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Messaggi - bobmax

#451
No, qui non è questione di pensare "diversamente".
La questione è ben più a monte.

Ed è tale da fare diventare inessenziale ogni diversità di vedute.

Comunque, allegria!, questa deriva sta diventando la prassi. Basti osservare la segretaria del PD.

Vediamo se resta ancora qualche possibilità di autentica interlocuzione.
Ma siamo ridotti al lumicino.



#452
In effetti, non faccio che continuare a confermare a me stesso la mia dabbenaggine...
Non è forse chiara la situazione?

Che diamine vado ad analizzare, considerare possibili soluzioni, laddove manca la materia prima per una qualsivoglia soluzione?

Al di là degli eventuali vincoli tecnici, è necessario almeno che, una volta accettata l'esistenza di un problema,
si sia conseguenti. Si discuta cioè sul problema.
Su come affrontare le possibili cause.

E invece si passa subito alla soluzione:
"Vogliamoci bene!" e voilà il problema non c'è più!

Va beh, sono proprio uno sprovveduto...
#453
Citazione di: ZenZero il 23 Gennaio 2024, 10:35:50 AMSpesso mi sono trovato a discutere su questo punto, è molto interessante; ti sei mai chiesto chi o cosa è dentro di te a sentire ? Può il nostro sentire essere frutto di un condizionamento ? E quindi può esistere un modo per distinguere un sentire "puro" dell'Essere da un sentire condizionato dall'esterno ? Quando parlo di sentire condizionato, mi riferisco a quei casi in cui non riconosciamo immediatamente tale condizionamento, di cui magari le cause risiedono nell'inconscio.
.... forse è off topic come domanda... magari potrei aprire una nuova discussione a riguardo.

.......

C'è una differenza tra "informazione" e "Conoscenza", anche se nel linguaggio corrente spesso hanno la stessa accezione. Quello che scrivi mi sembra si riferisca all'essere informati di qualcosa.
Che differenza c'è tra Essere e Coscienza ? La facoltà di dire "Io Sono" viene dall'Essere o dalla Coscienza, o da entrambe ?... ammesso che siano due cose differenti ...


Ritengo che in ultima analisi non vi sia nessuno che sente.
Vi è il sentire.
Così come in realtà non vi è nessuno che pensa, ma vi è il pensiero.

Il pensare, il sentire, mi fanno comparire. Io ci sono, in quanto loro effetto.

Perché sia il pensare, sia il sentire, così come ogni cosa del mondo, hanno un'unica origine.
La quale mi genera come epifenomeno.

E questo è l'esserci, cioè l'esistenza.

Da non confondersi con l'Essere.
Che è l'Origine.

Che non ritengo possa essere inteso come Coscienza.
Perché la coscienza è sempre coscienza di qualcosa.
Reale, immaginato, sempre qualcosa è necessario affinché vi sia coscienza.
Anche la coscienza di me stesso, l'autocoscienza, necessita del qualcosa chiamato "io".

Mentre l'Essere non abbisogna di niente, neppure di se stesso.
Per la esistenza, l'Essere coincide con il Nulla.
Perché l'Essere non esiste, l'Essere è.

Ma è proprio il Nulla/Essere l'origine di ogni possibilità.
È il Bene.
#454
Citazione di: Koba II il 22 Gennaio 2024, 11:56:14 AMNon credo che continuerò a frequentare questo forum, ma prima voglio chiarire la mia posizione.
Nell'ambito di una discussione su tematiche filosofiche, per parteciparvi, secondo me non è necessario avere una specifica competenza filosofica. Ma se alla posizione espressa vengono poi rivolte delle obiezioni, che sono magari obiezioni importanti su cui si è costruita la storia della filosofia, l'utente è comunque chiamato a rispondere, e può farlo andandosi a documentare (occasione per letture appassionate perché stimolate dalla disputa) o sforzandosi di costruire argomentazioni per conto proprio.
Ma quello che in forum filosofico non deve avvenire, pena la cessazione stessa del suo essere "filosofico" e passaggio a semplice chat, è rispondere negando il senso di ciò che dice l'avversario (anche se ciò che dice l'avversario sono obiezioni storiche) e ribadendo la propria posizione, "urlandola" con l'uso di un carattere più grande, sottolineature etc.
E siamo messi talmente male che questa incapacità di dialogare viene scambiata per passione da premiare...
Nell'ultima discussione a cui ho partecipato, all'ovvia obiezione che avevo proposto, cioè "attento che tutta la filosofia moderna e contemporanea" va nella direzione dell'analisi del soggetto, nel suo rapporto problematico con l'oggetto, da Cartesio all'ermeneutica del Novecento, mi sento rispondere "che roba è? Ma da dove hai preso sta roba?".
E poi a quella che voleva essere una sintesi estrema del tema da Cartesio all'idealismo (e non, ovviamente, la dimostrazione che l'idealismo fosse il punto di approdo della filosofia), leggo, scritto da un utente storico, "gli animali vivono benissimo senza porsi tali problemi". Quindi la filosofia non ha senso. Allora sorge la domanda: perché partecipi a un forum di tematiche filosofiche?

Attenzione perché in questo forum, che fino a qualche anno fa era uno spazio anche molto impegnativo di confronto delle idee, sta venendo fuori sempre più spesso una posizione di rigetto della cultura, in particolare di quella filosofica. Il che è paradossale perché significa partecipare a un forum solo per dimostrarne l'inutilità.

Concordo, il forum filosofico sta diventando anti-filosofico.
Ma questa non filosofia, che è un dato di fatto presente un po' dappertutto nella società, è tutta da buttare?
Davvero sarebbe fattibile un ritorno al passato, dove vi era una effettiva competenza?

Mi sa proprio di no. Basti osservare la qualità di buona parte degli attuali professori universitari. Come han fatto a diventare "professori" costoro che a mala pena riescono ripetere pappagallescamente lezioni imparate a memoria?

E allora non occorre forse guardare proprio in questa crisi, magari pure in questo forum, se vi possa essere un minimo segnale, per una possibile futura rinascita?

Perché ormai la stragrande maggioranza della popolazione appare essere in sonno profondo. Manco si azzarda a formulare un pensiero che abbia qualche velleità filosofica...

Cosa fare allora?

Non si può forse che andare al fondamento di ogni filosofia?
E cioè all'uomo, laddove si spera viva ancora la fede nella Verità?

Al di là delle castronerie, della sfacciata ignoranza, ciò che conta è se lì vi sia comunque buona fede. E... desiderio di Verità.

Di modo che le conoscenze, che si possono avere della storia della filosofia, non saranno di alcuna utilità se applicate direttamente nel confronto.
Potranno esserlo solo come ausilio personale per scendere a quel livello fondamentale, e lì affrontare di nuovo da zero le eterne domande filosofiche.
Senza valersi del "conosciuto" per confermare le proprie tesi, ma ricostruendo tutto dall'origine.

Ciò che è indispensabile, è la fede nella Verità.

#455
Citazione di: ZenZero il 22 Gennaio 2024, 07:30:09 AMIn effetti l'etimologia di perdonare, viene dal latino "per-donare", cioè donare senza condizioni, che poi è ciò che accade nella Compassione. Questo la dice lunga su come, nei secoli, l'uomo alteri il significato delle parole. Perdonare ci indica lo stato in assenza di "nodi" e risentimento, uno stato d'Amore in cui si riesce a dare incodizionatamente, nulla a che fare con la ricerca di colpe o colpevoli, piuttosto uno stato d'Essere.
Non credi che l'odio, il risentimento che provi per qualcuno, siano proprio quegli elementi che impediscono il perdono ?
Siamo sicuri che se un attimo dopo non proviamo più dei sentimenti negativi, essi siano realmente scomparsi ? O dentro di noi sia veramente scomparsa la matrice di questi sentimenti ?

Ritengo che ciò che sento esprima ciò che sono.
Così come ogni mia scelta rifletta il mio essere.

Perché non è la conoscenza in se stessa a determinare il mio sentire e neppure le mie scelte. Lo è invece il mio essere.
Non scelgo in funzione di ciò che so, ma di ciò che sono.

La consapevolezza può, forse, nel tempo modificare il mio essere.
Ma se davvero cambio... allora vuol dire che quello che ero non era proprio il mio "essere". Era invece un "non essere".

Il riconoscimento del male agisce su di me causando una metamorfosi. Che dal non essere tende all'essere.
#456
Jacopus, credo nella tua buona fede e nelle tue buone intenzioni.

Tuttavia ritengo che vi sia una profonda incompatibilità tra il tuo pensiero e il mio. Perché al di là delle posizioni generiche, su cui è facile concordare, nello specifico mi trovo pressoché sempre in disaccordo con te.

Ciò che hai scritto, al di là di un "vogliamoci bene", per quel che mi riguarda non dice nient'altro. Persino sulla qualità dei forumisti mi trovi in disaccordo.
Perché non vi è affatto bisogno di attaccare la controparte, per affossare una possibile riflessione.

E di queste malizie il forum è pieno.
Però a quanto pare non le vedi.
Il problema è ben altro dello scontro aperto!

Va beh, ho risposto ad un invito, proponendo una bozza di un possibile approccio.
Vediamo se sono riuscito almeno a spiegarmi. Dalla tua replica non sembrerebbe, ma questo è coerente con quanto ho osservato prima.

Tempo perso?
#457
Sono qui discussi gli obiettivi e i requisiti da soddisfare per meglio "Riflettere insieme".
Iniziando con una bozza da rivedere e correggere fino alla conclusione dell'analisi.

Obiettivi (bozza)

* Individuare le migliori condizioni nell'uso del Forum, affinché i partecipanti possano trovarvi una feconda occasione di confronto.

* Soddisfare le legittime volontà di espressione evitando che, per la loro invadenza e/o inconsistenza, queste ostacolino la partecipazione di altri.

* Rendere fruibili, alla più larga platea possibile, le riflessioni maturate nel Forum, facilitandone la rilettura.

Requisiti (bozza)

Dagli obiettivi su esposti, si possono trarre i seguenti requisiti, necessari per il loro raggiungimento.

* Democrazia aristocratica

Una prima considerazione sugli obiettivi, riguarda la necessità di trovare una sintesi tra due approcci che, di primo acchito, risulterebbero incompatibili: democratico vs aristocratico.

Perché da un lato vi è la necessità, per non chiudersi in una sterile torre d'avorio, di aprirsi a chiunque, fornendogli la massima facoltà possibile di intervenire.

Mentre dall'altro questa libertà può diventare, come in effetti diventa, un liberi tutti! Dove ognuno si sente autorizzato a esprimersi in tutta libertà, magari senza ritegno. Né delle assurdità che dice, né del chiacchiericcio inconcludente, né del ridicolo, e neppure del bombardamento a cui sottopone un eventuale malcapitato lettore. Il quale, sarà così sospinto con mala grazia ad andarsene.

Occorre perciò mettere dei limiti alla invasività priva di costrutto.

E questo risultato può essere raggiunto solo discriminando. Ossia attribuendo ad ognuno differenti facoltà nell'uso del Forum, in funzione delle sue comprovate attitudini.

Una attribuzione delicata, che può facilmente far gridare allo scandalo! Soprattutto tra i sostenitori di un egualitarismo senza se e senza ma. Appunto, quello stesso egualitarismo che sta portando la nostra società alla rovina...

* Aristocrazia in democrazia

Ma come stabilire cosa può fare chi?

Se si vuole mantenere comunque la democrazia, e ciò è indispensabile, spetta agli stessi partecipanti il decidere con chi desiderano confrontarsi e con chi preferiscono invece non aver a che fare.

Cioè è necessario che venga data, almeno su alcuni temi, una qual autorizzazione per avere la facoltà di intervenire.
Che occorra cioè iscriversi ad uno specifico gruppo di lavoro, che ha come missione il tema a cui si desidera partecipare.
Sarà sempre il gruppo a decidere, a maggioranza, l'ingresso o meno di un nuovo componente, così come una eventuale espulsione.

È perciò necessario che il partecipante debba godere del riconoscimento, da parte del gruppo, di un minimo di competenza nell'ambito per il quale il gruppo è stato formato. O, in alternativa, gli sia riconosciuta la sincera disponibilità a diventarne un po' competente. In modo di partecipare davvero.
#458
È possibile migliorare la propria consapevolezza, sul mondo e su se stessi, senza confrontarsi con altri?
Dalla mia personale esperienza direi che è impossibile.
Solo nel confronto, anche duro ma sincero, possono svilupparsi nuove idee in me.

Questa nostra epoca, della facile comunicazione di tutti con tutti, sembrerebbe l'occasione perfetta per aprirsi agli altri in modo da crescere insieme.
E invece... questi stessi mezzi di comunicazione tanto potenti, con i quali è cresciuta enormemente la quantità di informazioni scambiate, sembra proprio che abbiano compromesso lo sviluppo personale.
Che è invece semmai generalmente appiattito, rispetto a quando i mezzi disponibili erano molto più limitati.

Le cause di questa involuzione sono senz'altro molteplici. Ma tra queste, gioca un ruolo importante la modalità con cui avviene la comunicazione.
E questa modalità, risente di una concezione ingenua della democrazia e di come la si dovrebbe attuare.

Perché la democrazia, così come qualsiasi modo di organizzarsi, richiede che vi siano diritti e pure... doveri.
Sta invece ormai prevalendo l'idea che prima vi siano sempre e comunque diritti.
Mentre è vero il contrario! Senza doveri, ogni diritto diventa solo un sopruso.
E quando questo accade, anche la comunicazione scade in cacofonia. Rumore, la cui utilità può semmai essere sfogo delle proprie tensioni interiori. Un carnevale dell'anima, a cui tuttavia deve poi seguire l'ordine, il raccoglimento, l'ascolto. Se viceversa ciò non avviene, se il carnevale non ha fine, allora segue inevitabile l'abbrutimento.

Venendo a noi, a questo forum prezioso, offerto generosamente per dare una possibilità di riflettere, quali sono i doveri che devono essere seguiti, per far in modo che i diritti permettano un proficuo sviluppo?
Come riuscire almeno a limitare la deriva che pure qui è in atto?

Di questo vorrei discutere. Analizzando quali doveri andrebbero seguiti, oltre a quelli indispensabili già presenti nel regolamento,  affinché questo forum possa rimanere un faro e evolversi al meglio possibile.

Per svolgere l'analisi, vorrei seguire la classica sequenza:
Obiettivi -> Requisiti -> Procedure

Dove:

Gli Obiettivi descrivono ciò che si vuole raggiungere, e sono necessariamente sintetici.

I Requisiti specificano le caratteristiche che gli Obiettivi richiedono, e sono il più esaustivi possibile.

Le Procedure sono invece le modalità che posso permettere il raggiungimento degli obiettivi, in quanto soddisfano i loro requisiti.

La sequenza Obiettivi -> Requisiti -> Procedure viene solitamente raffinata con passaggi ripetuti, man mano che si consolidano gli Obiettivi e a cascata i Requisiti e le Procedure.





#459
Citazione di: Koba II il 20 Gennaio 2024, 15:35:19 PMDopo la crisi del sapere antico-medievale, all'inizio dell'era moderna, nel tentativo di ricostruire l'episteme, cercando ciò su cui non posso avere dubbi arrivo alla certezza di essere una sostanza pensante (Cartesio). Esisto in quanto sostanza pensante. Ogni cosa che mi sembra essere indubitabile è tale solo come cosa pensata, non come realtà. In pratica non posso sapere se ciò che sto pensando sia o meno nella realtà così come mi appare. Alla fine l'unica garanzia che ci sia corrispondenza tra pensiero e realtà mi viene da Dio, che appunto essendo buono non può ingannarmi. Ma natura ed esistenza di Dio non hanno la stessa evidenza del cogito ergo sum. Si tratta quindi di un elemento di debolezza del sistema. Il razionalismo moderno riesce ad uscire dal solipsismo facendo ricorso a Dio.
Fino a Kant, il quale invece risolve il problema in modo molto più ingegnoso: non c'è nulla che ci possa garantire che le nostre rappresentazioni ci dicano come la realtà è in se stessa, la quale non può essere attinta direttamente, ma solo nelle forme che vengono dalla struttura dell'intelletto.
Ma la cosa in se', la realtà esterna, indipendente dalle nostre percezioni, è una nozione contraddittoria. Infatti, in quanto nozione è qualcosa di pensato, quando invece dovrebbe porsi come totalmente estranea al pensiero. Proprio perché pensata, la cosa in se' non può essere in se'.
Siamo nell'idealismo: poiché anche la cosa in se' è una cosa pensata, non c'è nulla di esterno al pensiero, nulla di indipendente da esso.

Ma lasciamo perdere, il fatto è che o non conosci nulla di filosofia o non hai capito nulla di filosofia, che è anche peggio, e in ogni caso non perdo tempo con chi oltre a essere ignorante non sa neanche rispondere a obiezioni con pacate argomentazioni.
Mi sorprende che a bobmax sia piaciuto questo post, che è uno dei peggiori degli ultimi mesi. Evidentemente lo sopravvalutavo.


Premesso che mettere un "mi piace" non significa necessariamente allinearsi con ciò che viene scritto.
Difatti l'ho messo pure ad alcuni tuoi interventi, pur non condividendoli del tutto.
Ciò che apprezzo, di norma, è la fede nella Verità che traspare dal testo, più che la sua conformità alle mie idee.

In Alberto vi è passione. Una passione che lo spinge forse in modo eccessivo, e che magari gli fa affermare cose opinabili. E che, a volte, è tale da fargli forzare il gioco. Non solo nella qualità della forma espressiva, pure nel trascurare evidenti contraddizioni. E se si ritrova a perdere la bussola, magari a causa mia... può cercare scorciatoie che, essendo io un intollerante, non riesco proprio a sopportare.

Così ora cerco di ignorarlo, perché la buonafede è per me una precondizione indispensabile.

Però, però, sento di aver anch'io un poco esagerato...

E così, leggendo la sua risposta, così netta e passionale, al tuo precedente commento, non potevo non mettergli un mi piace.
In quanto, pur non condividendo la sua posizione, ancor meno concordavo con la tua.

In quanto l'idealismo non è "la filosofia moderna e contemporanea". Così come Cartesio, sublime logico, non ha poi contribuito granché al pensiero filosofico.
Ma ciò che non condivido proprio, non è neppure la posizione filosofica centrata sul soggetto, che comporterebbe un solipsismo senza speranza
È invece l'ipse dixit! Per cui questa è l'unica attuale filosofia: la realtà è solo nel soggetto.

Alberto non ha fatto che reagire sostenendo l'opposto.
Che pure non condivido...
Sebbene a quanto pare lui vi crede veramente.
#460
Varie / Re: Lista utenti ignorati
19 Gennaio 2024, 18:52:53 PM
Citazione di: InVerno il 19 Gennaio 2024, 15:04:11 PMConcretamente, cosa vorresti cambiare? Magari hai delle buone idee..

Il tema, di come favorire una effettiva e democratica possibilità di comunicare, è quanto mai attuale.
Una questione delicata, ma allo stesso tempo ormai ineludibile.

Il "liberi tutti!" sta conducendo la nostra società occidentale verso il baratro.
Non è perciò solo una questione di piattaforme social, di forum. Perché investe direttamente il cuore stesso della democrazia.

La scuola, per esempio, con il suo egualitarismo ideologico, che è pure un alibi per il menefreghismo, sta conducendoci a un... e vissero tutti ignoranti e pezzenti.

Secondo me, vale forse la pena di aprire un dibattito, magari con l'apertura di un argomento ad hoc. Per una analisi delle eventuali possibili procedure da adottare per migliorare la situazione, almeno qui.
Ci rifletto sopra, per iniziare proponendo alcune considerazioni.
#461
Leibniz era senz'altro un grande logico.
Ma ritengo non fosse in grado di comprendere Spinoza.
Era, diciamo così, ancorato alla logica.

Viceversa Spinoza non è soltanto un logico. Giunge al limite del ragionamento razionale e lì si arrovella.
Affronta le inevitabili contraddizioni, le tautologie, senza indietreggiare. Ma tenendo la barra, costringendo la logica a fissare l'abisso.
E in questo modo offre lampi di luce, che sprigionano dalla tempesta del non comprensibile.

Quello che offre Spinoza non è una Verità, bensì una possibile direzione in cui ognuno può decidere di incamminarsi, in solitudine, per vivere la sua stessa avventura.

Viceversa Leibniz è la caduta dello slancio metafisico spinoziano.
Le monadi esprimono proprio il naufragio, a cui va incontro chi non riesce a uscire dal porto sicuro del pensiero razionale.
#462
Citazione di: Koba II il 18 Gennaio 2024, 10:30:25 AMLa capacità di perdonare dipende dal fatto che la propria visione delle cose sia vicina o lontana dal determinismo.
Se l'azione malvagia non è scelta liberamente, ma ha una sua necessità, allora, e solo allora, può esserci autentico perdono.
Se invece si crede che essa sia stata scelta liberamente, allora non può esserci alcun perdono. Di fatto ciò che chiamiamo perdono è solo trasfigurazione dell'evento criminale, è rimozione, negazione, oblio, è elaborazione psichica necessaria a permetterci di andare avanti.
Il punto è che bisogna capire che non esiste soltanto una visione puramente deterministica da una parte, alla Spinoza, e dall'altra una pura concezione centrata sul libero arbitrio.
Ci sono infinite sfumature. Anche all'interno del cristianesimo. Per esempio la fede nei demoni, fede che accomuna tutti gli autori della Patristica, per quanto ai moderni possa sembrare assurdo, introduce un limite notevole al libero arbitrio e alla responsabilità individuale, facilitando il perdono.
Io penso che se è corretta la visione di ZenZero, ovvero di una coscienza che cresce in consapevolezza, e se si ritiene che questa conquista cognitiva debba riguardare non solo la vittima potenziale ma anche in generale tutti quanti, quindi anche l'artefice del male, al contrario di ciò che si penserebbe in modo ottimistico, ovvero un'espansione della capacità di perdonare, si deve concludere in una sempre maggiore incapacità di dare autentico perdono. Un'umanità che cresce in consapevolezza ha sempre meno alibi.
Così il tema del perdono, sempre soggetto alla retorica della riconciliazione, si trasforma nel più realistico problema di come sopravvivere fisicamente e mentalmente al male subito.

Il termine "determinismo" può generare un fraintendimento. Perché lo si contrappone a "indeterminismo". Mentre la questione riguarda la necessità, che può essere deterministica o meno, ma comunque sempre di necessità si tratta.

Un fatto può essere infatti necessario oppure casuale, non vi sono altre possibilità.

La constatazione che ogni fatto avviene necessariamente, rende falsa la colpevolizzazione.
Ma pure l'ipotesi che vi siano davvero pure eventi casuali non permette che vi sia alcun colpevole.
Colpevole chi?

E se di fronte a questa evidenza, mi ostino a considerare comunque qualcuno colpevole... sto mentendo a me stesso.
Questo è in effetti il mio stato attuale.

Tuttavia, se riesco a superare questa mia bugia, anche solo per un breve momento, per ammettere che in definitiva nessuno è colpevole, mi ritrovo non con una risposta, ma con una domanda ancor più dirimente. Che trascende la logica.

Perché se nessuno è colpevole, perché non vi è alcun libero arbitrio individuale, allora in realtà non vi è proprio nessuno.

Epperò c'è il male...

E poi ci sono io, che, chissà come mai, provo adesso compassione. Compassione per tutto il mondo dolente e innocente.

Come mai?

#463
Citazione di: ZenZero il 18 Gennaio 2024, 17:05:09 PMGrazie per il benvenuto. :-).
Sono d'accordo che più ci si allontana dal piano duale della mente dominata dall'ego e più le polarizzazioni di avvicinano, tutto tende all'Uno, quindi bene-male.

Ma se dentro di noi vi è l'esigenza di perdonare, vuol dire che c'è un colpevole, che vi è del male vissuto come tale e generante sofferenza, che tutto ciò sia frutto della mente o meno, in ogni caso c'è da affrontare un processo di Lavoro, Comprensione e Dissoluzione, tali da poter avere una nuova Coscienza delle cose.

Forse potremmo definire male, sfunzionamento della Coscienza ?
Forse noi leghiamo all'idea di colpa, essere colpevoli, al peccato, un giudizio, un costrutto della mente, quale è la differenza tra l'essere responsabili o artefici di qualcosa e l'esserne colpevoli ?


Non so...
Non ho mai provato l'esigenza di perdonare.
Cioè non sento alcun bisogno di perdonare.

Magari sono risentito verso qualcuno, per un torto che penso di aver subito. E così non vorrei più aver a che fare con quel qualcuno.
Addirittura può nascere in me un sentimento di vendetta, di odio.
Ma quando poi pure queste reazioni se ne vanno e non le provo più, non vi è stato un mio perdono.
Più semplicemente, questi sentimenti negativi non hanno più ragion d'essere. Si sono svuotati. Come se già all'origine fossero stati vani, inadeguati alle effettive circostanze.

Questo avviene se prendo consapevolezza, come tu dici.
Però non è  che a causa di questa consapevolezza allora perdono. Più semplicemente, è subentrata la compassione.
Una compassione che, quando ti cattura davvero, ti mostra come tutti, ma proprio tutti, siano innocenti.

Vedi, dice la compassione, son tutti innocenti.
E vien quasi da piangere.

E il bello è, che rimane comunque una eccezione alla innocenza, io non sono innocente!
Che verso me stesso debba proprio aver perdono?
#464
Varie / Re: Lista utenti ignorati
18 Gennaio 2024, 06:43:47 AM
La squadra dei guastatori è sempre all'opera. Non appena il rumore sta per calare, subito qualcuno si premura di far baccano.
E il bello è che ci si lamenta della fuga dal forum, contribuendo fattivamente all'allontanamento...

Vi sarebbe da ridere, se non fosse tragico.
E non si tratta neppure di perfida malizia, non vi è una chiara volontà di affossare, è ben peggio.
#465
Citazione di: Jacopus il 17 Gennaio 2024, 19:35:47 PMAccidenti bob, che spirito conciliante portato al perdono. Invidiabile. Ti chiedo di leggere il mio precedente post dove c'è la
Risposta alla tua domanda.

Senza colpevole il male, per esistere, deve essere metafisico?

Cioè assoluto?

Questa è una posizione tale che non mi sembra il caso discuterne, non ho altro da dire. Come del resto al solito.

Vedo però che rimane il vizio di valutare la moralità dell'altro, lo si giudica nello specifico.
Buona moderazione...