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Messaggi - InVerno

#4291
Io non capisco una semplice cosa, i soggetti impliciti. "Abbiamo" "hanno" "stanno" chi? Cioè chi sono i mandanti e quali sono le loro motivazioni? Quando dici "abbiamo" siamo tutti? E in quel tutti ci sono altri che "stanno"? Ma allora non siamo più tutti? Davvero non capisco, non sto provocando. Sperando che la risposta non sia "l'internazionale comunista" che notoriamente domina il mondo occidentale (perchè non sono questioni solo Italiane, giusto?)
#4292
Citazione di: paul11 il 05 Febbraio 2017, 00:15:48 AM
Citazione di: InVerno il 04 Febbraio 2017, 20:39:17 PM
Citazione di: paul11 il 04 Febbraio 2017, 19:05:08 PMInverno
come al solito non hai capito l'essenza del discorso. Almeno impara ad argomentare Attenderò PrimaVera-
Io non ho niente in contrario se hai voglia di parlare di storia della filosofia, ma è quando teorizzi presente futuro e passato di tutte le nazioni Europee + un virus del suicidio culturale in incubazione dai tempi di Aristotele in una manciata di righe che mi inchino alle tue doti per l'argomentazione. Hai imparato dai pellerossa?
Lo dico in termini pacati, da bon ton come impone il forum.
Come al solito fai battute per mancanza di argomentazioni, mostrandoti per quello che sei, e spero per te che quel che mostri non sia veramante tu.
Se ritieni, come troppi, che sia all'interno dell'attuale scienza, che sia la pollitica, sociologia, antropoogia, la possibilità di costruire una seria analisi si fa apologia dell'attuale potere culturale,anche quando si è contrari. Questa cultura ha delle radici e caratteristiche, o si è in grado di capire dove sono e quali sono oppure la medicina sarà sempre funzionale alla malattia, perchè interna al dominio stesso.
Chiarisco per la seconda  volta a te. Non ho mai detto che le società primiitive siano migliori, Ma quelle popolazioni  hanno delle certezze, che siano vere o presunte è un'altro paio di maniche, che le rendono serene per molti versi, sanno cosa accettare e sanno cosa cambiare, ma sempre dentro un loro ordine culturale.
Noi ,inteso come occidentali, ma prodotto storico di una cultura che è sumerico/accadica, egiziana, ebrea, fenicia, greca, ecc. siamo attitudinalmente diversi dal resto delle culture che si sono "fermate".Lo si vede dalla tecnica e la tecnologia. Se lle nostre caratteristiche sono queste e non ci siamo fermati come loro, dovremmo chiederci il perchè. Noi siamo diventati storia lineare, mentre altri non hanno questo tipo di storia,
Se allora diciamo che l' Europa è suicida, almeno per me, lo intendo come prodotto storico in cui vi sono costanti e determinanti culturali che la spingono, la motivano per questa strada. Se la caratteristica è la tecnica e la tecnologia, implica la capacità di categorizzare, organizzare, conoscenze in una determinata finalità focalizzando metodi e fini. Il capitalismo, tanto per intenderci, non può nascere in quelle tradizioni ferme.
Il capitalismo si sposa benissimo con forme democratiche e allora dobbiamo intenderci cosa veramente siano capitalismo e democrazia.Perchè i nemici del capitalismo e positivismo cuturale sono stati nazismo, fascismo, comunismo, cristianesimo?Perchè pur con ovvie differenze sono ideologie e in quanto tali mettono in discussione l'ordine scelto esplicato nella modernità  e la natura, quindi l'ambito e il significato dell'esistenza umana.
Le ideologie sono ancora deduttive, perchè esiste una storia come premessa,certo è un'interpretazione diversa per ogni forma deduttiva, ma viene discusso una forma di ordine con contenuti e significati diversi dal sistema induttivo. Si richiamano tutte a forme che sono proprie del sistema deduttivo e non induttivo,che implica il focus sul fenomeno in sè e solo su questo,anche se  si contraddice.
Insomma, se le ideologie hanno fallito è perchè l'occidentale attuale ha scelto il mondo induttivo e si affida alle scienze, non più alle filosofie o religioni. Gli scontri culturali non sono date dalle razze , ma dalle interpretazioni delle tradizioni. Le scienze, come la tecnica e per ricaduta le tecnologie, danno il potere "fisico" delle armi,danno la volontà di potenza a continuare  e proseguire.Le altre culture o si riducono a nicchia o saranno ineluttabilmente invase, o dovranno migrare.Si dovranno occidentalizzare, perchè questa è la regola della terra : il più forte vince.

Questo uomo forte occidentale lo è davvero? Le popolazioni asiatiche e africane sono nettamente superiori a quella occidentale.L'uomo occidentale induttivo si è relativizzato, non procede più per certezze scientifiche e nemmeno per assoluti.E' destinato a soccombere dal più debole, ma quel debole imparerà la nostra cultura e sarà il prossimo europeo.
Se mi sono fatto capire, non dò giudizi di valore se sia giusta la tradizione ferma  e chiusa, o quella in evoluzione culturale e aperta. Entrambe hanno limiti che sono nella coscienza del soggetto umano.
Quello che ha cominciato con le battute e il dibattito "non a livello" non sono io, cosa descrivono di te? Ma guarda che io non me la prendo con la tua tesi centrale e le tue interpretazioni di storia della filosofia, in linea generale sono pure d'accordo seppure mi continui a sembrare un approccio semplificativo. Quello con cui non sono d'accordo sono innanzitutto le "certezze" foriere di "serenità" delle popolazioni primitive, e ho chiesto nomi e cognomi, per vedere se c'è materiale per "chiedere a loro" come vivono questa "serenità", almeno evitiamo di farne una questione personale. A me pare roba da bancarella new age, e ho vissuto in prima persona alcune di queste società primitive, ma magari sbaglio ed erano già corrotti "dal virus", il che appunto non si capisce come tenga in piedi la chiosa
popolazioni asiatiche e africane sono nettamente superiori a quella occidentale.L'uomo occidentale induttivo si è relativizzato, non procede più per certezze scientifiche e nemmeno per assoluti.E' destinato a soccombere dal più debole, ma quel debole imparerà la nostra cultura e sarà il prossimo europeo.

Ma quali popolazioni africane? I boscimani?I beduini? Tutta l'africa\asia è declinata all'occidentalizzazione postcoloniale (ancora di più se si tratta di una mera differenza induttiva\deduttiva). Ho citato Fukuyama proprio per rimarcare questo, seppure la tesi sia evidentemente provocatoria, il mondo rimasto "non occidentale" finito il colonialismo è un mondo residuale e minimo, chiuso in riserve. Ma pensi che ci siano i boscimani sui barconi che vengono a farsi instillare il virus occidentale? Prendi un mappamondo fallo girare, fermalo con il dito dove vuoi tu e dimmi : non sono occidentali? Per me la risposta non è chiarissima, perchè l'occidente è una questione complessa e ramificata, ma prendiamo per buono il tuo "virus induttivo". Lo hanno già o no? La risposta si, ovunque il tuo dito si fermerà, persino in groenlandia. Non c'è nessuna popolazione che viene a varsi appestare, le abbiamo già appestate tutte. E' un virus del suicidio? Potrebbe, ci sono teorie che vedono all'intelligenza (definita dalla nostra prospettiva etnocentrica-induttiva) come un fattore ostativo alla sopravvivenza, ma a quel punto l'età dell'oro non è rapprensentata dalle società primitive, ma dai batteri.

Citazione
Se questa supposta "fase identitaria" dura da diecimila anni forse bisognerebbe rivedere la tesi e chiamarla diversamente (equilibrio?) E l'ipotesi (se di ipotesi si tratta) dell'età dell'oro è una normale deduzione e non certo un punto di partenza per l'invenzione di tutte le utopie da essa ispirate, e questa "ipotesi" esiste eccome anche nelle culture orientali, anzi molto probabilmente Esiodo l'ha mutuata da esse che la descrivono come  la prima dei quattro "yuga".  Inoltre anche il "paradiso terrestre"  presente nel libro della  Genesi è un'altra immagine dell'età dell'oro perduta, e anche questo viene da oriente. Per il resto è difficile commentare una serie di affermazioni fuori contesto che nel loro insieme si possono riassumere in "tutti dobbiamo morire", culture comprese ovviamente (Spencer). Ma comunque anche se tutti dobbiamo morire un conto è farlo a 60 anni dopo aver trascorso una vita serena e significativa lasciando la tua casa così come l'hai trovata, un altro è farlo a 20 anni drogato marcio dopo aver distrutto ciò che ti sta intorno e ammazzato tutti i tuoi vicini in una serie di impeti di follia o crisi d'astinenza.
E' certamente una forma di equilibrio, seppur basato sul mutamento dei paradigmi invece che sulla staticità. Che questo sia presente anche in oriente io non sarei convinto, o almeno non ne è convinto Alberoni le cui spiegazioni a riguardo ti rimando se vorrai. Anche se il paradiso terrestre fosse migrato da oriente (oriente rispetto alla siria suppongo), sarebbe un oriente protoagricolo e non caratterizzato da quel dispotismo che ad avviso di alcuni, ha bloccato poi successivamente questo tipo di archetipo. Dove è oggi, lo stesso archetipo in oriente? Non siamo destinati tutti a morire, ma siamo destinati a contraddirci parecchie volte, e attraverso istanze perlomeno assurde da un punto di vista oggettivo. Per esempio questo vittimismo occidentale che ci vede suicidi inconsapevoli, era una volta una bandiera di certi ambiti, oggi a quanto pare è cosa per conservatori.. Ho come l'impressione che ci sia sempre questo "virus induttivo" che ci tenda agguati e ci costringa a trasporre la morte di alcuni valori (personali, familistici, partitici) in senso assoluto, continentale...
#4293
Citazione di: paul11 il 04 Febbraio 2017, 19:05:08 PMInverno
come al solito non hai capito l'essenza del discorso. Almeno impara ad argomentare Attenderò PrimaVera-
Io non ho niente in contrario se hai voglia di parlare di storia della filosofia, ma è quando teorizzi presente futuro e passato di tutte le nazioni Europee + un virus del suicidio culturale in incubazione dai tempi di Aristotele in una manciata di righe che mi inchino alle tue doti per l'argomentazione. Hai imparato dai pellerossa?
#4294
Ma guarda che se c'è qualcosa di "politicamente corretto" è declassificare le crociate (che crociate sono, l'imperialismo è un altra cosa) come guerre difensive che avevano travisato lo spirito cristiano. Mai sentito tanto politically correct in una definizione (che giustamente l'autore non da, ma la assumo per riassunto), non so chi sia ma deve tenere corsi di politically correct estremo carpiato.
#4295
Rispondo a Donquixote non tanto per vincere l'argomento retorico di cui mi frega poco, ma per aggiungere carne al fuoco e dare qualche spunto di approfondimento tra parentesi.


La supposta armonia organica in cui vivevano le società tradizionali non fa altro che parte di una delle fasi identitarie degli "stati nascenti" (Alberoni). L'età dell'oro dove le utopie sono realizzate, l'evento dirompente che corrompe la società, e la susseguente creazione di uno "stato nascente" (e le profezia di sventura in caso dalla nascita si passi ad un aborto spontaneo). L'ipotesi di un età dell'oro è necessaria per chiunque voglia ipotizzare un nuovo sistema ordinato ed è funzionale a questo scopo più che ad altro. Prive o quasi ne sono le culture orientali per via del dispotismo imperante nelle stesse di origine millenaria (Wittfogel) e questo spesso incanta l'osservatore occidentale senza considerare i contrappesi che mantengono l'ordine di una società scarsa di "agenti corruttori" e incapace di rigenerazione (per questo rigida e instabile). Gli studi antropogeografici degli ultimi decenni hanno fatto luce riguardo a una moltitudine di concause che hanno delineato il decesso di gran parte delle culture "tradizionali" legandole inesorabilmente (ma non unicamente) alla loro incapacità di interpretare la propria esistenza in coesione con il territorio (Diamond). E mentre il vecchio continente è rimasto generalmente vigoroso per via della sua vastità, ogni volta che una civiltà tradizionale ha colonizzato un sistema isolato, l'ha completamente disintegrato fino ad autoannientarsi (es. Isola di Pasqua) o a rendersi succube del vicino. Solamente attraverso "sacche di territori vergini" disponibili solo in grandi territori, siamo sopravvissuti all'inettitudine alla coesione con la natura di ogni cultura tradizionale. (sebbene è vero che le società antiche conoscessero la valenza di queste "riserve-sacche"). Gli stessi Elleni e il loro hybris diedero il colpo finale alla desertificazione anatolico-siriana di cui Petra potrebbe essere oggi un simbolico monito(so che è fuori confine), ma che era cominciata già millenni prima come testimoniato da vari templi protoagricoli. La nascita stessa dell'agricoltura un tempo incensata dai positivisti oggi appare come la conseguenza diffusa e costretta di un approccio completamente sbilanciato verso le risorse naturali e in particolare quelle animali nel periodo di espansione post glaciale e di un impoverimento sistemico che ci ha "piegato alla terra e ai sovrani" (Harris). Ma anche le società che si sono rifiutate di coltivare (es. Mongoli) hanno lentamente ma certamente disintegrato il loro loro habitat fino al crollo. E mentre è possibile e certamente valido avvocare la causa dalle loro "buona volontà" nel tentare un approccio organicista, rimane quasi certo che essi non avessero gli strumenti necessari da applicare a questa visione ad una realtà complessa e inadatta all'uomo senza che l'artificialità la bonifichi. Sarei propenso a sostenere che solo attraverso lo sviluppo della tecnica e il dominio della natura, oggi possediamo la conoscienza tale da poter attuare nei fatti una relazione con il mondo organica, ma sopratutto funzionante, e non avremmo mai potuto ottenere questo senza passare per il disincantamento (Weber) che oggi alcuni vorrebbero far passare come il vertice del nostro distacco emotivo dal naturale (es. Teosofisti). Questo non significa che la sfrutteremo. L'occidente imperialista, che rifiuta la conseguenza diretta di quello stesso atteggiamento di dominio militare verso il mondo, ovvero la globalizzazione dei propri valori (Huntington) è l'occidente che affronta una crisi morale (Chomsky) più che una crisi migratoria, e se vogliamo identitaria. E' l'occidente che tutto ad un tratto rilegge il De Bello Gallico ed anziché sentirsi tronfio, lo riconosce come il libro nero di un genocidio (Canfora). Ma siamo "questi qui" come dicono alcuni, le nostre radici sono queste, anche se siamo diventati "troppo umani per non provarne ripugnanza" (Goethe). Il relativismo culturale (che i "non politically correct" tanto amati bollano come "becero terzomondismo"), tanto piacque che oggi chi può dirsi franco e salvo dall'accusa di orientalismo formulata quarant'anni or sono (E.Said)? Nel '92 Fukuyama scriveva "la storia è finita, gli occidentali hanno vinto e ci annoiamo a morte" chissà se avrebbe mai immaginato la corsa furiosa di tantissimi "vittoriosi" a suonare le campane a morto. Ma le campane suonano si per allarmare il paese, ma sopratutto per conveire un messaggio, una sorta di imperialismo uditivo che dal paesello dovrebbe raggiungere i villaggi "barbari", perchè la campana funziona ancora benissimo e ne sono convinti anche quelli che dicono "che non funziona più niente". L'istinto di sopravvivenza ha varie forme, anche nei bramamorte. Di sicuro sempre Hungtinton lo avvertì (litigarono duramente), lo scontro di civiltà sarebbe avvenuto e l'occidente avrebbe perso il proprio dominio per via della modernizzazione dei "barbari", che avveniva sotto gli occhi troppo accecati dal nostro universalismo, per non riconoscere la modernizzazione solo perchè essa non si esplicava sotto spoglie occidentali. Eh già, mentre il dito indica il migrante (problema universalista), la luna (mezza luna) si converte dal fossile al rinnovabile, e gli states puntano al carbone e a cercare petrolio negli anfratti (problema culturale). Nel mentre avvenne il furto del secolo, il furto di una singola e semplice parola : globalizzazione. Motto di ogni internazionale e sindacato, la finanza la rapì e la stuprò ripetutamente in una stanza piena di soldi, la libera circolazione delle persone e l'integrazione degli uomini, divenne la libera circolazione del capitale e l'integrazione dei mercati. Boom. Ma come tu sei di sinistra e proteggi il sistema principe dell'impoverimento e della diseguaglianza? Che cosa bisognava rispondere, quella parola suonava cosi bene, era la nostra, ci eravamo tanto affezionati, le volevamo bene.. ma che cosa voleva dire? Non c'è solitudine peggiore di quella di uomo a cui è stata mozzata la lingua, un uomo senza lingua è un uomo senza patria (Cioran) e invece che diventare cittadino del mondo ne diventa il vagabondo.
#4296
Citazione di: paul11 il 03 Febbraio 2017, 10:50:32 AMLe altre culture non hanno questa contraddizione identitaria alla base dell'alienazione dell'inautentico: loro credono ancora , investono il loro essere nel pensiero e azione..
Sono tredicimila anni che l'uomo preannuncia il suicidio della società alla quale appartiene, persino insospettabili razionalisti si danno volentieri alle profezie, Newton aveva stabilito sarebbe accaduto nel 2060 per esempio, dimostrando di appartenere ad una categoria di antichi profeti-astronomi, quelli che avevano la premura di specificare la data esatta per intenderci. La spinta è cosi forte che capita persino di imbattersi in "apocalissi inverse" accadute precedentemente, come il diluvio universale. Più modernamente, questa abitudine a voler vedere collassare il mondo insieme alle proprie spoglie ormai consunte, si è "imbarbarita". Mentre prima l'apocalisse era di carattere universale o perlomeno planetaria, uno spiraglio di speranza ci viene dato dal profeta moderno attraverso la citazione di "altre culture" adamantine che se la caverebbero benissimo di fronte a questi problemi. Nel caso in questione, si tratta peraltro di culture già morte, o soggiogate e che piangono giorno per giorno la propria sconfitta, incoscienti della loro primigenia qualità salvifica e resiliente nascosta dal "dominio della tecnica" dei corrotti di turno. Sarebbe comunque interessante esplicitare nomi e cognomi di queste culture che "credono ancora", perlomeno perchè se ci troveremo "invasi" da esse non ci confonderemo nel parlare di "barbari" ma faremo di loro invece i nostri leaders.
#4297
Citazione di: paul11 il 20 Settembre 2016, 13:33:49 PM
, il pellerossa americano non stermina tutti i bisonti perchè conosce le regole della natura non vi si contrppone non li piega a sè, poichè troppo più potenti e sa che dopo l'abbondanza viene la sterilità, come dopo i il secco la pioggia.le altre culture hanno assecondato le nature , vi ci sono "accomodate", noi invece la vogliamo dominare perchè non accettiamo il destino, tolto agli dei,tolto a Dio l'uomo si illude ora di essere Dio e spesso perisce di propria mano, nei suoi artefatti, e alimenta così quell'egoismo come espressione disarmonica dell'ignorante che non conosce i propri limiti di potenza e vede la natura e i propri simili come energia da sfruttare che è diverso dal far fruttare.
Ma nell'altro topic.. Vabbè, il pellerossa ha sterminato tutti i grandi mammiferi della megafauna del continente americano, compresi i cavalli, i bradipi giganti, gli elefanti lanosi, i rinoceronti lanosi, e anche diverse specie di bisonti "primigeni".. e tantissime altre. E l'ha fatto probabilmente sprecando gravemente le risorse (essendo che i metodi di conservazione non permettevano di mettere "in freezer" un intero mammut). Questo gli ha permesso un incremento demografico esorbitante che gli ha fatto velocemente popolare l'intero continente, e solamente a distruzione completata si è fermato a salvaguardare un ristrettissimo numero di specie per permettersi un apporto proteico adeguato (ma solo nell'america del Nord, in quella centrale gli Aztechi si erano fatti cannibali per rimediare e rimanevano cani e tacchini (diretti concorrenti -> allevarli significava usare cibo buono anche per gli uomini).

Riguardo al topic in se, posso citare provocatoriamente Jim Holt: L'universo è al 100% maligno, ma è efficiente solo all'80% - ("maligno" sta per inospitale alla vita, agli uomini)
#4298
Io stimo molto la tua fiducia nell'umanità, capace secondo te di prevedere gli effetti nefasti delle tecnologie che inventa, ma indottrinata da enti esterni e quindi accecata. Purtroppo essendo che la mia visione delle cose è un po più semplice - nel senso del famoso rasoio - ovvero che siamo semplicemente un po coglioni, diventa difficile trovare un terreno di dialogo avendo presupposti cosi diversi. Bisorrebbe affrontare questa diversità di prospettive, prima ancora di inoltrarci nei dettagli di come esse si attuano, non credi? Ti sono tuttavia vicino nel tuo patimento, tutte le volte che entro nella mia stanza vedo l'inferno musicale di Hieronymus Bosch, e capisco si tratti di una prospettiva cosi terrificante da poter incatenare la propria esistenza. Ma vedo anche il Newton di William Blake, e il morale si risolleva un po. Prova anche tu, non c'è peggior modo di perdere che darsi per sconfitti alla partenza.
#4299
Citazione di: altamarea il 01 Febbraio 2017, 16:17:40 PM
InVerno ha scritto:
CitazioneTrump ha bloccato le migrazioni. Bene questo significa che tutti quei migranti che non andranno li facilmente bloccabili per via dell'Atlantico che li divide, verrano in Europa, e nella cara penisola.

Scusami InVerno se ti consiglio di ascoltare meglio i telegiornali o di leggere meglio i quotidiani riguardo il decreto esecutivo di Trump, di durata temporanea, soli quattro mesi. Il presidente Usa non ha bloccato l'emigrazione ma solo chi vorrebbe arrivare in America da sette Stati  considerati "canaglia" dell'Africa e del Medio Oriente. Ciò l'ho scritto in un mio precedente post in questo topic.  
Scusami altamarea, ma ti consiglio di riflettere su quello che scrivi, che non cambia la situazione dei fatti. In questi 4 mesi (che potrebbero essere tranquillamente prorogati, specialmente se gli americani si adeguassero a questa novità come tanti credono sia la cosa giusta da fare, o se la tensione aumenterà con altri attentati terroristici come è lecito aspettarsi) il migrante proveniente da quegli stati "canaglia" che voleva andare negli U.S.A. sceglierà invece di venire da te. Oppure pensi che rimarrà a casa perchè la prima opzione si è bruciata? E' la stessa cosa di quando i cugini francesi li bloccano a Ventimiglia, se aiuta a capire.

Citazione
L'Europa ha compiuto negli ultimi secoli un suicidio culturale che l'ha progressivamente disgregata, ma il dominio subito dai cugini d'oltreoceano depo il '45 ha compiuto l'opera, esportando una serie di germi distruttivi che credo si possano ben sintetizzare nelle due patologie della "economia finanziaria" per quanto riguarda il lato materiale e della "politically correctness" per quanto concerne quello culturale.
E' probabile che la political correctness sia un "germe americano", ma sviluppato da quale istanze? Probabilmente iniziato come una sorta di riscatto morale per una nazione che era inizialmente poco più che un covo di pirati ma che ambiva ad una nuova verginità, è stato ampliato e probabilmente suggellato dal metodo scientifico di cui la stessa nazione è diventata velocemente il centro del mondo. Lo studio dei dati e delle istanze, ha però dato risultati che nella maggior parte dei casi non ci aspettavamo, il che ci ha insegnato una certa prudenza esistenziale. Uomini come Chomsky che hanno fatto una missione di vita della raffinatura e desogettivizzazione dell'analisi storica, hanno attechito ma fino ad un certo punto, l'eccezionalismo americano non ha mai superato l'esame della political correctness. Per contro, se uno si fa un giro sulle televisioni Italiane e Americane, direbbe chiaramente che il germe si è mosso in realtà nella direzione opposta. Il livello di "satira concessa" dalle due culture per esempio è di una diversità abissale, un qualsiasi satiro Americano su una televisione Italiana farebbe invocare alle belle anime il ritorno della buon costume dopo la prima serata. E forse proprio questa "palestra" che l'americano medio fa verso il volgare, il patetico, la porcheria, è ciò che gli dona la libertà morale di votare qualcuno come Trump. Nel 1969 viene pubblicato "The psicology of Self Esteem", inizia il "Self esteem movement" nelle scuole, siamo tutti speciali, premiamo tutti, i ritardati si chiamano "diversamente abili" etc. E' la culla del politically correct moderno. Invochiamo la libertà dal politically correct solamente per insultare gli altri, i politici che portano avanti questo vessillo ne sono la prova vivente, ma siamo pronti a ricevere gli stessi insulti? Non ci giurerei. La political correctness è come il pacifismo, una disciplina di autocontrollo che può essere mantenuta dalla moltitudine in tempi di mucche grasse, e poi rimane appannaggio di pochi "Ghandi". In America sembra già crollata, e forse presto per la "felicità di tutti" crollerà anche nei progressisti europei. Non capisco tutta questa fretta che hanno certe persone di smantellare la odiata politically correctness che fin ora gli ha fatto credere di essere "diversamente abili", ma se continueranno ad insistere il muro del politically correct che tanto odiano presto potrebbe davvero crollare, e dovranno confrontarsi con quello che sono, con il nome giusto.
#4300
Citazione di: Freedom il 31 Gennaio 2017, 23:03:24 PM
La problematica è di una complessità difficilmente interpretabile in maniera univoca. Molti difendono la scelta di Trump argomentando che ci sono ben 14 Paesi arabi che non consentono l'ingresso nel loro Stato agli israeliani. Anche se il paragone, a mio avviso, non regge perchè nel caso di Israele è tutto lo Stato che si comporta in un certo modo.
Invece regge, il problema è che mentre sono cosi intenti a trovare la frase retorica che li giustifichi, non si accorgono che stanno dicendo che gli states stanno applicando politiche estere dello stesso respiro di quelle del Bangladesh. Halleluja? La difesa del beniamenino statunitense è quanto di più comico e contradditorio un europeo potrebbe fare. Feste e balli, Trump ha bloccato le migrazioni. Bene questo significa che tutti quei migranti che non andranno li facilmente bloccabili per via dell'Atlantico che li divide, verrano in Europa, e nella cara penisola. E sta ballando chi di solito urla "prima gli Italiani! Oppure "dobbiamo ripartirli maggiormente" Ma come? Prima gli Italiani, e poi un leader estero incrementa gli sbarchi sulle nostre coste, e siamo tutti felici? Ma che bei patrioti che abbiamo, hanno davvero a cuore e chiaro l'interesse del paese. Nel frattempo un sostenitore di Trump canadese ha fatto una strage in una moschea. Inizialmente si sapeva solo che aveva urlato "allah akbar" e i siti casapoundiani erano in fase multi-orgasmica, poi si è scoperto era uno stronzo dei nostri, quindi niente "Je suis" e la notizia si è sgonfiata. Rimangono le statistiche a descrivere la commedia: Hanno ucciso più islamici i sostenitori di Trump nelle ultime 48 ore, di quanti americani siano morti per mano dei migranti delle 7 nazioni bannate negli ultimi 30anni. Sembra l'inizio di un romanzo fantastico, tenetevi forte.
#4301
Il problema dei sostenitori di Trump è che forse hanno seguito distrattamente la sua campagna elettorale, e mentre si crogiolano sul mantenimento delle promesse, non si rendono conto che i prossimi nel mirino siamo proprio noi Europei, se manterrà le promesse. Marchionne è già stato ricevuto e sarà stato ragguagliato sul futuro prossimo delle politiche del lavoro, non mi sorprenderebbe se entro poco la Fiat facesse qualche annuncio che non piacerà molto agli Italianissimi.. ma non si sa mai eh, c'è gente in Italia che seriamente ha preso come una bella notizia la promessa di smantellare la NATO solo perchè è uscita dalla bocca del novello beniamino statunitense. Eh già, non è il nostro presidente, e ci sono quelli che si sperticano per difenderlo e quelli si sperticano per attaccarlo..d'altro canto è solo il leader del mondo occidentale..
#4302
Comunque un po di infografiche utili del bravissimo Max Galka.

- Incremento demografico globale comparato - 1800-2100 (notare la "questione africana" del "Furbacchione")
http://metrocosm.com/world-population-history-map/
- Immigrazioni verso l'EU 2010-2015 e altro (da-a)
http://metrocosm.com/mapping-eu-immigration/
- Flussi di richiedenti asilo (da - a)
http://www.lucify.com/the-flow-towards-europe/
- % di popolazione islamica che si è arruolata nell'ISIS per nazione (comparare con i ban di Trump, che ha dimenticato la Francia) e varie statistiche sociali
http://metrocosm.com/foreign-isis-fighters/
- Amarcord, c'era una volta il migrante Europeo
http://metrocosm.com/us-immigration-history-map.html

Buona fruizione.
#4303
Mah farsi aggiornare di tecnologia dal TG1, acquario mi meraviglio di te, è un insieme di notizie accozzate insieme vecchie di almeno qualche anno se non più. Per esempio la chat con il morto può essere integrata con un viso robotico plasmato ad immagine e somiglianza del caro defunto (simula anche la tonalità vocale). Ma come dice donquixote, non è che ci discostiamo molto dalla scimmia e ci ripetiamo. Qualche tempo fa al cimitero ho una visto una signora parlare per almeno un quarto d'ora alla foto del defunto marito (ma ci sarà stata probabilmente ore e ci sarà tornata anche dopo). Questo ovviamente non fa scandalo.. E' un acquirente potenziale che presto verrà stimolata tramite pubblicità mirata, e magari presto avrà un marito robotico che beve birra sul divano (come l'originale) e si ricorderà che non erano tutte rose e fiori come pensava! haha
#4304
Citazione di: donquixote il 30 Gennaio 2017, 22:42:44 PM
Citazione di: InVerno il 30 Gennaio 2017, 15:41:28 PMVedi (mi permetto il tu) è stata qui precedentemente evocata la psichiatria (addirittura l'etologia) parlando di disturbi borderline. Allora parliamo di psichiatria. Si definisce "psicopatia culturale" o "narcisismo culturale" quella patologia (apparentemente una "devianza" dalla norma, seppure non ne sarei convinto) che impedisce l'empatia nel caso in cui vi siano elementi culturali a frapporsi tra il soggetto e l'oggetto. Una persona che indossa un capo di abbigliamento strano, una persona che prega in modo diverso, una persona di diverso colore. etc. Questi semplici tratti a quanto pare basterebbero per bloccare il processo empatico tra soggetti, ne deriva l'assurda situazione che venti italiani rimasti sotto una slavina sono una tragedia per cui sperticarsi per una settimana, ma un barcone di mille persone che affonda, nella migliore delle ipotesi "rincuora" quello stesso soggetto che si strappava le vesti per gli italiani sotterrati dalla neve. Vedi qui non si tratta di "ideologie", non si tratta di razzismo, se vogliamo entrare nella psichiatria, qui si parla di patologie, seppure io non sia convinto esista una cura. E mentre uno può tranquillamente pensare "chi se ne frega, in fin dei conti almeno compatisco i connazionali" la fregatura è dietro l'angolo. Perchè un soggetto psico\sociopatico, nel senso che manca di empatia o la cui empatia è facilmente frenabile da quid culturali, nella maggior parte dei casi simula quella stessa empatia di cui è sprovvisto nei confronti dei "connazionali". L'augurio mio, quando un giorno attraverserai la strada e un camion si presenterà di fronte al tuo sguardo, è quello che vicino a te non sia presente questo soggetto. Perchè la simulazione empatica ha dei limiti, e sono prettamente egoistici, è molto probabile che quello stesso soggetto vedendoti in difficoltà e vedendo il rischio di finire sotto il camion egli stesso, se ne fregherà altamente di simulare empatia e di lanciarsi sotto il camion per salvarti (anche connazionale), perchè i rischi saranno nettamente superiori ai suoi guadagni personali, e non ci sarà nessuna empatia a lanciarlo nell'atto romantico di provare a salvarti. Personalmente, se quando attraverso la strada questo soggetto mi starà distante, mi sentirò più sicuro, perchè c'è anche il rischio del contrario, ovvero che per salvare egli stesso butterà sotto me. Senza offesa, e pacificamente. Preferisco attraversa la strada accompagnato da altri.

Ho la sensazione che tu abbia imboccato una strada sbagliata e tra l'altro credo che la "psicopatia culturale" o la "devianza culturale" (due "patologie" che non avevo mai sentito nominare prima) siano invenzioni alquanto moderne e del tutto funzionali ad un progetto che non voglio chiamare "neoschiavista" per non semplificare troppo ma che comunque ci va molto vicino. Più che l'empatia bisognerebbe considerare l'identificazione come tratto caratteristico di appartenenti alla medesima cultura che porta ad adottare atteggiamenti confidenti nei confronti dei nostri simili e diffidenti nei confronti degli stranieri e che poi conducono a situazioni come la condivisione e la partecipazione a sofferenze causate da tragedie come quella di Rigopiano o l'apparente distacco nel caso delle tragedie in mare. L'empatia è un sentimento individuale che ogni uomo può provare o meno (vi sono persone più empatiche e altre meno) ma è totalmente slegato dalla cultura di riferimento. Una persona naturalmente empatica si preoccuperà della sofferenza altrui da qualunque parte questa provenga, mentre una poco empatica non se ne preoccuperà nemmeno se a soffrire fosse un appartenente alla sua stessa cultura. In ogni caso l'empatia (tratto caratteriale eminentemente femminile che è tanto di moda di questi tempi a causa dell'eccessiva "femminilizzazione" del mondo), al contrario dell'identificazione è molto spesso deleteria e distruttiva: un antico proverbio marchigiano recita: "il medico pietoso fa il dito cancrenoso", quindi il medico empatico che si intenerisce per la sofferenza del paziente che ha una gamba incancrenita evitando di amputargliela per non farlo soffrire ulteriormente finirebbe per ucciderlo, facendogli quindi un servizio peggiore. Nei tempi attuali l'empatia è inflazionata al punto che qualche tempo fa in una trasmissione televisiva la conduttrice assunse un'espressione sofferta empatizzando con una pianta che il fiorista ospite stava potando, e sollecitata si rifiutò di potarla lei stessa. La stragrande maggioranza delle persone che gridano contro gli immigrati sono certo che non sarebbero mai in grado di lasciarli morire in mare senza fare nulla se si trovassero di fronte a loro, così come del resto nessun ragazzino o ragazzina di città, sempre per via dell'empatia, è più in grado di tirare il collo ad un pollo e finirebbe, se lasciato a se stesso, per morire di fame. L'aumento, questo sì patologico, dell'empatia negli ultimi decenni ha fatto un numero enorme di disastri riducendo gli uomini a pappette per neonati, e sarebbe opportuno che diminuisse lasciando spazio al buonsenso, alla razionalità, e soprattutto alla giustizia.

P.S. Fharenight, dato che elogi gli interventi "costruttivi", vorrei pregarti di contribuire in tal senso, senza farti prendere da frenesie che di costruttivo non hanno nulla. Se vuoi scrivere post come quello qui sopra fa' pure, poi una volta che hai scritto e ti sei sfogata anzichè premere "invia post" cancella tutto e ricomincia cercando di argomentare in modo, appunto, costruttivo. Grazie
Ma vedi io non sarei mai stato propenso a portare la psichiatria sul campo, però mi sono sentito costretto a farlo se non altro per aggiungere materiale a delle citazioni mirate. La psichiatria lavora incessantemente a classificare i comportamenti umani, e se ha uno secondo scopo è quello di vendere farmaci più che qualsiasi forma di neoschiavismo, e questo mi basta e avanza per averne una certa diffidenza. Tuttavia, se leggi bene, abbiamo detto la stessa cosa, solo che la tua è priva di "determinismo medico". Soggetti non empatici costretti dalle spinte sociali che tu stesso descrivi, a simulare empatia nei confronti di determinati soggetti per un calcolo puramente egoistico, quello per esempio di avere un argomento retorico, attraverso la correlazione tra i terremotati e i migranti. Non mi interessa dilungarmi a riguardo, che questa patologia o meno esista non è questione appurabile. Quello che mi interessa è considerare due semplici fatti. La società moderna e i media che ne fanno da megafono ha trasformato l'individualismo in solitudine, e la solidarietà in narcisismo. E a fare da controaltare a questo, per una sorta di ricatto morale, è arrivata solamente empatia finta, simulata, pericolosa, perchè cela la vera fibra degli esseri umani che la compongo e ci autoinganna nel credere di essere migliori di quelli che siamo. Ma la natura simulata-empatica di questa società incapace di vedersi per quello che è, nei momenti di pericolo (metaforicamente, il camion) prima o poi potrebbe uscire fuori in tutta la sua virulenza e violenza. Non è un caso che il padrone del mondo eletto, oggi sia un narcisista.
Riguardo alle donne: sarebbe un argomento molto lungo, i matriarcati non sono automaticamente società più empatiche e umane (chiedere del matriarcato di Winnie Mandela), tuttavia molto curiosamente si parlava di cosidette "età dell'oro perdute", e allora lasciando perdere i residuati bellici del borneo, bisorrebbe parlare della gilania della dea madre europea. Trump è evidentemente un colpo di coda, un canto del cigno, a questo punto la speranza è che sia il canto del sistema patriarcale anzichè dell'intero occidente, almeno avremo una seconda chance.
#4305
Citazione di: Fharenight il 30 Gennaio 2017, 14:43:22 PM
Noi non abbiamo  un presidente come Trump e quindi succede che gli italiani terremotati stanno al freddo mentre per i clandestini si trovano subito case ed alberghi, naturalmente tutto a nostre spese...  Non vi pare che ci sia piú di qualcosa che non va? Chi difende i cittadini italiani?
Vedi (mi permetto il tu) è stata qui precedentemente evocata la psichiatria (addirittura l'etologia) parlando di disturbi borderline. Allora parliamo di psichiatria. Si definisce "psicopatia culturale" o "narcisismo culturale" quella patologia (apparentemente una "devianza" dalla norma, seppure non ne sarei convinto) che impedisce l'empatia nel caso in cui vi siano elementi culturali a frapporsi tra il soggetto e l'oggetto. Una persona che indossa un capo di abbigliamento strano, una persona che prega in modo diverso, una persona di diverso colore. etc. Questi semplici tratti a quanto pare basterebbero per bloccare il processo empatico tra soggetti, ne deriva l'assurda situazione che venti italiani rimasti sotto una slavina sono una tragedia per cui sperticarsi per una settimana, ma un barcone di mille persone che affonda, nella migliore delle ipotesi "rincuora" quello stesso soggetto che si strappava le vesti per gli italiani sotterrati dalla neve. Vedi qui non si tratta di "ideologie", non si tratta di razzismo, se vogliamo entrare nella psichiatria, qui si parla di patologie, seppure io non sia convinto esista una cura. E mentre uno può tranquillamente pensare "chi se ne frega, in fin dei conti almeno compatisco i connazionali" la fregatura è dietro l'angolo. Perchè un soggetto psico\sociopatico, nel senso che manca di empatia o la cui empatia è facilmente frenabile da quid culturali, nella maggior parte dei casi simula quella stessa empatia di cui è sprovvisto nei confronti dei " non connazionali". L'augurio mio, quando un giorno attraverserai la strada e un camion si presenterà di fronte al tuo sguardo, è quello che vicino a te non sia presente questo soggetto. Perchè la simulazione empatica ha dei limiti, e sono prettamente egoistici, è  molto probabile che quello stesso soggetto vedendoti in difficoltà e vedendo il rischio di finire sotto il camion egli stesso, se ne fregherà altamente di simulare empatia e di lanciarsi sotto il camion per salvarti (anche connazionale), perchè i rischi saranno nettamente superiori ai suoi guadagni personali, e non ci sarà nessuna empatia a lanciarlo nell'atto romantico di provare a salvarti. Personalmente, se quando attraverso la strada questo soggetto mi starà distante, mi sentirò più sicuro, perchè c'è anche il rischio del contrario, ovvero che per salvare egli stesso butterà sotto me. Senza offesa, e pacificamente. Preferisco attraversa la strada accompagnato da altri.