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Messaggi - InVerno

#4246
Citazione di: Duc in altum! il 10 Gennaio 2017, 09:40:45 AM
Anche il terrorista e il tossico accettano serenamente la Morte senza illudersi che sia apparente, quindi Epicuro ha dimostrato l'acqua calda.
Il discorso non è su come uno pone il proprio stato d'essere nei confronti del momento del decesso, o negli anni precedenti, ma che quella maniera prescelta di accettare il fatale evento è condizionata, obbligatoriamente, dalla speranza che uno ripone nel post-mortem, e non viceversa.
Io muoio e se sono morto io non ci sono più, benissimo, ma questo è possibile solo se io ho fede (quindi l'argomentazione razionale epicurea va a farsi friggere) che post-mortem non c'è nulla, quindi la mia speranza diviene la ragione della mia felicità, anche se non ho nessuna certezza che sarà così; così come un altro gioisce nella speranza che la Morte sarà l'inizio della vita eterna.

Continui a ripetere come un mantra questa storia, tipico di chi vuole autoconvincersi più che argomentare. Se l'esistenza è una collezione di atti di fede positivi e negativi
a) L'esperienza empirica non avrebbe alcun valore e sopratutto non sarebbe ravvisabile nel mondo reale, le calcolatrici comincerebbero a dire che 2+2 fa 4,5,6,7 randomicamente, i sassi a volare etc.
b) La fede di per se non esisterebbe, essendo l'approccio verso ogni cosa sarebbe allo stesso tempo l'approccio verso nessuna cosa e non sarebbe identificabile.
c) La non esistenza degli unicorni è un atto di fede? Perfetto, però a quel punto anche la tua esistenza è un atto di fede e tu sei nel solipsismo, non nel cattolicesimo.
Se convincerti di questa teoria che tutto è un atto di fede ti aiuta a sentirti meno strano in mezzo agli "altri" buon per te, ma mi sembra un argomentazione di una debolezza incredibile e che non ha riscontro neppure nella religione che dici di praticare. E' uno stupro deliberato della parola fede a scopi puramente personali.
#4247
Potrei fare una lista infinita di cose "finte" che nella loro complessità generano qualcosa di grado diverso
L'arcobaleno esiste davvero? No, è un gioco di rifrazione della luce, ma questo non toglie nulla alla sua esistenza e perdipiù da un punto di vista umano alla sua bellezza. Mi piace vedere alla nostra coscienza come ad un arcobaleno, non ci deve essere qualcosa di fisicamente\chimicamente eccezionale alla base di qualcosa di eccezionale, il mondo è pieno di esempi a dimostrarlo. Se c'è qualcosa che invece mi lascia perplesso è quanto poco siamo riusciti a distanziarci dal mondo animale e quanto ancora i nostri schemi risentano di quelle "regole" deterministe.
Esiste peraltro quella branca del panpsichismo (verso la quale sono scettico, ma comunque interessato) che dichiara che essendo la coscienza incommensurabile è inutile tentare di misurarla ma vada vista sotto l'aspetto di un unità di misura, di una dimensione, anzichè di oggetto misurabile (vedi David Chalmers). E' un artificio linguistico interessante e comodo, d'altro canto se passassimo la vita a cercare il "tempo" o la "lunghezza" non troveremmo mai niente, come mai non abbiamo trovato niente riguardo alla "coscienza", che sia questo il giusto posto per le cose che non esistono ma il cui utilizzo ci aiuta moltissimo a capire il mondo esterno? Chissà..