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Messaggi - Eutidemo

#4321
Giovedi 2 luglio 2020 il Tribunale arbitrale internazionale dell' Aja ha riconosciuto la giurisdizione italiana sul "caso Lexie", in base alla considerazione che i due marò erano in quel momento funzionari dello Stato italiano impegnati nell'esercizio delle loro funzioni.
Però, secondo il Tribunale, per il tramite dell'operato dei due marò, l'Italia ha violato la libertà di navigazione e dovrà pertanto compensare l'India per la perdita di vite umane, i danni fisici, il danno materiale all'imbarcazione e il danno morale sofferto dal comandante e altri membri dell'equipaggio del peschereccio indiano "Saint Anthony", a bordo del quale morirono i due pescatori del Kerala.
Al riguardo, il Tribunale ha invitato le due Parti a raggiungere un accordo attraverso contatti diretti.

***
Per comprendere il significato di tale sentenza, a mio avviso, occorre considerare giuridicamente due aspetti diversi.

***
1) LA GIURISDIZIONE
Sotto il profilo dello Stato che ha "giurisdizione" sull'accertamento della responsabilità penale dei due marò (ancora da accertare), il Tribunale dell' Aja ha dato ragione all'Italia.
Ciò, in quanto, in quel contesto, i due marò erano "rappresentanti" dell'Italia, e, a torto o a ragione, hanno agito in tale qualità, e non a titolo personale; per cui l'India non può processarli "uti singuli", cioè per la loro eventuale responsabilità personale, la quale, invece, dovrà essere accertata da un Tribunale italiano, per conto del quale in due marò stavano operando.
Per fare un esempio, se, in guerra, un soldato uccide in combattimento un soldato avversario, e poi viene catturato dal nemico, sarà recluso come "prigioniero di guerra"; ma allo Stato nemico non verrebbe mai in mente di processarlo e condannarlo per "omicidio volontario".
Sarebbe assurdo!
Ovviamente, noi, per fortuna, non siamo in guerra con l'India, ma, secondo me, il "principio" è più o meno lo stesso, per cui la pretesa dell'India, in effetti, era del tutto arbitraria!

2) VIOLAZIONE DELLA LIBERTA' DI NAVIGAZIONE E RISARCIMENTO DEI DANNI.
Sotto il profilo della responsabilità civile, invece,   il Tribunale dell' Aja ha dato ragione all'India,  per cui lo Stato Italiano dovrà compensare l'India per la perdita di vite umane e per gli altri danni, fisici e morali, ai quali ho accennato sopra.
Al riguardo, per quel poco che se ne sa, almeno secondo la testimonianza dei due marò, temendo un arrembaggio (molto frequente in quei mari), dalla nave italiana essi spararono dei "colpi di avvertimento" contro il peschereccio indiano "St. Anthony"; uccidendo così, per le tesi dell'accusa, Valentine Jelastine e Ajeesh Pink, due dei pescatori a bordo.

Secondo me, al riguardo, i casi sono due:

a)
Se i due marò hanno sparato "i colpi di avvertimento" direttamente con "alzo zero" in direzione del peschereccio indiano, cioè ad altezza d'uomo, sono sicuramente responsabili per omicidio colposo nei confronti dei due indiani, per cui:
- loro dovranno risponderne di fronte alla giustizia italiana ex art.589 CP;
- l'Italia è giustamente tenuta a risarcire il danno all'India.

b)
Se, invece, i due marò hanno sparato "i colpi di avvertimento" in aria, o, comunque, in "area neutra" -come da "regole d'ingaggio" internazionali-, ma  l'imbarcazione straniera se n'è fregata continuando ad avvicinarsi alla nave italiana,  i due marò non hanno alcuna responsabilità se, successivamente, risultati vani i colpi di avvertimento, hanno "abbassato il tiro", cominciando a sparare con "alzo zero", cioè ad altezza d'uomo,   uccidendo così i due indiani (i due marò sarebbero stati in colpa se non l'avessero fatto), per cui:
- loro dovrebbero risultare assolti di fronte alla giustizia italiana dal reato di cui all'art.589 CP;
- l'Italia non dovrebbe essere minimamente tenuta a risarcire il danno all'India.
Il quale danno, invece, sarebbe imputabile al comandante del perschereccio, il quale, ignorando i colpi di avvertimento, aveva continuato ad avvicinarsi alla nave italiana.

***
Stando alla sentenza del Tribunale dell' Aja, sembra che si sia verificato il caso a); nella quale ipotesi la salomonica sentenza (1 a 1) sarebbe ineccepibile.
Altrimenti no; senza però escludere l'ipotesi di un eventuale "concorso di colpa"!
#4322
Citazione di: anthonyi il 03 Luglio 2020, 12:26:55 PM

Ciao Eutidemo, le tue peripezie sono divertenti ma non destano meraviglia. Le poste italiane hanno avuto una forte evoluzione, da carrozzone di stato, trent''anni fa un posto di impiegato postale era il sogno di tanti, verso una moderna struttura bancaria.
Questa transizione comporta un raffinamento delle logiche di mercato, che comporta la necessità di sostituire la carta bancomat per poter contattare il cliente, e magari prendere da lui  informazioni utili a potergli vendere qualche servizio aggiuntivo, o magari utili da vendere a qualche altra istituzione economica.
La stessa logica di mercato impone che loro non hanno nessun interesse a facilitarti la chiusura di un conto corrente che, finchè rimane aperto, produce costi per il titolare che prima o poi questi sarà chiamato a pagare.
Io ci sono passato, anche per le banche è così, per questo normalmente il conto lo chiudo con una raccomandata.
Certo non mi sono mai trovato a chiudere un conto in passivo, che comporta anche il calcolo degli interessi passivi, interessi che non possono essere liquidati prima della chiusura, per cui il saldo effettivo da pagare è comunque successivo alla chiusura.
In altri termini loro chiudono, fanno i calcoli, e dopo ti chiedono quello che devi, che naturalmente pagherai con moneta legale (Perché fino ad oggi i Bot di Borghi non lo sono ancora).
Un saluto.


Sottoscrivo quasi parola per parola, a parte il fatto che questa "forte evoluzione, da carrozzone di stato verso una moderna struttura bancaria" io non la vedo poi  tanto; ed infatti, a mio parere, sempre un carrozzone burocratico è rimasto, sebbene ormai impregnato di sordida avidità bancaria.
>:(
#4323
Lungi da me il voler criticare il sistema "bancopostale" nel suo complesso, in quanto, come tutte le cose, presenta sia luci che ombre; e, non di rado, anche dei "chiaroscuri".
Ve ne fornirò due esempi emblematici, vissuti di persona, perchè, a mio avviso, credo che risultino paradigmatici di quanto sopra; e, ritengo, anche abbastanza interessanti ed istruttivi per chi dovesse trovarsi nella malaugurate situazioni in cui mi sono trovato io.

***
Personalmente, io detengo due conti correnti bancoposta, che chiameremo "conto A" (ordinario) e "conto B" (click), uno dei quali presso l'"ufficio postale A", e l'altro presso  '"ufficio postale B"; per la precisione, si tenga presente che dal 1º gennaio 2016 il Conto BancoPosta Click non è più sottoscrivibile, ma è ancora funzionante, i quanto i titolari possono continuare ad utilizzarlo ONLINE, sul sito www.poste.it.
Trattandosi di un conto online, esso viene gestito presso una sede centrale delle Poste, che io ho fittiziamente chiamato '"ufficio postale B", perchè è comunque attrezzata con sportelli postali.

***
Ciò premesso:
1)
A causa del mio non utilizzo, il "conto B" (click) alla fine è andato in "rosso", eroso dall'imposta di bollo e dalle Commissioni Bancarie; per cui, giustamente, la Dea Bancoposta mi ha invitato a coprire lo scoperto e/o a chiuderlo.
Avendo io scelto la seconda opzione, sono stato invitato telefonicamente a presentarmi il primo Luglio alle ore 10,00 presso l'"ufficio postale B", per pagare quanto a mio carico, e per chiuderlo; senza che mi venissero minimamente specificate le modalità di pagamento.
2)
Poichè, riguardo al "conto A" (ordinario), in attivo per circa 5.000 euro, stranamente, non mi risultava pervenuta la nuova carta in sostituzione della precedente scaduta, il primo Luglio ho pensato bene di passare previamente anche presso l'"ufficio postale A" alle ore 9,00, per chiarire pure tale situazione.
Tale conto, infatti, è ancora pienamente in attivo!

***
Essendomi recato in anticipo presso il detto Ufficio, senza neanche farmi attendere le ore 9,00 (orario da me prenotato con "ticket online" su INTERNET), già alle ore 8,30 una cortesissima impiegata del "back office" mi riceveva, facendosi parte attiva per risolvere il mio problema.
:)

***
Poichè, edotto dall'esperienza, so che presso le Poste vige da secoli  un culto feticistico e idolatrico per il il CODICE FISCALE (oggi su TESSERA SANITARIA), per cui i suoi adoratori non si accontentano che uno glielo reciti a memoria, ma vogliono che gli venga esibito "fisicamente" per poterlo riverire e adorare in modo diretto, io mi ero premunito di portarmelo dietro, oltre, ovviamente, alla CARTA di IDENTITA'.
Sorprendentemente, invece, l'impiegata in questione si è accontentata (giustamente), di quest'ultima, rifiutando di prendere in consegna anche la TESSERA SANITARIA con il C.F., dicendo che, per lei, fisicamente, era del tutto inutile e superflua.
Per cui:
- o, presso la "chiesa postale", è stato finalmente abolito il culto idolatrico e feticistico per il C.F. in forma materiale;
- oppure quell'impiegata, che il Dio cristiano la benedica, è un'eretica!

***
Propendo per la seconda ipotesi, perchè, dopo circa una mezz'oretta, mi ha consegnato  una busta, con dentro la nuova carta, dicendomi: "Visto che è qui, tanto vale che gliela dia a mano, invece di spedirgliela per posta!"
Però, prima di consegnarmela, invece di una semplice ricevuta, mi ha gentilmente chiesto di compilare e firmare il "previsto" modulo chilometrico, comprendente il mio albero genealogico, i miei voti agli esami elementari, e le mie preferenze gastronomiche e sessuali; alla mia obiezione che, avendo io problemi neurologici alla mano destra, ci avrei messo un secolo a compilarla (per giunta in modo illeggibile), si è spontaneamente offerta di farlo lei al mio posto...e ha cominciato a scrivere.
Dopo cinque minuti, però, si è stufata, ha ammalloppato il foglio sbuffando, e l'ha buttato in un cestino esclamando: "Sono stufa di queste stronzate, vada pure via così; e non appena le arriverà postalmente il PIN, attivi subito la carta che lo ho dato adesso!"
Che il Dio cristiano la benedica, proteggendola dalle maledizioni della Dea Posta!
:)

***
Esaurita, con notevole anticipo, la mia prima incombenza, mi sono quindi recato presso l'"ufficio postale B", per chiudere il conto B).
Dopo una ragionevole attesa, vengo ricevuto da un cortessissimo addetto al "back office", il quale, dopo avergli io esibito "carta di identità" e "tessera sanitaria" (lui l'ha voluta, secondo i sacri canoni), iniziando ad esaminare la mia posizione al PC, mi ha detto: "Vedo che ha il conto in rosso di dieci euro (lo scoperto è quello mio "reale"), per cui, per potermi consentire di chiuderle il conto, deve prima pagare quanto dovuto ad uno degli sportelli qui davanti!"
Un po' seccato, perchè, se mi avessero avvisato della cosa, lo avrei già fatto durante l'attesa, esco e mi metto ad attendere il mio turno allo sportello.

***
Dopo una mezz'ora, finalmente giungo allo sportello per pagare, offrendo del denaro contante.
Ma l'impiegata mi dice che non può riceverli; anche se non capisco perchè, in quanto, trattandosi di "moneta a corso legale", nessuno dovrebbe poterla rifiutare se offerta come mezzo di pagamento.
Comunque, "pro bono pacis", mi offro di pagare col BANCOMAT (sia BNL che UNICREDIT); lei dice che va bene, ma solo se si tratta di un POSTAMAT.
Infine, tiro fuori un LIBRETTO DI ASSEGNI BANCOPOSTA; sperando che almeno quelli vengano accettati da uno sportello BANCOPOSTA... sebbene staccare un assegno per dieci euro sia un po' ridicolo.
Ed invece non vanno bene neanche gli assegni di BANCOPOSTA, in quanto lo "sceccario" è del "conto A" (ordinario) e non del "conto B" (click), che è quello gestito da loro, cioè dall'Ufficio B; ma, ovviamente, poichè il "conto B" è in rosso, non posso certo staccare assegni da lì!
Per cui, l'impiegata dell'Ufficio B mi ha seraficamente invitato a tornare all'Ufficio A per fargli un bonifico da lì, e poi tornare da loro; suggerimento che, vista la fila chilometrica sotto il sole dell'Ufficio A, l'obbligo di mascherina, e l'ora, avrei voluto contraccambiare con un altro suggerimento personale nei suoi confronti, dal quale, però, per buona educazione, mi sono astenuto!
Insomma, alla fine, sconcertato da tale allucinante "logica autoreferenziale", me ne sono andato via senza poter chiudere il conto.
>:(

***
Tornato a casa, ho versato online una somma "a casaccio" sul conto B), sperando che sia sufficiente per coprire lo scoperto, le tasse ed il costo di chiusura (che non mi hanno mai chiarito), e li ho invitati a chiuderselo da sè il conto, stornando eventuali eccedenze a mio favore con una "partita di giro" sul mio conto A), perchè io, là, non ci torno davvero a perdere tempo, ed a mangiarmi il fegato!
Ma, ovviamente, dubito che lo faranno mai, perchè sarebbe necessario saltare troppi passaggi burocratici che richiedono la mia presenza fisica (a cominciare dalla firma, sebbene io potrei utilizzare quella "digitale").
:o

***
Trovo che una cosa simile sia inconcepibile anche in tempi normali, ma, soprattutto, nell'attuale situazione di emergenza COVID.
Ed infatti, salvando i singoli succubi impiegati, chi ha organizzato l'Ufficio B) in modo così stupido, irrazionale e indifferente alle esigenze dei clienti, secondo me dovrebbe essere sottoposto alla "poena cullei" ("pena del sacco");  e, cioè, essere chiuso dentro un sacco di cuoio insieme a un cane, un gallo, una vipera e una scimmia, e dopo qualche ora di allegro intrattenimento a terra, essere buttato nel Tevere in tale simpatica compagnia.
CULLEI.jpg
AMEN! :P
***
#4324

Ciao Viator. :)
Ritengo che una democrazia imperfetta, sia  pur sempre meglio di una perfetta autocrazia.
Tanto più che anch'essa, solitamente:
- o coincide direttamente con il potere economico;
- oppure è con esso strettamente collusa.


***
Però è vero che, sia in democrazia che in autocrazia, qualsiasi controllore o censore potrà  sempre essere corrotto o condizionato da qualcuno.
Tuttavia, in democrazia, è più facile che la cosa venga fuori nei "media", rispetto ad una autocrazia.


***
Quanto all'idea dei "parametratori" senza volto ed identità, mi sembra molto interessante, ma di difficile realizzazione in concreto: sia in una democrazia, e sia in una autocrazia.


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Quanto al fatto che sarà il pubblico a dover giudicare periodicamente come valuta nel suo complesso il quadro comunicativo generale, anche questa è un'idea molto interessante; che, per certi aspetti, mi ricorda quella di Inverno.
Però penso che il "referendum" potrebbe risultare implicito, come appunto dice Inverno, già dal livello di "utenza" del pubblico.


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Un saluto! :)
#4325

Ciao Inverno. :)
Le tue sono tutte considerazioni molto interessanti, su cui riflettere con calma.


***
Quanto al fatto che si potrebbe anche pensare di investire queste piattaforme di una qualche capacità di censura, secondo me esse, in tal caso, tenderebbero ad optare per una censura restrittiva anzichè permissiva (onde evitare di finire resposabili loro stesse), solo nel caso in cui l'ordinamento giuridico desse loro delle specifiche  regole in base alle quali stabilire cosa è consentito e cosa no; per cui il problema, da "valle", si sposterebbe a "monte".


***
Forse è migliore l'idea di avere un mercato che -eventualmente- le punisca, e, cioè, che i censurati ingiustamente, stufi e vessati, decidano di migrare verso un altra piattaforma simile; però, come dici tu, le alternative non sono molte.


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Un saluto! :)
#4326

Se la nostra vettura viene investita da un camioncino su una pubblica via, noi non pretendiamo certo il rimborso dal Comune, bensì da chi ci ha investito; chiediamo, invece, il rimborso al Comune se la nostra auto è rimasta danneggiata da una buca.
Tuttavia, se qualcuno va in giro nelle pubbliche vie, con un'auto dotata di "ruote falcate" (come quelle della quadriga di Messala nel film Ben Hur), ci sembra giusto che i vigili municipali gliela debbano subito sequestrare, prima che tranci i copertoni delle altre vetture in circolazione.
RUOTA FALCATA.jpg
;)

***
Così, fuor di metafora, sembra che FACEBOOK e TWITTER abbiano cominciato ad esaminare con più attenzione i "contenuti" dei "post" che appaiono nei loro portali.


***
Ad esempio, in alcuni annunci FACEBOOK che riguardavano quelli che Trump definiva "pericolosi gruppi di sinistra", lui li contrassegnava con un "triangolo rosso rovesciato";  cioè con lo stesso simbolo con cui i nazisti marchiavano i prigionieri politici nei campi di concentramento.
TRIANGOLO.jpg
Il network non ha ritenuto "tollerabile" l'associazione, per cui ha provveduto ad eliminare il post.

***
Poco dopo anche TWITTER ha dovuto "stigmatizzare" il presidente degli Stati Uniti, ma per un altro motivo; cioè etichettando come "altered media" (contenuto multimediale manipolato), un suo video postato su un tweet.
Si tratta di un video diventato virale nel 2019 di due bambini, uno bianco e l'altro nero, che si abbracciano per strada e di cui la CNN aveva dato notizia; però, la versione "manipolata" da Trump inizia con un segmento delle immagini in cui il ragazzino bianco sembra inseguire il nero e con l'ironica scritta "Bimbo terrorizzato scappa da un bambino razzista" e, sarcasticamente "Il bambino razzista è probabilmente un elettore di Trump" accanto al logo della CNN (aggiunto da lui con un fotomontaggio).
Il segmento modificato lascia poi il posto al video originale in cui i due bambini si abbracciano e quindi il messaggio: "Non è l'America il problema, lo è la notizia falsa".
Per cui, in buona sostanza, Trump si lamentava di essere vittima di una "fake news", creando lui stesso una "fake news" a suo favore; cioè, manipolando ed alterando il video originale.


***
TWITTER, al riguardo, ha postato un link che fornisce maggiori dettagli, spiegando che: "A settembre 2019, la Cnn diede notizia di un video virale sull'amicizia tra due bambini. Il presidente ha condiviso una versione di quel video.... che, però, e' stato da lui modificato e manipolato con un falso logo della Cnn".
Il tweet non è stato rimosso ma sotto è comparsa la dicitura "Contenuto multimediale manipolato".
https://www.youtube.com/watch?v=FC6rFCFHu14


***
Perchè Trump avrebbe commesso un simile abuso?
Le risposte sono due, non certo incompatibili tra di loro:
1)
Perchè è Trump.
2)
Perchè  voleva sensibilizzare i suoi follower sulle fake news, che, secondo lui, lo riguardano, creando lui stesso, fraudolentemente, una "fake news" a suo favore.


***
A parte tali due esempi su Trump, in ogni caso il problema è ben più vasto e complesso.
Ed infatti:
- così come ciascuno può girare in strada col modello di vettura che preferisce, senza, però, che gli sia lecito usare auto con le ruote falcate;
- allo stesso modo, ciascuno può postare sui NETWORK quello che preferisce, senza, però, che gli sia lecito diffondere l'odio razziale, video e immagini manipolate, ovvero notizie palesemente false e/o tendenziose.
In teoria la faccenda è abbastanza chiara; ma, in pratica, qual'è il confine tra CONTROLLO e CENSURA?
Onestamente, almeno per ora, non mi sento proprio in grado dare una risposta di carattere generale; e, secondo me, non è sempre facile valutare neanche caso per caso!
Ma ci penserò su! ;)




#4328

Ciao Giopap. :)
Le tue argomentazioni sono un po' estreme, ma mi sembrano tutt'altro che prive di fondamento; ed infatti, almeno secondo me, c'è senz'altro del vero in quello che dici.
***
Io non sono un epidemiologo, e, quindi, non mi azzardo ad esprimere giudizi in tale campo; però, sono molto esperto nelle due principali leggi di Murphy, avendone potuto sperimentare spesso la validità:
- Prima legge di Murphy: "Se qualcosa puo' andar male, lo farà."
- Seconda legge di Murphy: "Se qualcosa non puo' andar male, andrà male comunque.'"
Ed è per questo che, riguardo al COVID19, secondo me bisognerebbe essere sempre "molto" prudenti; ed infatti, sebbene non è detto che ciò basti a tenerci al sicuro, figuriamoci l'essere imprudenti.
Un saluto! :)

#4329
Citazione di: anthonyi il 22 Giugno 2020, 07:28:33 AM

Ciao Eutidemo, nel calcio si chiama contropiede, ed è quello col quale sembra che il Napoli abbia vinto una coppa Italia storica.
Oggettivamente, però mi sembra che in Italia il virus lo abbiamo indebolito noi, infatti da altre parti non sembra cedere il passo.
Io piuttosto cercherei di interpretare altri tipi di tattiche creative come quella di Bolsonaro: "Invadiamo i reparti ospedalieri COVID per dimostrare che la patologia non esiste", oppure di Trump: "Facciamo meno tamponi, così ci saranno meno infetti", queste come si interpreterebbero nella scherma ?


Nella scherma si interpreterebbero come nel poker: BLUFF
;)
#4330
Tantissimi anni fa, quando tiravo di scherma, il mio "maestro d'armi" mi insegnò a guardarmi dalla cosiddetta "Manœuvre lyonnaise"; la quale, secondo me, in italiano sarebbe più corretto tradurre con "tattica", piuttosto che con "manovra".
Ed infatti non consiste tanto in specifiche "mosse" o "guardie", quanto, piuttosto,  nell'ottenere dall'avversario una "collaborazione" che lo aiuti a fregarsi da solo!
;)
Ed infatti tale tecnica sta tutta nel fingere di essere ormai stremato, arretrando e tenendo guardie basse, fino a che l'avversario, avanzando troppo spavaldamente, acquista eccessiva baldanza nei suoi affondi.
Ed è allora che resta fregato!
jjj.jpg
Per cui, ragazzi, avanziamo pure, ma sempre molto "EN GARD!"
;)
#4331
Attualità / Re:Churchill era un razzista?
18 Giugno 2020, 16:22:04 PM

Secondo me, il fatto che Churchill non avesse niente in contrario a gasare i "popoli incivili", la dice lunga su come la pensasse in materia! ;)
<a href="http://www.imagevenue.com/ME124N58" target="_blank"><img src="http://cdn-thumbs.imagevenue.com/07/a9/bd/ME124N58_t.jpg" alt="CHURCHILL.jpg"/></a>
#4332

AGGIORNAMENTO
Su alcuni quotidiani, giorni fa, era apparsa la notizia che il procuratore aggiunto di Bergamo, Maria Cristina Rota, aveva dichiarato che la zona rossa era responsabilità di Roma e non della Lombardia.
Successivamente, però, la stessa ha così smentito tali notizie di stampa: "No! Io avevo detto soltanto  che dalle dichiarazioni che avevamo in atto in quel momento (cioè quelle di Fontana e Gallera), c'era quella dichiarazione".
Per cui, se ho ben capito, il procuratore si era limitata semplicemente a riferire la tesi di  Fontana e Gallera in sede di interrogatorio, ma non l'aveva certo fatta sua; cosa, questa, che, in verità, sarebbe stata davvero assolutamente "impropria", per un magistrato che ancora deve pronunciarsi giurisdizionalmente in merito all'inchiesta in corso!
#4333

Ciao Sapa. :)
Hai ragione!
Secondo me, se non si sa ancora bene se un fenomeno sia più o meno pericoloso, diffondere messaggi rassicuranti è molto pericoloso.
Ed infatti, almeno per come la vedo io:
- è meglio allertarsi un po' troppo, magari inutilmente e pure provocando qualche danno collaterale;
- piuttosto che allertarsi troppo poco, rischiando il verificarsi di danni ben più gravi e devastanti.


***
In ogni caso, come giustamente osservi tu, "non c'era mica l'obbligo di parlare, non sapendo e non capendo bene cosa stava realmente accadendo";  meglio perdere l'occasione di dire una cosa intelligente, piuttosto che dire una cosa idiota.


***
Un saluto :)

#4334
Come è noto, la Procura della Repubblica di Bergamo ha aperto un'inchiesta per la mancata costituzione della zona rossa nei Comuni di Nembro e Alzano Lombardo; e, a tal fine, ha interrogato,  come "persone informate dei fatti", il premier Conte, il ministro della Sanità Speranza, la ministra dell'Interno Luciana Lamorgese, il governatore della Lombardia Attilio Fontana e l'assessore al Welfare lombardo Giulio Gallera.

***
Nessuno di costoro, per adesso, è stato ancora penalmente inquisito.
In tal caso, secondo alcuni, il reato ipotizzabile, scaturirebbe dal combinato disposto delle seguenti disposizioni penali:
- l'art.438 C.P., che punisce gravemente "chiunque cagiona un'epidemia mediante la diffusione di germi patogeni".
- l'art. 452 C.P., che punisce meno gravemente: "chiunque commette, per colpa, alcuno dei fatti preveduti dall'art.438".
In questo caso, in effetti, nessuno dei soggetti di cui sopra ha materialmente "commesso" il reato in questione, impegnandosi a diffondere il virus come un "untore"; però, uno o più di costoro, potrebbero avere colposamente "omesso" di prendere i provvedimenti necessari per evitare che il virus si diffondesse per conto suo.

***
A volte, infatti, la legge impone l'obbligo di compiere una determinata azione: per cui, omettere di porre in essere la condotta doverosa, può voler dire commettere un reato.
Il che dà luogo al cosiddetto "reato omissivo", che è l'illecito posto in essere da un soggetto che, pur avendo l'obbligo di compiere una determinata azione, invece, rimane inerte.
Il reato omissivo può essere:
a)
"Proprio" quando la semplice omissione del soggetto è sufficiente per ritenere quest'ultimo penalmente responsabile di quanto accaduto (ad esempio l'omissione di soccorso).
b)
"Improprio", quando è invece richiesto che dall'omissione del responsabile derivi un evento che la legge mira ad evitare (come nel caso della procurata diffusione del contagio).

***
Nel caso di specie, però, secondo me si dovrebbe più propriamente parlare di "reato commissivo mediante omissione» (cioè di reato omissivo improprio); ed infatti, l'art.40 comma 2 del Codice Penale  stabilisce che "non impedire un evento, che si ha l'obbligo giuridico di impedire, equivale a cagionarlo".

***
Chi, dunque, aveva il potere-dovere di impedire la diffusione del contagio,   "istituendo" le cosiddette zone rosse?
La Regione Lombardia o il Governo?
Al riguardo, secondo me, occorre rifarsi:
- all'art.6 della Legge n. 833 del 1978 (quella istitutiva del Servizio Sanitario Nazionale), la quale sancisce  che sono di competenza dello Stato sia la profilassi delle malattie infettive per le quali sono imposte misure quarantenarie, sia gli interventi contro le epidemie;
- all'articolo 7 della stessa legge, la quale stabilisce che (dallo Stato) è delegato alle regioni l'esercizio delle funzioni specificate all'articolo 6.

***
In questo caso, la delega indubbiamente c'era, con conseguente ipotetica "colpa" della Regione Lombardia.
Tuttavia, in via di principio:
- se è indubbiamente vero che il delegato (cioè la Regione) non poteva rimanere inerte nell'adempimento dei potere-dovere conferitogli, dovendo esercitare i compiti ad essa assegnati in caso di epidemie;
- è anche vero, però, che il delegante (cioè il Governo), in caso di inerzia dello stesso delegato (cioè la Regione), avrebbe avuto il potere-dovere di  esercitare il suo potere sostitutivo.

***
Per cui, secondo me:
a)
"De iure" sono ipoteticamente colpevoli entrambe le istituzioni (o meglio, i loro responsabili "persone fisiche"), in quanto:
- la Regione Lombardia aveva il potere-dovere di istituire la "zona rossa" nei comuni del bergamasco (come hanno fatto altre Regioni, in casi analoghi);
- il Governo, dal canto suo, aveva il potere-dovere di sostituirsi alla stessa regione Lombardia, nel caso di sua inerzia.
b)
"De facto", tuttavia, visto che, ovviamente, la responsabilità penale è personale, e considerato che, all'epoca, "NESSUNO" aveva ancora davvero ben chiaro che pesci prendere, secondo me, responsabilità morali e politiche a parte, è molto dubbio che qualcuno possa risultare penalmente imputabile.

***
Ed invero, ai sensi dell'art.47 C.P., l'errore sul "fatto" che costituisce il reato esclude la punibilità dell'agente; e, in questo caso, il "fatto", cioè la gravità ed il meccanismo diffusivo del virus, non era ben chiaro a nessuno, a cominciare dai virologhi e dagli epidemiologhi.
E' vero che, sempre l'art.47 C.P., stabilisce che,  se si tratta di errore determinato da "colpa", la punibilità non è esclusa, quando il fatto è preveduto dalla legge, come delitto colposo (come in questo caso fa l'art. 452 C.P); però, il successivo art.48 C.P. prevede pure che, se l'errore sul "fatto" che costituisce il reato è determinato da terzi, dovrebbero essere tali terzi a risponderne e non gli "agenti" (rectius, gli'"omittenti"), a cominciare, appunto, da quei virologhi che dichiaravano pubblicamente che si trattava di una "innocua influenzola".

***
Di fronte a tali "qualificate" dichiarazioni di alcuni notissimi esperti in materia, nonchè di fronte alla resistenza dei comparti produttivi a "chiudere bottega" (spalleggiati, in questo, anche da alcune forze politiche), a mio parere la "titubanza" a chiudere le "zone rosse", sia da parte del Governo, sia da parte della Regione, se non "giustificabile", dovrebbe considerarsi quantomeno "comprensibile"; ed infatti, una eventuale interruzione dell'attività produttiva nella "zona rossa" solo  a causa di quella che, poi, poteva rivelarsi solo un'innocua "influenzola", avrebbe potuto comportare sia per il Governo che per la Regione una responsabilità per danni ovvero l'accusa di aver "cagionato un grave nocumento alla produzione nazionale."
Come suol dirsi, cioè, "del senno di poi sono piene le fosse!"
;)

***
Per concludere, comunque, a mio (molto opinabile) parere, sotto il profilo penale tutto si ridurrà a stabilire:
a) a chi sia imputabile l'evento dannoso: Governo, Regione, o entrambi, come io ritengo "teoricamente" più plausibile.
b) se tale evento dannoso sia dovuto a "colpa" specifica di "qualcuno" (persona fisica) sotto il profilo "penale"; che, ovviamente, è un po' diverso da quello "politico", "amministrativo" e "civile".

***
A tale riguardo, sotto il profilo penale, la  definizione di "colpa" si ricava dal secondo capoverso dell'art. 43 c.p., che così dispone: "...il reato è colposo, o contro l'intenzione, quando l'evento, anche se preveduto, non è voluto dall'agente e si verifica a causa di negligenza o imprudenza o imperizia, ovvero per l'inosservanza di leggi, regolamenti, ordini o discipline".

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Al riguardo, esistono svariatissime teorie sulla ricorrenza del requisito della colpa, che non è certo qui possibile esaminare neanche sommariamente:
- la teoria della prevedibilità;
- la teoria della pericolosità della condotta;
- la teoria dell'evitabilità dell'evento;
- la teoria di Antolisei (che è quella che ho studiato io all'Università);
- la teoria eclettica.
Per cui, vista la varietà delle opinioni in materia, resta solo da vedere per quale di tali teorie propenderà la Procura di Bergamo!

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Senza addentrarmi in nessuna di tali teorie generali, nè in quella da me preferita, se mi è concesso di azzardare una specifica ipotesi esegetica con riferimento al caso specifico, ritengo che, così come, nel  giudicare della condotta migliore per fermare  una invasione di "extraterrestri", non avrebbe alcun senso parlare di "negligenza,  imprudenza, imperizia, ovvero inosservanza di leggi, regolamenti, ordini o discipline", allo stesso modo -almeno in parte-, secondo me non ha molto senso parlarne con riguardo alla condotta migliore per contrastare un virus come il COVID19; il quale, rispetto ad analoghe passate epidemie e pandemie dell'ultimo secolo ("Spagnola" a parte), si è "operativamente" manifestato molto diverso, insidioso, contagioso e virulento...pur appartenendo ad una tipologia già nota.
Tanto è vero che praticamente "TUTTI" i governi del mondo (con qualche rarissima eccezione), sono stati presi, come suol dirsi, con le "brache calate"; e non pochi hanno reagito molto peggio e più tardi del nostro!

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Ciò premesso, salvo che nel corso delle indagini emergano gravi e specifiche forme di "colpa" imputabili a singoli individui in base a quanto specificamente previsto dal secondo capoverso dell'art. 43 c.p., a mio avviso, almeno "rebus sic stantibus" ed in base alle notizie in mio possesso, non mi pare che ci sia nessuna specifica persona "penalmente" responsabile; nè il premier Conte, nè il ministro della Sanità Speranza, nè la ministra dell'Interno Luciana Lamorgese, nè il Governatore della Lombardia Attilio Fontana, nè l'assessore al Welfare lombardo Giulio Gallera.
Ma questa è solo la mia molto opinabile opinione, che potrebbe risultare:
- fondata su notizie incomplete o inesatte;
- comunque fallace nella sua impostazione giuridica.
Per cui, prendetela con "cautissimo" beneficio d'inventario! ;)
#4335
Attualità / Re:APP IMMUNI - Aggiornarsi o morire!
09 Giugno 2020, 06:15:26 AM

Ciao Jacopus.
La finalità di IMMUNI è duplice, sebbene molti se ne dimentichino:
- INDIVIDUALE: allertare il cittadino che l'ha scaricata, avvisandolo che è stato in contatto con un soggetto a rischio;
- COLLETTIVA: monitorare il territorio, mappando eventuali nuovi focolai di potenziale contagio.

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Funzionerà?
Per ora, ovviamente, non lo sa nessuno, perchè nessuno può saperlo in anticipo; nè ciò che è avvenuto in passato può costituire una "prova" di quello che avverrà o non avverrà in futuro...soprattutto quando in futuro si sperimenterà una cosa nuova.
Se poi uno si vuole fasciare la testa prima di essersela rotta, e stracciarsi le vesti in anticipo, il problema è soltanto suo!
::)

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Quello che, invece, è sicuro, è che, se tale APP non verrà scaricata da un numero sufficiente di cittadini, essa servirà a poco o a niente; ma non per colpa dell'APP, bensì per colpa di chi non l'ha scaricata!
>:(
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Comunque, per restare alla prima finalità, e, cioè, quella "individuale", visto che dell'altra -scioccamente- se ne fregano tutti, una volta che si venga "allertati", la procedura è la seguente (almeno nella mia Regione):
1)
Per prima cosa occorre fare un "test sierologico", che, a richiesta (anche online), si può fare in qualsiasi ASL, ovvero, a pagamento, in un qualsiasi ambulatorio privato (prezzo dai 25 ai 55 euro); in media i risultati sono disponibili dopo 2 giorni.
Questo lo so con certezza, perchè alcuni miei amici lo hanno già fatto, pur essendo in perfetta buona salute e non avendo ancora scaricato l'APP.
2)
Successivamente, in caso di positività,  l'interessato dovrà informare tempestivamente il proprio medico di medicina generale per ottenere una prescrizione per il tampone naso-orofaringeo e auto-isolarsi.
3)
Una volta ottenuta la prescrizione, l'interessato dovrà recarsi con i propri mezzi, entro 48 ore e munito della prescrizione oltre che della propria tessera sanitaria, in una delle sedi "drive in" previste per effettuare i TAMPONI, di cui su INTERNET è pubblicata una lista a seconda della residenza; io ne ho due vicino casa, che potrei raggiungere anche a piedi.

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Funzionerà a dovere tale procedura?
A dire il vero, anche io sono un po' scettico...ma, in fondo, cosa abbiamo da perdere?
Fregandocene, invece, potremmo rischiare di perdere molto; quindi, per me, la scelta è OVVIA!

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Un saluto! :)