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Messaggi - sileno

#46
Per ridere aggiungere acqua - Marco Malvaldi - Piccolo saggio sull'umorismo e il linguaggio – Rizzoli -  2018


"Un computer è intelligente se comprende quando scherzo" ( de Crescenzio)
Il gioco, come il riso, nasce dalla capacità - umana - di separare realtà e finzione..
Da una frase impariamo una struttura invisibile, un contesto, ma il computer non interpreta e il nostro linguaggio è ambiguo.
Ci si chiede come funziona il nostro linguaggio. L'autore presenta concetti non semplici: la teoria della comunicazione, la ridondanza linguistica, come il linguaggio attiva il cervello, cosa causa il riso, che non rende agevole la lettura, pur ricca di spunti interessantti
Fa ridere l'inaspettato, ma non tutto l'inaspettato fa ridere. Secondo Freud l'umorismo nasce da due punti di vista nella stessa frase; simile la poesia con le sue analogie, metafore, relazioni tra due immagini.
E' una sorpresa tra quel che non ci aspetteremo, una revisione di nostre intuitive inferenze, con particolari che vengono dalla nostra esperienza di vita. Ma un computer non può spostare un contesto. Come nel caso della battuta: "ragazzi si divertivano a saltare da un albero nella piscina: allora di decise di riempirla d'acqua".


Deve trattarsi sempre di persone inesistenti, per non farci coinvolgere, separare realtà e finzione,
Col riso la società scoraggia i comportamenti asociali; si ride anche per godere della propria superiorità intellettuale? Si ride di qualcuno,più facilmente in compagnia.
Si ride per godere della propria superiorità intellettuale? Sempre di qualcuno e più facile con qualcuno.

Si ride per l'inaspettato, per incongruenze del nostro pensiero che richiede logica:col comico s'impara a non fidarsi del proprio cervello.
A tal proposito la maggior parte delle persone fa errori sistematici proprio quando è convinta di ragionare al meglio. Paolo Legrenzi: "Anche i pensatori più apocalittici e negativi non hanno mai messo in discussione il funzionamento della loro mente quando se ne servivano per la costruzione di nuove visioni del mondo o per la critica di tesi altrui. Ci fidiamo troppo del nostro cervello, La nostra capacità di ammettere un errore o di considerare la possibilità di compiere un errore non è perffetta. Non siamo essere completamente razionali. Il modo di decidere e di reagire dell'uomo è spesso in bilico tra intuito e raziocinio, tra pancia e testa, tra opinione e ragionamente e il riso è uno dei campanelli d'allarme che ci può far notare che spesso scommettiamo sul futuro usando la parte del corpo sbagliata.

Un computer dovrebbe riconoscere l'ambiguità e la coerenza delle premesse; può riconoscere una pura speculazione esente da pericoli? Finora non si sa.


Siamo in grado di capire cos'è la coscienza? Quando costruiremo e programmeremo un oggetto artificiale cosciente? L'umorismo è la strada maestra per arrivarci: costruendo un computer capace di ridere.
E' un piccolo saggio che aiuta a capire i meccanismi del riso, pur inserendo dati sui meccanismi cognitivi computazionali che ne rendono un po' ardua la lettura.
#47
Citazione di: Federico Mey2 il 11 Gennaio 2019, 18:36:25 PM
Citazione
Citazione di: sileno il 11 Gennaio 2019, 13:59:39 PMscopo di un pensiero alternativo, libero dalle etiche dei poteri, dai saperi tecnologizzati e dalle terapie. Il linguaggio deve essere lieve e preciso per una visione non univoca della realtà
La mia idea è di un pensiero alternativo, ma prima che libero da quelle cose di oggi che hai citato, dovrebbe esserlo al di là dell'oggi, cioè anche per l'ieri io vedo l'esigenza di un pensiero alternativo in occidente.
Con un linguaggio come dici tu diverso e io direi semplice, usando questa caratteristica come strumento per raggiungere la perfezione (in questo la penso forse diverso da te, sono Monista).
Si deve partire dal nulla, che è semplice e perfetto, e costruire su di esso con accortezza evitando gli errori. E la complessità ne è portatrice...
Citazione di: sileno il 11 Gennaio 2019, 13:59:39 PMUna rinnovata filosofia doverbbe puntare sull'essenza, riconoscere il legame della filosofia con la vita di ogni giorno.le significatività, recuperare il senso delle domande sensate utili per la vita.
La mia proposta è diretta verso questa direzione, io metto al centro della comprensione l'Anima umana, data dallo spazio dei propri valori e finalità: su essi si basano le nostre azioni e la nostra capacità di rispondere ai nostri sensi e alla vita.
Citazione di: sileno il 11 Gennaio 2019, 13:59:39 PMPuò curare la filosofia? Non nel senso della psicoanalisi e psicoterapie
Sono d'accordo che la filosofia che propongo io sta ad un altro livello della psicologia.
Anche se etimologicamente corrispondono (psiche=anima), a me piace definire 2 concetti proprio con questi due nomi, corrispondenti a 2 livelli che si hanno dentro.
Il livello psicologico, popolato da emozioni, bisogni, paure, istinti, caos o chiarezza.
E il livello dell'Anima, destinato ad essere compreso soprattutto da i, maturando, riesce a superare almeno in parte quello inferiore, in cui risiede la spiritualità, la coscienza, che dev'essere più propria possibile. E che non si cura, ma si matura.
Nella tua lettera ci sono poi molti altri spunti ma in un flusso di idee di cui non riesco a isolare le principali.




Anima e psiche si possono oggi usare come sinonini, ma psiche ha connotazioni più fisiche, mentre l'anima ( che tu scrivi con la maiuscola) fa parte della metafisica e della religione,che non considero per il mio discorso.

Un linguaggio diverso da quello di oggi, sarebbe certamente il più semplice possibile anche parlando di temi complessi.

Per me il rinnovo del pensiero avviene per un qui e oggi, anche se ovviamente sono utili apporti di grandi pensatori del passato.
Con psiche intendo le funzioni cerebrali, emotive, affettive, relazionali dell'individuo: facoltà conoscitive, intelletive, razionali come coscienza; qualcuno v'include anima e inconscio.

Anemus ( vento, vita): il senso ha progressivamente guadagnato nell'Occidente il senso dell'insieme di attività psichiice come la piscoilogia scientifica de sec.xix, il termine "anima" fu abbandonato perché con implicazioni metafisiche e si adottò psiche.
Non m'interessa distinguere tra materia e spirito quanto il problema del rapporto tra la nostra coscienza e la materia del cervello: campo ancora inesplorato delle neuroscienze.
Come noterai il mio discorso è scevro da retaggi spiritualistici, religiosi, filosofico-metafisici.,più orientato alla logica,nonformale, alla linguistica,a una neo retorica.

Saluti
#48
Un filosofo consulente potrebbe far vedere che ci sono molti modi per leggere e vivere la nostra storia personale, comprese le contraddizioni, con lo scopo di un pensiero alternativo, libero dalle etiche dei poteri, dai saperi tecnologizzati e dalle terapie. Il linguaggio deve essere lieve e preciso per una visione non univoca della realtà,cfr Socrate ironico e dialettico.

Ma quale fortuna oggi, questo modo di rilanciare la filosofia? Si sprecano parole, regna un caos verboso, i messaggini.
Una rinnovata filosofia doverbbe puntare sull'essenza, riconoscere il legame della filosofia con la vita di ogni giorno.le significatività, recuperare il senso delle domande sensate utili per la vita.

Può curare la filosofia? Non nel senso della psicoanalisi e psicoterapie: infonde fiducia nel proprio pensare da inserire in più vasti orizzonti, con autoconsapevolezza e antiaccademismo flessibile: : si deve riferirsi non a verità di fedi ma d'ispirazione greca: dialogo aperto a possibili orizzonti, per conoscere il legame della filosofia con la vita di ogni giorno. I nichilismi metafisici, i neospritualismi, le convinzioni indubitabili, i teologismi, i filosofeggiari tortuosi e incongruenti sono lontani dalle esperienze vitali. Ci si attiene non a verità di fedi ma d'ispirazione greca: dialogo aperto a possibili orizzonti, per pratica di vita più che di sapere.

E' difficile intrapredere un'avventura delle idee per scoprire il mondo del possibile tra fantasia e realtà, uscendo dalla noia, ovvietà, copioni di vita fallimentari,. I filosofi terapeuti antichi si riferivano all'intelligenza umana, alla vita spirituale, ai concetti della vita, 
ancora validi per le terapie cognitive. I consulente induce a una revisione dei disagi esistenziali, per uscirne con creatività.

Si cercano parole non logore dall'uso, si verificano le idee sui valori, etiche,opinioni, per strutturare uno stile e affrontare la vita metteneo a fuoco la propria personalità, valori, morale, conflitti, problemi vengono reinquadrati allalrgando i propri orizzonti.
Sono spunti di riflessione da approfondire, elaborare. Filosofia pratica per migliorare la vita. Strategia per risolverer problemi, crisi d'adattamento,,si allarga l'orizzonte sulle normali debolezze e indecisioni che paralizzanno.
Il linguaggio dell cambiamentoj ( Whatlavich) : si creano "verità"folgoranti" che balenano da aforismi, versi, metafore, battute, sottintesi, verificandone l'efficacia. Un immagine della realtà non è la realtà stessa, per non fissarsi su una convinzione distorta (Cfr. cognitivismo comportamentale.Per distanziarsi dalle proprie dipendenze,,certezze, poteri esistenti, allargando lo sguardo: agire in controtendenza
#49
Tematiche Culturali e Sociali / Re:L'istinto paterno.
23 Dicembre 2018, 10:43:51 AM
Citazione di: viator il 21 Dicembre 2018, 22:48:57 PM
Salve. Argomento di taglio sociobiopsicologico. Vediamo di inserirlo qui.

Che l'istinto materno costituisca pulsione reale inestirpabile (almeno per qualche centinaio di migliaia di anni a venire), io lo credo convintamente.

Sono invece altrettanto convinto che non esista affatto il suo corrispondente maschile.

Naturalmente assisteremo all'ingolfamento di esempi di dedizione, di responsabilità, di orgoglio, di sacrificio etc. da parte di padri, nel tentativo di mettere in dubbio o falsificare una simile tesi.

Attraverso la vostra opinione spero però di poter leggere anche qualche analisi un poco più distaccata dalle casistiche particolari generate da fattori poco o per nulla istintuali quali i sentimenti, l'etica, la morale.

In attesa di repliche costruttive, essendo avaro ed egoista non vi regalo nulla per Natale, limitandomi a farvi avere poco dispendiosi ma veramente sinceri auguri sia di circostanza che di extra circostanza.


E' discussa e problematica la questione sulla presenza dell'istinto paterno: si propende per ammetterne una qualche forma e manifestazione.
Quindi, come tu indichi,mi risulta più agevole e argomentabile soffermarmi su augurabili sentimenti ed etica paterna, visto come educatore, non normativo come nel passato, né assente come oggi spesso succede.

Dovrebbe valorizzare l'individualità dei figli a fronte di un collettivismo spersonalizzante e gregario nel grupp,ripristinare la progettualità e l'autonomia dei figli. Assecondare svaghi e talenti e non solo bisogni imposti dalla massa. Fungere da modello identificativo-simbolico per  i valori positivi maschili. Rendere i figli prudenti verso certi pericoli, capace di valorizzare le figlie, accrescendone l'autostima spesso carente nelle donne, usando la parola che le rassicuri e rivaluti a fronte della diffusa violenza nei loro confronti.Prima figura maschile, per le ragazze, da cui essere amate e apprezzate. Capace di ricoprire il ruolo di "madre"in caso fosse assente.
Dovrebbe possedere una dose di intelligenza emotiva, oggi carente, utopica e fuori dalla storia. Sarebbe un outsider il padre che farebbe interagire intelligenza, raziocinio, sensibilità, immaginazione. Spirito, mente, emozioni.

Saluti e auguri
#50
Tematiche Spirituali / Re:critica all'etica cristiana
22 Dicembre 2018, 17:46:52 PM
Citazione di: viator il 22 Dicembre 2018, 14:58:13 PM
Salve Sileno. Naturalmente è esattamente come dici. Il credente è colui che si crea (o che aderisce alla-) una certa immagine e concetto di Dio per i quali si genera la propria immedesimazione con il Dio stesso.

Dio per il credente è ciò (anzi, precisamente COLUI) che egli stesso vorrebbe essere.

Sia il credente che il non credente vivono cercando di fidarsi solo di sè stessi. Perchè credere in un ignoto caos di cause che regolano le nostre vite ? Meglio credere in- (od augurarsi che esista) qualcuno o qualcosa che risulti tutto sommato benevolo verso di noi.

Il non credente prenderà a confidare in ciò che potrà comprendere, nella speranza di poter giungere a controllarlo.

Il credente prenderà a sperare che ciò che non può comprendere (la natura intrinseca di un Dio sovrumano ma premuroso degli umani) risulti utile alle proprie attese.

Quindi il credere che Dio sia buono equivale a sostenere che io (che ho generato la mia immagine di Dio ma mi convinco che sia stato Dio a generarmi) - essendo emanazione del Bene posso rivendicare la mia propria bontà, positività, merito spirituale.

Saluti ed auguri.



E' una riflessione plausibile da parte di credenti.Mi piace. Grazie.
Contraccambio gli auguri.
#51
Tematiche Spirituali / Re:critica all'etica cristiana
22 Dicembre 2018, 02:45:44 AM
Citazione di: Socrate78 il 21 Dicembre 2018, 23:55:47 PM
Nel caso dell'aborto si rientra nel concetto che ho spiegato sopra, è la presunzione umana a decidere che quella vita è cattiva, indegna di essere vissuta, perché ha una malattia, sarà pur terribile quella patologia, ma quella vita potrebbe avere un senso che a noi sfugge del tutto, e noi pretendiamo invece di decidere che non è bene che viva, ergendosi ad arbitri di ciò che giusto e ingiusto. Davvero, sono antiabortista e lo sarò sempre, checché mi dicano coloro che invece sono a favore, io vedrò sempre nell'atto abortivo un atto di violenza e presunzione. A questo punto se si fosse chiaroveggenti e si conoscesse l'evoluzione della vita di ognuno, si dovrebbero abortire anche coloro che pur nascendo sani svilupperanno gravissime malattie in futuro, oppure diventeranno dei criminali dannosi per la società, ma si può vedere in tutto questo la presunzione di stabilire chi deve vivere e chi no, compito che spetta solo a Dio se esso esiste. Un'azione se fosse ordinata da Dio e si avesse per conoscenza immediata la certezza assoluta di questo sarebbe quindi giusta, poiché i nostri schemi razionali sono niente in confronto ad un'intelligenza superiore, anzi, di più, se l'umanità si fosse evoluta ancora di più ed avesse come quoziente intellettivo medio 200 invece di 100, io sono convinto che i criteri etici sarebbero anche differenti, ritengo che il senso morale umano sia molto limitato e non sia da prendere come modello di verità assoluta, visti i limiti dell'intelligenza.


.Se Dio crea ciò che è giusto e ciò ch e è sbagliato con il suo comando o approvazione, la morale diventa arbitraria..Avrebbe potuto dichiarare l'omicidio moralmente lodevole ed esso sarebbe stato tale.Ma dio è buono e non agirebbe cos'. Ma se con "buono" si intende moralmente buono,, significa che Dio approva se stesso: è questo che i credenti intendono  quando affermano che Dio è buono?
#52
Tematiche Spirituali / Re:critica all'etica cristiana
21 Dicembre 2018, 23:09:27 PM
Citazione di: Socrate78 il 21 Dicembre 2018, 19:28:18 PM
Invece non pensate che proprio quella sofferenza che tanto si vuole evitare in nome dell'umana compassione possa avere un significato, un senso agli occhi di Dio stesso? L'eutanasia, dietro la compassione, è un atto di grave SUPERBIA, significa nei fatti dire (indipendentemente dalla consapevolezza di ciò): " Questa vita sofferente non è degna di essere vissuta, non ha alcun senso ed è solo male", invece è possibile che anche quei momenti tremendi abbiano un significato che a noi sfugge. San Francesco e tanti altri considerati santi dalla Chiesa ad esempio sostenevano che il dolore avvicina a Dio, può sembrare follia assoluta masochistica e forse lo è anche, ma non è detto che ciò che è logico per i nostri schemi sia anche vero.



Ho capito: Dio si crede, non si spiega. sia quello dell'antico testamento: il sacrificio del figlio da parte di Abramo, il diluvio, l'uccisione dei primogeniti egiziani prima dell'esodo, l'eliminazione degli adoratori del vitello d'oro, la distruzione di Sodoma e  Gomorra e di nazioni ; permette venga ucciso suo figlio Gesù, che quello dei Vangeli, inflessibile autoreferente è giusto e buono perché ... lo dico io e basta. Violento, barbarico, maschilista, e Gesù suo degno figlio, sempre e comunque dalla parte della ragione.

Un'etica aperta al dialogo, revisionabile e perfettibile, è più vantaggiosa per i viventi umani e d'altra specie, piuttosto che il dogma aprioristico, indiscusso, astorico,assunto per Verità Rivelate. Un aborto per il cristiano è un "assassinio", sia che si sopprima un embrione, un feto cieco, sordo, muto, con gravi limitazioni psichiche e sofferenze, che un bimbo cresciuto e sano. Secondo i cristiani dogmatici Eluana fu "assassinata": donna in salute che poteva fare figli, per osservanza evangelica.

Il dilemma di Eutifrone

Dio ordina o approva  un'azione perché essa è moralmente buona? O è il fatto che Dio la ordini o la approvi a renderla moralmente buona?
#53
Tematiche Spirituali / critica all'etica cristiana
20 Dicembre 2018, 12:46:30 PM
Critica all'etica cristiana

Questa volta non critico la Chiesa istituzione dei preti corrotti, secolare, interessata a raggiungere un potere politico-economico, blanda verso i crimini pedofili, ecc. ma l'etica cristiana in se stessa o una religiosità evangelica, sia pure sobria, amorevole, caritativa. 
L'attuale Papa prende a modello San Francesco: potrebbe tale indirizzo misconoscere i fondamenti del Vangelo, dei Testamenti, della Genesi, dei dogmi assoluti che emanano dalla volontà di Cristo, figlio di Dio e che determinano "Giusto" e "Sbagliato"," Male" e "Bene?" Es. uccidere anche Hitler per salvare milioni di persone è male, dir falsa testimonianza per salvare una o più vite è comunque e sempre sbagliato ( stessa cosa afferma Kant). Non contano, per la religione, le conseguenze terrene sapute, temute, possibili, ma solo l'intenzione: cosa per molti, specialmente oggi, inammissibile. 

Peccato (contravviene "non uccidere") sarebbe anche ammettere il sacrificio di una sola persona per salvarne centinaia ( il noto dilemma del treno deviato verso un solo individuo, per salvare centinaia di passeggeri).
Il rifiuto, di facilitare una dolce morte a un parente che in preda a indicibili sofferenze, implora la dolce morte, è un "assassinio" ( tale è l'epiteto verso chi osa contraddire) e non amore né carità. Ugualmente delittuoso l'aborto di un feto sordo muto, cieco, cervello disfunzionale, con limitata sopravvivenza ( recente caso!) peccato uguale a sopprimere un bimbo cresciuto e sano.
La compassione per cui ci si immedesima nel prossimo con cui si condivide una sorte di dolore con ogni organismo vivente, è un sentimento che non appartiene all'"amore" di origine cristiana. 

Il dilemma di Eutifrone

Dio ordina o approva un'azione perché essa è moralmente buona? O è il fatto che Dio la ordini o la approvi a renderla moralmente buona? Che direbbe San Francesco, virtuoso modello di amore, carità, ecc.? Per gli etici cristiani vale la seconda possibilità: seguono i comandamenti in quanto comandati da Dio bontà infinita, escludendo un dialogo relativistico e relativizzato al tempo, al contesto, al dialogo degli uomini e al loro sentimento etico, di giusto,buono, male, bene suscettibile di discussione e non di cieca e assoluta accettazione

Quindi il problema si sposta da "Come salvare il Cristianesimo"
a "Perché salvare il Cristianesimo", dove la Chiesa dei preti passa in seconda linea.


#54
Tematiche Filosofiche / Re:L'altruismo
20 Dicembre 2018, 10:46:12 AM




Se c'è un istinto altruistico serve a salvaguardare la specie. Per evitare ritorsioni, per tacitare la propria sofferenza alla vista di chi soffre, ecc. Difficile affermare che esiste un altruismo genuino senza anticipazioni di remunerazione o forme inconfessate di qualsiasi gratificazione di reciprocità.

Si può essere altruisti anche per ricompense interne, come evitare tensioni, colpe, disobbedienza al Super io. Per conformità alla coscienza morale che impone pregiudizi sociali come valori riconosciuti nel gruppo: "Non uccidere" o "Ama il tuo prossimo", in caso di eutanasia? Inoltre per autoimmagine, autostima, ideale dell'io, pulsione a rimediare un'ingiustizia.
La psicologia esclude un altruismo con motivazioni intrinseche, contrario a un'istintuale scopo edonistico di ogni nostra azione. Chi agisce a proprio svantaggio? Secondo Hume le passioni egoistiche equivalgono alle azioni benevole verso un amico, perchè ne sta sempre alla base l'amor proprio.

Ad esempio chi fa volontariato spesso dimostra di essere aggressivo, fragile, bisognoso egli stesso di qualche sostegno per personali problemi, per acquisire un "potere" da ruolo, per innalzare un'autostima che vacilla. 
Anche il gigante egoista della favoletta splendida quanto falsa di Oscar Wilde, infine si accorse che il suo tornaconto di vecchio solo e da tutti abbandonato, ormai poteva essere solo abbattere il muro che circondava il suo giardino, aprendolo ai giochi dei bimbi.

L'uomo è un "lupus" educabile ai sentimenti più nobili? Sì, se non si celano le motivazioni profonde, siano inconsce o deliberate, che ne stanno alla base. Quindi per un altruismo inteso quale valore vincente da sperimentare. Ancora una volta è una sfida da proporre a famiglia e scuola. E s' impone sempre un'etica del linguaggio quale analisi di semantiche distorcenti, di sofismi capziosi, di retoriche stantie, di inganni ed autoinganni veicolati dalla parole.

#55
Ultimo libro letto / Re:Di nuovo soli - Zygmunt Bauman
20 Dicembre 2018, 09:29:39 AM
Anch'io conosco il Bauman non solo della società liquida, per esempio "Consumo e dunque sono."

Mi sono fidato di un consiglio di lettura ed esaltazione del libretto di Augias:


17 DICEMBRE 2018
Racconti, Augias: Bauman ci spiega perché siamo "Di nuovo soli"

Perché è scomparso il senso dell'etica? Prova a dare una risposta il breve e intensissimo saggio "Di nuovo soli" (Castelvecchi) di Zygmunt Bauman. Gesti come la strage di Corinaldo e le 'pietre d'inciampo' divelte a Roma, prima che essere criminali sono gesti stupidi, ovvero fatti da "menti ottenebrate", che hanno perso, appunto, il senso dell'etica. "Nel contesto attuale - spiega Bauman - c'è la tendenza generale a deregolamentare strutture una volta solide e durature". Al posto di lavoro fisso si sostituiscono posti precari. Essere liberi è diventato un principio guida. Sempre più spesso ci confrontiamo con bisogni della comunità "in qualità di contribuenti e non con un senso di responsabilità condivisa". Mentre sono i legami tra vita personale e vita pubblicha quelli che rafforzano la morale



Racconti, di Corrado Augias

video di Valeria Lombardo e Leo Meuti



Libri come bussole per orientarci in un confuso presente. Racconti per estrarre da un libro il condensato delle sue pagine. In sostanza il racconto come un saggio e ogni saggio come una minuscola lampada tascabile



Si poteva comunque avviare un dibattito,e critica, sull'individuo occidentale per natura irrimediabilmente individualista, a differenza delle società etniche la cui felicità coniste nel gruppo allargato e solidale di parenti e amici; sull'etica come fiducia su una "bontà" inesistente,ecc. ecc.
#56
Ultimo libro letto / Di nuovo soli - Zygmunt Bauman
19 Dicembre 2018, 15:51:39 PM
Di nuovo soli - Zygmunt Bauman – un'etica in cerca di certezze – Castelvecchi 2018


Abbiamo fiducia nell'altro oppure consideriamo, l' "homo homini lupus?"Si vede a ragione un lato occulto pericoloso in ogni vicino?Sempre incerti sul da farsi. Generalizziamo secondo quello che vediamo, ma chi riceve fiducia diventa degno di fiducia.

Gli esseri umani sono buoni o cattivi? Sono soggetti morali?Agli uomini non piace stare in compagnia, se non per un loro potere di suggestione. Si deve costringere gli uomini a essere virtuosi, devono temere un potere superiore. Un mondo dove si sente la ragione è un mondo morale, tra vita civile e guerra contro tutti.
Se non regna la ragione tutto è fuori controllo.
I virtuosi sono guidati da regole, leggi che specificano cosa si dovrebbe o meno fare in certe situazioni.Un codice etico per prescrizioni e divieti. Il virtuoso impara le regole,in burocrazia e affari razionali escludono emozioni:solo azioni impersonali e lealtà.Buono e cattivo non esistono nell'organizzazione, solo corrette procedure, etica professionale fuori dalla morale.
L'epoca moderna separa affari e famiglia.

Non ha senso accumulare competenze, risparmiare; sono ignote le future regole del gioco, tutto può cambiare in un mondo frammentato, discontinuo, illogico.No progetti,non investire a lungo termine, non legarsi a nulla, non ipotecare il futuro, no impegni.
Ci s'interessa solo a se stessi, ogni luogo è una tappa temporanea, no legami emotivi tra persone, intensi, individuali, no pensieri e sentimenti comuni, no coinvolgimenti per valorizzare la vita, ognuno si salvi da sè.

La vita è privatizzata con meno interesse per la politica, conta il proprio ingegno e furbizia.Anche le marce solidali svaniscono per altro. Si cercano appartenenze per una debole identità sociale.

Per comprenderci si deve capire la nostra tradizione da sostenere, per mantenere propria identità. Una comunita comprensiva, l'amore contro la dura competizione reciproca; tracciamo bene e male con morali valide.

Burocrazia e affari non sono una scuola etica e morale, nè esistono famiglie corrette. Importa la propria coscienza e responsabilità, l'etica degli affetti a lungo termine.
Nei governi non c'è nulla di duraturo, affidabile prevedibile, ponderato. Paura di un futuro, mai sicurezze, certezze, ma potremmo vedere l'altro come condizione per il nostro benessere, più che come ostacolo.
Sì alle relazioni durevoli per responsabilità morali, impegni comuni, responsabilità condivise: rendere armonica la pluralità di voci, identità non più esclusive, ma conviventi, non solo autoaffermazione, ma difesa delle altre identità che fa fiorire la nostra unicità tra altre unità. Consenso tra stato di diritto, libertà di coscienza, di pensiero, uguaglianza di opportunità, di mezzi per tutti.

Possono, ma vorranno? Non è tempo di polis, collaborazione, consenso da discussione, costruzioni pratiche articolando le differenze, i progetti : pretendere che cambino le cose.
Uscire dalle cose che non ci vanno bene e cercarne altre.

Ritiro nelle mura domestiche, no legami tra famiglia e pubblico ; è un ostacolo la privatizzazione delle preoccupazioni umane.
Autonomia degl'individui ma maggior condivisione per responsabilità collettive,opportunità di farci guidare nelle scelte quotidiane, dalle vecchie risorse morali e solidali; codici e regole condivise, inevitabili le incertezze.


Persona morale: forza, resistenza, capacità di resistere alle pressioni,respondabilità morale incondizionata, infinita, sempre con il sospetto di non essere abbastanza morali. Prendersi cura degli affari comuni, giustizia e prudenza da cittadini responsabili, no regole ma risorse per sfide attuali. Nessuna garanzia su tale comunità. Consapevoli della connessione tra cittadini morali,autogestiti e comunità che corregge se stessa: due cose intimamente collegate.
#57
Apocalittici e integrati del '64 si riferiva a un'indagine rigorosa su argomenti come il fumetto, la canzone di consumo,la narrativa popolare. Per alcuni quasi oltraggio. Oggi sono oggetti 
d'indagine senza apparire frivoli.
 Più proficua e pertinente sarebbe la lettura di alcuni saggi di Zygmunt Bauman che si è occupato in più saggi dei social network.

Nessun pregiudizio , ma un giudizio da conoscenza diretta di certi stili argomentativi presenti nei social network.

Il problema è se conviene svilire la vita contattando altri che non portano da nessuna parte, se non alla superficialità, al banale, all'incomprensibile. Manca una base logica per un pensiero critico,nessuno si chiede le fonti delle proprie affermazioni o convinzioni. Essere filosofi significa imparare a pensare con profitto evitando vicoli ciechi. Il confronto nei social  dovrebbe servire per migliorare il proprio stile argomentativo e cognitivo.
 Si discute di cose non capite, futilità mascherate da sapienza. Vengono confuse filosofia, scienza, teologia credenze.
Quello che più importa è disimparare ragionamenti errati, privi di fondamento, astruserie buttate là a vanvera.tanto per partecipare, per far andare avanti il social network.
#58
Liberi di crederci, informazione, internet e postverità - Walter Quattrociocchi, Antonella Vicini - 2018 - Codice - Le scienze - 2018

Conoscere bene e male è un desiderio umano, dal peccato originale.

In rete si cerca indipendenza ma anche conferma altrui. Autoaffermazione tramite un interlocutore. Si decide in base a una plurideterminata personale visione del mondo. Si dà risalto alle personali sovrastimate informazioni, e rilevanza a dati che confermano le nostre convinzioni, rifiutando ciò che le contrasta. Si razionalizzano lacune, si privilegiano a volte stili assimilati in famiglia, si crede alla maggioranza.

Si cerca conferma a proprie idee, pregiudizi, con collegamenti incollegabili. Si cerca ammirazione. Siamo noi stessi il centro d'interesse, fulcro è ilproprio io. Cerchiamo conferme, mostrandoci informati, manca empatia e vera comunicazione.
Si cerca approvazione, disinteressati all'interlocutore. Nessuno rivede le proprie posizioni. Inutile far cambiare idea con riferimenti autorevoli: favorisce il consolidamento di quelle posizioni che si vorrebbero contrastare.

Nessuno cambia opinione se un esperto lo giudica inattendebile. Convinti di avere solide ragioni.Visioni divergenti vengono escluse. Si tratta di aggregazioni di persone con stesse attitudini e interessi: trionfa l'uomo comune,non l'informato, l'esperto.

Sono informazioni senza mediazioni e con pretesa di conoscenza. La rete produce disinformazione, una minaccia globale.
Nella camera dell'eco non c'è spazio per chi la pensa diversamente.
sono temi su cui servirebbe un'informazione autentica per una coscienza collettiva.
Tutto si mescola in un calderone , spariscono i fatti, la comunicazione, l'antitesi-sintesi, urlandosi addosso per autodefinirsi tramite la contrapposizione.
#59
Citazione di: Socrate78 il 08 Ottobre 2018, 20:32:26 PM
Come mai le religioni cristiane, quando parlano del destino dell'anima in un eventuale mondo ultraterreno, negano ostinatamente che la nostra parte spirituale possa reincarnarsi in altri corpi, in rapporto ad un disegno complessivo stabilito da Dio? 


[font=Georgia, Times, "Times New Roman", serif]La reincarnazione incompatibile con la resurrezione.[/font]
[font=Georgia, Times, "Times New Roman", serif]Chi crede nella reincarnazione sta negando la resurrezione, e quindi rifiuta il cuore del cristianesimo.[/font]
[font=Georgia, Times, "Times New Roman", serif]La Bibbia, del resto, è perfettamente chiara: "Ma se Cristo non è risuscitato, allora è vana la nostra predicazione ed è vana anche la vostra fede" (1 Corinzi 15, 14).[/font]
#60
Percorsi ed Esperienze / paura della vita
03 Ottobre 2018, 14:30:16 PM
Ci sono testimonianze che molti credenti pur avendo fede in un'oltre vita sono terrorizzati dall'idea della morte: perchè? In realtà temono che sia la fine di tutto, che non esista un aldilà, verso cui pur professano fede. Sembra sia questa la paura più diffusa: morte come fine di tutto. Nessuna garanzia esiste che dopo la morte ci sia qualche forma di sopravvivenza: questione di fede, maii, pare, veramente assoluta.

All'opposto molti filosofi, letterati, poeti, ecc.hanno considerato la morte come fine di tutto, salvezza dal peso della vita che in alcune circostanze può essere molto gravoso: temono la vita.Alcuni affermarono di credere in un ritorno dove stavano prima di nascere.
"Dei mali della vita ci si consola pensando alla morte e della morte pensando ai mali della vita" - Schopenhauer
"La morte si sconta vivendo" – Ungaretti
"E' il pensiero della morte che aiuta a vivere" – Saba
"E' la morte che consola e che fa vivere" - Baudelaire

C'è chi teme il morire, non la morte: per arrivare alla morte certi devono sopportare un percorso molto lungo e doloroso