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Messaggi - Eutidemo

#4246
A volte "acronimi" identici (o quasi identici) tra di loro, ci inducono a pensare che essi indichino le stesse cose; ed invece, talvolta, le lettere che compongono un determinato, acronimo, pur essendo uguali tra di loro, sono invece le iniziali di parole completamente diverse, e che indicano cose differenti.
Ad esempio, a volte, sulla pubblicità delle mascherine e dei purificatori ambientali, si fa riferimento al loro livello di protezione "COV"; per cui si potrebbe essere indotti a pensare che, con tale acronimo, si faccia riferimento al COVID19... e uno se li compra nutrendo in buona fede tale convinzione.
Ma non è esattamente così!
Ed infatti, si tenga presente quanto segue.

a)
COV-2
La sindrome respiratoria acuta grave "Coronavirus-2", viene comunemente indicata con l'acronimo di  COVID19, cioè "Co" (corona); "Vi" (virus); "D" ('disease', malattia) "19" (anno dell' insorgenza); ovvero, ancora più sinteticamente, con il più breve acronimo "COV-2".

b)
COV
Per una singolare coincidenza, anche i "Composti Organici Volatili", vengono indicati con un acronimo molto simile; cioè, "COV" ("C"omposti, "O"rganici, "V"olatili).
Ma non si tratta affatto di virus, nè, tantomeno, del COV2, bensì di composti chimici quali idrocarburi alifatici, aromatici e clorurati, aldeidi, terpeni, alcooli, esteri e chetoni; tra  i più diffusi dei quali, ci sono quelli provocati dai prodotti cosmetici o deodoranti, dai dispositivi di riscaldamento, dai materiali di pulizia, dalla formaldeide e da altri prodotti vari (es. colle, adesivi, solventi, vernici ecc.). A volte, i COV vengono indicati con l'acronimo inglese VOC (Volatile Organic Compound); ma, pur cambiando l'ordine delle parole, si tratta pur sempre della stessa cosa, che non ha niente a che fare con il COV-2.

***
L'inquinamento domestico.

Ciò premesso, le mascherine e i purificatori ambientali, in cui si fa generico riferimento al loro livello di protezione "COV" vanno acquistati comunque, in quanto "potrebbero" in qualche misura contribuire a contrastare "anche" il COV-2; fermo restando che non si tratta certo di una protezione "specifica anticovid".
Fino a qualche anno fa, invero, si pensava che le principali sorgenti inquinanti si trovassero all'esterno delle case, mentre, purtroppo, gli studi scientifici più recenti hanno confermato che l'inquinamento "indoor" è ben più pericoloso; ed infatti, stando alle ultime stime dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, l'inquinamento domestico, provoca ben 4,3 milioni di morti ogni anno in tutto il mondo (covid19 a parte).
Le misure previste per il contenimento energetico hanno estremamente aggravato la situazione; ed infatti per inseguire il risparmio della bolletta, si è dato libero spazio ad una serie di attività per contenere le dispersioni nei luoghi chiusi a discapito della qualità dell'aria che viene respirata.
E adesso ci si è messo anche il COV-2, che è solo "uno" degli ulteriori aggravamenti dell'inquinamento aerobico "indoor"; tanto è vero che il 77,6% dei contagi si verifica in ambito domestico.
Ma non è solo il coronavirus a poterci aggredire dentro casa, come si evince dalla seguente inquietante schematizzazione.
FONTI INQUINAMENTO AMBIENTALE.jpg


***
Efficacia specifica anticovid.
Ho voluto precisare quanto sopra, perchè, a prescindere dall'attuale contagio, l'utilizzo di purificatori ambientali domestici, secondo me, è comunque altamente consigliabile; sebbene, almeno a quanto ho capito io, in genere. la loro efficacia si limita più ai batteri che ai virus.
Ed infatti, i "virus" e i "batteri", sono due agenti biologici ben diversi tra di loro, in quanto (a parte altre ben più sostanziali differenze) i "virus" più grossi misurano 400 nanometri (nm) e i più piccoli non superano i 20 nanometri (nm);  per cui sono da 10 a 100 volte più piccoli dei "batteri", e, quindi, sono molto più difficilmente "intercettabili".
Per quanto in particolare riguarda il COVID19, o COV2 che dir si voglia,  i ricercatori hanno determinato che il diametro di questo virus può variare dai 60 nanometri (nm) ad un diametro massimo di 140 nanometri (nm); quindi è estremamente minuscolo e insidioso!
Per cui l'utilizzo di purificatori ambientali domestici COV, e, soprattutto, quello delle mascherine, può avere una adeguata "efficacia anticovid" soltanto se il loro "filtraggio" (usando il termine in senso generico) risulta adeguato a tali dimensioni; per cui bisogna sempre verificare le relative specifiche.

***
In ogni caso, si tenga presente che io non sono nè un chimico nè un biologo, nè, tantomeno, un virologo; per cui prendete quello che scrivo con "cautissimo" beneficio d'inventario.
E, eventualmente, verificate il tutto presso fonti più autorevoli della mia.
***
#4247
Utilizzando la mascherina alimentare di cui alle immagini sottostanti, non ci sarà più nessun limite al numero persone che potranno partecipare al cenone natalizio e di capodanno!!!
Occorre soltanto avere l'accortezza di succhiare gli spaghetti uno per uno, e, per il resto, di accontentarsi di cibi frullati!
Ragazzi, non si può mica avere tutto dalla vita!
MASK PIICCC 2.jpg
MASK PICC 01.jpg
;D

#4248
Citazione di: Claudia K il 25 Novembre 2020, 00:08:36 AM
Sul fronte precauzioni : ho trovato interessante quella sentita al volo in qualche notiziario odierno, e che rientrerebbe tra le misure tedesche.
Non più di dieci a tavola e a condizione che si siano sottoposti ad isolamento fiduciario nei dieci giorni precedenti.


Mi rendo conto della sua totale impraticabilità per una fascia larghissima di popolazione, ma ne apprezzo il rigore tipico di chi non è mai tentato dalle facilonerie dell'italico "volemose bene" = "facciamola semplice, che tanto speriamo di cavarcela".


Poi trovo che abbia anche qualcosa di "mistico", che è molto in sintonia con il Natale cristiano. Se il vero desiderio è quello di riunirsi con persone amate...in questo momento non immagino dono più amorevole dell'offrirsi reciprocamente la certezza di non risultarsi involontariamente dannosi, e il sacrificio (potendo materialmente affrontarlo) dovrebbe risultare gratificante per se stesso.


Altre misure non mi balenano. Nel senso che pranzi e cene natalizi, in Italia e dato il clima, comunque si svolgono in ambienti chiusi e comportano la permanenza, per parecchie ore e senza dispositivi di protezione, all'interno dello stesso ambiente in cui si parla, beve, mangia, ride. Per ore.
Situazione in cui, ci piaccia o meno, ogni starnuto o colpo di tosse (anche probabilissimi data la stagione) si traducono in attimi di panico, quanto meno pensando si presenti meno giovani o più fragili.
E mi chiedo molto seriamente se il gioco valga la candela (concludendo a titolo personale che proprio no).


Non ero minimamente al corrente della precauzione dell'isolamento fiduciario nei dieci giorni precedenti il cenone, ma, secondo buon senso, mi sembra ottima.
Grazie dell'informazione!
E' strano che in Italia non se ne parli!
#4249
Il Natale nella storia.
Quello che oggi viene chiamato il "Natale", veniva festeggiato, sia pure con altre denominazioni da migliaia di anni; probabilmente era celebrato sin dal Neolitico, in quanto corrispondeva più o meno al "solstizio d'inverno", che costituiva (e tutt'ora costituisce) una ricorrenza di estrema importanza nelle società dedite all'agricoltura.
***
Per quanto riguarda le genti indoeuropee:
- nel mondo celtico veniva denominato "Alban Arthan";
- nel mondo germanico veniva denominato "Yule";
- nel mondo latino veniva denominato "Saturnales" (plurale).
***
E' da quest'ultima festa che, più direttamente, traggono origine le usanze del nostro "Natale"; come, ad esempio, quella di farsi gli auguri e di scambiarsi doni.
L'albero di Natale, invece,  sembra sia di origine celtica; ed infatti, poiché l'abete è una pianta sempreverde, i Druidi fecero di quest'albero un simbolo di vita e lo onoravano in varie cerimonie, soprattutto nell'"Alban Arthan" (il loro Natale)
Però anche i Romani,  alle calende di gennaio (il primo giorno di quel mese), usavano regalarsi un rametto di abete come augurio di buona fortuna.
***
Tecnicamente, tuttavia, il "Natale" così come oggi viene denominato, sia pure quale festa pagana, nacque il 25 dicembre dell'anno 274 d.c., quando Aureliano, consacrando un tempio al dio Sole,  proclamò tale data il "Dies Natalis Solis Invicti"; da allora in poi tutti lo chiamarono sinteticamente "Natalis", trasformando l'"aggettivo" in un "sostantivo" (sebbene talvolta venisse celebrato con qualche giorno di differenza).
Tra l'altro anche il dio del Sole Mitra era nato in una "grotta", così come Cristo, almeno secondo il vangelo apocrifo dello "Pseudo Matteo"; laddove si racconta che il Santo Bambino venne partorito in una "grotta", dove restò tre giorni, ma poi venne portato dalla madre in una "stalla", dove pure rimase tre giorni.
***
Tale festività del "Natale", però, venne acerrimamente combattuta ed osteggiata dai cristiani, in quanto si trattava di una festa pagana che non riuscivano in nessun modo a sradicare; per questo, una volta pervenuti, per così dire "al potere", se ne appropriarono, mantenendone immotivatamente inalterata la denominazione di "Natale".
Nei Vangeli, infatti, non viene indicato il giorno in cui Cristo è nato (nè, tantomeno, si parla di grotte o di stalle); però i primi cristiani festeggiavano tale ricorrenza il 6 o il 7 gennaio e, talvolta, anche il 28 marzo di ciascun anno.
Ma del  25 dicembre, festa pagana, non se ne era mai parlato come data di nascita di Gesù.
Tutt'ora, invero, i Cristiani Ortodossi della Chiesa di rito Bizantino, celebrano l'"Epifania" il 19 gennaio del nostro calendario, mentre il loro "Natale", come quello dei primi cristiani, cade ancora il 7 gennaio.
***
La prima testimonianza della celebrazione del "Natale Cristiano" oggi più diffuso nel mondo, successiva al Cronografo del 354 d.c. risale al 380 d.c., e, cioè, ai sermoni di san Gregorio di Nissa; ed infatti, visto che i cristiani non riuscivano a sradicare tale festività pagana, come detto, se ne "appropriarono", lasciandone però invariata la denominazione.
Il che, in buona sostanza, è avvenuto anche per altre festività pagane, come, ad esempio, la "festa di San Giuseppe" che si celebra il 19 Marzo; la quale corrisponde alla vigilia dell'"equinozio di primavera", quando si svolgevano i "baccanali", i riti dionisiaci volti alla propiziazione della fertilità.
***
A scanso di equivoci, questa mia premessa storica, sia pure molto sommaria e sintetica, non ha affatto lo scopo di sminuire il significato del Natale, ma, anzi, ha lo scopo di mettere in rilievo l'importanza; la quale è stata di matrice cristiana per gli ultimi 1.600 anni, ma, per circa i precedenti 10.000, ha comunque avuto una sua grande rilevanza "cultuale" (e "culturale") presso quasi tutte le popolazioni della terra dedite all'agricoltura.
Nè, con questo, intendo certo omologare il "Natale Cristiano" agli altri precedenti "Natali", comunque li si voglia denominare; ed infatti, depurato dalle "scorie" di precedenti analoghe festività pagane, per i cristiani il Natale ha un significato spirituale molto diverso (o, almeno, dovrebbe avercelo).
Ma questo, semmai, potrà costituire l'oggetto di un differente "THREAD".
***

Il Natale nel mondo contemporaneo
Il Natale attuale, secondo me, va quindi considerato sotto due aspetti; ciascuno dei quali da valutare sotto tre profili.
Per venire al tema, infatti, la mia premessa giova a mettere in rilievo due aspetti da tenere tra di loro ben distinti:

1)
Quello strettamente "cristiano":
a)
Un Natale autenticamente cristiano non comporta minimamente la necessità di fare baldoria in compagnia o di scambiarsi regali (come ai tempi dei Saturnali); altrimenti dovremmo dedurne che le festività natalizie dovrebbero essere precluse sia ai frati Trappisti, e, ancor più di loro, agli Anacoreti.
b)
Un Natale autenticamente cristiano,  peraltro, non comporta neanche la necessità di riunirsi con i propri congiunti, perchè come sta scritto nel Vangelo, Gesù disse che i legami familiari non avevano per Lui nessuna particolare rilevanza "...in quanto chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre" (Mc 3,31-35).
c)
Un Natale autenticamente cristiano,  infine, comporta che "ogni giorno" Cristo venga generato nel nostro cuore, e non in modo particolare proprio il 25 dicembre, il quale è un giorno come tutti gli altri; ed infatti, anche se Gesù fosse davvero nato in tale giorno (e c'è solo una probabilità su 365 che questo sia veramente accaduto), dai Vangeli non risulta minimamente che Lui abbia mai festeggiato il suo compleanno, nè che la considerasse una ricorrenza particolarmente importante!

2)
Quello "tradizionale", che attinge "anche" ad usanze anche anteriori al cristianesimo e ad esso estranee
a)
Un Natale "tradizionale", senza fare un po' di baldoria in compagnia o di scambiarsi regali, in effetti, risulterebbe una festività alquanto "insipida"; ed invece, soprattutto in un anno triste come questo, di almeno un giorno di baldoria se ne sente il bisogno (sebbene non certo tutti sentano tale esigenza)
b)
Un Natale "tradizionale", senza riunioni familiari, risulterebbe una festività alquanto "triste"; questo, soprattutto considerando che, nel mondo moderno, questa è una delle poche circostanze nelle quali parenti, congiunti ed amici hanno occasione di pranzare e cenare insieme (come suol dirsi: "Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi").
c)
Un Natale "tradizionale", senza albero e senza presepio (benchè ci sia poco di autenticamente cristiano in entrambi), necessita che, almeno davanti ai bambini, "si faccia finta" che Gesù sia davvero nato in tale giorno; non è vero, ma non fa male a nessuno!
***

Il Natale ai tempi del Coronavirus.
Per concludere, vissuto sotto l'aspetto sub 1), il Coronavirus risulta assolutamente innocuo, mentre, vissuto sotto l'aspetto sub 2), potrebbe risultare "letale"; per cui mi occuperò soltanto di tale secondo aspetto, poichè non vorrei che il prossimo Natale passasse alla storia come il "NATALE OSSIMORO", cioè un"Natale Mortale".
***

Il paradosso del "sorite" (mucchio).
Una delle aporie più famose, è quella cosiddetta "del sorite", vale a dire del "mucchio di sabbia": cioè, se quattro o cinque granelli di sabbia non costituiscono ancora un "mucchio", dopo l'aggiunta di quale granello di sabbia potremo definirlo "mucchio"?
Quand'è che l'assembramento di granelli diventa ufficialmente un  "mucchio"?
***
Sembra incredibile, ma, nei dibattiti sul cenone natalizio, si fanno ragionamenti analoghi, e ci si pone la domanda (idiota) "Qual è il numero massimo consentito di persone a tavola per non correre il rischio di trasmettersi a vicenda il COVID?"
La risposta ovvia è "UNA SOLA PERSONA"; perchè, naturalmente, anche essendo in due, il rischio "teorico" di trasmettersi il virus non può mai escludersi in modo assoluto.
Se poi vogliamo correre un piccolo rischio, ci si può anche azzardare a cenare in coppia, con il terzo escluso;  ed infatti, come dicono i francesi: "Due è una compagnia, tre è una folla!"
In tre il rischio aumenta un altro po', in quattro ancora un po' di più, e così via; ma non esiste un numero preciso di persone al di sotto del quale non c'è alcun rischio a pranzare o cenare insieme,  nè c'è un numero preciso di persone al di sopra del quale il rischio diventa diventa tecnicamente una certezza.
***
Se proprio vogliamo dilettarci nell' "l'esprit de géométrie", potremmo semmai dire che il rischio di contrarre il coronavirus, è:
- in proporzione diretta al numero delle persone sedute ad uno stesso tavolo;
"MA"
- in proporzione inversa alla vicinanza delle persone sedute a quel tavolo.
Ed infatti:
a)
Dieci persone sedute al tavolo da colazione nel salone principale della Reggia di Caserta, potrebbero considerarsi un numero accettabile, per contenere al minimo il rischio di un contagio reciproco.
TAVOLO 01.jpg
b)
Diversamente, tre persone sedute al tavolino dell'angolo cucina di un monolocale, potrebbero già considerarsi un numero eccessivo.
TAVOLO 02.jpg
Questo per dire che il numero dei partecipanti al cenone natalizio, non ha rilevanza in senso "assoluto", ma solo in senso "relativo".
c)
In ogni caso, ricordo che, quando io ero bambino, a Natale io ed i miei cuginetti avevamo un tavolo separato da quello degli aduti; credo che, almeno questo Natale, se tale usanza non fosse più in voga, dovrebbe essere provvisoriamente ripristinata.
***
Mi sento quasi ridicolo a dover scrivere cose tanto ovvie; ma, viste le discussioni che sento fare in giro, mi è parso comunque opportuno parlarne!
***

Precauzioni.
Una volta che si sia deciso di "correre il rischio" di un cenone o di un pranzo natalizio, valutando con buon senso il numero di persone da invitare, in relazione alla dimensione dell'ambiente e del tavolo, occorre, ovviamente, prendere ulteriori precauzioni; sulle più ovvie delle quali, come evitare baci ed abbracci, lavarsi bene le mani ecc., ritengo superfluo soffermarmi.
Ne aggiungerò solo qualcuna di cui non mi sembra di aver sentito molto parlare in giro.

1)
Innanzittutto, e questo dovrebbe valere anche per i pranzi e le cene quotidiane, sui tavoli dove si mangia in comune, andrebbero posati almeno uno o due "discreti" depuratori d'ambiente, siano essi a base di "ioni" o di altre metodoogie di disinfezione aerobica, purchè di buona marca; su INTERNET ed in FARMACIA se ne trovano di vario tipo e dimensione, a prezzi più che accettabili.
depuratori.jpg
Ovviamente, sia ben chiaro che "nessuno" di tali depuratori può garantire una "sicura" protezione dal COVID (nè da altri virus); però, se di buona marca, possono senz'altro contribuire a diminuire il rischio del contagio.
Il che non esclude l'uso di depuratori ambientali di più grandi dimensioni; i quali, però, salvo determinate circostanze, non sempre sono adatti ad un uso strettamente domestico.
Regalateli, così ravviverete un po' pure il commercio!

2)
La trasmissione del coronavirus è legata alle vie respiratorie, per cui, almeno ad oggi non esiste alcuna evidenza scientifica che la trasmissione possa avvenire attraverso il cibo; per cui, almeno in questo, potremmo stare "relativamente" tranquilli durante il cenone o il pranzo natalizio.
Tuttavia:
a) Se un cuoco contagiato tossisce o starnuta mentre lava l'insalata, io tanto tranquillo non mi sentirei; per cui, secondo me, chi cucina dovrebbe indossare mascherina e occhiali (se le mani sono costantemente lavate, i guanti non penso che servano).
b) In ogni caso, occorre sempre igienizzare le superfici e gli utensili per cucinare.
c) Occorre, poi, evitare potenziali contaminazioni tra cibi cotti e cibi crudi, in quanto, come altre forme di coronavirus, anche il covid19 è sensibile alle temperature di cottura; ma può attecchire sui cibi crudi o la cui temperatura, dopo la cottura, è scesa sotto i 60 gradi.
d) Infine, sarebbe bene che ognuno si servisse da sè il cibo, prendendolo dai vassoi comuni posati sul tavolo (senza ovviamente usare le proprie posate).
***
Altri consigli sono benvenuti! :)
***
#4250
Attualità / Re:IL CIONDOLO ANTICOVID!
18 Novembre 2020, 06:47:16 AM
Ringrazio tutti quanti per le splendide battute umoristiche; tra le quali, per non fare torto a nessuno, non saprei dire quale sia la migliore.
;D
***
Quanto alla richiesta circa la sua reperibiltà, da parte di uno degli intervenuti, si tratta di un prodotto acquistabile su INTERNET, sul seguente sito.
www. mendelcapital. it/?gclid=Cj0KCQiAhs79BRD0ARIsAC6XpaVhaXbg3xkqHjsuSAa4WQOHByVqRpT4NN9AIL56-m2mzvTvcNEu2igaAnZrEALw_wcB
***
Quanto alle quattro note finali che appaiono sul sito di cui sopra, tutte quantomeno da verificare, specialmente l'ultima risulta decisamente discutibile, laddove viene scritto  "Aiuta a contrastare il particolato PM 2,5 e PM10".
Al riguardo, se possedete una mascherina FFP, noterete che, lateralmente, si dovrebbe trovare punzonata la signa PM 2,5.
PM2,5.jpg
Questo, in quanto il termine PM 2,5 (atmospheric particulate matter with diameter of or less than 2.5 micrometers), identifica le particelle di diametro aerodinamico inferiore o uguale ai 2,5 µm, denominato "particolato fine"; denominazione contrapposta a "particolato grossolano" che indica tutte quelle particelle sospese in aria con diametro maggiore di 2,5 µm o, all'interno della frazione PM10, quelle con diametro compreso tra 2,5 e 10 µm.
Tale indicazione, che sta a significare l'efficacia di filtraggio di una mascherina, la quale è tanto più efficace quanto più sono minuscole le particelle a cui impedisce l'accesso, non ha invece molto senso per un diffusore di ioni, che non deve filtrare un bel niente!
;)
#4251
Attualità / IL CIONDOLO ANTICOVID!
17 Novembre 2020, 13:23:32 PM
Ha fatto scalpore l'intervento alla Camera dei Deputati di Giuseppe Tiani, vicequestore e segretario nazionale del sindacato di polizia SIAP, il quale, durante una audizione alla Camera, ha presentato un "ciondolo anti Covid19", "di presunta tecnologia israeliana", ed in  uso dalla polizia di Gerusalemme; il quale ciondolo, a suo parere, dovrebbe essere fornito in dotazione anche alla nostra polizia per proteggere i nostri agenti dal terribile coronavirus.
https://www.youtube.com/watch?v=wU46ptW1Mcc
***
Tale ciondolo, sul quale spicca la sigla "IS", in realtà, non è affatto prodotto in "IS"raele, bensì, molto più italianamente ad "IS"ernia", dalla Mendel Capital srl, fondata dai fratelli David e Daniel Feig, due commercialisti di Isernia.
Non è ben chiaro quale sia la sede legale di Mendel Capital srl, in quanto sul sito ITERNET risulta essere in "via dei Serpenti 32  Roma", mentre sul sito dell'Associazione Italiana Commercio Elettronico risulta essere in "Corso Risorgimento 166 a Isernia" (che però risulta essere la sede di tale Simone Feig, anche lui commercialista).
Non sono però esclusi punti vendita anche in varie  parti del globo, Israele compreso.
***
Comunque, a prescindere da chi abbia realizzato l'oggetto in questione, questo, in sostanza, sarebbe una specie di purificatore d'aria "prêt-à-porter", il quale, attraverso microscopiche punte "accuminate" (sic...lì è scritto con due "c"), emetterebbe <<elettroni, i quali cercano la molecola di ossigeno più vicina e le si aggrappano, dandole una carica negativa diventano ioni negativi, in grado di far respirare "aria più pulita fino all'87,5%">> (sic).
***
Scherzi a parte, in effetti, dei purificatori d'aria a base di ioni esistono sul serio; solo che sono grandi come una lavapiatti e costano circa 3.000 euro l'uno.
AIRMED.jpg
Pretendere che un minuscolo ciondolo possa avere un effetto analogo, è come pretendere di lavare i piatti dentro una scatola di fiammiferi; ed invero non esiste nessun test scientifico da cui risulti misurata la portata ionizzante del detto ciondolo.
Forse, secondo me, potrebbe avere un minimo di efficacia solo se appeso direttamente al naso, coprendo anche la bocca! ;)
TOTO.jpg
***
In natura, tanto per avere un'idea di cosa stiamo parlando, la "ionizzazione dell'aria", si verifica spontaneamente in varie circostanze ambientali:
- provvisorie, come durante i temporali;
- permanenti, come vicino alla grandi cascate.
Essa avviene creando "grandi" quantità di ioni negativi e di ozono; la presenza dei quali due elementi fa si che l'aria abbia delle notevoli proprietà sanificanti.
Sebbene mai sufficienti ad escludere un contagio Covid.
***
Scientificamente, invece, esistono diversi procedimenti di ionizzazione, più o meno efficaci per purificare l'aria, dagli ionizzatori d'aria tradizionali, a quelli basati sulla ionizzazione a plasma freddo e bipolare controllata.
Questi ultimi hanno la prerogativa di emettere dei "cluster" (grappoli) di ioni positivi e negativi in perfetto equilibrio, in grado di inglobare virus e batteri; una volta inglobati, questi vengono disattivati e fatti precipitare se "catturati" nell'aria, o possono essere disattivati direttamente sulle superfici quando i cluster si depositano, inglobandoli.
***
Non sono stato in grado di rinvenire, su INTERNET, le "specifiche" costruttive del ciondolo ISerniano; per cui, anche considerando che non sono certo uno scienziato, non sono assolutamente in grado di valutarne l'effettiva efficacia.
Da profano, però, mi sento di poter affermare con relativa sicurezza, che un attrezzetto del genere, appeso al collo, potrebbe effettivamente provocare una vera e propria morìa di virus.
Come?
Facendoli letteralmente "morire dal ridere" non appena lo vedono!
VIRUS RIDENTE.jpg
:) :) :)
#4252
Ciao Sapa :)
A livello del diritto internazionale le "raccomandazioni" sono, tra gli atti tipici e non vincolanti previsti dall'articolo 288 del Trattato dell'Unione Europea;  anche esse possono essere "semplici" o "forti", ma, in entrambi i casi, si limitano ad esprimere un invito, ovvero un'esortazione, a porre in essere un dato comportamento e non già un "obbligo" da osservare necessariamente.
Al riguardo, i giudici dell'Unione sono stati sempre piuttosto fermi nel mettere in evidenza che, sulla base del combinato disposto tra gli articoli 288 e 263 TFUE, le raccomandazioni sono comunque escluse espressamente dal controllo di legittimità azionabile innanzi alla Corte.
***
A livello del diritto interno italiano, invece, almeno a quanto mi risulta, lo stesso concetto di "raccomandazione" non esiste; nè, tantomeno, esiste una differenza tra "raccomandato" e "fortemente raccomandato".
Al riguardo, secondo il Morbidelli, a livello concettuale, la "raccomandazione" può essere definita una sorta "soft law", la quale:
a) consiste in regole di condotta prive di coercibilità in senso tradizionale;
b) non è ascrivibile tra le fonti del diritto;
Un saluto! :)
#4253
Il 19 ottobre 2020, il Ministro per la pubblica amministrazione Fabiana Dadone, ha emanato un apposito D.M., il quale prevede che, nella pubblica amministrazione, il lavoro agile  debba costituire una delle modalità ordinarie di svolgimento della prestazione lavorativa.
http://www.funzionepubblica.gov.it/articolo/dipartimento/19-10-2020/dm-19-ottobre-2020
***
Nel Dpcm 25 ottobre 2020, in vigore da oggi, a pag.39 di 85 TNR 26, la lettera l), in ordine alle "attività professionali",  e, cioè, quelle che non hanno "natura imprenditoriale",  "raccomanda" che esse siano attuate anche mediante modalità di "lavoro agile" (smart-working), ove possano essere svolte al proprio domicilio o in modalità a distanza.
***
Sempre nello stesso Dpcm 25 ottobre 2020, in vigore da oggi, a pag.48 di 85 TNR 26, ad ulteriore chiarimento del 19 ottobre 2020, viene stabilito che, nelle pubbliche amministrazioni di cui all'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, è incentivato il lavoro agile con le modalità stabilite da uno o più decreti del Ministro della pubblica amministrazione, garantendo almeno la "percentuale" di cui all'articolo 263, comma 1, del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito con modificazioni dalla legge 17 luglio 2020, n. 77.
Nell'all'articolo 263, comma 1, a dire il vero, io non vedo indicata nessuna percentuale, bensì solo ulteriori rinvii.
https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2020/05/19/20G00052/sg
***
Sempre nello stesso Dpcm 25 ottobre 2020, in vigore da oggi, a pag.49 di 85 TNR 26, è infine "fortemente raccomandato" l'utilizzo della modalità di lavoro agile da parte di tutti i  "datori di lavoro privati", siano essi professionisti o imprenditori, ai sensi dell'articolo 90 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito con modificazioni dalla legge 17 luglio 2020, n. 77, nonché di quanto previsto dai protocolli di cui agli allegati 12 e 13 al decreto che qui commento.
In particolare, il citato art.90, stabilisce che, fino alla cessazione dello stato di emergenza epidemiologica  da COVID-19, i genitori lavoratori dipendenti del  settore privato  che hanno almeno un figlio minore di anni 14, a determinate condizioni, hanno il "DIRITTO" di svolgere la prestazione di lavoro in modalita'  agile anche  in  assenza  degli  accordi  individuali, fermo  restando   il rispetto degli obblighi informativi previsti dagli articoli da  18  a 23 della legge 22  maggio  2017,  n.  81, e  a  condizione  che  tale modalita' sia compatibile con le caratteristiche della prestazione.
https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2020/05/19/20G00052/sg
Per altri dettagli, occorre leggere per esteso la norma, nonchè gli allegati 12 e 13 del DPCM che è entrato in vigore oggi.
http://www.governo.it/sites/new.governo.it/files/DPCM_20201024_allegati.pdf
***
In conclusione, volendo sintetizzare al massimo quanto sopra:
a)
Nella Pubblica Amministrazione, ammesso che si riesca ad individuarne la "percentuale" precisa, il "lavoro agile" (smart-working) è sostanzialmente reso istituzionale; in quanto, ovviamente, il datore di lavoro è lo stesso Stato.
b)
In ambito professionale, è "raccomandato", a discrezione degli interessati.
c)
In ambito sia professionale che imprenditoriale, invece, è "fortemente raccomandato" a tutti i "datori di lavoro privati", secondo il D.L. ed i protocolli indicati sopra.
***
NOTA: Il numero delle pagine è calcolato con riferimento a un documento docx in formato Times New Roman punto 26.
#4254

Ciao Phil :)
Che io sappia alcuni modem-router consentono di impostare una black list di numeri di telefono da bloccare, ma solo se il provider che li noleggia te lo consente; lo stesso dicasi per i modem-router che possono anche mandare fax, evitando di ricorrere a siti che offrono il servizio "gratuitamente".
Ma il mio modem-router non consente nessuna delle due cose.
***
In ogni caso il nostro PROVIDER sia di internet che di fonia, per ovvie ragioni, è a conoscenza della connessione tra il nostro numero telefonico e l'indirizzo IP del nostro computer; ed infatti entrambi sono collegati al nostro  modem-router. 
Per cui la miglior tutela del nostro indirizzo IP non può in nessun caso nasconderlo al nostro PROVIDER; il quale, se ci fornisce anche la fonia, conosce sia il nostro indirizzo IP sia il nostro connesso numero telefonico.
"Simul stabunt, aut simul cadent!"
Un saluto! :)
#4255

Ciao Ipazia. :)
Io avevo avvisato la polizia postale già da circa un mese e mezzo; la quale mi disse semplicemente di rivolgermi al mio provider telefonico.
Punto!
Lo stalking continuò imperterrito!
La cosa singolare è che ogni giorno, almeno due o tre volte, ricevevo la chiamata fasulla da almeno due mesi; il giorno stesso in cui inviai il fax (di mattina), invece, il bombardamento si interruppe di colpo (dal pomeriggio).
E da allora (circa un mese) non è più ricominciato.
Per cui non penso proprio che lo Stato c'entri qualcosa!
Un saluto! :)
#4256
Attualità / Come stoppare gli "stalking" telefonici.
05 Ottobre 2020, 06:31:06 AM
Recentemente, ero perseguitato da ricorrenti e noiose chiamate dal seguente numero telefonico: 067854218; se alzavo il microfono per rispondere subito cadeva la comunicazione, e, se lo richiamavo, mi veniva comunicato che si trattava di un numero non valido.
Ho poi verificato su INTERNET che molte altre persone venivano perseguitate da tale numero, e se ne lamentavano online.
https://www.tellows.it/num/067854218
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La polizia postale, interpellata, mi ha detto di rivolgermi al mio provider telefonico. Il mio provider telefonico, mi ha detto che, per evitare di essere disturbato da un numero in particolare, avrei dovuto attivare il servizio "Do not disturb", che è abbinato al servizio di Segreteria Telefonica (1 €/al mese per alcuni piani tariffari).
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Poichè non mi andava di essere costretto ad abbonarmi a tale servizio, per mezzo di uno dei tanti siti che consentono di inviare fax online, ho inviato il seguente fax al numero in questione:
FAX.jpg
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Si trattava solo di un tentativo disperato, del cui esito dubitavo molto; però stranamente, da quel momento in poi le chiamate che mi arrivavano ossessivamente da quel numero da circa due mesi, anche più volte al giorno,sono cessate di colpo.
Dico "stranamente", perchè non capivo come il fax fosse potuto arrivare a destinazione, visto che quel numero non risponde alle chiamate vocali.
Inoltre il fax online risulta anonimamente inoltrato dal sito che effettua il servizio gratis, e non dal mio numero telefonico; per cui non capivo come fosse possibile che il disturbo fosse subito cessato proprio sulla mia linea telefonica.
Cioè, come hanno fatto a capire che il fax glielo avevo inviato io?
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Al riguardo, ritengo che si possano azzardare solo tre ipotesi:
1)
Si tratta soltanto di una coincidenza, in quanto la cessazione delle telefonate potrebbe essere avvenuta per una causa diversa dall'invio del mio fax; il che, è indubbiamente "possibile", perchè conosco benissimo la trappola logica del "post hoc propter hoc". Però, in questo caso, viste le circostanze, mi sembra un'ipotesi altamente "improbabile".
2)
Il rompiscatole telefonico si è spaventato, e, non sapendo chi gli aveva inviato il fax, ha interrotto lo stalking anche nei confronti di tutti altri perseguitati.
3)
Il rompiscatole telefonico era a conoscenza della connessione tra il mio numero telefonico e l'indirizzo IP del mio computer, i quali entrambi sono collegati al mio modem; per cui si è accorto che la richiesta di invio del fax era pervenuta dal mio indirizzo IP. Ma questo lo poteva sapere solo il mio provider (o la C.I.A.)
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Lascio a voi trarre le conclusioni che preferite! ;)
#4257
Suppongo che tutti conoscano la famosa canzone dei Beatles "Obladi Oblada":
https://www.youtube.com/watch?v=FGmIHNN7ahg
Al riguardo, ho notato che, sia nei "karaoke" inglesi, sia nella versione testuale della canzone in inglese, si trova "sempre" scritto (sia dagli inglesi, sia dagli americani, sia dagli australiani): "life goes on, bra!"; o, almeno, così si trova  scritto nei  numerosi siti che ho visionato io.
BRA 01.jpg
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Ora, in inglese, "bra" significa "reggiseno" il che mi lasciava alquanto perplesso: ho chiesto lumi, al riguardo, ad alcuni miei amici inglesi, i quali, però, non sono stati in grado di fornirmeli.
Per cui, per decenni, sono stato tormentato dall'assillante e gravissimo problema di capire cosa diamine c'entrasse il "reggipetto" con  il fatto che "la vita va avanti"!
Alla fine, ero giunto alla conclusione che nella canzone si facesse riferimento al fatto che, nella vita delle giovani donne, sono sempre le tette a notevolmente precederle quando camminano; però, andando avanti con la vita, per ottenere tale effetto diventa necessario usare un "reggiseno"! ;D
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Ovviamente scherzo, però, effettivamente non riuscivo a capire il senso del termine "bra", nel contesto della canzone; poi, però, riflettendo sul fatto che gli inglesi stessi spesso non sanno scrivere correttamente le parole che pronunciano, ho supposto che i Beatles intendessero dire non "bra", bensì "bro'", che è l'abbreviazione di "brother",e che si pronuncia allo stesso modo.
Tuttavia non ero molto convinto della mia esegesi linguistica, in quanto la locuzione "brother", e ancor più quella abbreviata "bro'", è tipica degli afroamericani (soprattutto tra di loro); mentre, invece, i Beatles sono inglesi, e di colore decisamente bianco.
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Alla fine, dopo lunghe ed estenuanti ricerche, ho scoperto che avevo ragione, in quanto l'intera espressione "Life goes on, bro'!", era un intercalare tipico del suonatore di conga nigeriano Jimmy Scott, amico di colore di McCartney; il quale ultimo spesso la utilizzava per imitazione, parlando con gli amici, pur essendo un ragazzo di Liverpool.
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Quindi bisognerebbe, che, sia nei "karaoke", sia nella versione testuale della canzone, gli inglesi imparassero a scrivere "bro'" (pronunciato "bra", contrazione di "brother"), possibilmente con l'apostrofo, per indicare la caduta di "ther", e non "bra" che si pronuncia allo stesso modo, ma significa "reggiseno", e che non ha nessuna attinenza col resto della canzone.
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Tutto questo dimostra lo "iato" che nella lingua inglese intercorre tra la "pronuncia" ed il "testo scritto"; il quale è talmente profondo, che, talvolta, neanche i "madre lingua" riescono a colmare. Visto che, spesso si ostinano a scrivere in modo errato le loro stesse parole.
#4258

Ciao Ipazia :)
E' senz'altro vero che il "surplus" di incombenze legato alla fede religiosa praticata, per certi aspetti, può  rendere più appetibile l'ateismo; ma questo è vero soprattutto quando si è ancora giovani, in quanto molte confessioni religiose proibiscono, in maggiore o minore misura, i cosiddetti "piaceri carnali" (intesi in senso lato).
Però, quando è la nostra stessa vecchiaia a proibirceli, a quel punto, per alcuni diventa senz'altro più appetibile scommettere sul "paradiso"; visto che tanto, ormai, si avvicina il "redde rationem"!
Non è che io approvi tutto questo, ma non posso non prendere atto che si tratta dell'"id quod plerumque accidit"; o, quantomeno, quello che accade in molti casi.
Un saluto ;)
#4259
Ciao Jacopus. :)
Hai perfettamente ragione!
Ed infatti, il principio per il quale l'onere della "prova" spetta sempre a chi afferma qualcosa, e non a chi la nega, vale non solo nell'ambito della "scienza", ma anche in quello del "diritto"; come dice un antico brocardo giuridico latino: "Adfirmanti incumbit probatio", ovvero "Onus probandi ei incumbit qui agit, non qui negat".
Non mi sono mai sognato di affermare qualcosa di diverso!
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Ed infatti, io avevo scritto che non si può negare "con certezza" l'inesistenza di qualcosa di non verificabile; il che, però, non dimostra certo che essa esiste.
E' una cosa un po' diversa.
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Ed infatti, per quanto riguarda Dio, io non ho mai detto di possedere la "prova" della sua esistenza; bensì, semplicemente, che "sono propenso a credere che Dio esista", per un insieme di ragioni che qui sarebbe troppo lungo spiegare.
Tuttavia:
- non ho certo la presunzione di affermare che, solo perchè io ci credo, o meglio, perchè sono propenso a credere che ci sia, poi un Dio esista sul serio;
- soprattutto non ho la presunzione di affermare che, se un Dio esiste davvero, corrisponde proprio all'idea che me ne sono fatto io.
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Un saluto :)
#4260
Ciao Dante :)
Hai perfettamente ragione, in quanto Gesù non ha mai asserito espressamente che "non credere all'esistenza di Dio" costituisca uno specifico peccato.
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Quanto ai primi due comandamenti, essi recitano:
1)
"Non avrai altro Dio al di fuori di me"; prescrizione, questa, che vieta il "politeismo", ma non l'"ateismo".
2)
"Non nominare il nome di Dio invano"; cosa, questa, che difficilmente un ateo potrebbe fare, perchè, per bestemmiare, in Dio bisogna crederci.
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In realtà, all'epoca, il problema di credere o non credere in Dio non si poneva proprio; perchè in qualche Divinità ci credevano un po' tutti.
A differenza di oggi!
Un saluto! :)