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Messaggi - bobmax

#436
Citazione di: Freedom il 31 Gennaio 2024, 12:16:23 PMIn conclusione comunque mi premeva condividere un concetto credo molto importante, forse decisivo, sull'esistenza umana. Comunque stiano le cose, qualunque sia la Verità della vita e della morte, qualsivoglia sia lo scenario; se uno si comporta con amore e vivendo con impegno e interesse tutti fatti della vita non sbaglia. Almeno così credo e penso.


Qui hai detto tutto Freedom.

In effetti è così semplice...

E, almeno per me, tanto difficile.
Forse proprio per questa estrema semplicità.

Ti auguro ogni bene
#437
Tematiche Filosofiche / Re: Positivismo vs Idealismo
31 Gennaio 2024, 13:00:19 PM
Citazione di: Koba II il 31 Gennaio 2024, 10:37:44 AMLa tua distinzione tra esistenza ed essere mi sembra una variazione del discorso di Leopardi.
Deduci che oltre all'esistenza c'è l'essere perché non puoi ammettere che tutto sia limitato a questa realtà. Non puoi ammetterlo perché la nostra natura ci spinge a negarlo o a dimenticarlo (nelle illusioni). L'esperienza del limite, del dolore, della morte sono solo esperienze di caduta traumatica del velo delle illusioni.


Questo è proprio ciò dicevo riguardo al positivismo e all'indealismo: perdono la profondità della esistenza e vi si perde il singolo.
Perché la "illusione" è confermata tale dal pensiero razionale che è convinto di conoscere la Verità.

Si dà priorità al pensiero logico-razionale e così il bene e il male risultano essere meri epifenomeni.

Ne consegue... che niente ha in definitiva valore.

Epperò, pure Leopardi, che era un grande logico per poter essere grandissimo poeta, dove fonda la sua stessa poesia?
Non la fonda proprio sulla disperazione esistenziale per il mondo che è ciò che non dovrebbe essere?

La logica lo inchioda alla sua sofferenza. Ma non è proprio in quelle fessure, che il suo spirito riesce a percepire attraverso il mondo razionale, dove si manifesta la sua meravigliosa poesia?

Non è facile affrontare il nichilismo.
Eppure basterebbe chiederci, però con autentica fede nella Verità, cosa conta per davvero in questa vita?

E allora, forse si potrà intravedere come ciò che sembrava essere epifenomeno, il bene e il male, sia invece il motivo stesso della esistenza.

Sì, questo cambiamento radicale di prospettiva richiede di mettere tutto in discussione. Occorre affrontare lo sguardo della Medusa, il Nulla.
#438
Tematiche Filosofiche / Re: Positivismo vs Idealismo
30 Gennaio 2024, 14:41:29 PM
Citazione di: Koba II il 30 Gennaio 2024, 11:34:59 AMIl presupposto filosofico del positivismo è il realismo della scienza moderna: la realtà può essere conosciuta e viene conosciuta così com'è, la rappresentazione che ce ne facciamo di essa corrisponde alla sua struttura autentica. I limiti soggettivi di tale conoscenza (ambiguità dei sensi etc.) possono essere superati. La conoscenza scientifica del mondo, la nuova epistème, dà potere  non perché sia un sapere incontrovertibile (come nella metafisica classica), ma perché consente la trasformazione della realtà, la manipolazione della natura.

Ricordiamoci però che proprio all'apice di questo entusiasmo (fine Ottocento) la scienza ha smesso di essere ingenua e ha iniziato a ragionare sui propri fondamenti, concludendo in posizioni che mostrano la consapevolezza dei limiti del realismo.

Per idealismo cosa si intende? La filosofia platonica in generale? L'idealismo tedesco?
Se qui si sta contrapponendo il positivismo all'idealismo platonico le differenze in effetti non sembrano tali da consentire di poter parlare di vera e propria contrapposizione.
Infatti anche il positivismo crede che la natura sia regolata da leggi eterne, così come il platonismo crede in un nucleo di essenze eterne le quali si comportano da modelli nella generazione di tutti i fenomeni della natura.
La contrapposizione è forte quando quel nucleo di leggi eterne viene pensato come prodotto dal caso. In termini filosofici, quando la radice del divenire è immaginata come un fanciullo che gioca, che crea e distrugge mondi (con le proprie regole) senza un perché.

Allora la visione del mondo che emerge è potentemente contrapposta: qualcosa di eterno (e divino, per alcuni) da una parte, nell'idealismo; il divenire fondato sul caso (da alcun principio, dal nulla), dall'altro, nel positivismo materialista.

Tuttavia, al di là delle loro differenti declinazioni storiche, il positivismo e l'idealismo hanno, come tratto comune ad entrambi, la pretesa di conoscere la Verità.

Il positivismo assolutizzando i dati di fatto.
l'Idealismo rendendo assoluto il pensiero.

In questo modo sono convinti, almeno in linea di principio, di conoscere tutto.
Cioè sanno come è la realtà! La sua architettura, e ciò che resta da conoscere... sono solo dettagli.

In questo modo, trascurano la profondità inesauribile della esistenza e del singolo individuo, facendoli rientrare forzatamente nella sistematica che hanno eretto, e con cui tutta la realtà è dimostrata e dimostrabile!

Perciò sia il positivismo sia l'idealismo sono ciechi di fronte al limite, non sono toccati dalla disperazione e dalla morte. Che fanno rientrare a forza nel loro sistema che tutto deve contenere e spiegare.

Si perde in questo modo ciò che più conta nella esistenza, il pathos del Nulla.

Senza accorgersi, che il senso dei dati di fatto nel positivismo dipende da idee presupposte. Mentre senza i dati di fatto, che costringono il pensiero a confrontarsi con il mondo empirico, l'idealismo può produrre solo fantasticherie.
#439
Tematiche Filosofiche / Re: Positivismo vs Idealismo
30 Gennaio 2024, 07:50:12 AM
Citazione di: Pensarbene il 30 Gennaio 2024, 07:37:55 AMSecondo me non sono poi così in contraddizione:Positivismo e idealismo possono lavorare insieme per sviluppare nuove teorie scientifiche.
Il positivismo può fornire un metodo per testare le teorie, mentre l'idealismo può fornire un quadro concettuale per comprendere i risultati dei test.
Positivismo e idealismo possono lavorare insieme per sviluppare nuove forme d'arte e letteratura. mIl positivismo può fornire un senso di realismo e concretezza, mentre l'idealismo può fornire un senso di immaginazione e creatività

Come ogni cosa sulla terra,un composto ben fatto è la cosa migliore!

Infatti è proprio così.
È il modo migliore per inoltrarci nel mondo.

L'errore avviene quando pretendono di costruire una metafisica.
Mentre la loro "verità" è sempre relativa, mai assoluta.

#440
Citazione di: ZenZero il 29 Gennaio 2024, 06:43:22 AMDi base comprendo il tuo discorso, sono assolutamente d'accordo che siamo "noi stessi" a generare il nostro inferno. Ma quando dici che è giusto questo inferno e che non hai speranza di uscirne, perchè ?
In un punto dici che questo nulla è l'Essere senza Amore, poi concludi che sei proprio tu quel Nulla, quindi asserisci che la nostra Essenza è Nulla senza amore ?
Sono d'accordissimo che per poter Essere Amore dobbiamo rinunciare a noi stessi, anzi a "molti" noi stessi che crediamo di essere. E' vero dobbiamo rinunciare al sentire e pensare di quel "me stesso" in cui siamo identificati, che, ripeto,  crediamo di essere.... ma  che in realtà non siamo !
E' questa molteplicità di "io" che genera inferni, finchè i vari "io" vivono dentro di noi, concordo che sia impossibile uscire dagli inferni che essi stessi generano, sono essi a generare l'illusione di un nulla senza amore.
Ma se troviamo il modo, la Via,  non solo di rinunciarvi, ma di ucciderli definitivamente, Noi, il nostro Reale Essere non è destinato all'inferno. In assenza del "me stesso" il Nulla diventa Tutto.
E da una molteplicità si può sperimentare l'Uno, ma solo attraverso la "morte seconda".
Il punto è conoscere il come attuare questo processo, ed essere Veramente disposti ad intraprenderlo. Perchè "noi"siamo tremendamente attaccati all'illusione, così attaccati che rinunciarvi ci dà la sensazione di un salto nel vuoto.
Una volta un Maestro disse che l'essere umano è attaccato alle gioie, alle sensazioni, ai desideri, che il mondo illusorio gli propone... ma più di tutto, è attaccato alla propria sofferenza, la sofferenza è ciò da cui noi facciamo più fatica a distaccarci.

Per cercare di evitare il più possibile fraintendimenti, vorrei a questo punto chiarire un aspetto, che ritengo sia difficile tener sempre presente, ma che è fondamentale: noi qui cerchiamo di dire ciò che in realtà è inesprimibile, ma dobbiamo comunque provarci.
È la nostra stessa fede nella Verità a pretendere da noi questo slancio nel vuoto.

Perché è indispensabile utilizzare il linguaggio. Ma le parole non possono che riferirsi alla esistenza. Cioè a un che di necessariamente oggettivo, che c'è, è "esserci", è qualcosa.
Mentre ciò di cui vorremmo invece parlare "qualcosa" non lo è. Non c'è perché è.

Perciò si può cercare di forzare il significato di queste benedette indispensabili parole, fino a fare percepire il limite dell'esistente a cui si riferiscono. Ma senza però mai riuscire ad andare davvero oltre...
L'Essere, che sta oltre l'esistenza, non è esprimibile, in quanto non esistente. È Nulla.

Ogni affermazione compiuta è necessariamente  logica, se vuol avere un senso, e il senso è relativo alla esistenza (a che altro mai potrebbe riferirsi se non a "qualcosa"?).
Quindi termini come "nessuna speranza", "per sempre", "nulla" e persino "essere", si riferiscono alla esistenza.

Ma non per questo sono allora illusori, tutt'altro!
La esistenza è reale, è solida, concreta, è tutto quello che c'è.
Non è maliziosa l'esistenza, se lo fosse... allora sì che saremmo perduti definitivamente.
Perciò quei termini sono pregni di significato, sono pesanti, sono "veri". Assolutamente veri, esistenzialmente...

Come per esempio la morte della persona amata. Che sconvolge perché l'amato è perduto per "sempre".
Davvero!
La morte è vera!
L'esistenza è vera!

Ed è proprio questa verità, accettata nella sua assolutezza esistenziale, a condurmi al limite, dove traspare il Nulla... E lì devo resistere, in attesa.
Perché non posso fare altro che attendere, lì, sul bordo dell'abisso.

Fatta questa premessa, vorrei confermare che l'inferno è proprio il luogo senza speranza.
Questa evidenza è una conseguenza della ricerca della Verità. E del fatto che io sono "esistenza".
La ricerca della Verità implica l'inferno. Qui nella esistenza.
Questo è un dato di fatto.

Per la semplice ragione che il male in me, il male che io stesso sono, è vero!
Ed essendo vero male, riconoscendolo io come male indubitabilmente... Merito l'inferno.
Che è per sempre.

E già qui, si può scorgere una frattura nella esistenza...
Il naufragio definitivo mi porta al limite. La dannazione eterna è in realtà una mazzata alla stessa esistenza. Senza però che vi sia altro, oltre alla stessa esistenza.

Ma vi è di più...

Perché sì, ho letto in più autori che questa sofferenza è il destino di chi cerca Dio, cioè la Verità.
Ma qui non vale nessun mal comune mezzo gaudio. Perché gli altri... in fin dei conti, son tutti innocenti!

Siamo di nuovo sul confine.
Che diamine sto dicendo!
Perché gli altri no e io sì?
L'inferno è solo per me?

Sembrerebbe proprio una assurdità.
Come mai l'altro, anche il più malvagio, in fin dei conti non è davvero colpevole, e non merita perciò di andare all'inferno, mentre io sì?

Il motivo è che l'altro un po' lo intravedo, ne percepisco i condizionamenti, i vincoli, insomma la sua totale non libertà.
Mentre io avrei invece potuto fare diversamente, ma non l'ho fatto!

E poiché il male, una volta commesso, è per sempre.
È del tutto inutile che vada cercando una scappatoia, un mezzo per salvarmi.

Ma qui siamo giunti di nuovo al limite.
Perché se l'altro, qualunque altro, è innocente, allora tutto quello che mi circonda è innocente.
Ma se è del tutto innocente... allora non può che essere una diretta manifestazione di Dio.
L'altro è, nella sua essenza, Dio.

Perciò in questo mondo, in questa esistenza, vi sono solo io e... Dio.

E io esisto in quanto figlio unigenito gettato nel mondo. Dove ho smarrito la strada.
Sono il figliol prodigo, che ha lasciato il Padre, lo ha rinnegato. E non merita perciò alcun perdono.

Possiamo fare però un altro passo, sempre sul limite.
Perché se riconosco la realtà dell'altro, che è in essenza Dio, ma pure comunque esistenza, allora anche l'altro è figlio unigenito.

E qui siamo in pieno paradosso!
Perché tu sei figlio unigenito, gettato nel mondo. E il mondo è Dio.
Ci sei solo tu e Dio.

Così come ci sono solo io e Dio.

"Amor che move il sole e l'altre stelle"
#441
Varie / Re: L'enigma del Faro
29 Gennaio 2024, 17:39:44 PM
Ah... Ma pensa te, sbagliando l'ho fatta giusta! :))
#442
Varie / Re: L'enigma del Faro
29 Gennaio 2024, 17:37:02 PM
Citazione di: Eutidemo il 29 Gennaio 2024, 17:08:38 PM
Ciao Bobmax.
Utilizzare due fiamme, una più piccola ed una più grande, non mi sembra un modo molto efficace per realizzare una "luce intermittente" distinguibile da lunga distanza.
Per cui, molto probabilmente, la luce lampeggiante del "faro" di Ostia potrebbe essere stata realizzata mediante:
- una "costruzione rotante";
oppure
-  mediante un "sistema occultante" (cioè uno schermo cilindrico che veniva alternativamente alzato e abbassato attorno alla sorgente luminosa).
***
Però ho trovato questa ricostruzione topografica, dalla quale, in effetti, si evince che:
- dall'entrata a NORD del faro (a sinistra di chi viene dal mare), si accede al più ampio bacino del "Porto di Claudio";
-  dall'entrata a SUD del faro (a destra di chi viene dal mare), si accede al più angusto bacino del "Porto di Traiano".
***
Per cui a me sembra che la tua ipotesi sia senz'altro migliore di tutte quelle che io ho elencato; anche se mi sorprende che nessun archeologo la abbia mai prospettata (o, almeno, così mi risulta dai libri che ho consultato).
***
;) CONGRATULAZIONI!! :)
***
Dovresti comunicarla alla Sovrintendeza di Ostia Antica!
***
Cordiali saluti! :)
***
P.S.
Sarebbe però necessario un riscontro cronologico della realizzazione del mosaico, del faro, e dei due porti, perchè il porto di Claudio è anteriore di parecchi anni a quello di Traiano; ora io non ho tempo per tale riscontro, perchè devo uscire, ma puoi benissimo verificarlo tu.


Con "due fiamme una piccola e una più grande" intendevo la rappresentazione sul mosaico. Per dare l'idea della intermittenza. Non la effettiva realizzazione nel faro.
#443
Varie / Re: L'enigma del Faro
29 Gennaio 2024, 17:20:46 PM
Leggo ora il tuo ultimo messaggio.
Non saprei come verificarlo.

Sei tremendo Eutidemo... Pure i porti di Traiano e Claudio ad Alessandria d'Egitto conosci.

Viceversa io non so bene neppure dove mi trovo adesso :-[
#444
Varie / Re: L'enigma del Faro
29 Gennaio 2024, 17:11:21 PM
Citazione di: Eutidemo il 29 Gennaio 2024, 16:51:45 PM
Non mi risultava che ci fossero due bacini portuali ai lati del faro; se così fosse la tua ipotesi sarebbe senz'altro la più probabile di tutte.
Per cortesia, puoi stamparmi la foto che hai trovato su MAPS, dalla quale risultano i due bacini?
Grazie e cordiali saluti  :)
P.S.
Io tra poco devo uscire, quindi, probabilmente, potrò vedere la tua foto solo domattina.


Forse è più semplice se vai in Maps e digiti:
"Faro di Alessandria d'Egitto"

Così hai maggior flessibilità nel guardare il posto.
#445
Tematiche Filosofiche / Re: Positivismo vs Idealismo
29 Gennaio 2024, 15:32:44 PM
Citazione di: PhyroSphera il 29 Gennaio 2024, 15:12:00 PMIl positivismo è una posizione ingenua giustamente smentita da un corretto idealismo.

Mauro Pastore

Ma l'Idealismo non è forse altrettanto ingenuo?
Non fonda se stesso sul "positivismo" delle idee?

Difatti il "corretto" idealismo non può che non essere idealismo.
Perché dovrebbe abbandonare le Idee. Essendo le Idee nient'altro che una costruzione positivistica.
#446
Varie / Re: L'enigma del Faro
29 Gennaio 2024, 13:39:54 PM
Non so Eutidemo, mi sembra strano questo modo di rappresentare la intermittenza... Non sarebbe stato più chiaro mettendo due fiamme, una più piccola e una più grande?

Non sarà invece che le due aree scure rappresentino due bacini, uno più grande e l'altro più piccolo, rispettivamente a sinistra e a destra del faro per chi arriva dal mare?
Guardando su Maps, sui due lati del faro vi sono due bacini d'acqua che corrisponderebbero...
#447
Varie / Re: L'enigma del Faro
29 Gennaio 2024, 10:42:40 AM
Potevano magari indicare scogli o secche all'entrata del porto...
#448
Tematiche Filosofiche / Positivismo vs Idealismo
28 Gennaio 2024, 11:53:44 AM
Positivismo e Idealismo esprimono  le due vie in cui inevitabilmente si incammina il ricercatore.
Nessuna delle due può essere trascurata del tutto, nella ricerca della Verità.

Perché il Positivismo, seppur inconsapevolmente, non ha un proprio fondamento se non nell'Idea. Cioè le leggi della natura.

Mentre l'Idealismo necessita di considerare implicitamente oggettive, cioè dati su fatto, quelle idee che invece pretende siano esclusivamente soggettive.

Positivismo e Idealismo hanno in se stessi il loro opposto, la propria debolezza.
Epperò sono percorsi necessari.
Da percorrere tuttavia fino in fondo, per vederne la "effettiva" fondatezza.

Che non hanno, né potranno mai avere.
Ed è in questo smacco, nel ritrovarsi di fronte il limite insuperabile, che l'esistenza si palesa a se stessa.
#449
L'evoluzione antropologica è drammaticamente in atto.
E come sempre avviene, seguirà la legge della selezione naturale.
Il più adatto sopravviverà, forse. Mentre gli altri si estingueranno, di certo.

Vista l'alta probabilità, nel prossimo futuro, di catastrofiche crisi globali ambientali, economiche, sociali, culturali, non potrà che avvenire un ridimensionamento del genere umano, se non la sua totale estinzione.

Sono convinto che tra le cause non vi siano soltanto il modello obsoleto di uno sviluppo senza limiti o la politica onnipresente basata sui rapporti di forza.
Vi è ben di più.

È la stessa implicita "verità" di cosa sia la esistenza a sospingere da sempre l'uomo. E questo convincimento lo ha portato fino a qui.
Una verità nichilistica, che comporta da un lato la volontà di potenza, e dall'altro la propria auto dissoluzione nel sonno della ragione.

È perciò solo affrontando il nichilismo, riuscendo a vedere come la sua "verità" sia invece falsa, che sarà forse possibile scamparla.

Impresa forse impossibile, visto l'imperversare pure qui di un chiacchiericcio inconcludente, ma non dipende in definitiva proprio da noi?
#450
Citazione di: ZenZero il 24 Gennaio 2024, 07:41:15 AMAnche questo è interessante, anche se credo proprio debba aprire una nuova discussione a riguardo.
Mi soffermerei un attimo su ciò che dici a proposito dell'essere/esistere. Tu dici c'è il sentire, il pensare, che determinano ciò che siamo ( o non siamo, a questo punto) ; da cosa sono determinati questo pensare e sentire ?



Per provare a risponderti, devo andare alle motivazioni del mio dire.
Come sono giunto alla constatazione di essere il semplice effetto del pensare e sentire?

Un ruolo lo ha senz'altro avuto una evidenza che, quando si impone, sovrasta ogni altra percezione o pensiero. Mi accompagna da sempre.
Seppur di norma latente, ma pronta a riemergere alla consapevolezza in qualsiasi momento.

È l'orrore del Nulla.

Che non ha niente a che fare con lo spirito di sopravvivenza.
Non è orrore della morte, ma della effettiva nullità della esistenza.
È sufficiente non lasciarsi distrarre dal flusso continuo della vita, anche per solo un attimo... e tutto d'improvviso scolora, là dietro traspare il Nulla.

È come se dentro di me già conoscessi la Verità...
E questa Verità non fosse altro che il Nulla.

Questa è, diciamo così la cifra costante.
Sempre esorcizzata, ma mai debellata.

Mi sono spesso chiesto il perché di questo mio sentire...

Finché, anni fa, ho incominciato a ritrovarmi all'inferno.
L'inferno non è nell'aldilà, ma è qui, nel presente, vi posso accedere in ogni momento. È un luogo dell'anima.
Nessun altro mi condanna all'inferno. Se non me stesso, perché così è giusto.

Ed essendo giusto, non ho speranza di uscirne.
Anche se magari vivo ancora la maggior parte del mio tempo come se ne fossi fuori. Ma basta rammentare una mia colpa e subito mi ci ritrovo!

Tuttavia l'inferno non è il Nulla.
Anzi, fa in modo che l'Essere trionfi. Infatti, come osserva Margherita Porete, solo all'inferno (o in paradiso) Dio è certo.

Ma perché merito l'inferno?
Per il male. Il male che è in me, il male che io stesso sono.

Ma cosa è questo male?

Beh, in definitiva ho scoperto che il male altro non è che amore negato.

E così forse ho finalmente un'idea di cosa sia questo Nulla che mi perseguita.

È l'Essere senza amore.
È la possibilità che l'Amore non sia.
Cioè che Dio non sia.

Solo il mio Amore può far sì che Dio sia.
Ma devo rinunciare a tutto.
Persino ad ogni mio pensiero ad ogni altro mio sentire.
Rinunciare a me stesso.
Constatando di essere proprio io quel Nulla.