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Messaggi - Eutidemo

#436
Vi do un aiutino:
- si tratta di due parole;
- ogni lettera è sostituta da un numero;
- i numeri non sono casuali, ma sono tratti da una sequenza logico-matematica coerente di numeri (serie).
#437
Ciao Iano. :)
Ora ho capito che cosa volevi dire, e sono d'accordo con te quando scrivi che, in un certo senso, la realtà  è come un sogno ad occhi aperti; che, però, non possiamo modificare come, invece, a volte è possibile fare "oniricamente" con la tecnica dei cosiddetti "sogni lucidi".
***
Non sono invece d'accordo con te quando scrivi che la realtà è un "sogno" così bello, che lo abbiamo fissato, per ritrovarlo sempre uguale ogni volta che ci svegliamo (come quell'amata la cui bellezza, pur invecchiando,  ci è rimasta negli occhi); ed infatti la "realtà fenomenica" del mondo che mi circonda, illusoria o meno che essa sia, più che un bel "sogno" a me sembra un orribile "incubo".
Dal quale spero di risvegliami il prima possibile!
***
Un cordiale saluto! :)
***
#438
Ciao Iano. :)
Fino ad un certo punto, "credo" di aver seguito -e di condividere- il "filo" del tuo ragionamento.
***
Ed infatti, anche secondo me, la "veglia", anche se si appropria indebitamente del titolo di "realtà", in effetti è anch'essa della stessa sostanza dei "sogni"; si tratta solo di un diverso "grado" di illusorietà (più costante e coerente) della esistenza del nostro "io individuale".
***
Vale a dire che, come dietro al sogno c'è il nostro "io individuale" della veglia, dietro ad entrambi c'è  la vera realtà del nostro "sè universale"!
***
Però, sempre ammesso e non concesso che io abbia correttamente interpretato la prima parte del tuo "post", poi, però, non ho ben compreso il resto; quando pari di "racconto", "gravità" ecc.!
Che cosa intendevi dire?
***
Un cordiale saluto!
***
P.S.
Ora vado fuori città, per cui non credo di poter rispondere prima di un giorno o due.
#439
Rastislav ritorna nella cella del suo prigioniero, che di mestiere faceva la spia, e, mostrandogli un foglietto, gli dice:
- Stamattina ho ricevuto il seguente messaggio da uno dei miei agenti segreti; però, purtroppo, anche questa volta, ho dimenticato il codice di lettura.
99  57  111  81  99  75  81___27  81  69  9  75  63___
Se tu riesci a tradurmelo in chiaro entro stasera, ti renderò la libertà; altrimenti morirai!-
Come se la cava il prigioniero?
#440
Ciao Iano. :)
Hai ragione!
Ed infatti anche le "similitudini", così come le "metafore", lasciano un po' il tempo che trovano, e calzano solo fino ad un certo punto;  non sono mai in grado di esprimere in modo davvero puntuale ed esauriente ciò che si vorrebbe comunicare.
***
Però anche Shakespeare ebbe modo di osservare che: "Noi siamo fatti della stessa sostanza dei sogni, e nello spazio e nel tempo d'un sogno è raccolta la nostra breve vita" (W. Shakespeare, La tempesta, atto IV, scena I).
***
Un cordiale saluto! :)
#441
Ciao Bobmax. :)
Hai ragione: ed invero la metafora dell'onda e del mare, un po' come tutte le metafore, calza fino ad un certo punto. :-[
***
Ed in effetti nessuno muore, per la semplice ragione che, in realtà,  non c'"è" nessuno; però, a mio avviso, tale assunto va un po' esplicitato (sebbene, in tal caso, il "linguaggio" risulti sempre e comunque inadeguato).
***
Cioè, secondo me, si potrebbe dire che ciascun "io individuale" è dotato dell'"esistere", in quanto, provvisoriamente si manifesta come un apparente "epifenomeno" dell'"Essere"; però, in realtà, a livello "noumenico", l'"io individuale" non "E'" niente, avendo la stessa sostanza dei sogni.
Per cui, più che morire, al risveglio "si dissolve"!
***
Quindi, in realtà, l'"io individuale"  non nasce e non muore, se non, appunto, come il personaggio di un sogno, che si agita per un breve attimo sulla scena; e poi, quando il dormiente si sveglia, sparisce e torna nel suo unico '"uno".
***
Questa notte ho sognato di entrare in una mensa, piena di commensali, con i quali chiacchieravo; ma quando mi sono svegliato mi sono accorto che eravamo tutti "uno"! ???
***
Però mi rendo conto che anche le "similitudini", così come le "metafore", calzano fino ad un certo punto; e non sono mai in grado di esprimere in modo davvero puntuale ed esauriente ciò che si vorrebbe comunicare.
***
Un cordiale saluto! :)
***
#442
Ciao Bobmax :)
Esatto!
L'"esistere" dell'"io individuale" (o dell'anima individuale, per chi preferisce tale terminologia) non va confuso con l'"Essere" del"Sè universale" (ovvero dell'anima universale, per chi preferisce tale terminologia).
***
Ed infatti il primo è soltanto un transeunte "epifenomeno" dell''"Essere", il quale, avendo un'inizio, non può che avere una fine, allorquando si riunisce all'UNO (cioè all'Essere, che è il comun denominatore di tutti gli "enti"); un pò come l'"onda", che è soltanto un transeunte "epifenomeno" del mare, la quale, avendo un'inizio, non può che avere una fine, allorquando, spumeggiando, rifluisce nel MARE.
***
Detto in sintesi:
- l'"io individuale" ad un certo punto, non può che "morire", perchè è "nato";
- il "Sè universale", invece, non può "morire" per il semplice fatto che non è mai "nato".
***
Ma stabilire i rapporti tra l'uno e l'altro, ammesso e non concesso che la mia Weltanschauung sia corrispondente alla realtà ontologica dell'"esistere" e dell'"essere", non è certo semplice; direi, anzi, che è un vero e proprio "mistero".
***
Un cordiale saluto! :)
***
P.S.
Quanto al frammento 62 di Eraclito, che, come suo solito, è alquanto criptico: "Immortali mortali, mortali immortali, viventi la morte di quelli, morienti la vita di questi", secondo me vuol dire che il nostro "SE' immortale", convive, per un certo tempo con il nostro "IO mortale"; ma che continua a vivere dopo la morte del nostro "IO mortale" (cioè individuale), il quale, morendo, torna a vivere in modo assoluto come "SE' immortale" (cioè universale).
#443
Tematiche Filosofiche / Re: 𝜋
05 Agosto 2024, 16:52:59 PM
Ciao Pandizucchero :)
Innanzitutto ti ringrazio per le tue (immeritate) congratulazioni.
Purtroppo, però, temo di non avere le competenze necessarie per estendere il mio ragionamento alla meccanica quantistica; e, quindi, supporre che esiste un π ignoto responsabile degli infiniti stati su cui si può trovare una particella.
Un cordiale saluto!
#444
Citazione di: niko il 05 Agosto 2024, 13:27:33 PMSi puo' sostenere che la morte renda possibile la vita in molti modi: la morte "fa spazio" alla vita, perche' senza la morte i vivi sarebbero ben presto in sovrannumero rispetto alle risorse ambientali presenti.
Gli animali si nutrono e si concimano gli uni degli altri, quindi: mors tua vita mea.
Inoltre, un essere civile e cosciente come l'uomo ama, tramanda, istruisce e preserva la vita, sua e dei suoi cari, e, per quanto possibile, anche in senso estetico ed eudaimonistico tale vita "se la gode", pradossalmente proprio perche' sa della morte, e del suo, e del loro, dover morire: la vita cosciente di morte, quindi la vita etica, religiosa e culturale in genere, e', banalmente, resa possibile, e necessaria, proprio dalla morte e dalla coscienza del dato di fatto della morte.
Purtroppo Socrate (e quindi Platone) nello specifico di questo suo discorso non pare alludere a nessuna di queste universalmente e anche "modernamente" condivisibili verita', ma solo e specificamente al fatto che, dopo la morte, si dischiuda per il defunto l'accesso ad una vita nuova, disincarnata e migliore; cosa condivisibile solo da chi, tra gli uomini, nutra speranze metafisiche e di vita utraterrena, e quindi non da tutti, e non per tutti.
Insomma questo, che sostanzialmente  recita:
1 se ammettiamo che i vivi prima o poi diventano morti, verita' che e' a tutti evidente;
e se ammettiamo (2) che in natura, nell'umano pensiero e nell'esistenza in generale tutti i contrari si generino incessantemente tra di loro, il caldo dal freddo, la luce dal buio eccetera, il che era una teoria poetico naturalistica che andava per la maggiore ai tempi di Platone,
>> allora (3) in qualche recondito e non empiricamente evidente senso, i morti devono pur "diventare vivi", o meglio devono pur "generare i vivi", cioe' resuscitare, magari in un senso e in una dimensione spirituale, quantomeno per "chiudere il cerchio", della innegabile danza dei contrari, che, con "i vivi che diventano morti", e che generano i morti, cioe' con il punto iniziale del nostro ragionamento, sempre sembra iniziare.
In paratica, secondo Socrate/Platone sarebbe incoerente, ammettere il primo e il secondo punto, senza ammettere il terzo...
Questo, dicevo, e' solo uno tra i vari argomenti, Platonici, che dovrebbero convincerci dell'immortalita' dell'anima, ed e' universalmente considerato (chissa' perche' :D ) uno tra i piu' sofistici e tra i piu' deboli, insomma uno tra i peggiori.
Per la gioia pero' dei sostenitori dell'immortalita' dell'anima, nel testo stesso del Fedone, di argomenti simili in favore dell'immortalita' dell'anima ve ne sono di migliori, e di meritato maggior successo, anche tra i lontanissimi  posteri.
A un livello piu' serio e profondo, io direi che e' vero semmai il contrario: la notte segue al giorno e poi di nuovo, dopo la notte, si rifa' giorno, e l'estate alla primavera, e poi al termine di un ciclo e' di nuovo primavera ma... non con altrettanta evidenza, alla nostra personale morte segue, o seguira' la nostra personale vita, cioe' una vita ultraterrena, e/o un ritorno ciclico a una vita terrena. La possibilita' del nulla assoluto, dell'oblio definitivo, c'e' sempre, ed e' sempre da considerare.
Insomma, l'irreversibile, la presenza di eventi senza ritorno, rompe ogni ciclicita' e ogni illusione, o impressione, di ciclicita'. Da cui il nesso, come diceva giustamente qualcuno, con la termodinamica.
Magari in questo dilemma contano non i dati esperibili e i fatti, ma il desiderio o la volonta': che cosa vogliamo, noi personalmente, dopo questa vita?
Che cosa vogliamo nella liberta' del desiderio, anche se non lo otteremo mai?
La sua identica ripetizione?
Una migliore?
Nessuna?
Una diversa ma non necessariamente  migliore, magari per progredire e per imparare?
Le risposte a queste domande sono tutti tipi umani, caratteri;  il tipo umano che ne vuole una migliore, il tipo umano che ne vuole una semplicemente diversa, il tipo umano che farebbe un altro giro di giostra in una vita identica a quella appena trascorsa, il tipo umano che non ne vuole nessuna, eccetera, il mio elenco non pretende di essere esaustivo.
Il confronto, qui come non mai, se ci interroghiamo su cosa ci sia dopo la morte, non e' tra tante possibili  "verita' ", ma tra tanti possibili tipi umani/caratteri.
Dal loro intimo desiderio definiti.
Non esiste, solo il tipo umano che ne vuole una migliore, di vita dopo la morte; anche davanti alla innegabile realta' della morte, si puo' desiderare in altro modo, in modo piu' maturo.
Insomma, non e' vero che tutti vorrebbero una vita migliore, ma non tutti lo ammettono. Non e' vero, che siamo tutti cristiani.
Catullo, sebbene sia un poeta e non un filosofo, secondo me è molto più perspicuo del verboso e arzigigolato Socrate, quando molto semplicemente scrive: "Soles occidere et redire possunt: nobis cum semel occidit brevis lux, nox est perpetua una dormienda!"
Ed infatti, almeno secondo me, e fino a prova contraria è proprio così! :(
#445
Ciao Jacopus. :)
Non c'è alcun dubbio che la vita e la morte siano strettamente intrecciate.
***
Ed infatti, a parte le tue giustissime osservazioni, occorre anche considerare che:
a)
Gli esseri viventi si nutrono di altri esseri viventi dopo averli uccisi; cioè, in un certo senso, "si nutrono della morte"!
b)
Qualora non vengano divorati da altri esseri viventi (nel qual caso lo fanno tramite le loro feci), "i morti concimano il terreno con i loro cadaveri, facilitando la nascita delle piante".
***
Però Socrate, con il suo sofistico ragionamento (e con i successivi), non intende affatto sostenere questo, che è indubitabile, bensì intende sostenere "l'immortalità dell'anima individuale"; la qualcosa è molto differente, dal limitarsi a dire, giustamente, che la vita e la morte sono strettamente intrecciate.
***
Un cordiale saluto! :)
***
#446
Nel sedicesimo capitolo del Fedone, nel dialogo tra Socrate e Cebete, per dimostrare che, così come dalla vita scaturisce la morte, allo stesso modo dalla morte scaturisce la vita, troviamo scritto:
----------------------------------------------------------------------------------
" Ed egli dimandò: - Or su, è alcuna cosa la quale sia cosí contraria all'esser vivo, come è il dormire al vegliare?
- Sí, - rispose.
- Quale?
- L'esser morto.
- E però si generano l'uno dall'altro, dacché son contrari?
Ed, essendo due, sono anche due i mutamenti o le generazioni, le quali sono nel mezzo?-
- Come no?
E Socrate: - Delle due coppie di contrarii, le quali ho citato ora, una te la dico io, con le generazioni sue; tu poi mi dirai l'altra.
Ecco: vegliare, e dormire; dal dormire nasce il vegliare, dal vegliare il dormire; e le generazioni, o i mutamenti, sono lo addormentarsi e lo svegliarsi.
Ti pare, o no?-
- Sí, - rispose.
- Ora parlami anche tu similmente della vita e della morte: non dici che esser morto è contrario a esser vivo?
- Io sí.-
- E che nasce l'uno dall'altro?-
- Sí.-
- Che è, adunque, quel che nasce dal vivo?-
Rispose: - Il morto.-
Ripigliò Socrate: - E dal morto?-
E l'altro: - Il vivo; di necessità s'ha a consentire.-
- Dunque, o Cebete, dai morti nascono i vivi.-
- A vedere è cosí!-
-----------------------------------------------------------------------------
***
Almeno secondo me, quello di Socrate era un "sofisma" della peggiore specie, in quanto l'alternanza tra il "vegliare" ed  il "dormire" non presenta alcuna analogia con il "vivere" e con il "morire".
Ed infatti:
a)
L'alternanza tra il "vegliare" ed  il "dormire" è un dato sperimentale, in quanto più volte sono state viste delle persone passare dallo stato di veglia allo stato di sonno, e dallo stato di sonno allo stato di veglia; però, sebbene siano state viste molte persone passare dallo stato di vita allo stato di morte, non è mai stato visto nessuno tornare dallo stato di morte allo stato di vita (miracoli a parte, almeno per chi ci crede).
b)
In ogni caso quello di veglia, quello di sonno, quello di ubriachezza, quello di ipnosi ecc. ecc., più che diversi e contrapposti "stati ontologici", più correttamente costituiscono soltanto diverse "modalità psichiche" di una persona "in stato di vita"; per cui, a mio parere, "omologarli" ad una "contrapposizione tra vita e morte", costituisce un "paralogismo" (cioè un errore logico di carattere sofistico).
***
Quindi, almeno secondo me, correttamente ragionando, già all'epoca, si sarebbe dovuto capire che Socrate stava facendo soltanto un abile "gioco di prestigio con le parole".
***
In ogni caso, oggi come oggi, il suo "pseudo-ragionamento" cozzerebbe eclatantemente con il "II Principio della Termodinamica", detto anche "Legge dell'Entropia"; per cui Socrate avrebbe benissimo potuto sacrificare un pollo ad Esculapio, trasformandolo in un buon brodino, ma, dal brodino, non sarebbe mai più riuscito a far tornare in vita il pollo! :)
#447
                                          SOLUZIONE
Disegniamo una "Mezzaluna Araba" ACB, la cui distanza tra gli estremi A e B sia di 12 centimetri (il raggio dell'arco interno è uguale alla retta BC):
***
Sebbene la quadratura di un cerchio sia impossibile, Ippocrate di Chio (*) scoprì che, invece, che la quadratura di una porzione di cerchio è possibilissima; la quale, nel nostro caso, risulta pari a 36 cm quadrati, in quanto il triangolo ABE ha la stessa area della mezzaluna ABC.
***
Per cui, per ottenere una stella a sei punte della stessa dimensione, sarà sufficiente disegnarne una costituita a 12 triangoli equilateri di 3 cm di area (3 x 12 = 36)
***
(*)
#448
Scusa per il " prigioniero", pensavo ad uno dei miei solti indovinelli di Rastislav :D
#449
Citazione di: Ipazia il 03 Agosto 2024, 15:44:02 PMBisognerebbe dividere in due parti uguali le tessere di un mosaico e disegnare stella a 6 punte e mezzaluna con ciascuna metà. Oppure usare un programma da pc che faccia la stessa cosa con maggiore risoluzione.
Senza un disegno, non ti saprei dire se la tua soluzione sia giusta o meno; quella del prigioniero, però, è molto diversa.
Comunque grazie per essere intervenuta ed un cordiale saluto! :)
#450
Citazione di: iano il 03 Agosto 2024, 14:56:43 PMBisogna provare tutte le combinazioni possibili per giungere alla soluzione?
O c'è un altro modo?

Onestamente non lo so, perchè è un quiz che non ho inventato io; davano solo la soluzione nuda e cruda, senza spiegare  come ci si possa arrivare :)
Forse Bobmax  potrebbe arrivarci con qualche equazione a più incognite; ma io non ne sono capace! :)
Un cordiale saluto! :)