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Messaggi - Jacopus

#46
Attualità / Re: La flottilla
03 Ottobre 2025, 13:59:44 PM
Perlomeno ci siamo tolti un dubbio. Israele non è uno stato democratico, bensì uno stato tirannico, esattamente come i suoi vicini. Chi sta con lo zoppo impara a zoppicare.
#47
Libero di pensare quel che vuoi, ma almeno caro Dubbio, fatti venire il dubbio (scusa non ho resistito).
Secondo me in futuro sarà più facile che arriveremo a vedere gli esopianeti, a calcolare la composizione della loro atmosfera e così via (cosa che in modo rudimentale avviene gia). Un altro conto invece arrivarci. È possibile che dopo migliaia di anni di civilizzazione si possa bypassare la velocità della luce, ma al momento questa opzione non è presente. C'è solo la teorizzazione dei wormhole, ma senza nessuna verifica empirica.
Quindi gli astrofisici non sono dei ciarlatani. A livello probabilistico la vita è presente al di fuori del pianeta terra, e a livello empirico già ora. Il deinococcus radiodurans vive sulla superficie esterna dei satelliti artificiali a 30.000 km di altezza ed in condizioni estreme.
Penso che la distorsione del pensiero derivi dal solito antropocentrismo. Ammesso che vi siano civiltà in grado dì raggiungerci, proprio perché per farlo occorre una tecnologia abissalmente superiore alla nostra, perché dovrebbero venire da noi? Per distruggerci perché siamo i più belli e fighi della galassia? Hai mai visto un sapiens andare razionalmente a distruggere un formicaio in mezzo al bosco, lontano da ogni suo interesse?
#48
Ciao Daniele. Dico più o meno la stessa cosa. In sintesi: troppa uguaglianza non va bene, perché non siamo geneticamente uguali e un mondo di uguali a me sinceramente fa paurissima, troppa diversità non va bene perché si creano caste che non premiano il merito e vivono in modo parassitario. Pensa che questo è il pensiero liberale classico, mentre oggi a dire queste cose si passa quasi per comunisti.
#49
Non c'è un modo sbagliato di porre il problema, ma punti di vista differenti. Tu pensi che data la possibilità ipotetica che una civiltà altamente tecnologica possa svilupparsi, questa civiltà dovrebbe essere già stata sulla terra (1,2 o X civiltà). Io invece credo che ci siano limiti strutturali affinché questo avvenga anche rispetto alla civiltà più avanzata possibile e questo limite è la velocità della luce. Se non si può superarla (ed oggi siamo molto lontani, i più veloci oggetti spaziali viaggiano a 30.000 km ora, se non mi sbaglio), nessun contatto è possibile, nè noi verso civiltà extraterrestri, nè viceversa.
Questo è il dato oggettivo attuale. Poi in realtà si può ipotizzare che invece quella velocità possa essere superata e quindi torna la domanda: "perché non sono mai stati fra noi?". A questo limite inoltre si possono aggiungere altri argomenti: ad esempio che per le civiltà così avanzate noi potremmo dare l'idea che noi attribuiamo alle formiche, che neppure disturbiamo, se non quando siamo bambini, ma dubito che navi extraterrestri siano guidate da preadolescenti (ammesso che si possa parlare in questi termini). Oppure che il loro sistema che li rende intelligenti non comprende il circuito della dopamina, che rende noi e tutti i mammiferi così curiosi e desiderosi di sfidare l'ignoto. Oppure che il loro cammino filogenetico li ha condotti verso un tipo di vita molto cooperativo che non permette ai singoli membri di allontanarsi dal gruppo. Infine le distanze dell'universo sono così immense e le possibilità di sviluppare una civiltà vicina ad una altra civiltà così basse, che a parer mio dobbiamo rassegnarci a vivere da soli come unica specie senziente del braccio della Galassia Sagittarius A, che degniamo della nostra presenza.
#50
Sono d'accordo rispetto al fatto che universalismo come egualitarismo è: 1) impossibile, 2) contrario alla teoria evoluzionistica e quindi un fattore critico per la sopravvivenza della specie, 3) foriero di ulteriori problematiche difficili da risolvere e potenzialmente violente allo stesso modo (anche se per altre vie) dell'individualismo.

Resta il fatto che il katholikos che hai citato è già fra noi ma non come messaggio
Evangelico bensì come messaggio tecnologico. Il nostro potere sul pianeta terra è diventato così pervasivo da essere diventato universale e i problemi devono necessariamente essere risolti a livello globale proprio per via dell'interconnessione globale. A fronte di ciò questa interconnessione diventa un campanello di allarme rispetto a tutti gli investimenti identitari che ognuno di noi fa.

Non ho soluzioni e certamente non è una soluzione l'egalitarismo (dove succede sempre che ci sono quelli che sono "più" uguali degli altri). Ma esiste un problema dato dalla frattura dovuta al fatto che i problemi vanno risolti a livello globale/universale ma il nostro "archetipo" umano è ancora un "archetipo" tribale.

Sicuramente credo che avere una visione delle relazioni umane in senso più universalistico, aiuti a superare questa aporia, ma senza che questo significhi egualitarismo. Allo stesso tempo affinché abbia un senso occorrerebbe anche smantellare queste differenze di reddito e di occasioni sociali così enormi, che non sono più il frutto del merito, come insegnano tutte le teorie liberiste, ma il frutto dell'appartenenza ad una classe neo-aristocratica.
#51
La storia umana, o addirittura una certa interpretazione filosofica della storia potrebbe suddividere l'agire storico sotto due bandiere: la bandiera dell'universalismo e la bandiera dell'identità gruppale (potrebbero esserci e ci sono anche altre bandiere, ma per il momento fermiamoci a questa dicotomia).
La bandiera dell'universalismo è quella che amplia lo sguardo dell'uomo, oltre la sua comunità, la sua tribù e dice che siamo tutti allo stesso livello. Un'idea che nella storia occidentale ha fatto ingresso con l'egemonia dell'impero romano, e culturalmente tramite stoicismo e cristianesimo. Per molti secoli si è assistito alla compresenza di identità gruppale ed universalismo, tramite lo spostamento dell'universale nel metafisico. Con le rivoluzioni liberali, c'è stato un ulteriore passaggio: la laicizzazione dell'universalismo in diritti storici e materiali e la progressiva riduzione/estinzione dei valori metafisici universalistici (che fungevano da stampella o ornamento ai valori gruppali). Questo passaggio ha comportato talvolta la recrudescenza dei valori gruppali pur non eliminando mai del tutto quelli universalistici.
Fatto sta che in un mondo iperconnesso e iperdeterminato globalmente, una visione universalistica permetterebbe di affrontare meglio i problemi che sono problemi universali (riscaldamento globale, inquinamento, desertificazione, concentrazione della ricchezza in una piccola élite), ma questa possibilità è contrastata sia dalla nostra impostazione tribale, antica di migliaia di anni, sia dalle politiche di orientamento dell'opinione pubblica, affinché non si affrontino i problemi in chiave universalistica, poiché questo significherebbe sostanzialmente mettere le mani in tasca a quella élite ormai quasi/sovrannaturale che domina il mondo attuale.

Inoltre non va sottovalutato il problema identitario, il cui nucleo è sempre il riconoscersi in una parte di società e non in un "tutto", tanto vasto quanto informe.

In queste considerazioni strampalate mi viene da dire che è come se si fosse verificata una frattura tra la nostra mente sociale (ancora arcaica, gruppale e tribale) e la tecnologia, che ha già reso il mondo universale, globale e informe.

In questo panorama ecco emergere l'individuo, come portatore di valori unici, lontani e diversi sia da quelli gruppali che da quelli universalistici, con esiti difficili da prevedere. Si tratta ovviamente di tendenze in un quadro dove tutte queste prospettive coesistono ma che lasciano vedere una direzione non esattamente positiva, dal mio minuscolo punto dí osservazione.
#52
Finche non si avranno telescopi così potenti da osservare la superficie dei pianeti extra solari, sarà difficile vedere qualcosa proprio per le distanze fra la terra e gli altri pianeti al di fuori del sistema solare. Che ci siano altre forme di vita è probabilisticamente inevitabile. 4E21 è la formula della calcolatrice quando moltiplico il numero medio presunto della via lattea (200 miliardi di stelle) con il numero di galassie finora visibili (duemila miliardi, con ipotesi al rialzo). Un numero difficile da pensare a cui bisogna anche aggiungere eventualmente un numero medio di pianeti rotante attorno alle singole stelle. Se così non fosse allora ci troveremo in una singolarità così speciale da farci sopra un discorso neo-metafisico.
#53
CitazionePer cui L è un parametro importante, ma lo è anche tutto quello che viene prima. Se una società civile e tecnologica posse potrassi fino a 10.000 anni di storia (da oggi cioè fino a 10mila anni) allora non credo che si dovrebbero avere problemi nel escogitare, in cosi tanto tempo, un modo per esplorare altri mondi.


Non ne sono così sicuro. Il limite della velocità della luce è un limite fisico piuttosto rigido. Sono teorizzati i "wormhole" come scorciatoie, ipotizzate già nella teoria della relatività ma mai verificati. Se la velocità della luce non fosse superabile, come noto, si arriverebbe a 300.000 km al secondo, in 4 anni alla stella più vicina "proxima centauri". E se non fosse un viaggio senza ritorno, una volta rientrati sulla terra, gli astronauti non troverebbero più i loro cari, poiché per loro sarebbero passati 4 + 4 anni, ma per la terra ne sarebbero passati molti di più. Ma questa è solo una nota di colore. Occorrerebbe anche trovare il mezzo per far sopravvivere gli astronauti in una nave spaziale per otto anni e questo solo per esplorare la più vicina stella. Credo che anche alla luce di queste considerazioni dovremmo avere più cura del nostro pianeta, che per una serie incredibile di coincidenze (presenza di in atmosfera, presenza di un campo magnetico, distanza corretta da una stella stabile, presenza di acqua, presenza di una pressione adeguata, presenza di un satellite che fa da schermo alle meteoriti e regola maree, inclinazione dell'asse terrestre che è la condizione delle stagioni e moltissime altre...) permette la vita.
#54
Sono soprattutto le distanze a non rendere possibili i contatti, almeno per quelli che sono i limiti massimi della velocità secondo le attuali conoscenze, ovvero la velocità della luce. Ciò indipendentemente dalla pur vera possibilità che altre forme di vita potrebbero essere completamente diverse dalle nostre ed agire in modo da non avere tutta la curiosità che abbiamo noi oppure ci osservano da lontano ma senza alcun interesse. Il motivo principale ad ogni modo è la distanza.
#55
Percorsi ed Esperienze / Re: 1 anno
28 Settembre 2025, 17:26:42 PM
Grazie a te Morpheus, da parte di uno dei superveterani. Effettivamente è un bello spazio di confronto e di crescita, per tutti. È anche un esercizio di democrazia, perché si apprende ad accettare le idee degli altri. È uno spazio simile all'incontro fisico, "in presenza", poiché i forumisti non sono una massa anonima, ma dopo un po' di post diventano riconoscibili ed acquisiscono una loro Soggettività ed a quel punto la cagnara degli altri social diventa più difficile da realizzare.
#56
Attualità / Re: La flottilla
28 Settembre 2025, 10:54:04 AM
Citazione di: anthonyi il 28 Settembre 2025, 09:58:02 AMNon é la prima volta che riproponi questa tesi, jacopus. Magari sarebbe interessante sapere quali prove hai di questo effetto.
Considera che le fratture sociali si sviluppano specificamente negli ultimi quindici anni, e si sviluppano non solo in Inghilterra e negli USA, ma anche in Europa.
Per quale ragione un cambiamento di politica economica operato negli anni 80 del secolo scorso avrebbe dovuto produrre risultati sociali così grandi solo oggi?
Oltretutto non si capisce perché questo cambiamento di politica economica avrebbe dovuto produrre uno "sfaldamento dei valori sociali e cooperativi" nella società. Negli stessi USA le politiche sociali introdotte ai tempi di Kennedy non sono state messe sostanzialmente in discussione fino al secondo mandato di Trump.
Ma non ha più senso pensare che queste fratture sociali sono un effetto deteriore della rivoluzione di internet?
Si è possibile che anche Internet abbia contribuito all'esaltazione dell'individualismo, così come molti altri processi che lavorano su periodi storici molto lunghi, ed anche circostanze storiche situate e irripetibili possono condizionare quello che "pensa" una società. Il fatto è che Tatcher/Reagan per primi hanno sdoganato un modello per il quale era possibile scollegare il welfare state (visto come un limite) dal capitalismo. Ora gli "animal spirits" potevano spezzare le loro catene e iniziare a creare il mondo così come lo conosciamo. È stato il primo tassello a cui ne sono seguiti altri. Elemento non trascurabile anche il passaggio generazionale, la fine di una generazione cristiana o socialista, che per motivi diversi si riconosceva in valori collettivi. Altra accelerazione fu data dalla fine del socialismo reale, che pose termine ad ogni paragone con modelli alternativi. I media da parte loro, il cd soft power, hanno implementato questi valori, ma serve tempo affinché essi vengano interiorizzati. Ora però questo modello capitalistico o si rinnova nuovamente (come ha saputo fare molte volte) oppure siamo destinati a vivere in futuri sistemi capitalistici e tirannici come in Cina, ma senza le garanzie da Stato sociale che ci sono in Cina. È per questi motivi ed altri, che la storia e i suoi movimenti non hanno effetti immediati. Come diceva Hegel, è solo di notte che spiega il volo la nottola di Minerva. Vale per la filosofia ma vale anche per la storia.
#57
Attualità / Re: La flottilla
28 Settembre 2025, 08:11:50 AM
Citazione di: Ipazia il 27 Settembre 2025, 20:49:22 PMNon credo che autorevoli ebrei scampati al nazismo come Einstein e Arendt fossero paranoici quando denunciarono insieme ad altri ebrei rifugiati negli USA le affinità col nazismo delle organizzazioni sioniste che hanno partorito gli attuali dirigenti israeliani.
Ci sono effettivamente situazioni storiche dove è più facile separare la ragione e il torto, (come nel caso attuale della Palestina, dove i veri massacratori sono i sionisti, senza ombra di dubbio), ma l'unica alternativa ad un vero cambiamento non è "massacrare" i sionisti, perché sarebbe un gioco a somma zero, o il gioco vecchio come il mondo di "solo uno può sopravvivere". Ci sono stati esempi di cambiamenti epocali in India e in SudAfrica che hanno permesso la riconciliazione fra le parti proprio perché si superò la logica dei vincitori/vinti.
Ammetto che non è semplice. Perché di fronte "all'iniquità degli esseri egoisti e alla tirannia degli uomini malvagi" porgere l'altra guancia non ha senso, anzi aumenta l'hybris del tiranno. Ma la situazione israeliana è una eccezione. Ad esempio nel conflitto Russia-Ucraina, entrambe le parti condividono responsabilità gravi. Il fronte pacifico della seconda guerra mondiale solo apparentemente fu colpa del Giappone.
Inoltre i tiranni non nascono dal nulla ma sono l'espressione di una certa società, dei suoi interessi, delle sue dinamiche, a volte perverse. La pace e l'armonia nascono nelle aule di scuola, negli ospedali ben funzionanti, nel senso di cooperazione di una società, in grado di accettare le diversità al suo interno. Se le società si spaccano, tutto questo viene meno ed oggi sta venendo meno a causa dello sfaldamento dei valori unitari e cooperativi nella società, promossi da un capitalismo tossico, quello inaugurato da Tatcher/Reagan (N.B.: non tutti i capitalismi sono tossici, il capitalismo ha almeno mezzo millennio di storia e si è trasformato parecchie volte).
#58
Gli esperimenti in questione sono quelli di Libet. Si trattò di misurare la possibilità che il cervello ordini un movimento della mano, prima che il comando venga elaborato in modo cosciente.è già stato
fatto notare che non funziona per le scelte complesse, come diventare mussulmano o sposarsi o scegliere una facoltà.
#59
Attualità / Re: La flottilla
27 Settembre 2025, 20:02:11 PM
Sono con te da una vita Fabriba. C'è un libro essenziale sull'argomento "Paranoia" di L. Zoja. Un libro che applica a livello sociali i meccanismi difensivi di proiezione e negazione. "E ricordati che c'è sempre qualcosa di buono in chi ti sembra cattivo". Questo è Mangiafuoco, rivolto a Pinocchio. La stessa cosa la dicono in molti, compreso il cristianesimo (un certo cristianesimo), ma questi meccanismi sono potenti dentro di noi e si risvegliano in modo più virulento, se si affievoliscono gli strumenti per interpretare la realtà e vi è un generale aumento del disagio materiale e sociale. Entrambe le condizioni sono oggi presenti. Buona proiezione a tutti noi.
#60
Tematiche Filosofiche / Re: Immaturità
26 Settembre 2025, 23:28:38 PM
Non sono molto d'accordo con Stekel. Il discorso sulla maturità, come è già stato notato è complesso, stratificato, polifonico. A Bruno e Galilei potrei sostituire il capitano Schettino e il capitano della Linea d'Ombra per offrire una dicotomia completamente diversa e forse più sintonizzata.

Il primo distinguo da farsi è quello fra una maturazione biologica e una culturale. La prima è finalizzata alla riproduzione sessuata, che ha come corollario la capacità di ottenere risorse per la prole e garantire sicurezza alla prole stessa fino alla ripetizione del ciclo.
Poiché siamo centauri, questa maturazione non basta più. La maturità è anche un processo culturale collegato alla società di appartenenza e pertanto un uomo considerato maturo nella Cina attuale è molto diverso dall'uomo maturo del periodo ellenistico.
Terza osservazione che si interseca con le altre due: vi è una maturazione esterna, data dall'apprendimento e dall'applicazione sagace di quell'apprendimento che rende la maturità una acquisizione di saggezza (vedi Phil).
Ma vi è anche una maturità interiore, che è diversa dall'apprendimento e che può essere riassunta attraverso quattro poli: individuazione, responsabilità, integrazione e riflessività.
Quarta osservazione: affinché vi sia una efficace maturazione (culturale) servono maestri efficaci. I maestri efficaci sono quelli che trasmettono e modellano quei quattro poli.
Quinta osservazione: la maturazione passa anche atttraverso la formazione definitiva dei lobi frontali (importanti perché sono la sede principale dell'autocontrollo) che si conclude attorno ai 25 anni. Questo dato è interessante ai fini del discorso. Infatti mentre l'organismo passa dallo stato infantile a quello adulto attorno ai 13/15 anni, bisogna aspettare altri dieci terribili anni affinché si ripristini la coerenza fra corpo e cervello, rendendo così possibile la commissione di molte nefandezze da parte degli adolescenti e tardo/adolescenti. Si è molto discusso a proposito di questa a-sincronia e una possibile interpretazione intende questo "errore" come voluto, affinché in quei dieci anni homo sapiens possa "sperimentare" nuove vie. Come dice Conrad nella Linea d'Ombra: "il giovane, chiuso il cancello dell'infanzia, entra in un giardino incantato, qui perfino le ombre brillano promettenti, ogni sentiero ha la sua seduzione....".
E questo ci porta ad una ulteriore conclusione, ovvero che la maturità essendo Bildung (come dicono i tedeschi), è anche rigidità. Si è trovato un modello e si interpreta quel modello. Ed allora serve uno come Iano, che non si identifica con le sue idee, ma anche uno come Daniele che giustamente evidenzia che maturità è un po' marciscenza. Del resto La linea d'ombra, un Bildungsroman per eccellenza, lo fa capire: la maturità avviene quando si diviene consapevoli della propria possibile morte, ma nonostante ciò (e forse a causa di ciò) si continua a svolgere la propria parte (o curare il proprio giardino).
PS: per Fabriba: faccio finta di non aver letto che non ti piace Conrad (grrr).