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Messaggi - Eutidemo

#4306
Giovedì 16 luglio il Governo britannico ha accusato Mosca di essere dietro il gruppo di "hacker" che avrebbe preso di mira le piattaforme su cui i ricercatori occidentali si scambiano informazioni sui vaccini contro il coronavirus; al riguardo, il Centro Nazionale per la Sicurezza Cibernetica del Regno Unito ha annunciato che gli hacker sono "quasi sicuramente" diretti dai servizi di intelligence russi, senza però specificare quali.

***
L'avviso riguardante l'attacco da parte della Russia, è stato emanato anche da un gruppo internazionale di servizi di sicurezza cibernetica che include:
- il centro per la sicurezza delle telecomunicazioni canadese;
- il dipartimento di sicurezza nazionale e sicurezza cibernetica degli Stati Uniti;
- l'agenzia per sicurezza nazionale del Regno Unito.
Ed altri, su cui sorvolo!

***
L'esperta cibernetica Emily Taylor, al riguardo, ha dichiarato: "Nell'universo cibernetico, è abbastanza difficile trovare i responsabili degli attacchi, ma non è impossible; ed infatti "Cozy Bear", il gruppo accusato dell'attacco, ha lasciato diverse tracce che mostrano legami abbastanza evidenti con lo stato Russo."

***
Ed infatti, anche per i nostri servizi di "intelligence", "Cozy Bear" (a volte denominato anche Office Monkeys, CozyCar o  Dukes), viene tecnicamente classificato come "minaccia persistente avanzata", con codice APT29.
E' un ente chiaramente associato all'intelligence russa, sebbene ancora non risulti ben chiaro se:
- all'FSB, cioè ai Servizi federali per la sicurezza della Federazione russa che, ha egregiamente sostituito il KGB, mantenendone però gli stessi metodi;
- al GRU, che è il servizio informazioni delle forze armate russe, fondato da Lenin nel 1918, che non ha mai cambiato nè nome nè metodi;
- allo SVR, che costituisce il  "Servizio di intelligence internazionale" russo, il quale teoricamente dovrebbe far parte dello FSB, ma, di fatto, non si sa bene.

***
Secondo l'AIVD olandese il "Cozy Bear" sarebbe guidato dal Russian Foreign Intelligence Service (SVR); mentre io sarei più propenso ad ipotizzare una guida GRU, per motivi sui quali, però, non non vale qui la pena di soffermarsi.
Ma si tratta solo di congetture!

***
Putin, attraverso il suo portavoce Dimitry Peskov,  ha dichiarato: "Non abbiamo informazioni su chi abbia hackerato le compagnie farmaceutiche e i centri di ricerca nel Regno Unito; possiamo però affermare con certezza che la Russia non ha niente a che fare con questi tentativi".
Secondo me è indubbiamente possibile...ma è molto poco probabile!

***
Premesso quanto sopra come spunto del mio topic, non vorrei dare però  l'impressione di ritenere che i Russi siano i soliti "cattivoni" dei film di spionaggio, mentre gli altri sono tutti "angioletti"; ed infatti, da qualche tempo, è in corso in tutto il mondo una accanita "guerra di spie" di tutti contro tutti, soprattutto a livello cibernetico, per decidere chi giungerà per primo a scoprire il vaccino antiCOVID!
8)

***
Nè vorrei dare l'impressione di ritenere che le spie russe siano dei "babbei", che si fanno sempre  smascherare come polli, mentre gli altri no; tutt'altro!
Ed infatti, se è vero che sono quasi sempre loro a farsi cogliere col "sorcio in bocca", questo è precipuamente dovuto al fatto che, a differenza della maggior parte degli altri servizi di intelligence, loro sono sempre "eccessivamente" a caccia di "sorci"; direi, in modo veramente "invasivo ed "ossessivo".
Per cui è naturale che le loro spie vengano scoperte con più frequenza; sia a livello fisico che cibernetico!

***
Per fare un esempio con un aneddoto personale, ricordo che mio padre, il quale, oltre che in "otorinolaringoiatria" era specializzato anche in "medicina aerospaziale", aveva realizzato negli anni '60 uno studio su come ridurre i disturbi del "vestibolo" nei voli spaziali; studio che non era neanche coperto da particolari "livelli di segretezza", in quanto non costituiva certo la scoperta del secolo.
Tanto è vero che costituì oggetto di un suo intervento ad un ad un convegno aerospaziale tenutosi a San Remo nel 1963 (o 64, non ricordo bene).
Fu tuttavia avvicinato da due russi (presumibilmente agenti del KGB), i quali, senza particolari remore o imbarazzo, essendo lui un ufficiale medico della NATO, gli offrirono, del denaro in cambio del rilascio di una copia del suo studio; ovviamente, lui si rifiutò, e i due "presunti" agenti russi furono messi "sotto osservazione", ma lasciati in libertà.
Tanto per dare un'idea della eccessiva "mania" dei Russi per lo spionaggio; ammesso che quello narrato possa definirsi tale.
;)

***
Si potrebbe infatti dire che, sin dal tempo degli Zar, insieme agli "scacchi", lo "spionaggio" sia sempre stato l'"hobby" preferito dai Russi; o, meglio, dal Governo Russo.
Per spiegare questa mania, secondo me, ci sono vari motivi; ma già mi sono dilungato troppo al riguardo.
Lasciamo stare i Russi, e "torniamo a bomba".

***
Come dicevo, a parte il recente episodio dei Russi di cui sopra, sembra proprio che nel mondo si sia accesa una nuova accanita guerra di spie, come ai tempi della guerra fredda.
Con alcune differenze, però, in quanto:
a)
Il principale livello di scontro è a livello "cibernetico", sebbene non manchi anche quello "classico"; soprattutto a base di corruzione, per potere, per soldi, o per amore tramite i cosiddetti "Agenti Romeo" (maschi e femmine).
b)
La focalizzazione dello scontro, pur non tralasciando affatto l'aspetto militare e quello politico, si è attualmente incentrata principalmente su quello sanitario.
c)
Lo scontro non è, come allora, limitato precipuamente ad USA ed URSS.
d)
Il fine dello scontro, pur non tralasciando quello "geopolitico" del "prestigio nazionale" (così come è sempre stato), è soprattutto quello "economico", non tanto e non solo della "nazione", ma anche e soprattutto delle sue "corporation" farmaceutiche private.
Forse questa è la differenza più rilevante!

***
Vince il Paese che troverà per primo il vaccino anti Covid 19 e potrà "venderlo" a costi salati ai Paesi sconfitti, ed inoltre facendosi bello davanti a tutto il mondo per il prestigio che conseguirà alla scoperta; il che, con inevitabili vantaggi geopolitici, diretti e indiretti.
Scordatevi che la distribuzione possa avvenire gratuitamente; se non, forse, all'apparenza, perchè la ricerca dei vaccini:
- ha un costo di "scoperta" (test preclinico su animali, e poi tre test clinici successivi su persone, a spettro sempre più ampio);
- ha, una volta scoperto, un costo di "produzione" e di "distribuzione".
Per cui, chiunque avrà conseguito il "brevetto", e/o produrrà e distribuirà il prodotto, anche se vorrà far finta di farsi "umanitariamente" rimborsare soltanto i costi di cui sopra (il che è normale), di fatto potrà però gonfiarli "ad libitum" come più gli aggrada!

***
Ovviamente, con la guerra d'"intelligence", si intreccia anche quella "commerciale"; con relative "alleanze" più o meno "di facciata".
Ed infatti, la società russa P-Pharm ha fatto sapere che sta mandando avanti trattative con l'azienda farmaceutica AstraZeneca per la produzione in Russia del vaccino contro il Covid che sta sviluppando l'università di Oxford; per cui, il capo del Fondo di investimenti diretti russi Kirill Dmitriev, in un'intervista a Times Radio, ripresa dal quotidiano Kommersant, ha dichiarato: "Non c'è bisogno di rubare nulla, non abbiamo bisogno di segreti. Tutto è già stato passato alla P-Pharm, che produrrà in Russia il vaccino di AstraZeneca e si tratta di un accordo commerciale tra AstraZeneca e P-Pharm"; quindi non reggono le accuse che Londra ha rivolto ieri a Mosca di un attacco hacker per carpire i segreti delle ricerche occidentali sul vaccino".
Il che, almeno a mio giudizio, significa poco o niente.

***
Ed infatti:
- potrebbe trattarsi della classica "mossa di copertura", fatta apposta per precostituirsi un alibi (vecchia tecnica del KGB);
- potrebbe trattarsi anche di una lotta interna-estera di hacker tra diverse corporation farmaceutiche russe (e/o inglesi), come la Pharmsintez di San Pietroburgo o la SIA di Mosca, le quali si appoggiano a diversi "direttorati" di intelligence, in competizione tra loro.
Non bisogna infatti credere che gli interessi in gioco di una Nazione siano "unitari"; neanche in una "semidittatura" come la Russia.

***
Anzi, non ci sono interessi nazionali "unitari" neanche nei totalitarismi più radicali; ad esempio, nella Germania nazista di Hitler, c'erano diversi centri di potere che perseguivano scopi diversi; ed erano in accanita lotta tra di loro, come, ad esempio, quello di Ribbentrop contro quello di Himmler, che, durante la RSI, tiravano Mussolini per la giacchetta, in direzioni completamente opposte, tramite i loro emissari (Rahn per Ribbentrop e Wolff per Himmler)
Ma non divaghiamo troppo!

***
La divagazione, però, giova comunque ad evidenziare come una battaglia di spie, possa innescarsi non solo tra  nazioni, ma anche tra diverse "corporation" farmaceutiche all'interno di una stessa nazione: battaglia che si inserisce in una più generale guerra tra Stati.

***
Diciamo che è una guerra di tutti contro tutti, sebbene, almeno in via di principio:
- è una guerra  in attacco, da parte delle nazioni scientificamente meno  evolute in campo farmaceutico, contro quelle scientificamente più  evolute in tale campo, per carpire loro informazioni utili al fine di cercare di superarle nella corsa (come probabilmente sta facendo la Russia, e, forse, anche la Cina ed altri);
- è una guerra in difesa, da parte delle nazioni scientificamente più  evolute in campo farmaceutico, contro quelle scientificamente meno  evolute in tale campo, per evitare di farsi derubare (come probabilmente stanno facendo USA, UK, CANADA ed altri).

***
Mi rendo conto che è un quadro molto deprimente, per non dire sconfortante circa la natura dell'uomo (a qualsiasi Paese esso appartenga); però, secondo me, è purtroppo molto realistico, anche considerando l'aumento delle trasmissioni in "onde corte" delle "numbers stations".
Circa i singoli episodi di spionaggio, soprattutto cibernetico, invece, non possono che farsi congetture; più o meno plausibili, ovviamente!
:)
#4307
Ho letto con molto interesse Sabino Cassese sostenere, sul Corriere della Sera, che, invece di prorogare lo "stato di emergenza", così come previsto dalla facoltà di proroga discrezionale concessa al Governo dall'art. 24 comma 3 del D.lgs. 2 gennaio 2018, n. 1, emanato su delega del Parlamento con legge 16 marzo 2017, n. 30,  sarebbe sufficiente far ricorso all'art. 32 della legge 833 del dicembre 1978, il quale sancisce che "Il Ministro della sanità  può  emettere  ordinanze  di  carattere contingibile e urgente, in materia di igiene e sanità pubblica e  di polizia  veterinaria,  con efficacia  estesa  all'intero  territorio nazionale o a parte di esso comprendente più  regioni".
E' una tesi giuridica molto interessante, acuta, e degna di attenta e rispettosa considerazione, rispetto alle generiche "boutade" di certi "ignorantioti", che si riducono a meri insulsi slogan; la quale tesi ermeneutica, però, almeno secondo il mio sommesso parere, non è assolutamente pertinente all'attuale situazione.
Ed infatti:
a)
Il detto art. 32 non fa alcun riferimento ad "emergenze pandemiche", bensì a mere situazioni "contigibili ed urgenti"; che individuano contingenze ben diverse da quelle attuali.
Ed infatti, nel diritto amministrativo italiano, l'"ordinanza contingibile e urgente" è una mera '"ordinanza", ossia un provvedimento amministrativo, senza rango di legge, con il quale sono imposti doveri positivi (di fare o dare) o negativi (di non fare), che può essere emanata da taluni organi della pubblica amministrazione in casi eccezionali di particolare gravità e può comportare anche temporanee deroghe all'ordinamento giuridico vigente; ma non certo alla Costituzione, come invece è limitatamente consentito dal combinato disposto degli art.16 e 10 della Costituzione, la quale ultima norma, rinvia all'art 52, paragrafo 1 e 3 della Carta UE (il quale, pertanto, viene così in un certo senso "costituzionalizzato").
Tanto per fare un esempio, ricorrendo alle mere "ordinanze" di cui all'art. 32 citato, secondo me non sarebbe in alcun modo possibile prevedere delle "zone rosse" (cioè di contenimento del virus), in violazione dell'art.16 della Costituzione, che consente limitazioni alla libera circolazione dei cittadini,  solo in base provvedimenti aventi rango di legge; quali, appunto, i DDLL varati d'urgenza in base alla delibera dello "stato di emergenza", ma non certo in base a mere ordinanze ministeriali.
Questo sì che sarebbe incostituzionale!
b)
D'altronde, gli stessi DPCM varati d'urgenza in base alla delibera dello "stato di emergenza", pur non avendo il rango di legge, hanno comunque un rango ed un'efficacia enormemente superiore alla mera "ordinanza" di un singolo Ministro

***
Secondo me, il ragionamento di Sabino Cassese, sarebbe valido in altre circostanze, magari nel caso di mere "epidemie" locali; ma non certo di fronte ad una "pandemia" universale che, in circa sei mesi, ha contagiato 13 milioni di persone, ed ha mietuto e sta mietendo centinaia di migliaia di morti in tutto il mondo (senza contare che, probabilmente, quelli effettivi sono circa dieci volte tanti).
Ed infatti Cassese, ingenuamente, scrive: "Manca il presupposto della proroga: non basta che vi sia il timore o la previsione di un evento calamitoso, ma occorre che vi sia una condizione attuale di emergenza"; senza tener conto, invece, che l'evento calamitoso  è ancora pienamente in corso, e che la condizione di emergenza è tuttora  attualissima.
Cosa di per sè evidente, ma che, comunque, la stragrande maggior parte degli epidemiologhi, che, in materia, se ne intendono molto più di lui e di me, sostengono a spada tratta; perchè, se il COVID, adesso, è meno cruento di qualche mese fa, ciò è dovuto anche alle misure che il decreto di emergenza ci ha consentito e ci consente tutt'ora di prendere.

***
Cassese si chiede: "Perché prorogare lo stato di emergenza, se è possibile domani, qualora se ne verificasse la necessità, riunire il Consiglio dei ministri e provvedere?"
La risposta è che, cessato lo "stato di emergenza", qualora se ne verificasse la necessità, il Consiglio dei ministri non potrebbe più provvedere, neanche con DD.LL. aventi valore di legge, a limitare alcuni diritti costituzionali connessi al rischio di contagio (come la libera circolazione, la "privacy" ecc.); cosa che, invece, anche e soprattutto in una fase di remissione del COVID, sarà comunque necessaria per contenere gli inevitabili "focolai", ed evitare che ridiventino incendi!

***
Sentendo le  geremiadi ed piagnistei di qualcuno, sembra come se tutti i diritti fondamentali fossero stati compressi; il che è assolutamente falso!
Ed infatti, sono stati limitati, provvisoriamente, soltanto quelli la cui non regolamentata fruizione potrebbe comportare il rischio del contagio!
Solo uno sciocco può sospettare il rischio di una deriva antidemocratica, visto che nessuno mette in dubbio:
- nè la possibilità di un voto del Parlamento, su eventuali risoluzioni riguardanti le comunicazioni del Ministro della Salute, che richiedano di esprimersi sull'ipotesi del detto prolungamento governativo dello stato di emergenza;
- nè la possibilità di un voto del Parlamento stesso, al fine di eventualmente revocare la delega in precedenza conferita, attraverso l'abrogazione, espressa o tacita, della norma delegante, e, quindi, di impedire legalmente una proroga governativa al 31/12/2020.

***
Quello che Cassese non considera minimamente, è che la restrizione di "determinati" diritti costituzionali in base alla dichiarazione dello "stato di emergenza", è senz'altro consentita dalla nostra stessa Costituzione:
- sia direttamente, laddove, ad esempio, l'art. 16 della Costituzione  sancisce, sì, il diritto di libera circolazione dei cittadini, fatte però salve le limitazioni per motivi di sanità o di sicurezza;
- sia indirettamente, laddove l'art. 10 della Costituzione prevede che anche altri diritti possano essere compressi in forza del rinvio all'art 52, paragrafo 1 e 3 della Carta UE.
Purchè, ovviamente, ci sia un nesso con l'emergenza sanitaria; ad esempio, nè in base allo "stato di emergenza", nè in base alla Carta dei Diritti internazionale sopra citata, è ammissibile la sospensione del principio della "presunzione di innocenza dell'imputato" previsto dall'art.27 comma 2 della Costituzione.
#4308
Citazione di: sapa il 12 Luglio 2020, 13:36:30 PM
Ciao Eutidemo, hai ragione, impugnare l'argomento della incostituzionalità è pretestuoso e perfino deleterio, oltre che inopportuno.Questo per rimanere on topic. Il punto per me è un altro, ma dovrei andare fuori argomento, immergendomi fino al collo nella melma della critica al governante di turno, quello attuale. Meglio astenersi.


Se è per questo, anche io avrei molte critiche da sollevare; ma non solo nei confronti di Conte, bensì anche del suo governo.
:(
Non che non ne avrei anche nei confronti dell'opposizione, anzi, forse anche di più!
:(
Proprio per questo ho preferito evitare di toccare l'aspetto politico!
#4309
Citazione di: anthonyi il 12 Luglio 2020, 12:44:00 PM

Ciao Eutidemo, a me, comunque si risolva, tutta questa farsa all'italiana fa sorridere. Cominciò tutto l'estate scorsa, con quello la che dal Papeete chiedeva i pieni poteri, e invece adesso i pieni poteri ce li ha il suo principale avversario e, a quanto pare, è intenzionato a mantenerli. D'altronde ci vuole poco, basta che l'epidemia accenni a risalire o anzi non è necessario neanche quello, perché l'epidemia corre in gran parte del mondo, e allora teniamoci stretti alla barchetta d'Italia, stretti stretti al suo capitano (Conte).
Si, lo so che sono OT, perché certi raffinamenti giuridici non li conosco, però in questa questione sono più importanti le simbologie politiche. La destra è in difficoltà nel chiedere limitazioni all'accentramento di poteri di Conte, e adesso questi mettono a disagio anche il PD, ma chi avrà il coraggio e la forza di toglierlo dallo scranno ?


In questo TOPIC ho preferito evitare di esaminare l'aspetto politico, per evitare di dover commentare le deprecabili dichiarazioni di determinati soggetti; le quali, più che una confutazione dialettica, meriterebbero una terapia psichiatrica
;D
#4310
Sembra che il Governo sia propenso a prorogare lo "Stato di emergenza COVID" fino al 31 dicembre del 2020; ma, al riguardo, nei pubblici dibattiti, secondo me vengono confusi due ben distinti profili di costituzionalità.
Ed infatti:
- un conto è disquisire circa la legittimità della restrizione di determinati diritti costituzionali in base ad uno "Stato di emergenza" legittimamente emesso;
- ed un altro conto è disquisire circa la legittimità della proroga dello "Stato di emergenza" stesso.
Si tratta di due cose completamente "diverse"!
;)

***
1)
Legittimità della restrizione di determinati diritti costituzionali in base alla dichiarazione dello "Stato di emergenza".
Sotto tale aspetto, occorre rammentare che l'attuale "Stato di emergenza" è stato deliberato dal Governo lo scorso 31 gennaio 2020 per la durata di 6 mesi, (quindi fino al 31 luglio), in conseguenza del rischio sanitario connesso all'insorgenza di patologie derivanti da agenti virali trasmissibili (Covid-19).
Tale delibera risulta legittimata dal decreto legislativo n.1 del 2 gennaio 2018, emanato su delega del Parlamento con legge 16 marzo 2017, n. 30, il quale, all'art. 7 lettera c) , dispone che "...le emergenze di rilievo nazionale ... debbono, con immediatezza d'intervento, essere fronteggiate con mezzi e poteri straordinari da impiegare durante limitati e predefiniti periodi di tempo".
***
Ma tali "mezzi e poteri straordinari", di cui può fruire il Governo in base alla legge di delega parlamentare, possono comportare anche la  restrizione di determinati diritti costituzionali (diritto di circolazione, privacy, ecc.)?
A mio avviso sicuramente sì, in quanto l'art.10 della nostra Costituzione sancisce che "l'ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale"; e, per quanto concerne l'emergenza sanitaria, quindi, anche all'art 52, paragrafo 1 e 3 della Carta UE (il quale, pertanto, viene così in un certo senso "costituzionalizzato")
Con tale norma viene attribuita, in determinate circostanze, ed in base agli obiettivi di interesse generale, sanciti nell'articolo 3 del T.U.E. (Trattato sull'Unione Europea) e, nel caso specifico, all'interesse alla protezione della salute pubblica, contenuto nell'art. 35 della "Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea", in caso di emergenza pandemica, la facoltà per uno Stato di "sospendere provvisoriamente alcuni diritti costituzionali fondamentali", tra i quali il diritto alla "libera circolazione", il rispetto della "vita privata e della vita familiare" (art. 7 Carta), "la protezione dei dati di carattere personale", ecc.ecc. (art.8 Carta).
***
Per cui, a mio parere, la restrizione di "determinati" diritti costituzionali in base alla dichiarazione dello "stato di emergenza", è senz'altro consentita dalla nostra stessa Costituzione:
- sia direttamente, laddove, ad esempio, l'art. 16 della Costituzione  sancisce, sì, il diritto di libera circolazione dei cittadini, fatte però salve le limitazioni per motivi di sanità o di sicurezza;
- sia indirettamente, laddove l'art. 10 della Costituzione prevede che anche altri diritti possano essere compressi in forza del rinvio all'art 52, paragrafo 1 e 3 della Carta UE.
Purchè, ovviamente, ci sia un nesso con l'emergenza sanitaria; ad esempio, nè in base allo "stato di emergenza", nè in base alla Carta dei Diritti internazionale sopra citata, è ammissibile la sospensione del principio della "presunzione di innocenza dell'imputato" previsto dall'art.27 comma 2 della Costituzione.
;)

***
2)
Legittimità della proroga dello "Stato di emergenza".
L'art. 24 comma 3 del D.lgs. 2 gennaio 2018, n. 1, emanato su delega del Parlamento con legge 16 marzo 2017, n. 30, sancisce che la durata dello stato di emergenza proclamato dal delegato Governo:
- non può superare i 12 mesi;
- è prorogabile per non più di ulteriori 12 mesi.
Al riguardo, in effetti, avrei qualche dubbio esegetico circa il termine rinnovabile dopo una prima scadenza di sei mesi, ma, ai fini che qui ci interessano, diciamo che la durata massima possa essere di 24 mesi, perchè il discorso non cambia; per cui darò per scontato che siano tali.
Ora, secondo la mia interpretazione, poichè l'art. 76 della Costituzione sancisce che l'esercizio della funzione legislativa, ordinariamente esercitata collettivamente dalle due Camere (art. 70 Cost.), possa essere delegato al Governo solo per il tempo limitato di validità della delega, entro il quale il Governo può esercitarla, con la legge di delega parlamentare sopra citata il Parlamento ha già "previamente" autorizzato il Governo a prorogare lo "stato di emergenza" fino ad un massimo di 24 mesi; senza, cioè, che sia necessaria una conferma parlamentare di volta in volta.
Scaduti i 24 mesi, invece, il Governo non potrebbe più proclamare una ulteriore proroga, in quanto, ciò facendo, eccederebbe incostituzionalmente i limiti della delega conferitagli dal Parlamento; il quale resta l'unico organo legittimato ad esprimere la volontà popolare.
***
Occorre peraltro tenere presente che, la "proroga dello stato di emergenza", non deve essere confusa con la "proroga dei termini di conversione  dei decreti legge", la quale, invece, deve essere sempre e comunque approvata dal Parlamento.
Ed infatti, con l'art.1 comma 3 della LEGGE 24 aprile 2020, n. 27 , il Parlamento ha sancito quanto segue:
"In  considerazione  dello  stato  di  emergenza  sul  territorio nazionale ... i  termini  per l'adozione di decreti legislativi con scadenza  tra  il  10  febbraio 2020 e il 31 agosto 2020, che non siano scaduti alla data di  entrata in  vigore  della  presente  legge,  sono  prorogati  di  tre   mesi, decorrenti dalla data di scadenza di  ciascuno  di  essi.  I  decreti legislativi di cui al primo periodo, il cui termine di  adozione  sia scaduto alla data di entrata in vigore della presente legge,  possono essere adottati entro tre mesi dalla data di entrata in vigore  della presente legge, nel rispetto dei principi e criteri direttivi e delle procedure previsti dalle rispettive leggi di delega (di cui abbiamo parlato sopra)."
Per cui, tutto si può dire meno che il Parlamento sia stato estromesso e che, al tempo del COVID, sia da considerarsi "invisibile"!
:)

***
Martedì 14 luglio, a palazzo Madama, sono previste le comunicazioni del ministro della Salute Roberto Speranza sull'emergenza Covid, per cui, la Presidentessa Elisabetta Casellati ha dichiarato: "Essendo comunicazioni è previsto, quindi, un voto su eventuali risoluzioni e non è escluso che sia l'occasione in cui le forze politiche chiedano di esprimersi sull'ipotesi del prolungamento dello stato di emergenza".
Il che, pure, è assolutamente lecito, e dimostra che la Camera e il Senato non sono affatto "gli invisibili della Costituzione", ma continuano ad esserne a pieno titolo i garanti!
:)

***
In ogni caso, la Corte Costituzionale, in più occasioni,  ha ribadito che il Parlamento, esclusivo titolare della funzione legislativa (art. 70 Cost.), ben possa precludere al Governo l'esercizio di una delega in precedenza conferita, attraverso l'abrogazione, espressa o tacita, della norma delegante.
Il che, pure, dimostra che la Camera e il Senato non sono affatto "gli invisibili della Costituzione", in quanto, in ultima istanza, sono sempre loro a decidere; senza che nessuno possa loro impedirglielo in alcun modo!
:)

***
CONCLUSIONE
Tutto ciò premesso, a mio parere, non mi sembra che possano sussistere molti dubbi, circa:
- la legittimità della restrizione di "determinati" diritti costituzionali in base allo "Stato di emergenza" legittimamente proclamato dal Governo il 31/01/2020;
- la legittimità di una eventuale proroga di tale "Stato di emergenza" da parte del Governo, senza che al riguardo sia necessario un ulteriore intervento formale del Parlamento (fino ad un massimo di 24 mesi);
- la legittimità di un voto del Parlamento, su eventuali risoluzioni riguardanti le comunicazioni del Ministro della Salute, che richiedano di esprimersi sull'ipotesi del detto prolungamento governativo dello stato di emergenza;
- la legittimità di un voto del Parlamento stesso, al fine di eventualmente revocare la delega in precedenza conferita, attraverso l'abrogazione, espressa o tacita, della norma delegante, e, quindi, di impedire legalmente una proroga governativa al 31/12/2020.

***
Repliche che non siano in linea di diritto, e pertinenti al tema, verranno considerate OFF TOPIC, e, quindi, non prese in considerazione! ;)
#4311
Non mi spiego perchè mai, riguardo al contagio da COVID19, tutti quanti, a cominciare dagli esperti e dagli stessi testi di legge, affermino che, per evitarlo, sia necessario il "distanziamento sociale"; mentre invece, a ben vedere, bisognerebbe dire che, per evitare il contagio, è, sì, necessario  il "distanziamento fisico", ma non certo quello "sociale"!
Altrimenti non solo bisognerebbe astenersi dai "social network", come quello in cui sto scrivendo adesso, ma anche dallo "smart working", dalle "conference call", e persino dalle semplici telefonate!

***
Direi, anzi, che:
- mentre, per ora, bisognerebbe sempre mantenere un attento "distanziamento fisico" (di sicurezza) dalle altre persone, fino a che il rischio del contagio non sia definitivamente debellato;
-  bisognerebbe, al contrario, incentivare sempre di più la "vicinanza sociale" tra le persone, utilizzando tutti quei mezzi che la tecnologia ci mette a disposizione.
Per non parlare dell'incentivazione della "vicinanza economica"!

***
Fermo restando, ovviamente, che la migliore forma di "vicinanza sociale" è quella che scaturisce dal "contatto fisico"; per cui si spera che, senza più correre rischi, si possa tornare anche ad esso quanto prima!

***
Quella da me evidenziata è soltanto una singolare "aberrazione" semantica, d'accordo; che, però, non riesco a spiegarmi.
***
#4312
Ciao Viator. :)
Innanzitutto, mi sento in dovere di contestare recisamente la tua prima affermazione; ed infatti, obiettivamente, non mi sembra proprio che tu possa essere considerata una persona "ignorante".
;)

***
In secondo luogo, non direi che il tuo ragionamento possa definirsi particolarmente "capzioso"; non mi sembra, però, che, almeno sotto il profilo logico e giuridico, esso sia molto "perspicuo" per quanto riguarda le sue "conclusioni".

***
Ed infatti:

1)
E' ovvio che, come tu scrivi che: ""la morte dei due cittadini indiani trovantisi a bordo del suolo indiano NON RAPPRESENTA LA CAUSA BENSI' SOLAMENTE L'EFFETTO DI UN EVENTUALE REATO COMMESSO DA CITTADINI ITALIANI I QUALI SI TROVAVANO A BORDO DI SUOLO ITALIANO." (le maiuscole sono tue).
Non c'è alcun dubbio, invero, sotto l'aspetto logico (prima ancora che giuridico) che cadere morti colpiti da un proiettile, sia la "conseguenza" dello sparo, e non certo la "causa" dello sparo stesso.

2)
Poi tu scrivi che: "L'EVENTUALE COLPEVOLEZZA DISCENDE DAL COMPORTAMENTO CHE E' STATO CAUSA DEL REATO, NON DAGLI EFFETTI (DEL TUTTO EVENTUALI) SORTITI DAL COMPORTAMENTO DELL'EVENTUALE REO" (le maiuscole sono tue).
Al riguardo, occorre precisare che l'eventuale colpevolezza dell'imputato non dipende dalla condotta dell'agente in se stessa, bensì dal coefficiente psichico di tale condotta; è invece esatto dire che l'eventuale colpevolezza dell'imputato non  discende certo dagli effetti sortiti da tale condotta, che sarebbero potuti essere gli stessi sia in caso di colpa o di dolo (ovvero in assenza di entrambi).

3)
Infine tu concludi: "QUINDI LA CAUSA (UNA INTENZIONE TRADOTTASI IN UN COMPORTAMENTO) VA INDAGATA E PERSEGUITA DALL'AUTORITA' GIURISDIZIONALE DEL PAESE IN CUI LA CAUSA SI E' PRODOTTA (SUOLO ITALIANO DELLA NAVE ITALIANA)."(le maiuscole sono tue)
Il che, invece, come avevo scritto, è errato, in quanto occorre distinguere tra i "reati di mera condotta" e "reati di evento", poichè:
a)
Nei primi la legge penale punisce il fatto di aver tenuto una determinata condotta, a prescindere dall'evento da essa causato; per cui la "consumazione" si ha nel momento e nel luogo in cui viene compiuta l'azione illecita, a prescindere dal luogo in cui se ne verifica l'effetto.
Nel qual caso sarebbe corretto quanto hai scritto, perchè il coefficiente psichico della condotta andrebbe indagato dallo Stato in cui si è verificata la condotta (Italia).
b)
Nei secondi, i "reati di evento", invece, è necessario il verificarsi di un determinato effetto verificatosi a seguito dell'azione illecita, per cui la "consumazione" si ha nel momento e nel luogo in cui si è verificato l'evento, e, cioè, nel nostro caso, in India.


Ed infatti, il reato di omicidio (doloso o colposo), in tutto il mondo è cosiderato un "reato di evento", per cui, a ben vedere, sempre che "reato" ci sia stato, esso non si è consumato nè sulla nave italiana (da dove sono stati sparati i colpi), nè in mare aperto, bensì a bordo dell'imbarcazione indiana, laddove i due marinai sono stati colpiti a morte dalle pallottole sparate dai due marò italiani.
Pertanto, "se" davvero è stato commesso un reato di omicidio colposo (cosa ancora "sub iudice"), esso è avvenuto in territorio indiano; e, quindi, sotto tale aspetto, il diritto di giudicare i due marò, in teoria, sarebbe spettato  all'India.

***
Il principio generale, infatti, attiene all'individuazione del "locus commissi delicti" (non della sua "causa"); il quale varia a seconda della tipologia del reato commesso.

***
Come detto all'inizio, però,  il Tribunale arbitrale internazionale dell' Aja ha giustamente disconosciuto tale diritto ai Tribunali indiani,  riconoscendo la giurisdizione italiana sul "caso Lexie", in base alla considerazione che i due marò erano in quel momento funzionari dello Stato italiano impegnati nell'esercizio delle loro funzioni.

***
Un saluto! :)
#4313
Ciao Anthony. :)
Come sia andata la vicenda delle armi non lo so, però, nel mio ultimo post, mi sono accorto di aver scritto una stupidaggine; ed infatti, tutte le premesse del mio ragionamento erano corrette (almeno spero), però ho sbagliato nel trarne le conclusioni.
:-[

***
Dico questo, perchè non ho tenuto conto della differenza tra "reati di mera condotta" e "reati di evento", in quanto:
- nei primi la legge penale punisce il fatto di aver tenuto una determinata condotta, a prescindere dall'evento, per cui la "consumazione" si ha nel momento e nel luogo in cui viene compiuta l'azione illecita.
- nei secondi, invece, è necessario il verificarsi di un determinato effetto verificatosi a seguito dell'azione illecita, per cui la "consumazione" si ha nel momento e nel luogo in cui si verifica l'evento.

***
Il reato di omicidio (doloso o colposo), è un "reato di evento", per cui, a ben vedere, sempre che "reato" ci sia stato, esso non si è consumato nè sulla nave italiana (da dove sono stati sparati i colpi), nè in mare aperto, bensì a bordo dell'imbarcazione indiana, laddove i due marinai sono stati colpiti a morte dalle pallottole sparate dai due marò italiani.
Pertanto, "se" davvero è stato commesso un reato di omicidio colposo (cosa ancora "sub iudice"), esso è avvenuto in territorio indiano; e, quindi, sotto tale aspetto, il diritto di giudicare i due marò, in teoria, sarebbe spettato  all'India.

***
Come detto all'inizio, però,  il Tribunale arbitrale internazionale dell' Aja ha giustamente disconosciuto tale diritto ai Tribunali indiani,  riconoscendo la giurisdizione italiana sul "caso Lexie", in base alla considerazione che i due marò erano in quel momento funzionari dello Stato italiano impegnati nell'esercizio delle loro funzioni.

***
Un saluto! :)
#4314
Ciao Anthony. :)
Ad essere sincero, non è una materia giuridica che io abbia mai approfondito; salvo che in due casi, ma di molti anni fa.

***
Al riguardo, quello che mi ha sempre confuso un po' le idee, è la differenza tra:

a) Mare territoriale.
Il quale è costituito dalla striscia di mare adiacente le coste di uno Stato, il cui limite massimo di estensione, detto "limite esterno"  è di 12 miglia marine; le quali, però,  non si calcolano, come molti credono, dalla "terraferma", bensì da una linea di base che costituisce il cosiddetto "limite interno", cioè la linea di bassa marea lungo la costa.
Tuttavia, in presenza di coste frastagliate, si può ricorrere al sistema delle linee rette, che consiste nell'unire, mediante una linea retta, i punti di sporgenza della costa (inclusi gli scogli e le estremità delle isole adiacenti).

b) Acque interne.
Sono quelle che si trovano fra la "terraferma" e il "limite interno"; ed il cui regime giuridico è un po' diverso da quello del "mare territoriale".
ACQUE.jpg

***
Ed infatti, sul "mare territoriale":
- lo Stato costiero esercita gli stessi poteri che esercita sul proprio territorio.
- però è obbligato a consentire il cosiddetto "passaggio inoffensivo" delle navi mercantili e da guerra straniere e persino dei sottomarini (che devono tuttavia navigare in superficie), purché il loro passaggio non arrechi pregiudizio alla pace, al buon ordine e alla sicurezza dello Stato costiero.
Inoltre, in tale caso, lo Stato costiero non può esercitare nè la propria giurisdizione civile nè la propria giurisdizione  penale per i fatti commessi a bordo di navi straniere, come se fossero in alto mare; come, appunto, nel caso dei nostri marò.

***
Diversamente, nelle "acque interne" la sovranità dello Stato è (quasi) pari a quella che esso esercita sulla terraferma, per cui:
- non è consentito il diritto di "passaggio inoffensivo";
- le navi straniere autorizzate ad entrare nelle acque interne sono sottoposte alle leggi dello Stato costiero, anche per fatti commessi a bordo delle stesse.

***
Tuttavia, in base all'art. 8 della Convenzione di Montego Bay, la giurisdizione penale per i reati commessi su navi straniere attraccate in un porto è attribuita (solitamente) allo Stato di bandiera, salvo che:
- il comandante della nave non richieda l'intervento delle autorità locali:
- che siano state violate norme doganali,
- che vi sia pericolo per la sicurezza dello Stato costiero.
Per cui, ad esempio, se i nostri due marò, in porto, avessero sparato ai passanti in strada, la polizia indiana avrebbe avuto tutto il diritto di salire a bordo e di arrestarli.

***
Ciò premesso, sempre che io non abbia dimenticato (o frainteso) qualcosa, poichè il presunto reato era stato commesso in "alto mare", la polizia indiana non aveva il benchè minimo diritto di arrestare i nostri connazionali:
- nè salendo a bordo della nave;
- e nemmeno, secondo me, dopo che i due marò erano scesi a terra.
Fu un'imboscata!

***
Ed infatti, se è vero, come giustamente osservi tu, che se avessero avuto la scaltrezza di capire che finchè erano sulla nave erano su territorio italiano, mentre scendendo entravano in territorio indiano, è anche vero che, i due non avevano commesso alcun omicidio nè nel territorio indiano, nè nelle sue acque interne o nel suo mare territoriale; per cui, a mio parere, il loro arresto è stato del tutto arbitrario (come se avessero sparato ai due indiani, mentre erano in villeggiatura a Cortina D'Ampezzo).
Ai fini della determinazione della giurisdizione, infatti, la nazionalità delle vittime è del tutto indifferente; quello conta, è il "locus commissi delicti"!
E, questo, anche a prescindere dalla circostanza che i due marò avevano agito come "funzionari" dello Stato Italiano.
Per cui giustamente il Tribunale arbitrale internazionale dell' Aja ha riconosciuto la giurisdizione italiana sul "caso Lexie"; a prescindere dalle responsabilità penali dei due, che, comunque, devono essere ancora accertate!
Ma, di sicuro non spetta all'India accertarle!

***
Un saluto! :)
#4315
Ciao Giopap. :)
Anche secondo me, considerare i due marò "eroi nazionali" non è assolutamente corretto, in quanto:
- se hanno agito in modo inappropriato, dovrebbero subire la giusta condanna, con relativa pubblica riprovazione;
- se, invece, hanno agito in modo appropriato, dovrebbero essere assolti, però non avrebbero fatto altro  che compiere il loro dovere di soldati.
Per cui, in nessuno dei due casi, a mio avviso, dovrebbero considerarsi alla stregua di "eroi nazionali".

***
Per il resto:
a)
Sia la frase:
"cosa dovrebbe accadere loro (apodosi), secondo te,  se fossero ritenuti colpevoli (protasi)?"
b)
sia la frase:
"cosa dovrebbe accadere loro (apodosi), secondo te, se fossero ritenuti innocenti (protasi)?"
costituiscono entrambi periodi ipotetici in forma interrogativa,  i quali possono essere di tre tipi:
– nel periodo ipotetico di primo tipo l'ipotesi è presentata come un fatto reale;
– nel periodo ipotetico di secondo tipo l'ipotesi è presentata come possibile;
– mentre nel periodo ipotetico di terzo tipo l'ipotesi è presentata come irreale.
Entrambi i periodi da me formulati, sono del secondo tipo, e non del terzo (come ritieni tu).
In ogni caso, prendo atto che non hai minimamente risposto; cosa che, ovviamente, avresti potuto e dovuto fare anche se fossero stati del terzo tipo.

***
Quanto, comunque, alla tua bizzara teoria "sintattica", secondo la quale proporre un periodo ipotetico del secondo tipo, nel quale l'ipotesi è presentata come possibile:
- per un verso risulterebbe goebbelsiano ("ripetete mille volte una falsità e diventerà <<la verità>>");
- per un altro verso risulterebbe  orwelliano ("la guerra é pace, la miseria é prosperità, la schiavitù é libertà, ecc.");
consentimi di dire che neanche un bambino di terza elementare cadrebbe mai in un simile errore, onde evitare di beccarsi un bel 4 dalla maestra!
;D
Ed infatti, sia secondo l'"analisi logica" del discorso, sia secondo il più elementare buon senso, mentre le formulazioni goebbelesiane ed orwelliane da te citate hanno natura palesemente "assertiva", le mie erano meramente "ipotetiche" (e, per di più, in forma interrogativa); indi ragion per cui, in assenza di "protasi" e di "apodosi", le formulazioni goebbelesiane ed orwelliane da te citate non possono in nessun caso essere considerate "ipotetiche" di nessuno dei tre tipi.
primo, nè secondo, nè terzo!

***
A parte l'analisi logica, comunque, secondo me, le follie propagandistiche di Goebbels ed ossimoriche del Grande  Fratello, con le mie frasi ipotetiche, e, con il mio TOPIC in generale, non c'entrano assolutamente "niente".
E' come se io ti chiedessi come ti regoleresti se dovesse piovere, e tu, invece di rispondermi che apriresti l'ombrello (oppure che indosseresti un impermeabile o altro), mi rispondessi che la cicoria è amara!
;D

***
Un saluto! :)
#4316
Ciao Giopap :)
Tu sostieni che la mia frase: "...se i due marò dovessero essere ritenuti colpevoli, sconteranno sicuramente tale pena", esemplificherebbe precisamente ciò che tu intendi per "affermazioni goebbelsiane-orwelliane".
Ma non ti accorgi di scrivere cose un tantino prive di senso compiuto?

***
Ed infatti, ammesso che sia davvero necessario spiegare la cosa:
a)
E' ovvio che, se i due marò dovessero essere ritenuti colpevoli, sconteranno sicuramente la pena prevista dall'art.589 C.P., nella misura determinata dal giudice, tenendo conto di eventuali attenuanti ed aggravanti.
Questa non è una mia opinione, bensì semplicemente una constatazione di fatto.
Così come è parimenti una scontata constatazione di fatto, che, se i due marò dovessero essere ritenuti innocenti, verranno assolti, in quanto  anche su questo non ci piove!
Spiegami, invece, secondo il tuo illuminato parere di "giurista" (o anche di "moralista"):
- cosa dovrebbe accadere loro, se fossero ritenuti colpevoli;
- cosa dovrebbe accadere loro, se fossero ritenuti innocenti.
Sono davvero curioso di sentire la tua opinione giuridica o etica in proposito!
;)
b)
Goebbels era il ministro nazista della propaganda, mentre Orwell era lo pseudonimo di Eric Arthur Blair, uno scrittore, giornalista, saggista, attivista e critico letterario britannico; per cui non vedo proprio cosa abbiano a che fare l'uno con l'altro, nè, tantomeno, con un processo per omicidio colposo nell'Italia del terzo millennio (non del 1984).
Le tue esternazioni sono più oscure di quelle della Sibilla Cumana!
::)

***
Come d' altra parte sia per me, che, presumo, per qualunque persona dotata di buon senso, risulta assolutamente incomprensibile cosa diamine c'entrino  "...le  guerre e le aggressioni che l' imperialismo USA con collaboratori vari (Arabia Saudita e Israele in primis) conduce nell' oceano Indiano (guarda caso non si chiama "Americano" o "Italiano"...), nel mar Rosso e in quasi tutto il resto del mondo."
Al riguardo:
a)
Dovresti specificare meglio la differenza che, secondo te, sussiste tra "guerre" e "aggressioni".
b)
Anche volendo omologare i due termini, dovresti specificare meglio, al riguardo:
- date specifiche;
- eventi specifici.
Cioè a quali specifiche "guerre" e "aggressioni" ti riferisci!
c)
Una volta chiarito meglio quanto sopra, dovresti poi spiegare quale diamine sarebbe il "nesso di causalità" tra tali tra "guerre" e "aggressioni" da parte degli USA, e il rischio di pirateria al largo dell'India, che esiste sin da quando gli USA erano ancora una colonia inglese; anzi, storicamente, sin da prima di Cristo.

***
A parte questo, dovresti tenere presente che l'Oceano Indiano si chiama così per mera convenzione, e non perchè appartenga all'India.
Ed infatti, si trova a metà strada tra India, Arabia ed Africa.
oceano indiano.jpg
Quanto al mare sotto giurisdizione indiana, la Convenzione di Montego Bay stabilisce che ogni Stato è libero di stabilire l'ampiezza delle proprie acque territoriali, fino a un'ampiezza massima di 12 miglia marine, misurate a partire dalla linea di base (articolo 3 della Convenzione di Montego Bay).
Non oltre!

***
Questi non sono "cavilli", ma semplici "fatti"; i quali non perdono la loro rilevanza, solo per la circostanza che tu, non sapendo come replicare ad essi, li chiami "cavilli"!

***
Quanto al resto, anche la mia simpatia e la mia solidarietà di cittadino del mondo (sobriamente orgoglioso di essere nato in Italia) va ai pescatori assassinati ed ai loro congiunti.
Su questo sono perfettamente d'accordo con te!
Ma la solidarietà per i morti, non deve influire sulla giustizia riguardante i vivi; i quali, se colpevolmente responsabili della loro morte, dovranno risponderne in maggiore o minore misura, in base a quanto risulterà in tribunale.

***
Quanto al resto del tuo disinformato "pistolotto", ti rendo noto che quei poveri pescatori continuavano l' onesto lavoro da secoli o millenni praticato in quelle acque dai loro antenati; che, però, è "sempre" stato ostacolato da intralci e prepotenze da parte di estranei armati, a cominciare dai pirati presenti in zona sin da prima dell'impero Moghul, e che sono sempre stati endemici in quel tratto di mare.
Ecco ecco le immagini satellitari delle zone ad alto rischio di pirateria, nell'Oceano Indiano:
oceano indiano.jpg

***
A differenza delle vessazioni subite da millenni dai pescatori di quelle zone, l'incidente verificatosi con una pacifica nave commerciale italiana in transito, che, anche lei, intendeva soltanto premunirsi dalle prepotenze da parte dei pirati, non può assolutamente essere assimilato ad un "sopruso" o ad una "prepotenza" nei loro confronti!
Siamo seri: non è mica che avessimo mandato in zona nostre navi da battaglia per "sfrocoliare" le navi da pesca indiane!

***
Quanto al problema del linguaggio, ti informo che "tutte" le imbarcazioni d'altura, pescherecci compresi, sono perfettamente in grado di comprendere l'ICS (cioè il "Codice Internazionale dei Segnali Navali"); il cui scopo è proprio quello di fornire modi e mezzi di comunicazione in situazioni legate essenzialmente alla sicurezza della navigazione e delle persone, soprattutto quando sorgono difficoltà di linguaggio.
Tali segnali vengono inviati dal FLAGHOIST, che è una spia di segnalazione "lampeggiante" in alfabeto semaforico.
SEGNALI.jpg
Per cui, in sede processuale, per accertare le rispettive responsabilità, secondo me si dovrebbe verificare se tali segnali siano stati  o meno inviati nel modo previsto dalla "legge del mare".

***
In ogni caso, ICS a parte, anche i colpi d'arma da fuoco, già di per sè, avrebbero dovuto costituire un segnale comprensibile per chiunque di non avvicinarsi oltre; ma, come accadde anche a me, questo non sempre accade.
Ovviamente, occorre però verificare "come" sono stati sparati tali colpi; cioè, se in modo appropriato o meno!
Sta tutto lì!
;)

***
In ogni caso, vedo che asserisci cose non vere, in quanto io non ho mai assunto in alcun modo la "difesa legale" (o "morale") dei due marò; ed infatti, dove mai io avrei sostenuto che "i due marò devono considerarsi innocenti"?
Dove?
Citami il passo, oppure ritira quello che hai detto, in quanto non corrispondente al vero; ed infatti detesto che mi si attribuisca quello che non ho mai scritto!
E' una squallidissima tecnica propagandistica; questa sì attribuibile a Goebbels!

***
Il mio TOPIC riguardava, in modo precipuo,  l'aspetto giuridico della vicenda; per cui, se tale aspetto non ti interessava, avresti dovuto aprire a parte un altro TOPIC sulla vicenda, invece di insistere su temi O.T.
Comunque, anche secondo l' aspetto etico della vicenda, secondo me, i due personaggi sono difendibili o indifendibili, solo dopo aver accertato le "effettive" circostanze di fatto; le quali ignoriamo sia io che te.
Ed infatti, sia sotto l'aspetto giuridico che sotto quello etico, io non li assolvo nè li condanno "a priori"; come, invece, fai tu.

***
Un saluto! :)

#4317
Ciao Giopap. :)
Commento nell'ordine i tuoi commenti.

***
"Infatti ammazzare due pescatori disarmati non é sicuramente né guerra né terrorismo (Orwell e Goebbels gongolerebbero se lo sentissero)."


Siamo d'accordo: non é né guerra né terrorismo, ma solo un incidente!
Non capisco, invece, cosa diamine c'entrino Orwell e Goebbels con tale incidente.


***
"Idem."


Idem.


***
"Esistono anche delitti colposi.
A parte il fatto che i colpi assassini sono stati sparati dolosamente e non certo accidentalmente."


Nessuno mette in dubbio che, ai sensi dell'art. 589 Codice penale, chiunque cagiona "per colpa" la morte di una persona è punito con la reclusione da sei mesi a cinque anni; per cui, se i due marò dovessero essere ritenuti colpevoli, sconteranno sicuramente tale pena.
Quanto al fatto, poi, che, secondo te, i colpi assassini sarebbero stati sparati "dolosamente" e non certo "accidentalmente", forse tu non hai ben chiaro quale sia l'"oggetto" del dolo, affinchè si possa configurare la "forma dolosa" dell'omicidio.
Ed infatti, il "dolo" non deve riguardare l'intenzione di sparare, bensì l'intenzione di uccidere!
Capisci?
Altrimenti, se, a Capodanno, un cretino, per festeggiare, spara dal balcone proiettili veri, non c'è dubbio che gli spari siano volontari, e non certo accidentali; però, se, disgraziatamente, un proiettile colpisce l'inquilino del palazzo di fronte, non c'è dubbio che il cretino verrà incriminato per "omicidio colposo" e non certo "doloso"!
Sebbene mi augurerei che, in un caso del genere, gli dessero il massimo della pena!

***
"Nessuna nave italiana era attaccata da nessun pirata."


Grazie al piffero: del senno di poi son piene le fosse!
Ed infatti, poichè si trattava di acque battute dai pirati, sul momento, era possibilissimo scambiare un peschereccio per una nave pirata!
Tutto sta a vedere se l'abbaglio in cui sono caduti i nostri marò:
- fosse "scusabile" (magari anche per il comportamento ambiguo del capitano del peschereccio);
- ovvero assolutamente "inescusabile"!
E' questo che dovranno accertare i giudici, non certo noi due!
Ma perchè stare a discutere di una cosa così OVVIA?
::)

***
"Per la credibilissima serie "il capitano del peschereccio indiano era un aspirante suicida".


E perchè non "Per la credibilissima serie "i due marò erano aspiranti omicidi, ansiosi di finire in galera"?.
;D
Come ti ho detto, non eravamo là nè io nè te; però, personalmente, un aspirante suicida già l'ho incontrato una volta nella mia vita, e gli è andata bene che non gli ho sparato!
La madre degli imbecilli è sempre incinta!

***
"Esiste la credibilissima ipotesi che fossero due scagnozzi dell' imperialismo spregiatori delle vite di non connazionali.
O anche che fossero dei cagasotto incapaci di controllare il loro proprio uso delle armi e dunque presi dal panico, inviati imprudentemente e coplevolmente a svolgere una missione della quale non erano all' altezza."


La prima congettura, di matrice rozzamente ideologica, andrebbe in qualche modo dimostrata; e la seconda pure, sebbene ancora più assurda!
Ed infatti, a differenza del sottoscritto quando era soldato di leva, i marò sono dei soldati professionisti, per cui è da escludere che possano essere "dei cagasotto incapaci di controllare il loro proprio uso delle armi e dunque presi dal panico, inviati imprudentemente e coplevolmente a svolgere una missione della quale non erano all' altezza".
Io probabilmente sì...ma loro penso proprio di no!
In ogni caso, anche questo dovrebbe essere dimostrato.


***
"Per favore, cerchiamo di evitare offensive barzellette e battute pseudoumoristiche, del tutto fuori luogo a proposito una tragedia"


Sono pienamente d'accordo!
Ed è per questo che mi sorprende che tu continui a spararle a getto continuo; senza il benchè minimo ritegno per il buon senso e per il senso del ridicolo!
;D


***
"Svolgevano il per me poco o punto commendevole compito di salvaguardare navi italiane dagli effetti di una guerra combattuta eccome "a casa d' altri" da nazioni nostre alleate come USA, Arabia Saudita" e mercenari vari al loro servizio."


Al riguardo, dovresti informarti meglio, prima di scrivere cose assolutamente non corrispondenti al vero.
Ed infatti:
- Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, erano imbarcati sulla nave civile italiana Enrica Lexie, avente pacifiche finalità commerciali, e non certo belliche;
- non avevano affatto il compito di salvaguardare tale nave "dagli effetti di una guerra combattuta a casa d' altri da nazioni nostre alleate come USA, Arabia Saudita e mercenari vari al loro servizio" ( ??? ), bensì, semplicemente, da eventuali attacchi di pirati locali, molto frequenti in quella zona.
Che tali pirati abbiano cittadinanza USA Saudita ecc., è solo l'ultima delle tue spassose battute pseudoumoristiche, che, però, sono del tutto fuori luogo a proposito una tragedia come questa!
;D

***
Un saluto! :)
#4318
Ciao Anthony :)
Hai ragione, ma come facevo a bloccarlo?
In teoria avrei dovuto sparargli addosso, e, forse, averlo lasciato scappare indenne è stato un mio errore; ma, tutto sommato, sono contento di averlo commesso.

***
Anche ai miei tempi girava la storia del capitano di compagnia che usava "ispezionare" le sentinelle avvicinandosi fino al punto estremo, chiaramente senza superare la linea di consegna, comunque verificando che la loro reazione fosse a norma; probabilmente, in maggiore o minore lo facevano quasi tutti i "capitani di ispezione" (e, forse, anche i "tenenti di picchetto").
Ma a me non è mai successo!

***
Quello che mi ricordo bene, è che era rigorosamente proibito alla sentinella di consentire il superamento della linea di consegna a chicchessia,  "capitano di ispezione" compreso, se non scortato dal "capoposto" ed a seguito di scambio delle parole d'ordine; dopodichè, se il capitano chiedeva di ispezionare l'arma, la sentinella doveva rivolgersi al "capoposto" dicendogli, "Prendi le mie difese!".
A tale richiesta il "capoposto"  puntava la sua arma, tolta la sicura, in direzione del "capitano di ispezione", e solo allora, col capitano sotto tiro, era lecito consegnarli l'arma per consentirgli di ispezionarla; e se la sentinella si dimenticava la sua parte della sceneggiata, finiva in CPS.
Roba da matti!
;D ;D ;D

***
Quanto al colpo in canna, in teoria l'arma non dovrebbe essere mai tenuta così;  ma, con determinate armi, è possibile mettere il colpo in canna tenendo la  sicura manuale inserita -condition 1-, per cui non si corrono comunque rischi di sorta (ad esempio, nella COLT 1911, che, per giunta, ha pure una sicura dorsale).
La Beretta 92 (e 98), ha anch'essa una sicura manuale, ma che funziona in modo diverso.
Le armi di ultima concezione (come le Glock), sono invece quasi tutte prive di sicure manuali, ma dotate di ben due o tre sicure automatiche:
- al percussore;
- al grilletto
- una terza di cui adesso non mi rammento.
Un'arma così concepita permette di essere portata in piena sicurezza con il colpo in canna e, non richiedendo di dover agire su leve manuali, consente un immediato tiro di risposta.
Però io, forse perchè sono vecchio, io preferisco le sicure manuali!

***
Quanto al fatto che, una volta in canna, il colpo va sparato per forza, questo è assolutamente falso; ed infatti, per recuperarlo senza sparare, è sufficiente far "scarrellare" l'otturatore dopo aver aver tolto il caricatore dalla sua sede (sennò il priettile in canna viene espulso, ma, al suo posto, ne viene introdotto un altro).
Questo in tutte le armi antiche e moderne; o, almeno, quelle che conosco io.

***
Un saluto :)
#4319
Ciao Giopap :)
Assolutamente no!
L'Italia, non ha compiuto nessun  atto di guerra, nè, tantomeno, un atto di  terrorismo; bensì un semplice atto di difesa preventiva (sebbene tragicamente aberrante) contro una possibile aggressione da parte delle numerose navi pirate che battono la zona.

***
Poichè, però, quella su cui hanno sparato i marò non era affatto una nave pirata, bensì un normale peschereccio, si è trattato semplicemente di un tragico "errore":
- o colposamente imputabile ai due marò, che non hanno sparato i primi colpi in aria o in "area neutra" come previsto dalle regole di ingaggio internazionali, ma direttamente in direzione del perschereccio;
- ovvero colposamente imputabile al comandante del perschereccio, il quale, dopo che i due marò avevano  sparato i primi colpi di avvertimento in aria o in "area neutra", così come previsto dalle regole di ingaggio internazionali, se n'è fregato ed ha continuato ad avvicinarsi alla nostra nave.
In entrambi i casi, però, in assenza di dolo, è assolutamente improprio parlare di "atto criminale"; che può qualificarsi tale solo dopo aver accertato tale coefficiente psichico della condotta dell'agente.

***
Quanto al diritto con il quale i due  marò avrebbero cercato di difendere una nostra nave (sia pur erroneamente) per conto dello stato italiano e al di fuori del territorio e delle acque territoriali italiane, tale diritto è internazionalmente riconosciuto dagli articoli 100, 101 e 105 della Convenzione delle Nazioni Unite sul Diritto del Mare, UNCLOS, ratificata sia dall'Italia che dall'India; e che costituiscono la base giuridica internazionale della lotta alla pirateria "d'altura" (cioè, d'alto mare).
Ciò significa che qualunque nave che si trovi fuori della giurisdizione di un qualunque Stato, è  autorizzata a prendere parte attiva nella repressione e nella lotta contro la pirateria nelle zone più a rischio riconosciute dal Consiglio di Sicurezza delle NU; quale, appunto, era la zona in cui stava navigando la nostra nave.
Per cui un accordo in materia fra India e Italia esisteva eccome, in quanto entrambe hanno ratificato la Convenzione UNCLOS.

***
La circostanza, poi, che una nave italiana o una nave indiana sparino contro una innocua nave che pirata non è, comporta semplicemente la necessità dell'accertamento del soggetto a cui è imputabile l'errore; e, cioè, se i colpi di preavviso siano stati sparati correttamente o meno, e se la nave preavvisata li abbia tenuti nel debito conto o meno.
Come, appunto, ho spiegato sopra!

***
Quanto al fatto che, come scrivi tu:
- il comandante del peschereccio indiano sarebbe stato uno "psicopatico con tendenze suicide", se non avesse tenuto conto dei colpi di avvertimento continuando ad avanzare;
- è facile ribattere che, se i due marò avessero sparato subito con l'intenzione di uccidere i due pescatori,  allora sarebbero stati entrambi "due psicopatici con tendenze omicide."
Entrambe le ipotesi, però, appaiono poco probabili; mentre molto più plausibile sembra l'ipotesi di un tragico errore per colpa dell'uno o degli altri!
Ed ancora più probabile, almeno secondo me, è l'ipotesi di un "concorso di colpa"; sebbene, non essendo io stato sul posto, non sono certo in grado di giudicare!

***
Quanto, come scrivi tu, all'ingiustificata "esultanza della grancassa mediatica nazionale", sono invece d'accordo con te; ed infatti, visto che la partita è finita 1 a 1, non vedo poi motivo per un'esultanza eccessiva!

***
Secondo me, sei invece in errore circa il fatto "che i  "nostri" due omicidi l'hanno fatta franca e resteranno impuniti"; ed infatti essi verranno processati in Italia, e potrebbero benissimo essere condannati.

***
Quanto ai "nostri connazionali che per i più svariati e spesso tutt' altro che commendevoli motivi bazzicano in pericolose zone di guerra", con l'episodio in questione non c'entra assolutamente niente; ed infatti i nostri marò fungevano da scorta ad una nave che non navigava affatto in una zona di guerra (altrimenti sarebbe stata scortata da navi da battaglia), bensì in acque internazionali, che, sebbene battute dai pirati, non potevano in nessun caso essere considerate "zone di guerra".

***
I nostri due marò, peraltro, non stavano "bazzicando" una sega, bensì stavano semplicemente adempiendo al loro dovere di soldati; cioè, evitare che una nostra nave potesse essere abbordata dai pirati, che, in quella zona, pullulano!
Se hanno colposamente ecceduto nell'adempimento del loro dovere, sconteranno la pena dovuta; altrimenti, no!

***
Quanto all'aspetto morale, secondo me, qualsiasi governo ha il diritto-dovere di inviare propri uomini armati a difendere le proprie pacifiche navi commerciali dalla possibile aggressione dei pirati; sia in acque interne che internazionali, come la citata convenzione permette, e, anzi, richiede.
Ed invero, sarebbe criminale, per un governo, non fornire protezione armata ai propri marinai inermi, quando navigano in acque pericolose per ragioni di pacifico commercio.
Lo fanno tutti gli Stati, India compresa!

***
Quanto all'INTERPOL, ha altri compiti; non certo quello di fornire scorta armata antipirateria sulle navi, la quale deve essere assicurata dallo "Stato di Bandiera"!

***
Un saluto! :)


P.S.
Al riguardo, ti racconto un aneddoto che ritengo abbastanza pertinente; sebbene il contesto, il tempo e i protagonisti fossero abissalmente differenti da quelli del caso in esame.
Nel 1975, durante il mio servizio di leva, stavo montando di sentinella ad un deposito di Munizioni nei pressi della Caserma Randazzo di Orvieto; e, poichè si era in pieni "anni di piombo", la mia mitraglietta MAB aveva il colpo in canna.
In piena notte vidi in lontananza appropinquarsi per un sentiero due tizi, che biascicavano canzonacce da osteria; quando erano quasi arrivati al "perimetro di consegna", secondo regolamento, intimai loro: "Passate al largo!".
Ma quei due, palesemente ubriachi, continuavano a venire verso di me, ricoprendomi pure di insulti; non ho mai capito perchè.
Allora, intimai loro il canonico: "Altolà, fermi o sparo!".
Ma, nonostante  tale  intimazione, non se ne dettero per inteso,  continuando  ad  avvicinarsi  al  limite di sicurezza e schernendomi; per cui, a dire il vero molto turbato, sparai un colpo in aria (anzi, per errore, due).
Al rumore degli spari, uno dei due cominciò ad arretrare spaventato, ma l'altro, sebbene l'amico cercasse di trattenerlo, si divincolò e superò il limite di consegna dirigendosi verso di me; e, forse perchè ubriaco fradicio (o "paranoico", come dici tu), non sembrava minimamente intimidito da fatto che, adesso, avevo l'arma puntata direttamente contro di lui.
Se ci ripenso, fu davvero un momento da incubo!
Per fortuna, in quel momento, avendo udito gli spari, accorsero le altre sentinelle ed il capoposto; per cui i due fuggirono a gambe levate nella notte.
Io mi dovetti fare 3 giorni di C.P.R. (in cella di rigore); non ho mai ben capito se per aver sparato due colpi invece di uno, oppure perchè non avevo sparato "al corpo" di quello che aveva superato il limite di consegna.
Ma ringrazio ancora il cielo di non averlo fatto!!!
Per questo dico che in certe situazioni bisogna trovarcisi, prima di sputare sentenze!

Un saluto! :)
#4320
Citazione di: Jacopus il 03 Luglio 2020, 18:42:27 PM
Eutidemo. Complimenti per la espressività letteraria dimostrata. Davvero notevole. Degna della migliore letteratura surrealistic-burocratica russa (penso a Gogol e a Bulgakov, ma anche ai libri di Fantozzi, scritti da Villaggio prima che ci facesse dei film.)


Ti ringrazio per i complimenti, che però, più che da me, dovrebbero essere giustamente rivendicati da Bancoposta; la quale, per il tramite dei suoi kafkiani dirigenti, è stata la vera regista di un simile "teatro dell'assurdo"!
;D