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Mostra messaggi MenuCitazione di: Jean il 17 Settembre 2017, 18:44:23 PM
Mi piace il tuo modo d'applicarti nella pittura, condividendo il tuo lavoro e cercando il confronto, non è da tutti (non che sia meglio o peggio, a ognuno il suo).
Ma c'è arte e arte e nello specifico (di questo quadro) ciò che più m'ha toccato... è l'arte nel risponder ai commenti... ho apprezzato il tuo modo "inclusivo" e non saprei far di meglio.
Qual che sia il motivo d'uno scambio (qui d'opinioni) quel che alla fine rimane (per me) è la sensazione d'aver trascorso qualche minuto in (buona) compagnia... e di questi tempi non è poco...
Un cordiale saluto
Jean
Citazione di: Angelo Cannata il 16 Settembre 2017, 21:34:00 PM
Se sentivi bisogno di fumare, cioè fare del male ai tuoi polmoni, quindi accorciare le tue probabilità di vita, mi viene qualche dubbio riguardo all'effettività della pace di cui parli. Purtroppo noi esseri umani siamo capaci di ritenerci felici e affermarlo davanti a tutti anche mentre facciamo del male a noi stessi. È per questo che io sono sempre scettico quando le persone mi dicono di stare bene o di essere felici. Riguardo a questo, di conseguenza, non ho fiducia neanche in me stesso, neanche quando io mi ritengo felice. Trovo più salutare un cercare, che non sia certo un masochismo, ma almeno non cada ad occhi chiusi in illusioni di felicità mentre sto cadendo in qualche baratro.
D'altra parte, anche il quadro sembrerebbe mostrare cose diverse dalla pace: un spiaggia così affollata di ombrelloni e gommoni non è che ispiri grandi sentimenti di tranquillità. Addirittura, quelle due macchie bianche sull'acqua non sembrano certo schiuma di onde, ma viene il sospetto che si tratti di buste di plastica abbandonate sull'acqua.
Anche la prima impressione che si ricava dal titolo proposto, già prima di guardare il quadro, non è che favorisca molto una sensazione di sensibilità: perché richiamare l'attenzione al pedalò? Cos'ha di così profondo, importante, sensibile, il pedalò, al punto da diventare il titolo del quadro? Uno che sull'acqua pedala non mi dà la sensazione di uno che si lasci prendere dalle sensibilità più profonde per l'ambiente in cui si trova; soprattutto se dà così tanta importanza a questo pedalare da farne il titolo del quadro.
Non dimentico e non mi rimangio i pareri positivi che ho espresso sull'altra tua opera, Re dei colori, che ho voluto ospitare nel mio sito. Secondo me c'è in te una sensibilità, che però è a rischio di perdersi, di sparire, assorbita dalla massificazione, dalla superficialità.
Citazione di: Phil il 16 Settembre 2017, 23:12:18 PMAl riguardo, se m'è concesso un off topic che non è certo una "pubblicità progresso", distinguerei il fumo della sigaretta da quello del sigaro (di cui parla Patrick). Entrambi non sono certo salutari (ricordo agli eventuali giovani lettori che "il fumo è vietato ai minori", "il fumo uccide", etc.), ma il sigaro (come la pipa) non viene solitamente inspirato fin nei polmoni, ma gustato solo in bocca (non so se Patrick lo usi come una sigaretta, ma scommetterei di no), per cui appesantisce meno il respiro e appaga di più le papille gustative... la sua durata è inoltre di gran lunga superiore a quella di una sigaretta, per cui si presta ad essere compagno di riflessione molto più fedele e contemplativo (credo che molti di coloro che si siano trovati in compagnia di un sigaro o di una pipa in un momento di quiete silenziosa, di appartato e sereno otium, sappia a quale complice compagnia alludo
). D'altronde la nocività insita nel fumo (che non è sempre vissuto come un vizio per chi lo pratica) non fa quasi mai parte dell'esperienza del vissuto: il nostro Patrick, mentre fumava, probabilmente non avvertiva il minimo dolore, né la minima sensazione di danneggiare il proprio corpo, per cui è decisamente plausibile che provasse un autentico senso di pace, fisica e mentale (il che, ripeto, non significa affatto che fumare non faccia male...).
Citazione di: Angelo Cannata il 16 Settembre 2017, 21:34:00 PMD'altra parte, anche il quadro sembrerebbe mostrare cose diverse dalla pace: un spiaggia così affollata di ombrelloni e gommoni non è che ispiri grandi sentimenti di tranquillità.Le suggestioni sono soggettive, quindi non intendo affatto contraddirti né tantomeno correggerti (non avrebbe senso!), ma soltanto dire la mia opinione... la pace, per come l'ho percepita, non è sullo sfondo; è in primo piano... sull'acqua... proprio nella distanza, nel distacco che separa il punto di vista dell'osservatore da quella spiaggia affollata (e la percezione dell'efficacia della distanza viene amplificata dalla poca accuratezza con cui sono stati ritratti soggetti e oggetti della spiaggia). Inoltre, la tonalità di celeste non è né eccessivamente chiara (ovvero emotivamente fredda), né eccessivamente scura (quindi in quel punto del mare non ci sono abissi o gorghi minacciosi), e le onde accennate che lo increspano leggermente coinvolgono suggestivamente l'udito, lasciando immaginare il pacato suono dello sciabordio, che va a sfumare o sovrastare il chiasso della spiaggia affollata.
Pur ammettendo che il nostro protagonista stesse pedalando (e non è sicuro sia così), forse è comunque solo una questione di vocabolario e dei preconcetti che abbiamo sul linguaggio evocativo: alcune parole hanno più fascino (per il campo semantico o gli esempi a cui le associamo), mentre altre invece, che solitamente fanno parte della vita quotidiana, sembrano indegne di comunicare emozioni... se al posto di "pedalò", avesse usato "scialuppa" o "pagoda", magari sarebbe risultato un po' più suggestivo (se invece avesse usato "canoa", sarebbe stato decisamente meno poetico). La conseguenza di questo settoriale filtro linguistico è che se voglio, ad esempio, descrivere la poesia insita dell'intimistico vagabondare in macchina (come esempio di catarsi postmoderna), devo usare con estrema cautela e perizia la parola "auto" o "macchina", mentre se leggiamo una poesia del '700 in cui l'autore parla di un giro a cavallo (ovvero l'equivalente delle auto all'epoca), la trovo un'immagine suggestiva quasi solo a causa della distanza storica (e i cavalli non si sono nemmeno estinti...
). Tutto ciò probabilmente perché a scuola ci hanno spesso insegnato che la poesia e l'arte provengono dal passato, che vanno onorate come reliquie, ma non possono essere vissute con pari profondità nella contemporaneità, parlando ad esempio di computer (il corrispettivo dei fascinosi "penna, calamaio e scrittoio" di epoche passate), nonostante il vissuto emotivo-poetico del poeta d'oggi abbia per oggetto magari proprio il computer. I "momenti poetici" oggi accadono infatti fra "macchine", "metropolitane", "computer", etc. e bandire o svalutare queste parole nel vocabolario della poesia attuale, è come se in altre epoche avessero voluto scrivere senza citare gli oggetti della realtà che li circondava. Forse oggi la poesia è pubblicamente in cattive acque (o almeno ben più torbide di quelle del quadro
) proprio perché spesso non può usare il "linguaggio del presente"; per cui o resta muta o fa l'antiquaria parafrasando il passato.
Citazione di: Angelo Cannata il 17 Settembre 2017, 00:06:05 AMContinuando l'osservazione, noto addirittura nel quadro un sintomo di una malattia sociale: mi riferisco a quegli alberi sullo sfondo, allineati a formare una barriera. Cosa c'è oltre quegli alberi? Lo sappiamo tutti: ci sono i problemi della politica, gli immigrati la disoccupazione, lo sfruttamento nel lavoro. Perché c'è quella barriera? Mi viene a risultare che l'al di qua di quegli alberi è il mondo di chi vuole dimenticare, vuole stare spensierato. Allora le cose sono due: o si tratta del dimenticare banale, normale, di chiunque vada in ferie, e allora si tratta, appunto, di banalità; oppure si tratta delle barriere che i ricchi sono soliti costruirsi per non disturbare la loro coscienza con la vista del loro prossimo, e allora è qualcosa di più grave della banalità. A ben vedere, quegli alberi mi sembrano tremare, così come mi sembrano tremare quelle nuvole, apparentemente pacifiche, ma i cui tratti sono molto increspati. Perciò mi sembra addirittura vederci un sintomo di malattia della società di oggi, che vuol far finta di essere serena, mentre in realtà le nuvole e gli alberi tremano di sofferenza.
Citazione di: acquario69 il 17 Settembre 2017, 03:31:18 AMBellissimo! appena l'ho guardato la primissima cosa che mi ha trasmesso e' stato il movimento delle onde e mi pareva pure di sentirle, tipico di chi sta al largo e i rumori intorno si fanno più distanti ma nitidi allo stesso tempo..una bellissima sensazione che dona calma e pace e che provo sempre in quella circostanza. E poi il quadro mi ha fatto tornare alla mente un episodio bellissimo che mi capito' a Malta nell'agosto 1992. (Malta l'ho trovata stupenda..boh chissà ora!!) in questa vacanza ero con un amico, quella mattina avevamo comprato un piccolo gommone gonfiabile. cosi quando abbiamo trovato una spiaggetta,lui e' rimasto a prendere il sole io invece ho preso questo gommone e mi sono avventurato a largo. A un certo punto sento un rumore, il gommone avrebbe come urtato qualcosa..strano perché intorno non avevo visto niente, poi spunta fuori dall'acqua una ragazza...mi avvicino, un po sorpreso cerco di prenderla con la mano, lei si aggrappa al gommone...i visi a un certo punto inevitabilmente si avvicinano tantissimo..e scatta il bacio...fu un exploit di sensazioni ed emozioni, tutte concentrate in quel preciso momento e in quella precisa situazione davvero speciale
Citazione di: Sariputra il 17 Settembre 2017, 08:15:02 AMSicuro che non si trattasse di una sirena?...Vedi l'effetto che provoca il fumare strani "sigari" sui gommoni?...Patrick, questo mi sembra il lavoro migliore tra quelli che hai postato fin qui sul forum. L'acqua del lago è paricolarmente viva e c'è un'armonia della pennellata complessiva che, per esempio, in parte mancava nel precedente ( contrasto tra la "durezza" delle nuvole e le rotondità del primo piano...). Ha un vago sapore impressionista, con la predominanza del tentativo di afferrare la luce che crea le sfumature d'azzurro. Dimmi se sbaglio...
Citazione di: Apeiron il 17 Settembre 2017, 10:04:27 AMRitengo che l'interpretazione di @Angelo Cannata sia plausibile e in genere anche io trovo difficile parlare di "pace" in questo contesto. Ma sinceramente alla fine l'interpretazione delle opere d'arte è qualcosa di molto soggettivo come del resto ho scritto qui https://www.riflessioni.it/logos/riflessioni-sull'arte/cos'e-per-voi-l'arte/. Soggettivo ma che cerca (paradossalmente) l'oggettività (o forse l'nter-soggettività) perchè vuole "eternalizzare" il momento in cui Patrick si è sentito in quelle "condizioni". Il rischio di razionalizzare troppo le opere d'arte è proprio quello di "mettere il nostro punto di vista" sull'opera come quello "giusto", cosa che può essere falso anche se il nostro punto vista è "plausibile". P.S. Patrick alcuni tuoi quadri li ritengo molto bellinon commento i tuoi argomenti perchè non sono un esperto di pittura e i miei commenti si limitano a dire "molto bello, mi ispira "pace"" o "mi ispira terrore" ecc. A me questo quadro mi da l'idea della fuga dal caos delle spiagge di Lazise, ossia una fuga nelle "calme" acque del Benaco (altro nome del Garda). Anche a me quindi non da completamente un senso di pace. Ma ognuno è "ispirato" a modo suo...
Citazione di: acquario69 il 13 Settembre 2017, 05:47:26 AMGrazie! bello sapere che ti ci immergi dopo un po' che lo guardi.. ho guardato un po' il cielo quando splendeva la luna in questi giorni.. è sempre un emozione dipingere la luna.. e veramente una sfida. Sono contento anche che le nuvole ti piacciano.. cercherò sempre di sperimentare anche nei quadri futuri, scopro diversi aspetti interessanti del processo creativo
bello!!!...a guardarlo,dopo un po mi sembra come di esserci in quel posto.. la luna cosi brillante,con i suoi magici riflessi nella notte...una notte "molto intensa", questa e' la mia sensazione particolare.
sulle nuvole...fatte in quel modo mi ha trasmesso la forza del vento!..come se le rendesse davvero mobili e cangianti!
Citazione di: Jean il 12 Settembre 2017, 21:05:02 PMGrazie Jean, wow andrò a leggere il tuo post in filosofia, sono curioso! Volentieri, mandami pure la foto. Si, credo alle coincidenze
Ottimo lavoro, Patrick...
è esattamente la scogliera di cui parlo (e seguirò a parlarne) nel post 280 in (filosofia) Al di là dell'aldilà... ti sei ben lasciato trasportare...
... potrei (con molta calma) mandarti una foto... l'isola davanti è Capraia...
Ci credi alle coincidenze (sincronicità)?
Un cordiale saluto
Jean