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Messaggi - myfriend

#436
@jsebastian

:D
ok. concordo su tutto.
Però c'è un particolare che va sottolineato.
Come testimonia lo stesso Paolo nelle sue lettere autentiche, nel I secolo c'erano molti "crisitanesimi". Questo fatto è anche testimoniato dal ritrovamento della biblioteca di Nag-Hammadi.

Il fatto che a noi siano giunte sole le opere "ortodosse" (in ordine temporale: Paolo, Marco, Matteo, Luca e Giovanni) è del tutto ovvio. Gli altri cristianesimi - i cosiddetti "cristianesimi perduti" - vennero dichiarati "eresie". E i testi (cioè i vangeli, gli atti ecc ecc) di queste eresie vennero distrutti o, semplciemente, non vennero più copiati. E quindi andarono persi.

Tuttavia abbiamo testimonianza del feroce scontro teologico del I e II secolo, sia dalle lettere di Paolo, sia dai testi ritrovati (vedi Nag Hammadi) e sia dagli scritti dei primi padri della chiesa. Nel I secolo non c'era solo la visione teologica di Paolo. C'erano anche altre visioni teologiche alternative a quella di Paolo.
Tuttavia, nel feroce scontro tra teologie, la visione "ortodossa" prese il sopravvento.
Due sono i motivi.
Il primo è la distruzione di Gerusalemme del 70dc che segnò, di fatto, la fine della chiesa di Gerusalemme e della sua visione teologica.
Il secondo è che la visione "ortodossa" fu quella che prese piede a Roma, la capitale dell'impero. E quindi, grazie a questo, ebbe la forza di imporsi sulle altre visioni teologiche.

Quindi non è corretto affermare che la visione teologica di Paolo condizionò tutto il cristianesimo, poichè esistevano, nel I e II secolo, anche altri cristianesimi che avevano visioni teologiche diverse da quella di Paolo.
E' vero, invece, che la visione teologica di Paolo fu la visione teologica "ortodossa" che ebbe il sopravvento su tutte le altre visioni teologiche. Ed è quella giunta fino a noi.

Fatta questa doverosa precisazione, per il resto concordo in pieno con quanto hai detto.  ;)
#437
@sariputra

Mai nei vangeli di Marco, Matteo e Luca, Gesù definisce se stesso come dio. E MAI viene definito esso stesso dio.
E' solo nel vangelo di Giovanni (scritto intorno al 95dc) che Gesù parla di se stesso come dio.
La divinizzazione di Gesù fu una invenzione teologica della fine del I secolo, quando l'originaria teologia Paolina venne riveduta e corretta per adeguarla al fatto che il ritorno di Gesù non si verificò.

Mai, in nessuno scritto del Nuovo Testamento, si parla di "trinità". Il concetto di "trinità" fu una invenzione teologica del II-III secolo.
#438
I FALSI del Nuovo Testamento

L'apocalitticismo era il pilastro della teologia Paolina. Ma la cosa importante è il fatto che Paolo riteneva che il "giorno del Giudizio" con il ritorno del Messia-Gesù e l'instaurazione del "regno di Dio" sulla terra, fossero imminenti. Secondo la visione teologica Paolina, il Giudizio finale era iniziato con la risurrezione di Gesù e tutto sarebbe avvenuto quando lui (cioè Paolo) era ancora in vita.
 
Abbiamo testimonianza di questo in due lettere autentiche di Paolo: la prima lettera ai Tessalonicesi (1Ts) e la prima lettera ai Corinzi (1Cor).
 
 
Prima lettera ai Tessalonicesi
 
Questa lettera è il testo cristiano più antico. Risale al 53dc e fu indirizzata da Paolo alla comunità cristiana di Tessalonica (capitale della provincia romana di Macedonia).
 
La comunità di Tessalonica aveva preso molto sul serio le idee di Paolo e stavano aspettando con trepidazione il ritorno di Gesù, che li avrebbe salvati dall'incombente ira di Dio. Gesù, però, non era ritornato sulla terra, e, nel frattempo, era accaduta una cosa inquietante: alcuni membri della comunità erano morti. Queste morti avevano causato un certo disagio tra i membri del gruppo, in quanto a loro era stato insegnato che la fine del mondo sarebbe giunta prima che fossero morti. Che succederà, dunque, a questi morti?
Paolo scrive questa lettera proprio per risolvere questo disagio e per ribadire la sua visione teologica.
 
Nella lettera, Paolo istruisce i Tessalonicesi sul fatto che la fine dei tempi è imminente e che a quanti non si fossero fatti trovare preparati essa avrebbe provocato una sofferenza paragonabile a quella di un travaglio (1Ts 5,1-3). Li invita a farsi trovare pronti, perchè il giorno sarebbe arrivato presto e, anzi, stava per raggiungerli, e li ammonisce sul fatto che avrebbero dovuto essere sobri e svegli, altrimenti sarebbeo stati colti di sorpresa (1Ts 5,4-9).
 
Paolo rassicura la comunità su quelli che erano già morti. Egli, infatti, afferma che quando Gesù tornerà nella gloria, i morti saranno i primi a incontrarlo; soltanto dopo che i morti lo avranno incontrato, i vivi si riuniranno con loro nell'aria per stare con il Signore (1Ts 4,14-17).
Alla fine dei tempi, quindi, non vi sarà semplicemente una risurrezione dei morti per il giudizio: i credenti in Gesù, tanto i morti quanto i vivi, saranno portati via da questo mondo prima che vi si avventi sopra l'ira divina. I Tessalonicesi vengono quindi rassicurati: quanti sono già morti non sono affatto perduti, anzi, precederanno i vivi nell'incontro con Gesù alla fine dei tempi.
 
Paolo, poi, ribadisce che lui e alcuni Tessalonicesi saranno vivi quando giungerà la fine del mondo. Egli distingue tra "coloro che sono morti" e "noi, che siamo vivi, i superstiti fino alla venuta del Signore" (1Ts 4,15-17).
Per Paolo la fine è imminente e arriverà quando lui è ancora vivo.
 
 
Prima lettera ai Corinzi
 
La visone teologica espressa da Paolo nella prima lettera ai Tessalonicesi viene ribadita da Paolo nella prima lettera ai Corinzi. Va detto che l'analisi della teologia contenuta nelle lettere è uno dei criteri base utilizzati per attribuire la patente di autenticità alle lettere firmate da Paolo (esistono anche altri criteri quali lo stile di scrittura, il vocabolario utilizzato e il significato che Paolo attribuiva a certe parole). Vedremo, infatti, che è proprio anche grazie a questo criterio che verranno scoperti i FALSI Paolo (cioè, lettere scritte da altri dopo che Paolo era morto e firmate a nome di Paolo).
 
Questa lettera fu scritta tra il 53dc e il 57dc e fu indirizzata da Paolo alla comunità cristiana di Corinto (grande città della Grecia).
 
Nella lettera, Paolo ribadisce che nell'ultimo giorno avverrà la risurrezione dei morti e spiega che nell'ultimo giorno non solo i morti risorgeranno, ma i corpi, tanto dei vivi quanto dei morti, subiranno una "trasformazione". Il corpo sarà trasformato da "corpo animale" a "corpo spirituale" (1Cor 15,44-50).
 
Paolo, poi, afferma che il "giudizio finale" avverrà con lo squillo di trombe e, in un batter d'occhio, i corpi dei vivi saranno trasformati. Paolo ribadisce che "l'ultimo squillo di tromba del giudizio" avverrà quando lui e alcuni Corinzi saranno ancora vivi. Egli infatti annunzia un mistero: "non tutti, certo, moriremo, ma tutti saremo trasformati" (1Cor 15, 51-53).
Esattamente come traspare dalla prima lettera ai Tessalonicesi, anche qui traspare che per Paolo la fine è imminente e arriverà quando lui è ancora vivo.
 
 
La fine non è arrivata
 
Paolo non immaginava certo che le sue parole sarebbero state messe in discussione dopo la sua morte nè che sarebbero state lette e studiate ancora per almeno diciannove secoli.
La fine del mondo e il ritorno di Gesù, che Paolo riteneva imminenti nel I secolo, non si verificarono. E non si verificarono nemmeno nel II, nè nel VIII, nè nel X, nè nel XVI.
Va detto che, a partire dal I secolo in avanti, la fine del mondo è stata ritenuta imminente in tutte le epoche. Molti lo pensano oggi, nel XXI secolo. Ma molti lo pensavano nel XX secolo, come nel XVIII, come nel X, come nel VI.
L'errata visione teologica di Paolo si è tramandata nei secoli. E in tutti i secoli c'è sempre stato chi pensava che il proprio tempo fosse l'ultimo e che la fine del mondo sarebbe arrivata presto. Nonostante ciò sono tutti morti. E la fine del mondo ancora non si è vista.
 
 
Il cambio di teologia alla fine del I secolo.
 
Alla fine del I secolo e inizio del II secolo, la teologia Paolina della apocalisse imminente subì un radicale cambiamento. Tutti i discepoli erano ormai morti, morì anche l'ultimo discepolo, Giovanni (morto intorno al 95dc-100dc), E il ritorno di Gesù tanto atteso non si era verificato.
 
Nelle comunità cristiane sparse per il mediterraneo fiorì la delusione. Paolo e tutti gli altri (Marco, Matteo e Luca) si erano sbagliati. La profezia della fine imminente che i primi teologi del cristianesimo avevano messo in bocca a Gesù era SBAGLIATA.
 
E fu così che, tra la fine del I secolo e l'inizio del II secolo, ci fu un radicale cambiamento di teologia. Abbiamo traccia di questo cambiamento nell'inserimento di frasi nei vangeli. In Marco e Matteo venne inserita una frase all'interno del celebre discorso escatologico di Gesù davanti a Gerusalemme. Tale frase è "la fine avverà solo dopo che il vangelo sarà annunciato a tutte le genti". Nel vangelo di Giovanni venne del tutto eliminato il discorso escatologico di Gesù sulla fine dei tempi (presente in Marco, Matteo e Luca). Sempre nel vangelo di Giovanni sparisce la figura di Gesù come Messia-apocalittico, il giudizio finale viene fatto slittare in una "fine dei tempi" lontana e indefinita nel tempo, Gesù viene divinizzato e il "regno di Dio" diventa un regno spirituale presente nell'aldilà.
 
Rimaneva il problema degli scritti di Paolo.
E fu così che venne scritta la Seconda lettera ai Tessalonicesi. Un FALSO attribuito a Paolo, scritto alla fine del I secolo-inizio II secolo, per "aggiustare" la teologia Paolina e renderla conforme alla nuova teologia.
 
 
La seconda lettera ai Tessalonicesi. Un FALSO attirbuito a Paolo.
 
Il criterio utilizzato dagli storici per affermare che la seconda lettera ai Tessalonicesi è un falso si basa sul confronto delle teologie. E' infatti evidente che la teologia contenuta in questa lettera si discosta totalmente dalla autentica teologia Paolina.
 
Nella seconda lettera ai Tessalonicesi, l'autore che si definisce Paolo, scrive:
[1]Ora vi preghiamo, fratelli, riguardo alla venuta del Signore nostro Gesù Cristo e alla nostra riunione con lui, [2]di non lasciarvi così facilmente confondere e turbare, né da pretese ispirazioni, né da parole, né da qualche lettera fatta passare come nostra, quasi che il giorno del Signore sia imminente. [3]Nessuno vi inganni in alcun modo! Prima infatti dovrà avvenire l'apostasia e dovrà esser rivelato l'uomo iniquo, il figlio della perdizione, [4]colui che si contrappone e s'innalza sopra ogni essere che viene detto Dio o è oggetto di culto, fino a sedere nel tempio di Dio, additando se stesso come Dio.
 
L'autore della 2 Ts sostiene che prima della fine devono verificarsi determinati eventi. Questi eventi sono inseriti dall'autore in uno scenario molto simile a quello descrfitto da Giovanni nella Apocalisse. Prima che Cristo ritorni si rivelerà nel mondo una figura che ha i tratti dell'anticristo descritto nella Apocalisse di Giovanni.
L'autore, quindi, dimostra di conoscere l'apocalisse di Giovanni che è stata scritta nel 95dc, ben 30 anni dopo la morte di Paolo.
Non solo.
 
L'autore sostiene che la fine non è imminente e invita i cristiani di Tessalonica "a mantenere viva la loro speranza e continuare a svolgere le loro occupazioni, perchè c'è ancora tempo".
Nella 1 Ts, invece, Paolo invitava "a stare in guardia per non farsi cogliere di sorpresa dal ritorno di Gesù, poichè la fine non sarà annunciata da alcun segno e giungerà come un ladro nella notte che porterà una improvvisa rovina".
Due visioni teologiche totalmente diverse.
 
Inoltre, contrariamente a Paolo che dice che l'arrivo di Gesù non sarà preceduto da alcun segno, l'autore di 2 Ts, invece, dice che l'arrivo di Gesù sarà preceduto da una serie di segni: l'anticristo sarà rivelato, si installerà sul trono nel Tempio e si autoproclamerà Dio.
La figura dell'antricristo E' COMPLETAMENTE ASSENTE nella autentica teologia di Paolo e si rifà, come ho già detto, all'apocalisse di Giovanni che è della fine del I secolo.
 
E' particolarmente interessante che l'autore di questa lettera sostenga di aver già insegnato queste cose ai suoi convertiti quando era tra loro (2Ts 2,5). Se le cose stanno così, come si spiega il contenuto della Prima lettera?
Nella Prima lettera, il problema è che la gente pensa che la fine possa arrivare da un momento all'altro, basandosi su quanto Paolo ha detto loro. Ma stando alla Seconda lettera, Paolo non ha mai impartito un insegnamento del genere. Ha detto invece che ci sarà tutta una serie di eventi che avranno luogo prima che arrivi la fine.
 
Come l'autore risolve questa contraddizione?
 
La risolve con una invenzione geniale (potremmo definirla diabolica). Fa passare per FALSA l'autentica lettera di Paolo (cioè la Prima lettera). Infatti l'autore mette in guardia i suoi lettori e gli dice di non farsi fuorviare da una lettera falsa ("da qualche lettera fatta passare per nostra"), che afferma che la fine è ormai prossima. In questo passaggio il falsario si riferisce alla Prima lettera, quella autentica di Paolo!!!!!!
 
Non c'è che dire. Avevano proprio la faccia come il culo!
 
Inoltre, verso la fine, l'autore dice di essere Paolo e fornisce una specie di prova: "Il saluto è di mia mano, di Paolo. Questo è il segno autografo di ogni mia lettera; io scrivo così" (2Ts 3,17). Ciò significa che Paolo avrebbe dettato la lettera a un copista che l'aveva materialmente scritta e, alla fine, Paolo la firma di proprio pugno. Siccome non abbiamo l'originale (e non l'avevano nemmeno i Tessalonicesi ai quali questa lettera non fu mai recapitata, perchè fu una invenzione usata nelle diatribe teologiche del II secolo) l'autore usa un espediente ben sapendo che nessuno mai avrebbe potuto vedere la differenza di grafia nel testo originale (proprio perchè si disponeva solo di copie e il testo originale non esisteva). Ma c'è di più. L'autore dichiara che questo modo di firmare le lettere era la sua pratica abituale ("questo è il segno autografo di ogni mia lettera; io scrivo così"), ma non è quello che accade nella maggioranza delle lettere sicuramente autentiche di Paolo, fra cui la Prima ai Tessalonicesi.
 
La teologia della 2Ts è totalmente diversa dalla autentica teologia Paolina sull'imminente ritorno di Gesù. La Seconda lettera ai Tessalonicesi è un FALSO scritto proprio per attribuire autorevolezza al cambio di teologia avvenuto alla fine del I secolo, quando ormai erano state abbandonate la figura di Gesù Messia-apocalittico e la visione Paolina dell'imminente ritorno di Gesù stesso.
#439
@sariputra

I testi sacri vengono messi al vaglio dell'interpretazione e questo riguarda tutti i testi sacri, non solo quelli cristiani. La testimonianza sulla propria pelle che diedero gli immediati discepoli di Yeoshwa ( praticamente tutti compreso Paolo) è difficile da sostenere che sia la volontà di dare credibilità ad un inganno.


Non ho mai detto che la visione teologica di Paolo - e quella di Marco e Matteo che si sono ispirati totalmente alla visione di Paolo - fosse un inganno.
Mi spiace dirtelo, ma tu hai dei problemi a leggere e interpretare un testo scritto.

Ho detto che Paolo credeva fermamente alla sua teologia (e così anche Marco e Matteo e tutti i primi cristiani convertiti da Paolo nei suoi lunghi viaggi). Paolo pensava che la sua visione teologica fosse corretta e fosse la corretta interpretazione della figura del Gesù storico e della sua missione.
Ma Paolo pensava che il ritorno di Gesù fosse imminente.
E questo è senza ombra di dubbio un ERRORE. Visto che sono passati ben 20 secoli e del ritorno di Gesù non c'è nemmeno l'ombra.

Quindi, io ho detto che Paolo si era SBAGLIATO. E non che avesse deliberatamente ingannato i primi cristiani.

E' chi è venuto dopo di Paolo che, per correggere la visione teologica Paolina, ha creato dei FALSI e delle MENZOGNE, a partire dalla visione di Paolo.
E' chi è venuto dopo di Paolo (e dopo Marco e Matteo) che ha corretto la visione teologica di Paolo con una colossale operazione di falsificazione dei testi per eliminare dalla teologia "ortodossa" il ritorno imminente di Gesù.
Tra l'altro con scarsi risultati. Visto che in tutte le epoche - e anche oggi - sono esistite ed esistono persone che ritenevano imminente - e ancora oggi ritengono imminente - il ritorno di Gesù e il Giudizio finale.

Se non sai leggere e interpretare un testo scritto, non è colpa mia.  ;)
#440
@Giona
Non fare il furbetto. Entra nel merito delle questioni.  ;)

In efesini c'è scritto:
[4]Ma Dio, ricco di misericordia, per il grande amore con il quale ci ha amati, [5]da morti che eravamo per i peccati, ci ha fatti rivivere con Cristo: per grazia infatti siete stati salvati.  [6]Con lui ci ha anche risuscitati e ci ha fatti sedere nei cieli, in Cristo Gesù, [7]per mostrare nei secoli futuri la straordinaria ricchezza della sua grazia mediante la sua bontà verso di noi in Cristo Gesù.

Nella seconda a Timoteo, invece, c'è scritto:
Fra questi ci sono Imenèo e Filèto, [18]i quali hanno deviato dalla verità, sostenendo che la risurrezione è gia avvenuta e così sconvolgono la fede di alcuni.

Allora qual è la verità? Siamo già risuscitati - come si sostiene in Efesini - o non siamo ancora risuscitati - come si sostiene nella 2 a Timoteo?  :D

Per l'autore della Prima lettera a Timoteo:
[3]Questa è una cosa bella e gradita al cospetto di Dio, nostro salvatore, [4]il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati e arrivino alla conoscenza della verità. [5]Uno solo, infatti, è Dio e uno solo il mediatore fra Dio e gli uomini, l'uomo Cristo Gesù, [6]che ha dato se stesso in riscatto per tutti.

Uno solo è Dio e uno solo è il "mediatore" fra Dio e gli uomini: l'uomo Gesù.
Nella teologia di questo autore è del tutto assente il concetto che Gesù è esso stesso Dio. Gesù è un uomo, mediatore fra Dio e gli uomini.

Per l'autore della Lettera a Tito:
[11]E' apparsa infatti la grazia di Dio, apportatrice di salvezza per tutti gli uomini, [12]che ci insegna a rinnegare l'empietà e i desideri mondani e a vivere con sobrietà, giustizia e pietà in questo mondo, [13]nell'attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo; [14]il quale ha dato se stesso per noi

Qui, addirittura, Gesù è nientepopodimenoche "il nostro grande Dio".

Ma, allora, Gesù era un uomo o era dio?

Evidentemente lo spirito santo era ubriaco e aveva spesso le idee confuse.  :D
#441
E che cosa ci sarebbe di "scritto" che io non avrei capito?
Son proprio curioso di saperlo.  :D
#442
Per chi volesse approfondire:

https://www.youtube.com/watch?v=YOCbSyXWNuU
#443
:D
Se i testi sono stati ispirati dallo spirito santo, chissà perchè sono pieni di errori e incongruenze.  :D

Se prendi le genealogie di Gesù contenute in Matteo e Luca, esse sono diverse.
Inoltre in Matteo c'è un chiaro errore nella sua genealogia.
Evidentemente lo spirito santo doveva essere ubriaco.  :D

Quando lo spirito santo parla a Matteo gli racconta che dopo la nascita, la famiglia di Gesù fugge in Egitto.
Quando invece lo spirito santo parla a Luca gli racconta che dopo la nascita, la famiglia di Gesù torna a Nazareth.
Quando lo spirito santo parla a Marco gli dice che Gesù, dopo i suoi miracoli, imponeva ai miracolati di non dire niente a nessuno.
Invece a Giovanni gli dice che i miracoli di Gesù erano tutti eventi spettacolari e pubblici.

Evidentemente lassù in paradiso si beve parecchio. E lo spirito santo è spesso ubriaco.  :D

Svegliati Giona....SVEGLIAAAAAAAAAA!!!!!!!  :D
#444
Tutto questo non è di per sè negativo.
Certo è che dovremmo imparare a coltivare la nostra capacità di stupirci.
Ma per far questo occorre imparare a vedere la Realtà con gli occhi della Consapevolezza.
#445
Tematiche Spirituali / La Pasqua e il Gesù storico
08 Aprile 2017, 10:35:05 AM
Si avvicina la Pasqua e, quindi, mi sembra il momento ideale per fare una riflessione sul Gesù storico.

Partiamo da una premessa. Nel I secolo c'erano molti modi di interpretare la figura di Gesù e la sua missione. C'era chi pensava che Gesù fosse un uomo e chi pensava che Gesù fosse dio. C'era chi pensava che per essere cristiani occorresse aver prima abbracciato l'ebraismo e chi invece riteneva che l'ebraismo non era una pre-condizione per considerarsi cristiani. C'era chi pensava che la risurrezione degli uomini e delle donne fosse solo un fatto spirituale e chi invece riteneva che fosse un fatto fisico etc etc. Alla fine si impose quella che definisco la visione - o teologia - "ortodossa". Le altre teologie vennero dichiarate "eretiche" e i testi utilizzati da queste teologie eretiche vennero distrutti (o non più copiati). Tutti questi cristianesimi alternativi del I secolo li possiamo definire "cristianesimi perduti".

La teologia "ortodossa" è quella che troviamo nei vangeli cosiddetti canonici. I vangeli, da un punto di vista letterario, sono delle biografie di Gesù scritte secondo i canoni della letteratura "classica" o greco-romana. Le biografie dell'antichità non erano dei "resoconti storici", ma erano dei racconti all'interno dei quali gli autori presentavano quella che era la loro visione del personaggio che raccontavano. Gli evangelisti, quindi, hanno scritto i vangeli per raccontare quella che era la loro interpretazione del Gesù storico. E l'interpretazione del Gesù storico contenuta nei vangeli canonici si è ispirata alla teologia di Paolo.

Paolo fu il primo teologo cristiano. I suoi testi (le lettere di Paolo) sono i testi più antichi in nostro possesso. La sua teologia influenzò profondamente gli evangelisti. E i vangeli canonici si fondano su, ed elaborano, l'originaria teologia Paolina. Quindi, per comprendere l'interpretazione che gli evangelisti diedero della figura del Gesù storico occorre partire dalla teologia Paolina e cioè dall'interpretazione che Paolo diede della figura del Gesù storico.

Qual era, dunque, la visione teologica di Paolo? La visione teologica di Paolo in base alla quale Paolo stesso ha interpretato la figura del Gesù storico era l'apocalitticismo ebraico.
L'apocalitticismo ebraico era una visione teologica fondata sulle idee del profeta Daniele. Secondo questa visione teologica, il male nel mondo era dovuto a satana (il principe del male). Satana era un essere soprannaturale (di natura divina) che si era ribellato a dio. Satana operava nel mondo e generava il male. Coloro che nel mondo abbracciavano il potere di satana e si sottomettevano al potere di satana compivano le opere del male, cioè il "peccato". Quindi, secondo la teologia apocalitticista, il mondo era sotto il dominio di satana, cioè del peccato. Coloro che facevano peccato lo facevano perchè erano sotto il dominio di satana e abbracciavano il dominio di satana. E la morte era uno degli effetti del dominio di satana.
Per un motivo non ben specificato, dio aveva lasciato a satana il potere sul mondo. Tuttavia, questo potere era solo temporaneo, cioè aveva una scadenza. Terminato questo periodo temporaneo, dio avrebbe scatenato il Giudizio universale. Il Giudizio univerale segnava la fine del potere di satana e, quindi, la "fine dei tempi".
Col Giudizio universale, dio sarebbe intervenuto direttamente nel mondo con un evento cosmico distruttivo. Col giudizio universale, dio avrebbe distrutto la Terra (il luogo in cui satana operava). Questa è "l'apocalisse". Nel Giudizio finale satana sarebbe stato definitivamente sconfitto. Tutti gli uomini - i vivi ed i morti - sarebbero stati sottoposti al Giudizio. E i morti sarebbero stati risuscitati per essere sottoposti al Giudizio.
Il Giudizio si sarebbe concluso con la creazione di una nuova Terra. E in questa nuova Terra avrebbero trovato posto il Regno di dio (per i giusti) e l'inferno (per satana e per i peccatori). Il Regno di dio sarebbe stato governato da un Messia-apocalittico che avrebbe regnato per sempre.

Questa era la visione teologica di Paolo. E questa visione teologica fu la chiave interpretativa con la quale Paolo interpretò la figura del Gesù storico e la sua missione.
Secondo la visione di Paolo, Gesù era il Messia-apocalittico che avrebbe instaurato il Regno di dio e avrebbe governato su di esso. La risurrezione di Gesù era il segno tangibile della vittoria su satana e sul peccato (la morte, infatti, era ritenuta un segno del predominio di satana, e quindi del male e del peccato, sul mondo). Ed era l'inizio della risurrezione generale che sarebbe avvenuta nel Giudizio finale.
Per Paolo, la "salvezza" (cioè il fatto di scampare all'ira divina e al Giudizio finale) sarebbe stata guadagnata solo da chi aveva fede in Gesù. Era la fede in Gesù che rendeva gli uomini "giusti" davanti a dio e avrebbe consentito agli uomini di "salvarsi" dal Giudizio finale e di poter accedere al Regno di dio instaurato dopo il Giudizio finale.
In sostanza, per Paolo, la risurrezione di Gesù era il segno che il Giudizio finale era già iniziato. E si sarebbro salvati solo coloro che avevano fede  in Gesù.
Per Paolo, quindi, la fine dei tempi era già iniziata. Presto Gesù sarebbe tornato dal cielo per instaurare il Regno di dio.
Paolo era assolutamente convinto di questo. Nelle sue lettere autentiche, infatti, traspare chiaramente che lui pensava che sarebbe stato ancora in vita quando Gesù sarebbe tornato sulla Terra per instaurare il Regno di dio (vedi Prima lettera ai Corinzi e Prima lettera ai Tessalonicesi).

Questo è fondamentale. Paolo non pensava che il Giudizio finale dovesse avvenire in un futuro lontano e indefinito. Paolo pensava che il Giudizio fosse già iniziato. Per Paolo, la risurrezione di Gesù era l'inizio della risurrezione generale dei morti affinchè tutti - vivi e morti - fossero sottoposti al Giudizio. Per Paolo la "fine dei tempi" - con il ritorno di Gesù, la distruzione della Terra, il Giudizio finale, la sconfitta di satana, la resurrezione dei morti e l'instaurazione del Regno - non era ancora avvenuta, ma era già inizata ed era imminente. Tutto si sarebbe compiuto quando lui era ancora in vita. E la risurrezione di Gesù era il segno inequivocabile che la "fine dei tempi" era appena iniziata.

Questa visione teologica fu la visione teologica su cui si basarono Marco e Matteo quando scrissero le loro biografie su Gesù. Marco e Matteo scrissero le loro biografie inventando di sana pianta dialoghi ed affermazioni messe in bocca a Gesù, in modo tale da presentare Gesù secondo questa specifica visione teologica. Caso eclatante sono le "parabole". Le "parabole" sono invenzioni letterarie create dagli autori per presentare Gesù secondo questa specifica visione teologica. Nelle biografie del mondo "classico" gli autori inventavano dialoghi ed episodi per presentare il protagonista secondo quella che era la loro visione del personaggio. Molti dei dialoghi e degli episodi narrati nei vangeli sono invenzioni degli autori per presentare la figura di Gesù secondo la visione teologica apocalitticista; cioè la visione teologica che gli autori ritenevano essere la corretta interpretazione del Gesù storico.

Verso la fine del I secolo (Paolo era già morto da un pezzo) cominciarono a sorgere i primi dubbi. Il ritorno imminente di Gesù e il Giudizio finale che Paolo riteneva imminenti, non si verificarono. Nelle comunità cristiane esplose la delusione e cominciarono ad essere elaborate nuove teologie (lo gnosticismo cristiano).
Ci si rese conto che Paolo aveva sbagliato. La sua visione teologica era un ERRORE. Fu un tragico ERRORE.

Che cosa accadde, allora, verso la fine del I secolo?
Per far fronte alla delusione delle comunità cristiane e far fronte all'insorgere di nuove teologie (gnosticismo cristiano), i cristiani "ortodossi" posero mano al restyling della teologia Paolina.
Vennero create le FALSE lettere di Paolo (vedi Seconda lettera ai Tessalonicesi, Lettera agli Efesini, Lettera ai Colossesi), vennero modificati i vangeli di Marco e Matteo e venne elaborata la teoria che il Giudizio finale non era più imminente.
Il vangelo di Luca (scritto intorno al 85dc) segna il primo significativo cambiamento della teologia Paolina. Luca, che scrisse la sua biografia di Gesù ispirandosi a Marco e Matteo, introdusse per la prima volta il concetto che il Regno non è solo una realtà futura, ma è già presente qui e ora come dimensione spirituale.
Il restyling della teologia Paolina si completò col vangelo di Giovanni (scritto intorno al 95dc). Nel vangelo di Giovanni sparisce la figura di Gesù come Messia-apocalittico, il Regno diventa una realtà dell'aldilà, Gesù viene "divinizzato" e il Giudizio finale viene posticipato in un futuro lontano e indefinito.

Il cristianesimo moderno, quindi, si fonda su una visione teologica ERRATA, quella di Paolo, che venne poi rielaborata con la creazione di testi FALSI (le FALSE lettere di Paolo e la modifica dei primi vangeli, quelli di Marco e Matteo).
In sostanza, invece di dire "scusateci, abbiamo sbagliato", i cristiani "ortodossi" modificarono la teologia di Paolo per adattarla al fatto che il ritorno di Gesù e il Giudizio finale che Paolo riteneva imminenti non si verificarono.
E, per dare autorevolezza a questa nuova visione teologica, crearono dei testi FALSI firmati a nome di Paolo e alterarono i primi vangeli aggiungendo affermazioni attribuite a Gesù.
Fu effettuata una grande e colossale operazione di falsificazione dei testi.

Come ho già detto, i vangeli di Marco e Matteo non presentano il Gesù storico basandosi su resoconti storici. Ma presentano il Gesù storico inquadrandolo nella visione teologica apocalitticista, che era la visione teologica che Marco e Matteo avevano adottato per raccontare il Gesù storico. Cioè molti episodi, dialoghi e affermazioni di Gesù vennero inventati dagli autori per presentare il Gesù storico secondo la visione che ne avevano gli autori. Questo non deve scandalizzare. Nella cultura greco-romana era una cosa del tutto normale. Gli autori delle biografie inventavano i dialoghi, anche perchè all'epoca non esistevano registrazioni audio e video. Le biografie venivano create sulla base di racconti orali che erano parziali e frammentari. Quindi gli autori ricostruivano la figura storica del personaggio in base alla loro chiave interpretativa e creavano dialoghi ed episodi per supportare la loro chiave interpretativa.
Alla fine del I secolo, Luca cominciò a modificare questa chiave interpretativa e poi Giovanni la cambiò radicalmente.

L'interpretazione che Paolo diede della figura del Gesù storico fu un ERRORE. La chiave di lettura usata da Paolo per inquadrare la figura del Gesù storico, cioè la teologia apocalitticista, era una chiave di lettura SBAGLIATA.
La teologia apocalitticista fondata sui concetti di satana, il peccato, il Giudizio finale, Gesù Messia-apocalittico, la salvezza, la fede in Gesù, la risurrezione dei morti, il Regno di dio etc etc, era una visone teologica SBAGLIATA. Tutti questi concetti sono SBAGLIATI e niente hanno a che vedere con la figura del Gesù storico e con la sua vera missione. Questa visione teologica e i concetti sui quali si basa furono utilizzati per interpretare la figura del Gesù storico, ma furono un TRAGICO ERRORE, perpetuato dai cristiani "ortodossi" con dei testi FALSI e con la modifica dei vangeli.


Di fatto, non esiste ancora ad oggi, una lettura corretta della figura del Gesù storico, della sua missione e del senso della sua missione.
Il campo di indagine è quindi un campo ancora aperto. Per chi è interessato, ovviamente. E per chi ha ancora la capacità di stupirsi.
Chi, invece, pensa che "nulla potrà mai essere definito come verità", qui perde solo il suo tempo.  :D
#446
Citazione di: Lou il 07 Aprile 2017, 20:39:31 PM
"La forma A "pezzo di carta" ha cambiato forma e ora è B+C+D+E."
no, rileggiti, B+C+D+E lo riferisti relativo alla quantità di energia come hai indicato, non alla qualità (quella che tu chiami forma), non confonder(ti)e le carte.

Figurati se A me intereressi  fare di trovare distruzione (roba impensabile :P) di A o B o C o tutto l'alfabeto formale quando sono una assidua sostenitrice della permanenza delle forme a fronte del continuo variare della quantità, è per questo che il tuo discorso mi è del tutto alieno.
la "forma" dell'energia è solo l'immagine dell'energia costruita dal nostro sistema occhio-cervello.
In realtà la "forma" che assume l'energia -  cioè l'immagine costruita dal nostro occhio biologico - è solo una "immagine".
Se tu togli "l'immagine" - che è solo l'elaborazione della luce riflessa fatta dal nostro cervello - cioè toglia la "forma esteriore", rimane solo l'energia.
In sostanza non esiste la "forma" e l'energia, poichè la "forma" è essa stessa l'energia. La "forma" è solo l'immagine dell'energia costruita dal nostro occhio.

Se non hai capito questo, non hai ancora imparato a "leggere" la realtà con la Consapevolezza.  ;)
#447
Tematiche Filosofiche / Re:Il pensiero debole
07 Aprile 2017, 19:42:48 PM
Se l'affermazione "nulla potrà mai essere definito come verità" è considerata vera, allora questa affermazione nega se stessa. E quindi questa affermazione non è una verità. Quindi è falsa.
Ma se l'affermazione "nulla potrà mai essere definito come verità" è falsa, allora si deduce che la verità esiste.  :D

Se invece l'affermazione "nulla potrà mai essere definito come verità" è considerata falsa, allora è falsa. E quindi la verità esiste.

In sostanza con la frase "nulla potrà mai essere definito come verità", sia che sia vera sia che sia falsa, tu stai implicitamente affermando che la verità esiste.  :D


Ecco che in tre semplici passaggi abbiamo smontato una intera costruzione "filosofica".
Questi giochetti di logica mi piacciono un casino.
E la dicono lunga sulla "filosofia".
ahahahah  :D
#448
Citazione di: Lou il 07 Aprile 2017, 18:49:51 PM
La domanda rimane la stessa, della FORMA A  "pezzo di carta" una volta trasformata, in B, C, D, E, che resta?
:D
La forma A "pezzo di carta" ha cambiato forma e ora è B+C+D+E.
La forma precedente A si è trasformata e ora è B+C+D+E.
Cosa resta di A? Resta B+C+D+E. Cioè A stesso, ma in un'altra forma.
Quindi A c'è ancora, anche se ora si manifesta in una forma diversa. E si manifesta come B+C+D+E.
Cioè A ha cambiato forma. Esiste ancora, ma in una forma diversa.

Qualunque cosa tu faccia, non potrai mai "distruggere" A. Nè, tantomeno, "crearlo".
E questo vale per ogni cosa animata e inanimata. Poichè ogni cosa è energia.
#449
Citazione di: Lou il 07 Aprile 2017, 18:40:18 PM
Citazione di: myfriend il 07 Aprile 2017, 18:37:26 PM
Citazione di: Lou il 07 Aprile 2017, 18:33:24 PM
Ti chiedo cortesemente di definirmi il concetto di "trasformazione", senza usare un linguaggio ambiguo con mega paroloni. Poi dal vocabolario valuterò quali parole e relativi significati eliminare.
Trasformazione= cambiare forma. Mutare da una forma ad un'altra.
Perfetto, nel cambiamento di forma dalla forma A alle forme B, C, D, E cosa resta, al netto della quantità di energia?
non ho capito la domanda.
#450
Citazione di: Lou il 07 Aprile 2017, 18:33:24 PM
Ti chiedo cortesemente di definirmi il concetto di "trasformazione", senza usare un linguaggio ambiguo con mega paroloni. Poi dal vocabolario valuterò quali parole e relativi significati eliminare.
Trasformazione= cambiare forma. Mutare da una forma ad un'altra.