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Messaggi - Phil

#451
Alternative:
4*2/1+2=8*1-4-3+9
42x12=8x1x(4+3)x9
#452
Possibile "attenuante": l'incongruenza fra corsivo e stampatello sembra riguardare anche la lettera «o» e, in un caso, anche la «b»; potrebbe non essere dunque solo una quesitone di firma ed abitudine.
#453
Tematiche Filosofiche / Re: Etica ed omologazione
29 Luglio 2023, 15:27:53 PM
Citazione di: Jacopus il 28 Luglio 2023, 11:33:29 AMuna dialettica viva che mantenga in tensione gli estremi della necessità di una uniformazione etica (appunto omologazione) e l'altro estremo della necessità di convivenza con altre etiche (eterologazione). In questo caso si deve raggiungere il consenso sotto un tetto comune che non è più etico ma metaetico.
Nondimeno una metaetica rischia comunque di riprodurre a livello sovrastrutturale le aporie strutturali delle etiche nel loro eventuale collidere. Detto altrimenti: se le metaetiche diventano più d'una, si ripropone il problema della loro mediazione e relazione; se invece tale metaetica fosse una, si porrebbe («si» sia impersonale che riflessivo) il consueto problema del fondamento, unico e/o assoluto, che ne consenta una chiara identificazione e poi ne giustifichi la legittima supremazia, scongiurando il successo, teoretico e/o sociale, di altre "false" metaetiche antagoniste o "concorrenziali".
Come dire: se in una società si ritrovano a convivere più religioni (mamme o zie, anche se talvolta disconosciute, di ogni etica che abbia mai sentito) non ci può essere una meta-religione a regolarne i rapporti, perché manca la meta-divinità che faccia da moderatore fra Gesù, Maometto, etc. Qualcosa di simile potrebbe accadere, anzi accade, se anziché parlare di divinità, parliamo di Bene.
Giocando con le parole, potremmo dire che solitamente (metafisica docet) è "l'etica dell'etica" a presuppore la spinta dell'omo-logazione (o universalizzazione): non sarebbe forse un bene se il bene fosse accettato da tutti in quanto tale? Non sarebbe forse non-etico se il bene fosse ignorato dagli altri, nonostante tu (dico per dire, niente di personale) ne sia a conoscenza? Omo-lagarsi (in sesnso etimologico, come evidenziato dal trattino, non in senso dispregiativo) al bene non è bene?
A questo punto, se non si crede sia un bene l'omo-logazione degli altri al bene o addirittuta lo si giudica male (e ciò sarebbe bene?): o tale bene non prevede un plus-valore etico nella sua diffusione (un bene per pochi eletti che lo custodiscono e amministrano?), o è un bene debole e soggettivo (che per altri potrebbe anche essere male, quindi non va universalizzato) o è un bene che prevede una comprensione e una prassi che non possono essere né comunicate né verificate (qui forse siamo nel mistico, più che nell'etica).

P.s.
Ci sarebbe poi, scendendo dall'Iperuranio del Bene, il discorso politico: ad esempio, quando si vota in un referendum, si vuole solo "comunicare" ciò che si ritiene giusto, oppure si esprime la propria volontà affinché, ciò che si reputa bene, debba esser ritenuto giusto per leggetutti poi si debbano omologare comportare di conseguenza? La risposta, pur essendo politica più che etica, può secondo me aiutare a capire il proprio rapporto (e anche quello altrui) con l'omologazione etica.
#454
Sulla domotica sono stato ingiusto, probabilmente sbagliando: considerando i suoi sviluppi più "spinti", può essere intesa anche come elemento transumanista, nel senso che in fondo modifica l'ambiente domestico integrando l'apporto umano a quello artificiale nella gestione delle varie componenti, anche da remoto (IoT) e magari anche coinvolgendo l'intelligenza artificiale (ma non sono abbastanza ferrato in materia per sbilanciarmi troppo). Ecco, direi che quando ChatGPT non sarà più solo una chat su un sito da visitare per porre domande, ma sarà più integrata nell'habitat umano (come i navigatori sono ormai integrati nelle auto), magari domestico più che professionale (come già lo sono Alexa, Siri o simili), allora il suo ruolo transumanista sarà nettamente più rilevante (fermo restando che l'AI, in quanto punta di diamante dell'informatica, sarà sicuramente uno degli "attori" del transumanenismo).
Nondimeno, lo "zoccolo duro" del transumanesimo credo sia un'ibridazione anche biologica dell'uomo, non solo pragmatica; comunque è giusto non sottovalutarne gli aspetti meno suggestivi e già sommessamente in via di diffusione (grazie @niko per l'input).
#455
Citazione di: niko il 29 Luglio 2023, 01:24:54 AMSe mi dici che chat gpt non c'entra niente con il transumanesimo, mi dispiace ma non sei preparato sul concetto di transumanesimo, a prescindere dall'opinione, a questo punto, mi dispiace dirlo, non informata, che ne potresti avere.

In chat gpt riponiamo complessivamente, (come umanita') speranze pratiche, eudaimonistiche, cognitive e finanche estetiche, visto che essa si propone esplicitamente la finalita' di produrre testi belli, oltreche' utili.
Correggimi pure se sbaglio, ma il transumanesimo non è tale perché chiede alla tecnologia di produrre qualcosa di "bello" o di facilitare i lavori umani, altrimenti anche una stampante a colori o la domotica sarebbero feticci transumanisti. Il transumanesimo è tale se viene meno la "distanza ontologica" fra uomo e tecnologia, non se la tecnologia si fa semplicemente più "potente", restando oggetto artificiale ben distinto separato dal soggetto umano, ossia non (ancora) transumano. Non mi pare sia meramente questione di riporre speranze nel machine learning, ma piuttosto di ibridare l'umano con il tecnologico, dove per «ibridare» si intendono nanotecnologie, chip sottopelle, supporti esterni per la coscienza, etc. e magari anche innovazioni sociali, ma non fare domande a un chatbot particolarmente dotato (che non mi risulti abbia «esplicitamente la finalita' di produrre testi belli»). Il «trans» sta nel transito verso una nuova forma di "essere umano", non semplicemente nell'essere spettatore di produzioni semantiche (gli output di ChatGPT) o nell'aver maggior comfort nelle proprie attività.
Forse ho solo un approccio poco "divulgativo" al transumanesimo; nel dubbio, questa è la pagina, sicuramente divulgativa, di wikipedia.

P.s.
Aggiungo anche il link al manifesto dei transumanisti italiani: http://www.transumanisti.it/1.asp?idPagina=3
#456
Stando a un recente studio, per quanto ancora in discussione, sembra che anche ChatGPT abbia le sue curve di apprendimento e il suo miglioramento non sia lineare o "solo questione di tempo" come si potrebbe pensare (fonte).
#457
Attualità / Re: Guerra in Ucraina III
28 Luglio 2023, 19:59:13 PM
L'atleta ucraina sembra esser stata riammessa (fonte) e gli atleti russi, da quel che ho capito, risultano neutrali, cioè iscritti a titolo personale e non come rappresentanti della propria nazione (mi pare non ci sia nemmeno la bandierina della Russia affianco al loro nome durante le gare).
#458
Attualità / Re: Guerra in Ucraina III
28 Luglio 2023, 17:10:44 PM
Citazione di: niko il 28 Luglio 2023, 15:16:28 PMVince la russa, che la mano l'aveva tesa.
Non ha vinto la gara: pur essendo stata squalificata la sua rivale, l'atleta russa non si è qualificata, avendo comunque perso; ne ha beneficiato un'atleta bulgara, che ha passato il turno in sostituzione delle due litiganti (fonte).

Citazione di: anthonyi il 28 Luglio 2023, 16:13:10 PMPersonalmente non capisco come possano esserci ancora competizioni internazionali alle quali partecipano atleti russi sotto la loro bandiera. [...] a titolo puramente provocatorio, le due atlete ucraine si sono trovate casualmente contro due atlete russe.
Pare che gli atleti russi gareggino sotto bandiera neutrale e che gli accoppiamenti siano stati decisi da un sorteggio (fonte)
#459
Citazione di: niko il 28 Luglio 2023, 16:16:58 PMLa "personalita' " è la "volonta' " di questo qualcuno non sono nemmeno da dimostrare e da provare, derivano semicemente dalle speranze, pratiche, esistenziali e operative, e quindi indirettamente sempre anche etiche, che in "lui" sono riposte.

E' il transumanesimo.
Resta cruciale, per il successo comunicativo fra umani (e non), non usare significati troppo "personalizzati": un sito a cui collegarsi o un programma per ottenere informazioni in forma dialogica non sono intesi solitamente come tasselli del «transumanesimo»; così come «personalità» e «volontà», per loro natura, non sono solitamente intese come infuse da «speranze, pratiche, esistenziali e operative, e quindi indirettamente sempre anche etiche». "Personalità" e "volontà" fra virgolette alte sono invece metafore, che richiedono dunque adeguata comprensione a prova di "leggerezze cognitive" (e fantomatici inganni che ne derivano).
Sin dalle sue schermate di benvenuto (con annessi moniti) ChatGPT è introdotta e spiegata in modo chiaro e onesto (usare per credere); fermo restando che, se non si leggono le istruzioni, le giacche staranno sempre "scomode" nel frigorifero.
#460
Citazione di: niko il 28 Luglio 2023, 14:23:54 PME' come se tu mi dicessi che, se costruisco un martello, poi e' una mia debolezza cognitiva se lo uso come un martello.
Se costruisci un martello e affermi esplicitamente che è un martello, ma poi qualcuno lo usa come arma del delitto, non credo tu debba essere tacciato come venditore di armi. Detto fuor di metafora: sia l'AI che ChatGPT, da quel che so, non sono mai stati presentati come coscienze, forme di vita, etc. ma come chatbot, programmi, etc. se qualcuno li "eleva" a forme di coscienza o vita, il passo falso interpretativo è suo, non dell'AI né di chi la produce (se non leggo le istruzioni del frigorifero e lo uso come armadio, poi non dovrei lamentarmi con chi produce frigoriferi che le giacche ci entrano male).

Citazione di: niko il 28 Luglio 2023, 14:23:54 PMNon esiste un modo predefinito standard per dialogare con un umano e un altro per dialogare con una macchina.
Infatti con la macchina non stai dia-logando o di-alogando davvero, stai solo dando input e ricevendo output (come con una calcolatrice, scendendo molto di livello); sono input e output in forma testuale, ma non è obbligatorio farsi ingannare; anche perché, fino a prova contraria, nessuno sta cercando di farlo.

Citazione di: niko il 28 Luglio 2023, 14:23:54 PMSe io non credessi che esiste almeno la possibilita' teorica che qualcuno proietti identificazioni vitali e vitalistiche in quel pupazzo e lo scambi entro una certa misura per vivo, non lo costruirei.
Per essere coerente e stare al gioco, tuttavia, dovresti evitare allora di dire subito a tutti che è un pupazzo, e magari anche non far dire al pupazzo stesso che è tale (o no?).

Citazione di: niko il 28 Luglio 2023, 14:23:54 PMLa macchina simula la sua volonta' con la complessita', ovvero, come ti ho detto con una complessita' cosi' insondabile che si traduce in casualita'.
Nel dialogo con ChatGPT, non ho finora riscontrato traccia di volontà simulata né dissimulata; potresti chiederglielo... se poi ti fidi della risposta. Che "tramite la complessità si simuli la volontà" è un salto (il)logico che richiama ancora una volta la "leggerezza" dell'interprete: ciò che è molto complesso lo è perché ha una sua volontà? Forse è la "spiegazione" che in natura spinge(va) al panteismo o al panpsichismo, ma qui è ancor meno percorribile perché sappiamo già, anche solo dal nome (sempre senza leggere nemmeno le istruzioni per l'uso), che si tratta di artificialità (ossia linee di codice, etc.)
#461
Citazione di: niko il 28 Luglio 2023, 12:02:28 PMIo credo che la conversazione sia sempre intrinsecamente etica.

C'e' eticita' nella comunicazione a distanza insita in una prassi tecnica millenaria come la scrittura, figuriamoci se non c'e' eticita' nel dialogare con chat gpt.
Dipende molto da come intendi l'etica e la conversazione: è un rapporto etico conversazionale dare input ad un programma che produce output? Non è una domanda retorica, chiedo per comprendere; se mi dici che per te il rapporto etico c'è, mi va bene e non c'è nulla da "falsificare".

Citazione di: niko il 28 Luglio 2023, 12:02:28 PMMa se io voglio godere delle superiori capacita' di intrattenimento, dialogo, informazione, di una coscienza artificiale, devo trattarla come una coscienza (almeno originariamente) viva.
Su cosa si fonda quel «devo»? Perché devo trattare come «(almeno originariamente) viva» un'intelligenza artificiale (non la chiamerei affatto «coscienza») pur sapendo che è, appunto, artificiale e non viva? Perché devo fingere (inutilmente, ai fini della fruizione) che stia chattando con una forma di vita? Perché devo fingere che un motore di ricerca sia un bibliotecario o un navigatore sia un compagno di viaggio che sa la strada?

Citazione di: niko il 28 Luglio 2023, 12:02:28 PMSe la simulazione artificiale della vita e' un "inganno" , nel momento in cui io, umano, costruisco volontariamente un simulatore, sono nella condizione in cui voglio essere ingannato.

Se non avessi voluto essere ingannato, non avrei costruito quella "coscienza' nella forma e con l'interfaccia di una coscienza.
Non credo, infelici metafore a parte, che ChatGPT o l'AI ci siano proposte per essere credute come "forme di vita" (e si ritorna alla "leggerezza cognitiva" dell'utente). Se sono stati progettati esplicitamente per simulare, bisogna pur dare un senso a tale simulazione, che è come quando un prestigiatore ci dice «ora ti faccio vedere un trucco», e non «ora faccio qualcosa di magico». La differenza fra trucco e magia è quella fra simulazione della vita e fantomatica "produzione di forme di vita alternativa". Se crei un pupazzo con le tue mani, puoi anche affermare in pubblico che esso sia un essere vivente, ma non puoi convincere te stesso realmente di ciò, né puoi ritenerlo un soggetto etico come fosse un tuo simile (o sbaglio?).

Citazione di: niko il 28 Luglio 2023, 12:02:28 PMQui l'accesso alla fruizione, e finanche la teleologia della costruzione originaria e della fruizione, prevede l'eticita' della fruizione. E la prevede

"Che lo si voglia o no",

nel senso che lo si e' gia' voluto in passato in modo relativamente irreversibile, scegliendo di costruire certi dispositivi e di utilizzarli
Non colgo la prescrizione dell'eticità nel disporre di uno strumento dichiaratamente artificiale e volto alla simulazione. Come tu stesso osservi in seguito, ChatGPT non è un messaggio di un mittente, soprattutto alla luce del fatto che le sue risposte esulano dal controllo e prevedibilità dei suoi stessi creatori; siamo ben oltre la disseminazione semantica, l'invio di senso e l'autonomia del testo di cui parlano i postmoderni. L'unico tratto "umano" (o meglio, umanizzato dagli umani) di ChatGPT è la lingua con cui traduce le sue operazioni binarie. Possiamo accettare la sua simulazione e stare al gioco, ma non è impossibile (anzi...) mantenere coscienza (umana) del gioco, in quanto tale, a cui si sta giocando e, soprattutto, della non-umanità (e non eticità) di alcuni giocatori coinvolti (sarebbe un'etica a senso unico nei confronti di uno "pseudo-agente etico interattivo", ma non indulgerei troppo in "fanta-etica").
#462
@Eutidemo

Nel riproporre l'enigma forse conviene ambientarlo in un altro contesto: non so se si possa dare per scontato che chi prova a risolverlo contempli la possibilità che a un prigioniero siano state lasciate delle monete in tasca... nell'immaginario collettivo, un prigioniero forse non ha nemmeno abiti con tasche (o mi sono perso qualche indizio in merito?).
#463
Citazione di: Ipazia il 28 Luglio 2023, 06:48:54 AMAnche l'etica è simulabile attraverso l'omologazione
Rapida nota di passaggio (sperando di non deviare il topic verso i massimi sistemi meta-fisici): l'etica non è simulabile tramite l'omologazione, poiché l'etica dell'omologato è comunque un'etica; salvo non riconoscerlo come soggetto etico (il che richiederebbe un'etica decisamente poco tollerante, per quanto non certo impossibile da formulare ed infatti ha già avuto il suo ruolo nella storia, recente e non, in Europa e non).
A dirla tutta, l'etica, o meglio, ogni etica mira solitamente proprio all'omologazione: il discorso unico, omo-logos, in cui tutti concordano su cosa è bene e cosa è male e, magari, si comportano tutti allo stesso modo seguendo il bene (u-topia, ma l'obiettivo solitamente è quello e, secondo me, conviene esserne coscienti, soprattutto nel confronto "verticale" con le altre etiche).
#464
Citazione di: niko il 27 Luglio 2023, 12:04:28 PMPer fare un esempio facile, immaggina un ambiente virtuale, come un videogioco, o anche un semplice scambio di lettere o messaggi tra due soggetti che per un certo tempo non si incontrano fisicamente e usano queste lettere come unico loro mezzo di interazione: noi uomini di oggi passiamo gia' un sacco di tempo davanti ai videogiochi o ai software di messaggistica, figurati i nostri nipoti, quanto potrebbero passare.

La simulazione della vita, spesso non e' biotecnologica ma telematica: ora, tu non puoi fare il "test del pollice per sgamare gli androidi" con uno con cui ti stai massaggiando in rete, o almeno non puoi farlo per un po', cosi' come potresti non poterlo fare efficacemente in un videogioco
[...]
L'etica non entra in gioco solo quando e' implicata la violenza fisica o l'omicidio, (situazioni che comportano la modifica violenta dei corpi) ma anche quando e' implicato il rispetto dei sentimenti propri e altrui in una relazione di amicizia o di amore, o lo scambio di segreti importanti per coloro che li detengono e la decisione di se condividerli o no, banalmente spesso codici per accedere a denaro, e mille altre cose e situazioni che potrebbero avvenire con poco o nullo coinvolgimento corporeo, soprattutto inizialmente.
Ho proposto l'improvvisato "test del dito" perché avevi parlato di decidere di vite umane (da distinguere da "impostori" androidi); se lo scenario è invece un videogioco di massa o un forum, l'importanza dell'identificazione cambia drasticamente (anche perché, magari sbaglio, bot-giocatori e bot-interlocutori credo già esistano e non hanno peso nelle sentenze di vita o di morte umana). Già oggi ci sono contesti in cui ricorrere all'impronta digitale è utile, ma per fortuna per scrivere su Logos non ci è stata chiesta è potrebbero essere tutti bot tranne te. Scherzi a parte, quando la scelta sarà importante, non ludica, la fisiologia umana difficilmente non potrà essere garante (non amo usare il futuro e fare profezie, ma qui lo faccio per seguire il tuo tendere al futuro), per manifeste questioni materiali, della possibilità di distinguere il sintetico-artificiale dal biologico.
Nei contesti più seri, la questione dell'autenticazione dell'identità umana è già affrontata (e molto agevolata) proprio grazie alla tecnologia, evitando che un umano si spacci troppo facilmente per un altro umano e tutelare l'identità dell'individuo (identità digitali, questioni monetarie, corsi online, etc.) sarà sempre (più) una priorità anche politica. Questo, di riflesso, comporterà inevitabilmente anche un ostacolo per (ipotetici) androidi dei loschi intenti (ma qui restiamo ancora nei mondi possibili, quindi qualunque discorso lascia il tempo che trova).
Per quanto riguarda le incertezze "etiche" delle relazioni:
Citazione di: niko il 27 Luglio 2023, 12:04:28 PMCome non vorrei incontrare qualcuno che mi uccidesse come un cane per strada perche'

"potrei essere un androide"

Situazione estrema e fantascientifica, cosi', allo stesso modo, in maniera meno tragica ma non meno reale,  non vorrei mai incontrare qualcuno che mi mancasse di rispetto e mi facesse soffrire psicologicamente in qualche modo in una situazione di inizio di una storia di amore, o anche solo di sesso, a distanza e iniziata per messaggistica, o anche solo in un videogioco su cui passo qualche ora per rilassarmi, perche'

" potrei essere un androide".

Questi sono i problemi realistici che pone l'intelligenza artificiale.
Non mi sembrano problemi etici, ma individualmente esistenziali o, ancor meno aulicamente, semplicemente cognitivi: una volta acclarato che, per questioni di vita e di morte, un'analisi biologica dà (e, suppongo, darà) responsi inequivocabili (dubito un giorno qualcuno "verrà ucciso come un cane perché sembra un androide"), per le altre questioni relazionali, se non verifichiamo adeguatamente che l'interlocutore sia umano, e ce ne innamoriamo o ci sentiamo colpiti dalle sue offese, non è questione di androidi infingardi, ma di umani ingenui e dalla "miccia emotiva corta" (due aspetti su cui conviene lavorare, se non si è disposti ad esplodere in continuazione). Detto diversamente: se si sa (e già oggi è ben noto) che le conversazioni possono essere simulate, le foto possono essere simulate, i video possono essere simulati, etc. fidarsi sull'onda di un'emozione (attrattiva o repulsiva) che una potenziale simulazione non sia tale, senza aver prove non simulabili in merito, è una leggerezza comportamentale, non una questione di etica. Obblighi di lavoro (o simili) a parte, non siamo costretti a chattare o videochiamare chi è lontano, anche se lo conosciamo; se scagliamo di farlo, è bene informarci su ciò che può accadere e cercare le giuste contromisure; così come non siamo costretti ad usare i social, ma conviene sapere che se lo facciamo possono hackerarci il profilo (e che qualcuno può far finta che sia stato così, invece non è vero; v. sopra). Anche perché va ricordato che dietro la simulazione, c'è sempre qualcuno che ha un motivo per metterla in scena, ed è sempre un umano (lasciando stare gli androidi dotati di volontà, di cui non si ha per ora minima traccia). Il cyber-bullismo, ad esempio, è sensato, nel suo essere deleterio, solo se si è certi che almeno il bullo esista e, soprattutto, le sue minacce siano reali; altrimenti si torna al problema della miccia e della "sveglia tecnologica" che deve suonare (specialmente fra i più giovani). Lo stesso dicasi per "troll da forum" e altri comportamenti automatizzabili e "bottizzabili": quando la conversazione non è più divertente e non è più nemmeno un esercizio di argomentazione o di pazienza, sta all'umano tagliare il dialogo; con chi è dall'altra parte non siamo certo in debito di tempo, umano o androide che sia. Ad esempio, se tu sia un forumista, ChatGPT, una scimmia che batte tasti a caso, Carlo Sini, o altro, nella nostra interlocuzione tale informazione non ha (per me) alcun valore: fintanto che mi dai spunti per riflettere e per chiarirmi (soprattutto in senso, appunto, riflessivo), faccio tranquillamente continuare la conversazione, senza congetturare chi o cosa tua sia veramente. So che può suonare male, ma non c'è etica nel mio dialogare con te: non è un dialogo sulla tua o mia vita, su ciò che ci "dobbiamo" l'un l'altro in quanto soggetti etici, etc. Prova del nove: se anche avessi il sospetto che tu sia un androide, non avrei scritto nulla di differente (e forse anche se ne avessi la certezza). Questo mi dà il diritto di offenderti o simili? Resta il fatto che ciò non è accaduto (e si ritorna al modo di gestire la miccia in una conversazione, etc.); anzi, forse se fossi qualcuno con tendenze offensive, vorrei ancor di più accertarmi che tu sia umano, prima di offenderti.
In fondo, come detto in precedenza, nella simulazione ciò che conta sono il messaggio (sensato, si spera) e il destinatario; e in alcuni ambiti incentrati sui feedback, una simulazione più estesa del previsto, secondo me, non è necessariamente un dramma (giochi online, forum, etc,). Per quanto riguarda l'etica, "gioco di società" tipico degli umani, nel suo nocciolo duro, credo si presti poco, come detto, a simulazioni i cui agenti che non siano verificabili nella loro umanità (nei suoi aspetti morbidi, offese o love story a distanza, può essere un utile terreno di allenamento per l'autocomprensione dei propri automatismi, prima che degli automatismi del bot o dell'umano che si ha di fronte).
#465
Citazione di: niko il 26 Luglio 2023, 11:59:00 AMIo credo che questa possibilita' da parte delle macchine di SIMULARE la vita ci portera' a un futuro piu' o meno distopico, futuro che magari non vedranno nemmeno i nostri figli, ma forse i nostri nipoti, in cui gli umani dovranno riconoscere eticita' e diritti alle macchine perche' la simulazione telematica e bio- tecnologica della vita sara' cosi' perfetta da non poter piu' stabilire, in un dato contesto, chi sia l'umano e chi la macchina
Non so in futuro, ma per ora le macchine non simulano «la vita», ma solo alcuni aspetti relazionali e parcellizzati: comunicazione senza mittente, immagine senza autore, etc. considerando «autore», «mittente», etc. come "agenti" umani (con tutto ciò che tale denotazione comporta). Se un giorno si realizzerà il sogno bagnato di alcuni scienziati di creare un androide non distinguibile, almeno a prima vista, da un umano, resterà comunque facile, per motivi biologici (oltre che per le "risposte colte e pacate", prendendo in prestito la tua battuta), riuscire a distinguerlo al bisogno, ossia con una rapida analisi della sua fisicità, dal classico ago sul dito ad altri espedienti fisiologici meno invasivi, ma altrettanto efficaci (stringere un dito e vedere se arrossisce o simili). Tuttavia, per ora preferisco, con tutto il rispetto per il gusto di fare profezie, di lasciare la "fantascienza di Cassandra" (con un'AI che ha addirittura volontà, ambizioni, etc.) al suo posto, nella sconfinata dimensione dei mondo possibili.

P.s.
Citazione di: niko il 26 Luglio 2023, 11:59:00 AMnon solo si capira' intellettivamente, ma si dovra' proprio anche implementare eticamente, la verita' "eterna" secondo me soggiacente che una differenza assoluta tra vivente ed oggetto inorganico non esiste e non e' mai esistita.
«Implementare eticamente» l'assenza di «differenza assoluta» fra vivente ed oggetto inorganico, o ci porterebbe dove non proprio tutti vorrebbero arrivare (tu compreso, per quel che penso di aver capito leggendoti), oppure ci (ri)porterebbe a quella "differenza relativa" che fonda l'etica dalla notte dei tempi e ora si accresce di ecologismo (rimettendo così sulla testa all'Uomo la coroncina di "custode del Giardino"; coroncina palesemente "relativa", a causa della non assolutezza della suddetta differenza... ma non diciamoglielo, altrimenti ci rimane male e si deprime diventando "nichilista").