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Messaggi - Jacopus

#46
Tematiche Filosofiche / Re: il velo di maya
28 Maggio 2025, 19:42:12 PM
CitazioneTi rimando dunque ai miei due precedenti messaggi, giacché sono rimasti fuori dal raggio di azione della tua intelligenza.
Per l'utente Phyrosphera: commenti di questo genere non aiutano la reciproca discussione e sono estremamente giudicanti. Si prega di attenersi a criteri di gentilezza e di rispetto, altrimenti è possibile frequentare i più noti social, dove è possibile esprimersi in questo modo. Grazie.
#47
Aggiungo anche che il mondo dei mass-media, come (quasi) ogni altra dimensione del vivere umano nel XXI secolo è diventato autoreferenziale e risponde al mercato, anche eventualmente al mercato dei consumatori marxisti/maoisti, ai quali, se pagano, si può offrire il giornale on Line "La Grande Muraglia rivoluzionaria", e così via.
#48
In realtà, se rapportato al numero di viventi questa è una delle epoche più pacifiche nella storia dell'umanità. Evitando le guerre, basta ricordare per chi (ahimè) può farlo, il rosario di morti ammazzati negli anni 70/80 del secolo scorso, brigate rosse, stragi nere, malavita più o meno organizzata. Attualmente l'Italia è uno dei paesi più sicuri relativamente al rischio di morire per omicidio.
Sottolineare la malvagità umana è un gioco che ha più di una causa. C'è una tradizione religiosa in questo senso: siamo peccatori "ab origine" ed abbiamo quindi bisogno di peccare per essere perdonati da una casta di intermediari fra il mondo celeste e quello terrestre. Questo fondamento agisce come un inno in loop dentro ciascuno di noi. C'è anche una sorta di soddisfazione che i tedeschi chiamano "shadenfreude". Ci consoliamo, in sostanza, grazie ai guai altrui. Questo è un meccanismo interessante di controllo sociale. Nel momento in cui ci rendiamo conto di essere sfruttati, di essere scontenti di come vanno le cose ecco che arriva la notizia dell'omicidio di massa. A beh, meno male, accontentiamoci.
Poi subentra un meccanismo neurale noto. Siamo una specie abitudinaria. Se vedessimo per qualche decennio solo notizie di buone azioni, sarebbero quelle ad essere presenti nella sfera delle notizie.

A me quello che sconcerta è anche il fatto che si parla di morti a Gaza e un attimo dopo parte il servizio sul turismo in Trentino. E allora hai un attimo di spaesamento e ti chiedi se per caso in Trentino non ci sia stata una carneficina ed i gazarini invece passeggiano fra i sentieri delle montagne del Sinai.

Comunque Aspirante sei in ottima compagnia. Nel 1863 Baudelaire era disgustato dai giornali dalla loro perversione e dalla loro semplificazione. Per comprendere comunque le molte implicazioni del tuo discorso non basta un giornale nè tantomeno un intervento su un forum. Se hai tempo e voglia leggi "storia e critica dell'opinione pubblica" di Habermas.
#49
Tematiche Filosofiche / La società degli ascensori
26 Maggio 2025, 08:46:42 AM
M. Nussbaum, filosofa dell'Università di Chicago, propone questa brillante metafora per definire il diritto penale occidentale nel suo complesso.
"Immaginate una società dove gli ascensori si rompono in continuazione, blocchi per assenza di corrente, incidenti, assenza di manutenzione, ma i gestori replicano orgogliosi alle critiche: sì, ma noi puniamo severamente chi non fa manutenzione, i progettisti, i sabotatori".
Il diritto penale si comporta pressapoco allo stesso modo. Non si preoccupa delle condizioni precedenti che sono il preludio della commissione dei reati, fondandosi sulla finzione che tutti i soggetti sottoposti alla legge siano uguali e quindi punisce i rei, senza preoccuparsi dei reali motivi che hanno permesso la commissione dei reati. Motivi che sono da ricercare in molteplici cause, ma tutte riconducibili nella diversa possibilità di accedere alle risorse materiali, culturali, affettive della società di appartenenza.
#50
Attualità / Re: Il giorno della memoria
24 Maggio 2025, 17:28:39 PM
Citazione di: InVerno il 24 Maggio 2025, 13:35:47 PMIl nazismo ha due tratti distintivi rispetto ad altre forme "volgari" di autoritarismo o "comuni" di fascismo, la centralità della razza e della biologia unita a ragionamenti sociologici strampalati, e il puritanesimo militarista nel caso tedesco di origine prussiana, i fascisti italiani non li avevano (nonostante la propaganda sovietica volesse accomunarli) e neanche gli Israeliani li hanno. Senza queste caratteristiche l'etichetta "nazista" è sovrabbondante, fascista semplice basta e avanza, mentre il nazismo richiede ingrendienti specifici la versione "generica" senza brevetto si può comprare senza ricetta, è uno degli intrugli più antichi del mondo che subisce continui rebranding da millenni, ti promettono il futuro e poi ti riportano all'età del bronzo, partono tutti dall'alveo socialista, Marx compreso.
La reductio ad Hitlerum è un problema ma anche la "non reductio ad hitlerum" lo è. Nel senso che nella storia dell'Occidente successiva alla scoperta dell'America vi è spesso stato un sogno eugenetico, di razza superiore, in quanto ariana. E questo riguarda anche la Palestina. Nel corso della conferenza di Berlino (1885) le superpotenze di allora (tutte europee) stabilirono quali erano le terrae nullius, ovvero quelle terre che potevano essere colonizzate perché abitate da popolazioni geneticamente e culturalmente inferiori agli europei e fra questi posti vi era anche la Palestina, che effettivamente, 33 anni dopo (nel 1918)divenne un dominion del Regno Unito. Dominare quei luoghi era una specie di favore che si faceva a quelle popolazioni. Insomma il nazismo non è nato dal nulla, come un fungo, ma si è generato da una storia di superiorità e di razzismo ben presente da secoli in Europa e che distingue razzisticamente anche gli europei (i latini e gli slavi sono europei di serie B, ad esempio). Pertanto germi di nazismo sono presenti anche in altre strutture politiche, sia storiche che odierne. Ciò che distingue il nazionalsocialismo è la sua estrema coerenza e la sua estrema efficienza tecnologica, ma il pensiero razzista e suprematista si sviluppa in Europa in modo marcato quando gli europei, forti di tecnologia ed armi, sbaragliarono tutte le altre civiltà, nessuna esclusa, direi. I sionisti sono insieme a rossobruni e neonazionalisti e MAGA vari, i discendenti di quella tradizione. Distinguiamo però sionismo dal popolo ebraico, distinzione che per primi dovrebbero professare gli ebrei stessi, i quali talvolta amano (come gli europei odierni) mettere il piede in due scarpe diverse.
#51
Attualità / Re: Il giorno della memoria
24 Maggio 2025, 11:20:53 AM
Mi fa piacere Anthony che tu hai queste sicurezze "oggettive". Se permetti però io non le ho. I regimi democratici attuali si stanno trasformando. Non sono più quelli con i quali siamo cresciuti in Europa. Trump e Netanyahu e Putin sono intimamente collegati. Possiamo fingere che viviamo nel migliore dei mondi possibili ma non è così. A Gaza non è in corso una guerra fra democrazie ma uno sterminio, una pulizia etnica. Cosa faresti tu se vedresti attorno a te morire di morte violenta, parenti, amici, figli e genitori. Uccisi da usurpatori  che considerano la tua gente, gente inferiore. Hai mai parlato con qualche sionista? Quanto si credono superiori? Gli arabi con nazionalità israeliana sono stati tollerati ma di sicuro non occupano i posti top della società israeliana. Nell'interesse della democrazia queste domande sono non posticipabili. La democrazia sta diventando una maschera dietro la quale torna pesantemente l'immagine del negriero. E le tue affermazioni sono preoccupanti perché ti ritengo una persona non laureata nell'università della strada. Immagino cosa possa accadere in persone con capacità critiche assenti o basse. Serpeggia una grande insoddisfazione in strati sempre più vasti del cosiddetto primo mondo e tutto questo dipende dalla incapacità del capitalismo di darsi dei limiti, perché darsi dei limiti significherebbe tagliare uno dei fondamenti della stessa ideologia capitalistica.
#52
Attualità / Re: Il giorno della memoria
24 Maggio 2025, 08:05:01 AM
Ritengo Putin un tiranno ma anche fra tiranni bisogna distinguere, Hitler non era Mussolini e Franco non era Milosevic. L'aspetto drammatico è che Israele si situa tradizionalmente nel novero delle democrazie, ma ha compiuto in questi due ultimi anni una strage, lontana anni luce dai valori della democrazia. L'ultima domanda che mi fai, a parti inverse la posso rivolgere a te.
#53
Attualità / Re: Il giorno della memoria
23 Maggio 2025, 21:49:36 PM
Il confronto Cultura russa ed ebraica può essere sintetizzato così. Entrambe hanno una propensione egemonica, ma la cultura russa è ecumenica. Se tizio dicesse "mi sottometto alla cultura russa e al suo vicario in terra, Putin", la cultura russa lo integrerebbe in qualche modo in sè. Se tizio dicesse " mi sottometto alla cultura ebraica e al suo vicario in terra, Netanyahu", la cultura ebraica lo respingerebbe o al massimo lo sfrutterebbe come servo, come inferiore. La hybrys di certi strati della società israeliana è insopportabile. È solo una breve riflessione. Sulle maggiori giustificazioni della Russia sull'Ucraina pesano secoli di storia comune, fondati sulla pace e sulla condivisione. Basti pensare a Gogol, grande scrittore di nascita ucraina e scrittore in lingua russa. Ma questo non significa che Putin sia un santo. Putin è un tiranno ed ha scatenato una guerra ingiusta. Guerra che però si muove all'interno della ragion di Stato e sulla accettazione del nemico come riconosciuto antagonista. Netanyahu e i suoi accoliti vogliono la semplice sparizione dei palestinesi. Un popolo di cui si sono presi il territorio senza un motivo valido. Se il motivo della nascita di Israele fu la shoà, avrebbe avuto senso creare un simpatico Stato israeliano a Stoccarda e dintorni, non in un luogo storicamente caro agli ebrei ma che dopo 2000 anni era abitato da altri popoli. È stata una specie di colonialismo a scoppio ritardato e sotto mentite spoglie. Nonostante ciò, oggi si potenzia questo respingimento e sì uccide allegramente solo a causa di un attacco terroristico. In Ucraina invece si è trattato di provocazioni reciproche fra Stati. È come se in Italia ai tempi delle Brigate Rosse, lo Stato avesse deciso di perseguitare ed uccidere tutti gli iscritti o i votanti al partito comunista. In questo sta il mio personale disprezzo per l'attuale classe dirigente sionista. L'unico importante avvertimento è quello di non confondere i sionisti deprecabili e da combattere dagli ebrei, categoria variegata e composta da persone con opinioni anche lontane da quelle folli del governo israeliano.
#54
Attualità / Re: Il giorno della memoria
23 Maggio 2025, 18:02:24 PM
L'attuale situazione è terribile. Israele è "teoricamente" una democrazia ma si sta comportando come un regime gravemente tirannico. Due pesi e due misure non sono accettabili. Condanniamo il tiranno di Mosca, ma condanniamo analogamente anche i tiranni razzisti di Gerusalemme. Io non vedo alcuna differenza. Anzi ad essere più precisi, Putin ha più giustificazioni rispetto a Netanyahu, in merito alla violenza scatenata.
#55
Attualità / Re: Il giorno della memoria
22 Maggio 2025, 23:37:08 PM
Citazione di: Il_Dubbio il 22 Maggio 2025, 22:09:37 PMci vorrebbe un Primo Levi palestinese
"Se dovessi morire tu devi vivere,
per raccontare la mia storia,
per vendere tutte le mie cose,
per comperare un pezzo di stoffa
e un pò di filo,
e farne un aquilone
(magari bianco con una lunga coda)
in modo che un bambino,
da qualche parte a Gaza,
con gli occhi fissi in cielo,
nell'attesa che suo padre,
morto all'improvviso, senza dire addio a nessuno,
nè al suo corpo, nè a se stesso,
veda l'acquilone, il mio acquilone,
fatto dalle tue mani,
volare là in alto,
e pensi per un attimo
che ci sia un angelo lì
a riportare amore

Se dovessi morire
che la mia morte porti la speranza
che la mia fine sia la fine di un racconto

Questa poesia è di Reefat Alareel, poeta palestinese, morto circa un anno fa per mano dell'esercito israeliano. I Primo Levi già ci sono, ma non sono pompati dalla propaganda e dai soldi della minoranza ebraica e dai loro alleati. Tra l'altro è interessante paragonare questa poesia a quella proprio di Primo Levi "Se questo è un uomo". Qui c'è già l'annuncio della perdono, la richiesta di ricominciare una speranza. Nella poesia di Primo Levi c'è l'annuncio di una vendetta tremenda e senza fine, qualora quanto accaduto nella shoah dovesse ripetersi. Tutti gli ebrei dovrebbero leggere entrambe le poesie e scegliere da che parte stare. Il tempo del chiagne e fotti è scaduto.

#56
Tematiche Filosofiche / Autocontrollo o virtù
22 Maggio 2025, 08:49:47 AM
Una tesi autorevole che ha attraversato i secoli è quella secondo cui, l'uomo nasce selvaggio e deve apprendere come si sta al mondo, riconoscere i suoi limiti e quando li viola deve essere fornito di "senso di colpa" che funzioni da semaforo. Innescato un numero sufficiente di volte, il senso di colpa si trasforma in autocontrollo e i limiti restano inviolati. Questa tesi ha innumerevoli versioni, nella Bibbia, in Hobbes, in Freud, solo per citare i primi che mi vengono in mente. Un'altra tesi, minoritaria, è quella secondo cui, l'uomo nasce virtuoso e viene corrotto dalle istituzioni. È quanto ritengono le teorie progressiste da Rousseau in poi. Io partirei da un diverso approccio, ovvero che l'uomo nella sua evoluzione filogenetica, pur conservando entrambi i possibili imprinting, sia facilmente modellabile dai processi culturali, dalla trasmissione del sapere e dalle ideologie dominanti. In fondo è stata questa struttura di neuroplasticità a farci colonizzare l'intera superficie terrestre insieme a poche altre specie (topi senz'altro e cani e gatti al nostro seguito, ma anche i topi probabilmente sono al nostro seguito, anche se non li coccoliamo come gli altri). È come se ci fossero iscritte nella nostra struttura genetica delle proto forme pronte all'uso, che si attivano se condivise attraverso la trasmissione culturale e il comportamento condiviso. Con una importante differenza. Il modello del "cattivo selvaggio" crea le premesse per differenziare il mondo, giustificare disparità, giustificare sfruttamento, guerre, violenze che svolgono anche il ruolo di "self fullfilling prophecy". Il modello del "buon selvaggio" incrina lo stesso modello capitalistico, fondato sulla differenza, sul merito, sullo sfruttamento violento ma allo stesso tempo crea un ipotetico mondo orwelliano, dove l'uguaglianza è un diverso tipo di oppressione contro la creatività e la libertà. Non offro soluzioni e preferenze. Mi piaceva solo evidenziare che non esiste un modello morale rigido dentro di noi, ma che esso è il risultato della interazione fra strutture neurobiologiche che condividiamo con tutti i mammiferi e le strutture culturali.
Proprio in virtù di ciò la speranza è quella di poterci dire padroni del nostro destino, ma solo in una visione che concili le nostre istanze individualistiche con quelle collettivistiche.
#57
Ciao Illuminista. Lo spazio acclamante l'ho impiegato come opponibile allo spazio silente ed è in qualche modo il suo alter ego. L'hai interpretato bene. Come nello spazio silente esistono tutte le possibilità (all'estremo: la scimmia che da qualche parte dell'universo sta riscrivendo tutte le opere di Shakespeare), nello spazio acclamante dobbiamo fare i conti con ciò che è stato e che trascina nel corso dei millenni la sua eredità. Il bauplan, ad esempio è il risultato di miliardi di anni di evoluzionismo. Siamo bilaterali come gli insetti e i pesci. La natura non ci ha fatto trilaterali perché c'era già una tradizione bilaterale, che non poteva essere superata. È lo stesso concetto dell'eterno ritorno di Nietzsche nella interpretazione di Severino. La storia per cambiare realmente (e quindi cambiare la realtà) deve cancellare il passato, altrimenti permane il suo lungo respiro, come diceva Braudel, secondo il quale ancora esistono per certi aspetti i confini dell'impero romano.
Direi che dobbiamo convivere con queste due direttrici che modellano la realtà, le possibilità date da ciò che ancora non è e la pesantezza data da ciò che è già stato. In questo gioco a rimpiattino non c'è un deus ex machina risolutore esterno all'uomo. È l'uomo che sentendosi responsabile, deve fare ciò che è in suo potere per piegare il possibile del futuro e l'esistente del passato per creare una realtà giusta. La realtà, nel mio pensiero non è mai disgiunta dallo sguardo etico, almeno quando si parla di realtà come praxis e non di realtà come episteme, che ha bisogno di un altro modello (che è quello scientifico classico).
#58
Una ipotesi interessante. Resta piuttosto enigmatica la coscienza come "spettro", ma immagino che tu voglia dire che la coscienza ha una serie complessa di iniziative per intendere la realtà e nella sua molteplicità distorce la realtà. A fronte della tua tetranomia, ne propongo una leggermente diversa ma esteticamente più ordinata:
1) realtà deterministica (episteme);
2) agire umano coscientemente libero (praxis);
3) lo spazio silente, dove le possibilità non realizzate restano come pressione sul possibile;
4) lo spazio acclamante, dove le azioni realizzate restano come pressione sul reale;

Non è molto diversa, ho tolto la coscienza come spettro ed aggiunto lo spazio acclamante.
#59
Percorsi ed Esperienze / Re: Osteria Abisso
09 Maggio 2025, 21:01:02 PM
"Conrad ti ho mai parlato della mia passione per le piante? Singolare per uno come me. Ho sgozzato personalmente mezza dozzina di pirati, ho affondato un paio di feluche e ho anche venduto schiavi tra il Benin e New Orleans, ma amo le piante. Ho un terrazzino in casa, che giustamente in Liguria si chiama "poggiolo", visto che serve a malapena per appoggiarsi. Ma sono riuscito a sistemarci un po' di tutto. Lavanda, rosmarino, prezzemolo, piante da fiore e l'immancabile basilico. Di ogni pianta conosco il nome in italiano, tranne che per le piante grasse. Le piante grasse sono le parenti povere della botanica. Chi conosce il loro nome è sicuramente un esperto. Ho anche una sediolina sul poggiolo. Mi accomodo lì e guardo i fiori bianchi del limone, accanto a quelli viola della surfinia, piegati verso il basso, o le esotiche forme di una pianta grassa, che sembra, in piccolo, un baobab. Cerco una mini giraffa sotto ma al massimo ci gironzola una volgare formica. Immancabile c'è anche un geranio, che sopravvive da molti anni. Qualche stagione fa lo avevo dato per spacciato, mangiucchiato da degli enormi lombrichi verdi, ma con le piante non bisogna mai disperare. Una volta, quasi finite le foglie, anche i lombrichi si sono estinti e la pianta è tornata a nuova vita. Le piante hanno inoltre una grande qualità: non parlano, le puoi solo ascoltare mentre frusciano nella brezza." Conrad mi ascoltava e mi guardava con il solito occhio compassionevole. Senza che glielo avessi chiesto mi versó del rum. E come le piante, non parlai più.
#60
Citazione di: Alexander il 04 Maggio 2025, 18:59:55 PMQuando camminiamo troppo i piedi tendono a gonfiarsi, però. Così le scarpe diventano troppo strette e fanno male. Sostituiamo ai piedi il nostro ego ipertrofico moderno e otteniamo una metafora perfetta del nostro rapporto attuale con la "realtà". Così, come stiamo vedendo, bisogna fermarsi, o almeno rallentare, recuperando vecchie illusioni o ricreandole con forme diverse, ma infine della stessa sostanza. Questo per far sgonfiare i piedi, così che ritorni piacevole il camminare.
ciao Alexander. Questo intervento ha messo in moto alcune connessioni. Premesso che il tema è ciclopico, lo vorrei affrontare proprio a partire dai "piedi gonfi". "Piedi gonfi" era uno degli epiteti di Edipo, che da bambino fu incatenato alla caviglia per essere ucciso/esposto sul monte Citerone, poichè il padre Laio, sapeva che suo figlio, cioè Edipo, lo avrebbe ucciso. Edipo ha i piedi gonfi ed ha lo stesso "ego ipertrofico" dei nostri contemporanei, al punto che vuole conoscere "la realtà" anche se ne viene sconsigliato da tutti. E nonostante i piedi gonfi, e nonostante la sua autoprocurata cecità, causata proprio dalla ricerca della realtà, continuerà a girare per la Grecia, affamato di realtà. La storia dell'Occidente e ormai la storia del mondo, inizia da quella originaria fame di realtà e di verità che deve "scoprire", "demistificare", "osservare", "scomporre", "catalogare". Senza quella fame originaria, la nostra storia come specie, sarebbe alquanto diversa e molto più faticosa per la maggioranza di noi. Quindi non possiamo che essere grati ad Edipo. Il problema è oggi che quel livello di realtà è diventato unico, facendoci perdere la necessaria condizione di osservare la realtà anche con altre lenti, quelle propriamente dell'abbandono del proprio "ego" a favore di un recupero di ciò che non può essere "s-viscerato", "a-fferrato", "s-piegato" "con-preso". Mi ha molto colpito una frase che papa Francesco ripeteva nelle sue visite al carcere di Rebibbia, rivolgendosi ai detenuti: "perchè voi e non io?". Una frase che riassume la tensione verso una realtà inspiegabile, e sostanzialmente anti-edipica, sanabile forse solo attraverso la necessità di ritrovare un senso del "noi", che superi una realtà che misura e cataloga, e cosi facendo ci allontana gli uni dagli altri.