Nietzsche: l' uomo e il suo diritto al futuro.
Mi scuso con Green ma ho appena terminato di scrivere questo post e rimando un' eventuale risposta o critica al prossimo.
X Maral.
Non ho dubbi che la tua interpretazione sia consona e corroborata dai due brani, uno della Gaia Scienza ed uno dello Zarathustra, da te riportati e che la rendono certamente solida. Non ho mai preso posizione finora soltanto perché ho aspettato che tu la ripetessi varie volte per rendermi conto di quanto tu la possedessi. Volevo sostanzialmente rendermi conto se avesse raggiunto una certa stabilità o se fosse ancora in evoluzione. Il fatto è che, pur essendo così determinata da ciò che ho appena espletato, non ritengo che sia completa e tra un po' ti chiarirò i miei dubbi.
Invece per quanto riguarda l' escamotage riferentesi all' interpretazione di Severino, a cui tu stesso mi indirizzasti, vorrei soltanto che fosse chiaro che rappresenta per il momento il mio punto fermo, ma come interpretazione minima in rapporto alla conoscenza che ho sull' opera di Nietzsche. Non ritengo cioè che sia indiscutibilmente la definitiva, ma soltanto quella di percorso, tanto che ho anche affermato che evidentemente non ho ancora compreso cosa l' Eterno ritorno possa rappresentare al di là dello spianare la strada alla volontà di potenza nel determinare sé stessa come padrona del tempo.
A questo punto l' argomento si fa complesso e spero di essere chiaro nel cercare di evidenziare i miei dubbi.
Bene, abbiamo detto che l' uomo mordendo il serpente si libera del suo passato e diviene oltreuomo accettando ciò che lo circonda fino all' abisso che a tuo avviso è di carattere ontologico. Quello che vorrei però mettere in evidenza è che Nietzsche intende il Superuomo o Oltreuomo come il fanciullo che finalmente può creare nuovi valori. Ma se ciò è vero significa anche che deve porsi come colui che riesce a spezzare il ciclo dell' Eterno Ritorno altrimenti si ritroverebbe sempre al cospetto di qualcosa che è già stato. Ma Nietzsche non lo ritiene possibile, identificando nel credere di creare qualcosa di nuovo come il ritorno della vecchia concezione del Dio di cui si ci era finalmente liberati.
Questo ragionamento cioè crea una contraddizione tra l' Oltreuomo e l' Eterno Ritorno.
Il secondo aspetto è la discrepanza, rilevata anche da Heidegger, che Nietzsche ritrova tra La volontà di potenza come arte e la verità. E la discrepanza è che per quanto l' Oltreuomo pensi di essere nel vero egli è comunque una manifestazione di una volontà che ama la menzogna e che trasfigura il mondo per poterlo renderselo accettabile. Al che l' Eterno Ritorno stesso, che Nietzsche vuole sostituire alla Metafisica e alla Religione, diviene purtroppo un' ulteriore menzogna a cui l' Oltreuomo invece non dovrebbe soggiacere. Può cioè soggiacerci Nietzsche, che Oltreuomo non è, e questo è il terzo aspetto, ma ciò che poi si determinerà nel pensiero di chi attraversa il ponte chi può saperlo?
Questi i miei dubbi. Se ci fosse qualcosa di non chiaro non hai che da farlo presente perché così addurrò anche i brani che li testimoniano e che mi lasciano appunto perplesso.
Scusate per non aver riportato il continuo dell' aforisma L' Arte Nella Nascita Della Tragedia che riporterò non appena possibile.
Grazie per la cortese attenzione.
Garbino Vento di Tempesta.
Mi scuso con Green ma ho appena terminato di scrivere questo post e rimando un' eventuale risposta o critica al prossimo.
X Maral.
Non ho dubbi che la tua interpretazione sia consona e corroborata dai due brani, uno della Gaia Scienza ed uno dello Zarathustra, da te riportati e che la rendono certamente solida. Non ho mai preso posizione finora soltanto perché ho aspettato che tu la ripetessi varie volte per rendermi conto di quanto tu la possedessi. Volevo sostanzialmente rendermi conto se avesse raggiunto una certa stabilità o se fosse ancora in evoluzione. Il fatto è che, pur essendo così determinata da ciò che ho appena espletato, non ritengo che sia completa e tra un po' ti chiarirò i miei dubbi.
Invece per quanto riguarda l' escamotage riferentesi all' interpretazione di Severino, a cui tu stesso mi indirizzasti, vorrei soltanto che fosse chiaro che rappresenta per il momento il mio punto fermo, ma come interpretazione minima in rapporto alla conoscenza che ho sull' opera di Nietzsche. Non ritengo cioè che sia indiscutibilmente la definitiva, ma soltanto quella di percorso, tanto che ho anche affermato che evidentemente non ho ancora compreso cosa l' Eterno ritorno possa rappresentare al di là dello spianare la strada alla volontà di potenza nel determinare sé stessa come padrona del tempo.
A questo punto l' argomento si fa complesso e spero di essere chiaro nel cercare di evidenziare i miei dubbi.
Bene, abbiamo detto che l' uomo mordendo il serpente si libera del suo passato e diviene oltreuomo accettando ciò che lo circonda fino all' abisso che a tuo avviso è di carattere ontologico. Quello che vorrei però mettere in evidenza è che Nietzsche intende il Superuomo o Oltreuomo come il fanciullo che finalmente può creare nuovi valori. Ma se ciò è vero significa anche che deve porsi come colui che riesce a spezzare il ciclo dell' Eterno Ritorno altrimenti si ritroverebbe sempre al cospetto di qualcosa che è già stato. Ma Nietzsche non lo ritiene possibile, identificando nel credere di creare qualcosa di nuovo come il ritorno della vecchia concezione del Dio di cui si ci era finalmente liberati.
Questo ragionamento cioè crea una contraddizione tra l' Oltreuomo e l' Eterno Ritorno.
Il secondo aspetto è la discrepanza, rilevata anche da Heidegger, che Nietzsche ritrova tra La volontà di potenza come arte e la verità. E la discrepanza è che per quanto l' Oltreuomo pensi di essere nel vero egli è comunque una manifestazione di una volontà che ama la menzogna e che trasfigura il mondo per poterlo renderselo accettabile. Al che l' Eterno Ritorno stesso, che Nietzsche vuole sostituire alla Metafisica e alla Religione, diviene purtroppo un' ulteriore menzogna a cui l' Oltreuomo invece non dovrebbe soggiacere. Può cioè soggiacerci Nietzsche, che Oltreuomo non è, e questo è il terzo aspetto, ma ciò che poi si determinerà nel pensiero di chi attraversa il ponte chi può saperlo?
Questi i miei dubbi. Se ci fosse qualcosa di non chiaro non hai che da farlo presente perché così addurrò anche i brani che li testimoniano e che mi lasciano appunto perplesso.
Scusate per non aver riportato il continuo dell' aforisma L' Arte Nella Nascita Della Tragedia che riporterò non appena possibile.
Grazie per la cortese attenzione.
Garbino Vento di Tempesta.