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Messaggi - Eutidemo

#4351
Attualità / L'omicidio di George Floyd
02 Giugno 2020, 13:10:36 PM

Il tema è di attualità, ma presuppone previamente una disamina del problema razziale nordamericano nel suo complesso; il quale non poteva che essere affrontato, sia pure in modo molto sintetico e sommario, in un mio TOPIC a parte (di carattere eminentemente storico), di cui qui vi riporto il LINK, sempre che abbiate il tempo e la voglia di leggerlo.
https://www.riflessioni.it/logos/tematiche-culturali-e-sociali/il-problema-razziale-americano/msg44568/#msg44568

***
Per quanto, invece, concerne il caso specifico, secondo me, occorre tenere ben distinti:
- il problema generale del "razzismo" negli USA, che si manifesta in svariati casi di "discriminazione", sui quali in questa sede non ritengo di potermi soffermare;
- il problema più circoscritto della  "discriminazione" che avviene nel trattamento dei fermati e dei sospetti da parte della Polizia.
Quest'ultimo è un caso a parte, con caratteristiche proprie.

***
A tale riguardo, occorre previamente considerare alcuni aspetti:

1)
La diffusione delle armi negli USA è così estesa e capillare, che i poliziotti americani sono particolarmente sul chi vive, ed hanno quindi il grilletto molto facile; secondo me forse anche troppo, visto che, secondo l'ultimo report di  "Fatal Encounters", nel 2018 la polizia ha ucciso (a torto o a ragione) ben 1810 cittadini statunitensi di ogni colore, ripartiti per "etnia" come meglio dirò in prosieguo.

2)
Oltre alla eccessiva diffusione delle armi nella popolazione civile, moltissimi incidenti sono dovuti anche alle specifiche "regole di ingaggio" a cui si attiene la polizia; ed infatti, molto spesso, quando al fermato viene ingiunto di mettere le mani sul cofano della macchina o di stendersi a terra con le mani dietro la schiena, quello, istintivamente, fa spesso il gesto di estrarre i documenti o di prendere il cellulare per chiamare qualcuno.
Il che costituisce un errore fatale, perchè, in tal caso, visto:
- che il fermato non ha obbedito all'ordine;
- che potrebbe estrarre un arma;
molto spesso l'agente gli spara e lo fa secco con la mano ancora in tasca.
Il che è, a livello "tattico" di ingaggio, è perfettamente comprensibile, ma purtroppo è fonte di tragici "misunderstanding" (malintesi); l'agente dovrebbe essere addestrato ad evitarli, valutando il "contesto"...ma qualche volta questo non accade.

3)
Questo non accade soprattutto se il fermato è un nero o un ispanico, in quanto il loro tasso di criminalità è percentualmente più elevato degli altri cittadini statunitensi; per cui l'agente, in tal caso, ha il grilletto più facile, perchè è più sul chi vive.
Al riguardo occorre fugare subito un equivoco: il tasso di criminalità di costoro non dipende minimamente dal colore della loro pelle o dalla loro etnia, bensì dal fatto che, percentualmente si tratta di popolazioni:
- con un più alto tasso di giovani;
- con un più alto tasso di emarginati.
E la maggior parte dei crimini di strada (anche in Italia), viene commesso, appunto, dai giovani e da emarginati; il che vale pure per i bianchi, solo che sono di meno (in proporzione).
Che io sappia, non è ancora stata fatta una "media ponderata" che stabilisca una maggiore o minore tendenza a delinquere esclusivamente "per etnia", tenendo conto del numero di "giovani" e di "emarginati" di ciascuna etnia, e traendone, quindi, una comparazione "ceteris paribus", al netto di tali fattori.

4)
Fatto sta che, comunque, divise per razza, le vittime in quell'anno sono state:
- 649 bianchi;
- 377 neri;
- 240 ispanici;
-  23 nativi americani
- 23 asiatici;
- 497 di origine non specificata.
Il che, in rapporto alla popolazione totale, significa che la polizia USA, in proporzione, uccide in maggioranza membri della popolazione di colore che non di quella bianca.
Di 133 vittime (7,3%) non si conosce l'età, mentre, della restante parte, 15 avevano meno di 10 anni, 27 tra gli 11 e i 16 anni, 59 tra i 17 e i 18, 281 tra i 19 e i 25, 720 tra i 26 e i 40 anni, 464 tra i 41 e i 60, 81 tra i 60 e i 70 anni, 20 tra i 70 e gli 80 anni, e 10 tra gli 81 e i 90 anni.
Il che, più o meno, dimostrerebbe quanto sopra.

***
Occorrerebbe anche tenere conto della  composizione dei dipartimenti di polizia locale per razza, che, in USA, sono i seguenti:
- bianca   72,8%
- nera    12,2%
- latina   11,6%
ecc.
Ma non stiamo a farla troppo complicata!

***
CONCLUSIONI
Tirando le somme, "in generale", secondo me se ne potrebbero trarre le seguenti conclusioni:
- la polizia USA, in proporzione, uccide "intenzionalmente" in maggioranza membri della popolazione di colore che non di quella bianca, ma non per "razzismo", bensì semplicemente perchè ritiene che il fermato di colore possa essere "più pericoloso" di quello bianco;
- la polizia USA, invece, in proporzione, dopo averli arrestati e resi innocui, "brutalizza" maggiormente i fermati di colore (con maltrattamenti fisici) rispetto a quelli bianchi, anche se, al riguardo, mancano ovviamente statistiche ufficiali.
Il che, invece, effettivamente, in molti casi può essere imputabile alle devianze "razzistiche" di determinati agenti; visto che non si trovano più in una situazione di pericolo personale.
E talvolta, più o meno volontariamente, ciò può anche comportare la morte del "brutalizzato"!

***
Ciò premesso, Derek Chauvin, il poliziotto che ha barbaramente ucciso, soffocandolo con un ginocchio, l'afroamericano George Floyd lo scorso 26 maggio a Minneapolis, pur rientrando nella seconda categoria di poliziotti, è tuttavia, ormai, da classificare nella categoria degli omicidi.
Chauvin non era certo nuovo a violenze in divisa, anche se ovviamente non avevano mai raggiunto tale gravità: si è scoperto infatti che nel corso della sua carriera era stato denunciato già la bellezza di 18 volte per comportamenti violenti.
Se è vero che la maggior parte di essi erano stati rivolti nei confronti di persone di colore (cosa da verificare), a mio avviso non ci sarebbe alcun dubbio che il suo comportamento nei confronti di Floyd sia da considerarsi ispirato dal "razzismo"!

***
Mi pare che sia stato incriminato per "omicidio colposo",  il quale si verifica quando qualcuno, per colpa, cagiona la morte di uomo; cioè quando l'autore del reato, pur agendo con volontà, non ha preso coscienza delle conseguenze della sua azione.
Ma a me non sembra affatto questo il caso!
A voler essere benevoli, semmai, secondo me si potrebbe ipotizzare il cosiddetto "omicidio preterintenzionale",  il quale viene commesso quando un soggetto, ponendo in essere atti diretti a far del male ad una persona, o a procurarle delle lesioni, ne causa involontariamente la morte; come nel caso di Floyd, che, essendo ammanettato ed a faccia a terra, non abbisognava certo di essere "torturato" pure con un ginocchio sulla nuca.
Però, secondo me, nel caso di specie si potrebbe configurare un vero e proprio "omicidio volontario", con un "coefficiente psichico della condotta" individuabile nel cosiddetto "dolo eventuale.
Ed infatti, il criterio distintivo tra l'"omicidio volontario" e l'"omicidio preterintenzionale" risiede nel fatto che nel secondo caso la volontà dell'agente esclude ogni previsione dell'evento morte, mentre nell'omicidio volontario la volontà dell'agente è costituita dall' "animus necandi", ossia dal "dolo intenzionale"; però, a mio avviso, nel caso in esame si potrebbe ipotizzare anche il "dolo eventuale", che è un tipo di manifestazione del dolo in cui l'agente ha la precisa coscienza e volontà di attuare un evento lesivo e, pur di raggiungere tale scopo - già di per sé illegittimo e illegale - accetta anche che le conseguenze della sua condotta possano essere più gravi di quanto non sia strettamente necessario per ottenere lo scopo primario.
Però:
- non conosco approfonditamente tutte le circostanze di fatto (non ho neanche visto la ripresa);
- non conosco il diritto penale locale.
Per cui prendete le mie conclusioni con cauto beneficio d'inventario :)
#4352

Il tema del "razzismo americano" è così complesso e profondo, che, sebbene io  abbia cercato più volte di analizzarlo (sotto vari aspetti), devo tuttavia onestamente ammettere che il compito esorbita di gran lunga:
- sia dalle mie conoscenze in materia;
- sia dalle mie capacità di analisi.
In ogni caso, per trattarlo seriamente, occorrerebbe scrivere al riguardo un vero e proprio saggio; come già ce ne sono parecchi in commercio, sia pure con approcci e conclusioni alquanto differenti tra di loro (spesso, però, viziate dalle pregiudiziali ideologiche degli autori).
In ogni caso, in occasione dell'omicidio di George Floyd, e delle sue conseguenze, non sono riuscito ad astenermi dall'esprimere qualche considerazione anche in merito a tale tema, prima di esaminare il tema specifico di Floyd con un TOPIC a parte; ed infatti, a mio avviso si tratta di due temi strettamente collegati tra di loro, ma da tenere concettualmente ben distinti.

***
Ciò premesso, per entrare nel merito del presente TOPIC, nelle discussioni che mi capitano al riguardo, io, in genere, sono solito osservare che molti popoli ne hanno sterminati altri, oppure li hanno schiavizzati; ma i coloni europei nordamericani sono gli unici che, storicamente, siano riusciti a fare contemporaneamente tutte e due le cose, con due popoli diversi (sterminando i rossi e schiavizzando i neri).
Ammetto che si tratta di una osservazione un po' superficiale, sommaria, e, per alcuni versi, non del tutto storicamente corretta; però, secondo me, qualcosa di vero c'è!

***
GENOCIDIO
Di solito mi si obietta che, nell'America Centrale e Meridionale i coloni spagnoli e portoghesi non si sono comportati molto meglio dei coloni europei nordamericani; il che è indubbiamente vero, ma con due importanti differenze, almeno ai fini che qui ci interessano.

1)
Come si evince dalla mappa di cui al seguente LINK, la popolazione americana originaria si è mantenuta di una certa consistenza numerica soltanto a sud del Rio Grande, mentre al nord si era quasi del tutto estinta.
http://bayimg.com/eanJbaagp
E' vero che al Nord la popolazione indigena era più scarsa che al Sud anche prima dell'arrivo dei nordeuropei; ma, secondo le stime più recenti, a  nord del Rio Grande la popolazione autoctona ammontava a circa 12 milioni di persone, le quali furono quasi tutte eliminate:
a)
Direttamente, con la forza delle armi; di cui il massacro di Wounded Knee è solo uno dei tanti esempi.
b)
Indirettamente:
- tramite la diffusione premeditata del vaiolo come "mezzo di genocidio biologico", distribuendo agli indiani coperte e cuscini infetti ed offrendo loro del cibo contaminato.
http://www.nativeweb.org/pages/legal/amherst/lord_jeff.html
- tramite la sterilizzazione di massa di migliaia di nativi americani.
https://www.fondazionegeiger.org/images/cataloghi/Catalogo-Nativi.pdf
Tuttavia, da quasi "inesistente", negli anni del secondo dopoguerra la popolazione nativa è notevolmente ricresciuta; sebbene in condizioni di vita alquanto precarie e deteriori, come io stesso ho avuto modo di constatare, anni fa, visitando una "riserva indiana" nel deserto del Mojave (una squallidissima "bidonville", da far accapponare la pelle).
http://bayimg.com/eanjcaAGP
Però, oggettivamente, lo sterminio dei pellerossa in sè e per sè, non necessariamente comporta un intrinseco "razzismo" dei loro sterminatori; implica semplicemente, che li trovavano scomodi e pericolosi nei territori appena conquistati, per cui li hanno "fatti fuori" in un modo o nell'altro.
Ed invero, per esempio, i Romani non erano sicuramente "razzisti"; però, come ci racconta Plutarco, Cesare, dopo aver conquistato la Gallia, perpetrò un "genocidio" di Galli che, in proporzione, non ha nulla da invidiare a quello che Hitler perpetrò nei confronti degli Ebrei.
Però, se è vero che lo sterminio dei pellerossa in sè e per sè, non necessariamente comporta un implicito "razzismo ideologico" dei loro sterminatori, tuttavia non lo esclude nemmeno; bisognerebbe valutare da caso a caso.

2)
A parte questo, se, come a me, vi è capitato di fare una passeggiata in una città sudamericana, vi sarete subito accorti  di aver incontrato prevalentemente dei "meticci".
http://bayimg.com/daNJPAAGp
Se, invece, come a me, vi è capitato di fare una passeggiata in una città nordamericana, vi sarete subito accorti  di aver incontrato prevalentemente persone di etnia chiaramente "bianca", più o meno pura.
http://bayimg.com/EANJAAaGp
Il che, a mio avviso, potrebbe essere un sintomo del fatto che i coloni spagnoli e portoghesi erano meno "razzisti" dei coloni europei nordamericani; ed infatti, i primi non si peritarono di dar vita ad una popolazione etnicamente "mista", come si evince ad occhio passeggiando per Città del Messico, mentre i secondi quasi per niente.
Ed infatti, passeggiando per Boston, di "meticci" se ne vedono molti di meno in giro; il che potrebbe significare una maggior ripugnanza fisica dei nordamericani ad accoppiarsi con gli indigeni.
Però anche questo non necessariamente implica una forma di "razzismo ideologico" vero e proprio, in quanto potrebbe anche trattarsi di una semplice reazione di "ripulsa psicologica del diverso" a livello di sistema limbico (amigdala); sotto tale aspetto, a livello individuale o etnico, forse siamo tutti un po' razzisti.

***
Magari può darsi che gli Europei del Nord lo siano forse un po' di più di quelli del Sud (anche ideologicamente), poichè, storicamente, hanno subito meno rimescolamenti etnici; ma si tratta solo di una supposizione.
E, forse, c'entra un po' anche il diverso tipo di cristianesimo adottato dagli uni e e dagli altri; ed infatti, secondo lo studioso Franco Cardini, la chiesa di Roma, pur con alcune contraddizioni interne (come ad esempio le Scuole residenziali indiane), ha agito nei secoli prevalentemente in difesa degli indigeni sudamericani.
Cosa che, invece, al Nord non si è verificata.

***
Tuttavia, come ho premesso, bisogna stare molto attenti a non semplificare troppo le cose, e a non saltare subito alle conclusioni; ed infatti, a mio parere, il "razzismo", se c'entra, è stato solo uno dei fattori che ha provocato il "genocidio" (se così si può chiamare), a nord del Rio Grande.
Degli altri fattori non ho qui nè il tempo nè lo spazio per scrivere; ma parte di essi non è da considerarsi imputabile a vera e propria "premeditazione".

***
SCHIAVISMO
Sulla storia dello "schiavismo confederato", si sono scritti molti più volumi che sul "genocidio dei pellerossa", per cui mi sembra supefluo soffermarmici più di tanto.
Qui ricorderò soltanto che l'"antischiavismo" dell'Unione, non coincideva in tutto e per tutto con l'ideologico "antirazzismo" di facciata dei Nordisti; in quanto, in realtà, a parte gli autentici "idealisti", esso aveva precipuamente motivazioni  economiche.
Ed infatti, il Nord inclustriale aveva la tecnologia e lo "know-how" necessari per produrre macchine e automatizzare, almeno in parte, i processi produttivi del Sud; ne é un esempio la famosa sgranatrice ("cotton gin") che permetteva di dimezzare i tempi di raccolta del cotone.
La finanza nordista, quindi, era parte cointeressata e sosteneva il sistema, che voleva imporre tecnologicamente al Sud, liquidando gli schiavi neri; ma nelle piantagioni del Sud il lavoro di raccolta veniva svolto dagli schiavi,  ed i Sudisti non volevano, nè erano economicamente in grado di mutare tale sistema ("razzisti" o meno che fossero).
Inoltre, per espandersi, l'industria del Nord aveva bisogno del mercato del Sud ed anche della manodopera nera che Ià era disponibile in gran quantità; però la voleva "liberata", perchè per il meccanismo capitalistico del Nord, era molto più economico e conveniente avvalersi di "liberi operai" (assumibili e licenziabili a seconda delle circostanze), piuttosto che sobbarcarsi il peso di "schiavi" in proprietà, anche quando non servivano più nel caso di oscillazioni del mercato.
Inoltre, per il Nord, forzare il Sud ad abbandonare il modello economico schiavistico, era l'unico modo per procurarsi un importante mercato di sbocco per la propria industria metalmeccanica; aprendo, così, la strada allo smembramento dei latifondi ed al loro acquisto da parte delle banche, e creando nel contempo un enorme bacino di manodopera a buon mercato disponibile per lo sviluppo inclustriale futuro.
Ma il Sud non poteva accettare tutto questo, poichè gli schiavi erano il "capitale" dei latifondisti, del valore complessivo di circa 80 miliardi di dollari (al valore attuale); una cifra enorme che, se si fosse azzerata da un giorno all'altro, avrebbe devastato |'intera economia della Confederazione.
Quindi, la scelta per il Sud fu obbligata, e la guerra era |'unica "chance"; nonostante che fosse praticamente impossibile vincerla.
Ma che il "razzismo", se così vogliamo chiamarlo, fosse un appannaggio dei Sudisti, e l'"antirazzismo" un appannaggio "ideale" dei Nordisti, è tutto da verificare; sebbene, per "riflesso" alla sconfitta, non c'è dubbio che un "razzismo di reazione" abbia fortemente influito nella mentalità sudista.
Ma anche questo è un discorso molto complesso, che, qui, non è possibile affrontare.

***
Sul resto, per ora, soprassiedo.
***
#4353
Attualità / Re:COVID19 - Competenze specifiche.
02 Giugno 2020, 05:20:59 AM
Citazione di: anthonyi il 01 Giugno 2020, 19:03:37 PM

Ciao Eutidemo, nel tuo confronto tra virologi ed epidemiologi secondo me hai dimenticato una puntualizzazione importante. I fenomeni epidemici vanno analizzati con strumenti statistico-matematici evoluti, che oltretutto sono utilizzati anche nell'analisi di fenomeni storici, sociali, economici, nella scienza delle comunicazioni.
Io non conosco quali siano le basi teoriche che studiano questi specialisti, sono convinto comunque che difficilmente uno specializzato nel settore medico possa trovare anche il modo per approfondire tali strumenti in maniera adeguata. In altri termini l'epidemiologo non può avere secondo me tutte le competenze per prevedere l'evoluzione di un'epidemia, deve essere affiancato da qualcuno esperto in metodi quantitativi e specializzato nel trattare fenomeni epidemici.



L'epidemiologia è una specializzazione medico-scientifica "comparata", che si avvale di strumenti statistico-matematici evoluti; i quali, peraltro, sono simili a quelli utilizzati anche nell'analisi di fenomeni storici, sociali, economici.
Quanto alle basi teoriche e pratiche su cui tale scienza si fonda, sono ben spiegati qui:
https://apps.who.int/iris/bitstream/handle/10665/43541/887266031_ita.pdf?sequence=6&isAllowed=y
#4354
Attualità / COVID19 - Competenze specifiche.
01 Giugno 2020, 16:11:37 PM

Molti non tengono conto delle diverse specificità in cui si articola una singola professione; ed invece, vista la complessità della società e della scienza moderna, sarebbe opportuno rendersi sempre ben conto che ogni professione si articola in più di una specialità.

***
I più avveduti, magari, arrivano a capire che, sebbene sia gli otorinolaringoiatri sia gli odontoiatri:
-  siano entrambi laureati in medicina;
-  ti mettano entrambi i ferri in bocca;
tuttavia, per farsi togliere un dente, forse è preferibile rivolgersi ai secondi e non ai primi.

***
Anche costoro, però, difficilmente riescono a capire la differenza tra:
- virologi;
- epidemiologi.
E non comprendono che, anche se sono bravissimi nella loro specialità, i primi non hanno le competenze specifiche dei secondi, nè i secondi hanno quelle dei primi; allo stesso modo in cui gli otorinolaringoiatri non sono molto bravi a togliere i denti, nè gli odontoiatri ad asportare le tonsille.

***
In particolare:

a)
I virologi:
- possono essere dei luminari nella cura dei malati "virali", possono seguire benissimo l'andamento del virus in un determinato contesto ospedaliero, e solo loro possono contribuire a trovare un vaccino, e, nel frattempo, a ricercare le migliori terapie farmacologiche;
- però sono le persone meno indicate per capire come si sviluppa un'epidemia o una pandemia, a fare previsioni al riguardo, ed a studiare quali siano le migliori misure per contenerla e controllarla a livello di un'intera popolazione.

b)
Gli epidemiologi:
- non hanno specifiche competenze per la cura dei malati,  nè nella ricerca di un vaccino, o nella ricerca  delle migliori terapie farmacologiche;
- però sono le persone più indicate per capire come si sviluppa un'epidemia o una pandemia, a fare previsioni al riguardo, ed a studiare quali siano le migliori misure per contenerla e controllarla a livello di un'intera popolazione.

***
Chiedere ad un  virologo come si svilupperà un'epidemia, è come chiedere a un meccanico bravissimo con i pistoni e con le centraline delle auto di fare una previsione sul traffico in autostrada al casello di Abbiategrasso; magari può azzardare una previsione pure lui, come chiunque altro, ma varrebbe quanto quella che potrei fare io.
L'epidemiologo, invece, pur non essendo bravo a smontare "il motore" di un virus come fa il virologo, è però molto più competente a capire la meccanica generale del contagio, ed i relativi rischi di diffusione o le speranze di regresso.

***
Ovviamente, l'epidemiologo è anche più competente a studiare la strategia per contenere un virus dopo la prima ondata, quando esso è (o almeno "sembra"), in fase "recessiva"; cioè, seguendo i principali criteri di tecnica epidemiogica, costituiti dalle famore "tre T": "testing, tracing, treating" ("testare, tracciare, trattare").

***
Ovviamente, e per concludere, è superfluo dire che, così come un virologo può sbagliare una cura, allo stesso modo un epidemiologo può sbagliare una previsione; ma, anche quando questo accade, non è certo un buon motivo perchè il primo pretenda di fare il lavoro del secondo, ed il secondo del primo.
Come disse Apelle al calzolaio: "Sutor, nec supra crepidam!" ("Calzolaio, limitati alla scarpa").
Motto che, ad onor del vero, dovrei rivolgere soprattutto a me stesso! ;D

#4355
Citazione di: sapa il 31 Maggio 2020, 11:39:46 AM
Sono d' accordo con Eutidemo, sulla parte agricola del suo excursus sulla tassazione immobiliare. E aggiungo che non è solo fondamentalmente iniquo non tassare le rendite da locazione di terreni agricoli, ma anche tassare i redditi dei coltivatori diretti secondo la stessa misura, fatta salva, come dice ottimamente Eutidemo "l' attività di impresa", che comunque non coinvolge il coltivatore diretto.La tassazione attuale sull'agricoltura alimenta da anni la diceria che l'agricoltore non paga tasse e in buona parte è vero. Poi, da addetto ai lavori, posso solo dire che se i coltivatori diretti dovessero pagar tasse secondo il reddito reale che percepiscono dalla terra, probabilmente chiuderebbero quasi tutti. E il motivo è che l'agricoltore per lo più non tiene conto di quelle voci che normalmente compongono un bilancio, quali ammortamenti delle attrezzature e degli impianti. Se lo facesse, con i prezzi correnti che il mercato pratica per le produzioni "commodities" agricole, ma anche per alcune cosiddette produzioni di pregio (ortofrutta), nemmeno gli aiuti a sostegno al reddito basterebbero a nascondere il passivo che di fatto si produce in campagna. Questo, almeno dagli anni 90 ad oggi. Io sostengo da un bel po' che gli agricoltori sono ormai gli unici imprenditori e produttori che sono disposti a continuare a rimetterci, senza chiudere come fa qualsiasi altro operatore economico. E questo solo perchè, di fatto, la maggioranza non fa i suoi conti bene.



Tutto vero, almeno a quanto mi risulta.
Ad ogni modo, ci sono "coltivatori diretti" e "coltivatori diretti"; e non tutti corrispondono all'idea che noi tutti abbiamo del contadino.
Ad esempio il Duca Giulio Grazioli, proprietario di casa di Silvio Berlusconi, risulta essere, appunto, un "coltivatore diretto"; non so se lo sia ancora, ma almeno fino a qualche anno fa, sicuramente lo era. :)
#4356

Ciao Inverno. :)
Come ti avevo scritto, di fronte alle Commissioni Tributarie non sempre è necessario avvalersi di un avvocato; anzi, nel tuo caso, lo sconsiglierei decisamente.
Ed infatti, alla difesa tecnica di fronte alle Commissioni Tributarie, sono abilitati anche gli ingegneri, gli architetti, i geometri, i periti industriali, i dottori agronomi e forestali, gli agrotecnici, i periti agrari, ecc. che risultino iscritti all'albo di pertinenza; quindi potrebbe darsi che tu possa difenderti anche da solo.
Per quanto concerne la tua idea di effettuare una variazione che infici la rendita (es. frazionamento) in modo tale da ricalcolare tutto da capo, mi sembra ottima; soprattutto se realizzata da uno che se ne intende, come mi pare che tu sia.
Un saluto :)
#4357

Ciao Anthony :)
Premesso che, per gli svariati motivi da me precedentemente esposti, io ritengo iniquo il sistema di tassazione immobiliare "nel suo complesso" (a prescindere dalla sperequazione tra proprietari di immobili in base alla loro ubicazione), confermo di essere pienamente d'accordo con te sulla sperequazione tra gli immobili di pregio e gli immobili ordinari; fermo restando che, oltre ad altre ingiuste diseguaglianze di trattamento tra gli stessi proprietari immobiliari ( ad es., anche tra quelli di civili abitazioni e quelli di negozi), tutti quanti, chi più chi meno, vengono tassati in modo particolormente "vessatorio" dal Fisco.

***
Quanto alla "deduzione dei costi di manutenzione" in maniera "proporzionale al reddito", per legge:
- la "deduzione" degli effettivi costi di manutenzione non è consentita per nessun tipo di reddito immobiliare;
- per tutti è invece consentita una ridicola "deduzione"  forfetaria del 5% (così ormai ridotta dall'originario 25% e poi 15%).

***
A tale riguardo, tu dici che: "... se confronti un immobile ordinario, del valore diciamo di mille Euro al metro quadro, con il solito immobile al centro di Roma, del valore di 10mila Euro al mq, ti accorgi che i costi ordinari di manutenzione non sono poi così differenti, diciamo che l'immobile a Roma costa il doppio di quello ordinario, ma gode di una detraibilità 10 volte superiore (perché si presume che il reddito annuo sia 10 volte superiore)."
Su tale aspetto, a dire il vero, non avevo mai riflettuto!
Il tuo ragionamento, a livello logico, a me  sembra abbastanza sensato; però non ho le competenze tecniche necessarie per dire se sia vero o meno.
Bisognerebbe sentire il parere di un architetto, di un ingegnere  o di un geometra al riguardo; sempre che ne ci sia qualcuno iscritto a questo FORUM.

***
Però, come ho detto sopra, si tratterebbe pur sempre di diseguaglianze di trattamento tra diverse tipologie di proprietari immobiliari;  mentre il fine del mio TOPIC è quello di dimostrare che "tutti quanti i proprietari immobiliari", chi più chi meno, vengono complessivamente tassati in modo particolormente "vessatorio" dal Fisco.

***
Quanto all'esenzione IMU per prima casa, tanto sbandierata da Berlusconi, tu giustamente osservi che essa dà l'opportunità a coloro che vivono in case di più alto livello di godere di un'esenzione più alta di quella goduta in case ordinarie o povere; questo è indubbiamente vero, per cui io ho sempre pensato che, invece dell'esonero totale, sarebbe stato più giusto concedere un "abbattimento alla base" identico per tutte le prima case (cioè fino ad un certo "valore catastale"), nel qual caso l'agevolazione sarebbe stata identica per tutti.
Però, come ho detto sopra, si tratterebbe pur sempre di diseguaglianze di trattamento tra diverse tipologie di proprietari immobiliari;  mentre il fine del mio TOPIC era precipuamente quello di dimostrare che tutti quanti i proprietari immobiliari, chi più chi meno, vengono complessivamente tassati in modo particolormente "vessatorio" da Fisco.

***
Quanto ai redditi "agrari", e, in particolare quelli "dominicali", quale che sia il reddito effettivo che se ne trae, la quasi totalità dei terreni agricoli si trovano attribuiti  valori catastali assolutamente "irrisori"; questo te lo posso garantire, e, comunque, in genere sono almeno 50/100 volte inferiori a quelli effettivi (se ce ne sono).

***
Circa, infine, il valore ambientale dell'attività agricola, rispetto al danno ambientale che i fabbricati urbani producono, sarà sicuramente vero; ma non possiamo mica tornare tutti a zappare la terra, nè impiantare catene di produzione industriale tra le zolle!

***
Un saluto! :)

#4358

Ciao Anthony. :)
Non c'è dubbio alcuno che molti immobili abbiano attribuito ancora  il vecchio "valore catastale", che è molto più basso dell'attuale "valore commerciale"; per lo più, per giunta, si tratta proprio degli immobili di maggior pregio, che si trovano al centro della città, perchè, appunto, sono i più "vecchi".
Quelli di più recente costruzione "periferica", invece, essendo più "nuovi", in genere si vedono attribuito "ex novo" un "valore catastale" relativamente più elevato, anche essendo, in genere, di minor pregio commerciale; il che, indubbiamente, costituisce una iniqua sperequazione tra i proprietari di immobili.
Quanto a questo, sono perfettamente d'accordo con te; nè mai ho sostenuto il contrario, trattandosi di una realtà di fatto!
:)

***
Ma il punto è un altro!
Ed infatti, secondo me, è iniquo il sistema di tassazione immobiliare nel suo complesso, a prescindere dalla sperequazione tra proprietari di immobili in base alla loro ubicazione.
A mio avviso, invero, costituisce un inverecondo e vergognoso "obbrobrio" tassare:
- sia "il reddito effettivo" dei fabbricati affittati, ai fini IRPEF (il che mi pare giusto);
- sia, duplicatoriamente, anche la loro"rendita figurativa" ai fini IMU (il che mi pare assolutamente ingiustificato e vessatorio).
O l'uno o l'altro!
>:(

***
Ed infatti, un tempo, "il reddito effettivo" degli "immobili" (agricoli ed urbani) non veniva tassato affatto; in quanto, in loro luogo veniva tassata SOLTANTO la loro ipotetica "rendita catastale".
Successivamente, ai fini IRPEF:
- mentre il reddito dei terreni continua, sino ad oggi, ad essere tassato nella sua sola misura catastale -ridicolmente esigua-, a prescindere dal reddito effettivo che il proprietario ne ritrae (salvo attività di impresa, come è ovvio);
- diversamente il reddito dei fabbricati viene tassato nella sua misura effettiva, qualora essi siano stati dati in locazione.
Ed infatti, i canoni effettivamente percepiti dal locatore di terreni agricoli non costituiscono reddito imponibile, per cui non devono essere indicati nella dichiarazione; deve, invece, essere dichiarato soltanto il "reddito dominicale", nella sua ridicola misura catastale di pochi euro (Ordinanza della Corte di Cassazionen. 25927 del 31 ottobre 2017).

***
Il che:
- di per sè, è già  abbastanza "sperequativo":
- ma diviene davvero "arbitrario" quando, oltre alla tassazione del "reddito effettivo" dei fabbricati ai fini IRPEF, si pretende di tassare anche la loro"rendita figurativa" ai fini IMU.
>:( >:( >:(

***
Un saluto. :)
#4359

Ciao Inverno. :)
Condivido pressochè tutte le tue considerazioni.
In ogni caso, se l'AE si rifiuta di declassare il tuo immobile, più che "non pagare" (ed essere poi perseguitato per sempre dalle cartelle esattoriali) secondo me dovresti ricorrere presso la competente Commissione Tributaria Provinciale, ai sensi del Decreto Legislativo n. 546 del 31 dicembre 1992, allegando al ricorso una perizia tecnica (possibilmente "giurata").
Anzi, al tuo posto, per prima cosa farei eseguire una perizia tecnica da un geometra o da un architetto; e presenterei ricorso solo successivamente , qualora, effettivamente, da tale perizia dovesse risultare che la rendita catastale attribuita è effettivamente eccessiva (secondo i criteri dell'estimo catastale).
Perchè, se così non fosse, almeno pagheresti un solo professionista (geometra) invece che due (geometra ed avvocato); il quale ultimo, però, davanti alle Commissioni Tributarie non sempre e necessario!
Un saluto! ;)

#4360

Ciao Anthony.
In primo luogo chiedo venia per l'eccessiva foga con la quale porto avanti certe tesi; spero di non essere risultato scortese, ma, se così fosse stato, ti prego sinceramente di scusarmi.

***
Peraltro, benchè io sia perfettamente convinto della fondatezza razionale delle mie argomentazioni, non posso negare che, visto che l'altroieri ho dovuto pagare circa 5.000 euro di primo acconto IMU, forse sono stato un tantino accecato dall'ira; e, questo, anche considerando che, a causa del COVID, di sei affitti, negli ultimi tre mesi, ne ho percepito soltanto uno.
>:(

***
Non ho idea se sia vero che, statisticamente la proprietà immobiliare è nella gran parte ereditata; ma, se così fosse, vorrei vedere tali statistiche.

***
Quanto al fatto che, nel caso dell'acquisizione di ricchezza immobiliare per valorizzazione di immobili acquistati col lavoro questa si produce in maniera abbastanza indipendente dal merito e dall'impegno individuale, invece, la cosa non mi risulta affatto; ed infatti, di tutti gli interventi di miglioria dovuti al mio impegno economico individuale, non ho avuto alcun ristoro da parte del Comune, ed uno molto parziale da parte dello Stato (scaglionato in dieci anni sotto forma di detrazione fiscale).

***
So benissimo che il "pretesto" per la tassazione ("anche") delle "rendite catastali", che io chiamo "rendite pretestuali"   è scaltramente imputata alla "accessibilità ai servizi, privati e pubblici, nell'area dove sono situati gli immobili"; ma, si tratta, appunto, di meri arbitrari "pretesti", come quelli del famoso lupo di Fedro.
"Superior stabat lupus, longeque inferior agnus!"
;) 

***
Ed infatti è indubbiamente vero che il valore dell'immobile dipende "anche" dall'accessibilità ai servizi, privati e pubblici, nell'area dove esso è situato; ma, almeno per alcuni immobili (tra i quali i miei), per ripagare tali benefici si devono spesso già corrispondere numerosi "contributi consortili obbligatori" di varia natura.
Senza considerare, poi, che, nelle bollette di utenza dei servizi, privati e pubblici, di cui parli, oltre alla "quota consumo", è pressochè sempre prevista una quota in conto capitale per la semplice esistenza, miglioria e manutenzione degli impianti necessari per l'erogazione dei servizi stessi in un determinato comparto territoriale.

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Quanto al fatto che il proprietario dell'immobile sfrutta  l'accessibilità che è stata prodotta da altri, facendosi pagare per l'affitto di un immobile ben posizionato in area urbana un affitto ben più alto di quello che avrebbe lo stesso immobile se fosse in un'area "abbandonata da Dio e dagli uomini", mi sembra un ragionamento "facie caprina hircique pedibus instructum".
Ed infatti, per comprare quell'immobile, da affittare ad altri, anche il proprietario ha dovuto a suo tempo pagare un prezzo d'acquisto ben più alto di quello che avrebbe dovuto corrispondere se lo stesso immobile si fosse trovato in un'area "abbandonata da Dio e dagli uomini"; per cui mi sembra perfettamente lecito che, una volta acquistatolo a caro prezzo col sudore della sua fronte, poi possa e debba trarne frutti locativi corrispondenti al maggior prezzo da lui pagato.

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Quanto al fatto che il 30/40 % del valore di un immobile  è costituito in gran parte dal valore che si è accumulato sull'immobile non per merito di chi l'aveva acquisito, questo è vero solo nello specifico caso di chi acquista un immobile, come dici tu, in un'area "abbandonata da Dio e dagli uomini", e poi, pagando una mazzetta all'assessore all'urbanistica, se la fa urbanizzare; in questo specifico caso di "speculazione edilizia" , non c'è dubbio alcuno che tu abbia perfettamente ragione!
Ma, nella stragrande maggioranza dei casi, l'acquirente, nel comprare un immobile, paga un prezzo corrispondente al valore di mercato che si è accumulato sull'immobile in quel momento; per cui non si avvantaggia di niente, e, anzi, in caso di incuria del Comune e dello Stato, il valore può anche diminuire.

***
Al riguardo, non posso non farti un caso specifico, perchè mi viene troppo "a fagiolo"; si tratta di un esempio reale (e personale), che ti assicuro essere assolutamente corrispondente al vero.
Anni fa acquistai un locale negozio in una certa località dell'Adriatico, ad un prezzo, diciamo, di 300.000 euro, ed affittato a 500 euro mensili; e, per qualche anno, filò tutto liscio.
Però nel corso del primo decennio del corrente secolo, la zona divenne terreno di scontro di bande rivali della criminalità organizzata (Sacra Corona Unita, e una "famiglia" ROM famosa da quelle parti); la situazione divenne talmente critica, che il mio inquilino, un barista, dovette assumere addirittura un "buttafuori", per cui gli ridussi l'affitto.
Hai capito bene: un buttafuori in un bar!!!
Alla fine, però, dopo che il buttafuori finì all'ospedale con le gambe spezzate, il barista chiuse bottega e mi restituì le chiavi: nell'anno di grazia 2012.
Da otto anni quel locale è sfitto, perchè nessuno è così insensato da prenderselo in locazione; per cui l'ho messo in vendita a 250.000 euro, poi a 200.000, adesso a 150.000, ma nessuno se lo compra.
Tuttavia, da otto anni, su quell'immobile, io pago circa 1.000 euro e rotti di IMU a fondo perduto; e, questo, come dici tu, per ripagare lo Stato ed il Comune del loro completo disinteresse della zona (tra l'altro sempre più spesso in crisi idrica ed igienica).
Anzi, nel 2015, la rendita catastale mi è stata persino rivalutata!
Posso esse npo' ncazzato, quando sento fa' certi discorsi?

***
Per concludere, e saltando di palo in frasca, non occorre certo essere un economista per capire che il prezzo ordinario di un servizio si spiega come la somma dei costi necessari a produrlo; però tu dimentichi che tale somma deve essere poi maggiorata dell'utile dell'imprenditore che eroga il servizio, altrimenti quest'ultimo lavorerebbe solo per la gloria!
A parte, questo, comunque, tu dimentichi due  aspetti:
a)
L'IMU non è affatto "un costo per la produzione del servizio casa", perchè non è economicamente inerente alla produzione dei relativi ricavi, ma è solo un pretestuoso balzello sulla proprietà del cespite, che prescinde dalla produzione di qualsiasi reddito;
b)
Se effettivamente l'IMU fosse "un costo per la produzione del servizio casa", essendo economicamente inerente alla produzione dei relativi ricavi, esso dovrebbe essere scomputabile ai fini IRPEF, sotto forma di:
- spesa analitica dal singolo reddito;
- onere deducibile dal reddito complessivo;
- onere trasformato in detrazione d'imposta.
Ma questo non è previsto!

***
Scusami per la veemenza; un saluto! ;)
#4361

Ciao Inverno :)


Anche a me risulta che, da quando la suddetta agenzia è stata fusa all'AE, qualsiasi velleità deontologica si è andata a far benedire e l'obbiettivo è principalmente quello di far cassa.
Però, secondo me, la legge 27 dicembre 2006, n.296, che aveva disposto la partecipazione dei Comuni al processo di determinazione degli estimi catastali, aveva già notevolmente aggravato la situazione; a causa della inesausta fame di entrate degli Enti Locali.


Un saluto! :)
#4362

Ciao Anthony :)
A mio avviso, considerare il possesso di immobili, di per sè, una una "condizione di privilegio economico", è mero disinformato  "ciarpame":
- giuridico;
- logico;
- ideologico.
Ed infatti, tutto dipende da "come" si è pervenuti a diventare proprietari di immobili.

***
Ovviamente, non c'è dubbio alcuno che aver ereditato degli immobili costituisca  una "condizione di privilegio economico" acquisito senza sforzo; così come costituisce indubbiamente una "condizione di privilegio economico" acquisito senza sforzo aver ereditato una azienda già avviata.
Ad esempio John Philip Jacob Elkann, erede degli Agnelli,  si è senz'altro trovato in una "condizione di privilegio economico", avendo ereditato la FIAT; molto più di chi ha ereditato dal padre due o tre immobili.

***
Diversamente, chi, dopo anni di lavoro, è riuscito a raggranellare denaro sufficiente (al netto delle tasse pagate) per comprarsi due o tre immobili, invece di metterlo nelle grinfie di una Banca, non mi pare proprio che si trovi in una "condizione di privilegio economico"; allo stesso modo di chi, partendo dal niente, è riuscito a mettere su un'azienda di successo.

***
Sostenere che la tassazione della "ricchezza immobile" sia equa, e per giunta molto più equa della tassazione del reddito da lavoro e di impresa, è assolutamente FALSO; come ho ampiamente dimostrato:
- citando normative assurde (come quelle che pretendono di tassare redditi mai percepiti);
- facendo concreti esempi "ad hoc".
Ma se uno vuole ignorare, per partito preso, gli uni e gli altri, "contro la coccia" la ragion non vale!
:)

***
Quanto al tuo esempio, denota una assoluta "nescienza" della normativa fiscale; della qual cosa non te ne faccio certo una colpa, perchè, ovviamente, non sei tenuto a conoscerla.

***
Ed infatti asserire che la seconda famiglia "...paga un affitto che, in termini economici, deve compensare i costi di produzione di quel servizio tra i quali c'è anche l'IMU pagata sulla casa che ha in affitto", è del tutto falso.
Ed infatti:
- il soggetto obbligato a pagare l'IMU è il proprietario, e non l'inquilino;
- il soggetto obbligato a pagare l'IMU, che è il proprietario, non può trasferire in alcun modo (nè diretto nè indiretto) tale onere all'inquilino, poichè la "traslazione d'imposta" è vietata dalla legge.

***
Quanto alle due famiglie, più in generale, come ho detto sopra, occorre considerare le libere "scelte di vita" che esse hanno fatto.

***
Ed infatti, ma solo in minima parte, il tuo esempio potrebbe reggere nel caso che il proprietario della prima casa l'abbia ereditata, mentre il secondo non abbia ereditato niente.
Diversamente:

a)
La famiglia che ha un reddito di mille Euro al mese e la proprietà della prima casa, se non paga l'affitto, nella stragrande maggioranza dei casi deve però pagare un mutuo; che, spesso, è superiore all'affitto, e, comunque, comporta un'ipoteca sull'immobile che potrebbe in qualsiasi momento comportarne l'esproprio (come, in moltissimi casi, accadde nel 2008).

b)
La seconda famiglia, che ha un reddito di mille500 al mese e ne paga 500 per l'affitto della prima casa, guadagnando di più della prima, se avesse voluto la casa avrebbe potuto comprarsela anche lei, accollandosi un mutuo di 1000 euro; cioè, continuando pagare sempre 500 euro al mese, come prima (1000 - 500 = 500), ma diventando anch'essa proprietaria.

***
Quanto alla circostanza che per il nostro sistema fiscale la seconda famiglia paga più tasse perché il reddito autoconsumato della casa di proprietà non è imponibile, senza offesa, a me pare una colossale castroneria; sarebbe come dire che bisognerebbe tassare pure il "reddito figurativo" della lavatrice casalinga, perchè, chi la possiede, può rispamiare la spesa di una pubblica lavanderia, mentre invece, chi non ce l'ha, per farsi lavare la biancheria, è costretto ad recarvicisi e pagarla.
Non dico che non ci sia del "metodo" in tale "follia"; ma, per me, sempre una "follia"  rimane.

***
Concludendo, in aderenza alle mie propensioni "giusnaturalistiche":
- ad alcuni aspetti del prelievo fiscale sugli immobili (ad es. l'IRPEF sui redditi effettivamente percepiti), mi piego consenziente;
- ad ad altri aspetti del prelievo fiscale sugli immobili (ad es. l'IRPEF sui redditi mai percepiti ed IMU in generale), mi piego controvoglia, soggiacendo alla mera forza, ma considerandolo un inaccetabile abuso.

Un saluto :)
#4363

Ciao Anthony :)
Hai completamente frainteso il senso delle mie parole, in quanto:

a)
E' ovvio che la lotta all'illegalità non è uno sport, ma è un dovere dello Stato che serve, oltre a garantire entrate per lo Stato, anche a rendere la concorrenza più efficace; quando mai mi è passato per la mente di sostenere qualcosa di diverso?

b)
Però, secondo me, è altrettanto ovvio che uno Stato, il quale non avendo la capacità (o la "voglia politica") di perdere troppo tempo ad accertare la posizione dei detentori della "ricchezza mobile" prende di mira precipuamente i detentori della "ricchezza immobile" (perchè la cosa è "più facile"), ha abdicato dal suo potere dovere di equo distributore e percettore delle imposte; e, quindi, almeno da parte mia, uno "Staticchio" del genere, merita soltanto il massimo biasimo politico, la più severa condanna morale.
>:(

***
Tale "Staticchio" (con il quale identifico i "Governicchi" che da un bel po' ne sono espressione), merita inoltre il mio  più assoluto dissenso fiscale, misto ad amara riprovazione, soprattutto quando:

a)
Non solo prende di mira la "ricchezza immobile effettiva" attraverso l'IRPEF, con la tassazione dei redditi degli immobili concessi in affitto:
- procedendo a ridurre sempre di più le spese deducibili forfetariamente;
- pretendendo persino di tassare i redditi non percepiti per insolvenza degli inquilini, come nei casi da me prospettati (anche sperequando ingiustificamente a seconda della tipologia di locazioni).
Io stesso, anni fa, ho dovuto pagare migliaia di euro di IRPEF su dei redditi mai percepiti, solo perchè quello era l'importo fissato in contratto; sebbene l'inquilino non mi abbia mai più versato un euro.
>:(

b)
Ma, per giunta, quando, dopo aver spremuto fino all'osso un immobile con la tassazione IRPEF di cui sopra, pretende pure di tassare la "ricchezza immobile immaginaria" costituita dal "valore catastale" dello stesso immobile!
Ed infatti, io stesso, anni fa, dopo aver dovuto pagare migliaia di euro di IRPEF su dei redditi mai percepiti, solo perchè quello era l'importo fissato in contratto, mi è toccato pure di doverci pagare sopra l'IMU; parametrata sul valore catastale dell'immobile in questione.
Per me, è semplicemente ROBA DA MATTI!
>:(

***
E' questo che intendo per "arbitrari balzelli"; tanto per usare un blando eufemismo, e non usare espressioni più forti.
>:(

***
Quanto al fatto che i valori catastali sono in parte ancora determinati dalla riforma del catasto che fece il Duce, questo è vero; però, in buona parte, molti di essi sono stati rivalutati anche ai giorni nostri, spesso, del tutto "a pera", tanto per consentire allo Stato, e, soprattutto, ai Comuni, di "battere cassa" (un po' come col VELOX).
>:(

***
Tanto per fare un esempio, nel rivalutare il valore catastale di un mio immobile, nell'avviso c'era scritto testualmente che esso era stato rivalutato "tenendo conto del valore di immobili similari, ubicati nella stessa zona"; e, questo, in violazione dello Statuto del Contribuente (Legge 27 luglio 2000, n. 212), cioè senza neanche indicare quali fossero tali "immobili similari" utilizzati per la valutazione del mio.
Alla fine ho scoperto che l'immobile similare preso a parametro, era uno solo, quello dove è ubicata l'Ambasciata di Norvegia (che, per giunta, è pure in un'altra zona, e cioè in via delle Terme Deciane); per cui, avendo io fatto ricorso, ho recentemente ottenuto una sentenza passata in giudicato che ha annullato la rivalutazione.
E di casi così, ne ho visti a dozzine!

***
A prescindere dalle (interessate) "sviste" ed abbagli in sede di rivalutazione delle rendite, forse, però, non sono riuscito a spiegarmi bene neanche su questo punto.
Ed infatti, secondo me, alto o basso che esso sia, il "valore catastale" (da cui discende la relativa "rendita", e viceversa) dovrebbe servire solo a determinare la "base imponibile" maggiorata di un immobile in caso di compravendita; ma, dopo avermici fatto pagare il 10% di imposta di registro al momento dell'acquisto, continuare a perseguitare quel povero immobile con ulteriori prelievi annui ai fini IMU, a me sembra una vera e propria VESSAZIONE.
Quasi ai limiti dell'"esproprio" camuffato!
Tanto più che, su quell'immobile, ogni anno devo pagare anche una salatissima IRPEF sugli affitti percepiti; la quale, però, almeno ha un senso costituzionale ex art.53 della Carta.

***
Quanto ai profitti e agli arricchimenti dei grandi "palazzinari", di ieri e di oggi, stai tranquillo che loro non pagano neanche un euro di IMU; ed infatti, trattandosi di imprese, per loro gli immobili costituiscono "beni merce" da classificare nelle "giacenze" e nelle "rimanenze", per cui sono esenti da IMU.
Per loro, la "ricchezza immobile" diventa "ricchezza mobile"; con i conseguenti vantaggi fiscali da me più volte descritti.

***
In ogni caso, la tua osservazione mi da il destro per evidenziare anche un altro aspetto, e, cioè, che non bisogna assolutamente confondere:
- la "speculazione immobiliare", la quale mira a trarre profitto dagli immobili, non tramite gli affitti, cioè utilizzandoli come "fattore della produzione ECONOMICA", ma, esclusivamente come un "fattore della SPECULAZIONE FINANZIARIA";
- la "proprietà immobiliare", la quale, invece, mira a trarre profitto dagli immobili affittandoli, e cioè utilizzandoli come "fattore della produzione ECONOMICA".
Una sana industria edilizia, dovrebbe mirare alla seconda, e non alla prima; ma, in questo, il sistema tributario non è di molto aiuto!

Un saluto!  :)
#4364
Attualità / Re:La mascherina a 50 cent
28 Maggio 2020, 07:02:44 AM

Ciao Anthony :)
Mi hai fatto un indovinello molto difficile; comunque azzarderò la soluzione che ritengo più probabile.
Secondo me il farmacista dirà al cliente che, la mascherina chirurgica, lui gliela donerà in omaggio; però solo a condizione che il cliente si compri una mascherina FFP2, ovviamente a prezzo raddoppiato.
Un saluto! :)
#4365

Ciao Anthony :)
Non c'è dubbio alcuno che il mio "excursus" possa trovare un forte consenso da parte degli italiani che hanno proprietà immobiliari; ed infatti, quasi sempre, il consenso deriva dalla considerazione dei propri interessi.
Però secondo me, oltre che all'interesse personale di alcuni, un certo "tipo" di imposizioni immobiliari (non certo tutte), sono un affronto anche:
- al buon senso;
- alla equità tributaria.
Per le ragioni che ho esposto nel mio topic iniziale, e che qui ribadisco; ma anche per altre ragioni più di "dettaglio".

***
Sono perfettamente al corrente che la teoria prevalente di "politica economico-fiscale" sostiene (a ragione) che queste imposte sono molto "efficienti"; e, in effetti, come io stesso ho messo in rilievo, sparare sulla croce rossa è molto più facile che stanare gli evasori della "ricchezza mobile".
E' ovvio, infatti, che tale tipo di prelievo ha costi di rilevazione molto bassi per lo Stato; ed infatti, visto che la "ricchezza mobile" dei cittadini, proprio perchè è "mobile", è più difficile da accertare, è sicuramente molto più comodo ed "economico" rifarsi su quella "immobile".
Anche io, come avevo già scritto, quando tiravo di scherma, preferivo un avversario "immobile" (o, almeno, zoppo), ad uno che si muovesse troppo!
Però ammetterai che non è molto "sportivo".

***
Non è invece del tutto vero che tali "arbitrari balzelli" danneggino poco la produttività economica; poichè, ovviamente, esse mettono in crisi la produttività edile, ed il mercato immobiliare in generale (con il relativo indotto).

***
E' anche vero che l'Italia ha sempre avuto una tassazione sulla "rendita immobiliare" relativamente bassa; o meglio, ha avuto "rendite catastali" più basse, perchè la "tassazione" non è affatto più bassa...anzi!
Facendo, infatti, il confronto con la gran parte dei paesi sviluppati, è vero, che, in genere, c'è un certo divario circa i "valori catastali"; ma non è affatto vero che la tassazione sia più lieve, anzi, al contrario.
Ed infatti, al riguardo, non bisogna confondere:
- la "rendita immobiliare" (che è ricchezza meramente "figurativa", cioè, "immaginaria")
- con il "reddito immobiliare" (che è invece l'unica ricchezza "reale")

***
Per esemplificare, se io gestisco una lavanderia, è giustissimo che io venga tassato sul reddito che ottengo noleggiando  le lavatrici; per me, in fondo, si tratta di una sorta di "lucro cessante" (incasso 100, e dò il 30%/40% di IRPEF allo Stato).
Ma se arriva qualcuno a dare un "valore catastale" alle mie lavatrici, e, oltre a quel  30%/40% che pago di IRPEF,  pretende pure di sottrarmi un'altra percentuale a titolo di IMU, solo per il fatto che le possiedo, per me è si tratta di un vero e proprio abuso, del tutto privo di giustificazione razionale!

***
Per cui, a mio parere, checchè se ne dica, l'Italia ha sempre avuto una tassazione sul lavoro e sull'impresa, tutto sommato relativamente più "benevola" di quella sugli immobili;  ed infatti, a parte le osservazioni di carattere generale esposte nel mio precedente post, gli immobili subiscono numerosi altri "detrimenti" fiscali rispetto ad altre tipologie di reddito.

***
Tanto per fare un esempio, ai fini IRPEF:
- la "rendita immobiliare" non gode di deduzioni di sorta;
- il "reddito immobiliare", ad ogni cambio di affamato governo, vede ridursi sempre di più la deduzione forfettaria dei redditi ricavati dalla locazione degli immobili (dal 25%, poi al 15%, ed ora al 5%).
Ogni anno che passa, è sempre peggio!

***
Concludendo, non c'è dubbio alcuno che il possesso di immobili sia indubbiamente un "sintomo di ricchezza"; ma, almeno a mio avviso, va tassata la ricchezza, e non i suoi sintomi.
Questi ultimi vanno sicuramente valutati come un indice di possibile evasione; ad esempio nel caso di un soggetto che acquista costosi immobili, senza dichiarare, però, un reddito idoneo a giustificare tali spese.
In tal caso ben venga un accertamento ed una tassazione dei redditi da lui presumibilmente occultati; ma, tassare i "sintomi" in se stessi, secondo me, non ha alcun senso nè alcuna giustificazione!

***
Un saluto :)