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Messaggi - Vittorio Sechi

#46
[font='Sans Serif predefinito', Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif]Già, Acquarius, non esistono più le mezze stagioni. Un tempo gli inverni erano inverni e le estati estati. Ora, invece, tutto si è trasformato e la gallina vecchia ha smesso di fare buon brodo, e nella botte piccola non c'è più il vino buono e non è più neppure possibile sperare nel bel tempo quando osservi il rosso di sera.[/font]
[font='Sans Serif predefinito', Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif]Mi chiedo: avete finito con le banalità e i luoghi comuni?[/font]
[font='Sans Serif predefinito', Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif]Bye[/font]
#47
Non la voglio fare troppo lunga, non servirebbe a molto. Mi limito ad osservare

Intelligente? Molto! 
È da un po' che lo sostengo, e ti ringrazio perché non perdi occasione per manifestare con chiarezza quanto i miei sospetti siano veri. Questa è l'esantematica (da esantema) risposta della pancia quando è opportunamente sollecitata da ragionamenti del tutto privi di senno. In poche righe son compresi almeno quattro grossolani errori di metodo e giuridici.
Eppure pensavo di essermi espresso con chiarezza: "Dimmi quale deve essere l'atteggiamento più consono, fatto salvo il rispetto delle norme nazionali, internazionali e del buon senso ..." Ed anche "deve però aver ben presente che si muove all'interno di un intreccio di norme e regole, anche non necessariamente di matrice giuridica, che ne condizionano la capacità d'agire.". Si tratta, come ben potrai comprendere, forse, di prescrizioni normative con efficacia di legge che hanno come primario fine quello di fornire un ordine alla convivenza fra umani.

In primo luogo: i fondi comunitari sono attribuiti ai paesi in base a precisi programmi e resi disponibili al solo fine di renderli esecutivi. Non possono, dunque, essere utilizzati per scopi diversi per i quali sono attribuiti. 
Secondo aspetto: il soccorso in  mare, così è definito dal diritto internazionale, non è un'opzione, bensì un dovere e riguarda chiunque si trovi a dover fronteggiare situazioni che mettano in pericolo la vita delle persone. È sancito da due Convenzioni internazionali. Si tratta della Convenzione per la sicurezza della vita in mare del 1974 e della Convenzione sulla ricerca ed il soccorso in mare del 1979. Gli emendamenti sono stati adottati nel maggio 2004 e sono entrati in vigore il 1° luglio 2006.
Terzo aspetto: è semplice e semplicistico affermare che la nostra Marina Militare potrebbe fermare "in acque internazionali e rispedisse subito indietro  le imbarcazioni cariche di clandestini, il flusso sarebbe cosí immediatamente bloccato. Il tutto in maniera pacifica, rifocillando i viaggiatori e assistendo chi ne avesse bisogno, stop, finisce qui il nostro dovere umanitario". Quali imbarcazioni? Viaggiano su carrette che spesso non riescono a tenere il mare per più di qualche decina di miglia dalla costa. 
Quarto aspetto: di quale collaborazione mirata della Libia parli? Evidente che non hai la più pallida nozione di come il tutto si realizza e quale sia la reale situazione di quel Paese.
Quinto aspetto: quello proposto è il metodo più soft, attendo di leggere quello più cruento.
Amen.
#48
Basta con i quote e le citazioni, faccio sempre casino. Riusciremo a comprenderci lo stesso.


Per quanto mi riguarda, il fatto che "numerosi sindaci siano stati sconfitti nelle recenti comunali" non dice di per sé che la politica dell'accoglienza che favorisce l'integrazione, come principio sia un errore. D'altra parte, solo per citare un esempio, un ipersindaco, 84 anni fa, stravinse le elezioni del suo Paese affermando una politica di segregazione. Poi si è visto quanti danni produsse. Anche negli Usa ci sono esempi preclari di quanto dannosa e deleteria sia un'ideologia segregazionista e quanto sfiancate ed inutile sia quella dei respingimenti (cfr Messico/Ua). Nel senso che non è la vittoria o la sconfitta in un'elezione comunale che possono certificare la bontà di un progetto. Al più ne valutano l'efficacia applicativa o il livello di gradimento. E, difatti, non è certo sbagliato affermare che l'attuale architettura complessiva costruita per gestire al meglio il problema immigrazione sia molto, davvero tanto deficitaria. Il problema esiste. Negarlo sarebbe da stolti (beh, io potrei farlo, Anversa è la mia defensa). Come affrontarlo, ovverosia, per dirla alla Lenin, "Che fare?"

Leggendo bene l'articolo postato, qualche larvato suggerimento si può cogliere.
Prima di tutto partiamo dai numeri.

È oltremodo stupido incaponirsi a versare due litri d'acqua in un contenitore da un litro. È altrettanto insensato intestardirsi a costruire le 'quote migranti' sulla base di algoritmi che non tengono conto di alcune varianti, sostanzialmente due: l'aspetto demografico del territorio destinato ad ospitare le persone e le specificità dei territori.
Mi spiego. Non ha senso stabilire che l'agglomerato urbano di Napoli o di Palermo, per esempio, debbano provvedere all'accoglienza di una quota pari all'1,5 per mille dei residenti. Così è previsto. Si tratta di territori già sofferenti, altamente urbanizzati e con pochi spazi fisici di collocamento e vivibilità. Indubitabile che anche solo 5.000 nuovi ospiti, per di più inseriti in un sol colpo, creino disagio.Tanto più se si considera che il sistema di accoglienza non prevede come programma l'impegno occupazionale, e i comuni su questo fronte sono lasciati alla libera creatività.
Di che si tratta? Posto che in base alle norme internazionali e, grazia a Dio, anche italiane, non è consentita la segregazione di chi non ha commesso crimini, quindi in assenza di progettualità le nostre piazze sono destinate ad essere il loro accampamento, il programma di accoglienza ed integrazione dovrebbe essere integrato con previsioni tendenti ad evitare al massimo livello possibile che questi nuovi ospiti siano abbandonati a sé stessi. Il comune fornisce un minimo di assistenza, in cambio ottiene un servizio utile per la comunità, del tutto gratuito: pulizia degli arenili o delle strade, manutenzione del verde pubblico ed altri impieghi simili che diversamente le amministrazioni comunali non sono più in condizione di garantire. Specifici accordi con la Consulta dei migranti può definire i tempi, i modi e le tipologie di lavori da effettuare.
Riprendendo il discorso sulle quote migranti, non quelle europee, quella è una macchia indelebile che l'Europa ha incisa sul proprio costato, vi è da segnalare che, a fronte di quote presumibilmente critiche per i comuni di grandi dimensioni ubicati in determinate aree geografiche del Paese, il programma prevede che, in assenza di discernimento e senza discrimine, i comuni di piccole dimensioni debbano farsi carico di una quota pari al 2,5 per mille della popolazione residente. Per aver un ordine di grandezza, l'intera Sardegna ha una quota pari a circa 4.000 unità, il solo agglomerato urbano di Napoli supera le 5.000. Non si tiene in alcun conto della densità demografica, del trend demografico e dell'antropizzazione ambientale.
Interessante, nella direzione di un'accoglienza diffusa, è l'esperimento delle SPARS. Non tutto ovviamente filerà liscio come l'olio. Gli ingranaggi saranno da registrare in base alle esperienze che nel tempo si matureranno. Ma già è un primo incerto passo... Su base volontaria e con incentivazione comunitaria (o mista, non ricordo bene).
In un paesino di quattromila anime dell'isola più bella del Mediterraneo, in questi giorni il sindaco è riuscito ad organizzare alcune squadre di migranti volontari per la pulizia degli arenili, con gran plauso della popolazione autoctona. Non tutto è perduto. Analoghe iniziative si stanno moltiplicando. L'esempio è sempre il migliore insegnamento.
Il discorso non si esaurisce con queste carabattole. Sarebbe troppo lungo e tecnico. Non val la pena insistere oltre.

Altro aspetto dell'articolo che mi ha colpito e che mi preme commentare è la chiusura, che ben si sposa con l'incipit del post in commento.

Proviamo a ragionare intorno all'ipotesi di dover fare quotidianamente i conti con una politica che abbia di mira il conseguimento del premio elettorale. Poi , per successive zoommate, di un'azione di governo che si ponga come primario obiettivo quello di dispiegarsi in ragione delle paure e delle ansie della popolazione.

Assolvere alla prima parte del compito è abbastanza semplice. A nostro vantaggio gioca l'esperienza maturata negli ultimi decenni, fra il milione di posti di lavoro, il governo delle riforme che ne mette in cantiere dieci e ne toppa dodici, le promesse stellari degli attuali vati e taumaturgi della politica nostrana, che promettono la venuta del Regno e la parusia, basta che si voti avendo le stelle come unico lume. Insomma, davvero troppo facile comprendere che si cade nel populismo più bieco: Berlusconi, Renzi, Grillo non son venuti invano a calcare la polvere del palcoscenico politico. A premio conquistato, la realtà dei fatti si rivela ben più ostica di quanto la si fosse dipinta in campagna elettorale.

No! Una politica seria non può inseguire le schede elettorali. Una politica seria deve saper intercettare ed interpretare i reali bisogni della popolazione. Deve incanalare le energie perché questi abbiano il massimo livello di soddisfazione possibile. Per far questo deve però aver ben presente che si muove all'interno di un intreccio di norme e regole, anche non necessariamente di matrice giuridica, che ne condizionano la capacità d'agire. Non può immaginarsi libera di operare incondizionata sui verdeggianti campi di una prateria priva di ostacoli. Non può avocare a sé il diritto all'assenso aprioristico nei confronti dei titolari del voto. Non può neppure immaginare di blandire i suoi azionisti elettori convenendo con essi indiscriminatamente e promettendo la soluzione dell'insolubile. La politica deve riproporsi come fucina di idee propositive e di progettualità fattiva e come regno del possibile, non del meglio assoluto. E  se uno di questi bisogni è la riduzione dell'ansia legata all'immigrazione, bene! Deve sapersi attrezzare per fornire risposte sensate, che non siano rivolte alla pancia dell'elettore, bensì al suo raziocinio. Ora, una politica salviniana o cazzapoundista, quindi subdolamente viscerale, fornirebbe come risposta la più a portata di mano, semplice, che sia di immediata fruibilità e che non implichi eccessive elaborazioni sociali, tecniche e giuridiche. Buttiamoli fuori (come?), comtrazione delle libertà individuali e, per sommatoria, di quelle collettive, autorizzazione alla vendita di armi (le esperienze di altri paesi ad elevato livello di civiltà non insegnano nulla... La morte se la sono creata intra moenia, non l'hanno dovuta neppure importare), maggior libertà di sparare et similia. In sintesi, militarizzazione del territorio.

Io ho provato a raccontare solo un piccolo pezzo di come dovrebbe o potrebbe essere una politica meno ventriloqua e più meditata. Ovvio che il discorso è assai lungo e molto più complesso di quanto lascino trasparire le mie parole... Ma c'è tempo, credo, per svilupparlo ulteriormente.
Hasta la victoria siempre, comandante! (Insolenza perché so che parlo con un destroso) 😁


#49
[font='Sans Serif predefinito', Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif]<<Si, certo, davvero sono convinta che questi sono argomenti anche gravi da affrontare:
E tutti questi ci pagheranno le pensioni?  Peccato che però manca il lavoro, innanzitutto per gli italiani, tant'è che questi sono costretti a lasciare la propria terra per fare i camerieri e i lava scale all'estero. E se manca il lavoro come diamine pagheranno le pensioni?
>> [/font]



[font='Sans Serif predefinito', Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif]Potrei postarti decine di link, ma so che non servirebbe a nulla. Queste cose sono risapute. Non è agevole negarle neppure a quel tontolone di Salvini. I numeri, purtroppo per qualcuno, sono asettici, non hanno morale e si mostrano, per chi li vuol vedere, nudi e crudi per come si vengono a comporre sulla base delle risultanze che la realtà costruisce. Possibile che non abbia mai avuto la curiosità di verificare quale sia il saldo globale dell'immigrazione in Italia? È abbondantemente positivo. In ogni caso, anche se fosse abbondantemente negativo, non cambierebbe di una virgola il mio modo di vedere il problema. Qui si parla di persone, non di merce. La disoccupazione in Italia ha origini assai più profonde di quanto puoi immaginare. Si tratta di evidenti cause di carattere strutturale e di malgoverno della cosa pubblica, nonché di corruzione diffusa e burocrazia asfissiante. La nostra stessa emigrazione, quella dei giovani italiani, dovrebbe farti capire che il problema non è più estemporaneo, ma è diventato endemico. Mi rendo conto che le fila dei disoccupati sono alimentate dall'arrivo di gente straniera, ma l'alternativa vera quale sarebbe? Molti di essi vanno ad occupare settori di basso profilo economico, che per tanti italiani non rappresentano più – a torto o a ragione – un allettante richiamo lavorativo. L'intero mondo dell'assistenza domiciliare sarebbe totalmente sguarnito; quello infermieristico è carente da almeno un decennio; così pure quello stagionale della raccolta nelle campagne. È vero. Il loro arrivo ha prodotto la contrazione delle remunerazioni ed ampliato l'area di sfruttamento. Un effetto assai simile si produsse con l'impiego di manodopera italiana nelle miniere del Belgio, o in altri settori nelle americhe, della Germania, della Svizzera. Eppure ci indignammo quando qualcuno espose cartelli con su scritto vietato l'ingresso ai cani e agli italiani. È proprio vero, si è sempre al Sud di qualcun altro. Nefandezze che la storia racconta. I meridionali erano osteggiati e disprezzati nel nord Italia. Esposti al dileggio ed emarginati. Ancora una volta chiedo se sia corretto addebitare le altrui nefandezze a chi ne è vittima?  Nella dinamica del rapporto sfruttatore-sfruttato la parte lesa è sempre il secondo dei due poli in questione. Eppure, nonostante questi evidenti limiti e gravosi problemi, il gettito fiscale e contributivo assicurato dal lavoro degli stranieri è abbondantemente positivo rispetto ai costi sostenuti dallo Stato per assisterli. Informati![/font]


[font='Sans Serif predefinito', Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif]<<E no, no, chi si preoccupa? Nessuno stupra, nessuno ruba, nessuno fa casino, nessuno defeca per strada, nessuno fa questua davanti ai supermercati, queste sono le allucinazioni di quegli esaltati e cattivi...?
E' risaputo e documentato che vi sono stupri, violenze, rapine, vagabondaggio, spaccio di droga, prostituzione straniera multicolor, di tutto e di più, mentre le forze dell'ordine sono sempre di meno, non ce la fanno a fronteggiare l'aumento di delinquenza e proteggere i cittadini. Purtroppo la maggior parte di questi crimini sono a carico di stranieri. Basta recarsi alla Stazione Termini a Roma o altro quartiere o alla stazione di Milano od altri luoghi in degrado di qualsiasi nostra città.
Con l'elemosina  al "muso nero"  che incontriamo all'entrata del supermercato non risolviamo nulla, né i suoi problemi, né i nostri problemi di coscienza. L'accattonaggio non esisteva più da noi, quando eravamo ancora una nazione civile, ed elemosinare era diventato illegale. Il nostro codice penale puniva il reato di accattonaggio, la mendicità,che veniva punito con l'arresto fino a tre mesi chiunque mendicava in luogo pubblico o aperto al pubblico e da uno a sei mesi chi commetteva il fatto in modo vessatorio, simulando deformità o malattie o adoperando altri mezzi fraudolenti per destare l'altrui pietà.
Evidentemente, poi, in previsione del futuro impoverimento della popolazione, si è fatto un passo indietro e la norma è stata eliminata. Tuttavia, chiedere in maniera insistente soldi può configurarsi ancora come reato di violenza privata.>>
[/font]



[font='Sans Serif predefinito', Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif]Ancora una volta il j'accuse è rivolto principalmente verso le immigrazioni provenienti dall'Africa – "muso nero" – ma rifiuta di confrontarsi con i dati, quelli veri, non quelli sparati ad minchiam da alcune televisioni nazionali e dalla propaganda leghista e di CazzaPound. La maggior incidenza di comportamenti delittuosi non è da ascrivere agli immigrati provenienti dall'Africa o dall'Asia, bensì a quelli provenienti dalle aree geografiche dell'Europa dell'Est. Anche in questo caso sono i numeri ad affermarlo. Quindi, non musulmani, neppure negroni dal fisico statuario (te li sei guardati bene... ahahah). Rumeni soprattutto, slavi in genere. C'è anche tutto un altro insieme di cause che concorre a determinare lo spropositato affollamento delle carceri da parte di extracomunitari. Ma non è tema di questo topic.

[/font]


[font='Sans Serif predefinito', Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif]Potremo proseguire per mesi a punzecchiarci senza venirne a capo. La vedi in un modo, io in un altro diametralmente opposto. Io non convincerò te delle mie ragioni, tu non potrai riuscire a convincere me della bontà dei tuoi (scarni... così, per non farci mancare un pochino di pepe) argomenti. Invece di attorcigliarci intorno a queste menate che non concludono nulla, perché non provi a raccontarmi quali siano le soluzioni risolutive che risolvano questo problema che al momento non trova soluzione (amo i giochi di parole)? Insomma, c'è una nave nel mezzo del Mediterraneo. Su questa grande barca ci sono stipati circa mille persone – uomini, donne, bambini -. Il mare rischia di travolgerla e far annegare tutti gli occupanti, o buona parte di essi. Hai i mezzi per evitare che tante persone muoiano di stenti o per annegamento. Si dirige verso le nostre coste. Dimmi quale deve essere l'atteggiamento più consono, fatto salvo il rispetto delle norme nazionali, internazionali e del buon senso che tutelano il basilare principio che nega il diritto di abbandonarli al proprio destino. Tieni presente che la nave la dovrai poi moltiplicare per dieci, venti, cento.[/font]
#50
Citazione di: Fharenight il 13 Giugno 2017, 20:56:29 PM


"Dambisa Moyo è un'economista africana che ha studiato a Oxford e Harvard, e ha lavorato, tra gli altri, per la Banca mondiale e Goldman Sachs. Il suo primo libro uscì nel 2009: oggi diremmo che erano «tempi non sospetti», non si poteva ancora immaginare la fuga disperata di milioni di africani verso l'Europa meridionale. Il volume s'intitolava Dead Aid (in italiano lo pubblicò Rizzoli con il titolo La carità che uccide) ribaltando lo slogan dell'epocale concerto Live Aid che 14 anni prima inaugurò la stagione, mai conclusa, degli eventi musicali benefici a favore dell'Africa. Per la Moyo, nata e cresciuta nello Zambia, l'«aiuto dal vivo» era piuttosto un «aiuto morto». La tesi era semplice: i fondi umanitari non aiutano affatto la crescita del continente ma lo impoveriscono sempre più. Anzi, rappresentano «una cornucopia d'elemosine con cui il mondo sviluppato tiene al guinzaglio l'Africa».

La carità a volte uccide, gli aiuti non aiutano, i soldi impoveriscono. E le grida d'allarme rimangono (...)

(...)
Son felice che abbia scoperto che esiste l'acqua calda.
Ma guarda un po', vuoi vedere che il sistema di aiuti internazionale non è adeguato, non funziona e che spesso quel fiume di soldi serve solo a finanziare le guerre che terrorizzano le popolazioni civili?
Accidenti... Chapeau! Davvero una grande scoperta.
Quegli aiuti umanitari servono per tacitare le coscienze di un mondo occidentale che ha perso l'orizzonte del senso.

Ovvio che in tutto ciò i bambini, le donne, i vecchi... Le popolazioni civili hanno un'enorme respinsabilità... Ma di che stai parlando?

Questi sarebbero i fatti che dovrebbero indurre l'Europa e l'Italia in prima fila a difendere le frontiere con il filo spinato?

Sa come si definisce tutto questo? Finanza! Sporca lurida finanza vestita d'agnello. In ciò ravvisi colpe tali da portare disprezzo nei confronti di chi, col muso nero, ti dovesse chiedere un euro per mangiare?

Amen.
#51
Elenco ora numerose frasi scritte dal signor Sechi:
luride persone",
"questa dignità sia calpestata da individui che nel proprio animo hanno portato a compimento un processo di disumanizzazione del prossimo"(Cioè? Chi sono questi individui?)
"non con semplicistiche ed isteriche chiamate alla guerra santa"(Quali sono le "semplicistiche ed iteriche" soluzioni proposte? Chi chiama alla guerra santa? La "guerra santa"è quella degli islamici contro l'Occidente, forse si sta confondendo con le Crociate?
"Gli isterismi e le reazioni scomposte" (dove stanno?)
"l'istigazione all'odio che certi individui in questi tempi stanno fomentando"(Chi è che istiga all'odio, e come si sta istigando all'odio?)
"Parlare alla pancia è più semplice e redditizio che parlare con ragione alla ragione delle persone". (Dov'è il parlare di pancia e dov'è invece il parlare con ragione alla ragione?)
"Folla berciante", (chi sono? )
"fra questo vociare si perde il senso di un messaggio che può davvero diventare pericoloso."(Cioè, la gente che soffre e patisce sempre più disagi non può neanche parlare, ribellarsi, bercia?)
"Ci sono in Italia strani personaggi che, instupiditi da una facile propaganda"
 "Ci son povere menti che, rincitrullite dalle proprie paure,"
"Ci son strani individui che, obnubilati dal disprezzo..."



Uhhh, suvvia, non faccia la santerellina, certe vesti non le si addicono. Basta rileggere tutto, per chi ne avesse voglia.


Questi sono invece i miei argomenti che attendono una seria risposta:

 E tutti questi ci pagheranno le pensioni?  Peccato che però manca il lavoro, innanzitutto per gli italiani, tant'è che questi sono costretti a lasciare la propria terra per fare i camerieri e i lava scale all'estero. E se manca il lavoro come diamine pagheranno le pensioni?
 E no, no, chi si preoccupa? Nessuno stupra, nessuno ruba, nessuno fa casino, nessuno defeca per strada, nessuno fa questua davanti ai supermercati, queste sono le allucinazioni di quegli esaltati e cattivi...?


Davvero questi secondo lei sarebbero argomenti degni di trattazione, di confutazione di ascolto? Lei prende mele, pere ed arance, le inserisce in un unico contenitore, mischia il tutto e pretende dall'interlocutore che a sua domanda risponda cosa c'è dentro il paniere. Si rende conto dell'enorme confusione che generano simili argomentazioni alla rinfusa? Pancia, solo viscere.


Sechi dice: "Le migrazioni di massa ci sono sempre state: ieri erano gli italiani". Non è vero. Non è un confronto razionale ed esatto. Le migrazioni dei nostri connazionali, come di tantissimi altri europei, è avvenuta molto lentamente, nel corso degli anni, non è mai stata massiccia e si è riversata in terre vastissime, poco o del tutto disabitate e dove vi erano risorse da sfruttare. Nessun italiano emigrato ha preteso di essere mantenuto in terra straniera,  ma tutti si sono rimboccati le maniche per lavorare come schiavi, nel silenzio, con molta umiltà e dignità. Gli emigrati poi una volta giunti nei paesi ospitanti erano sottoposti a numerose e severe regole, molti venivano rimpatriati o tornavano da soli disillusi dal sogno americano. Il paragone non regge affatto, non c'entra nulla.  


Ecco, finalmente argomenti su cui confrontarsi. Vedo che, sollecitata, ha infine deciso di partecipare... Il vociare lo lasciamo fuori dalla porta.

È vero quel che afferma, almeno per quanto attiene alla ricostruzione, non certo alle conseguenze ed agli esiti. Non ho assimilato i diversi fenomeni migratori a quello cui assistiamo oggigiorno. I tempi erano diversi, le modalità di risposta modellate sul contingente, l'esito identico. I nostri padri hanno sofferto in terre lontane, perché questi disgraziati dovrebbero mostrare una reazione sì tanto diversa alla medesima condizione? Crede che questi ragazzi si spacchino la schiena per pochi euro al giorno nei campi di pomodori per hobby? Pensa che farsi insultare quotidianamente da qualche ebete negli angoli delle nostre strade non incrini o non leda la loro dignità? Immagina veramente che ritrovare negli sguardi della gente un motto di stizza o un bagliore di riprovazione o fastidio, se non rancore, non determini in loro la percezione di sentirsi reietti, rifiutati, senza colpe?    Non pensa anche lei che desidererebbero poter lavorare per raggranellare qualche soldo da inviare a casa? Mi dica, è certa di conoscere le regole basilari dell'ordinamento giuridico penale del nostro Paese? È sicura di aver ben in mente i dettami della nostra Costituzione? È convinta di aver piena e precisa nozione delle norme internazionali che regolano le problematiche di specie?


Sechi dice: "Esiste la mafia, si è infiltrata in ogni dove. Sappiamo con certezza che spesso gestisce e indirizza gli appalti pubblici. Perciò dovremmo rinunciare ad indispensabili investimenti in settori strategici?
No, infatti ci sono gli interventi e le leggi antimafia per questo. Tuttavia il business dei migranti non solo è un affare che rende molto più della droga, ma al di sopra di tutto c'è una strana regìa che consente e facilita tutto ciò ed è evidente a chi possa convenire.

Appunto, ci sono le leggi e c'è chi quelle leggi le deve applicare e far rispettare, purché non si tratti di leggi discriminatorie e lesive del principio di pari dignità. Il reato di clandestinità è una baggianata deleteria. Qui siamo in Italia, non in Arabia Saudita e se tanto ci sta bene il contesto giuridico e sociale nazionale che ci ospita abbiamo il preciso dovere che quelle stesse norme di civiltà e che regolano il vivere comunitario di cui tanto andiamo fieri non regrediscano ai livelli che tanto aborriamo. È così complicato comprendere questo semplicissimo principio? Le nostre norme esigono che per dichiarare colpevole un individuo (perché la responsabilità penale è sempre individuale) questo abbia commesso un reato per cui sia riconosciuto colpevole. Ma di che minchia di reati vuoi accusare questi disgraziati che sbarcano nelle nostre coste? Di immigrazione clandestina? Mi spiace, non funziona. I salvamenti in mare e i conseguenti inserimenti nei centri di identificazione ed espulsione (CIE), non consentono, come primo atto amministrativo burocratico (questione di tempi),  di discriminare fra i tanti assistiti quanti abbiano diritto al riconoscimento dello status di rifugiato, di profugo o di beneficiario di protezione umanitaria. Tre distinti status che prevedono tre diversi livelli di garanzia. Poi esistono anche i migranti per ragioni economiche. Anch'essi degni di attenzione. Non merce che si stiva su un barcone da esporre all'inclemenza del mare. Umanità anche questa. Perché eludere l'evidente originaria condizione di ogni rifugiato, che prima di essere riconosciuto tale, è anch'esso un migrante? Chi sbarca sulle nostre coste tale è... Sempre! Gli vien riconosciuto lo status di 'rifugiato' solo in seguito, dopo non sempre agevoli accertamenti che richiedono tempo ed impegno. Le convenzioni internazionali, il buon senso e il principio non derogabile di umanità impongono che queste persone, fintanto che non sia stato loro attribuito uno status, non possono essere mantenute in una condizione di costrizione. Questo è il nostro livello di civiltà: l'uomo con la sua umanità al centro. Non lo gradisci? In Arabia Saudita c'è posto.


Sechi dice: "Il terrorismo di destra e delle Brigate Rosse non è stato sconfitto rinchiudendoci dentro un bunker inespugnabile."
Infatti, il terrorismo, specialmente delle br, è stato sconfitto con un serio e poderoso intervento dello Stato che no rimase con le mani in mano, e ciò è stato possibile, a mio avviso, solo perché si incominciava a mirare a personalità politiche ed istituzionali.


Ancora una volta vero. Concordo. Mentre il terrorismo delle Br si è dissolto per l'intervento deciso dello Stato, le trame nere continuano a mietere vittime, proprio perché coincidenti con parti dello Stato che dovrebbero combatterle. Tutto è avvenuto senza che si sia militarizzare il territorio, come certa parte politica (sempre quella... Quanto ama il passo dell'anatra... Opss, oca), insensatamente, chiedeva. Giustappunto quanto immagino che potrebbe o dovrebbe accadere qui in Italia per quanto riguarda il terrorismo di matrice islamica. Vedi che mi confermi nelle mie ragioni.

Per deliziarti e ricompensarti per lo sforzo compiuto nel darmi ragione, ora l'anima bella si esibirà in un esercizio di candore, potrai sostenere con piena ragione che sono un'anima bella... A tuo uso e consumo!

Io su questo argomento traccio un solco fra i finti ed insensati propugnatori della necessità di preservare un'inesistente purezza etica e chi, invece, guarda il mondo delle relazioni umane avendo come unico concetto l'eguaglianza genetica fra umani. Condizione questa che dovrebbe suggerire a chiunque che si piange o ride, soffre o gioisce in ogni parte del mondo per le stesse ragioni, per gli stessi accidenti della vita, e che l'essere un migrante è proprio uno dei più dolorosi accidenti che la vita può riservare... Oggi a loro, domani potrebbe riservarlo a me o ai puristi etnici.

Prima di addentrarmi nel discorso, mi preme chiarire che non mi sogno di mettere in dubbio il fatto che esistano al mondo persone spregevoli. Quindi non sarò io ad affermare che la questione dei profittatori del patire altrui sia una montatura o che si tratti di frottole. Anzi, sono ben propenso a credere che su quelle bagnarole si imbarchino pure farabutti senza scrupoli che sfruttano economicamente la disperazione di tante persone.

Il punto sta qui. A fronte di alcuni bastardi che si acquartierano sulle spalle della povera gente, contro i quali auspico la massima severità della giustizia, esistono, sempre imbarcate su quelle medesime bagnarole, mille esistenze, e più, che non sono artefici di tali ignominie, ma di queste sono vittime.

Credo che ciascuno di noi abbia da fare i conti con se stesso. La magistratura deve fare i conti con la propria missione professionale. Deve, quindi, indagare, accertare e punire (compito che non spetta a me, che posso solo indignarmi ed incazzarmi). La politica dovrà svolgere al meglio il suo di compito. Io ne avverto un altro. Di ben diversa natura, intimo, non professionale, ancor meno politico.

Io guardo la disperazione di questa gente. Guardandola, mi rendo conto che sono vittime più volte. Una prima volta della condizione ambientale oggettiva che li spinge ad affrontare una morte possibile e probabile, intraprendendo un viaggio lungo e pericolosissimo - tanto che noi neppure riusciamo ad immaginare -, invece di attenderne una certa stando a casa propria.

Vittime di queste carogne che sfruttano la disperazione altrui e fanno perno sulla speranza. Poi vittime del mare. Perché anche se non muoiono fra le onde, il mare li consegna alla terra di approdo spossati e distrutti nell'animo (parlate con loro). Poi, infine (che non è mai una fine, più spesso un inizio) vittime dei pregiudizi, delle paure, del disprezzo che incrociano lungo le nostre strade, fra le vie delle nostre città.
Poco posso fare per evitare la prima condizione che genera sofferenza, se non auspicare che la comunità internazionale intervenga con urgenza per sanare le ferite che affliggono le loro terre d'origine e, magari, in più di un caso, faccia smettere i bombardamenti sulle loro case. Poco posso fare per alleviare la seconda condizione che li rende vittime, se non incazzarmi e sperare che la giustizia faccia in fretta il proprio dovere.

Però, quel tanto, che è sempre troppo poco, che posso fare per attenuare o impedire o evitare che si creino le condizioni per l'ultima situazione che li rende vittime disprezzate, lo faccio con piena ed assoluta convinzione, senza ma e rinunciando ai se.

Faccio quel che posso, come e quando posso. Senza nascondermi dietro l'inerzia altrui. Lo faccio non per un Dio in cui non credo, neppure per uno spirito di appartenenza ad un'ideologia vetero comunista, o per buonismo o per altri cazzi di cui sono sempre accusato. Lo faccio esclusivamente perché non riesco a comportarmi diversamente, perché se non lo facessi avrei la percezione netta di aver perso per strada, inseguendo i ma e i se o celandomi dietro le inerzie altrui, quel poco di umano che un'era di modernismo e di pieno egoismo individuale stanno uccidendo.

Non per essere migliore degli altri, ma solo perché il mio sentirmi inutile mi spinge a sfruttare ogni occasione per attenuare quella sensazione di impotenza ed inutilità che mi pervade ogni volta che vedo le bestie accanirsi contro chi ha meno forze e possibilità di difesa.

Bye
#52
Citazione di: Fharenight il 13 Giugno 2017, 13:30:06 PM
Infatti, Altamarea, ho voluto sottolineare la scarsa tendenza alla sincerità delle anime belle. Mancanza di argomenti? Caspita ho portato argomenti validissimi e non rispondono, rispondono  picche. Loro parlano insultando, poi,  se io replico, il mio è una "riductio ad  hominem" ed è sbagliato, non si fa. Il Sechi è intervenuto in ot nel mio topic, ma io non devo intervenire nei suoi, io devo ignorare quello che lui scrive, lui invece è intervenuto sul topic della stessa sezione aperto da me. Tutto questo per loro è corretto, è democratico. Chi ragiona o comunque, non è d'accordo con un melenso e nauseante buonismo è inevitabilmente fascista, razzista e quant'altro.
Signor J. Ahahahahah... il mio sarebbe un pensiero arcaico? E perché, di grazia? E questa sua invettiva non è un "personalizzare"? Ma è corretto se lo fa un buonista, ok. Non sono stata affatto "semi-minacciosa" , ho solo riportato la temperatura del corpo della gente. Chi la pensa come me non ha alcun potere, al contrario, chi la pensa come lei sta al potere da tanto tempo, e si vede come hanno ridotto la nostra bella Italia.
Non regge il paragone con l'operarsi da soli e gli altri paragoni da pensiero arcaico e infantile, anzi direi che si può facilmente replicare a quei paragoni! Se io mi sono ferita con un taglio che abbisogna di punti di sutura e non posso ricevere subito soccorso,  intanto mi medico da sola per non aggravare la situazione. Se l'amministrazione comunale non riesce finanziariamente ad asfaltare le strade perché non può più di tanto spremere i cittadini, io provvedo a farmi il pezzo di asfalto dove abito, è già successo veramente. Se scoppia un incendio e i VV.FF. non arrivano, in coscienza, se posso, nel mio piccolo provvedo a fare da me gettando acqua sul fuoco. È semplice. Chi davvero si sente coinvolto non si perde in chiacchiere ma agisce e dimostra agli altri coi fatti ciò in cui crede. Ripeto, io se la pensassi come voi avrei già ospitato a casa mia un/una immigrato/a. Non lo faccio perché sono coerente con le mie idee, e sono coerente con le mie idee perché sono sincera.
Facciamo cosí, rileggette attentamente i miei interventi qui e rispondete con tranquillità agli argomenti da me proposti, ok?



No, per carità! Mi devo essere espresso malissimo. Considerato il fastidio reiteratamente mostrato per questo mio argomentare, dicevo che per ovviare a questa sua seccatura può benissimo sorvolare su quanto scrivo. Tutto qui. Non ho mai partecipato ad una discussione attraverso un forum, sono un neofita, pensavo, dunque, che la partecipazione ad una discussione fosse ispirata dal desiderio di confrontarsi, soprattutto con ragioni diverse dalle proprie. Per cui ben vengano le sue (qualora ve ne fosse una) in questo topic che non mi appartiene. Non ho smanie di possesso. Questa non è la MIA discussione, è una discussione a cui partecipo.

Ho notato il suo scomposto accanimento nei confronti del mondo islamico. Lo percepisce come un assalto alla nostra cultura e lo associa all'immigrazione. In virtù di questo suo ragionare, non del tutto errato in termini cronologici e conseguenziale, ci esorta, in un suo precedente post, a notare che questi islamici hanno uno spirito guerriero (deve conoscerli proprio tutti tutti), cui noi occidentali contrapponiamo mollezza di spirito e fiacchezza d'intenti (nostalgica retorica del ventennio). In forza di questa combinazione di opposte condizioni, ben presto la nostra cultura sarà sovrastata e sostituita da quella islamica. Si tranquillizzi. Come già avuto modo di far notare, l'etnia straniera più diffusa in Italia è quella rumena (23%), seguono gli albanesi (9,3%), gli ucraini si attestano intorno al 4,6%. Circa il 40% degli stranieri stabilitisi negli anni su suolo italico sono di religione prevalentemente cristiana (cattolici e ortodossi). Non s'inquieti, non si scaldi, la restante parte, circa il 60% non è tutta di religione islamica (ci sono i cinesi, indiani, nigeriani, eritrei etc...). Quindi carne fresca e ben combattiva per la sua personalissima guerra di religione. Può dormir tranquilla.

In ogni caso, reitero il mio invito. Se davvero vuole essere fattivamente utile per la causa da lei perorata, imbracci un'arma e si schieri fronte mare per difendere le nostre verginee coste dall'assalto saraceno. Io, da parte mia, quando avrò notizie del suo valoroso e patriottico impegno, non avrò remore, appena rilasciato dal nosocomio che mi ospita, ad aprire il mio castello all'accoglienza di profughi, stupratori, assassini e criminali d'oltremare.

(si scherza)

Bye
#53
Citazione di: altamarea il 13 Giugno 2017, 12:06:39 PM
Gli esami di coscienza debbono farseli anche i fautori dell'immigrazione.


Se gli esami di coscienza riguardano i FAUTORI dell'immigrazione, è incombenza da cui mi sento pienamente esentato, non essendo io annoverabile fra quanti favoreggiano (in che modo?), appoggiano (per nulla!) e sostengono (sia mai detto, per me l'ideale sarebbe che ciascuno viva AL MEGLIO a casa propria) i flussi migratori. Io, tanto per chiarire, senza favorire, appoggiare o sostenere, mi limito a prendere atto di un fenomeno, che ritengo al momento essere incontrovertibile, se non rinunciando stupidamente a troppi elementi fondamentali che hanno modellato negli anni (soprattutto negli ultimi 72 anni) il nostro vivere comunitario. E' un paradosso che proprio chi si erge pettoruto (soprattutto dietro ad una tastiera) a salvaguardia di queste peculiarità sia proprio colui che queste stesse specificità, in nome della purezza culturale e in ossequio a proprie intime paure ataviche e regressive, tende a volerle limitare, se non addirittura annullare del tutto.

Il rischio è tanto concreto quanto elevato, soprattutto se dovessimo inseguire le chimeriche ricette proposte da qualche scellerato. Individui che, avendo intravisto la possibilità di far cassa sulle disgrazie altrui, hanno il vezzo di dipingere tutto di nero, e nella fattispecie, in buona misura, il compito è agevolato dal colore della pelle di questi disgraziati, che portano sul proprio corpo lo stigma del disprezzo... una sorta di stella di David genetica.

Io non sono un fautore di questo esodo. Non ne gioisco (perché dovrei?). Me ne dispiaccio. La mia candida anima, così F. sarà deliziata per averci azzeccato (una volta nella vita... ehh, cosa vuol dire aver fatto studi approfonditi sulle ascose vie che la mente percorre), osserva il fiume di disgraziati che pur di inseguire una speranza non si pone remore ad affrontare una traversata le cui difficoltà e i cui rischi noi oziosi occidentali non siamo neppure in condizione di immaginare. Li vedo sbarcare sazi solo di terrore e di speranza. Ne conosco parecchi. Tanti di loro mi hanno raccontato del viaggio e i loro perché. 

Fra l'altro, probabile che l'insigne scienziata lo ignori (sarebbe un caso unico, non raro), non tutti quelli che sbarcano sulle nostre coste sono islamici, molti son cristiani provenienti dalla Nigeria, dall'Etiopia e da altre zone del mondo non ancora del tutto islamizzato. 

Ma se non parteggio per l'immigrazione perché tanto fervore? Semplice! Posto che non credo che un esodo di tale portata e vastità possa essere fermato con i muri e le palizzate (si guardi un po' al confine fra Messico e Texas), credo che il fenomeno vada governato al meglio. Al meglio possibile e per quanto possibile. Che non è certo istituito dalla paura, dal rancore e dal disprezzo. Io sto con quei ragazzi. Mi sento più vicino a loro e ai loro bisogni, al desiderio di essere rispettati come esseri umani, alle loro paure. Per indole naturale, non per ideologia, dunque, di anima bella (altra gratificazione all'ego di qualcuna), molto meno mi sento in sintonia con chi invoca la durezza, le ruspe e la militarizzazione del territorio. In sintesi, non ho paura. Mi rifiuto di averne. Mi auguro che riescano ad integrarsi a rendere meno uniforme il contesto che li ospita, la nostra cultura e il nostro modo presuntuoso di pensare.



Ii peso dell'Islam sul destino dell'umanità  sarà decisivo  perché , a differenza del cristianesimo, che ha ricevuto dal Vangelo la distinzione tra religione e politica, tra coscienza individuale e coscienza civile,
Citazione di: altamarea il 13 Giugno 2017, 12:06:39 PM
Citazione
Mi pare che qui, in questa frase alberghi un evidente fraintendimento degli elementi che la storia mette a nostra disposizione. In poche parole, vige la massima confusione. Sostenere che sia stato il Vangelo ad aver fornito la corretta chiave di lettura per giungere alla distinzione fra politica, quindi stato, e religione (a Cesare quel che è di Cesare... bah!) è davvero un concetto palesemente antistorico, ma ancor più irrelato. Ci si scorda tutta l'esperienza dell'Illuminismo, ma tant'è, poco rileva.


. Molti Stati islamici hanno nella loro denominazione ufficiale il riferimento esplicito all'Islam: repubblica islamica dell'Iran, o di Mauritania. La capitale del Pakistan si chiama Islamabad e Pakistan significa "Paese dei Puri"
Citazione
Anche questo passaggio è simpaticamente singolare. L'Italia e l'Europa pullulano di toponimie dedicate ai santi. Ma facciamo finta che si tratti di un caso e che non significhino alcunché e che non abbiano nella loro denominazione ufficiale alcun riferimento esplicito al cristianesimo. Questa è proprio una colossale sciocchezza.

#54
[font='Sans Serif predefinito', Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif]Miii, che verve. Un insieme di lallazioni che dicono tanto per non dire nulla. Eppure fra quel nulla emerge ciò che proprio non dovrebbe emergere, poiché non attinente al tema ed anche poco interessante. Paure, insicurezze, rabbia, odio. Davvero troppe cose. Che simpatica, getta pure sul tavolo le credenziali: "Non hai idea della persona che ti trovi di fronte!". Impressionante, una celebre scienziata della mente, addirittura. Basito, io, povero figlio di miseri insegnanti elementari, neppure in possesso di una straccio di laurea (ancorché del Cepu), oso interloquire? Travolto da siffatta sicumera, tronfia del proprio ego, come potrei replicare? [/font]
[font='Sans Serif predefinito', Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif]Non sapevo che si trattasse di una gara, e che qui dentro si selezionino vinti e vincitori (amo i vinti, mea sponte mi siederò da quella parte del tavolo). Molto infantile, davvero tanto, troppo infantile, soprattutto se certe stupidaggini provengono da una valente scienziata della mente.[/font]
[font='Sans Serif predefinito', Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif]Di nuovo la storia usata, abusata e ridicola anziché no del "portali a casa tua!". Atteso che dove abito io non è luogo di vacanza, non mi voglio sottrarre alle sue reiterate sollecitazioni in tal senso: ci sto, a patto che anche lei, mia valente scienziata della mente, dismetta quei panni lamentosi e quel contegno tremebondo e faccia, per contropartita, qualcosa di utile e produttivo per la parte da lei perorata. Smetta di berciare sui forum e faccia qualcosa di produttivo. Vediamo! Se a me, in coerenza con quanto affermo, competerebbe ospitare gratuitamente qualche negraccio o negraccia in casa mia, a lei, come minimo, dovrebbe spettare il compito di ergersi impavida a difesa delle nostre frontiere. Bene, quando io vedrò con i miei occhi i paladini della purezza delle nostre tradizioni e della nostra cultura schierati sulle frontiere meridionale e settentrionale, armi in pugno, pronti a dare la propria vita pur di scacciare o impedire all'invasore di usurpare il sacro suolo della patria avita (scommetto che la retorica è gradita, la riporta alle glorie di un tempo). Mi raccomando, mirate alla testa, nessuno deve uscirne vivo. Ricacciateli in mare, armatevi, partite, quando tornerete saremo vincitori ... Ehia Ehia Alalà![/font]
[font='Sans Serif predefinito', Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif]Mi ciarla poi di identità di un popolo. Strepitoso: scienziata della mente, ma poco avvezza a confrontarsi con altri argomenti. Quale popolo? Le identità sono molteplici e i popoli sono più d'uno. Io, per esempio, prima di finire ospite nella struttura di salute mentale di Aversa, vivevo in una terra che ha ben poco di italiano: lingua, tradizioni, cultura, geografia, storia... insomma , tutto. Di che ciancia?[/font]
[font='Sans Serif predefinito', Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif]Ultima cosa. Ma se è stufa di parlare di certe cose, che parrebbe l'annoino, la sua elevata cultura non è in grado di suggerirle che non vi è alcun obbligo alla replica, che non dovrebbe esserci una prescrizione medica che le imponga di intervenire su questioni che la infastidiscono?[/font]
[font='Sans Serif predefinito', Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif]Bene, ho concluso questo intervento OT in risposta ai suoi molteplici interventi isterici e tutti OT. [/font]
[font='Sans Serif predefinito', Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif]Per ora la saluto con gran simpatia.[/font]

[font='Sans Serif predefinito', Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif]P.s.: qualcuno mi dica come eliminare sto cavolo di fastidiosissima formattazione[/font]
#55
Se noti, fra l'altro ed a proposito di supposta superiorità della civiltà occidentale, quasi tutti nel pretendere a gran voce che si ponga un freno a questo flusso migratorio, cadono nel paradosso di voler limitare, se non addirittura abrogare, proprio quegli elementi che distinguono il mondo occidentale da quello orientale. Chiedono la compressione della libertà personale, la limitazione della libera circolazione delle persone, il dislocamento di forze di polizia, se non dell'esercito alle nostre frontiere. Insomma, la militarizzazione del territorio, trasformando così il Paese in uno Stato di polizia. Non troppo dissimile, dunque, da quello che per altri versi additano come esempio di dittatura da aborrire. 
È proprio strano l'essere umano: quando dà voce alla pancia non si rende conto che la buca che scava per gli altri ben presto serberà il suo corpo.
#56
Non credo ci sia una programmazione in questo assurdo processo di causa effetto. Bush quando mise in ginocchio la tirannia di Saddam Hussein non fu in grado di valutare quale potesse essere l'effetto della sua rancorosa esportazione di 'civiltà', malgrado tutti gli avvertimenti che gli sono piovuti addosso. Abbiamo poi visto quale tipo di civiltà evoluta ha saputo impiantare in quella zona geografica.
Quando una potenza occidentale corre al capezzale di un altro Paese agonizzante, non si tratta mai di filantropia, bensì di biglietto verde.
#57
[font='Sans Serif predefinito', Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif]Non si può scoprire oggi che al mondo esiste anche il Male. E' un dato di fatto. Non so quanti fra quelli che operano nel mondo delle Onlus siano in buona fede e quanti non lo siano. E' un inventario impossibile da conoscere nei dettagli. Il fenomeno va guardato nella sua complessità, non  per frammenti, poi sempre e solo quelli che più fanno comodo a certe ideologie, per un verso o per l'altro.[/font]
[font='Sans Serif predefinito', Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif]L'esodo è biblico. Le cause sono svariate. [/font]
[font='Sans Serif predefinito', Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif]Perché oggi e non prima? Non è vero! Le migrazioni di massa ci sono sempre state: ieri erano gli italiani, poco dopo i boat people vietnamiti, successivamente gli albanesi. Ciascuna di esse è legata a qualcosa che ha sconvolto gli equilibri dell'ecosistema umano in quella determinata parte del mondo. Talvolta si è trattato di carestie o cause naturali (Biafra, Eritrea...); talaltra di bruschi interventi umani (Vietnam, per esempio); in altre circostanze il giusto desiderio di rendere migliori le proprie condizioni di vita (italiani). Insomma, le cause sono molteplici e gli effetti sempre gli stessi: la fuga, l'emigrazione.[/font]
[font='Sans Serif predefinito', Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif]Non so quanto ci sia di genuino nella corsa al salvataggio. Credo che ci siano persone che si felicitano per il loro arrivo, pensando al proprio tornaconto economico o elettorale. In fin dei conti per L'Aquila qualcuno sghignazzò, pensando alla ricostruzione e ai suoi sporchi affari. Non per questo si può rinunciare a ricostruire una delle più belle città d'Italia. Esiste la mafia, si è infiltrata in ogni dove. Sappiamo con certezza che spesso gestisce e indirizza gli appalti pubblici. Perciò dovremmo rinunciare ad indispensabili investimenti in settori strategici? Il terrorismo di destra e delle Brigate Rosse non è stato sconfitto rinchiudendoci dentro un bunker inespugnabile. Solo la paura può dettare atteggiamenti di chiusura. Pensi che veramente dovremmo cedere all'Isis perché è composto da bestie? Dovremmo forse rinchiuderci dentro casa? [/font]
[font='Sans Serif predefinito', Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif]Penso che fra i tanti che operano nel 'salvamento a mare', nell'accoglienza e nelle attività di soccorso umanitario ci siano individui spregevoli, come pure tantissimi altri che spendono se stessi in un qualcosa di profondo, in cui credono intimamente. Mi pregio di conoscerne anche qualcuno. Questi spesso sono appellati in maniera dispregiativa 'anime belle'. Pazienza! Non ha importanza. Io sono intimamente convinto che il pianto o la gioia dei soccorritori per una vita persa o un'altra strappata alla morte certa non siano parte della rappresentazione teatrale che qualche strano personaggio vorrebbe dipingere.[/font]
#58
Citazione di: Fharenight il 12 Giugno 2017, 12:10:50 PM
Non è tutto roseo e meraviglioso? È meraviglioso invece




Tutte qui le tue capacità di replica, di argomentare la tua opinione?
[font='Sans Serif predefinito', Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif]Faccio sommessamente notare che non è mai corretto cercare di personalizzare una discussione. Non perché si rischi di diventare offensivi, con me non funzionerebbe. Soprattutto perché non conosci il tuo interlocutore, e ciò che pensa e sente non sono elementi che si offrono alla tua disponibilità di valutazione, non sono neppure necessari per l'economia del confronto. Non sai nulla delle sue esperienze pregresse, del suo eventuale impegno, della sua sincerità o ipocrisia. Per esempio, mi attribuisci dolcezza, ma potrei essere ben diverso da come a prima vista mi percepisci. Potrei, nel caso, scrivere da un manicomio criminale o da un carcere, e non è detto che non sia proprio così.[/font]
[font='Sans Serif predefinito', Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif]Per il resto ben poco di importante da annotare, se non l'unico elemento che val la pena evidenziare. Non è facile interloquire con argomentazioni razionali a chi oppone solo isteriche reazioni viscerali. Prova a rileggere con serenità, facendoti forte della consapevolezza che né io né te, attraverso le rispettive argomentazioni, potremo essere gli attori principali di una rappresentazione che, pur con i rispettivi limiti, insiti in ciascuno di noi, potremo solo osservare e giudicare.[/font]
#59
Citazione
Il costo previsto per l'accoglienza in Italia per il 2017 supera i 4,5 mld di euro. Grancassa, berci e furore! Non possiamo permettercelo. Il solo Inps, senza considerare gli introiti erariali, incamera annualmente dal 'mondo immigrazione' oltre 5,8 mld di contribuzioni previdenziali (fonte INPS, anno 2016... stizzitevi pure).

Onestà intellettuale vuole che si ammetta, ed io lo faccio, che mentre le spese a budget sono riconducibili alle recenti immigrazioni di massa – quindi sbarchi, ma non solo, e compagnia cantante -, le contribuzioni Inps sono da ascrivere principalmente a quelle pregresse. Di individui e gruppi di persone ormai stabilitisi in modo più o meno organico ed armonioso nel nostro territorio.

Cioè individui che svolgono un'attività lavorativa remunerata. Si tratta comunque del solo dato Inps, quello erariale è notevolmente superiore.
In poche parole, il complesso problema economico connesso all'immigrazione è totalmente coperto dall'immigrazione stessa, con notevoli avanzi. Per comprenderci meglio, se sul territorio nazionale non ci fosse un solo immigrato, l'Italia sarebbe certamente più povera.


Urlate ed inveite pure. Questi sono dati ufficiali facilmente ricavabili attingendo informazioni reali dai siti istituzionali e non bufale dall'immaginifico mondo del web. 

Altro mito da sfatare. Quasi mi vergogno. Alloggiati in hotel di lusso, percependo ben 35€ (45 per i minori) al giorno (1.050 € mensili), per non fare nulla, mentre le pensioni degli italiani a mala pena arrivano ai 700€ medi mensili.

Idiozie degne di Salvini e del 'reddito di cittadinanza'. Agli immigrati, in attesa che sia definito il loro status (mesi e mesi, se non anni), ospitati negli ex Cie, ora Cpr (centri permanenza e rimpatrio, legge Minniti-Orlando), è attribuito esclusivamente il 'pocket money', pari ad €2,5 giornaliere. Finalità? necessità personali. Quali? Essenzialmente mantenere i contatti con la propria famiglia di provenienza, oltremare.

Il resto, 32,50€ giornaliere, è per l'accoglienza (vitto e alloggio, quando ci sono). In questi 32,50€ pro capite giornaliere si annida il Buzzi di turno. Addebitiamo anche il nostro saper essere spregevoli e senza scrupoli agli immigrati?

Accade che, sovente, la necessità aguzzi l'ingegno, per cui non è raro incrociare questi sporchi 'negri' bighellonare sfaccendati con cellulari ultima generazione (che idiozia) per le nostre piazze. Risposta semplice: sfruttano il free wifi e tesaurizzano il 'pocket money' per mangiare, non certo per finanziarsi gite di piacere. Conoscere è sempre meglio di ignorare.

Con ciò non mi sogno di credere che fra questa marea bruna non si annidino delinquenti, spacciatori, stupratori. Ma qualcuno mi sussurrò una volta che la responsabilità per i reati che si compiono sia sempre personale, non collettiva (fattevelo confermare da un giurista). Siano dunque individuati i criminali spacciatori, stupratori, ladri ed assassini e la giustizia segua il suo corso.
Siamo invasi da una marea bruna proveniente dall'Africa, che sbarca sulle nostre coste e ci ruba lavoro, tranquillità, obesità ed ozio.


Lasciamo che parlino i numeri.
In Italia sono presenti circa 5mln di stranieri, 8,3% della popolazione residente (registrati, regolari... Poi non è proprio così, gli uffici anagrafe dei comuni, le Questure e il Ministero degli interni, troppo spesso non hanno notizia dei rimpatri volontari e quindi non procedono alle relative cancellazioni). Il numero degli irregolari, poiché son tali, non è noto, solo stimato.


Di questi 5mln, 1,5 sono comunitari, 3,5 extracomunitari. Al 1-1-2016, questi ultimi risultano in calo rispetto alla stessa data di rilevazione dell'anno precedente, di circa 13.000 unità, mentre crescono gli immigrati comunitari (soprattutto romeni). Le prime dieci comunità sono: Romania 23%; Albania 9,3%; Marocco 8,7%; Cina 5,4%; Ucraina 4,6%; Filippine 3,3%; India 3,0%; Moldova 2,8%; Bangladesh 2,4%; Egitto 2,2%.

Evidente che l'aggressione non arriva dal mare. Fattevene una ragione. Rumeni, albanesi, cinesi, ucraini, indiani, moldavi e filippini – almeno il 60% del totale – non si imbarcano in Libia, Tunisia ed Algeria per approdare in terra italica. Non abbiate timore, i mori non stupreranno le nostre donne.
Un esercito di uomini famelici insidia i nostri territori di caccia. Le donne rappresentano il 52,6% del totale. Siate sereni, forse anche i paciosi ebeti salviniani troveranno qualcuna che li coccoli.
Ma vengono tutti in Italia. Falso! Germania, Francia, Gran Bretagna, Spagna accolgono in termini assoluti più immigrati extracomunitari di quanto faccia l'Italia; in termini percentuali rispetto alla popolazione 'autoctona' (sic!), Austria, Irlanda, Belgio, Germania, Spagna, Gran Bretagna fanno assai di più dell'Italia.


I dati sono aggiornati al 1-1-2016, fonte Istat.
Amen.


Con ciò non voglio dire che tutto sia roseo e meraviglioso, ma per favore, smettiamo di farci prendere dall'isteria e dall'ansia. Impediamo che una tragedia umanitaria sia strumentalizzate per finalità elettorali. Rifiutiamoci di prestarci come strumenti imbelli nelle mani di luride persone.

#60
Ci sono in Italia strani personaggi che, instupiditi da una facile propaganda dal costo irrisorio e dal valore ancor più insulso, son convinti che fare quel genere di traversata sia una gioiosa gita per mare. 
Ci son povere menti che, rincitrullite dalle proprie paure, nel vedere questi ragazzi di colore 'bigollenare' 'spensierati' per le vie delle nostre città li confondano per gaudenti e satolli turisti ben pasciuti e ancor meglio vestiti. 
Ci son strani individui che, obnubilati dal disprezzo che provano verso tutto ciò che non fa pendant con le proprie smanie estetiche, nel vedere questi 'negri' scorazzare per vie e piazze con in mano un cellulare immaginino che sia un lusso ben maggiore di quanto possano permettersi loro.
Strane creature che difficilmente riuscirebbero a credere che quell'apparecchio, vetusto e spesso senza scheda telefonica, purché abbia il wi fi, è l'unico collegamento possibile con la propria famiglia. Inutile dir loro, a questi vacui figuri, che il loro bigollenare per piazze è sovente la ricerca di un punto wi fi free... Ciò che consente di trattenere per sé i 2,50€ del pocket money, che è appunto il quantum viene corrisposto quotidianamente per consentirgli di mantenere i contatti con i propri cari...
Ma che ci si può fare? Il web è stracolmo di bufale ed attingervi è operazione assai agevole.