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Messaggi - Ipazia

#4486
Tematiche Filosofiche / Filosofia dell'anarchismo
08 Giugno 2021, 18:30:11 PM
Direi che prima del fondamento della conoscenza bisogna sciogliere la questione del fondamento della proprietà privata, ma questo, ne convengo, è geroglifico insolubile per l'anarchia liberale, ovvero il Mercato, che sulla proprietà privata di tutto si regge e non riconosce alcun bene comune.
#4487
La gerarchia morale individuale vale quel che vale. Di fronte a fenomeni epocali che si riconoscono nefasti non basta mettersi la coscienza a posto aiutando il bisognoso, ma è pure necessario indagare le cause del suo esserlo. Di fronte al valore della vita umana testimoniato da chi partorisce figli per imbarcarli su un gommone appena svezzati non vedo perchè devo impormi un valore della vita umana di grado superiore. Soprattutto se non ho gli strumenti per modificare le cause di tale procreazione irresponsabile.
#4488
Tematiche Spirituali / Riflessioni sul suicidio.
08 Giugno 2021, 17:43:10 PM
Citazione di: anthonyi il 08 Giugno 2021, 11:37:12 AM
Siamo alle solite, ipazia, il martirio, quello vero cioè la morte procurata da altri per chiudere la bocca a qualcuno rispetto a una certa testimonianza di vita, non è suicidio.
Ma da quale forza interiore proviene questo bisogno ossessivo che hai di denigrare sempre i simboli della fede cristiana?
Siamo alle solite anthonyi, nel caso del suicidio "sociale" attivo per causa di fede non tiro in ballo i simboli della fede cristiana ma gli atti inconsulti di quella musulmana del martire-shahid. Non è che i cristiani non abbiano abusato nella loro storia di benedizione alle bandire dei cristiani in armi che non sommo periglio andavano a combattere contro infedeli ed eretici e che sempre in armi portavano la vera fede ai popoli dell'universo mondo sprovvistine. Compito preso in carico dal braccio secolare nell'esportazione di pace e liberta in cui, convengo, il rischio per i neocrociati è talmente irrisorio da non prevedere alcun martirio. Semmai sono gli "infedeli" ad essere martirizzati.

Se riflettiamo sul suicidio non vedo perche dobbiamo esecrare solo le forme individuali e non quelle sociali che hanno prodotto, e continuano a produrre nel corso della storia, veri e propri suicidi di massa. Forme sociali la cui necrofilia è già in sè un invito al suicidio individuale. Antidoto al quale è quello che ha ribadito pure InVerno, ovvero la fede nella natura, l'attaccamento alla terra, che ogni essere vivente ci racconta, senza l'eccesso di filosofemi umani che finiscono con l'intorbidire la materia (di studio).

La natura è la migliore maieuta in questo campo e non indulge certo in discorsi morali che, mi compiaccio, riconosci siano anche nelle corde di chi teista non è (FN, a modo suo, fu un grande moralista). Proprio per la sua estraneità al logos morale la lezione naturale è quanto di meno ideologico vi sia a cui poter attingere per trattare l'argomento:

1) La vita è individuale e pure la morte, quindi la società faccia un passo indietro e si attivi per rendere la vita più desiderabile possibile. Se non lo sa fare, la colpa è sua, non del suicida.

2) Morire è inevitabile e talvolta pure la vita diventa così carica di sofferenza da rendere desiderabile la morte. Anche in questo caso, la società faccia un passo indietro. E chi ci ama, Beppino Englaro o la fidanzata di DJ Fabo o la moglie di Welby, sono i primi a saperlo.

Questa è la morale che ci insegna la natura e, in barba a chi ci vuole male, evviva il giusnaturalismo. (Non sempre, ma quasi, e in questo caso, sì)
#4489
Tematiche Filosofiche / Tutti filosofi.
08 Giugno 2021, 10:19:44 AM
Il primo requisito di una merce è che serva a qualcosa. Vale anche per il sapere. E massimamente per il sapere filosofico la cui verificabilità è molto più incerta delle carabattole tecnologiche. Pare che la durata nel tempo sia una buona pietra di paragone ma, come rammenta un importante gerarca nazista, neppure quella è sicura al 100%.
#4490
Tematiche Spirituali / Riflessioni sul suicidio.
08 Giugno 2021, 10:10:38 AM
Infatti l'ideologia pesa tanto che si creda nei numi, quanto che non si creda. Par condicio e differente approccio al problema. Non sono certo io, atea, a voler tenere il piede in entrambe le staffe.
#4491
Tematiche Filosofiche / Filosofia dell'anarchismo
08 Giugno 2021, 09:59:17 AM
La democrazia greca si reggeva sugli schiavi. Facile essere "anarchici" col sudore degli altri. Le uniche esperienze di democrazia anarchica si sono realizzate in piccole comunità autoctone molto lontane dalla politeia occidentale che nacque classista e tale rimane anche dopo essersi globalizzata. Anzi, direi che oggi i padroni del mondo sono sempre meno e i loro servi sempre di più. L'Oligarchia regna sovrana e sempre più accentrata. Coerente e completa nel suo delirio di onnipotenza.
#4492
Tematiche Filosofiche / Tutti filosofi.
08 Giugno 2021, 09:35:56 AM
No, ma neppure se componiamo un pensiero. Il sapere non è a buon mercato.
#4493
Tematiche Spirituali / Riflessioni sul suicidio.
08 Giugno 2021, 09:23:16 AM
L'ideologia pesa moltissimo nel giudizio personale sul suicidio e sua praticabilità. Se credo che la mia vita appartenga ad una divinità è ben diverso che se non ci credo. E in certe culture, come in Giappone, il suicidio diventa un obbligo morale di redenzione per chi è reo di comportamenti infamanti e il suo sottrarsi motivo di esecrazione. La stessa cultura del martirio, per motivi ideologici di testimonianza religiosa o secolare, sdogana forme di suicidio santificate.

Il tasso ideologico varia a seconda delle motivazioni ed è decisamente più basso in quelle individuali rispetto a quelle "sociali". E' pressochè assente nei motivi correlati all'eutanasia, e massima nelle varie forme di martirio perseguito come testimonianza di fede.

Rimane l'area grigia intermedia del disagio esistenziale, che non è riducibile al dogma della socialità in quanto tale disagio è sintomo di una socialità malata molto più di chi vi si sottrae col suicidio. Esistono anche forme di inattitudine alla vita, patologiche nella misura in cui oltrepassano il disagio medio degli individui di quella societa, considerato pure che l'antidoto giusnaturalistico denominato istinto di conservazione è più efficace di tutti i sermoni morali.

Che l'ideologia moralistica sia risolutiva del problema lo falsificano le statistiche suicidarie di culture in cui il suicidio non è considerato "peccato", che ritornano la patata bollente al benessere sociale al netto di ogni ideologia.

Indicatore ben più affidabile delle strategie moralistiche colpevolizzanti è il "tasso di felicità media" del contesto sociale. Difficile, ma non impossibile, da determinare. Cominciando l'analisi a partire da Brecht: "beati i popoli che non hanno bisogno di eroi".
#4494
Tematiche Filosofiche / Un'umile teoria
08 Giugno 2021, 08:09:05 AM
La prassi sociale disincantata risolve tante cose sia in termini di coerenza che di completezza. L'etica non è  un dogma e neppure un postulato ma, come da suo etimo, buona tecnica di convivenza sociale (ethos). Modificabile al variare delle condizioni etologiche, a partire dai fondamenti della vita umana, dai bisogni incontrovertibili.
#4495
Tematiche Spirituali / Riflessioni sul suicidio.
07 Giugno 2021, 22:23:26 PM
La vita è  il massimo bene (in tutti i sensi) incontrovertibile di ogni vivente. È l'unica sacrosanta proprietà, inalienabile, e tocca a ciascun legittimo proprietario disporne liberamente al di là di ogni tarantolato, velenoso, moralismo. Giù  le zampe dalla nostra vita e dalla nostra morte, in un ambito in cui esiste solo l'individuo per legge di natura.
#4496
Attualità / Il valore della libertà
06 Giugno 2021, 23:03:45 PM
Viviamo in tempi bui in cui anche l'ultima divinità universalmente riconosciuta, la scienza, mostra apocalittiche debolezze che ne disgregano l'apparente monoliticità attraverso il dissenso degli scienziati medesimi che sempre in maggior numero sentono puzza di bruciato. Ci resta soltanto il valore della libertà di non cedere alle postverità di chi detiene tutti i poteri.

Assisto incuriosita a questo emergere del dissenso e del libero pensiero in ambiti scientifici ritenuti fino a prima della covidemia affidabili e salvifici. Alle nudità sempre più indecenti di una scienza spogliata da chi la tiene a libro paga come qualunque altra delle sue concubine istituzionali. Se la volta del tempio si spezza, significa che era la sua ora. La Storia non è finita. E il modo in cui "tutto non sarà più come prima" è ben più travolgente, imprevedibile e ingovernabile di quanto previsto dai cultori retrò delle "magnifiche sorti e progressive". Un po' meno da chi ha sempre tenuto saldo il pugno di ferro entro i guanti consumistici di velluto. Loro sì, sperimentatori rotti a qualsiasi eventualità, registi e protagonisti di questo Truman Show, che già ne pregustano il sequel.
#4497
Tematiche Filosofiche / Struttura e Sovrastruttura
06 Giugno 2021, 22:28:04 PM
Citazione di: anthonyi il 06 Giugno 2021, 17:07:59 PM
Evidentemente abbiamo interpretazioni differenti del pensiero marxiano, però considerare il diritto di proprietà come parte della struttura, e contemporaneamente tutta la struttura giuridica statale che è al servizio di questo diritto come parte della sovrastruttura è un po illogico. Se l'assegnazione dei diritti di proprietà è derivata dal sistema giuridico, allora questo vuol dire che la struttura dipende dalla sovrastruttura?
Per chiarire la questione, ecco la citazione originale (evidenziazioni mie) da cui prende avvio la presente discussione :
Citazione di: K.Marx - prefazione a "Per la critica all'economia politica" 1859
Il primo lavoro intrapreso per sciogliere i dubbi che mi assalivano fu una revisione critica della filosofia del diritto di Hegel, lavoro di cui apparve l'introduzione nei Deutsch-französische Jahrbücher pubblicati a Parigi nel 1844. La mia ricerca arrivò alla conclusione che tanto i rapporti giuridici quanto le forme dello Stato non possono essere compresi né per sé stessi, né per la cosiddetta evoluzione generale dello spirito umano, ma hanno le loro radici, piuttosto, nei rapporti materiali dell'esistenza il cui complesso viene abbracciato da Hegel, seguendo l'esempio degli inglesi e dei francesi del secolo XVIII, sotto il termine di "società civile"; e che l'anatomia della società civile è da cercare nell'economia politica. Avevo incominciato lo studio di questa scienza a Parigi, e lo continuai a Bruxelles, dove ero emigrato in seguito a un decreto di espulsione del sig. Guizot. Il risultato generale al quale arrivai e che, una volta acquisito, mi servì da filo conduttore nei miei studi, può essere brevemente formulato così: nella produzione sociale della loro esistenza, gli uomini entrano in rapporti determinati, necessari, indipendenti dalla loro volontà, in rapporti di produzione che corrispondono a un determinato grado di sviluppo delle loro forze produttive materiali. L'insieme di questi rapporti di produzione costituisce la struttura economica della società, ossia la base reale sulla quale si eleva una sovrastruttura giuridica e politica e alla quale corrispondono forme determinate della coscienza sociale. Il modo di produzione della vita materiale condiziona, in generale, il processo sociale, politico e spirituale della vita. Non è la coscienza degli uomini che determina il loro essere, ma è, al contrario, il loro essere sociale che determina la loro coscienza. A un dato punto del loro sviluppo, le forze produttive materiali della società entrano in contraddizione con i rapporti di produzione esistenti, cioè con i rapporti di proprietà (che ne sono soltanto l'espressione giuridica) dentro i quali tali forze per l'innanzi s'erano mosse. Questi rapporti, da forme di sviluppo delle forze produttive, si convertono in loro catene. E allora subentra un'epoca di rivoluzione sociale. Con il cambiamento della base economica si sconvolge più o meno rapidamente tutta la gigantesca sovrastruttura. Quando si studiano simili sconvolgimenti, è indispensabile distinguere sempre fra lo sconvolgimento materiale delle condizioni economiche della produzione, che può essere constatato con la precisione delle scienze naturali, e le forme giuridiche, politiche, religiose, artistiche o filosofiche, ossia le forme ideologiche che permettono agli uomini di concepire questo conflitto e di combatterlo. Come non si può giudicare un uomo dall'idea che egli ha di se stesso, così non si può giudicare una simile epoca di sconvolgimento dalla coscienza che essa ha di se stessa; occorre invece spiegare questa coscienza con le contraddizioni della vita materiale, con il conflitto esistente fra le forze produttive della società e i rapporti di produzione. Una formazione sociale non perisce finchè non si siano sviluppate tutte le forze produttive a cui può dare corso; nuovi e superiori rapporti di produzione non subentrano mai, prima che siano maturate in seno alla vecchia società le condizioni materiali della loro esistenza. Ecco perchè l'umanità non si propone se non quei problemi che può risolvere, perchè, a considerare le cose dappresso, si trova sempre che il problema sorge solo quando le condizioni materiali della sua soluzione esistono già o almeno sono in formazione. A grandi linee, i modi di produzione asiatico, antico, feudale e borghese moderno possono essere designati come epoche che marcano il progresso della formazione economica della società. I rapporti di produzione borghese sono l'ultima forma antagonistica del processo di produzione sociale; antagonistica non nel senso di un antagonismo individuale, ma di un antagonismo che sorga dalle condizioni di vita sociali degli individui. Ma le forze produttive che si sviluppano nel seno della società borghese creano in pari tempo le condizioni materiali per la soluzione di questo antagonismo. Con questa formazione sociale si chiude dunque la preistoria della società umana.
#4498
Tematiche Filosofiche / Struttura e Sovrastruttura
06 Giugno 2021, 15:43:19 PM
La struttura corrisponde secondo Marx al concetto di formazione sociale, ovvero a quell'insieme di condizioni materiali e giuridiche che caratterizzano una società in ordine al diritto di proprietà su territorio, risorse materiali ed umane, in toto o parzialmente. Non c'è nulla di naturalistico e immutabile nel concetto di struttura in Marx, fin dalla sua giovanile critica alla filosofia del diritto di Hegel, ma si tratta di rapporti giuridici storicamente determinati, reificati, ossificati. Apparentemente più solidi ed eterni delle più asseverate leggi naturali.

La sovrastruttura è la reificazione di tale apparenza, a cui concorrono gli scribi e farisei, gli intellettuali laici e religiosi, a supporto e mantenimento della struttura.
#4499
Siamo stati generati dall'evoluzione per percepire, entro range fisico-chimico-biologici determinati, l'ambiente che ci circonda ed a cui dobbiamo la nostra possibilità di sopravvivenza. Inoltre, i nostri peculiari processi cognitivi ci hanno fornito strumenti materiali e teoretici in grado di avere una percezione della realtà più esatta di quella fornita dell'evoluzione naturale dei sensi.

Fin qui non c'è nulla di metafisico, nessuna cosa-in-sè a prova di fallacia percettiva. E non è nemmeno postulabile, dato il divenire che incessantemente modifica la realtà.  Di fronte alla quale dobbiamo inventarci rette parallele e figure geometriche regolari per poter progettare ogni cosa a cominciare dalla tana.

Possiamo fare ciò perché la natura benigna tollera anche le nostre approssimazioni e, laddove esse non risolvono, ci concede l'escamotage dell' "hic sunt leones", nella moderna e gettonata versione del principio di indeterminazione relativo a fenomeni subatomici.

Gratificandoci inoltre di non escludere che anche nell'ipotetica regione di questi novelli leones prima o poi ci metteremo pure le nostre percezioni, auspicando che ciò non conduca all'estinzione dei leones e/o dei loro cacciatori-raccoglitori.
#4500
Citazione di: anthonyi il 06 Giugno 2021, 07:23:57 AM
Citazione di: Ipazia il 05 Giugno 2021, 22:24:10 PM
La ricchezza è risultato del lavoro che è la combinazione di risorse naturali e risorse umane. La struttura è il luogo di dominio di risorse naturali e risorse umane. Laddove questa combinazione è privatizzata da un padrone individuale od oligarchico, per quanto lo detesti, devi sottostare a quel potere per sopravvivere. Per tale motivo la struttura comanda sulla sovrastruttura (etica, religiosa, ideologica, filosofica, politica, scientifica, artistica,...)
Ma il potere, ipazia, è struttura o sovrastruttura? Tu parli di dominio delle risorse, ma questo non può che essere generato da una costruzione culturale, come la proprietà privata ad esempio. In assenza di sovrastrutture tu hai solo risorse naturali e risorse umane, ma non c'è alcun dominio su di esse (salvo che tu voglia considerare dominio la possibilità di ogni individuo di decidere quello che fa).
Il potere è il diritto di proprietà su una struttura socioeconomica (pre)esistente. L'accumulazione originaria della quale è avvenuta manu militari da etnie di invasori e da stratificazioni di classe all'interno della stessa etnia. Gli esiti di tale iniquo lockdown - materiale e giurico - mica si azzerano ad ogni nuova generazione, ma si ereditano a seconda del palazzo o tugurio in cui si nasce. E determinano la vita a venire di ciascun umano.