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Messaggi - Eutidemo

#46
Racconti Inediti / Re: Il timone (miniracconto)
20 Gennaio 2025, 06:16:04 AM
SPIEGAZIONE
Giulio, inesperto di navigazione, abituato a manovrare la "ruota del timone" (che fa svoltare la barca a destra e sinistra così come il volante di un'automobile), non sapeva, che, invece, la "barra del timone" va manovrata al contrario! :'(
La moglie non aveva fatto in tempo a dirglielo!
***

***
#47
Citazione di: iano il 19 Gennaio 2025, 11:50:18 AMHai ragione Eutidemo.
Dire che i pianeti girano attorno al sole deve oggi intendersi come che ... si avrà una descrizione più semplice del moto dei corpi del sistema solare se si fà centro sul sole, e non che questa sia la corretta descrizione.
Più in generale non c'è nell'universo un punto privilegiato di osservazione.
Anche considerando solo una parte dell'universo, ad esempio il sistema solare, non c'è un punto privilegiato di osservazione fuori o dentro di esso, ma solo punti di osservazione convenienti rispetto al contesto di interesse.
Però non è vero che Galilei non tenesse conto del fatto che il moto è relativo.
Anzi la storia della relatività del moto inizia con Galilei.
Anche questo è vero; grazie per la precisazione :)
#48
P.S.
Il ragionamento di cui sopra, ovviamente, vale per qualsiasi punto di osservazione nel cosmo, e non soltanto per la Terra (come credeva Tolomeo).
***
Inoltre, la "relatività del moto", può dar luogo anche ad altri apparenti paradossi.
Ad esempio una "mosca" posata sul finestrino di un treno:
- è "in quiete rispetto al treno";
 - però è "in movimento rispetto alle rotaie".
 ***
#49
Secondo me, Galileo aveva ragione, ma Tolomeo non aveva affatto torto; ed infatti nessuno dei due teneva conto che il "moto è relativo"; per cui, se manca un riferimento esterno ai moti considerati, questi possono considerarsi entrambi validi in via primaria (e viceversa).
***
Ovviamente, alla loro epoca, tali considerazioni non erano possibili, in quanto consideravano l'universo:
- infinito;
. statico;
Ma oggi non è più così.
***
Ed infatti l'universo conosciuto, in continua espnsione, sembra tuttavia avere (almeno al momento attuale)una dimensione ben definIta; e, cioè 4,6508 × 10^10 anni luce.
Ma, oltre il suoi confini, in continua -espansione, che cosa c'é:
il VUOTO?
Il NULLA?
***
Non entro nel merito di tale "disquisizione filosofica", però, in entrambi a casi, almeno se sono  infinite  le entità ( o non entità), fuori dall'universo in espansione (come e lecito supporre), manca un riferimento esterno ai moti planetari e di nebulosa  considerati; per cui questi possono considerarsi entrambi in un senso o nell'altro.
***
Quindi Tolomeo aveva ragione: il suo modello cinematico che descrive la Terra ferma al centro dell'universo con il Sole, i pianeti e le stelle in movimento intorno ad essa è assolutamente corretto (sebbene relativo) e non è assolutamente frutto della sua fantasia 
***
Ed in effetti le osservazioni astronomiche basate sul modello tolemaico sono estremamente precise, capaci per esempio di prevedere con largo anticipo le eclissi e la posizione degli astri; così come si è sempre sistematicamente verificato!
***
Il che, ovviamente, non significa affatto che Galileo avesse torto e Tolomeo ragione; significa soltanto, invece, che entrambi avevano  ragione nell'ambito della prospettiva da ciascuno di essi considerata!
***
Se ti siedi in una giostra al Lunpark, tutto ti rembra ruotare intorno a te; mentre,  invece, sei tu che ruoti! :)
***
#50
Racconti Inediti / Re: L'uomo che viveva in un sogno
18 Gennaio 2025, 06:02:41 AM
Citazione di: Morpheus il 30 Dicembre 2024, 15:48:31 PM
Tanto tempo fa, c'era un uomo che viveva in un sogno...
un sogno dal quale non riusciva a svegliarsi.
Egli ormai aveva perso ogni speranza e
non aveva neanche paura di morire:
voleva solo affondare insieme al mondo intero.
Visse ogni singolo giorno in modo monotono, noioso, con il volto depresso e una mentalità pessimistica.
Un bel giorno, vide una bambina attraversare
la strada trafficata; un camion stava per investirla
quando, d'istinto e senza un perché, si tuffò
per salvarla. La bambina si salvò, lui no
ma capì una cosa importante che lo rese felice:
Non stava sognando, aveva solo paura di aprire gli occhi.

Bellissimo miniracconto, complimenti :)
#51
Racconti Inediti / Il timone (miniracconto)
17 Gennaio 2025, 12:01:05 PM
Lucia Sismondi sedeva su una poltroncina elevata situata nella plancia del piccolo panfilo; aveva un braccio appeso al collo perchè se lo era fratturato manovrando le vele.
Quindi, alla "ruota del timone" c'era il marito Giulio Gualandi; il quale, però, a differenza della moglie, di navigazione non ne capiva assolutamente niente.
***
Per cui la moglie gli stava spiegando l'origine dei termini:
- "tribordo"
- "babordo".
***
La posizione più comoda per manovrare il timone, per una persona che usa la mano destra è sul lato di "dritta" dell'imbarcazione; il quale, quindi, con il tempo, venne associato al "lato dell'organo di governo":
- in inglese "STEER-BOARD" (da cui l'odierno "STARBOARD");
- in spagnolo "ESTRIBOR;
- in francese "TRIBORD"
- in italiano nostro "TRIBORDO".
***
Di conseguenza, con l'organo di governo posto sul lato destro, il timoniere si trovava a dare le spalle al lato sinistro della barca, che diventò quindi il "lato della schiena" da cui presero origine:
- in inglese "BACK-BOARD";
- in spagnolo "BABOR";
- in francese "BÂBORD"
- in italiano il nostro "BABORDO".
***
***
Seccato per la pedantesca lezioncina, Giulio replicò: - A me pare che quello che tu chiami pomposamente "organo di governo della nave", sia pressochè simile all'""organo di governo di una automobile", e cioè ad un semplice "volante"; e, quindi, perchè mai non chiamarlo anch'esso "volante", con il quale si può far svoltare la nave a "DESTRA" ed a "SINISTRA"?
***
- Be', non hai tutti i torti!- rispose la moglie - Ed infatti oggi come oggi si usano i più semplici termini "DRITTA" e "SINISTRA", così come per il volante di una automobile; però quello di una imbarcazione, che stai manovrando ora, si chiama "RUOTA DEL TIMONE".-
Poi si avvide che l'imbarcazione si stava accostando troppo, sulla sinistra, ad una pericolosa scogliera, per cui gridò al marito: - Accosta a dritta, imbecille! Non vedi che la corrente ci sta portando verso gli scogli?-
***
Prontamente il marito girò la "RUOTA DEL TIMONE" verso destra, con entrambe la braccia...ma senza esito!
***
- Maledizione!- imprecò, -Questo stronzo di volante si è bloccato!!!-
- Hai ragione!- convenne la moglie - Vedo la spia rossa che segnala la "RUOTA DEL TIMONE"in avaria!!!
Devi correre subito a poppa e manovrare la direttamente la "BARRA DEL TIMONE"...presto!!!!-
***
Ed infatti la loro barca, in caso di emergenza, aveva come supporto di sicurezza anche la "BARRA DEL TIMONE"; in uso dai tempi di Ulisse e del suo nocchiero Baio.
***
Ma Giulio era appena giunto alla "BARRA DEL TIMONE", e la stava velocemente manovrando, quando l'imbarcazione scartò subitaneamente a sinistra e, fracassanosi sugli scogli, andò rapidamente a fondo, portandosi dietro i due coniugi.
***
Come mai?
***
IL FINALE ALLA PROSSIMA PUNTATA
***
P.S.
La soluzione è molto facile! ;)
***
#52
Varie / Re: Il paradosso del Dr. Tenma
17 Gennaio 2025, 10:18:14 AM
Ciao Morpheus.
Scusami ancora!!! :'(
Per la "prescia" non avevo letto che: "l Dr. Tenma è un neurochirurgo giapponese che lavora nel piccolo e unico ospedale di Heisenberg, un paese abbastanza isolato ma con una popolazione di circa 40000 abitanti.".
Non mi pare che in Italia esista tale paese ::)
***
Un cordiale saluto! :)
***
#53
Varie / Re: Il paradosso del Dr. Tenma
16 Gennaio 2025, 18:08:56 PM
Citazione di: Morpheus il 16 Gennaio 2025, 16:29:42 PMCiao, Eutidemo! Il tuo ragionamento mi piace ed anche i tuoi calcoli solo che (da pignolo e malvagio matematico quale sono) devo farti notare che Heisenberg si trova in Germania, non in Italia!!! Comunque mi è piaciuta molto la tua risposta.
Un cordiale saluto! :)
Grazie ed accetto la critica.

Cordiali saluti! :)

P.S.
Non capisco cosa, però, cosa c'entri  Heisenberg
#54
Varie / Re: Il paradosso del Dr. Tenma
16 Gennaio 2025, 06:24:46 AM
Ciao Morpheus. :)
Se tu, come scrivi, preferisci i "calcoli", allora, per fare la scelta giusta, occorre tenere presente che la durata media della vita, in Italia, è di 84,01 anni (81.90 per gli uomini e 85,97 per le donne).
Pertanto, sotto il profilo statistico (e quindi probabilistico):
- l'uomo di 80 anni ha una aspettativa di vita  di circa 2 anni;
- il bambino, poniamo di 2 anni,  ha invece una aspettativa di vita  di circa 80 anni.
***
E poichè il medico, almeno secondo me, deve salvare la "maggiore quantità di vita possisibile" dei pazienti a lui affidati, ne consegue che, a mio parere,  il Dr. Tenma, "ceteris paribus", dovrebbe salvare il bambino.
***
La circostanza che l'uomo di 80 anni è il sindaco del paese e che la moglie, essendo molto benestante, ha promesso un ingente donazione all'ospedale nel caso il marito fosse stato salvato dalle mani magiche del Dr. Tenma, è una "scelta di carattere economico e politico", che non compete assolutamente ad un medico.
***
Un cordiale saluto! :)
***
#55
Ciao Anthony. :)
Hai perfettamente ragione!
Ed infatti in alcune aree più isolate della Sardegna (come l'Ogliastra), il Dna dei Sardi odierni è estremamente somigliante a quello dei loro antenati;  "E' il primo caso in Europa e nel mondo", dichiara il professor Mario Pirastu.
Il quale spiega: "Grazie alla generosità degli archeologi che ci hanno regalato 106 denti appartenenti a 56 individui vissuti fra l'Età del bronzo e l'Età del ferro (da 3.430 a 2.700 annni fa) abbiamo potuto studiare i campioni appartenenti a 23 individui, gli unici utilizzabili, nel senso che il loro Dna era ricostruibile nelle sue sequenze. Gli altri, troppo danneggiati, sono stati scartati. Abbiamo lavorato su reperti provenienti dalla Tomba dei giganti di Santa Teresa di Gallura e da cinque grotte naturali di Carbonia, Alghero, Carbonia, Fluminimaggiore, Perdasdefogu e Seulo; ed abbiamo scoperto che l'area sarda è l'unica nella quale si ravvisano somiglianze fra antichi e contemporanei.
E' senz'altro una novità assoluta, però andiamoci piano con l'enfasi, perché i nostri sono studi serissimi e approfonditi, ma per dare l'idea va chiarito che abbiamo studiato un solo gene su trentamila, seppure un gene importante; ed infatti abbiamo lavorato sul Dna mitocondriale, quello che si trasmette di generazione in generazione solo per via materna.".
Ha poi spiegato spiegato la diversità fra ogliastrini e galluresi, dicendo che: "L'Ogliastra è più isolata, mentre nelle aree costiere si è maggiormente sviluppato il meticciato; e dunque galluresi di oggi assomigliano nel Dna agli altri Europei (a differenza degli ogliastrini che mantengono una spiccata diversità, e somiglianza con i loro  antenati)."
***
Un cordiale saluto! :)
***
#56
Varie / Re: Il paradosso del Dr. Tenma
14 Gennaio 2025, 06:39:18 AM
Citazione di: Morpheus il 30 Dicembre 2024, 18:16:52 PM
Il Dr. Tenma è un neurochirurgo giapponese che lavora nel piccolo e unico ospedale di Heisenberg, un paese abbastanza isolato ma con una popolazione di circa 40000 abitanti. Un giorno, durante una sparatoria, vengono colpiti alla testa un bambino e un uomo di 80 anni. Entrambi vengono subito portati all'ospedale dove solo Tenma, con un'operazione lunga e complessa, potrà salvarli; c'è però un problema, il tempo necessario per operare uno dei due è troppo lungo perché anche l'altro si salvi e quindi il dottore non riuscirà a salvare entrambi i pazienti proprio a causa del grave stato in cui si trovano.
Il Dr. Tenma si trova di fronte a una scelta: l'uomo o il bambino? A questo enigma si aggiunge un'altra difficoltà: l'ospedale è pieno di debiti e quindi sull'orlo della chiusura, l'uomo di 80 anni è il sindaco del paese e la moglie, essendo molto benestante, ha promesso un ingente donazione all'ospedale nel caso il marito fosse stato salvato dalle mani magiche del Dr. Tenma. Se l'ospedale chiudesse, 40000 persone perderebbero l'accesso veloce a una struttura ospedaliera e visto che nel paese ogni settimana 2 persone su 40000 hanno bisogno di un urgente intervento medico se gli si vuole salvare la vita, 2 persone a settimana morirebbero a causa dell'enorme distanza dalla struttura medica più vicina. Ma non finisce qui, poiché se decidessimo di salvare il sindaco e non il bambino, l'ospedale verrebbe sicuramente accusato di negligenza medica e sarebbe oggetto di numerose proteste poiché hanno scelto i "soldi" alla vita di un bambino. L'ospedale verrebbe chiuso nel giro di poco tempo e ogni settimana 2 persone perderebbero la vita. Cosa dovrebbe fare il Dr. Tenma?

Almeno a mio parere,  il Dr. Tenma dovrebbe salvare il bambino.
Ed infatti il vecchio, se non operato, perderebbe solo una frazione minima della vita che gli rimane da vivere, mentre il bambino,  se non operato, perderebbe (probabilisticamente) una frazione molto più elevata della vita che gli rimane da vivere!

#57
Citazione di: Jacopus il 10 Gennaio 2025, 13:08:42 PMCome hai ben scritto, bisogna intendersi sul concetto di "etnico" che può avere un significato solo culturale, visto che la estrema mobilità di homo sapiens, negli ultimi 10.000 anni, non ha reso possibile la creazione di sottospecie (o razze distinte) a livello genetico. Hanno fatto anche degli studi in proposito (cfr Barbuiani e Cavalli Sforza) dai quali discendeva che vi erano spesso più differenze genetiche tra due vicini di casa di Bologna che fra un abitante di Sydney ed uno di Beirut. Le uniche differenze geniche di un certo livello riguardano le popolazioni bianche che hanno un residuo di Neanderthal e alcune popolazioni asiatiche che hanno un residuo di Denisova, che le rendono più in grado di vivere in ambienti di alta montagna (con poco ossigeno).
A livello di culture, invece l'Italia è geograficamente un ponte fra nord e sud e fra est ed ovest. Ha una invidiabile posizione strategica ma proprio per questo le culture che l'hanno vissuta sono tantissime dalla fine dell'impero romano d'Occidente e questo ci dà tante fisionomie completamente diverse e sorprendenti come i biondi e alti discendenti dei normanni siciliani.
Ciao Jacopus. :)
Condivido parola per parola tutto quello che hai scritto.
Farei solo una ulteriore precisazione.
.
1)
Tra le varie popolazioni esistono lievi differenze geniche di livello assolutamente irrilevante.
Ad esempio:
- le popolazioni germaniche, almeno in origine, erano prevalentemente di pelle ed occhi chiari, capelli biondi, e di notevole altezza (vedi Tacito);
- le popolazioni latine, invece, almeno in origine, erano prevalentemente di pelle ed occhi più scuri, capelli neri, e di altezza limitata.
Differenze che, anche se ereditarie, sono dovute alla differente acclimatazione geografica; ma che, comunque, sono di livello assolutamente irrilevante, e, comunque, non omogenee.
.
2)
Ciò premesso, come giustamente scrivi tu, "le uniche differenze geniche di un certo livello riguardano le popolazioni bianche che hanno un residuo di Neanderthal e alcune popolazioni asiatiche che hanno un residuo di Denisova" (e "Florensis"); le popolazioni africane, invece, non essendo mai emigrate dall'Africa in epoca preistorica, non si sono "ibridate" con altre specie umane più primitive (e successivamente estinte), e, quindi, non presentano alcuna traccia del DNA Neanderthal  o Denisova.
Per cui, in un certo senso, si potrebbe dire che le popolazioni africane siano la manifestazione più "pura" della specie "homo sapiens", mentre tutte le altre si sono ibridate con specie umane più arcaiche; fermo restando, però, che siamo tutti membri della stessa specie "homo sapiens".
***
Ed infatti sembra che discendiamo tutti dalla stessa "Eva mitocondriale".
***
Un cordiale saluto! :)
***
#58
Citazione di: anthonyi il 10 Gennaio 2025, 13:28:19 PMCiao Eutidemo, la storia genetica d'Italia é complessa, tu hai centrato sul periodo imperiale romano, ma le migrazioni in Italia sono lontane nel tempo, e ce ne sono state anche dopo l'impero. C'é però una cosa che dici che non mi torna, gli etruschi non sono un popolo immigrato in Italia, bensì la risultante, per quanto se ne sa, di una miscela di differenti popolazioni immigrate, tra cui anche greci, con le popolazioni autoctone.
Ciao Anthony. :)
A me risulta che, almeno secondo la maggioranza degli studiosi gli Etruschi non fossero di ceppo prevalentemente indoeuropeo; ma la questione è molto controversa!
Ed infatti, secondo altri studiosi, gli Etruschi erano l'evoluzione della preistorica "cultura villanoviana", secondo altri provenivano dall'Anatolia, ed altro ancora.
Recentemente, infine, un recente studio internazionale sul Dna antico, dimostrerebbe che gli Etruschi condividevano in parte il profilo genetico dei Latini della vicina Roma;  ma anche che gran parte del loro genoma derivava da antenati provenienti dalla steppa Eurasiatica.
***
In realtà, invero, ritengo che non esistano nè siano mai esistite popolazioni con un genoma assolutamente "omogeneo"!
***
Un cordiale saluto! :)
***
#59
Quando ed in che misura si verificò la "principale" "mutazione etnica" della popolazione italica, costituisce una questione controversa tra gli storici.
Ed infatti, semplificando, essa fu principalmente dovuta a due eventi storici, uno più lungo ed uno più breve (ma ci fu anche prima, e proseguì anche dopo):
.
1)
Il periodo più lungo, di circa tre/quattro secoli, riguarda l'epoca della tarda repubblica e del primo e medio impero, quando l'Italia fu letteralmente sommersa dagli "schiavi" provenienti dall'Europa occidentale, dai Balcani, dall'Asia Minore e dall'Africa; cioè da un territorio esteso per circa 5.000.000 km2 (meno i circa 300.000 Km2 dell'Italia).
***
Ovviamente, il flusso di schiavi fu "variabile":
- a seconda delle varie circostanze storiche;
- a seconda delle diverse opinioni degli storici.
Ed infatti:
a)
Walter Scheidel ritiene che la percentuale degli schiavi andasse dal 7% al 13% della intera popolazione imperiale; ma che fosse del doppio, cioè dal 15% al 25%, della popolazione italica.
b)
Altri storici ritengono che circa il 30% della popolazione dell'Impero nel primo secolo sia stata costituita da schiavi.
***
Non sono però riuscito a trovare nessuno storico che abbia (presuntivamente) calcolato:
- la percentuale dei "liberti" (cioè degli schiavi liberati), che era sicuramente elevatissima;
- la percentuale dei "peregrini" (cioè degli individui immigrati liberamente in Italia), che era anch'essa sicuramente molto elevata.
- la percentuale degli  "italici provinciali" (cioè degli individui espatriati dall'Italia nelle varie province dell'Impero), che era anch'essa sicuramente molto elevata.
***
Ciò premesso, reputo non lontano dal vero che, all'inizio delle invasioni barbariche, la popolazione italica fosse ormai "ibridata" (se mi consentite l'orribile termine)  al 60%/70% (se non di più) con etnie di origini straniere più o meno remote .
.
2)
Il periodo più breve, di circa uno/due secoli, riguarda l'epoca del tardo Impero, quando l'Italia fu invasa dai barbari di origine germanica (soprattutto Ostrogoti, e Longobardi); ma tutti gli storici convengono che, il loro numero fosse di gran lunga inferiore rispetto a quanto un tempo si pensava.
***
Per cui l'"ibridazione etnica" complessiva delle popolazioni Italiche, dal II secolo A.C, fino al VI secolo D.C., probabilmente, non superò l'70%/80%; e poi continuò in modo molto più lento, per una serie di fattori che non è qui il caso di elencare.
***
Prima di concludere, devo però fare due precisazioni:
a)
Prima del II secolo A.C., e sin dalla preistoria, l'Italia subì l'immigrazione di diverse e svariatissime popolazioni, alcune "indoeuropee" ed altre addirittura no (come gli Etruschi); per cui parlare di "popolazione italica", come ho fatto io, è solo una semplificazione ed una astrazione alquanto arbitraria.
b)
Non ho affrontato il tema del rapporto tra "cultura" e "genetica" (che sarebbe stato troppo complicato), in quanto:
- una popolazione può avere una derivazione genetica comune, ma poi distinguersi nel tempo in diverse culture (come Celti, Germani, Latini ecc.);
- una popolazione può avere diverse derivazioni genetiche, ma poi fondersi in un'unica cultura (Romani ed Etruschi).
c)
Quanto alle "percentuali di ibridazione" (termine di per sè molto discutibile) nei vari secoli, è anche essa una semplificazione alquanto arbitraria; per giunta basata più su mere congetture che su prove storiche inequivocabili.
***
E potrei farmi anche altre critiche ma lascio a voi il compito; augurandomi che siate "clementi"!
Grazie!  :)
#60
L'ESAME DEL DNA
La Corte di Cassazione penale, con Sentenza 48349/04, ha stabilito che, a partire dal 2004, "Gli esiti dell'indagine genetica condotta sul DNA, atteso l'elevatissimo numero delle ricorrenze statistiche confermative in tutto il mondo, tale da rendere infinitesimale la possibilità di un errore, presentano natura di "prova", e non di semplice "elemento indiziario" ai sensi dell'art. 192 c.p.p., comma secondo".
***
Come anche stabilito in tale sentenza, pur dovendosi considerare il test del DNA giuridicamente e scientificamente  "certo", tuttavia non si può escludere che il risultato del test possa risultare umanamente inficiato:
- dall'assoluta incompetenza professionale da parte di chi lo ha eseguito (ad esempio, un infermiere);
- dal DOLO da parte di chi lo ha eseguito
***
Nel caso di specie, almeno secondo me, deve ritenersi esclusa la prima ipotesi, in quanto il  test è stato eseguito da un "team" composto dai migliori genetisti del RIS ed anche da professori universitari); tanto è vero che i periti della difesa non hanno mai contestato la comparazione tra il DNA trovato sulle mutandine di Yara, e il DNA prelevato da Bossetti,  (a parte alcune condivisibili contestazioni circa la "catena di custodia", ma nessuna che potesse comportare l'invalidità del test in se stesso), avendo potuto verificarne sia la procedura sia le risultanze.
***
Tuttavia, almeno a mio parere, non si può invece del tutto escludere la  seconda ipotesi; la quale, infatti, si è verificata anche in altri casi, quando la polizia e/o la magistratura, messe sotto pressione dall'opinione pubblica ed avendo già numerosi "indizi" a carico dell'imputato, "per ulteriore sicurezza", hanno però voluto suffragarli con una "prova" del DNA taroccata.
Il che, tecnicamente, sarebbe stato molto semplice: ed infatti bastava trasferire parte del DNA prelevato a Bossetti sugli slip di Yara, e poi fare una comparazione fasulla!
***
Tuttavia, nel caso di specie,ritengo la cosa altamente improbabile per due motivi:
.
1)
Quando ci sono di mezzo molti esperti ad eseguire insieme il test, compresi anche dei professori universitari (come Emiliano Giardina, associato di Genetica all'Università di Roma Tor Vergata), è molto arduo supporre che si siano messi tutti d'accordo per effettuare una falsificazione materiale come quella sopra descritta.
2)
In ogni caso, se gli esaminatori avessero voluto effettuare il trucco in questione, sulle mutandine di Yara avrebbero messo sia il DNA "mitocondriale" sia il DNA "nucleare" prelevato da Bossetti; mentre invece sulle mutandine di Yara  il DNA "mitocondriale" era assente.
***
Al riguardo, l'esperto americano consultato nella docuserie di NETFLIX, ha detto una cosa "parzialmente vera", ma "fraudolentemente incompleta", tale da indurre in errore gli spettatori; e, cioè, che, in genere, i "mitocondri" sono più "resilienti" del "nucleo" della cellula.
Il che è vero, però non ha precisato:
- che in determinati casi, può benissimo residuare soltanto il secondo, anche se meno "resiliente";
- che alcune cellule, sin dalla "nascita", sono dotate solo di "nucleo", ma sono prive "mitocondri" (piccoli organelli, che possono essere presenti nella cellula in quantità variabile, da ZERO a decine per ogni cellula);
- che per identificare un individuo, basta ed avanza anche il solo DNA nucleare.
***
Quanto ai "kit scaduti", è evidente che in laboratorio sarebbe più corretto usare kit non scaduti.
***
Però nella docuserie non si dice che:
a)
In tutte le analisi di laboratorio il Protocollo prevede che tutti i kit, prima di essere usati, che siano scaduti o meno, devono passare il "controllo di validità e di efficacia"; e, così come risulta dai verbali, i kit usati nel caso di Yara hanno superato brillantemente tale test.
b)
In ogni caso, anche se un kit fosse scaduto (o persino difettoso), non ne potrebbe comunque, per questo, scaturire il preciso profilo genetico di uno specifico individuo; sarebbe come se i genetisti, lanciando  in aria i "tasselli" dello SCARABEO, questi, ricadendo, avessero composto, per puro caso, proprio il nome e il cognome dell'imputato!
***
Come, appunto, è accaduto!
***