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Messaggi - cvc

#436
Tematiche Filosofiche / Re:IL RITORNO DI PROTAGORA!!!
29 Settembre 2016, 18:21:52 PM
Citazione di: sgiombo il 29 Settembre 2016, 17:58:00 PM
Citazione di: cvc il 28 Settembre 2016, 16:23:48 PM
Citazione di: maral il 27 Settembre 2016, 22:54:43 PM
Ma perché mai ce l'avete tanto con Protagora sofista e democratico per eccellenza?
Credo che Protagora e i sofisti in generale abbiano portato alla luce il problema dell'uomo come "essere giudicante". Problema poi approfondito da Socrate e dalle scuole elleniche. L'uomo come misura significa che l'uomo a livello esistenziale si pone su di un piano completamente diverso dal resto della natura. In quanto le cose che cadono sotto la lente della scienza sono di due tipi: passive (che non giudicano=natura inerte), e le cose attive (esseri giudicanti=natura vivente). Questo è il problema della sistematizzazione della conoscenza e del riduzionismo. Dal momento in cui l'uomo come misura si è elevato dal sincretismo dei filosofi fisici, lo strappo non si è più ricucito. Perché nel mondo degli esseri giudicanti ogni giudizio successivo può retroagire sul primo giudizio, con buona pace della perfezione dell'iperuranio o del mondo delle idee o dell'universo perfettamente prevedibile di Laplace. Noi viviamo nell'imperfetto mondo dei nostri giudizi.
Credo però che Eutidemo si riferisse a Protagora nel senso della retorica come strumento per persuadere per il proprio interesse.
CitazioneMa rendiamo giustizia anche a Laplace, oltre che a Protagora!

Il grande matematico e fisico (e almeno per me anche ottimo filosofo) francese non parla affatto semplicisticamente di un "universo perfettamente prevedibile".

il suo celeberrimo passo del
"Saggio filosofico sulle probabilità" del 1814 maliziosamente distorto da tantissimi denigratori (solitamente viene citato interrompendolo maliziosamente ad hoc in modo da suggerirre un del tutto inesistente "delirio scientistico di onnipotenza" suona esattamente così:

Citazione
Tutti gli eventi, anche quelli che per la loro piccolezza non sembrano ubbidire alle grandi leggi della natura, ne conseguono necessariamente, come ne conseguono le rivoluzioni solari. Non conoscendo i legami che uniscono tali eventi allo intero sistema dell' universo, li si è considerati come dipendenti da cause finali o dal caso, a seconda che accadano e si succedano con regolarità oppure senza ordine apparente; ma queste cause immaginarie hanno subito un graduale regresso con l' estendersi dei limiti della nostra conoscenza, fino a scomparire completamente di fronte a una sana filosofia, che non vede in esse altro che l' espressione della nostra ignoranza delle vere cause.(omissis)
Dobbiamo quindi considerare lo stato attuale dell' universo come l' effetto del suo stato precedente e come la causa di quello futuro. Un' Intelligenza che conoscesse sia tutte le forze da cui è mossa la natura, sia la corrispondente situazione dei componenti di essa, in rapporto a un dato istante, e che fosse inoltre così vasta da poter trattare l' intera serie di tali dati per mezzo dell' analisi matematica, abbraccerebbe in una sola formula i movimenti tanto dei maggiori corpi dello universo, quanto del minimo atomo. Nulla sarebbe incerto ai suoi occhi, ed entrambi presenti le risulterebbero il passato e lo avvenire. Con la perfezione che ha saputo conferire alla astronomia, l' ingegno umano offre un limitato esempio di tale Intelligenza. Le sue scoperte in meccanica e in geometria, aggiunte a quella della gravitazione universale, l' hanno reso capace di abbracciare nelle medesime espressioni analitiche gli stati presenti e futuri del sistema del mondo. Applicando lo stesso metodo agli oggetti della sua conoscenza, l' intelletto umano è riuscito a ricondurre i fenomeni osservati a leggi generali e a prevedere quelli che vengono prodotti da determinate circostanze. Tutti questi sforzi nella ricerca della verità tendono ad avvicinarlo continuamente alla grande Intelligenza sopra nominata, dalla quale, però, resterà sempre infinitamente lontano. Siffatta tendenza, tipica della specie umana, è ciò che ci rende superiori agli animali, e il progresso in tal senso distingue nazioni ed epoche e ne costituisce la vera gloria.

(le parti in grassetto sono state evidenziate da me)

Come si vede per Laplace l' universo sarebbe "perfettamente prevedibile" (periodo ipotetico dell' irrealtà!) solo da un "Intelligenza" inesistente (o forse divina, per chi ci crede), dalla quale l' uomo e la sua conoscenza scientifica "resterà sempre infinitamente lontano": SIC!

L'intelligenza cui si riferisce Laplace è inesistente, ma il punto è che lui dice che, se esistesse, conoscendo tutti I dati passati essa potrebbe prevedere con esattezza il comportamento futuro dell'universo. Ma, dato I teoremi d'incompletezza di Godel, anche se esistesse non potrebbe comunque prevedere esattamente il futuro perchè per farlo avrebbe bisogno di una teoria che, stando a Godel, sarebbe o incoerente o incompleta. Non potrebbe cioè abbracciare con coerenza  tutte le relazioni e tutte le variabili del'universo. Ma, mi rendo conto che comunque con Laplace ho sbagliato l'esempio con cui volevo spiegare che I fenomeni umani sono meno prevedibili dei fenomeni fisici.
#437
Tematiche Filosofiche / Re:La nave di Teseo
29 Settembre 2016, 16:29:59 PM
L'identità è legata ai ricordi ed al fatto che I ricordi si racchiudono in unità, come una linea immaginaria che va dai nostri primi ricordi al momento presente. Questa idea di unità è fondamentale nella nostra vita psichica, la malattia mentale inizia infatti con la scissione dell'io. Abbiamo bisogno di essere sempre uguali a noi stessi, non nel senso che non cambiamo mai, ma nel senso che ci sentiamo contenitori di un unica esperienza, un solo flusso che va dalla nascita  al presente. Questa contrapposizione ed unità di cambiamento e immutabilità è ben rappresentata dal fuoco eracliteo. Il fuoco cambia continuamente e nella sua costante trasformazione mantiene intatto il suo essere.
#438
Tematiche Filosofiche / Re:IL RITORNO DI PROTAGORA!!!
28 Settembre 2016, 16:23:48 PM
Citazione di: maral il 27 Settembre 2016, 22:54:43 PM
Ma perché mai ce l'avete tanto con Protagora sofista e democratico per eccellenza?
Credo che Protagora e i sofisti in generale abbiano portato alla luce il problema dell'uomo come "essere giudicante". Problema poi approfondito da Socrate e dalle scuole elleniche. L'uomo come misura significa che l'uomo a livello esistenziale si pone su di un piano completamente diverso dal resto della natura. In quanto le cose che cadono sotto la lente della scienza sono di due tipi: passive (che non giudicano=natura inerte), e le cose attive (esseri giudicanti=natura vivente). Questo è il problema della sistematizzazione della conoscenza e del riduzionismo. Dal momento in cui l'uomo come misura si è elevato dal sincretismo dei filosofi fisici, lo strappo non si è più ricucito. Perché nel mondo degli esseri giudicanti ogni giudizio successivo può retroagire sul primo giudizio, con buona pace della perfezione dell'iperuranio o del mondo delle idee o dell'universo perfettamente prevedibile di Laplace. Noi viviamo nell'imperfetto mondo dei nostri giudizi.
Credo però che Eutidemo si riferisse a Protagora nel senso della retorica come strumento per persuadere per il proprio interesse.
#439
Scienza e Tecnologia / Re:navigare in facebook
26 Settembre 2016, 09:15:45 AM
Sarebbe interessante in questo mondo dominato dal pragmatismo e dalla ricerca dell'utile, domandarsi quale sia l'utilità di facebook. Sarebbe scoccante scoprire che la maggior parte delle persone dedica la maggior parte del tempo ad una cosa che non serve a nulla. Oppure scoprire che in un mondo dove facebook è indispensabile, ci sono ancora dei dinosauri come me che riescono a vivere senza. Ma tutto il fenomeno dei social è basato sull'irrazionalità, e il mondo non rinuncerà mai a chi gli fa il permesso di essere stupido, di poter convogliare il velleitarismo, il voyerismo e l'irresponsabilità in un canale che da un senso a tanta stupidità. Non un senso vero e proprio, ma un senso dato dal consenso.
#440
Tematiche Filosofiche / Re:IL RITORNO DI PROTAGORA!!!
26 Settembre 2016, 08:48:05 AM
Più che di Protagora qui si tratta che le cose che riguardano il bene comune hanno oramai assunto un tecnicismo che le rende inaccessibili all'uomo medio. Quando uno va in banca per chiedere un prestito o per investire vorrebbe sapere una sola cosa: se quel prestito o quell'investimento fa per lui o no. Invece il tecnocrate di turno inizia a snocciolare una serie di informazioni, di particolari tecnici, di variabili che rendono smarrito il malcapitato e lo costringono a fidarsi ciecamente del burocrate, perché solo lui può fare luce in quella confusione che regna nei propri pensieri e che aumenta man mano che aumentano le spiegazioni. Lo stesso credo accada anche in politica: viviamo in un mondo fatto su misura da tecnici per i tecnici. Un mondo che a noi comuni mortali risulta sempre più incomprensibile.
#441
Attualità / Re:Voglio una pistola
22 Settembre 2016, 13:59:51 PM
Assai saggio l'intervento di donquixotte.
Il problema è tutto qui: dici al balordo di dpegnere la sigaretta perché confidi nella società e sai che quello non oserebbe farti del male fra tanta gente e in ogni caso pensi che fra tanti qualcuno ti difenderà, oppure sei cosciente di poter fare affidamento soltanto  su te stesso? Io la penso nel secondo modo, e quando spingo la carrozzina di mia mamma se posso evito o comunque cerco di calcolare bene le conseguenze delle mie decisioni. Poi riguardo al fatto se io sia codardo o meno, preferisco fidarmi più del giudizio della mia coscienza.
#442
Attualità / Re:Voglio una pistola
21 Settembre 2016, 20:49:11 PM
Purtroppo penso anch'io che per sopravvivere in questa deriva della violenza (nonostante ci sia chi la neghi con convinzione) occorre pensare al fai da te. Non nel senso di armarsi come Rambo, ma nel senso di una presa di coscienza del pericolo che, in gran parte dei casi, è già  metà dell'opera. Faccio un esempio stupido. Mi capita spesso, guidando, di vedere gente che attraversa la strada del tutto ignari del pericolo rappresentato dalle macchine, di comportano come se stessero passeggiando nel salotto di casa. Ugualmente molte persone vanno in giro del tutto inconsapevoli del fatto di vivere in una società che di sta facendo sempre più violenta, dove nella maggior parte dei casi per evitare il peggio basterebbe prestare un po' di attenzione. Nello specifico, occorre valutare anche l et eventualità che una semplice richiesta, come quella fi spegnete una sigaretta, può avere una risposta aggressiva. D'altronde se uno ci ragiona sopra capisce che se uno è tanto bestia da fumare in metropolitana, da una bestia ci ad i può attendere una reazione da bestia. Non si tratta di dare ora la colpa alla vittima, ma fi realizzare in un mondo sempre più violento e stupido, checché ne dica o pensi chi non avverte il problema perché non crede possa capitare a lui.
In realtà credo che nell'umanità sia in corso una sorte di regressione verso gli istinti più primitivi, dove il progresso rappresenta solo la facciata. Dietro al look alla moda ed alla tecnologia si nasconde una regressione alla bestia. La causa di questo chissà, un po' i predicatori della disinibizione assoluta, un po' la demenza digitale, la sfiducia nei valori, la pigrizia spirituale o altro. Di certo mi fa sempre una certa impressione pensare alla Psicologia Delle Folle di Le Bon.
#443
Percorsi ed Esperienze / Re:Ho fatto un sogno ….
18 Settembre 2016, 08:58:10 AM
Citazione di: acquario69 il 18 Settembre 2016, 02:25:28 AM
Citazione di: cvc il 17 Settembre 2016, 15:17:04 PMStrana coincidenza, anche io alla fine degli anni novanta feci un sogno simile. Mi ricordo una specie di grattacielo di vetro in fiamme da cui attraverso i vetri rotti si vedeva la gente terrorizzata. Ed io ebbi l'impressione di vederli come da un elicottero. Quando successe il fatto non potrei fare a meno di associarlo al sogno. Ma ci sono stati altri casi nella vita in cui ho avuto modo di constatare la preveggenza dei sogni. Sono cose su cui ho sospeso il giudizio.

di questa serie di sogni che feci all'epoca mi ricordo di diverse "scene" praticamente simili a quelle che hai descritto tu...di questi vetri che si riducevano a miriadi di schegge che esplodevano nella conflagrazione.
comunque un giudizio non l'ho mai avuto nemmeno io,e naturalmente non mi attribuisco assolutamente cose di questo tipo,e non lho mai nemmeno lontanamente pensato!  figurati :)
pero come si fa a non considerare certe coincidenze così insolite e davvero così strane!..anche perché (ti parlo sempre del mio caso) le "scene" di questi miei sogni mi hanno davvero impressionato per la somiglianza di altrettante scene viste dopo nei filmati (e non prima!)  ed anche per l'insistenza in cui in quel periodo mi capitava di fare questi sogni,e gli unici che a differenza dei soliti quando mi alzavo le sensazioni mi rimanevo molto forti e per parecchio tempo e in aggiunta al fatto che sono gli unici che saprei sempre descrivere in qualche modo,poiché rimasti indelebili dentro.
I miei ricordi dei sogni non sono mai particolareggiati, anzi vedo spesso le cose confuse e sovrapposte. Ma ciò che mi rimane più vivido nei ricordi sono le sensazioni. Ed è proprio questo che mi colpisce, mentre le immagini nei sogni sono diverse da quelle del mondo della veglia e il principio di causalità è stravolto nel senso che magari ti sembra di essere in diversi luoghi o periodi temporali contemporaneamente, in questo caos appunto ciò che è strano è che non cambia la percezione dei sentimenti. Un sentimento percepito in sogno è uguale a quello percepito in stato di veglia. Quello che cambia è l'interpretazione razionale che possiamo dare a quel sentimento in base ai nostri ragionamenti ed ai nostri stati d'animo successivi. Ma la nostra mente percepisce come reale tanto le nostre sensazioni da svegli quanto quelle che abbiamo durante i sogni.
#444
Percorsi ed Esperienze / Re:Ho fatto un sogno ….
17 Settembre 2016, 15:17:04 PM
Citazione di: acquario69 il 17 Settembre 2016, 14:43:49 PM
per quanto mi riguarda e' estremamente raro che al risveglio mi ricordo di quello che ho sognato,al limite mi rimangono dei frammenti anche intensi ma che mi durano solo pochissimi istanti dopo il risveglio.

ce' stato pero un periodo della mia vita,che invece questi me li ricordavo molto bene ed erano ricorrenti e per diversi mesi di fila,anche se non perfettamente identici,ed infatti sono gli unici che saprei descrivere ogni volta e con molti dettagli anche nitidi che mi sono rimasti appunto indelebili.

sognai tanti aerei.
di quelli enormi,intercontinentali,in volo ad altissime quote ed io li vedevo come se fossi a pochi metri di distanza.
oppure che ero a mia volta dentro un aereo e dal finestrino ne vedevo un altro così vicino da intravedere gli altri passeggeri di fronte a me.
poi cominciai a sognarmi questi aerei che sorvolavano a bassa quota a ridosso di grandi citta con diversi grattacieli e nel sogno avvertivo il disagio di un pericolo imminente ed infatti capitava che questi andassero a finire inevitabilmente sfracellati in questi grattacieli con l'effetto di esplosioni gigantesche.


una certa mia personale curiosità di cui non ho potuto finire per non pensarci a posteriori e' che questi sogni li avrei fatti alla fine degli anni 90...
Strana coincidenza, anche io alla fine degli anni novanta feci un sogno simile. Mi ricordo una specie di grattacielo di vetro in fiamme da cui attraverso i vetri rotti si vedeva la gente terrorizzata. Ed io ebbi l'impressione di vederli come da un elicottero. Quando successe il fatto non potrei fare a meno di associarlo al sogno. Ma ci sono stati altri casi nella vita in cui ho avuto modo di constatare la preveggenza dei sogni. Sono cose su cui ho sospeso il giudizio.
#445
Percorsi ed Esperienze / Re:Ho fatto un sogno ….
17 Settembre 2016, 12:35:05 PM
Non entrando in merito al discorso sull'esorcismo per scarsità di esperienze e conoscenze al riguardo, direi che il sogno è un po' il lato oscuro della luna per l'uomo. Nel corso della storia l'uomo vi ha visto la divinazione, poi ha tentato di leggervi l'inconscio, si è poi scoperto che i sogni sono indispensabili per il benessere mentale. Ciò che avviene nel sogno è al di fuori dello spazio e del tempo, quindi al di fuori delle nostre connessioni di causalità. È interessante notare come nella cultura classica la letteratura si svolgesse nelle tre unità aristoteliche, che distinguevano nettamente la realtà della veglia da quella onirica. I due mondi sono invece collegati, forse proprio nel punto in cui prende dominio il simbolo. Nel mondo simbolico una cosa ha un significato, ma può averne anche un altro. La luna è un sasso polveroso, ma anche la suggestione amorosa dei poeti. Il campo onirico simbolico è il campo non della realtà, ma della possibilità della realtà. Fra mille suggestioni e sfumature, una è quella giusta. Ma qui fra essere e sembrare il confine è terribilmente sottile. Un po' come quello fra volontà e rassegnazione, libertà e necessità, intelligenza e sentimento, conscio e inconscio. Per comprendere ciò che ci vuol dire un sogno, impresa che resta sempre e comunque a dir poco ardua, conviene anzitutto rendersi conto di vivere su di un filo.
#446
Citazione di: anthonyi il 13 Settembre 2016, 16:45:53 PM
Citazione di: cvc il 12 Settembre 2016, 13:38:12 PM
Citazione di: paul11 il 12 Settembre 2016, 13:08:56 PM
Cvc,
l'ho letto parecchi anni fa il Principe di Machiavelli, ma non l'ho trovato cinico, ha ragione Rousseau a parer mio, asseconda la natura umana .In effetti è stato scritto da Machiavelli per  rientrare nelle grazie del potere fiorentino.
L'Arte della guerra di Sun Tzu è più cinico, ma sono scritti in maniera saggia.
Sono due grandi autori di epoche diverse che insegnano l'arte del governo degli uomini.

Il problema fra realpolitik ed etica non è solo il mezzo che dovrebbe essere coerente con lo scopo, (lo scopo giustifica il mezzo è il famoso detto machiavellico) ma dove chi governa dovrebbe avere come scopo non la conservazione del suo potere, ma la crescita del popolo in senso materiale ed etico.L'utopia quindi si scontra con la realpolitik. Anche perchè, "è poi davvero vero che il popolo ambisca  una crescita morale, oppure gli interessa il vil denaro, ricchezza e potere?"
Anch'io penso sia uno straordinario spaccato sulla realtà della natura umana, come trovo interessante rileggerlo nell'otica attuale, dove le decisioni istituzionali vengono prese in base ai dati macroeconomici e statistici nonché a quelli degli ideali libertari, mutuati perlopiù dal cristianesimo e dalla rivoluzione francese o dell'illuminismo in generale, ma si avverte lo spettro del vuoto di potere. Vuoto dato dalla mancanza di leader carismatici, dove l'incubo dei vari culti delle personalità novecentesche ci ha lasciato in eredità la fobia dei caratteri forti. Da questo potrebbe dipendere, in parte o molto, la mancanza di personalità che si lamenta nella classe politica e dirigente, in Italia e all'estero. Si cerca di risolvere tutto con la tecnocrazia e non si pensa più a coltivare l'arte della gestione del potere.

Sono d'accordo con le argomentazioni, che ripropongono l'idea che volevo rappresentare, per la politica i valori, gli ideali si pesano e assumono un significato relativo. Giustamente questo lascia un senso di vuoto rispetto a tempi nei quali un singolo valore diventava un assoluto, ma è meglio così, meglio il relativismo che l'assolutismo. Che poi questo implichi l'assenza di leader carismatici non lo so, comunque il governo non si improvvisa e la tecnocrazia è necessaria, per me una figura emblematica è Mario Draghi, un gran tecnocrate ma anche un bravo politico che ha saputo trascinare le opinioni dei vertici finanziari europei a favore delle sue tesi radicalmente opposte rispetto alle politiche monetarie europee che lo hanno preceduto.
I tecnici in quanto tali agiscono in base a dei modelli che sono semplificazioni della realtà, La realtà contiene sempre qualcosa che sfugge al modello e il tecnico non può fare niente se non studiare un nuovo modello. Ma resta il problema della discrezionalità, del che fare quando sorge una difficoltà non prevista dal modello e riguardo alla quale occorre prendere una decisione immediata. La politica, come tutte le attività dove l'animo ha altrettanta importanza del pensiero, resta un'arte e non una scienza. Altrimenti come si spiegherebbe che un coso come Trump rischia di diventare presidente?
#447
Attualità / Re:sulla giovane suicida di Napoli
15 Settembre 2016, 16:47:43 PM
Citazione di: Sariputra il 15 Settembre 2016, 16:13:31 PM
Citazione di: acquario69 il 15 Settembre 2016, 14:20:56 PM
Citazione di: altamarea il 15 Settembre 2016, 14:00:09 PMAcquario ha scritto:
Citazioneper una volta sono d'accordo con sgiombo sul fatto che alla fine di tutto questo nemmeno ce se ne rende più conto,infatti tutto deve rigorosamente (quanto inconsapevolmente) rientrare nel politicamente corretto di questo sistema del nulla
Anche questa proposizione non mi è chiara. Mi sembra che tutti i mass media ne stanno parlando da due giorni come di un caso eclatante che ha indotto una ragazza al suicidio. Un fatto che fa o dovrebbe far riflettere soprattutto i giovani incoscienti, che con i loro comportamenti non sanno il male che fanno. A loro basta irridere e giudicare il "capro espiatorio".
ritengo più semplicemente che certe analisi,(e questo a prescindere dalla ragazza in questione) non andrebbero fatte solo a senso unico o da un solo lato della medaglia.

Mi sembra che, più che "sistema del nulla", si vada verso un sistema totalmente narcisistico. Si è continuamente incoraggiati ad esporre la propria vita. Vedo gente dappertutto che continua a fotografarsi in tutte le posizioni e poi rimirarsi, spedendo il tutto agli amici virtuali e non. Questo è estremamente funzionale al "sistema business" mondiale. Osserva come tutti i social ti invitano a pubblicare le tue foto, facendoti capire che più ti esponi più verrai apprezzato. E' chiaro che, più guardi il tuo ombelico, meno guardi il mondo... :( . Ovviamente, meno guardi il mondo,  meno ti verrà l'idea e la tentazione di cambiarlo!...
Non conoscendo , nessuno di noi, e nemmeno gli autorevoli commentatori sulle Tv o sui giornali, cosa veramente passava per la testa della giovane, e qual'era il suo dolore abbiamo pochi elementi per dare un giudizio. Non ho seguito fino in fondo la vicenda ma, solo in via intuitiva, ho molte perplessità che quel video in rete sia la vera causa del suicidio. C'era, secondo me, un male più profondo di cui, la libera volontà di filmarsi in certi momenti e condividerli con altri, è possibile sintomo. E' quel senso di straniamento di cui parlavo in altra sezione. Il sentirsi estranei anche a sé stessi. Il non riconoscere la differenza tra noi e la nostra immagine virtuale.
Saggio intervento, Cui aggiungerei che se cambiare il mondo è sempre stata un'impresa titanica, ora è certamente impossibile. Perchè per cambiare il mondo occorre andare contro la massa, ma la civiltà dei social si identifica con la massa. Anzi è la sua unica ragione e scopo: essere la massa. E' un dare e avere di contenuti multimediali, uno scambio di emozioni che non fa altro che assimilare tutta l'umanità alla mentalità di massa. L'alternativa non è più andare con o contro la corrente, se sei fuori non esisti. Non è nemmeno il disprezzo snob di chi non ti accetta nel suo gruppo elitario: o sei massa o non esisti. E' la realizzazione della profezia di Le Bon. E' arrivata l'era delle folle. Con buona pace di Darwin dopo millenni di evoluzione, per la razza umana è iniziata l'involuzione. Lo sviluppo intellettuale riguarderà solo una ristretta cerchia di elite, i tecnocrati e i manovratori del potere. Il resto, la massa, si accontenterà di ridiscendere ai precedenti livelli evolutivi, prediligendo sempre più l'uso della parte inferiore del cervello.
#448
Attualità / Re:sulla giovane suicida di Napoli
15 Settembre 2016, 13:52:23 PM
Questi fatti ci mostrano quello che siamo: perfetti sconosciuti. Come il titolo del film di Paolo Genovese, dove un gruppo di amici, durante una cena, decide di condividere tutto quello che passa sui loro telefonini ed ovviamente si scatena l'inferno. La tecnologia è come il ritratto di Dorian Gray: nasconde in soffitta i nostri vizi permettendoci di andare in giro con la faccia pulita.
#449
Attualità / Re:sulla giovane suicida di Napoli
15 Settembre 2016, 08:15:01 AM
Citazione di: baylham il 14 Settembre 2016, 19:56:41 PM
La giovane donna non doveva vergognarsi affatto, la pornografia non degrada chi la fa.

Chi ha distribuito il filmato senza il suo consenso va punito; chi l'ha stigmatizzata fa pena per la sua mancanza di rispetto, di umanità.
Certamente in una società evoluta ed emancipata la pornografia non dovrebbe essere un problema. Però poi si vede spesso che una società è emancipata solo a parole, e certi arcaismi nei giudizi popolari sono, ahimè, duri a morire.
Sotto il profilo giudiziario duole notare che alla fine l'unico che paga è proprio la vittima. La donna in questione doveva pagare 20000 euro per far cancellare le immagini da siti e social network. E questo è un bel paradosso, ti violano la privacy e poi tu, per un tuo sacrosanto diritto, devi pagare con un anno o più del tuo lavoro. Continuo ad essere del mio parere, e cioè che la tecnologia in sé non è ne un bene né un male. È l'uso che se ne fa a renderla uno strumento straordinario oppure un pericolo immane. Ma è praticamente impossibile trovare nella nostra società un giudizio sulla tecnologia che non sia strettamente economico.
#450
Attualità / Re:sulla giovane suicida di Napoli
14 Settembre 2016, 19:05:20 PM
Ti rispondo con un copia&incolla di un mio intervento postato proprio stamattina nella sezione tematiche culturali e che mi pare in tema


Proprio stamattina ho letto sul sito Ansa che una donna di 31 anni si è suicidata dopo che un suo video a luci rosse è finito in rete. Credo che in questo ci sia un eccezione a quella che sembrerebbe la regola resa imperante da una certa psicologia: non vergognarsi di niente, non provare rimorso di niente. Ho detto che questo caso è l'eccezione, avrei dovuto dire un'esagerazione in senso opposto. Secondo me la donna ha commesso prima una leggerezza, mancando un po' di rispetto verso sé e fidandosi di altri quando ciò comportava un grave pericolo. Però la scelta di suicidarsi è stata eccessiva, anche se ha dimostrato il  forte riscatto del suo senso dell'onore. Ma, come dicevo, la psicologia freudiana, di cui non sono certo un esperto e tuttavia mi sento di dirne qualcosa, tutta incentrata sulla libido, sulla liberazione dai freni inibitori, sulla liberazione degli istinti, come se la coscienza non fosse altro che un tetro carceriere, questa psicologia che ci ha resi più libidinosi e sprezzanti di ogni inibizione e scarsamente riflessivi (parlo in generale, come società), non se lo fa mai un vecchio e sano esame di coscienza.
Secondo Freud l'uomo avrebbe barattato la felicità per un po' di sicurezza. Il che equivarrebbe a dire che gli uomini primitivi, le belve feroci e i criminali dovrebbero essere felici.