Cit:
"[..]Provo comunque a seguirti: immaginiamo tutto il nostro sapere contemporaneo incarnato al punto da essere istintivamente connaturato al nostro agire, quale conoscenza guiderà istintivamente la nostra azione verso il prossimo (ad esempio)? Suppongo (ma potrei sbagliarmi) nessuna; perché se ci fosse una direttiva etica oggettiva e scientifica (soft) tale, l'etica diverrebbe una scienza dura, ma, come dimostrano più di duemila anni di pensiero umani, non lo è. E le scienze morbide non danno risposte univoche al punto da poter diventare una (sola) azione istintiva, poiché sono fatte anche di domande irrisolte, di interpretazioni, di dubbi, di aporie, etc. nulla che possa tradursi in un'azione spontanea degna di poter sintetizzare con un solo gesto tutta la conoscenza di quella disciplina (inclusi appunto dubbi, aporie, etc.)."
Risposta alla domanda: la convenienza, mi sembra.
Questo soprattutto una volta accettato il vostro solipsismo inconsapevole (una questione di conoscenza quindi).
Duemila anni di pensiero umano non racchiudono certo il presente. Comunque, l'azione istintiva può essere in parte contraddittoria rispetto alla conoscenza.. esempio: penso che dovrei dimagrire (lo dice la conoscenza), ma continuo a bere assai e a mangiare come un porco; e in più fumo, cosa che mi fa male ai polmoni. Ma dato che uno può anche fregarsene alla grande di tirare uno schiocco o di prendersi un cancro, forse anche non a torto, tutto sommato non si contraddirebbe visto che il dover morire è pur sempre una conoscenza

