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Messaggi - paul11

#436
Tematiche Filosofiche / Re:La morte
26 Novembre 2019, 00:44:04 AM
Citazione di: Ipazia il 25 Novembre 2019, 23:55:50 PM

.....................
Posto che in ogni caso nessun teorema scientifico o filosofico può arrogarsi di possedere una "visione della totalità", ma soltanto di "totalità" contingenti e contestuali.
ciao Ipazia,
Ma è proprio questa la differenza.
Il "pregiudizio filosofico" postato da Donquixote, consiste nella ricerca della verità.
Per quel che penso, nessuno o forse quasi nessuno può arrogarsi una verità "certa"(chissà Buddha, Gesù......)
Ma è la tensione verso questa verità che fa la differenza. Perchè cambia la vita e la prospettiva della vita. Il pensare a verità parziali cambia il quadro di riferimento e di conseguenza la ricaduta è anche di come si interpreta la vita, la cultura, e tutto ciò che ne consegue e deriva.
Per rimanere in tema, se penso alla morte in un quadro di verità parziali, sarei tentato di interpretare la morte come in sè-e-per -sè, e lo capisco.
Ma se allargo la prospettiva e dal particolare umano la mia indagine va oltre seppur comprendendo i domini fisici e naturali, non mi bastano più i paradigmi scientifici, materiali e naturali delle apparenze.
Chi dei filosofi moderni e contemporanei ha trattato della morte? Solo coloro che sanno andare oltre i domini naturali e fisici. Perchè i problemi più inquietanti nell'uomo sono anche i più scomodi da trattare, da argomentare ,da darci un senso una significazione che non sia fine a se stessa.
#437
Tematiche Filosofiche / Re:La morte
26 Novembre 2019, 00:21:50 AM
Citazione di: myfriend il 25 Novembre 2019, 23:44:37 PM
@paul11

La natura manifesta le qualità della Coscienza cosmica che è alla base della materia.
Non si tratta di avere o non avere morale.
Si tratta delle qualità della coscienza cosmica.
Noi SIAMO coscienza cosmica (come ogni altra forma di materia) e manifestiamo determinate qualità della coscienza cosmica.

Per "egoismo" si intende quel comportamento dell'individuo atto a trarre beneficio solo per sè. E' egoista il coccodrillo che assale un altro coccodrillo per strappargli la preda di bocca. Ed è egoista l'homo che manda un lavoratore a lavorare in un capannone pieno di amianto per accrescere le proprie ricchezze.

Torniamo alle qualità della coscienza cosmica. La violenza, l'egoismo, l'aggressività sono qualità della coscienza cosmica che si manifestano nei rettili, nei mammiferi e anche nell'homo (negli strati inferiori del nostro cervello).
Noi abbiamo la neo-corteccia perchè in noi si potessero manifestare anche altre qualità della coscienza cosmica e cioè: intelligenza, creatività, compassione, libero arbitrio.

E proprio qui sta il problema. Noi viviamo il dualismo tra la nostra natura inferiore (strati inferiori del cervello che abbiamo ereditato dalla storia evolutiva: dove si manifestano le qualità di egoismo, aggressività, violenza) e la nostra natura superiore (strato superiore del cervello o neo-corteccia che è solo nostra ed è la nostra specificità: dove si manifestano intelligenza, creatività, compassione, libero arbitrio).
Solo noi viviamo questo dualismo.

L'agnello e la gazzella fanno l'agnello e la gazzella e mangiano l'erba.
Il lupo fa il lupo e mangia l'agnello.
Il leone fa il leone e mangia la gazzella.
Il sasso fa il sasso.
La galassia fa la galassia.
Sono tutte forme di materia che manifestano specifiche qualità della coscienza cosmica e sono vincolate alle leggi di natura (anch'esse manifestazioni della coscienza cosmica) che ne regolano il comportamento.
Non vivono nessun dualismo. Seguono semplicemente la loro natura per garantire l'intelligenza dell'equilibrio.

Noi, invece, possiamo, allo stesso tempo, distruggere le foreste e massacrare i bambini per costruire un oleodotto per arricchirci (egoismo, aggressività che derivano dalla nostra natura inferiore e animale che abbiamo ereditato dalla storia evolutiva) o possiamo costruire ospedali per curare i bambini, salvare le foche dall'estinzione e rimboschire le montagne (creatività, compassione, intelligenza, libero arbitrio che derivano dalla nostra natura superiore dove risiedono le qualità specifiche della nostra specie).
E' da questo dualismo che nascono i concetti di "male" e "bene".

Quando agiamo in modo intenzionale a partire dalla nostra natura inferiore e mettiamo la nostra natura superiore al servizio della natura inferiore (cioè mettiamo l'intelligenza-creatività-libero arbitrio al servizio dell'egoismo, aggressività) compiamo il "male".
Quando, invece, agiamo in modo intenzionale a partire dalla nostra natura superiore e mettiamo la nostra natura inferiore al servizio della natura superiore (cioè mettiamo l'egoismo, aggressività al servizio dell'intelligenza-creatività-libero arbitrio-compassione) compiamo il "bene".

Cioè noi abbiamo una natura superiore dove risiedono le nostre qualità specifiche (che sono manifestazioni della coscienza cosmica). E il nostro scopo è vivere basandoci su questa natura superiore che è la nostra specificità....mettendo la natura inferiore (che abbiamo ereditato dalla storia evolutiva) al servizio della natura superiore.
Questo è il nostro scopo.

Ciao Myfriend,
Un gatto di un mio vicino è più selvatico che domestico. Caccia topi, uccellini, ecc.
Un giorno di primavera un uccellino non ancora in grado di volare cadde dal nido e "urlava".
Arriva il gatto come un fulmine, ad un palmo dall'uccellino.........e si ferma, non lo attacca.
Non so se per empatia o cos'altro, ma il gatto lo ha lasciato stare e se ne è tornato sui suoi passi.

Ci sono eventi, a volte come rivelazioni, che escono dalle regole comuni e capitano anche a noi nella nostra esistenza, eventi inattesi, sorprendenti.

Non c'è egoismo negli animali c'è competizione di cibo. Ma la loro cassaforte è quasi sempre la quantità di cibo che riempie lo stomaco, Non hanno titoli, denaro, casseforti, non sterminano quasi mai e se lo fanno è in una condizione anomala,non naturale, come una faina dentro un pollaio, perché il pollaio non è naturale.

C'è chi chiama l'Essere, Bene, chi Coscienza cosmica. Tralasciando le elucubrazioni etimologiche delle parole mi trovo d'accordo con te sul discorso generale.
Sostengo infatti che vi sia un ordine(persino il disordine il caotico è dentro l'ordine), una regolarità che infatti permette a noi umani di leggere il mondo, in qualche modo persino di prevedere i fenomeni, i loro comportamenti.
Noi abbiamo una sfera della volontà che sfugge alle regole della natura terrena, ma dall'altra parte dobbiamo adattarci fisicamente al pianeta come temperatura e pressione e alle regole naturali della vita. Per questo sostengo che l'uomo sia "ambiguo".La sfera della volontà non è affatto il bene,è possibile che sia bene, ma non necessariamente, perché la volontà può fare il male. L'istinto,soprattutto di sopravvivenza non è bene o male, è neutro.
L'uomo può essere egoista, l'animale no. L'uomo ha sviluppato un pensiero e la facoltà della volontà per questo ha il libero arbitrio. L'uomo sfrutta un altro uomo e non ha un limite il suo accaparramento sui propri simili e lo sfruttamento della natura (che non è fare fruttare la natura).
Agisce seconda una propria coscienza, un atto di volontà, una libertà di scelta.
Il capobranco per quanto per diventarlo abbia duellato e senza uccidere, ora è il dominante, ma agisce per il branco, non lo sfrutta, lo difende. La nostra volontà può essere spinta verso due opposti, ciò che chiamiamo bene e male. Un uomo egoista non è colui che ruba perché non ha nulla da mangiare, ma colui che persevera avendo già abbondanza.
Gli animali si rubano il cibo perché hanno lo stomaco vuoto e non hanno frigoriferi....
Il capobranco animale quando mangia la preda era come la consuetudine, forse persa oggi, secondo cui il capofamiglia umano era il primo ad essere servito. Ma il capofamiglia e il capobranco non mangiano tutto quello che c'è,si servono solo per primi e lasciano poi agli altri che debbono sfamarsi.
E' così semplice.........eppure l'uomo ha complicato tutto.

La natura e l'universo danno segni e signifcati di armonia ed equilibrio. il nostro problema umano è nella sfera della volontà.
#438
Tematiche Filosofiche / Re:La morte
25 Novembre 2019, 23:34:59 PM
Citazione di: bobmax il 25 Novembre 2019, 22:19:00 PM
Citazione di: paul11
ciao Bobmax,
Se ogni cosa che esiste ha una sua significazione, persino il lager, le bestialità, il male ha una sua necessità nella regola universale; anche lo stesso morire, il dipartire.

Tu dici che il Bene è assoluto, potrei essere d'accordo come estrema sintesi. E' la dimostrazione del pensiero che manca per arrivare a definire Bene. Potrei dirti che l'inferno è già qui e ora, essendo
la terra infero rispetto al supero universale, , essendo qui nelle esistenze, nella vita, dove si combatte il Bene e il Male dove è difficile scegliere il grano dalla gramigna.

Se il Bene è assoluto è eterno come la verità, ma il divenire del destino umano ci offre la manifestazione anche del male, noi stessi possiamo fare del male, deve esserci una relazione a questo male necessario rispetto a quel Bene assoluto ed è proprio nel piano della nostra vita, esistenza, esser-ci, che deve rivelarsi questa diatriba come rivelazione,come verità.
E' il superamento del male che può essere anche in noi per arrivare a quel bene assoluto?
Questo è già uno dei significati della nostra esistenza

Ciao Paul11

L'inferno non è quello che tu descrivi, è ben altro.

Perché l'inferno non ha nulla a che vedere con l'eterno conflitto tra bene e male.

L'inferno è il ritrovarmi colpevole senza speranza di redenzione. E' lo scoprire di essere, proprio io, il Male!
Questa constatazione, che è assolutamente vera, mi condanna ipso facto all'inferno.
E l'inferno è per sempre.

In questa assoluta desolazione, il Bene brilla come non mai!
Il Bene è ora certo, come certa e giusta è la mia condanna per l'eternità.

Vi è altro modo per sincerarsi del Bene?

Non lo so.
Ma mi sa che l'inferno sia il destino inevitabile di chi cerca la Verità.

Vi si entra di propria volontà. Senza alcuna speranza di salvezza. Perché è impossibile!

Ma per Dio tutto è possibile...
ciao Bobmax,
Quale sarebbe la colpa? Di esistere, di esser-ci?
La mia risposta è che necessariamente deve esserci un senso, un significato in tutto questo e qui davvero la logica si ferma .........e viene altro, quel totalizzante conoscere che riesce a scuoterci.
Per questo sono un credente. Quì siamo fra la luce e le tenebre, fra la vita e la morte.
Se ritieni il Bene come assoluto non ho nessun argomento logico per cui il Bene debba condannare la creatura umana:perchè mai? Perché mai il Bene condanna l'esistenza umana pregiudizievolmente,senza appello, senza giustizia? Non traggo nessun senso, nessun signifcato.
Noi possiamo fare del bene, comportarci bene
Persino un ateo che "sente" come un dovere di comportarsi onestamente, rettamente è indirizzato verso il bene, anche se non ci crede, anche se non lo comprende? Semplicemente lo "sente".
Non è forse dei semplici di cuore quel bene? Penso che infatti sia questa la strada di senso, l'orizzonte della vita per superare il timore della morte, qui nel divenire delle apparenze.
E' contraddittorio un Bene assoluto ed eterno ed un male eterno nel divenire incarnato da noi umani. Non regge il senso, anche se può essere pesante vivere.

La verità ,ribadisco, è da cercare in modo totalizzante, non solo per vie logiche, non solo per vie filosofiche, non solo per vie artistiche, coinvolge noi totalmente corpo e spirito, coscienza,anima.
E' un"sentire"interiore.
Se c'è il Bene c'è una Giustizia.
#439
Tematiche Filosofiche / Re:La morte
25 Novembre 2019, 23:04:27 PM
ciao Myfriend
Sei in contraddizione, spinto dall'entusiasmo scientista.
1) la natura in sé e per sé ha una morale? Se dici di no allora...
2) Se l'uomo ha un cervello evolutivo e la natura non ha morale, neppure il cervello dovrebbe avere una morale e quindi non risiederebbe nessun parte o strato di cervello deputato al bene o al male.

Chiedilo alla scienza che in filosofia della mente, composta da neuroscienze e cognitivismo e spinta dal funzionalismo non sa la relazione fra mente e cervello, predicando occorrenze, identità e sopravvenienze, non sa nemmeno dove sia la coscienza.
Però, intanto, la filosfia analitica in logica utilizza operatori modali come: possibilità e necessità che appartengono alle filosfie antiche.
Sta a vedere che tutto ritorna...alla fine.
Ti risulta che nei neuroni al microscopio elettronico abbiano visto i non-vedenti materialisti-naturalisti-relativisti, un barlume di coscienza? Chiedilo ai pseudopensatori del postmodernismo che raccontano fiabe ,facendo da fiancheggiatori allo scientismo .

Ti risulta che gli animali linguisticamente sappiano pensare alla morte propria?
Lo strato più recondito del cervello spiega l'istinto di sopravvivenza, non l'egoismo, spiega gli automatismi metabolici funzionali, come la respirazione e il battito cardiaco che non sono atti volontari della corteccia cerebrale che con le aree di Broca e Wernicke sono deputate al linguaggio.

L'evoluzione scientifica.......la più gran bufala della storia.
Ti risulta che in milioni di anni qualche scimmia sia riuscita a costituire un barlume di area linguistica e abbia saputo collegarla alla laringe per modulare le parole?
Chiedi agli scientisti di fare una seduta medianica con l'ectoplasma di Darwin.
Dopo milioni di anni nessuna specie si evolve verso l'uomo: i virus sono ancora virus, il plancton è ancora lì, i muschi i licheni, come le amebee e i protozoi. Chissà perché ognuno sta al suo posto a mantenere la catena alimentare ed ecologica e costituire gli habitat.
Nulla è più adattativo dei virus e dei batteri che ci uccidono. Sono loro non le orche o i leoni ad ucciderci e si trovano dai geyser a sotto i ghiacci dell'Antardide.

L'evoluzione quindi spiegherebbe il nostro cervello?

Che il cervello si trovi in un videogame, in stato allucinogeno per droghe, in un cervello senza corpo in una vasca, se sia in coma e addirittura il cognitivismo ritene che ascoltano nello stato fetale,se pensa, se soffre o gioisce, vive e in quanto tale non modifica affatto i fondativi della filosofia . Non sposta affatto le domande e risposte sulla vita e morte, ed eventualmente il bene e il male.
La morale non è una categoria naturale, così come la mente pensa a geometrie ,logiche, matematiche che non sono ontologie appartenenti né alla natura e neppure alla materia. Ma intanto gli scientisti che non capiscono la mente e il cervello la usano per i loro scopi.
Semmai il nostro cervello è analogico al mondo, può leggere il mondo
#440
Tematiche Filosofiche / Re:La morte
25 Novembre 2019, 13:04:05 PM
Citazione di: bobmax il 25 Novembre 2019, 08:46:53 AM
Ciao Paul11

Il Bene è il Fondamento!

Se ci limitiamo al pensiero razionale, continuiamo a scavare senza costrutto, perché dimentichi di ciò che fonda questo stesso nostro pensiero.

Occorre capovolgere completamente le premesse!

Il Bene non è qualcosa che appare o meno nell'esserci, dove viviamo nella contraddizione, dove c'è pure il male.
Nell'esserci vi è un po' di male e un po' di bene, ma mai il Bene assoluto!

Tu ti domandi cosa sia il Bene...
Questa tua stessa domanda mostra la dimenticanza dell'Essere.
Vorresti porre davanti a te il Bene a guisa di un qualcosa, per poter stabilire che cos'è!
Vorresti conoscere ciò che ti fonda!

Per avvertire l'assurdità di questa pretesa, occorre andare all'inferno.
Solo lì infatti il Bene è certo.
ciao Bobmax,
Se ogni cosa che esiste ha una sua significazione, persino il lager, le bestialità, il male ha una sua necessità nella regola universale; anche lo stesso morire, il dipartire.

Tu dici che il Bene è assoluto, potrei essere d'accordo come estrema sintesi. E' la dimostrazione del pensiero che manca per arrivare a definire Bene. Potrei dirti che l'inferno è già qui e ora, essendo
la terra infero rispetto al supero universale, , essendo qui nelle esistenze, nella vita, dove si combatte il Bene e il Male dove è difficile scegliere il grano dalla gramigna.

Se il Bene è assoluto è eterno come la verità, ma il divenire del destino umano ci offre la manifestazione anche del male, noi stessi possiamo fare del male, deve esserci una relazione a questo male necessario rispetto a quel Bene assoluto ed è proprio nel piano della nostra vita, esistenza, esser-ci, che deve rivelarsi questa diatriba come rivelazione,come verità.
E' il superamento del male che può essere anche in noi per arrivare a quel bene assoluto?
Questo è già uno dei significati della nostra esistenza
#441
Tematiche Filosofiche / Re:La morte
25 Novembre 2019, 01:21:01 AM
ciao Bobmax,
A mio parere non è inestricabile se categorizzi i domini: universale, natura, umano e situalizzi bene il piano ontologico ed gnoseologico.

Il problema fondamentale è : a che serve esistere? L'esser-ci è posizionato come sul piano ontologico e gnoseologico rispetto all'Essere?
Il divenire della trasformazione che noi viviamo con l'esser-ci è gnoseologico è conoscenza su tutte le sfaccettature dell'essere; interessa quindi la logica, interessa lo spirito e l'anima, interessa i sentimenti, interessa il piano teoretico e pratico anche della realtà; perché non si può fare sintesi della vita senza tenere ancheconto  dell'esperienza fisica, quindi bisogna dialetticamente far sintesi del pensiero inteso come astrattezza e della realtà concreta come esperienza. Se la conoscenza non è totalizzante noi vediamo solo una sfaccettatura della verità.
L'esistenza, l'esser-ci è quindi nel dominio del divenire perché è qui che noi formalizziamo la conoscenza che permette di andare sul piano ontologico dell'Essere, quindi la vita ha senso come esperienza conoscitiva totalizzante,in quanto permette di intravvedere la verità nell'Essere.

Se non c'è alcun Essere dovresti formulare almeno un'ipotesi da dove viene l'universo, come si è formato il DNA, cromosomi, insomma la vita, e che senso ha vivere.

Noi attraversiamo quello che tu chiami nichilismo perché se la verità è incontrovertibile ed eterna, noi stiamo attraversando il divenire che è antitetico all'eterno e quindi dialetticamente è negativo.
Tutto ciò che appare e scompare in divenire è contraddittorio rispetto all'Essere che è verità.
Il nichilismo è credere che la verità sia nel divenire, in ciò che appare e scompare. Ma è necessario che per conoscere, la vita sia nel divenire, sia contraddittoria rispetto alla verità,Il piano gnoseologico deve essere in divenire, il piano ontologico della verità deve essere nell'eterno e adatto che se l'Essere è in un tempo diverso dell'esistenza esso è aletheia, è apparire e nascondimento  come forma, essenze, come sintesi del dominio dei fenomeni in divenire, poiché la nostra mente può avere riferimenti a iniziare dallo spazio e tempo e il nostro corpo è fisico e necessariamente dentro le regole della natura e della fisica.
Ma il vero depositario della conoscenza totalizzante è la coscienza, non è né solo la ragione e neppure solo i sentimenti, in quanto è il luogo della sintesi delle diverse modalità del conoscere, diversamente, daccapo, conosciamo solo sfaccettature della verità.

E il Bene che cosa è ? L'esistenza è contraddittoria rispetto al piano ontologio dell'Esseree per questo nel dominio dei fenomeni appare anche il Male, non solo il Bene, appare la gioa come il dolore. Noi viviamo nella contraddizione del divenire poiché ha regole contraddittorie rispetto all'Essere, ma ciò è necessario poichè la vita è esperienza fisica, corporea, mentale, coscienza e siamo qui per conoscere, per intravvedere la verità che è oltre il tempo del divenire e del trasformazioni.

Il nichilismo ha diverse interpretazioni. La prima è rompere con la tradizione ed è quella convenzionale. Personalmente e mi par qui di essere d'accordo con Severino, il nichilismo è credere che la verità sia nel tempo del divenire ,quando invece la verità non può che essere eterna.
Il nichilismo è anche ritenere che l'Essere non ci sia e quindi ridurre all'esistenza esperienziale e ai fenomeni fisici e quindi allo scientismo, la verità che non può che essere fallibile in un mondo che si trasforma in continuazione correndo dietro ai fenomeni e nuove scoperte.

Noi saremmo un nulla che conosciamo ed esistiamo?
L'Essere come ho scritto, non è l'esser-ci.
#442
Tematiche Filosofiche / Re:La morte
24 Novembre 2019, 18:07:04 PM
Citazione di: bobmax il 24 Novembre 2019, 16:57:57 PM
Citazione di: paul11 il 24 Novembre 2019, 11:37:32 AM
Citazione di: bobmax il 23 Novembre 2019, 16:55:20 PM
Ma noi siamo già ora nulla.

E non lo vogliamo ammettere, soprattutto a noi stessi.

Perché ci siamo persi in questo esserci, e lo abbiamo scambiato per la realtà, l'unica realtà...
E invece la realtà è il Nulla.

Solo nell'istante in cui tutto l'esserci si trasfigura, e si mostra per quello che è: l'amato, affiora in noi la consapevolezza di essere Nulla.

Ogni cosa si mostra allora nella sua veracità: manifestazione dell'Amore assoluto.

Al di là dell'esserci e non esserci, noi siamo Nulla, e allo stesso tempo Tutto.
Il tuo nulla è metaforico e poco chiaro se non viene descritto, definito.
Il mio nulla è logico.Non ci può essere nulla prima dell'esistenza, di ciò che è e ciò che è non può sparire nel nulla.
La trasformazione termodinamica esplicata da Severino nela famoso la legna e la cenere, non toglie l'essenza dell'essere in ciò che è della legna che si trasforma in cenere con il fuoco. Perchè ciò che era PRIMA non può non-essere DOPO.La legna è e non puà non-essere più quando appare la cenere.Sono due entità diverse.Noi crediamo che la sostanza porti con sè la forma, ma non è così.Anche l'acqua sublima in ghiaccio ed evapora in vapor acqueo.Gli stati fisici non sono leggi eterne, sono apparenze di uniche sostanze.

Verità logica?

Non esiste nessuna verità che provenga dalla logica!
La logica non è sorgente di Verità!

La logica serve, è indispensabile, per inoltrarci nel mondo.
Ma non offre in sé alcuna verità!
Permette di costruire un modello di come il mondo funziona. Un modello utile, importante, ma che non è la Verità.

Il tuo nulla logico è solo il risultato di presupposti che dai per scontati, e che scambi per "verità".

Come l'intendere con "essere" ciò che è semplicemente "esserci"

La logica di per se stessa è una legge vuota.
Che occorre alimentare ogni volta con ciò che stabiliamo essere "vero".
Un "vero" però sempre relativo.
Come l'essere della tua legna o i principi della termodinamica.
Sono tutti gradini, utili, indispensabili, per la nostra ricerca. Ma che MAI sono la Verità.

Davvero una strana fede la tua, a ben guardare...
Vorresti l'Assoluto, e poi questo Assoluto dovrebbe sottostare a leggi che tu consideri a loro volta assolute...

E poi, vuoi le definizioni?
Definizioni dell'Assoluto?

Davvero sei convinto che non esistano caposaldi del pensiero, che lo reggono e, proprio per questo, non possono essere definiti, ma solo vissuti?
Stai come altri non rispondendo e girando in giro.
La logica è uno strumento del ragionare intellettivo, un corretto utilizzo dei linguaggi che sono costituiti di sintassi, che sono le regole, e semantica, che sono le parole.
Ho spesso scritto di logica predicativa aristotelica, di logica proposizionale che nasce dagli stoici e si riprende con Frege- Russell- Wittgenstein, ecc.
Una serie di parole  è dentro una proposizione e ogni parola ha senso nel discosrso  se denota qualcosa se predica qualcosa.
Quindi la logica, ribadisco, permette di capire se una proposizione, un'argomentazione è corretta e si dichiarano vere se c'è coerenza fra premesse, i medi argomentativi e dimostrativi e conclusione.


Quindi una verità logica è SOLO un corretto utilizzo di ragionamenti induttivi e deduttivi costruiti ad es. con inferenze sillogistiche .
Gli assiomi, i postulati, gli enunciati sono o esperienziali o tautologici (dichiarati evidenti).

Se mi dichiari un NULLA devi provarmi che "è", che ontologicamente è un ente e gnoseologicamente le sue relazioni argomentative sul piano logico.
Se così non è io ti rispondo "Nembo kid"

Quindi: 1) la premessa è un nulla 2) nasciamo e moriamo3) conclusione un nulla.
Che senso ha vivere se la premessa è la conclusione è "nulla"?
Relazione: a) dominio naturale terrestre.b) dominio universo
E' costituito di cicli di cui come la nostra esistenza: 1) origine nulla, 2)esiste la natura e l'universo
3) conclusione il nulla perché nessuno conosce la fine della natura terrestre tanto meno dell'universo.
Che senso hanno la natura e l'universo se non conosciamo l'origine e la conclusione? ma questo sul piano deduttivo esperienziale e non tauto-logico.

Si deduce che il problema ontologico della vita è simile ai domini di natura terrestre e universo.

Il problema quindi non è l'esistenza , esser-ci, è l'Essere che fa sintesi della stessa problematica di vita umana, vita naturale e vita universale. E questo non può gnoseologicamente dimostrarlo la scienza che dimostra solo sul piano sensibile.
Il ciclo della vita umana, i cicli della natura sono a loro volta dentro la grande ruota del ciclo dell'universo.

L'Essere per antonomasia è ciò che originò l'universo che sostanzia nelle forme dei cicli della vita: umana, naturale, universale. La verità è quindi la sintesi delle forme, essenze,  che corrispondono a tutti e tre i domini, non SOLO in uno.
C'è una unica verità originaria che determina la vita universale, quindi compresa quella naturale e la vita umana.
E non può essere il nulla, il non-essere. Il non-essere non genera esistenza.
#443
Tematiche Filosofiche / Re:La morte
24 Novembre 2019, 11:37:32 AM
Citazione di: bobmax il 23 Novembre 2019, 16:55:20 PM
Citazione di: paul11
Veniamo forse da un nulla, da un niente?
Essendo gettati nel mondo e non ne abbiamo ricordo, a meno che si creda alla metampsicosi
e qualcuno sappia raccontare di esistenze precedenti, e anche qui è un mistero........., noi guardiamo al dopo, al fatal destin.
Mi sembra del tutto logico chiedersi che l'esistenza fisica in sé e per sé non racchiuda verità, siamo attimi rispetto ai grandi cicli universali. Fermarsi all'esistenza in sé e per sé, non dà un senso, un percorso, una significazione, almeno dal punto di vista logico.
Ma perché mai essere virtuosi, morali, etici, se tanto è l'agone dell'esistenza presa per sé, in quanto con la morte......puff....tutto svanisce in un nulla?

Ma noi siamo già ora nulla.

E non lo vogliamo ammettere, soprattutto a noi stessi.

Perché ci siamo persi in questo esserci, e lo abbiamo scambiato per la realtà, l'unica realtà...
E invece la realtà è il Nulla.

Solo nell'istante in cui tutto l'esserci si trasfigura, e si mostra per quello che è: l'amato, affiora in noi la consapevolezza di essere Nulla.

Ogni cosa si mostra allora nella sua veracità: manifestazione dell'Amore assoluto.

Al di là dell'esserci e non esserci, noi siamo Nulla, e allo stesso tempo Tutto.
Il tuo nulla è metaforico e poco chiaro se non viene descritto, definito.
Il mio nulla è logico.Non ci può essere nulla prima dell'esistenza, di ciò che è e ciò che è non può sparire nel nulla.
La trasformazione termodinamica esplicata da Severino nela famoso la legna e la cenere, non toglie l'essenza dell'essere in ciò che è della legna che si trasforma in cenere con il fuoco. Perchè ciò che era PRIMA non può non-essere DOPO.La legna è e non puà non-essere più quando appare la cenere.Sono due entità diverse.Noi crediamo che la sostanza porti con sè la forma, ma non è così.Anche l'acqua sublima in ghiaccio ed evapora in vapor acqueo.Gli stati fisici non sono leggi eterne, sono apparenze di uniche sostanze.
#444
Tematiche Filosofiche / Re:La morte
24 Novembre 2019, 11:21:57 AM
Citazione di: Phil il 23 Novembre 2019, 16:32:11 PM
Citazione di: paul11 il 22 Novembre 2019, 23:09:08 PM
Ma perché mai essere virtuosi, morali, etici, se tanto è l'agone dell'esistenza presa per sé, in quanto con la morte......puff....tutto svanisce in un nulla?
Se non si deve esserlo per il minaccioso giudizio del tribunale celeste, si può esserlo per salvarsi dai tribunali terrestri; per tutto ciò che non è giudicato da tali tribunali (consuetudini, piccoli gesti, etc.) vale anche la domanda al contrario: «perché non essere virtuosi, morali, etici se... etc. ?».

L'ambiguo motto dostoevskiano (di cui si è già discusso) non tiene apparentemente presente il contesto umano: se fossimo nella giungla, tutto sarebbe lecito e vigerebbe la legge animale del più forte; tuttavia siamo, quasi tutti, abitanti di società legiferate e socialmente strutturate: se decidiamo di non comportarci in modo virtuoso, morale, etc. sappiamo già quali sono i rischi e gli eventuali benefici pre mortem (come quando chiediamo o meno la fattura per un servizio ricevuto); pur in assenza di valori religiosi, ci sono valori comuni nella società, nella cultura di ogni popolo, riflettendo sui quali ciascuno può compiere le sue scelte, senza necessariamente pensare al post mortem.
Che cosa ci sia dopo la morte è certamente rilevante per i credenti, ma resta eloquente il fatto che la maggior parte dei non credenti, in risposta alla tua domanda, pur confidando nell'assenza di giudizio divino post mortem, non tendano per questo a lasciarsi andare spensieratamente alle peggiori nefandezze, sebbene persuasi che
Citazione di: paul11 il 22 Novembre 2019, 23:09:08 PM
Non c'è giudizio, non c'è verità........e intanto le logiche universalicon i suoi cicli  continuavano prima di noi e continueranno dopo noi.
Ti risulta che appunto lo Stato ammanetti con morali e sanzioni con sorrisi?
Di quali valori stiamo cianciando? Quelli nelle casseforti, nei paradisi fiscali, nei conti cifrati,
l'oro nelle cassette di sicurezza? Questi meschini personaggi privilegiati che hanno potere e denaro credono nel materialismo naturalismo e relativismo .
Quegli ignoranti antichi,soppiantati da quella straordinaria cultura che iniziò nella modernità e decade nella contemporaneo, già sapevano dell'ambiguità umana: da una parte materialismo e naturalismo e dall'altra morale. Non ci sono vie di mezzo, o meglio, rimane l'ambiguità del comportamento umano e oggi vince. Aristotele nel trattato "Politica" scriveva che vi sono tre servitù: di famiglia, il figlio verso il padre; economico, il servo verso il padrone; di guerra, il vinto verso il vincitore. E' forse cambiato qualcosa nella nostra santa civiltà attuale?

Gli onesti e tutti coloro che tirano a campare e sorreggono materialmente, naturalisticamente quei meschini che hanno potere e denaro, in termini sociali, devono sapere che fanno il loro gioco. Ma la cultura,daccapo, li ha sottomessi inculcandogli che la vita è un conto corrente :dare e avere. Se vuoi avere bisogna sottomettersi alla legge del branco, che significa prostrarsi a novanta gradi e dire signorsì,perchè il potente ha ragione anche se dice scempiaggini. Perdere la propria dignità per avere briciole consumistiche materiali? E questa è una società morale?
Della coscienza si è fatto orpello indimostrabile nella cultura scientista dove dimostrabile è ciò che è dato agli occhi e così hanno ridotto la cultura ad un nonvedente.
La menzogna non è più immorale, è tattica e strategia; l'ipocrisia non è immorale, è equilibri sottili di continui compromessi; l'onesto, il probo, sono solo strumenti per i loro fini, essendo mansueti al loro cinismo meschino che fiuta potere e denaro.

Non bisogna porselo il problema di cosa viene prima di un vagito e cosa venga dopo il rantolo, così abbiamo enfatizzato la polvere, la materia, il denaro, il potere.
E intanto il dubbio rode l'umano quando vede la morte altrui e avvicinarsi al propria.

Buon per te se non ci sarà un tribunale celeste, perchè la regola della terra da sempre è potere e denaro e non è degli umani la Giustizia che non è la legge.
#445
Tematiche Filosofiche / Re:La morte
24 Novembre 2019, 00:31:58 AM
Citazione di: Ipazia il 23 Novembre 2019, 09:40:16 AM
Citazione di: paul11 il 22 Novembre 2019, 23:09:08 PM
Ma perché mai essere virtuosi, morali, etici, se tanto è l'agone dell'esistenza presa per sé, in quanto con la morte......puff....tutto svanisce in un nulla?

Questo è il peccato originale della filosofia che ha sostituito alla vita l'idea, riducendo la vita (comprensiva della morte) all'idea della vita (e all'esorcismo della morte). FN l'aveva capito, ma era umano troppo umano maschile per venirne fuori. E la vita, si sa, è femmina, fin dalle origini. Come ben sapevano i nostri neolitici antenati che incarnarono la trascendenza nella dea madre e pure i greci più antichi che la identificarono in Gea. Ma poi la popolarono di fantasmi divini e idee umane.

Da Platone in poi questa cattiva filosofia (tutt'altro che aria fritta perchè ha plasmato l'universo antropologico così come l'abbiamo preso in eredità) è divenuta inarginabile ed ha continuato a dibattersi nella campana di vetro dell'Essere, divenuto enigma insolubile una volta privato del suo supporto materiale reale, malamente rattoppato nell'esserci che non redime perchè il peccato originale continua ad agirlo. Insieme con la vexata quaestio del superamento o meno della metafisica. Altrettanto insolubile finchè si cerca il superamento solo nell'Idea, nella trascendenza. E nelle idee che la agitano, come canne al vento in un deserto inospitale. Ha ragione bobmax a chiamare in causa l'amore; ma quale amore ?
E dovrei forse essere un ingenuo e illuso che crede di venire dalla polvere e andrà in polvere e calpesta quindi polvere e la sua vita è polvere?
Il materialismo e il naturalismo lo lascio a chi ha fatto della propria coscienza un orpello su un corpo fisico
#446
Tematiche Filosofiche / Re:Filosofia politica
23 Novembre 2019, 01:02:23 AM
ciao Viator,
Sai quanti passaggi potrebbero esserci fra il piccolo imprenditore, nel nostro caso agricoltore, fino ad arrivare al consumatore?
Ogni passaggio aumenta il prezzo, perché ogni intermediario nella catena logistica e del valore, vuol guadagnarci.
La catena intermediaria è possibile accorciarla fra agricoltore e consumatore se i piccoli imprenditori si consorziano e applicano il cooperativismo. Semplicemente perché il piccolo imprenditore non è in grado di supportare grossi investimenti da solo, ma se si uniscono hanno maggior peso contrattuale e guadagnano di più grazie alle economie di scala (se mantengono i prezzi finali correnti) oppure possono abbassare i prezzi.
Insomma, l'unione di tanti piccoli fa una grande cooperativa, consorzio, unione ,ecc. che volendo può accorciare fino renderla nulla, e quindi diventerebbe diretta fra produttore e consumatore.

In realtà si è fatto parzialmente e ci sono sempre problemi di organizzazione interna. Del tipo, chi comanda veramente in una cooperativa?
L'altra realtà è che invece abbiamo assistito a dismisura l'incremento del potere dei grossisti e del dettaglio a scapito del produttore, pensiamo solo alle banche che sono intermediarie fra risparmiatore e chi chiede denaro per investimenti.Ma questo per ignoranza dei risparmiatori: avrebbero potuto costituire loro banche, ma la gente preferisce farsi i fatti suoi e non impegolarsi i problemi , così alla fine ci perde.
Ma che dire ad esempio di Amazon? In questo caso emblematico un intermediario costruisce un rapporto con innumerevoli produttori e gestisce direttamente con il consumatore abbreviando e velocizzando i tempi logistici, facendo guadagnare il produttore che ha attraverso Amazon ha una enorme geografia potenziale di clienti e il consumatore ha prezzi ridotti e tempi veloci di consegna.

Ma Amazon, se ci pensiamo bene, è intervenuto in quella terra di nessuno che né produttori e neppure consumatori hanno cercato di accorciare. E sarebbe possibile se i consumatori si consorziano direttamente, così come i produttori.

Certi monopoli esistono comunque, come quella della Monsanto sulle sementi , ma qui devono intervenire gli Stati .
Saluti
#447
Tematiche Filosofiche / Re:La morte
22 Novembre 2019, 23:09:08 PM
Caro Jean
contraccambio il saluto.

Sì,la tua bella poesia ha similitudine. Soprattutto l'ultima quartina
Uno dopo l'altro veniam colti dall'ignoto

ma uno dopo l'altro da esso proveniamo,

se v'è inizio e fine allora non è vuoto,

se tu mi rispondi vuol dir che io ti chiamo.

Il primo mistero è da dove veniamo per nascere e non intendo l'aspetto fisico materiale.
Veniamo forse da un nulla, da un niente?
Essendo gettati nel mondo e non ne abbiamo ricordo, a meno che si creda alla metampsicosi
e qualcuno sappia raccontare di esistenze precedenti, e anche qui è un mistero........., noi guardiamo al dopo, al fatal destin.
Mi sembra del tutto logico chiedersi che l'esistenza fisica in sé e per sé non racchiuda verità, siamo attimi rispetto ai grandi cicli universali. Fermarsi all'esistenza in sé e per sé, non dà un senso, un percorso, una significazione, almeno dal punto di vista logico.
Ma perché mai essere virtuosi, morali, etici, se tanto è l'agone dell'esistenza presa per sé, in quanto con la morte......puff....tutto svanisce in un nulla?
Non c'è giudizio, non c'è verità........e intanto le logiche universalicon i suoi cicli  continuavano prima di noi e continueranno dopo noi.

Sì, è un "gioco" di richiami.
#448
Tematiche Filosofiche / Re:Transumanesimo e Sini
22 Novembre 2019, 15:38:41 PM
Ciao Green,
citaz Green
per paul : nietzche la fenomenologia della menzogna te la introduce subito in umano troppo umano: che ne sapete VOI di quali menzogne ha bisogno la vita per poter dire "io voglio vivere!" ?Il tutto nella mimesi del "mi chiamano un uccellatore addirittura un pervertitore della morale, ma anche un pioniere e un uomo di grande forza intellettuale" (socrate? senza essere socrate infatti è una mimemsi, il contrario della finzione platonica del potere politico o ideologico).Per quanto riguarda il nostro argomento comune, ossia il fondamento: per capire il fondamento non posso partire dalla sua pretesa naturalità, ti ho fatto questa critica da anni ma continui a ignorarla, ma va bene così.E' normale che non  capisci la prospettiva relativista di Sini. Non è affatto relativista, è invece serissiam presa di indagine delle forme della consocenza. Fra cui tuo malgrado quella naturale.Se poi non capisci che il transuamensimo è l'ennesima mimesi di qeullo stesso pensiero giusnaturale che inquina le menti del 99% dei filosofi non posso farci niente.RIcordo che con sorpresa che uno dei pochi che l'ha capito è stato il mediocre Bobbio, non ho ancora approfondito la cosa, ma ricordo che in uno dei tanti riassunti dei riassunti su internet, mi PAREVA che fossimo d'accordo. (questo nel caso qualcuno volesse approfondire o aprire 3d, troppo difficile farlo con serietà da parte mia, equivarrebbe a enunciare una nuova filosofia, che purtroppo per quanto infinitamente migliore di quella attuale, nemmeno quella riesce a soddisfarmi.Però sono qui.  Negli anni scorsi l'ho sempre data per scontata se qualcuno vuole lavorarci mi faccia sapere e apra 3d (io non lo farò, risponderò al massimo in base alle questione che si porranno) Lo dico sempre nel solco dell'idea di essere più chiari da parte mia.

Quì si parla di ciò che dice Sini nel video che hai linkato e non di cosa dice o pensa Nietzsche.
Per dire della menzogna bisogna prima definire autenticità e verità.

Il fondamento non è solo naturalità, la natura è solo un importante e imprescindibile dominio, ma non è tutti i domini.

E siamo daccapo: senza paradigmi fondamentali che dichiarano verità e autenticità, come è possibile orientare una qualunque conoscenza, se non perdendosi nelle infinite battaglie nella vacuità della mondanità.

Certo che il transumanesimo, in senso lato, è contrattualismo giusnaturalista; basta vedere come le menti pensanti di Google intendono il rapporto uomo-tecnica. L'uomo dovrà adattarsi alla tecnica e la tecnica in sé è niente affatto emancipatoria. Se l'uomo deve perdere la sua autenticità per diventare un servo tecnicista e non come prospettano contraddittoriamente che la tecnica aiuta l'uomo, si devono oltremodo chiamare in causa i fondamenti per svelare la verità contraddittoria che si cela dietro il dispositivo culturale.

Ho aperto recentemente la discussione "Filosofia politica", se ti interessa.

Un breve excursus su rapporto Heidegger-Nietzsche di cui scrivi.
Heidegger interpreta Nietzsche come critica radicale alla metafisica occidentale, ma vedeva l'antropomorfizzazione dell'Essere nella sua volontà di potenza. Simile a quello stesso atteggiamento filosofico che critica. Per questo lo ritene ancora l'ultimo metafisico.
Ma Heidegger nega la possibilità di una teologia naturale, in quanto riteneva che la filosfia dovesse occuparsi fino al limite del sacro, poiché qui interviene la fede. Ciò poiché non è possibile ridurre Dio a una nozione filosofica, mentre la teologia è la scienza di ciò che è disvelato nella fede, cioè di ciò che è creduto. Heidegger è quindi vicino alla teologia negativa, ad es. dei mistici neoplatonici nell'interpretazione della Parusia cristiana secondo cui Dio è"absconditus",quindi nascosto, ma che si dà attraverso il tempo, nella storia. Questo rivelarsi è "l'ereignis", l'evento.
Si deduce che l'uomo è progetto calato nell'esistenza che ha il dovere di custodire e rivelare l''Essere.
#449
Tematiche Filosofiche / Re:La morte
19 Novembre 2019, 16:20:31 PM
Il nulla è da dove veniamo, il presente è l'esistenza, il nulla è dove andremo?
E questo avrebbe un senso logico,esistenziale, intuitivo?
Che senso ha : ?-esisto-?. Nascita e morte interrogativi e in mezzo l'esistenza?
Chi accetta questa non-logica, non solo ha demolito i paradigmi, ma anche se stesso.

Tutto si trasforma affinché nulla è? Appunto il nulla.
Noi veniamo dal nulla e torniamo nel nulla, e intanto appariamo? Non è la scienza degli apparati
sensitivi amplificati, di microscopi e telescopi che può dare risposte.
Che senso ha una vita fra due punti interrogativi: quale morale, etica, che senso ha gioire e soffrire se dal nulla torniamo? Ma dire nulla come luogo da dove veniamo e torniamo non è più il nulla , è qualcosa, e dire che tutto si trasforma è come dire che ciò che appare non-è, perché non apparirà per sempre per divenire cosa? Un'altra cosa fuori di sé?Un è che non-è.?

Ogni cosa ha un senso, persino la nostra ignoranza. La morte è solo un tempo, come una stagione.
#450
Tematiche Filosofiche / Re:Filosofia politica
12 Novembre 2019, 12:29:12 PM
Citazione di: anthonyi il 12 Novembre 2019, 06:45:32 AM
Citazione di: paul11 il 12 Novembre 2019, 00:00:05 AM
Citazione di: Ipazia il 09 Novembre 2019, 16:03:02 PM
Filosofia politica é mimesis di etica. Trattarla al singolare é punto d'arrivo (provvisorio), non di partenza. Altrimenti si cade nella (vituperata) tecnocrazia. Nel pensiero unico. Anthonyi l'ha correttamente fatto rilevare.
non proprio. E' vero che  la filosofia morale è diventata filosofia poltica.
Ma dal Principe di Machiavelli c'è la distinzione fra attività  politica e  morale...................

Ciao paul, io ho detto che dietro i principi del diritto ci sono questioni etiche. La stessa nota affermazione di Machiavelli è di tipo etico, perché alla base dell'etica ci sono sempre fini di tipo collettivo. Più che altro Machiavelli costruisce una distinzione tra un'etica generale e un'etica politica.
Riguardo poi all'altro post secondo me sei troppo vincolato alle categorie formali, privato, pubblico sono concetti relativi, e  le caratteristiche dei contratti hanno similitudini che riportano sempre alla giustizia commutativa, almeno questo è quello che io sostengo. Così come nel contratto privato, anche nel contratto sociale il contraente si può sottrarre al rispetto dei patti non rispettando la legge.
Un saluto
Ciao Anthonyi
Che cosa intendi per etica? Dalla modernità ai giorni nostri con questo termine si intende di tutto.
Se etica è= comportamento nella pratica è fuorviante.
Se invece intendi etica relazionato ad una morale(termine volutamente espropriato dalla nostra cultura, addirittura come spregiativo), in Machiavelli c'è la separazione. L'uomo politico tende ad uno scopo e i suoi comportamenti non sono necessariamente coerenti con una morale: può esser cinico ,crudele; gli importa il risultato.

La filosofia è categorizzazione, diversamente diventa un minestrone insulso, chiacchiere e la filosofia politica non può sfuggire dai concetti e categorie che la caratterizzano.

Quando sei nato hai fatto un contratto con lo Stato? Non abbiamo scelte contrattuali,su questo ha ragione Hegel come già esposto. Se eseguiamo un contratto privato e una parte contrattuale si ritine lesa nei suoi diritti, si va da un tribunale che è dentro l'ordinamento dello Stato.
Con lo Stato c'è un rapporto di obbligo e non di scelte contrattuali. Le imposte le devo pagare, non ho scelte contrattuali di cambiare Stato se non fisicamente e giuridicamente andarmene via in un altro Stato che mi porrà altri obblighi. Con lo Stato abbiamo un vincolo di nascita e la nostra vita se è indisponibile nei contratti privati, diventa disponibile all'appartenenza dello Stato:ci può chiamare alle armi per una guerra, può sanzionare persino sulla pena di morte ,laddove gli Stati lo fanno.
Un saluto