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Messaggi - Jacopus

#46
Attualità / Re: Quattro bambini rom
16 Agosto 2025, 12:45:29 PM
Citazione di: fabriba il 16 Agosto 2025, 12:28:06 PMSarei assolutamente d'accordo, però per farlo serve pagare più tasse, e negli ultimi 50 anni non è mai stato un argomento vincente alle elezioni.
Far pagare più tasse dici? No, basterebbe farle pagare a chi non le paga e contemporaneamente alzare il livello dei servizi pubblici. In Italia esiste questo loop: i servizi pubblici fanno schifo, e pertanto sono autorizzato a non pagare le tasse. C'è una sorta di alleanza tossica fra evasori e pubblici servizi, come quella fra l'insegnante fancazzista che non insegna e mette tutti dieci a patto che gli alunni non rompano le scatole. Gli alunni non studiano ma vengono promossi e l'insegnante non lavora. Quando giunge l'Università (o la Cina), i nodi vengono al pettine, in un caso con il fallimento individuale e nell'altro con il fallimento di una intera nazione.
#47
Attualità / Re: Quattro bambini rom
15 Agosto 2025, 16:05:43 PM
Se vivessi in Liguria, avresti chiaro che si trattava di un piano per ottenere il massimo, spendendo il minimo e mettendo a rischio la vita delle persone, scientemente.
Prima del 2018 i cantieri per la manutenzione non esistevano. Si tirava a
campare.
Dopo il 2018 e il crollo del ponte, è un cantiere dopo l'altro, nel classico stile italiano, di chiudere la stalla dopo che i buoi se ne sono andati, con grossi disagi per la circolazione. Se poi è così normale non riuscire a riparare tutto, allora anche il processo è inutile e pleonastico. Non ti pare? Sul capitalismo sono dibattuto.
Credo che funzioni, come ogni cosa se si usa moderazione, qualità che sta sparendo. Il capitalismo oggi è forzato verso una hybris che non porterà nulla di buono.
Infine, non credo che sia solo responsabilità dei vertici privati di società autostrade: era un connubio velenoso pubblico-privato, poiché anche gli enti che dovevano verificare la tenuta dell'autostrada erano dentro il meccanismo insano del "far soldi". Ecco direi questo: il capitalismo funziona in una società dove non c'è un'unica divinità. Il capitalismo insieme ad altri fenomeni coevi ha ricostruito la cultura mondiale, superando il concetto di risalire a Dio per ogni tipo di problema. È stata una grande palestra di autonomia e di sviluppo. Ma se poi, al monoteismo divino si sostituisce quello finanziario, si ricade in un modo di pensare tossico e contrario alla dignità delle persone, anche se in un modo diverso a quanto accade con le religioni.
#48
Tematiche Filosofiche / Re: Dio vs caso.
15 Agosto 2025, 15:11:20 PM
Non entro nel merito della discussione, ma devo rimproverare ed elogiare allo stesso tempo Alberto Knox, il rimprovero per il penultimo post, poco elegante, e l'elogio per l'ultimo, dove ha chiesto scusa, una pratica in disuso e che invece, a mio parere, fa onore a chi ancora la usa. Una preghiera da vecchio barbagianni: "siamo quattro barbagianni in questo forum, in attesa delle nuove leve, cerchiamo di essere gentili fra di noi. Io ormai vi considero parte della mia famiglia virtuale e non riesco più ad essere rude con nessuno di voi, neppure con Niko". Quindi con questo abbraccio ecumenico, chiudo e vado a cantare.

https://www.youtube.com/watch?v=m1jna8faGEw
#49
Attualità / Re: Quattro bambini rom
15 Agosto 2025, 14:55:26 PM
buongiorno doxa. Che sia difficile non lo metto in dubbio, ma pensi che tutti i rom rubino e vivano nei campi? Non è così. E' un processo circolare, noi non li integriamo, li rifiutiamo e loro perchè dovrebbero sottomettersi? Non pensi che abbiano anche loro una propria dignità? Il problema è che servono sia risorse economiche per integrarli sia un cambio di mentalità. Siccome non ci sono nessuna delle due, concordo con te, la situazione non cambierà. Noi continueremo ad usarli come facili capri espiatori e loro si arrangeranno come possono.
Immaginati essere nato in un campo rom, con genitori che ti addestravano a rubare e ti dicevano quando tornavi con un bel bottino: "come sei bravo figlio mio"! E allo stesso tempo, essere visto come un estraneo a scuola, o semplicemente per strada, dai cosiddetti "gagè" (cioè noi). Eppure nonostante questo, molti rom (e non solo rom, nell'universo degli tzigani ci sono tante etnie) sono riusciti addirittura ad andare all'università, a diventare dei cittadini modello.

spulciando in rete ho trovato questo:
https://www.saluteinternazionale.info/2011/02/rom-ed-integrazione-il-modello-spagnolo-e-di-esempio-per-leuropa/
#50
Attualità / Re: Quattro bambini rom
15 Agosto 2025, 11:43:06 AM
Come avrebbero pagato i responsabili del ponte Morandi?
Il processo è ancora in corso e prevedibilmente cadrà in prescrizione. Se proprio ci sarà qualche condanna colpirà qualche pesce piccolo.
Non arriveranno certo alla famiglia Benetton, reale mandante della strage. Sui dati del Comune di Genova ti assicuro che sono reali, visto che lavoro in questo campo. Su Internet non ci sono dati (a prima vista) che scorporano il dato rom, ma al massimo distinguono stranieri ed italiani. Se trovi qualcosa te ne sarei grato anch'io. Io mi baso sulla mia esperienza personale. Mi rendo conto che non è il massimo. Se avessi tempo sarebbe bello proprio fare un esame approfondito sulla questione.
Inoltre mi spieghi perché mi attribuisci la tendenza a criminalizzare solo una parte? Dove lo hai letto? è proprio la prassi giudiziale, a questo punto, ad essere woke, visto che condannare, oltre un certo livello di censo diventa molto problematico.
#51
Attualità / Re: Quattro bambini rom
15 Agosto 2025, 10:37:08 AM
Penso Che la responsabilità sia personale e collettiva con una ripartizione al 50 per cento (semplifico). Ci sono condizioni genetiche, ambientali, situazionali, sociali, economiche, culturali e perfino di "libero arbitrio" che ci fanno fare quello che facciamo, compreso guidare un auto a 11 anni. Quindi non si tratta di deresponsabilizzazione, ma al contrario di responsabilizzazione. La deresponsabilizzazione è quella di chi attribuisce tutta la responsabilità ai singoli individui (Tatcher first comandment). Ho già fatto l'esempio del comune di Genova che ha riservato delle risorse pubbliche per integrare i rom, spostandoli dal campo dove vivevano. È stata una scelta politica responsabile e non fondata sul consenso. Neppure gli stessi rom volevano essere spostati e immagina le reazione degli altri inquilini delle case popolari. Eppure questa scelta è stata economicamente vincente, perché il livello di devianza dei rom è diminuito in modo straordinario. Quindi non c'è una contrapposizione fra responsabilità individuale e collettiva ma una loro reciproca integrazione.
Il fatto di mandare coattivamente i ragazzi a scuola è una bella idea, ma si scontra con un altro comandamento della politica liberal-autoritaria che si sta profilando: cioè l'abbassamento delle tasse. Per obbligarli, in sostanza come fai? Gli metti appresso un educatore che lo sveglia, lo lava, lo accompagna. Metti a disposizione un pulmino che li va a prendere, casa per casa .Fai dei corsi di formazione ai genitori. Aiuti i genitori a prendere dei sussidi. Aiuti nella regolarizzazione dei documenti e così via.
Tutte cose che costano. Oppure dopo qualche assenza togli la potestà genitoriale e li dai in adozione. Immagina che successo! Ragazzini rom di 10-11. Ci sarebbe la fila di aspiranti genitori. Per non parlare del richiamo dei genitori biologici che conoscono da un decennio. Però a fare questi discorsi non si ottiene consenso e molte persone (non tu) non sono neppure in grado di comprenderli a livello funzionale. Molto più semplice concepire la vendetta, il noi contro loro, che però porta sempre alla continuazione della violenza, alla sua trasmissione di generazione in generazione.
Ultima considerazione (per il momento). La vita umana dovrebbe essere inviolabile ma per essere credibili come società dovremmo perseguire tutte le devianze, invece il sistema repressivo delle devianze in Italia è selettivo: si focalizza sugli strati marginali della società, sui poveri, sugli esclusi, che vengono criminalizzati, mentre il vasto campo dell'evasione fiscale, dei crimini bancari, del riciclaggio del denaro, dello storno di denaro pubblico per fini privati, la morte di 43 persone per il crollo di un ponte non revisionato come avrebbe dovuto essere, tutti questi crimini di solito finiscono in una bolla di sapone. "La giustizia è uguale per tutti" diventa così un simulacro un ulteriore momento di sfiducia pubblica nelle istituzioni.
#52
Attualità / Re: Quattro bambini rom
15 Agosto 2025, 08:40:55 AM
Citazione di: anthonyi il 15 Agosto 2025, 02:10:05 AMDove lo hai visto, jacopus, il "desiderio di forca"? E' ferragosto, l'unico desiderio é quello del fresco.
In realtà lo vedo ovunque. Nei discorsi captati per strada, da quelli fatti dai miei amici e miei parenti, sui social. Ed effettivamente è una situazione che, emotivamente risuona e ci fa dire "cosa possiamo fare?". Che una donna sia morta in questo modo è profondamente ingiusto. Ma non si può affrontare il problema o con indifferenza (alias "desiderio di fresco") o con la repressione. È il sistema sociale in cui siamo ingabbiati ad essere il primo responsabile, ma come dicevo prima, non è una interpretazione "carina" per i detentori del potere, che lo sanno benissimo, ma preferiscono che i "poveri" mettano in croce i "poverissimi".
#53
Attualità / Quattro bambini rom
15 Agosto 2025, 00:01:34 AM
Una riflessione su questa vicenda. Quattro preadolescenti rom, infraquattordicenni, rubano una macchina ed uno di loro, guidandola, ha investito una donna, uccidendola.
Il sequitur lo sapete. Il desiderio di forca si leva da tutte le parti. Eppure è ancora il codice penale Rocco del 1931, in piena epoca fascista, ad aver stabilito la non imputabilità al di sotto dei 14 anni.
Prima riflessione: è vero che non c'è più il fascismo, c'è qualcosa di più, il desiderio di giustiziare chiunque, e qualcosa di meno, l'assenza di giustizieri di massa, come all'epoca del fascismo, quando era all'ordine del giorno spaccare teste e somministrare olio di ricino. Al momento è un fascismo più violento di quello storico, ma prevalentemente virtuale.
Seconda riflessione: i bambini/ragazzini sono stati condotti in comunità. Capisco che all'opinione pubblica bisogna dare in pasto qualche boccone, ma è una decisione emergenziale che non risolve il problema ma lo struttura nel tempo. La soluzione sta nell'integrare queste minoranze che spesso vivono da generazioni in Italia senza integrarsi, ancor meno dei marocchini ed albanesi a cui bastano un venti/trenta anni per sentirsi italiani. Ma per farlo occorrono soldi e falsificare antichi pregiudizi tanto comodi ad opinionisti e politici e più in generale comodi per chi sta al vertice. A Genova l'integrazione è avvenuta attraverso l'abbattimento dello storico campo rom di via dei Pescatori e l'inserimento dei rom nelle varie case popolari di Genova. È stato un processo lento ma vincente e ve lo dico da addetto ai lavori, poiché minorenni rom denunciati a Genova sono diminuiti in modo miracoloso. Ma non c'è niente di miracoloso. C'è solo il riconoscimento da parte del Comune (con giunta di sinistra) che si trattava di persone da aiutare ad uscire dai loro stessi automatismi, irrigiditi dal dover vivere in una zona chiamata "campo rom". Provate voi a dire ai vostri amici che risiedete in un campo rom.
È questa la strada lungimirante per integrarli ma costa in denaro e in riforma culturale. La comunità non serve, se non per tacitare temporaneamente l'opinione pubblica.
#54
Naturalizzare processi culturali è sempre stato un tentativo di "legittimare" un concetto, una idea, una istituzione, attraverso "la natura", vista come qualcosa di "assoluto" e ovviamente "vero". Gli esempi sono innumerevoli: omosessualità contro natura, divisione delle razze umane, spiegazione di Dio secondo Natura, divisione della società secondo Natura (ricordate Menenio Agrippa?), connessione del diritto con il diritto naturale. In realtà anche la natura cambia e quindi non è assoluta neppure nel suo dominio, figurarsi se può servire agli strumenti culturali che ci diamo. Possiamo solo affermare che la natura ci ha dato una propensione a prenderci cura della nostra prole, anche attraverso meccanismi biologici e chimici,
che servono a mantenere in vita la specie attraverso le generazioni. E la famiglia nelle sue innumerevoli varianti ha (avrebbe) lo scopo proprio di rafforzare questa capacità di cura. Ma la famiglia non ha solo questo scopo. Si sono aggiunte altre finalità molto più strettamente culturali.
#55
Presentazione nuovi iscritti / Re: toc-toc
12 Agosto 2025, 20:53:15 PM
Niente cera. Il forum me lo immagino più con un pavimento in cotto. Ah, ben arrivato.
#56
Effettivamente sono poco creativo. Ho il vizio sempre di appoggiarmi all'autorità di qualcuno che ha studiato quell'argomento per anni, invece di dire qualcosa di mio (che potrebbe essere molto stupido). Che vuoi farci. Invece di essere neuroplastico sono neurosclerotico, che con la mia età inizia a starci. L'esempio dell'anarchia comunque non l'hai capito. Potevo anche scrivere comunismo, liberismo o stoicismo, era la stessa cosa.
#57
Anthony. Stai per caso insinuando che stia delirando? A parte gli scherzi, c'è (forse) un nesso fra la raffinata capacità di apprendere e rimodellarsi del cervello ed alcuni tipi di malattia mentale, che altro non sono se non un rimodellamento creativo (ma anche patologico). Giustamente come fai notare non tutte le malattie mentali sono uguali e ce ne sono certe per le quali funziona meglio una metafora sulla rigidità piuttosto che sul cambiamento. Sarebbe interessante aprire una discussione sulla malattia mentale.
#58
Altra prova della neuroplasticità sta nella malattia mentale. Neuroplasticità e follia sono parenti. Infatti entrambi cercano la novità, ciò che prima non c'era, nuove connessioni si formano materialmente sia attraverso meccanismi di neuroplasticità sia nel delirio della follia (de-lirare uguale "uscire fuori dal solco", etimologicamente).
#59
Effettivamente questo è la discussione con più off-topic dell'anno, però forse anche in questo sta il bello. Ed infatti non sto ad aprire un topic sulla neuroplasticità. Con neuroplasticità si intende la possibilità di cambiare e di innovare. Le formiche ad esempio non sono gran che neuroplastiche, per quanto anche loro (nel loro piccolo), un cervello lo possiedono. L'anarchia ad esempio è neuroplastica, a meno che non si dimostri che anche i primi ominidi o Adamo fossero anarchici. Siamo in un certo senso condannati alla neuroplasticità. Una volta messo in moto il meccanismo del cambiamento esso diventa un processo che si autoalimenta anche culturalmente ed ha bisogno solo parzialmente di un cervello neuroplastico. Questo vale sia per lo sviluppo materiale ma anche per quello etico. Per quanto possa sembrare che il mondo si rifletta nell'antico nhil sub sole novi, in realtà di novità etiche ce ne sono a bizzeffe. La differenza tra il progresso materiale e quello etico è che il primo non ha conosciuto (fino a poco tempo fa) nessun contestatore mentre il mondo etico ha tutte le sue sfumature le sue guerre per stabilire cosa è davvero giusto, cosa buono e cosa bello. Ed inoltre governare la nostra idea di cosa è giusto, cosa è buono e cosa è bello, significa gestire il potere e la divisione del potere e della ricchezza. Tale governo avviene attraverso le influenze che esercitiamo sul pensiero degli altri, manifestando il nostro, e collegando la nostra manifestazione di pensiero con i sistemi emotivi, che sono il miglior fluidificante di ogni apprendimento. Il finale è di un platonico disarmante ma ancora corretto, a mio parere, se si supera la classica visione aristocratica di Platone: ovvero una buona e vasta educazione per il maggior numero possibile di attori sociali. definizione alquanto generale ed astratta, ma mi fermo qui.
#60
Non credo che ti riferisca al tipo ossessivo/compulsivo in termini diagnostici ma piuttosto a quella che viene definita "ripetizione del male" (ma anche del bene). E non è in contrasto con quello che dicevo prima, anzi ne è la continuazione pratica, pur dovendo, puntualizzare un punto, ovvero che siamo una specie abitudinaria. È una scelta evolutiva anche questa. Siamo molto poco abitudinari in termini filogenetici (storia della specie) ma comunque lo siamo in termini ontogenetici (storia dell'individuo). Pertanto se ti abitui a commettere omicidi, potresti continuare a farlo. Dalla mia prospettiva il bene e il male si apprendono e vi è sempre un nesso fra la storia individuale e quella collettiva, che non cancella la responsabilità dei singoli ma che ci interroga su quello che possiamo fare per vivere in una società "giusta".
Rispetto alle diagnosi psichiatriche dei due grandi dittatori del XX secolo c'è un libretto interessante, forse un po' convenzionale, non so. È di Alice Miller, psicoanalista eretica: la persecuzione del bambino. Descrive Hitler come affetto da disturbo borderline e Stalin come paranoico. Ma il problema non sta nel leader ma nella massa che si convince nel seguire quel leader patologico. Insomma avviene talvolta che una patologia diventa collettiva e si sublima in un leader o in un gruppo di leader, che conducono quella società su strade impervie e sanguinarie. Quindi per trovare l'origine del male occorre seguire tante strade. Non c'è una ricetta onnicomprensiva e risolutiva. Le religioni talvolta ci offrono queste soluzioni e la grandezza del cristianesimo sta proprio nell'offrire dei dubbi rispetto a dove situare il male (salvo poi risolvere il dissidio attraverso la fede, ma il discorso sarebbe lungo). La storia di Hitler è quella di un bambino pestato a sangue dal padre e dove in una occasione il padre temette di averlo ucciso. Il padre a sua volta era un figlio illegittimo e si vocifera che il padre (cioè il nonno di Hitler) che non l'avesse riconosciuto fosse ebreo. Bisognerebbe a questo punto risalire alla storia del nonno ebreo e capire perché non riconobbe il figlio. In questa storia, come in tutte le biografie, si intrecciano violenze, ingiustizie subite, capacità di riscattarsi e il feedback più o meno grande dei nostri interlocutori. In tutto ciò, in questo grande guazzabuglio che è la vita, talvolta appare "l'orrore" del colonnello Kurtz, a sua volta debitore dell'orrore pronunciato da McBeth, qualche secolo prima (per non citare il mio amico Conrad). Quell'orrore possiamo decidere che non abbia nulla a che fare con noi oppure che siamo anche noi agenti di quell'orrore, garzoni che vanno a reclamare i sospesi.