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Messaggi - Garbino

#46
Nietzsche: l' uomo e il suo diritto al futuro.

Mi scuso con Green ma ho appena terminato di scrivere questo post e rimando un' eventuale risposta o critica al prossimo.

X Maral.

Non ho dubbi che la tua interpretazione sia consona e corroborata dai due brani, uno della Gaia Scienza ed uno dello Zarathustra, da te riportati e che la rendono certamente solida. Non ho mai preso posizione finora soltanto perché ho aspettato che tu la ripetessi varie volte per rendermi conto di quanto tu la possedessi. Volevo sostanzialmente rendermi conto se avesse raggiunto una certa stabilità  o se fosse ancora in evoluzione. Il fatto è che, pur essendo così determinata da ciò che ho appena espletato, non ritengo che sia completa e tra un po' ti chiarirò i miei dubbi.

Invece per quanto riguarda l' escamotage riferentesi all' interpretazione di Severino, a cui tu stesso mi indirizzasti, vorrei soltanto che fosse chiaro che rappresenta per il momento il mio punto fermo, ma come interpretazione minima in rapporto alla conoscenza che ho sull' opera di Nietzsche. Non ritengo cioè che sia indiscutibilmente la definitiva, ma soltanto quella di percorso, tanto che ho anche affermato che evidentemente non ho ancora compreso cosa  l' Eterno ritorno possa rappresentare al di là dello spianare la strada alla volontà di potenza nel determinare sé stessa come padrona del tempo.

A questo punto l' argomento si fa complesso e spero di essere chiaro nel cercare di evidenziare i miei dubbi.
Bene, abbiamo detto che l' uomo mordendo il serpente si libera del suo passato e diviene oltreuomo accettando ciò che lo circonda fino all' abisso che a tuo avviso è di carattere ontologico. Quello che vorrei però mettere in evidenza è che Nietzsche intende il Superuomo o Oltreuomo come il fanciullo che finalmente può creare nuovi valori. Ma se ciò è vero significa anche che deve porsi come colui che riesce a spezzare il ciclo dell' Eterno Ritorno altrimenti si ritroverebbe sempre al cospetto di qualcosa che è già stato. Ma Nietzsche non lo ritiene possibile, identificando nel credere di creare qualcosa di nuovo come il ritorno della vecchia concezione del Dio di cui si ci era finalmente liberati. 

Questo ragionamento cioè crea una contraddizione tra l' Oltreuomo e l' Eterno Ritorno.

Il secondo aspetto è la discrepanza, rilevata anche da Heidegger, che Nietzsche ritrova tra La volontà di potenza come arte e la verità. E la discrepanza è che per quanto l' Oltreuomo pensi di essere nel vero egli è comunque una manifestazione di una volontà che ama la menzogna e che trasfigura il mondo per poterlo renderselo accettabile. Al che l' Eterno Ritorno stesso, che Nietzsche vuole sostituire alla Metafisica e alla Religione, diviene  purtroppo un' ulteriore menzogna a cui l' Oltreuomo invece non dovrebbe soggiacere. Può cioè soggiacerci Nietzsche, che Oltreuomo non è, e questo è il terzo aspetto, ma ciò che poi si determinerà nel pensiero di chi attraversa il ponte chi può saperlo?

Questi i miei dubbi. Se ci fosse qualcosa di non chiaro non hai che da farlo presente perché così addurrò anche i brani che li testimoniano e che mi lasciano appunto perplesso.

Scusate per non aver riportato il continuo dell' aforisma L' Arte Nella Nascita Della Tragedia che riporterò non appena possibile.

Grazie per la cortese attenzione.

Garbino Vento di Tempesta.
#47
Nietzsche: l' uomo e il suo diritto al futuro.

X Maral

Bene riprendiamo il viaggio facendolo precedere da una premessa. Per te il messaggio di Nietzsche si racchiude nel diventare ciò che si è, per me e per Green no. Naturalmente ciascuno ha le sue motivazioni e i suoi ragionamenti ed argomentazioni nonché deduzioni, ma, come giustamente hai affermato in uno dei post precedenti: è giusto così, perché ciascuno ha la tendenza a ritrovare in Nietzsche ciò che gli è più congeniale. Ma ciò non toglie che, a mio avviso, in Nietzsche possa esservi molto di più, pur non disconoscendo l' importanza capitale che ha il diventare ciò che si è.
Sull' eterno ritorno, devo dedurre che non l' ho ancora capito, data l' importanza che Nietzsche gli riserva, e perciò sospendo il giudizio, ritenendolo ancora e tuttora collegato a ciò che afferma Severino, e cioè un escamotage per fornire alla volontà di potenza il controllo sull' eternità nell' attimo stesso in cui si vive.

La lettura della Volontà di potenza, come appare nel capitolo ricostruito da Gast e la sorella, mi fa venire molti dubbi sul ruolo avuto da Heidegger nella vicenda ( intendo il seminario ). Infatti, proprio dal merito delle scelte di Heidegger sugli aforismi da presentare, sembra quasi che le cose fossero più complicate. E cioè che fosse stato proprio il partito a costringerlo a rivalutare il Nietzsche Metafisico e che lui lo abbia fatto ma riferendosi e riportando proprio quegli aforismi che, a mio avviso, affermano l' esatto contrario. Insomma il discorso risulta essere talmente complicato che non ne usciremmo più. Però valeva la pena fornirti questa mia valutazione che conoscendo il clima sociale tedesco del periodo non è da scartare.

Altro dirti non vo', ma riporto integralmente, a mo' di spunto riflessivo, un commento inedito di Nietzsche alla Nascita della Tragedia, che ritengo che sia, e troverai, molto interessante. Anche questa volta senza commentarlo.

Aforisma 853, pag 464 La volontà di potenza  cap: la Volontà di potenza come arte. ( Chiamarlo aforisma è un po' riduttivo, ma non fa niente ).

L' ARTE NELLA " NASCITA DELLA TRAGEDIA ".
1) La concezione del mondo con cui, nel suo proposito più recondito, si scontra questo libro è particolarmente fosca e spiacevole: sembra che fra i tipi di pessimismo finora conosciuti nessuno abbia raggiunto questo grado di malignità. Qui non c' è contrasto tra un mondo vero e apparente: c' è un solo mondo, e questo è falso, crudele, contraddittorio, seduttore, senza senso.... Un mondo siffatto è il mondo vero. Noi abbiamo bisogno di menzogne ( in corsivo ), per riportare la vittoria su questa realtà, su questa " verità ", ossia per vivere.....Il fatto che la menzogna sia necessaria per vivere fa parte di questo carattere terribile ed enigmatico dell' esistenza.....      La metafisica, la morale, la religione, la scienza vengono prese in considerazione in questo libro soltanto come altrettante forme di menzogna: con il loro aiuto si crede ( crede in corsivo ) nella vita. "La vita deve ispirare fiducia": il compito, così posto è enorme. Per assolverlo, l' uomo deve essere bugiardo già per natura, deve essere artista ( artista in corsivo ) prima di ogni altra cosa. Ed egli è ( è in corsivo ) tale: metafisica, morale, religione, scienza sono tutti parti della sua volontà di arte, di menzogna, di fuga dalla "verità", di negazione ( negazione in corsivo ) della " verità". La stessa facoltà grazie a cui fa violenza alla realtà con la menzogna, questa facoltà artistica par excellence dell' uomo, lui l' ha in comune con tutto ciò che è. Egli stesso è un frammento di realtà, di verità, di natura: come potrebbe non essere anche un frammento del genio della menzogna ( genio della menzogna in corsivo )?
Che si misconosca ( misconosca in corsivo ) il carattere dell' esistenza: è questa la più alta e profonda intenzione, il segreto che sta dietro a ogni virtù, scienza, devozione, mestiere d' artista. Molte cose non vederle mai, molte altre vederle falsamente, vederne molte che non sono: quanto è saggio il ritenersi saggi quando invece se ne è lontanissimi! L' amore, l' entusiasmo, "Dio" - tutte finezze dell' estremo autoinganno, seduzioni alla vita, fede nella vita! Nei momenti in cui l' uomo viene ingannato, in cui si inganna da sé, in cui crede nella vita, quale esuberanza per lui! Quale rapimento! Quale sensazione di potenza! L' uomo è tornato di nuovo padrone della "materia" ( materia in corsivo)! Padrone della "verità"!..... E in qualunque momento l' uomo si rallegri, è sempre uguale nella sua gioia: si rallegra di sé come artista - se si gode come potenza, gode la menzogna come la propria potenza.

Per il momento mi fermo qui. Gli altri tre paragrafi ( più corti ) li riporterò nel prossimo post.  Questo comunque è il Nietzsche come da lungo tempo io lo interpreto e che me lo sono ritrovato, neanche a farlo apposta, tutto insieme in un capitolo o aforisma.  

Grazie della cortese attenzione.

Garbino Vento di Tempesta.
#48
Nietzsche: l' uomo e il suo diritto al futuro.

La quiete dopo la tempesta.

Bene, un po' di riflessione era senza dubbio necessaria per riprendere fiato e mitigare i toni. E ringrazio tutti per aver così vivacizzato questa discussione nel modo che sappiamo.

Approfitto di questa pausa per riportare alcune informazioni e allo stesso tempo scusarmi per alcune inesattezze che le riguardano.
La volontà di potenza che sto leggendo consta di 1061 aforismi e non 1965. Millenovecentosessanticinque è il riferimento di Maurizio Ferraris all' ultimo anno sulle interpretazioni di Nietzsche in coda alla sua ricostruzione dell' Archivio Nietzsche e che chiude il libro. Lo so è una svista pazzesca e mi scuso ancora con chi l' abbia presa per vera. La prima edizione italiana della Bompiani risale al 1992 ed è curata proprio da Maurizio Ferraris e Pietro Kubau.

Nella prefazione indicano che tra la versione del 1906 di Gast e la sorella e quella di Otto Weiss del 1911 che comunque rappresenta soltanto una correzione dell' altra, hanno scelto quella del Weiss perché da loro ritenuta migliore. Anche in questo caso mi scuso perché avevo capito inizialmente che si trattasse proprio dell' originale.

Sinceramente anche a me Ferraris non è che sta simpatico, né penso che sia un buon interprete di Nietzsche, ma nella circostanza, e cioè nel parlare dell' Archivio Nietzsche, mi sembra aggiornato e le sue opinioni accettabili.

Ringrazio Maral per il link, e sinceramente, come per Green, il rigetto di quell' argomento, orrore e comicità, mi sembra non solo necessario ma anche opportuno. Quando cioè non si sa cosa dire è meglio tacere ( guarda un po' a caso una frase di Nietzsche ).

E lo ringrazio anche per il tema espresso nell' ultimo post, che sicuramente condivido. Diventare ciò che si è, è senza dubbio il lato ermeneutico più viscerale che Nietzsche affronta. Il suo lanciare sassi o macigni nei nostri stagni culturali o sui nostri pregiudizi rappresenta senz' altro uno dei punti chiave della sua filosofia. Ma se mi chiedo se il messaggio finisce lì, devo purtroppo risponderti che ho molti dubbi. 

Intanto sono arrivato all' aforisma 794, e ho notato che più avanti c' è un capitolo sulla selezione e la disciplina ed un altro sull' eterno ritorno. Mentre quello che mi accingo a leggere è il primo aforisma del capitolo La volontà di potenza come arte e che dovrebbe essere quello a cui si riferisce Heidegger.

So soltanto che volevo dire altre cose, ma , sarà il caldo, adesso mi sfuggono.

Grazie per la cortese attenzione e chiedo ancora scusa per le inesattezze riportate nei post precedenti. Grazie di cuore.

Garbino Vento di Tempesta.
#49
Nietzsche: l' uomo e il suo diritto al futuro.

P.s. Un post scriptum posizionato all' inizio può apparire paradossale, ma ho intravisto il nuovo post di Sariputra e volevo esprimere che sono d' accordo con lui. ( Non so per cosa tu usi l' artrosilene, ma ti posso assicurare che il toradoll in gocce è favoloso per le infiammazioni e stati dolorofici, sperando che tu lo possa prendere. Bastano anche pochissime gocce per avviare la riduzione del dolore e dell' infiammazione e la creazione di un maggior numero di endorfine. E' necessaria la ricetta bianca del medico. )

Volevo sinceramente aspettare ancora un po' a rispondere a Sariputra, ma gli interventi di Green hanno determinato uno spostamento dei post di Sari che purtroppo hanno, naturalmente involontariamente, rimosso il mio intento. E perciò passo a rispondere a Sari per poi passare a Green.

Mio caro Sari, i due interventi da te realizzati su molte frasi e brani di Nietzsche che possono rimanere indigeste si possono tranquillamente ritrovare nelle sue opere senza possibilità di smentita. E non sono i soli. Nietzsche attacca tutto: Socrate, il maligno Socrate, Cristo l' idiota, i semiti, gli antisemiti, il Deuts uber alles, i comunisti, gli anarchici, la donna, l' uomo che ha sbagliato proprio come umanità, i tedeschi da lui definiti porci, il gatto con gli stivali, Biancaneve e Satanasso. E in pratica non ho che elencato la minima parte di ciò che Nietzsche ritiene indegno a livello umano. E ti posso garantire, come ho più volte affermato, che alla prima lettura di Nietzsche, un secolo fa ( sono immortale ), ho avuto ripetutamente lo stimolo a gettare il libro dalla finestra. Ma poi ho deciso di continuare e, in principio l' ho accettato come facente parte della sua filosofia, poi della sua strategia ed infine del suo messaggio.

Non ho molta stima di Levi come non ne ho dell' autore a cui ti riferisci nel secondo post, che del resto non conosco affatto e non mi interessa neanche sapere  chi sia. La sua comunque è la posizione sincera, ma quanto mai moraleggiante nel modo più sconsiderato, di chi ritiene che la vita sia altro. No, che deve essere altro. E perciò la sincerità nasconde soltanto una menzogna di fondo nel voler far apparire tutto ciò che è diverso dal suo modo di pensare come diabolico. Naturalmente ti ringrazio per aver inserito questi due post che mi hanno dato la possibilità di riprendere un discorso che avevamo affrontato nel vecchio sito nell' altra discussione su Nietzsche che avevo preso in mano, sostituendomi all' autore, essendo già avviata. 

Mio caro Sari, Nietzsche è molto più complesso di quel che si pensa e appare. Prendere o lasciare. D' altronde non deve mica piacere per forza. Ma ti ricordo che anche Schopenhauer, uno dei tuoi preferiti mi sembra di ricordare, e l' unico grande a favore della compassione pur non riuscendo a provarla, non è poi così ialino. E' una questione di gusto e la rispetto. Naturalmente, a mio avviso, come afferma giustamente Green, Nietzsche è in quelle frasi come in tutto il resto che ha scritto, e non soltanto in frasi avulse dal cointesto della sua filosofia, strategia e messaggio.

X Green Demetr

Ed adesso passiamo a Green. Mi sono appena connesso a Wiki ed all' Archivio Nietzsche e avrei potuto modificare a mio piacimento il testo. E questo soltanto schiacciando il tasto modifica. A meno che tu non ti riferisca ad un sito diverso, non credo che ciò lo renda un sito affidabile.

Maurizio Ferraris ha scritto La Storia dell' Archivio Nietzsche posizionata alla fine della La Volontà di Potenza curata da Gast e la sorella ed edita per la prima volta nel 1906, e poi stampata in Italia da Bompiani. Questa è la versione che sto leggendo.

Supponente o non supponente è la mia interpretazione e la difendo. Con tanto di a mio avviso quasi ad ogni frase per non cadere nell' errore che sia l' unica o la più vicina al filosofo, per me lo è, ma non posso presentarla come tale.

Non mi interessa quanto tu abbia condiviso o no la tua esperienza, e con chi tu abbia condiviso la tua esperienza, comunque non puoi permetterti di affermare nessun universale senza farlo procedere da questa è la mia opinione, altrimenti mi sembra che la supponenza, di cui tu mi incolpavi, appartenga anche a te.

Sono d' accordo che il darwinismo come il darwinismo sociale sia aberrato da Nietzsche, ma non capisco perché tu per selezione intendi subito il darwinismo sociale e con disciplina il rapporto tra chi comanda e chi ubbidisce. Selezione e disciplina, nel frangente potrebbero avere, e questa è la mia opinione, valenze e significati diversi da quelli che tu esponi.

Umano Troppo Umano, ripeto, è del 1778 ma la Prefazione è del 1886 e non credo che sia stata inserita in edizioni prima della sua crisi definitiva. Perciò Elizabeth avrebbe potuto benissimo correggerla a suo piacimento. Così come tutte le opere edite dopo, come ad esempio Ecce Homo, su cui sicuramente qualcosa ha modificato ma soltanto sottacendo parti che la riguardavano o riducendo l' impatto di altre che comunque nell' opera appaiono. 

Nietzsche afferma più volte che i SuperUomini o OltreUomini che dir si voglia, sono coloro che gettano alle loro spalle il passato dell' uomo e che grazie all' arte insita nella volontà di potenza, una volta liberato il suo fluire, possono passare a creare nuovi valori. 

Io sarò anche paranoico, ma tu ti sei mai chiesto cosa sei? Prima di psicoanalizzare gli altri, vedi se ci riesci con te stesso. Per il resto, se vuoi restarmi amico bene, altrimenti: Che serà serà.

Grazie della cortese attenzione

Garbino Vento di Tempesta.
#50
Perché c' è qualcosa anziché il nulla?

X Angelo Cannata.

In effetti è proprio quello che vado sostenendo da non so quanto tempo. E la mia critica alla logica parte da una conoscenza della matematica non indifferente. Il fatto è che l' uomo, che a te sembra essere uscito sempre dalla gabbia in cui si era imprigionato da Sé, non ha fatto altro che fare ilo contrario. E cioè crescere a livello culturale creando la civiltà, ma senza mai accorgersi della falsità rappresentata di volta in volta dallo schema che aveva trovato. 

X Vito J Ceravolo.

Scusa per il ritardo ma pensavo che il discorso potesse chiudersi dove l' avevamo lasciato. Mentre invece, Angelo Cannata mi ha dato il la per riprenderlo e sostenerlo di nuovo.
Ti ringrazio per la stima accordatami e ci tengo a che tu rifletta attentamente alla frase seguente e che è tratta dal precedente post:
Questa è la matematica ( e la logica di riflesso ). E' lei a costruire la conoscenza e non noi ( l' uomo ) a costruirla grazie ad essa.

Garbino Vento di Tempesta.
#51
Nietzsche: l' uomo e il suo diritto al futuro.

Prima di rispondere a Green, vorrei porre alla vostra attenzione un motto che è apparso in coda ad una disanima dei tempi attuali a cura di un certo Pierpaolo Canero, di cui sinceramente non ho la minima conoscenza. Disanima di un certo spessore e che si conclude con questo motto, anche se non so se sia più valutabile come aforisma e che recita così:
TEMPI AVVERSI CREANO UOMINI FORTI, UOMINI FORTI CREANO TEMPI TRANQUILLI, TEMPI TRANQUILLI CREANO UOMINI DEBOLI, UOMINI DEBOLI CREANO TEMPI AVVERSI. 
E un paio di righe più in basso l' articolo si conclude lapidariamente con la frase: NOI SIAMO UOMINI DEBOLI.
Lo ho riportato e posto alla vostra attenzione perché, a parte un consistente richiamo alla filosofia di Nietzsche, mi sembra illuminante e profondo.

X Green Demetr.

E' inutile illuderci. Dobbiamo prendere atto che su Nietzsche abbiamo opinioni confinanti a livello superficiale, ma di una differenza abissale a piano a piano che approfondiamo qualsiasi argomento. In pratica discordiamo su tutto. Prendiamone atto. Punto.

1) Sono dell' opinione che Wiki sia poco affidabile. Chiunque può inserirsi e variare il contesto a suo piacimento e ciò non garantisce la conoscenza o la oggettività, la credibilità, o l' onestà di chi inserisce il contenuto.

2) Non vedo comunque perché Wiki, in ogni caso, dovrebbe essere più affidabile di Maurizio Ferraris, che comunque si firma.

3) Il testo, a mio avviso, non è falso e per diverse ragioni, e che non esporrò perché ritengo che sia troppo presto esporle. Comunque per quanto riguarda il richiamo al nazismo sono dell' opinione che nel 1906 ogni richiamo al nazismo sia assurdo. E per altro un nazista non avrebbe mai lasciato la parola religione dopo metafisica perché il nazismo aveva un carattere profondamente religioso. Perciò semmai avrebbe lasciato solo la metafisica. Cosa questa che è pur sempre discutibile perché il nazismo era profondamente metafisico. Sulla selezione e sulla disciplina mi riserbo di argomentare, come ho già specificato, quando sarà il momento.

4) Se comunque fosse vera la volontà di determinare uno stravolgimento del contesto del messaggio di Nietzsche, Elizabeth avrebbe anche modificato tutti gli attacchi agli antisemiti ed ai principi e alle ideologie del nazismo, che  nacque ben dopo il 1906, che è la data della prima stesura dell' opera. Attacchi che sono largamente presenti e ripetuti in tutte le opere di Nietzsche

5) Mi hai contestato la parola "brano", ma non vedo perché visto che le tue citazioni sono tratte dalla Prefazione all' opera che è datata 1886, mentre Umano Troppo Umano risale al 1778. Per altro, sarebbe da tenere in scarsa considerazione visto e considerato che la sorella potrebbe averla, come tu sostieni, alterata a suo piacimento.

6) La mia versione della Prefazione prevede (Newton Compton ) 8 ( otto ) paragrafi con una certa organicità che difficilmente possono essere identificati come aforismi. Naturalmente a mio avviso, poi ciascuno può pensarla come vuole. E non credo che la Versione Mondadori possa presentarsi in modo diverso.

7) Sul termine "dottrina" potrei essere anche d' accordo, ma mi riservo di argomentare una eventuale elaborazione del contesto che potrebbe spiegare il motivo per cui Nietzsche usa questo termine.

8  Io affermo che Nietzsche vuole distruggere la Metafisica, ed è costretto a ragionare in termini metafisici e tu affermi che è Metafisico. Amen. Abbiamo opinioni diverse, non certezze. E non puoi affermare che: Nessuno può fare a meno della Metafisica, perché tu conosci soltanto te stesso e non i bisogni degli altri. Punto. Perciò puoi soltanto affermare: IO non posso fare a meno della Metafisica, e non estendere la tua necessità a livello universale.

9) A mio avviso in Nietzsche troviamo un solo aspetto gerarchico e che è rappresentato dalla Volontà di potenza. E mi sembra molto difficile che questo dominio possa essere inteso come non gerarchico. Ma poi ciascuno può pensarla come vuole.

Mi sembra di aver risposto a tutto. Ciascuno è quello che è e può permettersi di avere le proprie opinioni. E di difenderle. Ed ho deciso di difenderle, costi quello che costi. Mio caro Green Demetr, le cose stanno così. D' altronde si può rimanere amici anche pensandola diversamente. Almeno la penso così.

Ringrazio tutti per la cortese attenzione.

Garbino Vento di Tempesta.
#52
Nietzsche: l' uomo e il suo diritto al futuro.

Ieri sera ho divorato la storia dell' archivio Nietzsche curata da Maurizio Ferraris che appare come ultimo capitolo ne La volontà di potenza curata da Gast e dalla sorella. E l' ho divorata perché non solo è molto interessante, ma perché ritenevo giusto farmi un' idea del perché fosse tanto contestata. I motivi sono molti e riflettono il clima che Nietzsche fin dal primo titolo ha sollevato in tutta la cultura, filosofica e non, dell' epoca. Per altro la sua genialità ha impedito un celere propagarsi delle sue idee in quanto fuori del tempo, e cioè completamente innovative e rivoluzionarie.

Sono alquanto d' accordo con l' autore, Ferraris, dopo aver visionato più di un terzo dell' opera, che gli aforismi sono quasi interamente di Nietzsche. Ho qualche dubbio su alcuni, e dovrò rileggerli ma nulla di essenziale, almeno per il momento. D' altronde lo stile Nietzsche è inimitabile, soprattutto per chi come la sorella e Gast, non possono dirsi sufficientemente preparati a modificare un testo di Nietzsche senza scoprirsi.
Al di là del fatto che sicuramente la sorella Elizabeth avrà rimosso particolari brani a lei rivolti, non c' è che da darle atto che il suo interessamento ha salvato gran parte dei suoi scritti inediti che in altre mano avrebbero potuto avere un futuro differente e probabilmente infausto. 

Perciò ritengo che dobbiamo esserle grati per la cura che ne ha avuto, al di là degli eventi storici che si sono succeduti nello svolgimento di questo arduo compito. La canaglia in definitiva ha fatto il possibile per difendere le sorti dei suoi scritti e non possiamo, ripeto, che essergliene grati.

Tra i riferimenti di Ferraris, ci sono quelli su Heidegger e sui primi interpreti del suo pensiero. Per la gran parte concordo con lui, l' unica nota stonata è il riferimento a Vattimo, ma anche per lui come per gli altri, che hanno lottato per appropriarsi dell' archivio e della sua eredità culturale, tutto può essere siglato come al solito con: Umano Troppo Umano.

Grazie della cortese attenzione.

Garbino Vento di Tempesta.
#53
Tematiche Filosofiche / Re:Al di là dell'aldilà
20 Maggio 2017, 09:53:58 AM
Al di là dell' aldilà.

X Jean

Mio caro Jean, se si vuole fare insieme un viaggio è opportuno che si abbiano per lo meno in comune le cose più importanti. Ed è ovvio che se per il credente è l' aldilà e per il non credente l' aldiquà, nulla è possibile. Un accordo, un piano comune non è proprio possibile in presenza di un tale divario. Ed ecco perché io mi riferivo al recupero del messaggio del Cristo sul Paradiso in Terra e che anche per molti credenti è il vero messaggio del Cristo. E' uno spunto, qualcosa su cui discutere, sul resto ci sarà sempre tempo per trovare un accordo.

I miei complimenti per l' ubicazione del profondo, ma ancor di più per l' ilarità che mi hai provocato con il temperino come arma per districarsi in quella giungla che se ne ride del nostro tentativo di conformarla a nostro vantaggio. Sei stato veramente grande. Per altro posso garantirti che non sei lontano da quella che è la mia opinione.

Sempre con stima.

Garbino Vento di Tempesta.
#54
Nietzsche: l' uomo e il suo diritto al futuro

X Maral

Mi sembra di poter condividere largamente su ciò che tu affermi nella prima parte del tuo post. Anzi dirò di più: in Nietzsche, sempre a mio avviso, non si può neppure parlare di periferia perché anche ciò che appare come periferico è sempre un effetto della volontà di potenza. La volontà di potenza cioè occupa tutto lo spazio dell' accadere stabilendo una gerarchia universale. 
Perciò, sempre a mio avviso, parlare di una metafisica senza gerarchie, ammesso e non concesso che sia possibile, pone l' argomento al di fuori della filosofia di Nietzsche.
Sulla seconda parte, visto che non sei proprio esplicito ma molto lasci intendere, non ritengo che sia giusto dare una valutazione.
Il brano riportato comunque per me è lampante e va in una sola direzione, ma ciascuno poi può interpretarlo diversamente.

X Green Demetr.

Non c' è più dubbio, mio caro Green. Ci separa un abisso. Nessuno può fare a meno della metafisica? E da quando in qua un corpo fisico non può fare a meno di una illusione della psiche? Un corpo fisico, che fino a prova contraria è l' uomo, non può fare a meno dei suoi bisogni fisici!!! Questo solo rientra nel campo dell' indispensabilità. Non puoi cioè trasformare ciò che per te è fondamentalmente indispensabile per la tua vita psichica in un bisogno universale assodato, immanente. Ripeto, la dipendenza, perché a me così appare, dalla metafisica è direttamente proporzionale per ciascuno al grado del proprio bisogno metafisico, e che viene trasmesso geneticamente.

Tutti i brani che riporti della prefazione a UMANO TROPPO UMANO rappresentano per me tutt' altro. E cioè la necessità di una fuga determinata dalla pochezza dei suoi contemporanei. Il crearsi cioè di entità, come gli Spiriti Liberi, che gli sono necessari per sopportare il peso di ciò che lui ritiene essere il suo compito. E' lo stesso peso in mezzo a tanta desolazione intellettuale che diviene determinante per il suo stato psichico.

Comunque non credo di poterti convincere e non ci provo nemmeno. Però se non credi a me credi almeno a Nietzsche. 

La Volontà di potenza, aforisma 462 ultimo punto:
Al posto della metafisica e della religione, la dottrina dell' eterno ritorno ( come mezzo di disciplina e di selezione ).

Ringrazio tutti per la cortese attenzione

Garbino Vento di Tempesta
#55
Tematiche Filosofiche / Re:Al di là dell'aldilà
17 Maggio 2017, 09:59:20 AM
Al di là dell' aldilà.

  Dove sei tu anima persa?
  Persa senza di me,
  ed io perso senza di te, 
  dove sono io anima persa?

Mio caro Jean, questi pochi versi  mi sono stati riportati alla memoria dal tuo intervento. Versi di una vita fa, quando ancora brancolavo nel buio nella ricerca della mia anima gemella. L' anima in definitiva può essere ed identificare molte cose, anche gli strati più profondi della psiche, senza che con ciò, anche se cioè non soprannaturale, possa determinarsi una riduzione della sua importanza. L' unica cosa che conta, a mio avviso, sia per chi la consideri soprannaturale o destinata a seguire la psiche nel suo deterioramento e quindi ad affievolirsi sempre di più fino a scomparire con il corpo, è, a mio avviso, la determinazione che non esiste un corpo e un' anima, ma che comunque si fondono in un accadere in cui l' individuo si manifesta in una miriade di sfaccettature che è ciò che rendono poi la vita interessante. Aldilà o non aldilà. Vivere per un mondo altro significa soltanto rovinarsi la vita, declassarla in rapporto a quel che sarà, cosa che poi corrisponde al vero messaggio del Cristo, che parlava di un Regno di Dio, di un Paradiso già qui in Terra. 

Un Paradiso in Terra!!! Questo potrebbe significare ed essere l' unico punto di congiunzione tra chi crede e chi non crede. Poi sulla morale si potrà anche discutere, ma intanto ridiamo valore alla vita, per il resto c' è sempre tempo.
Naturalmente sono dell' opinione che non sia facile, anche perché ha contro tutto ciò che il Cristianesimo è diventato per colpa dell' uomo nel tempo. Che poi questo uomo sia l' uomo di Chiesa o La Chiesa nel suo insieme, o tutta la filosofia teologica da S. Agostino in poi, ha poca importanza. Pessimismo a parte, sull' uomo e su ciò che lo concerne, se si ha veramente l' intento di superare le difficoltà tra chi e chi non crede, con tutti i distinguo che sarebbe troppo lungo argomentare, non c' è che da rivedere proprio la differenza fondamentale tra la vita e l' aldilà.

Per quanto riguarda il fatto che sia stato Socrate a parlare per primo di anima, avrei qualche dubbio. Tutto quello che sappiamo di Socrate lo conosciamo quasi esclusivamente basandoci sui dialoghi di Platone. E Platone non ci dice mai ciò che appartiene a Socrate e ciò che appartiene a lui. E ripeto, nel senso che già l' ho detto altrove, che se Socrate è sicuramente chi ha affermato di non sapere, sarebbe molto strano che poi ponesse qualcosa di non visibile come verità.  Quello che intendo dire è che Socrate potrebbe averla ipotizzata ma non data come verità immanente. Cosa invece che sembra molto più credibile per Platone. Il discorso e l' argomento sono molto difficili e complessi ma spero di essere stato chiaro e di aver dato un' idea della mia opinione sull' argomento.

Mio caro Jean, non ti stupire più di tanto per alcuni comportamenti di cui a te sfugge la logica. Perché spesso non c' è, o è talmente importante da far fare delle scelte a volte discutibili dal punto di vista umano, discutibili per molti ma non in chi le manifesta.

Garbino Vento di Tempesta.
#56
L' uomo e il suo diritto al futuro.

Vi ringrazio per aver accolto la mia richiesta e in questo post riporterò per intero, senza commentare, l' aforisma di ricapitolazione inerente all' essere a al divenire. Riportarlo per intero per dimostrare, per coloro che lo interpretassero come io lo interpreto, che Heidegger riporta soltanto ciò che può essere appunto interpretato in modi diversi come dal dibattito che ne è scaturito. Diviene cioè sempre più evidente che Heidegger non solo è cosciente del messaggio di Nietzsche ma che prende in esame soltanto ciò che gli può servire al raggiungimento del suo intento, che come Maral ha specificato, era quello di sottrarre Nietzsche al nazismo.

Cap. IL MONDO VERO E IL MONDO APPARENTE aforisma n. 617 La Volontà di Potenza ( versione curata da Gast ed Elizabeth Nietzsche ):

Ricapitolazione.
Imprimere al divenire il carattere dell' essere - è questa la suprema volontà di potenza.    Si compie una doppia falsificazione, l' una che parte dai sensi e l' altra dallo spirito, per conservare un mondo dell' essere, della durata, dell' equivalenza ecc.     Che tutto ritorni, è l' estrema approssimazione di un mondo del divenire al mondo dell' essere: è il culmine a cui giunge l' osservazione.     Dai valori che furono attribuiti all' essere derivano la condanna e l' insoddisfazione del divenire: questo, dopo che s' inventò un simile mondo dell' essere.    Le metamorfosi dell' essere ( corpo, Dio, idee, leggi naturali, formule ecc. ).    " L' Essere" come parvenza; rovesciamento dei valori: ciò che conferiva valore era la parvenza.     La conoscenza in sé è impossibile nel divenire: come dunque è possibile la conoscenza? Come errore circa sé stessi,come volontà di potenza, come volontà di illusione.    

Naturalmente per intero intendevo il riferimento all' essere e al divenire. Infatti l' aforisma non si ferma qui ma l' argomento si sposta sulle prospettive possibili. Gli spazi più lunghi identificano un andare a capo e sottolineo che non ho riportato il corsivo dove Nietzsche lo usa soltanto per praticità. 

Ringrazio per la cortese attenzione.

Garbino Vento di Tempesta.
#57
Tematiche Filosofiche / Re:Che è l'uomo?
15 Maggio 2017, 11:47:51 AM
Che è l' uomo?

Per quanto riguarda il rapporto gerarchico nel discorso non posso che essere d' accordo con Maral, che esprime esaurientemente quanto l' argomento necessita. Pensare cioè di stabilire che non debba esserci gerarchia di sorta non solo è già un aspetto gerarchico di porsi, ma crea anche altri notevoli problemi di carattere logico in relazione alla psiche umana e all' evolversi del pensiero.

E' evidente che Green sia per il pensiero opposto, dal momento che, ancorando il tutto alla politica, si presenterebbe, e certe volte mi sorprende per queste sue non dico ingenuità ma quasi, su un piatto d' argento la possibilità stessa della sua utopia. L' unica scelta è proprio quella a cui si riferisce Carrerra, e cioè ad una scelta razionale ma su cui pesano come un macigno le successive critiche di Maral. 

La logica e l' esperienza a me dicono che è il potere politico-economico che di volta in volta si susseguono, se hanno la potenza di farlo, che stabiliscono etiche e morali di riferimento e stabilendo con ciò una gerarchia ben definita di valori che piano piano mutano il linguaggio, e cioè il modo di esprimersi, e creano un fulcro di dominio sia sociale-etico-morale-politico. E ciò avviene sempre nel presente senza soste senza pause se non di carattere di crisi. Uscirne perciò è un vero dilemma, anche perchè la corte dei filistei della cultura fa di tutto per bloccare qualsiasi innovazione appoggiando e appoggiandosi sempre allo status quo.

Garbino Vento di Tempesta.
#58
Nietzsche: l' uomo e il suo diritto al futuro.

Bene, non avendo ricevuto nessuna segnalazione di incomprensione per quanto affermato finora, reputo che la difficoltà ha soltanto evidenziato opinioni diverse e non incomprensibilità, perciò possiamo ripartire da dove eravamo arrivati senza indugio. Ricordo che se qualcuno fosse a conoscenza di  una classificazione temporale per quanto riguarda la Pars Destruens e la Pars Costruens basata sulle opere di Nietzsche, lo invito a farlo presente. C' è tutto il tempo perché non ho intenzione di proseguire nella mia disanima finché non avrò completato la lettura della La Volontà di Potenza. L' unica cosa che volevo comunque anticipare è che non solo la sua lettura mi risulta facile, pur nella complessità di quello che afferma, ma che inoltre continuo a trovare numerose rispondenze sull' opinione che avevo del suo messaggio filosofico. I dubbi vanno sempre più diradandosi e devo segnalare che ho trovato un paio di citazioni di Hume su cui Nietzsche esprime pareri favorevoli.

X Green Demetr.

Anche da parte mia non vi può che essere un elogio per la tua disanima, anche se, mio caro Green, necessariamente devo essere molto critico. Su Heidegger non mi espongo perché non lo conosco a sufficienza per valutare ciò che affermi, ma su Nietzsche ci troviamo, come constato, veramente lontani. Non concordiamo quasi su niente e ciò mi rafforza il sospetto che tu pensavi che avessi opinioni simili alle tue, per Maral non posso parlare, e che te la sei presa sempre di più perché, a mano a mano che approfondivamo, non entravo in argomenti che si avvicinassero alle tue opinioni.

Se proprio devo essere pignolo, non ho capito l' argomento di essere NEL TEMPO su cui puntualizzi l' importanza di inquadrarlo in tale modo. E non lo capisco perché l' essere NEL TEMPO per me è un dato di fatto già a priori, anzi essere nel Presente, QUI E ORA come ho più volte puntualizzato, e che è sicuramente importante, ma in rapporto a che cosa? Se è in rapporto alla realtà, a mio avviso, non ci sono dubbi di sorta, a meno che non ci sia qualche pensatore, che non potrei neanche classificare come tale anche se si trattasse di Platone o di Aristotele, che afferma il contrario e che cioè che sia possibile un essere al di fuori del tempo. E se si trattasse delle idee di Platone mi sembra di averle confutate sufficientemente dal punto di vista logico. Che poi qualcuno ci possa credere lo stesso, a mio avviso, acquisisce una dimensione talmente scarsa nel contesto filosofico che non vale neanche la pena prenderla in considerazione. La sua collocazione diviene Teologica e la scienza di riferimento Teologia.

Ma su Nietzsche proprio non ci siamo.  Un mondo di guerrieri amici pronti a darsi la mano l' un l' altro nell' oceano della vita sia filosofica che storica, perfettamente inseriti in un periodo storico!!! Te lo ripeto: non so dove tu l' abbia preso ma che tu riesca a provarlo attraverso gli aforismi di Umano Troppo Umano mi sembra impossibile. Sarei proprio curioso di conoscere chi ha ipotizzato tale teoria, perché se fosse totalmente tua avrebbe sicuramente più valore. Ma, se realmente fosse di qualcun altro, non si tratterebbe nient' altro che di un nuovo depistamento che ti ha sottratto tempo ed energie preziose. Sul resto preferirò far parlare Nietzsche, ma a tempo dedito.

Ringrazio per la cortese attenzione e vi invito a non inserire post per qualche ora perché vorrei che fosse letto da tutti coloro a cui questa discussione interessa. 

Garbino Vento di Tempesta.
#59
Nietzsche: l' uomo e il suo diritto al futuro.

X Paul11

Mio caro Paul11, scusami ( e valga per tutti coloro a cui questa discussione interessa ) ma a volte dimentico di aver letto in un modo così profondo Nietzsche, che molte particolarità ho la tendenza a darle per scontate, mentre invece non è necessariamente così. Specialmente per chi lo ha letto poco. Perciò ti chiedo, e chiedo a tutti gli altri, di indicarmi, anche via mail, ciò che si ritiene difficile o incomprensibile perché almeno saprei o sapremmo ( rivolto a Green ) come comportarci. Nel senso che potremmo cercare di rendere più chiaro soltanto ciò che lo necessita.

La discussione comunque sta acquistando una certa rilevanza intellettuale perché una delle problematiche più irrisolte è proprio l' aspetto che riguarda la Pars Destruens e la Pars Costruens nella filosofia di Nietzsche. E cioè le opinioni sono molte ed anche molto discordanti, ma non mi risulta, e se c' è e qualcuno ne è informato sarebbe opportuno che la riporti, che vi sia una determinazione della loro configurazione a livello temporale attraverso le sue opere.  Avendo letto poco o niente della letteratura su Nietzsche non posso escludere che le cose potrebbero stare in un modo differente da come mi risulti.

Nel frattempo sto sempre leggendo La volontà di potenza curata da Gast e dalla sorella. Ne ho letto quasi un terzo, e cioè circa 500 ( cinquecento ) aforismi, trovando diversi spunti e conferme sul e nel contesto della mia interpretazione. E come anticipo confermo che vi sono aforismi interessanti e che Heidegger ha completamente trascurato. 

Ringrazio tutti per la cortese attenzione e collaborazione.

Garbino Vento di Tempesta.
#60
Perché c' è qualcosa anziché il nulla?

X Vito J. Ceravolo.

Ti ringrazio per aver considerato le mie critiche dimostrando che sei pronto a dialogare su quanto ho affermato. 

Non c' è dubbio che, per quanto riguarda Galilei, si tratta del processo conoscitivo uniformemente ritenuto valido, ma ciò non toglie che esso si basa sul rendere statico qualcosa che non lo è, come non è reale che tutto scorre da un attimo ad un altro. E' l' uomo che lo interpreta così ed è necessario che lo interpreti così per dar ordine al caos che lo circonda. Ma nella realtà tutto fluisce senza soste.

Kant definisce il tempo e lo spazio come pure intuizioni, invece a mio avviso non sono che pure illusioni. Esiste soltanto il presente. Punto.

E la staticità del metodo conoscitivo basato sulla matematica o sulla logica, che poi sono la stessa cosa, sono erroneamente ritenuti il metodo più valido per conoscere. E' solo il migliore che abbiamo elaborato e quindi a disposizione. Ma affermare che con quel metodo si può arrivare ad una conoscenza della realtà che ci circonda è tutto da dimostrare. Quello che voglio intendere è che spesso viene presentata conoscenza ciò che invece ne è soltanto l' ipotesi.

E la stessa staticità con cui inquadriamo il processo conoscitivo determina che nell' immensamente grande e nell' immensamente piccolo tutto è fermo. Ecco perché come mi è capitato di vedere in un interessante trasmissione televisiva, una gran parte degli scienziati ritengono che il divenire non esiste. Naturalmente c' è anche chi afferma il contrario. 
Il concetto di base è che la matematica all' infinito non ha più un prima e un dopo e perciò finisce per definire tutto statico.

Per altro nella stessa trasmissione hanno documentato la difficoltà di far rientrare i quanta nella teoria della relatività, in quanto proprio per l' assenza di massa non risentirebbero della gravità, ma hanno già pensato ad un' equazione basata su sette variabili per superare il problema. Questa è la matematica. è lei a costruire la conoscenza e non noi che la costruiamo grazie ad essa.

Garbino Vento di Tempesta