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Messaggi - Aspirante Filosofo58

#46
Buongiorno a tutti. Leggo un po' qua e un po' là, relativamente all'Anima, posizioni diverse. E' l'Anima che si reincarna, o non è lei a reincarnarsi, bensì alcune parti; il Cristianesimo afferma che l'Anima nasce col corpo e può essere distrutta  in casi particolari; ecc.. ecc... secondo voi cos'è l'Anima? E' eterna o mortale? Si reincarna in toto, oppure solamente alcune sue parti, o ancora non si reincarna affatto? Cosa mi dite al riguardo? Grazie  ;)
#47
Scusate, ma vorrei riportarvi sull'argomento: la (o le) crisi interiore (i). Non so quanti di voi ne abbiano mai avute! Ultimamente io ne ho almeno una al mese, per i più disparati motivi. D'altronde quando a 66 anni si hanno sulle spalle: otto interventi chirurgici, sei "gite" al pronto soccorso, un numero imprecisato di cadute meno gravi, otto mesi di mobbing (come ritorsione, perché non volevo essere trasferito a 20 km di distanza e per aver fatto causa all'azienda, in attesa di trovare un accordo per la mia buonuscita), ecc...ecc... gli argomenti per andare in crisi sono diversi. Ho dei vaghi ricordi di quel tale Ildebrando da Soana, alias l'Innominato, dei Promessi Sposi di Alessandro Manzoni, studiati a scuola fino al 1975, ma credo di essere a quel punto di crisi interiore ormai. 
#48
Citazione di: Adalberto il 15 Marzo 2025, 21:50:33 PMUn conto sono le teorie, le filosofie e i concetti astratti, un altro è vivere l'esperienza concreta della vita, che ci porta periodicamente a fare dei reset, a rielaborare e reinterpretare i fattori salienti della propria esistenza cercando di portarla su nuovi livelli, nuovi equilibri, che non sono solo intellettuali, emotivi o affettivi , ma che coinvolgono anche piani pratici, scelte concrete, svolte reali. È chiaro che necessitano sforzo, sudore e sofferenza,. Ma è anche vero che la rielaborazione interiore e la successiva  svolta pratica porta a superare pian piano problemi e sofferenza. Poi non sarà mai rose e fiori ma ci vedrà più attivamente presenti nella propria intimità e nei rapporti sociali, produttivi, affettivi in siamo inseriti
L'importante è non ritrovarsi poi con i medesimi problemi di prima ai quali si sono solo cambiate le denominazioni.
Pensare di Limitare la soluzione della crisi alla propria interiorità senza coinvolgere anche l'esteriorita' delle proprie relazioni è il campanello di allarme di una crisi potenzialmente irrisolta.
Infatti! Spesso mi capita di trovare soluzioni, ai problemi nei quali mi imbatto, che non sono in linea con le soluzioni proposte dalla scienza per quei problemi specifici. Anzi, a volte la mia esperienza mi suggerisce soluzioni diametralmente opposte a quelle della scienza.
Da sempre io metto al primo posto la mia esperienza personale, in tutti i campi.
Per quanto riguarda le crisi interiori: da quando avevo 6 anni (oggi ne ho 66) la mia vita è stata ed è una ricerca continua. Chi cerca, prima ancora di trovare (secondo la mia esperienza personale), deve necessariamente andare in crisi, perché non è detto che ciò che troverà sia in linea con le sue aspettative.  La crisi interiore è come uno specchio che ci fa confrontare con noi stessi, con le nostre abitudini, con le nostre idee, con la nostra famiglia, con la società che ci circonda.
Oltre alla paralisi cerebrale infantile, io ho fatto i conti con un ictus ischemico a 48 anni di età, e con una sorta di calvario, durato due anni, causato dalla lussazione della spalla sinistra, la necessità di installare una protesi, che tuttavia doveva attendere il tempo necessario al nervo ascellare, stiratomi da chi mi ha rimesso a posto la spalla (non ho la possibilità di dimostrarlo in alcuna sede di tribunale, però, se un attimo prima che mi rimettano a posto la spalla, sento un dolore insopportabile e subito dopo il dolore sparisce, facendomi quasi gioire perché da profano credevo che l'assenza di dolore fosse una logica conseguenza della sistemazione della spalla, cosa posso pensare?): il nervo ascellare stirato non trasmetteva più alcun dolore! Queste due esperienze, insieme a tante altre mi hanno mandato in crisi: da una parte il mio corpo che mi avvisava di fermarmi, di non abusarne ulteriormente (alla faccia della resilienza!), dall'altra la mancanza di quell'affetto da parte di amici e conoscenti che, per dirla col Manzoni, erano in altre faccende affaccendati e non avevano tempo nemmeno per una telefonata... tutto ciò mi ha fatto prendere in considerazione la possibilità di accettare la mia solitudine, di farne tesoro. Per me quei momenti di crisi interiore (compreso il fatto di sentirmi una persona di serie B, che non interessava ad alcuno) sono stati quasi una benedizione: l'ho capito dopo, ovviamente, dopo essere andato in crisi. Così la solitudine mi è servita per iniziare ad apprezzare la musica e la lettura a 360 gradi, giusto per fare un paio di esempi.
Ecco: voi non avete mai avuto crisi interiori? Se sì, come le avete superate?
#49
Citazione di: Koba il 15 Marzo 2025, 09:43:36 AMDue presupposti sbagliati:
1. che ci sia da qualche parte un vero Io in attesa di essere scoperto e accolto;
2. che il dolore, l'impotenza, la sofferenza andrebbero presi come stimoli per crescere.
Da qui poi non è difficile arrivare a concetti idioti come "resilienza": ma noi non siamo cozze avvinghiate agli scogli.
Non siamo nemmeno dei materiali che devono mostrare di resistere a tutte le sollecitazioni.
In pratica, si tratta di un'ideologia che favorisce l'accettazione del reale anziché la lotta per un cambiamento sociale.
Una crisi interiore è piuttosto uno scossone a forme esistenziali che non riusciamo più a sopportare e che dobbiamo sostituire con altre, senza che si possa mai distinguere la maggiore o minore autenticità (o forse no, se pensiamo a come molti si sforzano di diventare delle macchiette sociali: umorismo costruttivo, pensieri edificanti, fiducia nelle proprie forze e in quelle dei colleghi, e via dicendo).
Perché sarebbero presupposti sbagliati? Se, per esempio, mettessimo in atto l'invito inciso sul Tempio di Delfi, dedicato ad Apollo, che se non ricordo male suona più o meno così: "Uomo, conosci te stesso e conoscerai l'Universo e gli Dei." ?
Se iniziassimo a cercare veramente dentro di noi quell'uomo che è lì in attesa di essere scoperto? Questo per il primo punto. Rispetto al secondo: perché il dolore, l'impotenza e la sofferenza non potrebbero essere presi come stimoli per crescere? E' vero non tutti gli esseri umani reagiscono nello stesso modo di fronte a dolore, impotenza e sofferenza: c'è chi si chiude in sé stesso, soffocando sotto il peso del dolore, e chi invece lo accetta e cerca di comprendere il dolore altrui. Poi mettiamoci anche le classiche sfumature di grigio, tra il bianco e il nero. Solamente accettando il proprio dolore, cercando di comprenderlo, si può veramente essere utili agli altri. Io ho attraversato molte crisi interiori e credo di essere maturato anche grazie ad esse. Per esempio: se io non avessi trascorso il periodo delle elementari in un istituto di riabilitazione motoria, la mia vita non sarebbe stata traumatizzata, ma  è stato proprio grazie a questi traumi che la mia vita si è arricchita dal punto di vista interiore.
#50
Buongiorno, io ho sperimentato più volte lo stato di crisi interiori e ogni volta mi sono sentito come se rinascessi dalle mie ceneri. Ho trovato questo scritto che vorrei condividere con voi. il cambiamento passa attraverso la crisi ed è essenziale per il progresso.
🔸 Crisi: ostacolo o opportunità?
La crisi nasce dal confronto con il nuovo
e può portare dolore, incertezza e instabilità - o no.
Dipende tutto da come la vivi: con paura o con fiducia,
con tensione o con apertura.
🔸 Il dolore non è un nemico
È un segnale, uno strumento evolutivo che ti permette di affrontare le tue resistenze, riconoscere le tue ferite e riscoprire chi sei davvero.
Senza crisi non c'è crescita, perché il progresso avviene proprio attraverso le scelte
che fai nel mezzo della crisi.
🔸 Ciò che spaventa non è il dolore, ma la resistenza al cambiamento
La sofferenza nasce quando opponiamo resistenza a ciò che emerge in noi,
alle parti più oscure che temono il cambiamento
ma allo stesso tempo lo desiderano.
☀️ "Crisi" deriva dal greco krísis, che significa scelta, decisione.
Questo periodo ci invita a scegliere con consapevolezza,
invece di lasciarci travolgere dalla paura.
Specie nelle difficoltà, ricorda:
✨ Nulla è contro di te. Tutto è PER te.
✨ La crisi non è fuori, è dentro.
Accoglila come un'ostetrica che ti aiuta a rinascere,
non come un becchino che ti viene a seppellire.

Che cosa ne pensate? Vi è mai capitata una crisi interiore? 
#51
Ogni bambino è come un foglio bianco su cui gli adulti scrivono ciò che secondo loro serve per trasformare il bambino in un adulto che non crei problema alcuno alla società. I genitori vogliono che il loro figlio vada all'Università e si laurei per una questione di prestigio? Poco importa se il figlio mostra interesse per un lavoro manuale, per esempio il meccanico! Quel figlio dovrà diventare dottore contro voglia! Poi ci lamenteremo del dottore! Invece io credo che i bambini debbano imparare dal gioco, dal divertimento. Se questi bambini, crescendo mostrassero interesse per un ambito specifico, occorre tenerne conto.😏
#52
Attualità / Re: Individualismo
08 Marzo 2025, 11:38:15 AM
Citazione di: Adalberto il 08 Marzo 2025, 10:55:37 AMLa forza e la violenza sono due cose diverse.
Infatti! Nel periodo delle medie superiori (allora si chiamavano così) un mio compagno di classe espresse l'intenzione di "rubare la merenda" di un altro comune compagno di classe. Accortosi che io lo avevo visto e udito, mi chiese se avessi voluto fare la spia. Io gli risposi semplicemente di agire come volesse e io avrei agito come secondo la mia volontà. Non trovando soddisfazione dalla mia risposta, il mio compagno di classe, iniziò a picchiare un libro sulla mia testa (che, essendo dura, era come se ricevesse carezze :D :D :D ). Tuttavia io non cambiai né risposta, né atteggiamento. Secondo te, in questo caso, cosa è forza cosa violenza?
#53
Attualità / Re: Individualismo
08 Marzo 2025, 10:33:50 AM
Citazione di: anthonyi il 08 Marzo 2025, 09:36:56 AMIl confronto che fai, Aspirante, tra l'aspirazione moderna a "fare soldi", e la guerra del capo indiano, mi impone una riflessione.
Secondo me il progresso c'é ed é nel fatto di aver trasformato il naturale istinto di competizione umana da una competizione violenta a una competizione non violenta di tipo economico.
Non è detto che la competizione di tipo economico sia sempre anche non violenta. Esistono varie forme di violenza, compresa a volte quella economica. Per esempio: la banca che presta i soldi ad un tasso esagerato per chi li dovrà restituire, o che, al momento della restituzione del prestito, in caso di difficoltà da parte del richiedente, fa valere le proprie ragioni economoche su quelle umane del debitore, commette violenza. Lecita fin che si vuole, ma pur sempre violenza.
#54
Attualità / Re: Individualismo
08 Marzo 2025, 09:10:56 AM
Buongiorno, come ho già scritto in altro post, io mi considero una parte del tutto, un pezzo dell'immenso puzzle chiamato umanità, forse perché sono consapevole del risultato cui porta la mancanza di collaborazione tra le parti, la frustrazione che si prova perché non si riesce a camminare correttamente come i propri simili e spesso ciò significa stare a casa, perché i cosiddetti amici si danno a qualche attività cui non puoi partecipare. Questa impossibilità è dovuta ad una paralisi cerebrale a un anno di età. Quindi la mia disabilità di movimento è la stessa di quel grande corpo chiamato umanità! Ormai abbiamo pubblicità che invitano ad acquistare quel prodotto o quel servizio per essere il n. 1, aziende che assumono con contratti personalizzati, anziché quelli collettivi, ecc... ecc.. Addirittura, mi raccontava un amico, negli USA è capitato che, per tagliare i costi un tale licenziasse i suoi sottoposti e dopo un paio di ore ricevesse lui stesso la lettera di licenziamento dai propri superiori! Le televisioni private che puntano sui film o su altri motivi di intrattenimento, le aziende fornitrici di servizi (annessi e connessi) per smartphone (da internet alle varie app)... tutto punta verso l'individualismo più sfrenato, pur di fare soldi... Questo è progresso, mentre non lo è il fatto che il capo di una tribù di nativi americani, prima di muovere guerra al nemico, vada a chiedere consiglio al saggio del villaggio (che, avendo una certa età non può più guidare i propri guerrieri in battaglia, ma ha l'esperienza per poter dare suggerimenti a chi è più giovane e forte ma inesperto)? Perché? 
#55
Tematiche Filosofiche / Intuito e intuizione?
07 Marzo 2025, 18:29:02 PM
Buona sera, qualcuno conosce e può spiegare la differenza tra intuito e intuizione? Grazie.
#56
E crearono la scuola  come il "diavolo" aveva ordinato. Il bambino ama la natura,  quindi l'hanno chiuso in quattro mura. Non può stare seduto per ore senza muoversi, quindi hanno ridotto al minimo la sua libertà di movimento. Gli piace lavorare con le mani e hanno iniziato a presentargli informazioni e teorie. Ama parlare sinceramente - gli hanno insegnato a tacere. Si sforza di capire - gli hanno insegnato a memorizzare. Vorrebbe esplorare da solo e usare la propria conoscenza (dell'anima) - ma ha ottenuto tutto in forma preconfezionata su decine di fogli di lavoro grigi. Attraverso tutto questo, i bambini hanno imparato ciò che non avrebbero mai imparato in altre circostanze: hanno imparato a non mettere in dubbio nulla e ad adattarsi. Adolphe Ferrière (1879 -1960)

Cosa pensate di questo scritto? Io sono dell'idea che valga più la pratica della grammatica, anche perché mi è capitato non di rado di trovare studenti che prendevano la scuola come un male necessario (perché i genitori preferivano un figlio dottore, anziché operaio, per esempio). La mia nonna materna (che era arrivata alla terza elementare) è stata per me un esempio di saggezza. Ecco, forse bisognerebbe creare una scuola di saggezza? 
#57
Quando sono usciti i primi libri in formato digitale, ho comprato un lettore ma poi ho capito di non essere tagliato per quei libri: ho difficoltà di vista, quindi devo ingrandire le pagine. Di conseguenza devo continuamente scorrerle a destra e a sinistra. Quando vado alla pagina successiva, spesso l'e-book la salta, facendomi arrabbiare di brutto. Un libro cartaceo mi dà più soddisfazione: l'odore della carta, il fruscio delle pagine, il fatto che ancor prima di iniziare a leggere, posso vedere da quante pagine sia composto il libro... senza esitare, posso gridare: cartaceo per tutta la vita!
#58
Citazione di: iano il 03 Marzo 2025, 12:33:09 PMPer abitudine.
Cosa per abitudine? Libri cartacei o libri digitali? 
#59
Buongiorno a tutti. Preferite leggere libri e riviste su carta o in formato digitale? Perché? 
#60
Attualità / Re: Chiedere perché
03 Marzo 2025, 09:48:07 AM
Citazione di: green demetr il 01 Marzo 2025, 07:21:46 AMAspirante 20 anni di Barbara D'URSO, hanno rovinato intere generazioni.
Oggi quello che conta è il rolex e il glitter e che non esiste maschio-femmina.
mi pare che prima bisogna imparare a riconoscere il proprio sesso.
maschio e femmina sono diversi a partire proprio dal livello anatomico.
la pazzia degli americani curata da Trump a dosi di calci in culo, si sta per traferire tutta qui.
l'europa diventerà la culla della cultura woke, ossia dell'imbecillità a tutti i costi.
tu capisci che non ci si pone più il perchè, e chi se lo pone, viene attaccatto da mille CENZORI.
a partire da youtube, e da google che allegramente ci tagga.
è una lavatrice sociale.
ma tu fai bene ad aprire questa discussione. 8)
20 anni di Barbara D'Urso hanno rovinato intere generazioni, che hanno accettato di farsi rovinare, perché forse è più comodo demandare ad altri ogni attività, anche quella del pensiero.
Il Rolex e il Glitter erano status symbol anche in passato. Il discorso maschio/femmina non è proprio così semplice. Non si tratta di riconoscere il proprio sesso biologico, bensì quello che ci si sente, a prescindere dalla distinzione fatta a livello di corpo. Occorre tener presente che alcune persone si sentono in un corpo sbagliato, biologicamente. Anch'io mi sento in un corpo sbagliato: è come se mi fosse stato assegnato un vestito da discount, nonostante io avessi la possibilità di acquistarne uno da boutique!  ;) 

Alla fine è soltanto il caso di ri-affermare: chi è causa del proprio mal pianga sé stesso. Se la massa non riesce a svegliarsi, se sono solamente pochi a farlo, e nessuno (o quasi) li vuol seguire, forse la colpa non è da cercare altrove.
Il mito platonico della caverna dovrebbe insegnare qualcosa in tal senso... non credi?  :)