si limita più ai batteri che ai virus.
Ed infatti, i "virus" e i "batteri", sono due agenti biologici ben diversi tra di loro, in quanto (a parte altre ben più sostanziali differenze) i "virus" più grossi misurano 400 nanometri (nm) e i più piccoli non superano i 20 nanometri (nm); per cui sono da 10 a 100 volte più piccoli dei "batteri", e, quindi, sono molto più difficilmente "intercettabili".
Per quanto in particolare riguarda il COVID19, o COV2 che dir si voglia, i ricercatori hanno determinato che il diametro di questo virus può variare dai 60 nanometri (nm) ad un diametro massimo di 140 nanometri (nm); quindi è estremamente minuscolo e insidioso!
Per cui l'utilizzo di purificatori ambientali domestici COV, e, soprattutto, quello delle mascherine, può avere una adeguata "efficacia anticovid" soltanto se il loro "filtraggio" (usando il termine in senso generico) risulta adeguato a tali dimensioni; per cui bisogna sempre verificare le relative specifiche.
***
In ogni caso, si tenga presente che io non sono nè un chimico nè un biologo, nè, tantomeno, un virologo; per cui prendete quello che scrivo con "cautissimo" beneficio d'inventario.
E, eventualmente, verificate il tutto presso fonti più autorevoli della mia.
***
Ad esempio, a volte, sulla pubblicità delle mascherine e dei purificatori ambientali, si fa riferimento al loro livello di protezione "COV"; per cui si potrebbe essere indotti a pensare che, con tale acronimo, si faccia riferimento al COVID19... e uno se li compra nutrendo in buona fede tale convinzione.
Ma non è esattamente così!
Ed infatti, si tenga presente quanto segue.
a)
COV-2
La sindrome respiratoria acuta grave "Coronavirus-2", viene comunemente indicata con l'acronimo di COVID19, cioè "Co" (corona); "Vi" (virus); "D" ('disease', malattia) "19" (anno dell' insorgenza); ovvero, ancora più sinteticamente, con il più breve acronimo "COV-2".
b)
COV
Per una singolare coincidenza, anche i "Composti Organici Volatili", vengono indicati con un acronimo molto simile; cioè, "COV" ("C"omposti, "O"rganici, "V"olatili).
Ma non si tratta affatto di virus, nè, tantomeno, del COV2, bensì di composti chimici quali idrocarburi alifatici, aromatici e clorurati, aldeidi, terpeni, alcooli, esteri e chetoni; tra i più diffusi dei quali, ci sono quelli provocati dai prodotti cosmetici o deodoranti, dai dispositivi di riscaldamento, dai materiali di pulizia, dalla formaldeide e da altri prodotti vari (es. colle, adesivi, solventi, vernici ecc.). A volte, i COV vengono indicati con l'acronimo inglese VOC (Volatile Organic Compound); ma, pur cambiando l'ordine delle parole, si tratta pur sempre della stessa cosa, che non ha niente a che fare con il COV-2.
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L'inquinamento domestico.
Ciò premesso, le mascherine e i purificatori ambientali, in cui si fa generico riferimento al loro livello di protezione "COV" vanno acquistati comunque, in quanto "potrebbero" in qualche misura contribuire a contrastare "anche" il COV-2; fermo restando che non si tratta certo di una protezione "specifica anticovid".
Fino a qualche anno fa, invero, si pensava che le principali sorgenti inquinanti si trovassero all'esterno delle case, mentre, purtroppo, gli studi scientifici più recenti hanno confermato che l'inquinamento "indoor" è ben più pericoloso; ed infatti, stando alle ultime stime dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, l'inquinamento domestico, provoca ben 4,3 milioni di morti ogni anno in tutto il mondo (covid19 a parte).
Le misure previste per il contenimento energetico hanno estremamente aggravato la situazione; ed infatti per inseguire il risparmio della bolletta, si è dato libero spazio ad una serie di attività per contenere le dispersioni nei luoghi chiusi a discapito della qualità dell'aria che viene respirata.
E adesso ci si è messo anche il COV-2, che è solo "uno" degli ulteriori aggravamenti dell'inquinamento aerobico "indoor"; tanto è vero che il 77,6% dei contagi si verifica in ambito domestico.
Ma non è solo il coronavirus a poterci aggredire dentro casa, come si evince dalla seguente inquietante schematizzazione.
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Efficacia specifica anticovid.
Ho voluto precisare quanto sopra, perchè, a prescindere dall'attuale contagio, l'utilizzo di purificatori ambientali domestici, secondo me, è comunque altamente consigliabile; sebbene, almeno a quanto ho capito io, in genere. la loro efficacia si limita più ai batteri che ai virus.
Ed infatti, i "virus" e i "batteri", sono due agenti biologici ben diversi tra di loro, in quanto (a parte altre ben più sostanziali differenze) i "virus" più grossi misurano 400 nanometri (nm) e i più piccoli non superano i 20 nanometri (nm); per cui sono da 10 a 100 volte più piccoli dei "batteri", e, quindi, sono molto più difficilmente "intercettabili".
Per quanto in particolare riguarda il COVID19, o COV2 che dir si voglia, i ricercatori hanno determinato che il diametro di questo virus può variare dai 60 nanometri (nm) ad un diametro massimo di 140 nanometri (nm); quindi è estremamente minuscolo e insidioso!
Per cui l'utilizzo di purificatori ambientali domestici COV, e, soprattutto, quello delle mascherine, può avere una adeguata "efficacia anticovid" soltanto se il loro "filtraggio" (usando il termine in senso generico) risulta adeguato a tali dimensioni; per cui bisogna sempre verificare le relative specifiche.
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In ogni caso, si tenga presente che io non sono nè un chimico nè un biologo, nè, tantomeno, un virologo; per cui prendete quello che scrivo con "cautissimo" beneficio d'inventario.
E, eventualmente, verificate il tutto presso fonti più autorevoli della mia.
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