Premetto che non condivido la critica a Don Milani, perchè il suo programma pedagogico va contestualizzato alla scuola di Barbiana, cioè ad un'esperienza molto al limite, che ha comunque permesso a dei futuri pastori e boscaioli di inserirsi nella civiltà moderna in modo efficace, e quella a Gianni Rodari, che era fondamentalmente un artista. Detto ciò, io penso che i problemi che affliggono la scuola odierna, siano dovuti alla caratura degli insegnanti, innanzitutto, che non sono in grado di stimolare e convogliare l' interesse degli alunni, facendo loro capire che l'istruzione è crescita individuale e collettiva e che lo studio è una disciplina, che si pratica con metodo e con fatica (le sudate carte). Il limite della civiltà moderna, e quindi della scuola che essa produce, è quello di far ritenere ai giovani e alle famiglie che i risultati si possano ottenere con poco sforzo. Non mi ingastrisco sui programmi scolastici, sull'abolizione del voto e dello studio del latino, quello che per me è inconcepibile è che l'insegnante ritenga finito il suo compito, una volta conclusa la sua docenza frontale e l'insieme delle ore di scrutini/consigli di classe ecc. Un insegnante che, pur con esperienza, non prepara la lezione del giorno dopo e che non ambisce a entrare nella vita degli studenti anche oltre la scuola, verificandone l'esito, per me deve cambiare mestiere. Insegnare è una missione, non un semplice lavoro. E, lo dico pur sapendo che mi attirerò molte critiche, non solo trovo che I Promessi Sposi abbiano ancora un senso nella scuola, ma io reintrodurrei anche la lettura del libro Cuore alle elementari. Il bambino deve capire, a mio avviso, che la scuola è il suo lavoro, non un passatempo o un parcheggio.
