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Messaggi - bobmax

#46
La cripticità svanisce nel momento in cui si cambia prospettiva.
Cioè quando si usa come sistema di riferimento non più il mondo fisico, ma l'etica.

Se ciò che importa per davvero è solo il Bene, allora tutto vi si deve adeguare.
Cioè ogni "verità" del mondo deve essere intesa subalterna a ciò che davvero conta.
Persino la legge di causa-effetto deve essere messa in discussione. Perché non assoluta ed eterna ma semplice dono temporaneo del Caos.
Un dono che può essere negato in ogni istante.

Il mondo risulta perciò soltanto funzionale allo sviluppo dell'etica.
L'esistenza non ha una realtà in se stessa. Ma è l'occasione per sperimentare la metamorfosi dal non essere all'Essere.

Che il libero arbitrio individuale sia una illusione è infatti soprattutto un requisito etico.
Se fosse reale, saremmo perduti.
#47
Poiché il libero arbitrio individuale non esiste, tutte le opere non sono che nulla.
Non nel senso che valgano poco, ma che sono puro nulla.
Così come nulla sono le creature che le originano.

Il figlio unigenito è stato gettato nel mondo. E il mondo è Dio.
Vi è infatti solo il figlio e il Padre.
Finché il figlio esiste.
Quando non esisterà più, tornerà a essere ciò che è sempre stato: il Padre.
#48
Non può esistere alcun evento davvero casuale. Perché anche soltanto uno di questi eventi ci getterebbe nell'assurdo, saremmo preda del Caos, vana sarebbe ogni velleità di comprendere.
Perciò deve essere esclusa la possibilità del caso nella esistenza.

Tuttavia, essendo il caso negazione della necessità (ed ogni negazione trae la sua forza in ciò che nega...), il caso non può mai essere escluso del tutto.
Sia perché siamo qui, ora, per caso. E sia perché seppur lo espelliamo dal presente c'è lo ritroviamo all'origine del tutto.

Se poi ci appelliamo alla libertà, possiamo constatare come non vi possa essere alcun libero arbitrio individuale.
Eppure ci sentiamo liberi... come mai?

Chi siamo noi, se davvero siamo liberi, se non in quanto Essere?
Non è forse libero soltanto l'Essere?

Ma la libertà non può che comparire nel caso, e quindi nel Caos...
E non è l'amore puro Caos?

Essere = Caos
#49
Citazione di: Visechi il 09 Settembre 2024, 15:56:26 PMÈ l'esistere che, in quanto comunicazione, cerca di tornare a Essere


Con me sii semplice, sono un ignorante e certe sottigliezze non le capisco.

L'esistere è lo stare.
Io sto qua, tu stai là, qualsiasi cosa esiste in quanto sta da qualche parte.
L'esistere è perciò una scissione.
Che in ultima analisi è scissione soggetto/ oggetto.

Questa separazione si manifesta attraverso la relazione. Cioè vi è una comunicazione che mette in relazione ciò che è scisso, separato.
Questa è l'esistenza.

Ma l'esistenza non soddisfa mai del tutto... Perché vi è il male, la ingiustizia, la sofferenza.

La scissione permette l'esistenza, ma allo stesso tempo implica il male.

Tuttavia la comunicazione mostra la scissione, ma è pure lo sforzo continuo di superarla
È l'amore che muove ogni cosa per tornare all'unità.

Puoi rendertene conto davanti all'amato che non c'è più.
Prima esisteva, ora non più.

Chi, cosa amavo e amo?
Se tieni fermo il tuo amore, potrai constatare come l'oggetto del tuo amore non sia in realtà mai esistito. Era un nulla allora, così come lo è adesso che non esiste più.

Amavi e ami Nulla.
Eppure quel Nulla è Essere!
Cioè è ciò che davvero conta, ciò che vale, ciò che dà senso all'esistenza.

Essere = Nulla

E tu chi sei allora?
Non sei forse Essere?
Cosa ti dice questo tuo amore per l'amato se non che siete Uno?
#50
L'esistenza è relazione, nient'altro che relazione.
Tutto quello che c'è, c'è in quanto relazione.
Perciò pure la Storia e tutto il resto.

Relazione, comunicazione, nient'altro che questo è la esistenza.
Comunicazione pura, senza neppure nessuno che comunichi.

È l'esistere che, in quanto comunicazione, cerca di tornare a Essere
#51
Citazione di: Visechi il 09 Settembre 2024, 14:29:08 PMGià, non vi è narrazione, men che meno storia se non vi è testimonianza di quell'evento... manca ed è assente addirittura l'evento stesso, che si rende concreto e si storicizza solo quando una narrazione lo rende storia.

Hai tu per caso contezza di qualcosa che non sia mai accaduto?
Allo stesso modo tu (intendi nessuno) puoi aver contezza di un qualcosa privo di narrazione. Ciò perché la storia è relazione. E non può esservi rumore se non vi è chi possa testimoniare la caduta di un albero. Come non vi era evento cosmico prodotto da qualche supernova fintanto che le sue conseguenze non hanno intercettato l'esistenza umana. Quando un umano deduce qualcosa, entra in relazione con quel qualcosa che deduce, con l'evento, producendo così la storia.


Ho senz'altro contezza di eventi che non sono mai avvenuti.
Perché la narrazione può benissimo essere falsata.

Se un evento intercetta te, allora esiste, se no non esiste...
Ma se intercetta te e non me?
Allora esiste e non esiste?
#52
Cosa c'entra l'agire umano con il testimoniare un evento?
E l'evento che si testimonia non poteva essere comunque prevedibile?

Che senso ha distinguere gli eventi storici tra imprevedibili e dovuti all'agire umano? E tutto il resto?

Non fa rumore un albero che cade senza che nessuno ne sia testimone?
Come si fa ad affermarlo?
Se vi è qualcuno presente, allora fa rumore, in caso contrario no?
Che abbia fatto comunque rumore non può essere dedotto? È proprio necessario testimoniarlo?
#53
Citazione di: Visechi il 08 Settembre 2024, 17:37:28 PMLa Storia è relazione.
Gli accadimenti di cui la Storia si interessa e di cui è intessuta credo siano determinati da due fattori: il caso l'imponderabile/imprevedibile/ignoranzae l'agire umano. 


Quindi il ponderabile/prevedibile/comprensibile se non riguarda l'agire umano non determina gli accadimenti che interessano la Storia...
Come mai?
#54
Racconti Inediti / Re: LEI
06 Settembre 2024, 09:55:12 AM
L'erotismo è arte sottile e difficile.
#55
Fatalismo e determinismo sono comunque interpretazioni della necessità. In che senso dovrebbero compenetrarsi?
La questione non è invece tra necessità e caso?

E il caso esiste davvero?
Perché sì diciamo che un evento è capitato per caso, ma soltanto in quanto imprevedibile, non perché sia davvero dovuto al caso.
Sei a conoscenza di un fatto avvenuto davvero casualmente?

E poi l'agire umano non si confronta con la necessità naturale?

E la natura non è forse incompatibile con la libertà?
Esiste in natura qualcosa che sia anche solo un poco davvero libero?
E l'uomo perché mai invece lo sarebbe?
#56
Cacciari è ormai fuori di melone. Ha dato tanto, ma avrebbe fatto meglio a chiudere in bellezza quando ancora ragionava. Come quando ha scritto pertinenti prefazioni ai testi di Marco Vannini sulla mistica.

Gli è rimasto lo stile affermativo, sorretto però da mera erudizione.
Ho assistito ad una sua conferenza sulla Metafisica concreta e dopo mezz'ora me ne sono andato disgustato.
Un disastro filosofico e pure politico.

Forse è il destino di questi professori, che ripetendo all'infinito le solite cose alla fine vi si aggrovigliano. Parlano, parlano e non dicono niente.
Significativo poi che venga apprezzato, un po' dagli stessi che apprezzano Heidegger.
#57
Tematiche Filosofiche / Re: Credete nel libero arbitrio?
04 Settembre 2024, 10:44:32 AM
@Anacleto Ripari

Interessante disamina.
Sulla quale vorrei fare alcune osservazioni:

Ho l'impressione che con nulla tu intenda il vuoto.
Ma il vuoto non è nulla.
Perché sono il vuoto e la materia con il loro gioco a costituire la realtà fisica.
Nulla è non esistenza, mentre la esistenza è composta da vuoto e da pieno.
Anche per il Big Bang l'universo nasce come materia, spazio e tempo.
Nasce dal nulla.
E infatti tutt'ora è, finito e illimitato, nel Nulla.

Se il Nulla è perfetto, non abbisogna neppure di alcuna etica.
L'etica non riguarda invece la necessaria metamorfosi da esistenza a Nulla?

In natura il libero arbitrio individuale è impossibile. In quanto natura e libertà sono incompatibili.
Intendi perciò con libertà la libertà dell'Uno? Ossia del Nulla?
#58
La scienza è una espressione di fede. E questa fede è l'unica autentica possibile fede, essendo ogni altro credo nient'altro che superstizione.

È la fede nella Verità.

Verità che appare come nulla, che cioè non esiste, ma è proprio in questa Verità=Nulla che ogni autentico scienziato ha necessariamente fede.

Infatti la scienza è rinuncia al possesso della Verità, in nome... della Verità!
#59
È impressionante come l'affermarsi della ontologia, conoscenza sistematica della realtà, comporti una diffusa cecità.
Più ci si convince, tramite l'ontologia, di aver compreso cosa sia il mondo, e più passa inosservata la profondità del reale.
Si diventa certi di aver capito!

E poiché ciò che si crede di capire è di per sé vuoto di senso, allora si conclude che la vita non ha senso.
E affinché non abbia senso, si nega la Verità!
Perdendosi così nell'assurdo. Perché tutto si può negare, ma non la Verità.
Non rendersene conto mostra la piena dimenticanza dell'Essere e, perciò, di se stessi.

L'esistenzialismo non è che una espressione di questa deriva.
Perché sebbene sempre si tratti di nichilismo, vi è qui un ulteriore peggioramento rispetto al nichilismo di un Leopardi o di un Nietzsche. Dove ancora primeggiava lo spirito. Uno spirito disperato, di fronte al mondo, ma ancora combattivo.
Viceversa con l'esistenzialismo lo spirito è ormai sconfitto. Capace solo di sotterfugi, magari per continuare a vivere comunque, ma pure per suicidarsi.

Suggerire di leggere Camus a giovani sotto i vent'anni, dovrebbe essere considerato un reato perseguibile penalmente.
#60
Citazione di: Phil il 30 Agosto 2024, 10:35:03 AM@bobmax
A mio avviso, se un nichilista ancora confonde esistenzialismo con epistemologia/gnoseologia, l'essere nichilista è forse il minore dei suoi problemi (ammesso e non concesso che lo viva come tale, bisognerebbe chiederglielo...).

Ah, l'esistenzialismo non c'entra con la conoscenza...
Dobbiamo subito dirlo al nichilista inconsapevole, così che almeno non abbia questo problema.

Potrebbe leggersi, che so, Sartre. Se non gli viene il voltastomaco, avrà la conferma di essere un nichilista doc.