Buon sabato Jacopus
Ci sono molti, anche giovani, che si spendono per aiutare poveri ed emarginati. Sto leggendo un libro di Nicolò Govoni, "Bianco come Dio", un ragazzo che ha lasciato a vent'anni l'Italia per unirsi ad una missione umanitaria presso l'orfanotrofio Dayavu Boy's Home in india, dove ha vissuto 4 anni aiutando e studiando giornalismo. A 25 anni ha fondato "Still I Rise", organizzazione umanitaria che crea scuole proprio per i bambini abbandonati da quei genitori emarginati, alcolizzati, tossici, malati mentali. A Samos ha istituito ""Mazì" per i minori profughi .
Un passo che mi ha colpito :
" Non torno, mamma.
Mi hai chiesto se sento nostalgia di casa e io ti dico che qua ho trovato quello che in Italia cercavo con rabbia, o almeno credo.
I bambini sono la fine del mondo. Orfani e semiorfani, figli di suicidi, figli di criminali, di prostitute, di alcolizzati, di violenti...eppure, prendi le mie foto da bambino: non vedrai mai un sorriso come il loro. Ogni giorno mi stupiscono, ogni giorno bevo della loro felicità pensando che non sono degno e che siamo pazzi a pensare di poter vivere così riccamente lasciando così poco per tutti gli altri. E mi chiedo con che coraggio ci lamentiamo della nostra crisi.
Non voglio fare la predica a nessuno, solo dirti che non posso tornare.
Tranquilla per me, non sono mai stato più felice.
Mi addormento più leggero e, a un tempo, più pieno."
Hai ragione, si fa troppo poco, e soprattutto fanno troppo poco quelli che potrebbero fare molto. Io non ho una posizione ideologica verso l'aborto. E' un dramma , in un senso o nell'altro. Ci sono passato. Il mio cuore però mi spinge sempre ad abbracciare la causa dell'ultimo. E chi è più ultimo, in questa società, di un piccolo feto? Non è una scelta razionale, forse neppure solo ragionevole. Ma dato che si deve scegliere, scelgo chi non può piuttosto che chi può.
Naturalmente c'è un'enorme differenza tra la ragazzina violentata del Bangla Desh, povera e abbandonata da tutti, che rinuncia al figlio e la ricca troiona newyorkese che va ad abirtire in clinica privata perché si è dimenticata, causa party alla cocaina, di prendere precauzioni per l'incontro con il/i partner. La prima non ha responsabilità, ce le ha quello che l'ha violentata.
Ci sono molti, anche giovani, che si spendono per aiutare poveri ed emarginati. Sto leggendo un libro di Nicolò Govoni, "Bianco come Dio", un ragazzo che ha lasciato a vent'anni l'Italia per unirsi ad una missione umanitaria presso l'orfanotrofio Dayavu Boy's Home in india, dove ha vissuto 4 anni aiutando e studiando giornalismo. A 25 anni ha fondato "Still I Rise", organizzazione umanitaria che crea scuole proprio per i bambini abbandonati da quei genitori emarginati, alcolizzati, tossici, malati mentali. A Samos ha istituito ""Mazì" per i minori profughi .
Un passo che mi ha colpito :
" Non torno, mamma.
Mi hai chiesto se sento nostalgia di casa e io ti dico che qua ho trovato quello che in Italia cercavo con rabbia, o almeno credo.
I bambini sono la fine del mondo. Orfani e semiorfani, figli di suicidi, figli di criminali, di prostitute, di alcolizzati, di violenti...eppure, prendi le mie foto da bambino: non vedrai mai un sorriso come il loro. Ogni giorno mi stupiscono, ogni giorno bevo della loro felicità pensando che non sono degno e che siamo pazzi a pensare di poter vivere così riccamente lasciando così poco per tutti gli altri. E mi chiedo con che coraggio ci lamentiamo della nostra crisi.
Non voglio fare la predica a nessuno, solo dirti che non posso tornare.
Tranquilla per me, non sono mai stato più felice.
Mi addormento più leggero e, a un tempo, più pieno."
Hai ragione, si fa troppo poco, e soprattutto fanno troppo poco quelli che potrebbero fare molto. Io non ho una posizione ideologica verso l'aborto. E' un dramma , in un senso o nell'altro. Ci sono passato. Il mio cuore però mi spinge sempre ad abbracciare la causa dell'ultimo. E chi è più ultimo, in questa società, di un piccolo feto? Non è una scelta razionale, forse neppure solo ragionevole. Ma dato che si deve scegliere, scelgo chi non può piuttosto che chi può.
Naturalmente c'è un'enorme differenza tra la ragazzina violentata del Bangla Desh, povera e abbandonata da tutti, che rinuncia al figlio e la ricca troiona newyorkese che va ad abirtire in clinica privata perché si è dimenticata, causa party alla cocaina, di prendere precauzioni per l'incontro con il/i partner. La prima non ha responsabilità, ce le ha quello che l'ha violentata.