In altri termini i maghi basano i loro trucchi sulle nostre debolezze percettive, sollecitandole .
Così , per analogia, quando è la natura che sembra mostrarci le sue magie chiediamoci quali siano le debolezze del metodo con il quale la indaghiamo.
Se assumiamo che gli strumenti della indagine scientifica non siano sostanzialmente diversi dagli strumenti usati dalla percezione, chiediamoci perché i primi a fronte di una maggiore precisione incappino in limiti di principio, mentre i secondi no.
E infatti, vi è forse un limite all'immaginazione?
La natura di cio' che osserviamo coi sensi sembra molteplice perché molteplici sono i sensi senza che di ciò ci sorprendiamo.
Quindi perché dovremmo sorprenderci quando i metodi di indagine scientifica ci ripropongono la stessa molteplicità?
La differenza sembra risiedere nel fatto che una mela ci appaia solida quanto rossa al contempo.
Mentre gli oggetti del microcosmo che indaghiamo coi metodi della scienza ci appaiono rossi, o , in alternativa solidi, per cui ci sembra strano poter riferire queste diverse apparenze allo stesso oggetto, perché tendiamo a riferire ognuna di queste apparenze all'essenza dell'oggetto, ed essendo esse diverse ci appaiono quindi contraddittorie.
La contraddizione quindi sparisce se non le riferiamo all'essenza dell'oggetto, riguardandole come le diverse forme in cui esso appare quando diversamente sollecitato sperimentalmente.
Qual'e' l'essenza di una mela, l'essere rossa o l'esser solida?
Nessuna delle due, ne' una loro combinazione per sovrapposizione.
L'essenza della mela non è quella di essere rossa, ne' quella di essere solida , nel quella di essere al contempo rossa e solida.
Così , per analogia, quando è la natura che sembra mostrarci le sue magie chiediamoci quali siano le debolezze del metodo con il quale la indaghiamo.
Se assumiamo che gli strumenti della indagine scientifica non siano sostanzialmente diversi dagli strumenti usati dalla percezione, chiediamoci perché i primi a fronte di una maggiore precisione incappino in limiti di principio, mentre i secondi no.
E infatti, vi è forse un limite all'immaginazione?
La natura di cio' che osserviamo coi sensi sembra molteplice perché molteplici sono i sensi senza che di ciò ci sorprendiamo.
Quindi perché dovremmo sorprenderci quando i metodi di indagine scientifica ci ripropongono la stessa molteplicità?
La differenza sembra risiedere nel fatto che una mela ci appaia solida quanto rossa al contempo.
Mentre gli oggetti del microcosmo che indaghiamo coi metodi della scienza ci appaiono rossi, o , in alternativa solidi, per cui ci sembra strano poter riferire queste diverse apparenze allo stesso oggetto, perché tendiamo a riferire ognuna di queste apparenze all'essenza dell'oggetto, ed essendo esse diverse ci appaiono quindi contraddittorie.
La contraddizione quindi sparisce se non le riferiamo all'essenza dell'oggetto, riguardandole come le diverse forme in cui esso appare quando diversamente sollecitato sperimentalmente.
Qual'e' l'essenza di una mela, l'essere rossa o l'esser solida?
Nessuna delle due, ne' una loro combinazione per sovrapposizione.
L'essenza della mela non è quella di essere rossa, ne' quella di essere solida , nel quella di essere al contempo rossa e solida.