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Messaggi - and1972rea

#46
Citazione di: sgiombo il 11 Dicembre 2018, 21:39:36 PM
Citazione di: and1972rea il 11 Dicembre 2018, 21:06:19 PM
Quindi, affermare che fino ad oggi 1+1 abbia fatto sempre due , non vuol dire che lo farà anche in futuro, sempre e comunque, indipendentemente da qualsiasi riferimento a singoli fatti determinati, quali che siano gli assetti sociali e la quantità e qualità dell'impiego di questo operatore logico...; mah..., io , invece, sono dell'avviso che fra evidenze ed inferenze si debba leggere una qualche distinzione. L' evidenza constatata è che l'interazione fra umanità e motore a combustione produce inquinamento letale per la vita sopra il pianeta terra , quindi, non potendo esistere il motore a combustione senza la presenza dell'Uomo, questo significa che questo dispositivo contiene in sè stesso quella letale relazione con gli uomini e che esso risulta quindi bastevole a sè stesso nell'essere per noi intrinsecamente nocivo. Un esempio di inferenza vera , invece, potrebbe essere l'affermazione che il sistema termodinamico terrestre sia un sistema aperto la cui entropia sia suscettibile di poter diminuire più di quanto il sistema Uomo-motore termico possano farla aumentare, perchè non vi è alcuna evidenza che  constati questa possibilità.


Non devi confondere induzioni con deduzioni, giudizi sintetici a posteriori con giudizi analitici a priori, verità logico-matematiche (di concetti e relazioni fra concetti) con conoscenze fisiche (di fatti reali e relazioni fra fatti reali).

L' induzione riguarda (si applica a-) i giudizi sintetici a posteriori, i quali predicano circa la realtà empiricamente rilevabile, e non le verità matematiche, che invece sono giudizi analitici a priori, e come tali sono certi logicamente (indipendentemente dall' empiria), ma non dicono nulla (di per sé, se non applicati a conoscenze empiriche derivanti da giudizi sintetici a posteriori) su come é o non é la realtà (ma solo su come devono essere correttamente pensate le relazioni fra concetti arbitrariamente definiti, indipendentemente dal fatto che abbiano o meno una denotazione o estensione reale).

L' evidenza empirica constata che i motori termici sono stati usati in diversi modi, con diversi rapporti costi/benefici nei vari casi.
Ma anche ammesso e  non concesso che finora siano sempre, puntualmente stati più dannosi che utili, il ricavarne la conclusione che sempre e comunque sono più dannosi che utili é un' induzione (come quella dei tacchini di Bertrand Russell).

Che in un sistema termidinamico aperto (qualsiasi; compresa la terra), almeno in teoria, l' entropia complessiva possa diminuire é una verità scientifica che presuppone comunque -se ne sia consapevoli o meno- il divenire naturale secondo modalità generali astratte universali e costanti (affermazione indimostrabile; ed é proprio per la sua indimostrabilità che qualsiasi induzione é in linea teorica insuperabilmente dubbia; e nel caso fosse vera, allora le induzioni potrebbero anche essere certamente vere).
Diverso (non essendo un' induzione né implicando necessariamente la verità di alcun altra induzione) é affermare la singola, particolare verità empirica constatabile a posteriori che la comparsa ed evoluzione della vita sulla terra  nè ha ridotto l' entropia, cosa possibile per l' apertura termodinamica del nostro pianeta stesso.


Be', a mio parere , invece, un certo grado di compenetrazione fra le due dovrebbe sussistere. Infatti,riguardo all' antica distinzione aristotelica e kantiana fra deduzione analitica e sintesi induttiva, personalmente , nutro parecchie perplessità ; allo stesso modo nei riguardi della certezza logica e dell'attributo di verità conferito ai giudizi analitici e alla loro evidenza( e un certo Godel argomentò efficacemente a riguardo...) vi sarebbe da sindacare in altre discussioni più a tema; lasciando , quindi, da parte le ormai superate convinzioni di Kant ed Aristotele, noi, oggi,possiamo trovare un riscontro reale della sussistenza logica delle obiezioni scettiche di Hume rispetto alla immaginazione umana dei rapporti di causa ed effetto. L'uomo inventa relazioni che la realtà confuta di continuo , poichè esse interessano solo una piccolissima e circoscritta porzione del reale, astratta , sradicata cioè dal contesto infinitamente complesso dell'universo in tutta la sua totalità. Ecco che , quindi,  quando in un certo intorno del reale pensiamo di aver trasformato una congettura in una relazione essenziale ed assoluta, noi troviamo invece un poco più in là nel tempo e nello spazio ineluttabilmente la conseguente confutazione. Interessante è notare con Hegel come le nostre congetture in ordine al reale possano descrivere "veramente" la realtà soltanto in quanto razionali, e il fatto che la natura delle nostre inferenze sia tutt'altro che corrispondente alla realtà della natura ci fa hegelianamente concludere che le nostre inferenze non sono  affatto razionali, che i rapporti di causa effetto sono , cioè, pradossalmente ,un prodotto irrazionale del nostro intelletto.
#47
Quindi, affermare che fino ad oggi 1+1 abbia fatto sempre due , non vuol dire che lo farà anche in futuro, sempre e comunque, indipendentemente da qualsiasi riferimento a singoli fatti determinati, quali che siano gli assetti sociali e la quantità e qualità dell'impiego di questo operatore logico...; mah..., io , invece, sono dell'avviso che fra evidenze ed inferenze si debba leggere una qualche distinzione. L' evidenza constatata è che l'interazione fra umanità e motore a combustione produce inquinamento letale per la vita sopra il pianeta terra , quindi, non potendo esistere il motore a combustione senza la presenza dell'Uomo, questo significa che questo dispositivo contiene in sè stesso quella letale relazione con gli uomini e che esso risulta quindi bastevole a sè stesso nell'essere per noi intrinsecamente nocivo. Un esempio di inferenza vera , invece, potrebbe essere l'affermazione che il sistema termodinamico terrestre sia un sistema aperto la cui entropia sia suscettibile di poter diminuire più di quanto il sistema Uomo-motore termico possano farla aumentare, perchè non vi è alcuna evidenza che  constati questa possibilità.
#48
Rammento sommessamente, solo per fare un poco di chiarezza, che il motore a scoppio è solo una delle tipologie di motori a combustione, fra questi il motore a combustione esterna è il più antico; le centrali termoelettriche in particolare, che sono le più diffuse al mondo, contengono al loro interno delle macchine rotanti mosse dall'energia prodotta dalla combustione di petrolio, carbone ed altre tipologie di combustibile di origine fossile; ecco, quindi , quando mi riferisco al motore a combustione non penso solamente a quello endotermico, ma a tutto ciò che trasforma l'energia solare accumulata dagli organismi viventi in centinaia di milioni di anni in energia meccanica convertibile in cinetica od elettrica al bisogno. Il fatto che questo tipo di meccanismo risulti per l'uomo più nocivo che utile non è ovviamente una inferenza , ma una semplice evidenza, una constatazione di un dato di fatto già posto,già rilevato, nonostante qualche amico di Hume insista ancora a non vedere una correlazione fra attività umane e cambiamenti climatici...🤔😆
#49
Lo sviluppo del motore a combustione , per esempio, è un prodotto della logica induttivista, ed il suo utilizzo apparentemente vantaggioso produsse per secoli ciò che solo ora , nel momento in cui il danno è giunto, abbiamo compreso essere più nocivo che utile; allo stesso modo il tacchino panciuto ha proseguito nelle sue stolte inferenze sino all'evidenza della mannaia,ma in tutto questo la conoscenza scientifica e la verità dell'induzione non hanno potuto prevedere nulla che non si fosse già abbattuto sui poveri colli degli sprovveduti animali...
L' impotenza della logica induttivista rispetto alla propria incapacità di prevedere il reale, quindi, è palese.
#50
Citazione di: sgiombo il 09 Dicembre 2018, 19:40:29 PM
Citazione di: Ipazia il 09 Dicembre 2018, 19:06:38 PM
Ma neppure per sogno. I più impuniti, riusciti e prolungati genocidi contro l'umanità si sono commessi with God on their side ben prima del XX secolo.
Citazione
Questo lo ritengo per lo meno discutibile (per lo meno in rapporto a tempo che hanno avuto a disposizione i genocidi di turno): in quattro anni la seconda guerra mondiale ha fatto fra i 65 e i 70 milioni di vittime. E in due giorni le bombe atomiche amerikane 60 000 in due soli giorni (48 ore; senza contare le ulteriori decine di migliaia dei decenni successivi); peraltro anche l' imperialismo amerikano, come del resto quello nazista, pretende di avere Dio al suo fianco.
Se  -ammesso e non concesso, per assurdo- "le cose potessero continuare così" indefinitamente, sospetto che tutti peggiori "rekord di barbarie" del mondo pre-moderno sarebbero inesorabilmente superati.
"Grazie" alla maggiore potenza dei mezzi a disposizione, ovviamente.


Ma tutto questo che c'entra con Hume ?
Citazione
Beh, siamo andati alquanto fuori tema.
Non siamo fuori tema; perchè il destino nefasto che attende l'umanità è generato dallo stesso ordine di certezze che possedeva il panciuto tacchino di Russell. La dinamica con cui la nostra fantasia produce le relazioni di causa-effetto è la stessa che ci sta conducendo verso l'autodistruzione nella fuorviante convinzione di progredire all'infinito.
Dovremmo, a mio avviso, far tesoro della lineare logica di Hume; grazie ad un poco più di umile intelligenza il famoso tacchino si sarebbe inorgoglito un poco di meno delle premure a lui riservate dal padrone , e magari si sarebbe  argutamente guardato dal seguire pedissequamente, giorno dopo giorno, i vantaggi indicati dalle proprie fallaci inferenze.
#51
Citazione di: Ipazia il 09 Dicembre 2018, 12:47:57 PM
Citazione di: and1972rea il 09 Dicembre 2018, 12:32:28 PM

...ma siamo davvero certi che i bimbi schiavi che stanno morendo nelle miniere di coltan appartengano alla barbarie di un passato pre-scientifico, e che oggi il mondo così ben spiegato alle nostre lucide menti sia più giusto ed evoluto  di quello in cui il grande libro della natura fatto di simboli e riferimenti sacri seminava pericolosa superstizione nelle ingenue fantasie di poveri ignoranti?...

Direi proprio di sì visto che nel grande libro della natura uno può continuare a vederci simboli e riferimenti sacri, ma altri ci trovano anche i rimedi alla salute di coloro che ci vedono solo simboli e riferimenti sacri, con grande giovamento per tutti. La barbarie c'è anche col progresso della conoscenza, ma senza quel progresso c'è solo barbarie.
Il ventesimo secolo, il secolo del progresso della conoscenza, ha prodotto più barbarie di tutti i precedenti messi insieme, portando l'inciviltà e la disumanità ai livelli più elevati della storia. I dati di oggettivi, quindi, sembrano affermare una sola scientifica considerazione: la civiltà ed il progresso della conoscenza procede di pari passo con l'involuzione dei costumi e con la disennata propensione umana all'autodistruzione.È quindi evidente che le due tendenze non sono distinte ,il progresso ha portato alla barbarie,ed il resto delle considerazioni rimangono fuffa e alibi per poter proseguire egoisticamente a massacrare il nostro mondo e la nostra umanità.
#52
Citazione di: sgiombo il 09 Dicembre 2018, 11:58:16 AM
Citazione di: and1972rea il 08 Dicembre 2018, 22:44:15 PM
Citazione di: Ipazia il 08 Dicembre 2018, 18:35:00 PM
Ci fossimo fermati all'inconoscibilità del Vero e alla speranza in "Qualcuno" che vegli su di noi saremmo ancora fermi ai sacrifici umani e alle processioni di fronte a qualsiasi avversità naturale.
...ora, fortunatamente, siamo progrediti a tal punto e sul punto di poter distruggere finalmente noi stessi insieme all'intero pianeta  in modo scientifico e del tutto civilmente... 😉👍

Ma anche al punto di poter lottare per impedirlo e consentire un ulteriore sviluppo delle civiltà umana.

E comunque il fatto che l' esito della lotta potrà essere (anche) l' autoestinzione dell' umanità non giustifica in alcun modo la barbarie e l' inciviltà del passato pre-scientifico.

...ma siamo davvero certi che i bimbi schiavi che stanno morendo nelle miniere di coltan appartengano alla barbarie di un passato pre-scientifico, e che oggi il mondo così ben spiegato alle nostre lucide menti sia più giusto ed evoluto  di quello in cui il grande libro della natura fatto di simboli e riferimenti sacri seminava pericolosa superstizione nelle ingenue fantasie di poveri ignoranti?...
#53
Citazione di: viator il 08 Dicembre 2018, 23:06:17 PM
Salve and1972rea. Beh, hai forse ragione.

Secondo me però è meglio morire da consapevoli che sopravvivere da superstiziosi per morire poi comunque senza saperne il perché. Saluti.
Quindi, chi pone consapevolmente fine alla propria vita e a quella degli altri dovrebbe essere posto sul piano più elevato della conoscenza e dell'amore per il sapere, ...già👍🤔
#54
Se dovessimo valutare in termini prettamente deterministici l'esistenza del libero arbitrio sulla base dell'antico principio di relazione causale, dovremmo logicamente dedurre che la catena che lega una mia scelta presente è iniziata al principio con una causa mai causata , mai stata effetto di alcuna altra causa,un immobile inizio del Tutto; in definitiva , secondo questa visione aristotelica della libertà ,il mio arbitrio verrebbe legato ad una catena appesa al nulla ,svincolata da tutto e quindi essenzialmente libera nel suo principio. Anche se questa catena origina fuori di me, essa termina dentro di me, e nulla mi obbliga a pensarla come una restrizione, così come una cane legato ad una catena sciolta non dovrebbe sentirsi trattenuto da alcunchè( anche se così non è, perchè continuerebbe a sentirsi legato per il solo fatto di avere una catena al collo)
Se dovessimo, invece, valutare in termini modernamente deterministici l'esistenza del libero arbitrio sulla base del più evoluto concetto di relazione sincronica, dovremmo allora logicamente dedurre che ogni scelta è un evento apparentemente circoscritto nel tempo e nello spazio , ma realmente relazionato ad ogni parte del Tutto sia nel tempo che nello spazio, e quindi , noi dovremmo concludere che la nostra libertà è totale , poichè in ogni nostra singola decisione si esprime l'intero universo in tutta la sua assolutezza.
Conclusione personale: siamo nati liberi 😄!
#55
Citazione di: Ipazia il 08 Dicembre 2018, 18:35:00 PM
Ci fossimo fermati all'inconoscibilità del Vero e alla speranza in "Qualcuno" che vegli su di noi saremmo ancora fermi ai sacrifici umani e alle processioni di fronte a qualsiasi avversità naturale.
...ora, fortunatamente, siamo progrediti a tal punto e sul punto di poter distruggere finalmente noi stessi insieme all'intero pianeta  in modo scientifico e del tutto civilmente... 😉👍
#56
Citazione di: Ipazia il 03 Dicembre 2018, 10:20:00 AM
Citazione di: and1972rea il 02 Dicembre 2018, 21:12:54 PM
Le fantasie dei miei pesci sono saldamente ancorate soltanto al mio amore per la natura,questa è l'unica somiglianza fra le loro congetture e la cruda realtà dei fatti che li ha salvati fino ad ora dal morire di fame.😅

Invece la fantasia di Watt ha creato una macchina termica assai utile pur senza sapere nulla di termodinamica e ancor meno di atomistica e quantistica. Con le calorie si misurano ancora tante utili cose cominciando dalle diete alimentari che come rivela lo specchio sono tutt'altro che fantasiose. Ripeto il mio consiglio di non buttare via la confortevole e sempre evolutiva formalizzazione del reale in nome del feticcio della Verità. Feticcio inutile e ipocrita, visto che i primi a servirsi delle eresie sono proprio i suoi credenti.
Analogamente a Watt, i miei pesci non sanno nulla di elettronica e di timer elettromeccanici..., eppure le loro previsioni sono azzeccate e assai vantaggiose per loro.
Io,  quindi, tenderei ad assere un poco più diffidente nell'attribuire alle nostre supponenti congetture sull'ordine naturale delle cose un valore incondizionato di progresso ed evoluzione virtuosa dell'umanità; siamo degli apprendisti stregoni alle prese con la magia di un creato che non conosciamo, ogni nostra conquista in termini di sviluppo tecnologico e scientifico contiene inferenze sul Reale apparentemente chiare e utili , ma rispetto alle quali ignoriamo completamente l'infinto contesto da cui esse scaturiscono, si tratta di congetture che nell'immediato danno dei vantaggi pratici e persino una certa sensazione di padronanza sulle cose del mondo, ma i cui esiti potrebbero deluderci una volta riconosciuta la nostra ignoranza rispetto al Vero. Dovremmo, semmai, usare un approccio più disincantato , logico e cauto nel giocare con le cose che il mondo ci mostra, nella speranza che esista un "Qualcuno" che vegli sopra di noi e ci protegga da noi stessi.

#57
Le fantasie dei miei pesci sono saldamente ancorate soltanto al mio amore per la natura,questa è l'unica somiglianza fra le loro congetture e la cruda realtà dei fatti che li ha salvati fino ad ora dal morire di fame.😅
#58
Citazione di: Ipazia il 02 Dicembre 2018, 20:14:26 PM
Il concetto di calore sarà pure fantasioso ma, in combutta col folletto Latente riesce persino a far funzionare frigoriferi, turbine e vaporiere. E a farci sopra calcoli rigorosi meravigliosamente predittivi. Cosa che anche Hume, a malincuore perchè non in linea col dogma scettico, dovette ammettere.

Le metamorfosi del principio di causa-effetto, e la sua affidabilità, non cessano di stupire a seconda della discussione in cui si presenta  ;D Il che farebbe propendere verso una sua certa adattabilità poco coniugabile col concetto di Verità. La mia personalissima soluzione è usarlo solo dove serve: nella ricerca scientifica e nelle indagini giudiziarie.

Così come fantasticamente i concetti newtoniani di forza ed accelerazione ci permettono ancor oggi di costruire ponti , grattacieli ed automobili efficientissime,  ma non ci consentirebbero di partecipare a questo forum se non fossero stati superati e persino contraddetti dai concetti altrettanto bizzarri di relatività di spazio e tempo che danno del nostro mondo una spiegazione assai diversa; così come pure antichi calendari fondati sulle teorie dell'eliocentrismo fornivano predizioni piuttosto precise rispetto a fenomeni che oggi calcoliamo considerando che è la terra a muoversi attorno al sole. I modelli del reale cambiano, ma non per questo la loro realtà deve essere considerta reale.
I pesci nel mio acquario salgono a pelo d'acqua non appena avvertono le vibrazioni della mangiatoia automatica, nella loro mente quelle vibrazioni sono legate realmente al loro cibo quotidiano, è il loro efficiente modello di interpretazione che riesce a condurli infallibilmente verso quello che si aspettano, semprecchè io mi ricordi di cambiare le batterie quando necessario, o non affidi l'efficienza della mangiatoia alle cure di mia moglie...
#59
Citazione di: Socrate78 il 19 Novembre 2018, 18:39:22 PM
Hume, filosofo del Settecento, sosteneva che i rapporti di causa e di effetto sono una costruzione della nostra mente, che vedendo come, in un rapporto temporale, all'evento X segue spesso la conseguenza Y, allora deduce che Y è causa di X. L'origine della causalità sarebbe quindi il fatto che la nostra mente si abitua a vedere sempre un determinato effetto dopo la presunta causa, e quindi generalizza postulando l'esistenza delle leggi fisiche della natura, che per il filosofo non avrebbero nessun fondamento obiettivo. Lo scetticismo di Hume, però, ha un forte punto debole. Infatti il problema sta nel fatto che si può notare come nella causa ci sia già in embrione l'effetto che essa poi produce: ad esempio un corpo, esposto al calore di una fiamma, finisce per incendiarsi (produce calore appunto) e questo non può affatto essere una conseguenza puramente casuale, ma è semplicemente lo sviluppo logico della causa. Lo stesso si può dire per quanto riguarda altri aspetti, ad esempio i virus come causa di malattie: la cosa non può essere una mera coincidenza che si ripete, poiché il virus ha caratteristiche tali da causare il danno, caratteristiche sperimentabili in laboratorio. Quindi a questo punto si può dire chiaramente che Hume si sbagliava e che non teneva conto del legame molto forte tra la causa e il suo effetto? Oppure secondo voi la tesi di Hume può in parte essere ancora valida?

Non tutti i corpi esposti al calore di una fiamma variano la loro temperatura; un pezzo di ghiaggio, per esempio, non cambierà la propria temperatura mentre fonde; quello che si può constatare ripetutamente , quindi, è che un certo fenomeno ha luogo proprio nel momento e nel punto in cui ne avviene o ne è appena avvenuto un altro, dopodichè il nostro intelletto produce per induzione un modello grazie al quale relazionare 2 avvenimenti fra loro distintamente sperimentati. Se lanciassimo due dadi nello stesso luogo e nello stesso momento o in momenti immediatamente successivi, ottenendo ripetutamente lo stesso risultato per entrambi, ecco che il nostro intelletto coglierebbe una relazione fra due fenomeni distinti e , a seconda della successione temporale con cui questi fenomeni hanno luogo, la ragione produrrebbe in uno la causa e nell'altro l'effetto oppure l'effetto in entrambi di una causa misteriosa.Nel caso del ghiaccio che fonde, il modello attuale prevede come elemento di continuità che lega causa ed effetto il fantasioso concetto di calore che si trasforma in energia potenziale durante lo scioglimento del vincolo di legame esistente fra le molecole di acqua costituenti il ghiaccio. Interessante è notare che la presunta continuità spaziotemporale che costituisce la relazione causale prodotta dal nostro raziocinio non si esaurisce neanche al venir meno della sola coincidenza spaziale; vi sono fenomeni , infatti, che riusciamo a legare attraverso l'immediatezza del tempo senza bisogno di una referenza spaziale ( ad esempio, vi sono particelle della materia che cambiano simultaneamente il loro stato quantico a prescindere dalla distanza a cui si trovano l'una dall'altra) , allo stesso modo nulla ci impedisce di far produrre alla nostra ragione relazioni causali rispetto a fenomeni non legati fra loro dal tempo, ma soltanto dallo spazio, oppure slegati empiricamente sia nello spazio che nel tempo. Hume , quindi, a mio avviso, constata logicamente come le relazioni fra circoscritte porzioni del Tutto non abbiano alcuna essenza reale dimostrabile, ma consistano di inferenze e congetture del tutto arbitrarie della ragione, ed Hegel, sempre a mio avviso, aggiungerebbe che le uniche relazioni realmente razionali e razionalmente reali sono quelle riferibili unicamente al Tutto compreso universalmente nella sua Totalità.
#60
Citazione di: sgiombo il 24 Luglio 2016, 16:23:42 PM
Citazione di: and1972rea il 24 Luglio 2016, 11:32:08 AM
Ma davvero possiamo assumere per definizione kantiana che il noumeno e' inconoscibile? Esistono cose che appaiono ai nostri sensi che non possiamo liquidare come fenomeni conoscibili unicamente nelle loro forme e non nel loro essere in se' e per se'. Quando ci guardiamo allo specchio osserviamo una apparenza del tutto inadeguata ad essere spiegata nelle forme piu' complesse del sapere umano, pero' , oltre a questa conoscenza puramente fisica e formale ,noi possiamo constatare di possederne una intimamente sostanziale , possiamo affermare che a quella immagine fenomenica che osserviamo nello specchio corrisponde il se'e per se' dell' IO SONO'. Quel fenomeno che io vedo allo specchio, o in una tomografia assiale computerizzata, non e' solamente un organismo di atomi, molecole, cluster e cellule logicamente organizzati, ma e' l' "in se'" che io sento attraverso la mia autocoscienza; in questo caso, attraverso lo specchio del reale fenomenico, io sono in grado di cogliere la sostanza noumenica che pervade la forma fenomenica del mio essere; quel fenomeno allo specchio smette di essere pura apparenza, ma diviene emanazione sostanziale dell' "IO SONO". Questa nostra conoscenza noumenica dell'" IO SONO" ci permette di compiere una considerazione rilevante sulla natura della conoscenza delle forme del Reale;  che accadrebbe se in quello stesso specchio del reale dovesse apparire un altro identico fenomeno a quello che esprime l'"IO SONO"? tale relazione fra noumeno e fenomeno si rivelerebbe evidentemente non biunivoca, nel senso che allo stesso fenomeno non si potrebbe far corrispondere lo stesso noumeno, trovando in questo modo che la relazione fra i due stati della conoscenza  del reale procede dal noumeno verso il fenomeno e non viceversa. L'IO SONO , quindi, pare essere logicamente la fonte reale della mia immagine fenomenica, ma , allo stesso modo, pare non consistere in essa

Citazione
Trovo il tuo argomentare interessante e profondo, ma ambiguo, e ti rivolgo due obiezioni (sperando di non farti l' impressione di chi cerca ad ogni costo il pelo nell' uovo: in pratica non ci sono differenze rilevanti fra quanto sostieni tu e quanto intendo precisare io; ma noi filosofi, direi per definizione, non ci limitiamo alla pratica ma cerchiamo una più profonda e chiara e ben definita conoscenza teorica).

Prima obiezione:
L' autocosciente sensazione interiore "io sono", puramente mentale, soggettiva, "in prima persona", "privata  é diversa, altra cosa della sensazione (di fatto inevitabilmente  indiretta, attraverso l' immagine riflessa dallo specchio o l' imaging neurologico: TC, o meglio PET o meglio ancora RM funzionale) del mio corpo o meglio, più precisamente, del mio cervello (la quale ultima fra l' altro é "pubblica" intersoggettiva, "in terza persona).
Trovo una certa ambiguità nelle tue parole dal momento che prima affermi che il primo (l' "io sono") corrisponde alla seconda (alla tua immagine fenomenica riflessa nello specchio), mentre successivamente sostieni che quel fenomeno che tu vedi allo specchio, o in una tomografia assiale computerizzata, non e' solamente un organismo di atomi, molecole, cluster e cellule logicamente organizzati, ma é l' "in se'" che tu senti attraverso la tua autocoscienza (o con un' ulteriore elemento di ambiguità l' "emanazione sostanziale" di esso: è evidente che "emanazione, sia pur sostanziale, di qualcosa" =/= "qualcosa" ).
Evidentemente "corrispondere a" =/= "essere" o "identificarsi con", e io trovo corretta la prima versione per così dire "corrispondentista" dei rapporti fra tua mente cosciente e  tuo corpo (cervello), errata la seconda "identitista (o identitaria?)".
Fra le due esperienze fenomeniche coscienti (entrambe: la visione del tuo corpo -cervello- e le sensazioni costituenti tua esperienza cosciente) non si dà con tutta evidenza identità bensì necessaria "corrispondenza biunivoca": (sensazioni costituenti) il tuo cervello in una certa determinata condizione funzionale e solo in quella (neuroni, sinapsi, fatte di molecole, atomi, ecc.) da una parte e il tuo vedere un albero nel giardino, sentirti felice o pensare la dimostrazione del teorema di Pitagora dall' altra (sensazioni materiali o mentali, di sentimenti, pensieri, ecc. dall' altra) sono cose ben diverse, reciprocamente altre; anche se non si possono dare le une senza le altre e viceversa.

Seconda obiezione:
Quel fenomeno allo specchio non smette di essere pura apparenza (fenomenica: insieme e/o successione di sensazioni; cioè non smette di essere se stesso: e come potrebbe, non contraddittoriamente?), per divenire la tua coscienza, la quale pure non smette di essere pura apparenza (fenomenica: insieme e/o successione di sensazioni), allorché ti addormenti senza sognare e non esiste più realmente.
Dire che quando ciascuno dei due reciprocamente corrispondenti insiemi e/o successioni di sensazioni (fenomeni), tuo cervello e tua coscienza, smette di accadere (di essere reale, di esistere; ovvero non accade, non è reale, non esiste più) ancora c' è, ancora accade (è, reale, esiste) è una patente contraddizione.
Invece se qualcosa ancora c' è, ancora accade (è, reale, esiste), e spiega come mai (e fa sì che) se guardi di nuovo allo specchio o nella RMf di nuovo puntualmente rivedi il tuo cervello e se ti svegli o sogni di nuovo puntualmente hai esperienze fenomeniche coscienti, se poni attenzione a te stesso di nuovo puntualmente sei autocosciente (cosciente dell' "io sono"), allora questo "qualcosa" non può che essere "altre cose" che le sensazioni fenomeniche che in tali circostanze non sono, qualcosa di ad entrambi i tipi di sensazioni fenomeniche non identico (altre "cose", non le stesse "cose") bensì" biunivocamente corrispondente. Non può che essere qualcosa che non è (costituito da) sensazioni fenomeniche coscienti (nelle circostanze nelle quali esse non esistono, non sono più reali) ma che semplicemente può essere pensato, congetturato (dal greco e a la Kant "noumeno"), qualcosa di "in sé" e non di apparente, non sensibile (dal greco e a la Kant "fenomeni").

Differenza fra "sentire" e conoscere":
I fenomeni si sentono, il noumeno non si sente e non si può sentire; tuttavia si può pensare, si può in qualche limitata misura, in qualche senso conoscere (se ne sa che per esempio "qualcosa di esso" corrisponde biunivocamente al tuo cervello se osservato, percepito "dall' esterno, estrinsecamente", nel modo in cui solitamente lo percepiscono gli altri, mentre corrisponde biunivocamente alla tua esperienza cosciente se osservato, percepito "dall' interno, intrinsecamente", nel modo in cui si percepisce da sé).
Quando affermo che la mia immagine riflessa nello specchio smette di essere pura apparenza e alterità per diventare emanazione dell"io sono" , intendo che quel fenomeno dismette i panni formali del fenomeno conoscibile razionalmente( ma più  avanti dirò che nemmeno l'alterita' può considerarsi fuori DALL' "IO SONO") per diventare ente ,per così dire ,"sapibile" in un tutt'uno con la nostra consapevole coscienza di essere. Ammetto che è facile scorgere delle ambiguità nel mio intervento senza aver prima capito il mio modo di intendere il "soggettivo"; l'opinione che mi sono formato , per certi versi influenzata da parecchie suggestioni hegeliane, è che non si può logicamente considerare nulla di soggettivo se non in maniera e da un punto di vista oggettivo;nello stesso momento in cui noi distinguiamo il soggetto dall' oggetto, infatti, noi poniamo il soggetto sullo stesso piano dell'oggetto, e facciamo sussistere l'idea di soggetto solo in funzione di un piano oggettivo, parliamo di soggetto e di oggetto,dunque, ma finiamo inevitabilmente per discutere soltanto di due oggetti. In questo senso, quando considero ció che appare , considero la sensazione pura soltanto come una diversa declinazione dell "IO SONO", e tutto ciò che posso logicamente considerare oggettivo non può andare oltre , non può astrarsi,  non può razionalmente considerarsi altro da ciò che " IO SONO". l'immagine che mi rimanda lo specchio è,  dunque, parte di me, perchè nell'istante in cui cambia la più piccola proprietà di quell'immagine,  e , ancor più,  di quel fenomeno, io cambio insieme ad essa, ma non per semplice analogia o corrispondenza biunivoca, ma per intima e coesistente sincronicità; l'entità che appare , dunque, non puó che consistere "NELL'IO SONO", ma non si può affermare che l'IO SONO consista tutto in quel fenomeno, prova logica ne è il fatto che una ulteriore identica immagine riflessa in quello stesso specchio non consisterebbe nelle stesse sensazioni "sapute", "sentite" ( non , cioé,  semplicemente, "conosciute") nella coscienza del mio essere Io; fenomeni identici, dunque, consistono diversamente fra loro nella autocoscienza del nostro essere, e mentre alcuni fenomeni li sentiamo più intimamente connessi alla nostra autocoscienza(per esempio, se agiamo chirurgicamente o chimicamente in alcune precise zone del nostro cervello FENOMENICO: memoria,funzioni emozionali etc...), altri ci appaiono più distanti (per esempio, se agiamo chirurgicamente o con farmaci in precise zone di un cervello che ci appare non essere il nostro), a tal punto da considerare quelle sensazioni in cui quelle apparenze consistono ,quasi altre da noi , quasi altre dall'"IO SONO". Esistono , dunque, fenomeni di cui evidentemente conosciamo in modo "sapiente", cioè profondo, assoluto, il nocciolo essenziale, perché quei fenomeni sono il Noi, cioè  l'io in sé e per sé,  altri fenomeni , a volte gli stessi identici, sono in apparenza distanti da noi, ma comunque non scindibili dalla coscienza del nostro "IO sono". Per le stesse ragioni è chiaro che non è possibile ridurre L'IO SONO ad un dato fenomenico, poiché sembrano proprio i fenomeni una proprietà dell "io sono" e non viceversa.