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Messaggi - doxa

#451
Riflessioni sull'Arte / Re: Paesaggio
28 Maggio 2023, 13:02:58 PM
Estetica del paesaggio


Capri vista da Punta Campanella


Nei post precedenti vi ho proposto la visione di dipinti con paesaggio, adesso voglio argomentare sull'estetica del paesaggio.

Cos'è l'estetica e cos'è il paesaggio.

Gli antichi Greci non conoscevano il sostantivo estetica.

Usavano la parola "àisthesis", che significa sensazione,  da cui l'aggettivo "aisthetikòn" = capace di sentire.

Il termine "estetica" che oggi usiamo nacque  come neologismo ideato dal filosofo  tedesco Gotlieb Alexander Baumgarten (1714 – 1762)  per il suo elaborato titolato: "Meditationes philosophicae de nonnullis ad poema pertinentibus" (= Meditazioni filosofiche su argomenti concernenti la poesia), pubblicato nel 1735.

Si dedicò  anche all'elaborazione di un trattato filosofico (rimasto incompiuto) che titolò  "Aesthetica". Il primo volume lo pubblicò nel 1750, il secondo nel 1758.

Ebbe  la necessità di definire la "teoria della conoscenza" ed introdusse il termine "gnoseologia".

La "cognitio sensitiva" (= conoscenza sensibile) ha una sua specificità, è poliedrica e polisemantica.

La "sensibilità estetica" denota  sia l'esperienza sensibile del bello sia la teoria che ne codifica i criteri tramite il giudizio estetico, incentrato sulla conoscenza della bellezza naturale e artistica.

Baumgarten  nel primo paragrafo del suo trattato definisce l'estetica l'arte del pensare bello. La bellezza è connessa all'arte, alla percezione del bello, all'immaginazione.

L'estetica è lo studio del bello nelle sue varie forme, la teoria dell'arte.

Sul termine estetica argomentarono successivamente altri filosofi, a cominciare da Immanuel Kant, che usò il sostantivo "giudizio" in ambito estetico (giudizio estetico)   per giudicare "bello" uno spettacolo della natura o una visione.

Tralascio gli altri filosofi per non annoiarvi; i filosofi oltre che noiosi sono mentalmente contorti; rendono difficili i concetti facili per considerarsi "intellettuali" ....

Accenno soltanto al sociologo e filosofo tedesco George Simmel  (1858 – 1918). Nel 1913 pubblicò  un libro titolato "Filosofia del paesaggio": è una raccolta di suoi  saggi pubblicati tra il 1911 e il 1913 dedicati al paesaggio.

Le sue riflessioni sono un tentativo di definire il paesaggio, la sua dimensione estetica, il  rapporto tra l'attività creatrice dell'uomo e quella della natura, che nel paesaggio assume forma visibile e cristallizzata, e sul rapporto tra il paesaggio reale e quello artistico nei dipinti.

Per Simmel nel paesaggio  non sono  i singoli elementi (l'albero, una montagna, il mare, la costa ecc.) a creare il paesaggio, ma la sua visione complessiva, che viene percepita ed elaborata mentalmente dall'osservatore.

Infatti il paesaggio è una costruzione mentale, una organizzazione di elementi. Ognuno di noi compie questa operazione spontaneamente nel suo apprezzamento del paesaggio, ma è solo nella pratica artistica che tale operazione raggiunge il massimo grado.

Il pittore paesaggista compie ciò in maniera consapevole, evidenziando nella composizione i tratti più  salienti, giungendo a sintetizzarne le qualità al punto da comporre paesaggi anche immaginari,  come esito  della costruzione  mentale  estetica e non di una pittura dal vero.

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#452
Riflessioni sull'Arte / Re: Paesaggio
26 Maggio 2023, 18:17:05 PM
Tiziano Vecellio


Tiziano, Sacra conversazione Balbi (dal nome del precedente possessore: il marchese Balbi di Piovera, Genova), olio su tela, 1513 circa, Fondazione Magnani-Rocca, Traversetolo  (prov. di Parma).

Questo dipinto è una delle opere più significative di Tiziano in età giovanile. Raffigura la Madonna con il Bambino, santa Caterina di Alessandria, San Domenico,  un donatore.

La Vergine in trono, col Bambino in grembo, si volta verso il donatore, in ginocchio, con le mani giunte in preghiera,  introdotto da san Domenico,  con la tonaca bianca e la cappa nera.

Gesù bambino ha un panno bianco sulle spalle ed  ha il capo rivolto verso santa Caterina d'Alessandria.

La "michelangiolesca" Madonna indossa la  sontuosa veste rossa e il mantello blu.

Nell'iconografia il rosso simboleggia il potere, l'autorità, il sangue di Cristo sulla croce, invece il blu rappresenta la trascendenza (Maria portatrice della divinità, Gesù, nella sua umanità), è il colore del cielo.

La bionda e riccioluta santa Caterina d'Alessandria (d'Egitto) è seduta su un architrave, volta di profilo verso il donatore; sopra lo scollato camice bianco indossa una veste  color lilla e il mantello verde scuro che dalla spalla sinistra le scende fino a terra.

Il fondale è diviso in due parti. Quello sulla sinistra è una parete nera, mette in risalto le donne con il Bambino;

sulla destra, alle spalle di San Domenico, c'è un declivio con alberi, arbusti e case rustiche; 

all'altezza della fronte del donatore si vedono prati, un tratto del letto di un fiume; 

in lontananza alberi e una chiesa con il campanile, le montagne, il cielo leggermente velato dalle bianche nuvole.

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#453
Riflessioni sull'Arte / Re: Paesaggio
26 Maggio 2023, 11:02:03 AM
Giorgione.


Giorgione, Mosè alla prova del fuoco,  olio su tavola, 1505 circa, Galleria degli Uffizi, Firenze

Questo dipinto fu realizzato dall'artista in età giovanile, ma ci sono discordanze sull'attribuzione dell'intera opera.
Furono da lui realizzati il paesaggio e le figure sulla sinistra, mentre le figure a destra sono di altra mano. Le differenze stilistiche rilevate sono da ascrivere a un suo collaboratore o forse ai restauri. 

L'episodio raffigurato non è nell'Antico Testamento ma desunto dalle medievali bibbie rimate di Geofroy de Paris e di Herman de Valenciennes che trattano della vita di Mosè.

La vicenda. Nell'Antico Testamento la figlia del faraone d'Egitto non è citata per nome. Il Midrash la chiama Bithia per la compassione con la quale salvò Mosè dal fiume Nilo. Viene descritta come una donna pia e affettuosa.

Bithia mentre era vicina al padre con in braccio il neonato, questo con la mano fa cadere la corona dalla testa del faraone. Turbato e timoroso che in futuro quel bambino potrebbe  usurpare la ricchezza e il potere, fa porre davanti al pargolo due contenitori: uno con i carboni ardenti, l'altro con le  monete d'oro. L'infante  deve scegliere cosa prendere. La sua manina prende un carbone e lo mette in bocca ma si si brucia la lingua. La scelta tranquillizza il faraone della sua innocenza.

La scena: Il faraone d'Egitto è seduto sull'alto trono, formato dal basamento rettangolare, sopra il quale c'è la marmorea base decorata con fregio. Un tappetto rosso è disteso su gran parte della struttura.  Intorno al faraone ci sono varie figure, anche con abiti esotici.

Davanti a lui, in basso,  c'è sua figlia  con il neonato Mosé che si protende verso uno dei due contenitori portati da due paggi.

Sullo sfondo il paesaggio: a sinistra alti alberi, a destra  un corso d'acqua, una torre con cinta muraria, alcune case, poi colline e la catena montuosa che chiude l'orizzonte.

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#454
Riflessioni sull'Arte / Re: Paesaggio
25 Maggio 2023, 22:35:39 PM
I pittori Giovanni Bellini e Giorgione  furono determinanti per la formazione artistica di  Tiziano Vecellio negli anni giovanili.

Prima di Tiziano il paesaggio  non aveva una  propria connotazione,  invece con lui  diventa più di un semplice sfondo,  può avere un ruolo di primo piano.

Dei tre pittori citati pongo alla vostra visione tre dipinti: la "Crocifissione in un cimitero ebraico",  di Giovanni Bellini,  'La prova" di Giorgione,  'La sacra conversazione' di Tiziano.

Comincio con il  pittore veneziano Giovanni Bellini (1430 circa – 1516), considerato l'iniziatore del Rinascimento a Venezia.


Giovanni Bellini, crocifissione in un cimitero ebraico, olio su tavola - 1501-1503 circa, collezione della  Banca Popolare di Vicenza.

Fu realizzato in un periodo di controversie religiose, che indussero all'espulsione da Vicenza  della comunità ebraica.
E' un'opera simbolica con numerosi dettagli.

La crocifissione di Gesù avviene in un cimitero ebraico, non ci sono i due ladroni né persone dolenti, costituisce un unicum iconografico; la croce occupa totalmente il centro della composizione.

Il primo piano, dietro la croce, ci sono  teschi, lapidi con iscrizioni in ebraico disposte in un giardino brullo e roccioso. 


dettaglio

Al di là, il  declivio con prato, l'alveo di un fiume che alimenta la ruota di un mulino, alcune case, e alberi; dietro la croce si vede  un rigoglioso albero di alloro, simbolo di vittoria sulla morte e di resurrezione; un altro albero è  il salice, su un ramo c'è una colomba, simbolo di pace.


dettaglio

Il salice è una pianta molto cara agli ebrei. Ricorda loro l'esilio babilonese: "Sui fiumi di Babilonia, là sedevamo piangendo al ricordo di Sion. Ai salici di quella terra appendemmo le nostre cetre" (Sal 137, 1-2), come segno di tristezza, ma  i salici diventano anche segno di ritorno in patria, di vittoria e di rinascita.



Nel sentiero tangente il cimitero  si vede un viandante che cammina verso  la composita la città: le mura difensive merlate,  le torri, le case;  alcuni edifici sono identificabili:  il duomo e la torre di piazza di Vicenza, il campanile di Santa Fosca a Venezia, la chiesa  veronese di San Zeno: fu vescovo della città, è noto per aver combattuto l'eresia ariana ed è famoso per aver fermato le inondazioni causate dal fiume Adige;  sul fondo  si vede il campanile e la cupola della cattedrale di Ancona, dedicata a San Cirillo.

E' un assemblaggio di vari monumenti  localizzati in luoghi diversi.

La sintetica  visione include la natura: ci sono  prati, alberi, le colline, l'azzurro cielo con  le nuvole in arrivo.

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#455
Buongiorno Jean, ho trovato la risposta sul dog.  :))

Nel mio precedente post ho scritto
 
CitazioneEbbene, in che punto del dipinto di Picasso quel cane può essere in primo piano ?

 
 
 
 Nella macchia nera  ondulata vicina al gomito della donna  vestita di nero ? Anche se in primo piano, non mi sembra possibile.

Invece è possibile ! Il cane è proprio quella macchia nera in primo piano !

Clicca sul link, c'è l'articolo con la risposta.
 
https://www.artribune.com/arti-visive/arte-moderna/2023/05/picasso-dipinto-cagnolino-raggi-x/

;D
#456
Gentile Jean,  col computer sono rimasto a livello di amanuense. Vorrei avere la capacità di disegnarti il cerchio nella zona  dove Picasso nascose il cane, ma non riesco ad essere anche "miniaturista".

Cerco di spiegare a parole.

Nel precedente post ho scritto: "Secondo Julie Barten, uno degli studiosi dei dipinti conservati al Guggenheim, "il pittore potrebbe aver considerato il cane una fonte di distrazione che avrebbe impedito agli spettatori di guardare più attentamente tutte le altre figure della composizione".

Ebbene, in che punto del dipinto di Picasso quel cane può essere in primo piano ?



Nella macchia nera  ondulata vicina al gomito della donna  vestita di nero ? Anche se in primo piano, non mi sembra possibile.

Guarda la scena. Al centro del dipinto c'è una donna con il cappello nero,  la camicetta viola e la lunga gonna verde. In fondo alla gonna si vedono due "macchie" gialle ed una bianca, più in basso.

Quella è la zona, se non sbaglio.

Alla prima osservazione quella "macchia bianca" mi sembrava la testa di un cane barboncino.
]

Che dici ? Ho scambiato lucciole per lanterne ?  ::)
#457
Jean ho ampliato il discorso: da Tiziano a Picasso, poi Renoir e di nuovo a Picasso. 

Oltre al cagnolino che  dipinse Tiziano, poi  obliterato  con vernice, e di nuovo svelato dopo il restauro del dipinto... , c'è l'occultamento artistico di un cane da parte di Picasso (1881 – 1973) nell'opera che hai segnalato, il quadro titolato "Le Moulin de la Galette",  si vede un cagnolino leggermente obliterato   da uno strato di vernice verde.

Prima di argomentare sul  dipinto di Picasso voglio brevemente descrivere su questo famoso locale parigino all'angolo di rue Lepic, nel quartiere di Montmartre.  

Oggi all'esterno ha questo aspetto
 
Nel XIX secolo era molto più ampio,  comprendeva il ristorante, il bar, la sala e lo spazio all'aperto  per il ballo, due antichi mulini a vento: il Moulin Radet,  e il più grande Moulin Blute-fin;  oggi il complesso è tutelato come monumento storico ed è adibito soltanto a ristorante.  

"Le Moulin de la Galette" divenne famoso perché assiduamente frequentato  da note personalità e da artisti, come  Van Gogh e Renoir.

Di Renoir  è interessante questo dipinto  realizzato nel 1876.
 

Pierre-Auguste Renoir, Bal au moulin de la Galette (Ballo al moulin de la Galette), olio su tela, 1876, Museo d'Orsay, Paris.

è considerato un capolavoro dell'Impressionismo.
 

 

"Bal au moulin de la Galette", dettaglio della coppia che danza, in secondo piano
 

Torno a Picasso. Anche lui ambientò un suo dipinto al Moulin de la Galette, questo


Pablo Picasso, Le Moulin de la Galette, olio su tela, 1900, Guggenheim Museum di New York.

L'artista ha raffigurato la famosa sala da ballo con persone in abito da sera, eleganti cappelli per le signore e cappelli a cilindro per gli uomini:  bevono, ballano, parlano; in primo piano, ci sono tre figure sedute a un tavolo.
Ma questo è solo quello che si scorge alla prima visione del dipinto.

Alcuni esperti del Guggenheim in collaborazione con altri del Metropolitan Museum of Art e della National Gallery of Art di Washington, D.C., hanno scovato anche un quarto ospite, coperto da un leggero strato di vernice verde.

Con la "spettroscopia a fluorescenza", i ricercatori sono stati in grado di generare un'immagine di come appariva originariamente il cane, 


L'immagine del cane nell'angolo inferiore sinistro di "Le Moulin de la Galette" 

forse della razza "Cavalier King Charles Spaniel", simile a questo.


 
Cavalier King Charles Spaniel, è un affettuoso  cane da compagnia di origine inglese; pesa dai 5 agli 8 kg.  E' un piccolo spaniel,  con pelo di lunghezza media, solitamente lievemente curvo  e con  lunghe orecchie. 

Non si sa perché Picasso  decise di  togliere il cane dalla scena.  Secondo Julie Barten, uno degli studiosi dei dipinti conservati al Guggenheim, "il pittore potrebbe aver considerato il cane una fonte di distrazione che avrebbe impedito agli spettatori di guardare più attentamente tutte le altre figure della composizione".

Picasso aveva un  cane bassotto di nome Lump, che significa  "birbante". Tra i due c'era rapporto esclusivo, l'animale  faceva compagnia all'artista rimanendo seduto in terra per ore vicino a Picasso intento a dipingere.
#458
Buon pomeriggio Jean,  la testa di Lump è visibile sulla destra, all'altezza del bicchiere... sulla destra  ???
#459
Riflessioni sull'Arte / Re: Paesaggio
23 Maggio 2023, 11:37:25 AM
Albrecht Dürer.  Nel suo diario scrisse: "Ogni parte deve essere eseguita con la massima diligenza possibile nelle cose più piccole come nelle più grandi. Perciò osserva scrupolosamente la natura, attieniti ad essa e non allontanartene arbitrariamente". Era il suo approccio estetico alla dimensione naturalistica.

Fu il primo ad usare la moderna tecnica pittorica dell'acquerello su carta. In particolare durante i suoi viaggi. Li considerava studi, da confluire in parte nei suoi dipinti.

In epoca rinascimentale oltre a Dürer  anche Peter Paul Rubens, Rembrandt e Anthony Van Dick usarono gli acquerelli.


Albrecht Dürer, Il mulino, acquerello e guazzo su carta, 1489,  Staatlichen Museen, Berlino.

Per vedere bene alcuni particolari del paesaggio consiglio di cliccare sul link

https://www.analisidellopera.it/wp-content/uploads/2021/01/Albrecht_Durer_il_mulino-1536x1032.jpg

Questo acquerello è una delle prime immagini dell'arte europea interamente dedicata al paesaggio, ma si colloca in una dimensione ancora medievale: infatti, le singole costruzioni e i gruppi di alberi non sono disegnati prospetticamente, ma gli uni sopra gli altri.  Della prospettiva il giovane Dürer, a quell'epoca, non aveva ancora sentito parlare.

Il paesaggio è a ovest di Norimberga, con il piccolo fiume Pegnitz che scorre attraverso la città.

Il disegnatore era in piedi sull'alta riva nord e guardava verso sud oltre il Pegnitz, dove l'orizzonte è segnato dalle cime delle montagne presso Schwabach.

Gli alberi in primo piano a sinistra appartengono al parco delle Hallerwiesen.

Le case con le travature a traliccio ai due lati del fiume, disegnate con precisione, costituivano il nucleo del "quartiere industriale", poiché ospitavano delle botteghe in cui si lavorava il metallo servendosi del Pegnitz come fonte di energia. 

In primo piano, in terra si vedono delle tavole e l'edificio del mulino ad  acqua, che utilizza l'energia meccanica prodotta dalla corrente del fiume. Una mola o macina (la bianca ruota petrosa) è poggiata all'esterno dell'edificio.

Sulla destra ci sono le abitazioni; una passerella in legno traversa il canale. In prossimità del ponticello, un contadino a cavallo sembra pescare all'interno nell'acqua che scorre.

Da un sentiero sulla sinistra un uomo cammina con il sacco in spalla e il bordone. Forse è un contadino che porta il grano a macinare.

Oltre il canale, i prati sono recintati da bassi steccati in legno e si alternano ad abitazioni circondate da alberi. 

In alto, a sinistra, si  vede in lontananza un villaggio, la chiesa con il campanile. Un altro edificio religioso è sulla destra.

Due montagne chiudono l'orizzonte.

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#460
Riflessioni sull'Arte / Re: Paesaggio
23 Maggio 2023, 09:48:32 AM

Leonardo da Vinci,  Paesaggio con fiume, disegno, 1473, Gabinetto dei disegni e delle stampe, Galleria degli Uffizi, Firenze.

In alto, sulla sinistra,  c'è scritto: "Dì de  Sta Maria della Neve/ Adì 5 daghosto 1473". E' la più antica opera datata di Leonardo. Sul disegno c'è anche  il suo autografo con la mano sinistra, perché era mancino.

Nella moderna arte occidentale è  considerato il primo disegno con paesaggio,  senza il vincolo con un soggetto sacro o profano.

Sullo sfondo si vedono montagne, vicine colline, su una delle quali, sulla sinistra, c'è un castello;  la parte valliva è attraversata da un fiume. Ci sono alberi, arbusti, campi coltivati. 
 
Forse il disegno  era lo schizzo preparatorio di un paesaggio in un'opera più complessa, oppure  un esercizio del giovane artista, in quel periodo allievo di Andrea del Verrocchio.

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#461
Riflessioni sull'Arte / Paesaggio
23 Maggio 2023, 09:10:44 AM
Nel nostro tempo consideriamo il paesaggio la fisionomia di una parte di territorio,  determinata dall'azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro interrelazioni.

Ma questo sostantivo ci arriva da lontano, dal latino "pagus" (= villaggio): dietro l'apparente semplicità si nasconde la stratificazione lessicale elaborata nei secoli fino a giungere al sostantivo "paese",  da cui deriva "paesaggio": questa parola la troviamo per la prima volta attestata in una lettera scritta l'11 ottobre 1522 dal noto pittore Tiziano Vecellio e indirizzata a Filippo II di Spagna (1527 – 1598), figlio dell'imperatore Carlo V. Il neologismo entrò nell'uso della lingua italiana.

Nell'ambito artistico la diffusione del paesaggio nella pittura moderna cominciò con Giorgione (1478 circa – 1510).  Non più sfondi monocromatici  ma colline, case, alberi, ecc..

Precursori furono Leonardo da Vinci (con il disegno del 1473 titolato "Paesaggio con fiume") e gli acquerelli di Albrecht Dürer negli anni '90 del '400.

Adesso vi faccio vedere il dipinto di Giorgione titolato "Tempesta", considerato il primo esempio nella storia dell'arte occidentale moderna. 

Giorgione, Tempesta, tempera e olio, 1503 circa, Gallerie dell'Accademia, Venezia.

Questo dipinto ha suscitato varie ipotesi interpretative. Rappresenta un  paesaggio con figure.

Sulla sinistra, in primo piano un uomo in piedi, con abito rinascimentale; con la mano destra regge un'asta di legno, il suo sguardo è diretto verso un albero. Dietro di lui ci sono arbusti, un alto muro ed uno più basso, di circa un metro, con sopra due tronchi di colonne petrose.

A destra, è raffigurata una donna seminuda, con la mantella sulle spalle,  seduta su un lenzuolo sul prato, nell'atto di allattare il figlio. Lo sguardo della donna è rivolto verso un immaginario osservatore.

Al centro della scena c'è il fiume, sovrastato da un ponte. Sul fondo  si vedono gli edifici  di una città, alcune case-torre, un campanile e alberi.

Il plumbeo cielo che minaccia pioggia è attraversato da un fulmine.
 
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#462
Gentile Jean, per scambievole conoscenza vorrei dilungarmi sulla "tela lasciata grezza" da Tiziano e darti delle novelle in merito,  ma sono soltanto un "dilettante allo sbaraglio", un amanuense.
" Tu se' lo mio maestro e 'l mio autore,
tu se' solo colui da cu' io tolsi
lo bello stilo che m' ha fatto onore"  ;)



#463
Riflessioni sull'Arte / Re: Pissing
18 Maggio 2023, 09:53:09 AM
Buongiorno Jean. 

Ieri mi hai ricordato l'Adorazione dei Magi di Tiziano, ed oggi come dono ti offro non la mirra ma il mio commento a tale dipinto. Spero ti piaccia. 

La Chiesa cattolica negli anni precedenti  la Controriforma permise ai pittori l'inserimento di frammenti di vita quotidiana nell'ambito delle opere sacre, elementi che successivamente furono eliminati  perché non pertinenti al tema, che doveva essere elaborato con la minor fantasia possibile, in aderenza con le verità esplicitata dalle narrazioni bibliche.


Tiziano Vecellio, Adorazione dei Magi, olio su tela, 1560 circa, Pinacoteca Ambrosiana, Milano.

Destinatari di questo dipinto: Enrico II di Valois, re di Francia dal 1547 al 1559, e la sua amante, Diana di Poitiers (1500 – 1566), nota per la sua bellezza.
Enrico II aveva vent'anni meno di Diana, la quale ebbe molta influenza sul re.

Il dipinto venne commissionato per il sovrano di Francia dal cardinale Ippolito II d'Este, figlio del duca Alfonso I d'Este e di Lucrezia Borgia, nipote dell'omonimo cardinale Ippolito d'Este.

Per varie vicende questo dipinto non fu inviato in Francia e acquistato successivamente dal cardinale Carlo Borromeo, noto come San Carlo, 1538 - 1584. Egli fu uno dei riformatori della Chiesa cattolica dopo la Controriforma.

Il cardinale donò il quadro all'Ospedale Maggiore di Milano, la "Ca' granda", attuale sede dell'Università Statale di Milano.

Infine la tela venne riacquistata dal cugino di San Carlo,  il cardinale Federico  Borromeo, fondatore della Pinacoteca Ambrosiana, nel 1588.

La scena dell'Adorazione dei Magi  è ricca di dettagli.

Interessante è la stesura cromatica del cielo.

Sulla destra vediamo la carovana dei Magi guidata dalla stella che dallo sfondo del dipinto si snoda fino in primo piano.

Cavalli e cavalieri sono agghindati con particolare  attenzione al gusto esotico. Per esempio, il cavaliere con il turbante bianco.

Al centro della scena c'è il cavallo bianco con la testa chinata, quasi a voler imitare il gesto di devozione del suo padrone nei confronti  del redentore.

Sulla sinistra, invece, c'è  la scena dell'adorazione vera e propria, con i Magi che porgono i doni: oro, incenso e mirra al Bambino.

Da notare anche qui il gusto per l'esotico: il copricapo di piume rosse di questo Magio e la sua giubba verde.

Il dettaglio che più attira l'attenzione dei visitatori è  il bianco cagnolino, raffigurato mentre fa la pipì su uno dei due pali che sorreggono la tettoia d'ingresso nella capanna.

In un'epoca non precisata esso venne coperto perché ritenuto scandaloso e irriverente.

Nel "De picura sacra" il cardinale Federico Borromeo, definì l'ispiratore di tale rimozione "austero e fanatico" e riporta le parole di Tiziano stesso, secondo il quale "non faceva meraviglia che gente ignorante di ogni arte avesse potuto commettere un simile sfregio".

In occasione dell'ultimo intervento restaurativo è stato riportata alla luce la figura del cane, per evidenziare l'interesse naturalistico del geniale pittore veneto.

In questo dettaglio si vede meglio il piccolo cane con la zampetta posteriore sinistra alzata nell'atto della minzione.

#464
Riflessioni sull'Arte / Re: Pissing
16 Maggio 2023, 22:54:39 PM
Ciao Jean,  grazie  per le strofe che mi hai dedicato ricordando la nostra infanzia e le gare a chi la  mandava più lontano  :))

Stasera voglio augurarti la buonanotte offrendoti la visione di un quadro realizzato in epoca rinascimentale da Alessandro Bonvicino,  che per la sua carnagione scura era soprannominato "il Moretto" (1498-1554).
 
Il dipinto raffigura il profeta Elia (nome in ebraico: Eliyahu, che significa "il mio Dio è Yahweh"). Le sue avventure sono descritte nei due libri del Re, nell'Antico Testamento.
 
La sua missione profetica avvenne nel regno di Israele  durante il dominio di Acab, dall'875 all'852 a. C..
 
L'opera pittorica è denominata: "Elia confortato dall'angelo" ed è nella Cappella del Santissimo Sacramento nel Duomo vecchio di Brescia
 

Brescia, duomo vecchio, concattedrale invernale di Santa Maria Assunta, titolo che divide con l'adiacente duomo nuovo.
 
L'edificio ecclesiastico del duomo vecchio è su un'area stratificata. Le indagini archeologiche hanno evidenziato resti di epoca romana, forse di un edificio termale del II – III sec. d. C..
 
Nel periodo paleocristiano fu costruita una basilica e dopo di questa, nel XII secolo, il duomo (vecchio), che nel  tempo ha subìto ampliamenti e modifiche, mantenendo la struttura romanica.
 
Al suo interno ci sono numerose opere d'arte, tra le quali tele dipinte dal Romanino e dal Moretto. Di quest'ultimo ti faccio vedere  il dipinto titolato. "Elia (dormiente) confortato dall'angelo"
 
 
 Moretto, Elia, dormiente,  confortato dall'angelo, 1524 circa, Duomo vecchio, Brescia.

Nella parte sinistra del dipinto si vedono sul sentiero  due uomini : uno dei due è fermo per orinare.
 
Si vede meglio nel dettaglio sottostante. 
 

 
 Nel passato l'inserimento nei dipinti di carattere religioso di un evento collegato alla quotidianità umana serviva per comunicare al fedele che nulla  nella Bibbia aveva la dimensione esclusivamente sovrannaturale.
#465
Riflessioni sull'Arte / Re: Pissing
16 Maggio 2023, 08:21:09 AM

illusione ottica
 
L'illusione ottica è l'errata interpretazione di un'immagine da parte del cervello.
 
Illusioni causate dalla prospettiva, dalle dimensioni, dal contrasto tra luminosità e colore, ecc.. Fanno percepire in modo errato qualcosa che nella realtà  è diversa.
 
Agli eventuali interessati segnalo questo libro
 

 
L'autore, Jean-Claude Lebensztejn, è uno storico dell'arte francese ed ex docente alla Sorbona.