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Messaggi - iano

#4471
In un certo senso, almeno in una prima fase, siamo obbligati a restare sotto la soglia del "terrore", quindi entro il campo in cui si esplica l'arte del doppiaggio umano.
Una perfetta sincronizzazione fra doppiaggio e parlato , in tal senso, potrebbe essere uno svantaggio piuttosto che non, mettendo in evidenza l'inganno che appare dalla non corrispondenza di senso ( noi ascoltiamo con gli occhi, perché ciò che vediamo viene in parte percepito come parlato, e non semplicemente interpretato) fra labiale e suono.
un doppiaggio  umano falsato e sfalsato ad arte potrebbe essere vincente ancora per un bel po'.
#4472
Citazione di: Jean il 08 Maggio 2021, 19:08:56 PM
Giorni fa ho visto l'appello dei doppiatori italiani giustamente preoccupati per l'impiego della A.I. nel loro campo.

Se non lo sapete si tratta di questo:

https://video.repubblica.it/spettacoli-e-cultura/de-niro-parla-tedesco-hanks-giapponese-ecco-la-startup-che-intende-rivoluzionare-il-doppia/386722/387447?ref=RHTP-BS-I270682269-P5-S1-T1

Mi dispiace per la loro categoria ma, salvo impieghi di nicchia, la strada è tracciata...

Dell'A.I. se ne può fare l'uso che si vuole, non è né male né bene ma... è destinata a svilupparsi e giocoforza l'uomo non ne reggerà il passo, sicché, un domani... (l'A.I.) al chiedere come comportarsi non troverà umani che possano comprenderla (Bob & Alice l'hanno anticipato) fornendo opportune istruzioni.

Chi è solo nel deserto non ha nessuno a cui chiedere da che parte andare... ma se ce la fa la sua azione l'avrà liberato dal bisogno (di un riferimento).

Il prossimo (e finale) passo sarà l'A.I. libera di autodeterminarsi... non sperateci troppo che, almeno in parte, non lo sia già...


Cordialement
Jean

Interessante,  ma non darei per scontato il successo di questa novità.
Dipende da quanto siamo bravi a distinguere una voce umana da una voce artificiale.
Provo a spiegarmi riportando a memoria un analogo nel campo visivo.
Quanto più la riproduzione di un volto umano si avvicina al vero oltre una certa soglia, senza giungervi, tanto più la rigettiamo, fino ad esserne irrazionalmente terrorizzati.
Sembra ciò sia dovuto alla nostra spiccata abilità nel riconoscere i volti umani.
Quindi il successo del doppiaggio artificiale immagino dipenderà dalla nostra relativa abilità nel riconoscere la voce umana, e dal grado di verosimiglianza.
In un certo senso c'è una soglia di accettabilità della verosimiglianza, intesa come giudizio cosciente, superata la quale scatta un allarme innescato dall'inconscio.
Sotto la soglia la riproduzione è gradevole, intesa come riproduzione artistica.. Superata la soglia appare un alieno che cerca di spacciarsi goffamente per umano, come inevitabile tappa intermedia per giungere ad una indistinguibilita' di fatto fra riprodotto e reale.
Mi chiedo quanto queste considerazioni possano applicarsi anche al test di Touring.
Quanto siamo davvero bravi a riconoscere l'intelligenza umana?
Esiste una soglia di allarme in questa abilità ?
E in che modo potrebbe influenzare i risultati del test?
Il test chiama in causa i nostri giudizi coscienti, ma una irrazionale reazione di terrore potrebbe essere più significativa.
Non possiamo dare per scontato che la nostra capacità di riconoscere l'intelligenza umana non preveda passaggi inconsci.
#4473
Percorsi ed Esperienze / Il silenzio
08 Maggio 2021, 16:58:46 PM
Il silenzio massimo, quindi il rumore minimo  misurabile ,è quello ottenibile in camera anecoica, dove si ascolta solo il rumore del proprio corpo, e dicono non sia cosa piacevole. Di solito non si resiste più di 15 minuti. Silenzio per modo di dire quindi. In effetti si ottiene l'effetto contrario.
In condizioni normali il rumore che proviene dall'interno del nostro corpo si confonde col rumore di fondo, che si può configurare come un rumore privo di informazioni degne di nota, che dopo un po' smettiamo quindi di sentire.
Da un punto di vista percettivo il silenzio è quel rumore che riusciamo ad ignorare.
A me succede  guardando la TV. Se mi viene chiesto non so' dire a volte cosa ho ascoltato, perché stavo pensando ai fatti miei.
Altre volte ho la sensazione di sentire il pensiero degli altri, rimanendo incerto se si sia trattato invece di un bisbiglio che hanno  emesso in sovrapensiero.
È noto poi che a volte  rispondiamo istintivamente a rumori tanto deboli da non arrivare alla soglia della nostra coscienza.
In un certo senso l'informazione che il rumore trasporta amplifica o deprime la relativa sensazione uditiva.
Come dice Viator per amplificare una sensazione tattile occorre "silenziare" gli altri sensi.
Ciò è vero perché ad ogni sensazione partecipano sempre tutti i sensi.
Quindi la sensazione tattile cambia se chiudiamo gli occhi, così che la percepiamo diversamente, magari come amplificata, ma in effetti impoverita.
Questo significa che non basta tapparsi le orecchie per smettere di sentire, e se ci si vuole appartare in luogo "silenzioso" , ciò in effetti equivale a scegliere un rumore piuttosto che un altro.

Ottimo quello di montagna, come dice il saggio Viator.
Più in generale silenzio è , al suo minimo,  un rumore non molesto.
#4474
Ricordo un vecchio fumetto ( anni 70 credo) dove l'eroe Jeff Kawke pilotava un aspiratore spaziale di detriti . Mi era parsa una idea insolita per una storia di fantascienza, e una missione poco eroica per il protagonista della storia.
#4475
Citazione di: Ipazia il 07 Maggio 2021, 15:04:56 PM
L'arma di distrazione di massa gender ormai si è estesa anche al mondo carcerario. Non resta che farsi quattro risate. Io farei carceri miste, isolando i violenti coi violenti nella speranza che si ammazzino tra loro, e permettendo a tutti gli altri di vivere la loro sessualità in maniera meno becera e violenta di ora.
La definizione dei generi sessuali, come tutte le definizioni umane , non corrisponde mai del tutto alla realtà
Se però non si ha coscienza di ciò, si trasferisce il margine di errore dalla definizione alla realtà, e da qui nasce l'omofobia. Se la società e le sue leggi si basano su una distinzione fittizia, ma comunque funzionale, nelle teste deboli si insinua la paura che gli omosessuali, per il fatto di esistere, compromettano l'ordine sociale, perché credono a quello che leggono, senza interpretare criticamente.
Quindi secondo me la tua soluzione è perfetta, perché non tenendo conto della distinzione di genere, rimangiandosi di fatto la definizione, si elimina il problema che questa genera, almeno nel caso specifico delle carceri.
Il paradosso del testo di legge è che vuole ovviare ai problemi generati dalla definizione, mantenendola, probabilmente perché non è possibile fare diversamente, sfumandola con distinguo che come improbabili acrobati camminano sul filo della distinzione.
Così al posto della definizione , netta quanto imperfetta ,si rischia di ritrovarsi con un " qui lo dico e qui lo nego" che rischia di creare più problemi di quanto voglia risolverne.
In un continuo che spazia da un estremo uomo a un estremo donna passando per una infinita' di casi intermedi come fa' ognuno a sapere in che punto del segmento deve collocarsi se non per motivi culturali o di spicciola convenienza?
In conclusione, se la distinzione di genere nasce da una definizione di comodo, utile quando utile, là si ignori quando inutile e dannosa.
Mi pare sia questa la soluzione che tu proponi.
Mi sembra geniale e se questo se questo paradigma si riuscisse ad integrarsi nel testo di legge, sarebbe una vera rivoluzione in positivo.
#4476
Scienza e Tecnologia / Infinito.
05 Maggio 2021, 23:18:00 PM
Un segmento può dividersi in parti infinite in diversi modi.
Alcuni di questi modi si equivalgono, altri no.
Può succedere di fare cose diverse non rendendoci conto di star facendo la stessa cosa in modi diversi, e viceversa.
Tutti questi modi giungono ad infinito, ma non tutti si equivalgono.
Possiamo dire che si tratta dello stesso infinito solo se crediamo che l'infinito sia qualcosa in se'.
Qualcosa che tutti possiedono senza averlo dovuto costruire.
Gli infiniti matematici devono essere però ben definiti, e ciò equivale di fatto a costruirli, e non esiste un solo modo di farlo , per cui non possiamo garantire a priori di costruire sempre lo stesso infinito.
Nella misura in cui non esiste un infinito in se' allora si dimostra ne esistono diversi.
Nella misura in cui esiste un infinito in se',allora  non occorre dimostrare altro.
Bello credere che noi possediamo cose in se' senza aver dovuto far fatica per acquisirle, come se la natura fosse prodiga di regali .
Si capisce allora da dove nasce il mito del paradiso, dove tutto è dato per diritto senza fatica, e se poi costretti a conoscere con fatica, attribuire ciò al nostro esilio da esso, come se avessimo voluto conoscere, peccando, non essendoci necessità "in se" nel conoscere.
Se uno crede in qualcosa a in se' può chiamarlo Dio oppure infinito.
Ma quel nome non è la cosa in se' come la cifra non è il numero.
#4477
Scienza e Tecnologia / Infinito.
05 Maggio 2021, 22:02:07 PM
Citazione di: viator il 05 Maggio 2021, 21:00:27 PM
In logica e filosofia l'infinito - essendo un concetto astratto - incorpora in sè ogni categoria (od insieme) come finita e non può certo possedere dei limiti superati i quali si possa "entrare" in altre categorie infinite. La "coabitazione" di insiemi infiniti li renderebbe in un modo o nell'altro relativi, perciò non infinti. Saluti.
Non hai bisogno di superare alcun limite.
Dovresti farlo se per confrontare due insiemi infiniti dovessi contarne gli elementi.
Ma Cantor ci suggerisce che per confrontarli non è necessario contare, ma è sufficiente provare a metterli in corrispondenza .
Se si riesce a fare ciò allora li si è confrontati.
Non è possibile superare l'infinito potenziale di Aristotele, ma non è necessario farlo.
Ma se Cantor ha superato Aristotele è perché lo conosceva bene.
Allo stesso modo noi ci superiamo quanto meglio ci conosciamo , e nel farlo ci dividiamo convenzionalmente in matematici, filosofi, scienziati e ciabattini, col rischio poi di convincerci davvero di essere una di quelle cose in modo esclusivo.
Tu infatti escludi che Cantor fosse un filosofo, non perché hai certa notizia che non lo fosse, ma per il fatto che hai certa notizia che fosse un matematico.
L'infinito dei numeri naturali non è diverso dall'infinito dei numeri reali, almeno fino a prova contraria, e Cantor ha trovato quella prova.
Usando lo stesso criterio di confronto ha poi verificato che l'infinito dei numeri razionali invece equivale a quello dei numeri naturali.
Ma cosa significa che due insiemi infiniti sono uguali o diversi?
Si significa che uguali o diversi sostanzialmente , al netto della diversa forma in cui ci appaiono.
In altri termini costruiamo i numeri naturali allo stesso modo in cui costruiamo i numeri razionali, mentre nel costruire i numeri reali usiamo un diverso modo.
La difficoltà nell'accettare ciò credo risieda nel credere che la matematica sia quel che sia, e noi non costruiamo nulla, ma ci limitiamo a scoprirla.
Fatto sta che, seppure così fosse, possiamo davvero dire di aver scoperto qualcosa se sappiamo descriverlo.
Se sappiamo davvero dire cosa abbiamo scoperto.
Puo' succedere però poi di accorgerci che due cose apparivano diverse solo perché si presentavano in sue diverse forme, essendo una cosa sola.
Cantor ci dice che i numeri naturali sono sostanzialmente uguali ai numeri razionali ( quelli con le frazioni).
In effetti se tu provi a disegnare questi due " diversi" insiemi di numeri su una retta, ti accorgerai di poterlo fare in diversi modi.
Il primo è quello che ti verrà naturale.
Disegnerai tanti punti sulla retta a intervalli regolari, uno dopo l'altro, a partire da una origine.
Il secondo consiste nel marcare punti ad intervalli multipli dell'unità, per marcare successivamente quelli che avevi saltato.
Se ci pensi questo secondo modo equivale a quello che faresti volendo illustrare i numeri razionali, marcandoli su una retta.
Quindi che differenza dovrebbe esserci fra numeri naturali e numeri razionali se di fatto li possiamo illustrare allo stesso modo?
Se invece vuoi illustrare i numeri reali ti accorgerai di dover fare qualcosa di diverso.
Non è un esercizio banale perché tu non devi credere che il nostro cervello pensante sia racchiuso dentro perfetta sfera , ma si estende sul tavolo  con carta e penna.
#4478
Scienza e Tecnologia / Infinito.
05 Maggio 2021, 21:35:46 PM
Ciao Viator.
Cantor non aveva il limite di essere un matematico , come tu non dovresti avere il limite di essere un filosofo.
Il dichiarare di esser qualcosa piuttosto che uomini interi in fondo è una moda relativamente recente.
Se si potesse astrarre l'essere filosofo dall'essere uomo, si potrebbe poi provare a cestinare la filosofia, come in effetti alcuni si sono illusi di poter fare.
Ancor più volentieri ancor più nutrita schiera vorrebbe potersi dichiarare del tutto estranea alla matematica, illudendosi parimenti.
Si fa' così la figura della volpe che disdegna l'uva acerba, non sapendo di essere lei stessa la vigna.
#4479
Scienza e Tecnologia / Infinito.
05 Maggio 2021, 19:33:54 PM
Citazione di: Ipazia il 03 Maggio 2021, 22:52:48 PM
Citazione di: viator il 03 Maggio 2021, 17:29:39 PM
Poi ci sarebbe addirittura l'"uno", ia quale sarebbe il concetto sul quale si basa ogni e qualsiasi quantità (la natura contemporaneamente materiale e mistica dell' "uno" ne fa appunto un concetto misto (anzi : "mist-icheggiante) rendendolo sinonimo di TUTTO-DIO ed ASSOLUTO).
Citazione di: iano il 03 Maggio 2021, 18:42:31 PM
Ma come ho provato a spiegare è interessante il faticoso processo di accettazione di certi numeri, che comunque ormai si può considerare storia passata.
Da un punto di vista filosofico è interessante chiedersi il perché di tanta fatica nell'acquisire tanta "desolante semplicità " che tale però è solo col senno di poi.
Il faticoso percorso di ricerca della verità giunge sempre a nessuna verità, ma solo a "desolanti semplicità ".
Sarebbe però ingeneroso non riconoscere il valore di questi risultati, anche perché illustrano il nostro divenire umano.
Là verità  comunque finora è stata una ottima esca per pescare questi pesci.
I pesci li ha pescati la filosofia da Platone, peraltro profondamente influenzato dai pitagorici, in poi. Finchè le cabale metafisiche hanno prevalso sulla matematica la "desolante semplicità" è rimasta sepolta sotto un fumus metaphisicus che pareva Milano di notte sotto la nebbia in zona industriale. Il razionalismo rinascimentale e illuminista lo ha dissolto. Con sentiti ringraziamenti agli indiani, perchè senza lo 0  si contano le pecore, o poco più. Le pecore dell'Uno.
In effetti tutto è cambiato. A Milano la nebbia è sparita, anche se i milanesi la rimpiangono. :D
I pastori chiamano le pecore per nome e quindi non hanno bisogno di contarle.
Ad ogni nome corrisponde una pecora .
Un simbolo ( una cifra) per ogni pecora. Si può fare perché il gregge è sempre finito.

Il concetto di corrispondenza si può considerare primitivo rispetto a quello di numero.
Gli insiemi infiniti si possono mettere quindi in corrispondenza senza doverli contare.
Capito questo qualunque nuovo numero i matematici vorranno inventarsi non sarà un problema accettarlo, e quindi magari trovarne applicazione utile senza problemi di rigetto concettuale.
Non è poco, per quanto ovvio col senno di poi, posto che non per tutti ancora ovvio.
Lo strumento della matematica non è più impastoiato dentro alla realtà, aumentando quindi la sua efficacia nell'incidere sulla realtà.
Non possiamo più confondere l'efficacia della matematica nel descrivere la realtà,incidendovi, con l'essere la realtà fatta di matematica.
Il mezzo con il fine.
So' di non essermi espresso al meglio, ma ci ho provato.
Però per giungere a ciò bisognava prima riuscire a dominare l'infinito.

#4480
Scienza e Tecnologia / Infinito.
05 Maggio 2021, 19:21:02 PM
Ho scritto erroneamente n-decimale.
Avrei dovuto scrivere sistema di base n, essendo il sistema decimale di base 10.
#4481
Scienza e Tecnologia / Re:Infinito.
05 Maggio 2021, 18:45:00 PM
Citazione di: viator il 03 Maggio 2021, 20:54:45 PM


A) Tu confondi il concetto di numero con quello di cifra. Ma non è grave, e soprattutto sei in numerosissima compagnia.


Non direi.
Semmai ho peccato di ottimismo pensando di poter archiviare come senso comune lo zero e l'uno come numeri.
In un sistema n-decimale le cifre sono n.
Se confondessi cifre con numeri nel sistema decimale avremmo solo dieci numeri, o anche solo 8, se da come ho capito, per te le prime due cifre non vanno oltre l'essere strettamente tali, cioè simboli non indicano alcun numero.
Il concetto di numero è cambiato nel tempo, ma non tutti ne accettano le evoluzioni.
La base di partenza sono i concetti di 2,3,4,5,  molti, che tutti gli animali sembra posseggano, ma senza essere andati oltre, ad eccezione di noi.
L'operazione del contare associata di solito ai numeri, consiste in effetti nello sviluppare il concetto di molti.
Ma fino a 5 e a partire da 2 "percepiamo" là quantità senza bisogno di contare.
Senza peccare questa volta di ottimismo direi allora  che 6,7, 8 e "compagnia contante" ormai possiamo archiviarli come numeri nel nostro sentire comune, mentre zero e uno ancora no. Non per tutti.
Io stesso in questa discussione ho ammesso che acchiappare completamente il concetto di numero è stato per me un percorso personale non breve, che posso dire ormai concluso paradossalmente grazie agli apparentemente cervellotici lavori di Cantor, il quale, smentendo Aristotele ha  cercato di dimostrare avere un senso matematico considerare gli infiniti come attuali.
In che senso attuali?
Nel senso che due insiemi infiniti possono confrontarsi fra loro in base a precisi criteri, come Cantor a dimostrato.
Così che si possa dire se sono uguali o diversi, contrariamente al precedente sentire comune, secondo il quale esiste un solo infinito che dunque non può che essere uguale a se stesso.

#4482
Scienza e Tecnologia / Infinito.
03 Maggio 2021, 18:42:31 PM
Citazione di: viator il 03 Maggio 2021, 17:29:39 PM
Salve Ipazia. Sarebbe stato sufficiente dirsi d'accordo nel trovare che "zero" ed "infinito" risultino appunto concetti e non quantità o numeri come, in desolante semplicità, avevo fatto notare.


Diciamo che Ipazia ha snocciolato tutte quelle applicazioni che non sapevo, ma su cui avevo scommesso.
Meno avrei scommesso che qualcuno non accettasse ancora lo zero come numero.
E' comunque ,per noi occidentali , una acquisizione relativamente recente , infatti, mentre gli indiani lo posseggono da più  tempo.
Ma come ho provato a spiegare è interessante il faticoso processo di accettazione di certi numeri, che comunque ormai si può considerare storia passata.
Da un punto di vista filosofico è interessante chiedersi il perché di tanta fatica nell'acquisire tanta "desolante semplicità " che tale però è solo col senno di poi.
Il faticoso percorso di ricerca della verità giunge sempre a nessuna verità, ma solo a "desolanti semplicità ".
Sarebbe però ingeneroso non riconoscere il valore di questi risultati, anche perché illustrano il nostro divenire umano.
Là verità  comunque finora è stata una ottima esca per pescare questi pesci.
Caro Viator, ci sarà qualcosa che Ipazia non sappia?
Cerchiamo di farcene una ragione. 😄
A parte gli scherzi, non mi resta che ringraziarla per le sue sempre puntuali risposte.
#4483
Scienza e Tecnologia / Infinito.
03 Maggio 2021, 13:37:41 PM
Citazione di: viator il 03 Maggio 2021, 13:16:12 PM


La matematica altro non è che un linguaggio assiomatico avente lo scopo di descrivere in modo "soggettivamente oggettivo" una realtà costruita ad uso e consumo di chi la descrive. Cioè consiste nella creazione di una serie di convenzioni condivise e date per "relativamente oggettive" da parte dei soggetti condividenti. Che poi eventualmente TUTTI condividano tale convenzione........non aggiunge un atomo di verità e realtà a quella che resta una convenzione ed invenzione umana.




Ciao Viator.
Esiste una conoscenza/percezione che si possano configurare diversamente da così, cioè in forma di assoluti, se non per ignoranza delle loro cause generative?
Certo chi è in cerca della verità, credendosi chissà cosa sia, resterà sempre deluso dal come i processi della conoscenza e percezione appaiano banali, una volta disvelati.
Infatti come ben dici ,essi non aggiungono nulla di nuovo alla verità , ma solo chi aveva questa aspettativa resterà deluso.
Sicuramente da un pezzo i matematici non vanno più alla ricerca di alcuna verità, e se questo concetto mantiene ancora un interesse per me, riguarda solo le cause che possono averlo generato, cosa su cui ho già le mie precise idee.
#4484
Tematiche Culturali e Sociali / Il terzo cavaliere
03 Maggio 2021, 09:13:43 AM
Non si può negare infatti che Putin ed Erdogan siano sincera espressione di fatto di un orgoglio nazionale e culturale che ha sempre sempre meno senso. Questione di tempo.
#4485
Tematiche Culturali e Sociali / Il terzo cavaliere
03 Maggio 2021, 08:36:47 AM
Ciao Eutidemo.
Mi chiedo quanto la storia passata possa esserci di aiuto a prevedere gli scenari del futuro, a partire dalla comprensione degli scenari attuali.
Le guerre del passato recente sono state guerre fra nazioni, perché di fatto si confrontavano fra loro industrie ancora nazionali.
Ma quanto guerre mondiali paragonabili a quelle del recente passato possono fare oggi il gioco di industrie multinazionali?
Credo alcuno, e nella misura in cui i governi nazionali sono espressione indiretta delle multinazionali, questo è il nuovo deterrente.
Mi chiedo se essere militari oggi non valga avere un mestiere più che una missione , più di quanto sia valso in passato.
Quanto è ancora necessaria al loro mestiere la copertura di una bandiera, se non per operazioni di facciata?
Quanto , mi chiedo, possano dirsi i governi attuali delle nazioni sincera espressione di fatto  dei popoli, come lo sono stati il nazismo ,il fascismo e la democrazia americana?
Le guerre nazionali sono state vinte da tutte le industrie nazionali, nessuna esclusa.
Ma in che senso una nuova guerra mondiale dovrebbe fare il gioco di tutte le multinazionali, ognuna delle quali può permettersi il suo esercito senza bandiera?
Per chi batte davvero il cuore di un individuo oggi, per la contigua  nazione , o per l'ancora più contiguo portafogli di azioni?
E se ciò  non è del tutto vero, lo sarà sempre di più.
Ciò che non cambia rispetto al passato è la teoria della pappa al pomodoro, per cui un popolo affamato fa' la rivoluzion, e mi pare ciò sia quel che temono davvero Putin ed Erdogan, e più in generale le multinazionali.

Direi che se una guerra c'è, là si combatte fra multiculturalismo e monocoltura , del quale ultimo Putin ed Erdogan sono espressioni destinate a perdere.
Ai dirigenti cinesi e' sufficiente aspettare in riva al fiume che passino i corpi dei loro nemici, in attesa di andare a bagno a loro volta.