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Messaggi - acquario69

#451
Citazione di: Duc in altum! il 18 Febbraio 2017, 20:36:45 PM
**  scritto da acquario69:
Citazione"Dove sei quando non sei presente a te stesso?"

Dormendo meravigliosamente ...o innamorandomi della mia eternità!  ;D

Secondo me avresti comunque colto qualcosa su cui rifletterci.

il sogno e' individuale ma in questo caso diventerebbe come un allegoria o trasposizione metafisica e non individuale ..come avrei provato facendo citazione sul Tao e che poi avrebbe ripreso nello stesso senso anche maral

Poi e' chiaro che il tema in se e' parecchio scivoloso :)


Il sogno della farfalla:

Una volta, Chuang Chou sognò di essere una farfalla.
Era una farfalla perfettamente felice, che si dilettava di seguire il proprio capriccio.
Non sapeva di essere Chou.
All'improvviso si desto' e allora fu Chou,gravato dalla forma.
Non sapeva se era Chou che aveva sognato d'essere una farfalla o una farfalla che sognava di essere Chou
Eppure tra Chou e la farfalla c'è necessariamente una distinzione.
Cosi e' la trasformazione degli esseri.

(Zhuangzi, cap. II)
#452
CitazioneDunque credo che quando noi, soggetti della nostra propria esperienza fenomenica cosciente, non siamo presenti a noi stessi (non ci autopercepiamo come pensieri, sentimenti in atto, quando non siamo autocoscienti) continuiamo ad essere reali come cose in sé non percepibili, non  apparenti (non fenomeni) ma solo congetturabili, pensabili: noumena). 

Nel momento che non sei presente a te stesso non puoi fare nessuna congettura e nessuna definizione pensabile..casomai la fai solo dopo...e prima "dove sei" se non sei percepibile?
eppure ci sei sempre lo stesso,non eri mica scomparso credo

comunque lasciamo pure da parte le cose che dico io, che non hanno nessuna pretesa..
ma se dici che bisogna parlare il più possibile alla lettera allora lao-tzu (citazione sopra) non avrebbe mai potuto indicare nulla del Tao e che se fossero state "vaghezze" allora non si capisce come invece vengano riportate fedeli e identiche a se stesse dopo migliaia di anni

 
#453
CitazioneIl dubbio e la critica sono quindi essenziali per introdurre a piccole dosi proprio quel nulla (attraverso gli altri che in qualche misura sono sempre il nulla relativo di noi stessi) che inteso in senso assoluto è morte assoluta, è l'assoluta contraddizione che tanto ci angoscia. Ma penso anche che se la critica è irrinunciabile, va messa in crisi anche la soggettualità e qui mi pare che si possa partire proprio dalla domanda (passata inosservata) di Acquario:  "Dove sei quando non sei presente a te stesso?" , perché il soggetto non è sempre presente, anzi, lo è raramente, perché il dubbio qui è che anche il soggetto, così fondamentale, in fondo non sia che un effetto di contesto, una sorta di ippogrifo, o una costruzione "immaginifica" di prassi culturali, il soggetto è solo una categoria del pensiero che si immagina mentre fa. Ma certamente a ragionare di questo si produrrebbe un altro spostamento dal tema e forse Acquario non intendeva la questione nel senso di una critica al soggetto, gli propongo quindi di aprire una nuova riflessione specifica, se vuole.


Accetto l'invito di maral
Preciso che la citazione non e' la mia ma si trova nel libro "imitazione di Cristo"
Proviamo cosi a coglierne il senso (senza usare troppo i sensi :) ) o di intendere le cose solo alla lettera..naturalmente non mi ritengo fuori da questa premessa e ai miei stessi limiti.. comunque il tentativo lo faccio lo stesso

sara' capitato, magari anche per un istante di non essere presenti a se stessi ma credo che questo lo si può constatare solo quando si "rientra" in se stessi poiché quando si e' "fuori" non ci si pone nessuna domanda, perche non vi e' più nessun soggetto che lo determina e non vi sarebbe percio nessuna distanza o separazione, quindi in realtà non vi e' ne "dentro e ne fuori"

La Realtà (che "non ha nome" ma che in qualche modo inevitabile dovrò ora pur far presente per parlarne) infatti non si può racchiudere o de-finire;

Il Tao che può essere detto
non è l'eterno Tao,
il nome che può essere nominato
non è l'eterno nome.
Senza nome è il principio
del Cielo e della Terra,
quando ha nome è la madre
delle diecimila creature.
Perciò chi non ha mai desideri
ne contempla l'arcano,
chi sempre desidera
ne contempla il termine.
Quei due hanno la stessa estrazione
anche se diverso nome
ed insieme sono detti mistero,
mistero del mistero,
porta di tutti gli arcani.


..perche dal momento che lo faccio (che sono presente a me stesso) ne sarei "fuori" ,quindi nello stato di non essere presenti a se stessi equivale ad essere un tutt'Uno - o Uno senza secondo - con la Realtà medesima ma sarebbe forse più corretto dire ad un non-essere...(l'Essere e' la prima determinazione.."quando ha nome e' la madre delle diecimila creature") o il "Vuoto" per il Taoismo o la "povertà Spirituale" per i Cristiani ed anche l'islam
il ritorno al Principio non manifesto,da cui tutto si manifesta - "Il Tao in eterno non agisce e nulla v'è che non sia fatto" - quest'ultimo in possibile obiezione ad ipotesi di come verrebbe male inteso come "fuga dalla realtà" ..bensi vero il contrario.
#454
Percorsi ed Esperienze / Re:Nun Me Scuccia'
17 Febbraio 2017, 13:37:00 PM
Nel 1944 Georges Bernanos, il tormentato scrittore cattolico (il suo capolavoro è il Diario di un curato di campagna) pubblica una  furibonda raccolta di invettive contro la società industriale.  Vista la data, è  dir  poco definirlo profetico fin dal titolo: "La France contre le robots".  Gridava ai contemporanei di diffidare del benessere  promesso dalle industrie di massa, liberatrici dei poveri: "Ci sarà sempre più da guadagnare a soddisfare i vizi dell'uomo che i suoi bisogni".  E' un'agghiacciante verità che  possiamo comprendere noi,  70 anni dopo, nell'epoca del Viagra, delle droghe "ricreative", dei gay pride, del diritto al piacere,  e della pornografia di massa.
"Un giorno – annunziò –  si getteranno nella rovina da un momento all'altro famiglie intere  perché a migliaia di chilometri di distanza potrà essere prodotta la stessa cosa a due centesimi in meno alla tonnellata":  come se avesse visto in una sfera di cristallo  la globalizzazione, le delocalizzazioni feroci, le de-industrializzazioni  d'Europa.
Adam Smith,  ha sancito in una celebre sentenza: « Non è dalla benevolenza del macellaio, del birraio o del fornaio, che noi ci aspettiamo la nostra cena, ma dal loro rispetto nei confronti del loro stesso interesse. Noi ci rivolgiamo, non alla loro umanità ma al loro amor proprio, e non parliamo loro delle nostre necessità ma della loro convenienza. »  L'illusione che dall'intreccio degli interessi ossia egoismi venga una società armoniosa grazie alla mano invisibile del mercato,  è tuttora   un dogma creduto da molti.  
Bernanos,con impressionante anticipazione, scrisse:
"Non importa, si dicevano gli imbecilli, sappiamo bene che la cupidigia non è una virtù; ma il mondo non ha bisogno di virtù, esige confort – e la cupidigia senza freni dei mercanti finirà, grazie al gioco della concorrenza, per fornirgli questo confort a basso prezzo, a prezzo sempre più basso. [...] Questi sciagurati  erano incapaci di prevedere che niente avrebbe fermato le cupidigie scatenate,  che avrebbero finito per disputarsi la clientela a colpi di cannone: "Compra o muori!".   
Quegli imbecilli, rincarava Bernanos, "non prevedevano nemmeno che non tarderebbe a venire il giorno in cui il calo dei prezzi, fosse pure degli oggetti indispensabili alla vita,   sarebbe considerato come un male maggiore  – per la semplice ragione  che un mondo nato dalla speculazione non può organizzarsi che per la speculazione."
"Un mondo dominato dalla Forza è  abominevole, ma il mondo dominato  dal Numero è ignobile. La Forza presto o tardi fa sorgere dei rivoltosi, genera lo spirito di Rivolta, fa  degli eroi e dei Martiri.  La tirannia abietta del Numero è  un'infezione lenta che non ha  mai provocato questa febbre. Il Numero crea una società a sua immagine:  una società di esseri non già eguali, ma di equivalenti, riconoscibili solo dalle impronte digitali" –  come fece a vedere  70 anni prima la nostra società di omologati,  di   copie conformi intercambiabili,  e  in più passivamente incapaci di rivolta verso le oligarchie   che li asserviscono?
E  con che precisione ci dipinge, noi suoi posteri: "Inchiodato a se stesso dall'egoismo, l'individuo non appare più  che come una quantità trascurabile, sottomessa alle leggi dei  grandi numeri [...]  grazie  alla conoscenza delle leggi che li reggono.  Così il progresso non è più nell'uomo,  è nella tecnica,  nel perfezionamento dei metodi capaci  di permettere un utilizzo ogni giorno più efficace del materiale umano".

Georges Bernanos, 1888-1948.
"Ahimé, il modo rischia di perdere la libertà , di perderla irreparabilmente, per non aver conservato l'abitudine ad usarla...": questo nel 1944.  L'Unione Europea,  orwelliana  prigione dei popoli  consenzienti, non  era nemmeno al più lontano orizzonte.

Ed ecco l'esattissima previsione sulla immane perdita di identità e culture degli europei,  che allora non era immaginabile: "La civiltà delle macchine non ha per niente bisogno della nostra lingua. La nostra lingua è il fiore e il frutto d'una civiltà  assolutamente differente dalla civiltà delle macchine.  Inutile disturbare Rabelais, Montaigne, Pascal [noi: Dante, Ariosto, Machiavelli] per esprimere una concezione sommaria della vita, il cui carattere sommario costituisce precisamente  la sua efficienza.  La lingua francese [italiana]  è un'opera d'arte, e la civiltà delle macchine non ha bisogno per i suoi uomini d'affare, come  per i suoi diplomatici,  che di uno utensile, niente di più".
Da dove sorgeva  in George Bernanos una così acuta preveggenza – anzi chiaroveggenza – della rovina che oggi incombe su di noi?  Salta in mente una sentenza di Chesterton, altro credente senza complessi: "Questo è il prezzo che pago in nome del cattolicesimo, e cioè il fatto che è sempre in anticipo sui tempi".
Ahimé, oggi la Chiesa "progressista" è regolarmente in ritardo culturale sulle mode ideologiche (El Papa ha appena tenuto un incontro terzomondista, invocando terra ai contadini e diritti ai popoli indigeni, un po' di teologia della liberazione...)  ed è incapace di leggere i segni dei tempi, anche i più incombenti. Se ha ragione Chesterton,   anche noi siamo meno chiaroveggenti nella misura in cui la nostra fede cattolica è posticcia,  un abito esterno anziché una  spada affondata nel cuore.
Quella  che ci resta è tuttavia sufficiente a renderci delle Cassandre derise.  Ci rimane infatti  ancora una briciola della coscienza che Bernanos espresse nel '44 con impressionante nettezza.
"Non si capisce assolutamente niente della civiltà moderna se non si ammette fin dal principio che è una cospirazione universale contro ogni specie di vita interiore".   Georges Bernanos, La France contre les robots (1944).
E forse si deve  a questo chiaroveggente cristiano (ancor letto e studiato) se nella Francia ridotta a quel che è, restano ancora coscienze della  deriva sempre più  maligna delle "conquiste"  del presente.  Escono libri intitolati appunto "Apocalisse del Progresso", dove Pierre de la Coste, giornalista che è stato ghost writer di vari ministri,  pone questioni come: "Dagli Ogm a Chernobil, dalla schedatura digitale della popolazione a Fukushima  – è venuto il momento di dirsi che il Progresso, come  moto ineluttabile dell'Umanità verso il Bene, ed è stato forse una religione di sostituzione, è diventato oggi un incubo".
Escono saggi intitolati "La Sregolazione morale dell'Occidente", dove il filosofo Philippe Bénéton   denuncia "quello che è il pensiero coltivato dall'Unione Europea dagli anni 2000: ciò che unisce gli europei, sono solo le regole che implicano i diritti dell'uomo e della "concorrenza libera e non falsata". Ma così, a ciò che fu una civiltà comune si impone una tabula rasa.
L'idea burocratica è  naturalmente che le identità e differenze culturali e storiche debbano essere omogeneizzate perché ostacolerebbero, poniamo, l'accoglienza verso i  musulmani immigrati; e per giunta, le masse si vogliono "emancipate  dai tabù" religiosi ossia morali.  Ma attenzione, denuncia il filosofo, "la democrazia liberale prende  un senso nuovo; diventa una semplice meccanica, si definisce unicamente per le procedure", le regole invece dei valori. Ma "in un mondo dove le procedure regnano e le virtù svaniscono in  nome del relativismo dei valori, gli attori non si sentono "tenuti". Sicchè  la  crisi morale tocca la politica  come tocca i media, l'economia, la scienza, i rapporti quotidiani..".
Questi europei dell'ultima ora che si vantano della propria "liberazione" morale, "a ciascuno i suoi valori, ogni individuo è libero e sovrano, viva la libertà, abbasso il vecchio ordine morale – e poi si indignano perché il politico ruba,  il capitalista froda i salari de localizzando, il giornalista pubblica notizie false a pagamento per la Cia  – ma non sono anche loro degli individui "liberati"?  Se il vecchio ordine morale è schernito e  demitizzato, la conseguenza politica e sociale non può essere che quella. La violazione di "regole" e procedure, dopotutto, non valori.
Ma  ancor peggio, in questo relativismo   di massa  si  è infiltrato un moralismo di massa, ipocrita e non riconosciuto, e ferocemente  censorio:  "la modernità tardiva vuol definire la buona e cattiva   maniera di vivere. Il "Male" e la "colpa" non sono scomparsi, si incarnano nelle parole e negli atti accusati, a torto o ragione, di razzismo, di sessismo, di xenofobia, di omofobia... queste nuove regole puntano alla divisione morale dell'umanità: da una parte gli araldi di una società aperta , avanzata, i progressisti,  le femministe, i 'gay' –  dall'altra a i retrogradi, quelli del vecchio mondo, i partigiani di una società "chiusa" e "tribale", i custodi del vecchio ordine morale,  gli ultra-conservatori, i reazionari, i populisti, gli xenofobi:  in breve, è la divisione tra gli amici e i nemici dell'umanità.  Questa visione manichea non è certo in favore della libertà.
E  fa un esempio, Béneton:
"Se uno dice in un dibattito tv: "il populismo è il pericolo principale del nostro tempo", non sarà interrotto, né richiesto di spiegarsi sulle sue intenzioni.  Se invece uno dichiara: "populismo è una parola incerta e mal definita, inventata dagli Importanti per indicare, con la sua connotazione peggiorativa, che non è bene criticare gli Importanti",  chi parla viene bombardato di sospetti sulla sua intenzione: sareste anche voi populista? Reazionario? L'opinione  corretta funziona in questo modo: non discutete mai, accusate.  Il nostro tempo che tanto denuncia "il moralismo",  non fa altro che moralizzare continuamente.
La messa  sotto accusa della persona sostituisce il dibattito delle idee : "Ah, lei cade nell'omofobia, lei fa' il gioco del conservatorismo,  lei  nutre ancora dei pregiudizi!". In breve, il  fondo del dibattito  non viene più trattato, non c'è più  un dibattito  ma un accusatore e un accusato, un tribunale e un reo".

Da noi in Italia, nulla di questa coscienza del Progresso come apocalisse.
Solo progressisti censori alla Boldrini.

Fonte: http://www.maurizioblondet.it/bernanos-robot-ossia-progresso-apocalisse/
#455
Tematiche Filosofiche / Re:Buddhismo
17 Febbraio 2017, 03:27:02 AM
Citazione di: Apeiron il 16 Febbraio 2017, 14:40:12 PM
acquario69, non è vero che c'è poco interesse per il buddismo. Personalmente lo ritengo una filosofia MOLTO interessante. Tuttavia in questo thread ho enunciato le mie perplessità sullo "scopo finale": https://www.riflessioni.it/logos/tematiche-spirituali/nirvana-moksha-karma-e-'eutanasia'/

Ci sono concetti davvero molto belli come ad esempio: l'impermanenza, la sofferenza che nasce dall'errata identificazione, la sofferenza che nasce dall'illusione del possesso. Inoltre è anche una filosofia che non è molto antropocentrica (anche se in verità una rinascita umana è "speciale" e l'uomo e l'animale sono sempre distinti). Non c'è nemmeno il problema secondo me del "risentimento", anzi c'è l'idea che si possa avere un progresso spirituale tra una vita ed un'altra.

Ritengo il Canone Pali (ne trovi una parte consistente qui: http://www.canonepali.net/index.html) un'opera di una genialità incredibile e ne consiglio la lettura. Magari per iniziare leggi il Dhammapada http://www.canonepali.net/dhp/dhp_index.htm.

In sostanza trovo nel buddismo molte cose buone, tuttavia non mi considero "buddista" appunto perchè non sono d'accordo con tutto.

In ogni caso il taoismo è praticamente identico anche in riferimento alla dottrina dell'anatta anche se ad un buddista non piacerebbe l'idea di "unirsi al Tao", anche se nel taoismo questo concetto mi sa tanto di puro valore "metaforico" (nel senso che l'importante anche qui è liberarsi del'io):
"«L'uomo perfetto è senza io, l'uomo ispirato è senza opera, l'uomo santo non lascia nome». [...]
La grande intelligenza abbraccia, la piccola discrimina [...].
Come ha potuto il Tao oscurarsi al punto che vi debba essere distinzione tra il vero e il falso? Come ha potuto la parola offuscarsi al punto che vi debba essere distinzione tra l'affermazione e la negazione? [...] Il Tao è offuscato dalla parzialità. La parola è offuscata dall'eloquenza. [...]
Che l'altro e se stesso cessino di opporsi, questo è il perno del Tao. [...]
È camminando che si traccia la via; è nominandole che le cose sono. [...] Ogni cosa ha la sua verità; ogni cosa ha la sua possibilità. [...]
È così che lo stelo sottile e il grosso pilastro, la brutta donna o la bellissima Xi-shi, il grande e lo straordinario, l'astuzia e la mostruosità, si riassorbono tutti nell'unità del Tao. [...]
La comprensione conduce all'unità [...].
Compiere senza sapere perché, ecco il Tao"
(dal Zhuang-zi, capp. I-II).
In generale come dice Sariputra forse sarebbbe più saggio non soffermarsi sulla dottrina ma concentrarsi sulla pratica e chiamare il buddismo "Dharma".

certo non ho dubbi nemmeno io che il buddismo non sia una filosofia (?) molto interessante.
per me tutte le dottrine hanno Valore a prescindere, diciamo la Spiritualita',che e' alla fine la stessa e identica per tutti gli esseri, non solo umani (a prescindere se questa viene o meno avvertita)

Il Tao e' senz'altro quello che rientra di più nelle mie corde e citazioni come quelle sopra, spesso entrano come fulmini a ciel sereno...un lampo e in quell'istante comprendi tutto.. o ugualmente e per certi versi "opposti" una spiegazione rigorosamente logica che fa un percorso per arrivare al "cuore" Unico delle cose tutte (cuore inteso come comprensione e non come sentimento!)
altra fonte inesauribile dove posso attingere e' la Natura,quando me ne capita l'occasione nonostante venga sempre di più accerchiata e ridimensionata...davvero triste.
Sari per esempio cita il suono del vento tra gli alberi...una meraviglia appunto indescrivibile, proprio perché l'identita soggettiva scompare

in quell'altra discussione a un certo punto scrivi:
CitazioneDunque ottenuta la completa liberazione cosa succede?

Credo qualcosa di simile di quanto appena provato ad esprimere (e che non si può descrivere, quindi ci si può solo arrivare da soli) ...mentre la domanda sopra te la fai per la "ragione" della tua stessa identita soggettiva,ma estinto il soggetto si estingue la domanda stessa..non so se sono riuscito a farti intendere dove volevo arrivare :)
#456
Tematiche Filosofiche / Re:Buddhismo
16 Febbraio 2017, 12:50:24 PM
Citazione di: Sariputra il 16 Febbraio 2017, 12:13:58 PM
...se così si può dire. Io sono un buffone del Buddha... ;D

Be' Misa che siamo piu o meno tutti un po "buffoni" in questi esistenza,ognuno con una parte gia assegnata in partenza....
Comunque secondo me la tua parte la sai fare molto bene   8)


Noto Che al momento il buddhismo non desta particolare interesse...a parti due miseri cents appena incassati  ;D


Grazie per il confronto  :)
#457
Tematiche Filosofiche / Re:Buddhismo
16 Febbraio 2017, 11:48:49 AM
Citazione di: Sariputra il 16 Febbraio 2017, 09:44:04 AM
Qualcosa di meno faticoso no, Eh...?

;D


Per quanto riguarda la sofferenza "presto, molto presto" ti assicuro che ne so qualcosa anch'io..e se permetti posso arrivare a capire e condivido con te che ognuno e' figlio della nostra storia e poi apprezzo la franchezza "nudo e crudo senza imbrogli" insieme all' "ama il prossimo come te stesso"

quindi va bene i libri e le congetture mettiamoli pure da parte, sono d'accordo con te...
allora il buddhismo che sarebbe,un metodo,una modalità "personalizzata" utile per liberarsi dalla sofferenza?

per questo fai cenno allo yoga..ma lo yoga non e' da intendersi come unione cioè' come intuizione di far parte stessa del Tutto? ...o sarebbe solo una sensazione e percio chiusa al proprio interno?

..chissa se a Duc leggendo il tuo intervento,non gli sia proprio venuto subito dopo di fare questo commento (?)

CitazioneMa sia il relativismo che la metafisica sono nient'altro che mezzi e non il fine dell'esistenza: le scelte quotidiane.


si ma cosa distingue il fine dai mezzi?.. sono forse da ritenersi la stessa cosa? ..e sono davvero soltanto le umane scelte quotidiane a fare la distinzione?
#458
Tematiche Filosofiche / Buddhismo
16 Febbraio 2017, 04:59:05 AM
Sariputra..te la sentiresti di spiegare, se e per quanto possibile il Buddhismo?

ho pensato che aprendo questo Topic specifico si potrebbe tentare cosi di fare più chiarezza e in maniera più raccolta,di quanto finora mi e' capitato di leggere dai tuoi numerosi interventi in merito.

Per quanto mi riguarda non sarei per niente interessato ad una "cronistoria" del buddhismo,bensi di quella che sarebbe la sua filosofia (ma e' una filosofia il buddismo?) insomma la sua essenza in tutti i suoi aspetti.

per cominciare prendo spunto da quanto avresti scritto qui sotto in un altro Topic dicendo;

CitazioneCome sai un buddhista, alla tua domanda se è una metafisica ti guarderebbe strano e ...ti manderebbe a pelare le patate! Questo perché il Dharma è la pratica. Non esiste una filosofia buddhista autentica  che prescinda dalla pratica. Ciò non toglie che, secoli dopo la morte del fondatore, del grande medico della sofferenza umana, si sia sentito il bisogno di dare una sistematicità filosofica all'insegnamento. A parer mio, sperando che qualche maestro non mi legga, la filosofia è una metafisica. Metafisica che si pone l'obiettivo di superare la metafisica stessa, senza sfociare nel nichilismo o nel dogmatismo. La Via di Mezzo, ossia stare lontani da ogni estremo,  è consapevolezza dell'impossibilità del pensiero di trascendere i suoi limiti.. 


Per provare a capire meglio non ho potuto fare a meno di constatare (almeno dal mio punto di vista) delle contraddizioni che se ti fara piacere mi spiegherai meglio tu.

Prima di tutto non penso che la filosofia e' una metafisica e poi come può la metafisica superare se stessa se questa nel suo implicito significato e' infinita e illimitata?
"Superare" intende oltrepassare un limite,altrimenti cosa ci sarebbe da superare?

un altro esempio quando in diverse occasioni mi pare che tu affermi che non ce nessun "Se" o se preferisci non esiste nessun fondamento o nessuna origine a nulla (cosi mi sembra di aver capito da quanto dici)
Ma se non ce un identita fondativa,poiche ci sarebbero solo aggregati effimeri ed inesistenti chi sarebbe a proclamarlo?  l'effimero e l'inesistente? Ma se e' inesistente allora non dovrebbe nemmeno esserci qualcuno o qualcosa che lo proclama

Oppure nel momento che tu affermi sostanzialmente che non vi sia un identita,non sarebbe nello stesso affermare qualcosa,l'affermazione stessa dell'identita? (Spero che la parola identità non porti ad equivoci,l'identita a cui faccio riferimento non e' l'IO - soggetto "isolato")


E poi..il buddismo e' una filosofia? Un metodo?...che aiuta a liberarsi dalla sofferenza,(giusto?) ...ma "chi" e' ad abbandonare la sofferenza,ossia da dove proviene questo "chi" se come sopra non dovrebbe affatto sussistere e percio fare la benché minima comparsa?
#459
Attualità / Re:Legge anti bufale
16 Febbraio 2017, 04:53:49 AM
Citazione di: Fharenight il 16 Febbraio 2017, 00:44:58 AM

Un disegno di legge è stato presentato oggi al Senato che prevede sia multe che sanzioni penali per chi diffonde notizie false sia sui social media, che su siti "non espressione di giornalismo online". Si incorrerà in un'ammenda fino a 5mila euro chi diffonda notizie false "esagerate o tendenziose che riguardino dati o fatti manifestamente infondati o falsi"; mentre se le notizie false recano "pubblico allarme o nucumento agli interessi pubblici", oltre alla multa è prevista la pena della reclusione non inferiore a 12 mesi. Chi, invece, si rende "responsabile di campagne d'odio contro individui" o "volte a minare il processo democratico" sarà punito con la reclusione non inferiore a due anni e l'ammenda fino a 10mila euro.
Azzolino! Manco durante il fascismo!

A me sembra che vogliono toglierci anche l'ultimo diritto che ci rimane: la libertà di espressione.
Dato che internet è una realtà troppo grande che sfugge  al controllo di regime, ora si sono inventati il problema delle bufale per impedire l'espressione e la diffusione di idee, pensieri, fatti, avvenimenti che non siano filtrati dai soliti mass media. Col pretesto di tutelare il cittadino e garantire trasparenza.


amica cara....hai mai letto il libro di orwell "1984" ?

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qui sotto già te ne faresti un idea
http://www.anticorpi.info/2011/10/1984-le-profezie-di-george-orwell.html

mentre qui avrei già provato a discuterne se pure in diversi ma corrispondenti aspetti

https://www.riflessioni.it/logos/attualita/essi-vivono/
#460
bisognerebbe considerare la cosa piu ovvia e banale e Cioe Che in un pianeta limitato non puo rientrarci nessun sistema di tipo economico perche questo si basa Sulla crescita e lo sviluppo.
In questi anni poi si parla di sviluppo sostenibile (altro ossimoro)


No Ancora non viene Capito che e' proprio la mentalita di tipo "economico" Che non dovrebbero piu esistere,tutte Le alternative dettate da questo paradigma sono solo un buco nell'acqua
#461
Sariputra scrive:
CitazionePertanto ho cercato, nei miei immensi limiti, di mostrarti quello che , a mio modesto parere, risultava contraddittorio anche nella tua posizione...che poi tu provi piacere per le contraddizioni, non è affar mio...

Mi associo alla considerazione della sterilità di continuare questa discussione tra di noi. Se dobbiamo ridurci a discutere...del nulla


A questo punto della discussione leggendo gli interventi  "metafisici e antimetafisici"   ;D  ..mi piacerebbe  proporre un quesito che riporto qui sotto e che secondo me potrebbe portare ad altre importanti considerazioni al tema proposto.

..ed e' questo;

"Dove sei quando non sei presente a te stesso?"
#462
Citazione di: cvc il 14 Febbraio 2017, 12:02:58 PM
Si potrebbe sintetizzare dicendo che a chi non basta il poco non basta nulla. Cito Seneca
CitazioneTienti stretta ogni ora, dipenderai meno dal domani se ti impadronirai dell'oggi

Si avverte in giro, sotto le rutilanti bellurie che ogni giorno ci vengono ammannite per placare la nostra ansia, un desolante 'sensus finis'. Non parlo qui dell'Italia che un tempo, molti secoli fa, fu un luogo importante e oggi è ridotta a uno sputo nell'universo mondo. Parlo dell'Occidente inteso non però in senso tecnico (del resto che cosa sia realmente l'Occidente, termine inquietantemente orwelliano, nessuno è mai stato in grado di precisarlo) ma come modello di sviluppo economico e sociale che ormai coinvolge il mondo intero, da New York agli Urali alla muraglia cinese al Gange. La grande Rivoluzione che ha cambiato la storia del mondo ha preso le mosse circa otto secoli fa proprio dall'Italia quando si afferma per la prima volta come forte classe sociale la figura del mercante (oggi detto imprenditore) fino ad allora collocata, in tutte le culture d'oriente e di occidente, all'ultimo gradino della gerarchia umana, inferiore, perlomeno eticamente, persino allo schiavo. È la rivoluzione della percezione del tempo. Si passa dal quieto e statico presente al dinamico e allettante futuro. Lo storico Piero Camporesi esprime così, nel dualismo contadino/mercante, povero/ricco, questo diverso atteggiamento esistenziale: "L'affannoso tempo storico e lineare del mercante misurato sui ritmi della partita doppia, dei tassi di interesse e dell'investimento produttivo, non era il tempo dei contadini, serpentino, ciclico, ritmato dalle stagioni, dai soli e dalle lune... Il povero coniuga i verbi al presente, non conosce le lusinghe ingannevoli del futuro, contrariamente al ricco che costruisce strategie nel tempo tracciando precari piani e ipotetiche prospettive ('Cultura popolare e cultura d'elite fra Medioevo ed età moderna'). 
Per otto secoli abbiamo inseguito questo futuro orgiastico con accelerazioni sempre più parossistiche che passano per la Rivoluzione industriale e l'odierna globalizzazione che ha coinvolto, per amore o per forza, anche culture che non ne volevano sapere. Ed ora questo futuro è finalmente arrivato. È qui. E si presenta sotto forme spaventose. Un modello che ha puntato tutto sull'economico, rendendo marginali tutte le altre e complesse componenti dell'essere umano, provocando stress, angoscia, nevrosi, depressione, anomia, dipendenza da ogni sorta di droga per avere la forza di tirare avanti, fallisce anche, e proprio, sull'economico. Le crisi si succedono alle crisi. E, invece di rifletterci su, vengono tamponate al solito modo: immettendo nel sistema denaro inesistente, cioè un'ipoteca su un ulteriore futuro tanto sideralmente lontano da essere solo una Fata Morgana. Ma un giorno, vicino, questo trucchetto da magliari non reggerà più. La gente, sia pur confusamente, lo avverte. Un modello basato sulle crescite infinite, che esistono solo in matematica, cioè nell'astrazione, quando non potrà più espandersi imploderà su se stesso provocando una catastrofe planetaria. 
(Massimo Fini)
#463
CitazioneFermo restando che ognuno, individualmente, può continuare a farsi quella domanda, e può trovare la risposta che più lo soddisfa, sia anche in roveti ardenti o voci interne, ma con la consapevolezza che non possono essere risposte universali proprio perché individuali e non riproducibili da chiunque e in ogni luogo.


E' inevitabile non farsi quella domanda, poiché dalla risposta ognuno sceglie e decide, e mai il contrario; anche essendo consapevoli che la certezza assoluta si conoscerà solo post-mortem, ma nel frattempo sopravviviamo pensando che sia universalmente vera, altrimenti non attueremmo in conseguenza a essa (alla risposta che abbiamo preferito).



La certezza "E" (esiste) non e' individuale ma universale e lo testimoniano la concomitanza di tutte le Tradizioni nonostante lontane tra di loro nei tempi e nei luoghi .. e per conoscerla non bisogna aspettare il post mortem, come se questa fosse solo una scommessa.
#464
Citazione di: cvc il 14 Febbraio 2017, 11:11:24 AM
Credo che in questa discussione possa trovare spazio una riflessione sul "Tramonto dell'occidente" di Oswald Spengler su cui avevo – senza successo – aperto il topic "dalla retorica al giornalismo".
Cito wikipedia « Nell'antichità si aveva la retorica, nell'Occidentesi ha il giornalismoe, invero, al servigio di quella cosa astratta che rappresenta la potenza della civilizzazione, il danaro. »
Spengler fa un'analisi sociologica, in particolare della cività antica e di quella occidentale contemporanea, dove definisce la prima apollinea e concentrata sul hic et nunc, e l'altra dionisiaca sempre tesa al futuro. Questa tensione al futuro è qualcosa che caratterizza fortemente il mondo attuale sclerotizzato, dominato dalla finanza – che è una proiezione futura del presente – e dalla tecnologia – che vede il presente come un'attualizzazione dell'innovazione progressiva .
Qui c'è poi a mio avviso un grosso equivoco che deriva da un'errata interpretazione del carpe diem, che originariamente non significa affatto il "cogli l'attimo fuggente" cui spesso si allude, bensì – come suggeriscono Orazio e Lorenzo de' Medici – che bisogna concentrarsi sul presente perchè è l'unica cosa che è in nostro possesso. Tempo fa lessi un libro di un economista che aveva programmato tutta la sua vita per vivere senza lavorare, e poi, quando ci è riuscito, gli è occorso un brutto male che l'ha tolto anzitempo della vita.
Dunque, questa nostra concentrazione tesa al futuro sfuggente potrebbe essere la nostra vera maledizione, dove le stime future sul pil e quelle dei rating, basate sul futuro incerto, si riflettono in catastrofi certe nel presente. Così quando il futuro incerto partorisce disgrazie inattese (vedi terremoti e slavine) non abbiamo i mezzi per fronteggiarle. Perchè questa morboso e paranoica tensione al futuro si riflette sul presente in tagli delle risorse che impediscono di far fronte alle catastrofi imminenti,.

Occorre recuperare il senso del presente, anche per essere più preveggenti.


E' la concezione (erronea) del tempo lineare che si proietta come una freccia dal passato al futuro, ma in Natura le cose non stanno affatto cosi e questo significa un vero e proprio sfasamento o vera e propria separazione dalla Realtà con tutte le conseguenze che hai descritto tu.

Sul carpe diem io penso che riguarderebbe anche qualcos'altro di più profondo....ossia il presente che non fa riferimento solo al tempo stesso ma a quell' "istante" che non si situa nel tempo e che e'  "eternamente presente"


Citazione
Tempo fa lessi un libro di un economista che aveva programmato tutta la sua vita per vivere senza lavorare, e poi, quando ci è riuscito, gli è occorso un brutto male che l'ha tolto anzitempo della vita.


Ce' una storiella molto significativa...a me la raccontarono quando ero molto giovane e non credo sia stato per caso visto che facevo un lavoro che non mi lasciava mai tempo!...

sul molo di un piccolo villaggio,un turista si ferma e si avvicina ad una piccola imbarcazione di un pescatore del posto. Si complimenta con il pescatore per la qualità del pesce e gli chiede quanto tempo avesse impiegato per pescarlo.
Pescatore: 'Non ho impiegato molto tempo'
Turista: 'Ma allora, perché non è stato di più, per pescare di più?'
Il Pescatore gli spiega che quella esigua quantità era esattamente ciò di cui aveva bisogno per soddisfare le esigenze della sua famiglia.
Turista: 'Ma come impiega il resto del suo tempo?'
Pescatore: 'Dormo fino a tardi, pesco un po, gioco con i miei bimbi e faccio la siesta con mia moglie. La sera vado al villaggio, ritrovo gli amici, beviamo insieme qualcosa, suono la chitarra, canto qualche canzone, e via così, trascorro appieno la vita.'
Turista: 'La interrompo subito, sa sono laureato ad Harvard, e posso darle utili suggerimenti su come migliorare. Prima di tutto lei dovrebbe pescare più a lungo, ogni giorno di più. Così logicamente pescherebbe di più. Il pesce in più lo potrebbe vendere e comprarsi una barca più grossa. Barca più grossa significa più pesce, più pesce significa più soldi, più soldi più barche! Potrà permettersi un'intera flotta!!
Quindi invece di vendere il pesce all'uomo medio, potrà negoziare direttamente con le industrie della lavorazione del pesce, potrà a suo tempo aprirsene una sua. In seguito potrà lasciare il villaggio e trasferirsi a Mexico City o a Los Angeles o magari addirittura a New York!! Da lì potrà dirigere un'enorme impresa!...
Pescatore: 'ma per raggiungere questi obiettivi quanto tempo mi ci vorrebbe?'
Turista: '25 anni forse' Pescatore: '....e dopo?' Turista: 'Ah dopo, e qui viene il bello, quando i suoi affari avranno raggiunto volumi grandiosi, potrà vendere le azioni e guadagnare miliardi!!!!!!!
Pescatore:'...miliardi?.......e poi?'

Turista: 'Eppoi finalmente potrà ritirarsi dagli affari, e concedersi di vivere gli ultimi 5/10 anni in un piccolo villaggio vicino alla costa, dormire fino a tardi, giocare con i suoi bimbi, pescare un po' di pesce, fare la siesta, passare le serate con gli amici bevendo e giocando in allegria!'
#465
Varie / Re:Pseudonimi
13 Febbraio 2017, 12:03:46 PM
Citazione di: Fharenight il 13 Febbraio 2017, 10:37:35 AM
Personalmente penso che anche uno pseudonimo relativo ad una persona debba essere scritto sempre con l'iniziale maiuscola.
Ma a proposito degli pseudonimi, mi sono chiesta come mai in questo forum gli utenti in generale amano chissà perché utilizzarne di strampalati e non facili da ricordare come scriverli correttamente. Chi me lo sa spiegare?
Per spirito di adattamento o per "ripicca"ho voluto trovarmi anch'io uno pseudonimo non semplicissimo.


fharenight....farenotte....fare tardi la notte
allora sarà forse per questo che nel vedere tanti extracomunitari vagare in giro di notte non ti piace,perché la cosa non fa sentire sicura (?)