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Messaggi - Ipazia

#4546
Nessuno contesta la specificità dell'evoluzione etica e il suo svincolarsi dall'evoluzione naturale tal quale. Solo che non si può prescindere da: dar da mangiare agli affamati, curare gli infermi, vestire gli ignudi (perchè hanno freddo prima che per pruderie post-etologiche). La base dell'etica è ben radicata in physis. Negarlo è fallacia antinaturalistica.
#4547
Mi pare che per voler volare alto nei cieli comportamentali dell'etica si finisca col cadere nella fallacia antinaturalistica che nega il rapporto stretto tra physis, ethos, ed etica nei bisogni "biologici" della condizione umana. Ovvero la base della piramide di Maslow. Fortuna che a differenza dei filosofi d'alta quota, il diritto positivo in tutte le salse ne tiene conto.
#4548
Tematiche Spirituali / Riflessioni sul suicidio.
21 Maggio 2021, 15:38:22 PM
Piano con l'OT. Suicidio e martirio sono cugini stretti di visioni del mondo che svalorizzano la vita al punto da rifiutarla. Tale svalorizzazione può avere motivazioni fisiche, sociali o ideologiche, andando in ordine inverso di plausibilità. Nessuno nasce suicida. E fa assai comodo a chi sostiene ideologie antivitalistiche e oltremondane ridurre la fenomenologia del suicidio integralmente a responsabilità individuali. Sono convinta che il contesto sociale sia in ogni caso determinante nell'autosoluzione finale. Talvolta pure in senso positivo, come nell'eutanasia.
#4549
Tematiche Spirituali / Riflessioni sul suicidio.
21 Maggio 2021, 10:21:56 AM
Falcone e Borsellino non si sono imbottiti di esplosivo; li hanno imbottiti. La differenza tra suicida e martire può essere enorme, ma anche diventare insussistente. In genere l'insussistenza è in rapporto alla necrofilia del sistema ideologico che stimola l'atto. Crociati e shahid appartengono a sistemi di pensiero necrofili. Ma non posso pretendere che chi fa riferimento a quei sistemi di pensiero capisca.
#4550
Tematiche Spirituali / Riflessioni sul suicidio.
20 Maggio 2021, 21:34:25 PM
L'occidente ha una arcaica repulsione per il suicidio. Altrettanto non può dirsi per la cultura orientale, inclusa quella islamica che negli ultimi tempi ha esaltato assai la figura dello shahid. La figura del martire viene esaltata anche nel mondo cristiano, ma è storia antica. Ci sono pure i martiri riconosciuti tali da ideologie secolari, patrie e ideologie varie, ma questo genere di suicidio non pare suscitare più grandi passioni. I giapponesi sono i più aperti verso il suicidio che viene considerato l'unica via d'uscita dignitosa in molte situazioni di fallimento esistenziale. Anche da noi il fallimento esistenziale (affari, affetti) sta diventando un motore suicidario importante, benchè spiritualmente siamo lontani dalla cultura del seppuku.
#4551
Tematiche Filosofiche / Dogma e Doxa
20 Maggio 2021, 21:18:50 PM
I dogmi non godono di grandi favori da qualche secolo. Anche la religione preferisce chiamarli "verità", verità di fede. La scienza li ha sostituiti coi paradigmi, che sono dei dogmi a tempo in attesa di falsificazione. Finchè questa non arriva sono più dogmatici delle più consolidate verità di fede.

Doxa neppure gode di grande favore. E' roba da sociologi e giornalisti. Nella scienza si preferisce parlare di teorie, ipotesi, opinioni  di competenti, quindi con una marcia in più delle opinioni da bar o talk show. E pure delle opinioni politiche. Anche nel campo della doxa, come covidemia insegna, la scienza offre l'ombrello giusto per tutte le stagioni.
#4552
Tematiche Filosofiche / Sottosopra.
20 Maggio 2021, 10:54:39 AM
Come disse uno scrittore: l'insostenibile leggerezza dell'essere.
#4553
Tematiche Filosofiche / Filosofia dell'anarchismo
20 Maggio 2021, 10:47:35 AM
Era già scritto Jacopus, dai profeti e padri fondatori del socialismo. Le chiamarono contraddizioni del capitalismo. Un epigono cinese ci invitò a sederci in riva al fiume, con o senza popocorn, e aspettare il passaggio del cadavere del Capitale. Forse era un po' troppo ottimista sui popcorn, ma la sostanza della profezia si sta avverando. L'unica incognita è se il Capitale porterà con sè anche noi poveri filistei.
#4554
Non possiamo invocare la natura come fondamento esclusivo del nostro vivere, ma in quel vivere essa è fondamento del nostro esserci. Mens sana in corpore sano diceva i latini e avevano già capito tutto. La sanità del corpo ha un valore etico (ethos) tanto quanto la salute dello spirito (psiche). Siamo costretti, dal nostro destino evolutivo, a muoverci su questo binario in cui entrambe le rotaie sono necessarie per non deragliare.

La natura diventa nomos nel campo che le è proprio: se fossimo immortali non esisterebbe l'omicidio come fatto, e quindi neppure come delitto. Saggezza è non estendere questo dominio fondativo dell'etica e della giurisdizione naturali oltre i limiti che la natura ha posto. Così come è saggio non pretendere che lo spirito oltrepassi i limiti etici e normativi che la natura impone irrevocabilmente

Senza con ciò amplificare ideologicamente tali limiti, impedendoci di seguire la via dello spirito che sfrutta a nostro vantaggio le leggi di natura fino a superare le limitazioni dell'evoluzione naturale (dna). E un gioco di pesi e contrappesi in cui ciò che è ottimale oggi potrebbe essere esiziale domani, e viceversa. Un calcolo mobile di costi e benefici, che implica anche un'evoluzione etica.
#4555
Tematiche Filosofiche / Filosofia dell'anarchismo
19 Maggio 2021, 21:28:53 PM
Hanno dovuto inventare lo Stato e i gorilla (di Stato) per tutelare la proprietà privata. Figurati quanto è "naturale".
#4556
Tematiche Filosofiche / Filosofia dell'anarchismo
19 Maggio 2021, 20:35:03 PM
Stiamo parlando di filosofia dell'anarchismo, la quale proprio negli aspetti valoriali è contigua al socialismo e comunismo, tant'è che si sviluppò pure una corrente di comunismo anarchico. Più che sui fondamenti valoriali, la differenza si pone sulla strategia politica e sui modi della rivoluzione.

La socializzazione dei mezzi di produzione e delle risorse ha una sua gradazione tra ciò che è di interesse generale e ciò che può essere gestito privatamente. La discriminante dovrebbe in ogni caso essere la tutela dei lavoratori da ogni forma di sfruttamento e riduzione a mero fattore di produzione (alienazione). Cosa che nel modello capitalistico è impraticabile e chi cerca di attuarlo finisce inesorabilmente fuori mercato.

La gradazione della privatizzazione dell'attività economica impedisce che si creino grandi concentrazioni economiche, prodromo al nascere di nuove oligarchie. Quindi la vigilanza della politica sull'economia. Anche questo incompatibile col modello socioeconomico capitalistico. Posto il primato della politica diventa essa il potere da presidiare per impedire il nascere di altre oligarchie. Il modello sovietico era ottimo teoricamente, fino a che non venne risucchiato da quella forma mascherata di zarismo che fu il Soviet Supremo, con cortigiani, sbirri e uno zar assolutistico.

La cultura certo che pesa. In ogni attività economica pesa la cultura e dove ce n'è di più si ottengono i migliori risultati. Nel modello sovietico c'erano anche i soviet degli artisti e il potere politico era fin troppo attento a cosa faceva. Solženicyn, veterano del gulag, espatriato alfine in occidente, arrivò in tarda età ad avere una quasi nostalgia per un regime che dava così tanta importanza alla cultura da incarcerarti per un libro. In occidente si era reso conto che qui la cultura è solo una merce tra tante, decisamente meno pregiata delle gambe di un calciatore o di una star hollywoodiana.
#4557
Tematiche Filosofiche / Filosofia dell'anarchismo
19 Maggio 2021, 15:00:09 PM
Se proprio dobbiamo satireggiare sulle altrui fedi politiche direi che sul "libero" mercato e la libertà liberal-liberista si potrebbe riempire una Treccani. Chi ha perseguito posizioni egualitarie si è fatto ben poche illusioni sull'intrinseca bontà della natura umana. Dalla ghigliottina giacobina alle bombe anarchiche alla dittatura del proletariato bolscevica vi è tutta una storia consapevole della difficoltà dell'impresa e della bufolosità dell'illusione filantropica.

Il marxismo ha pure identificato antropologicamente i fattori dello sfruttamento umano, e della obbligata natura dispotica e distopica della società classista, che non si sarebbe di certo lasciata disarcionare da discorsi umanitari. Tale approccio scientifico ha individuato nella proprietà privata dei mezzi di produzione e delle risorse naturali il nodo da recidere del classismo sociale. Quindi non si tratta della proprietà privata tout court, ma di quella che genera potere di classe e sfruttamento.

Anche una volta superato lo stato classista l'attenzione a spinte involutive e al sorgere di nuove caste, se poteva essere postulabile ai tempi di Engels, oggi è divenuta esperienza storica, per cui chi lotta per un mondo egualitario è ancor più consapevole, rispetto all'ottocento, degli ostacoli da superare e dell'attenzione da porre per evitare fenomeni controrivoluzionari.

L'uomo non è nè buono nè cattivo, nè altruista nè egoista, secondo natura. Diviene l'uno o l'altro a seconda della struttura della società in cui nasce ed opera. Le rivoluzioni, pacifiche o non, sono lo strumento elettivo per modificare la struttura sociale.


#4558
Perchè la natura, pur non essendo l'unica fonte del diritto, ne è uno dei fondamenti ineludibili. Abbiamo bisogno, tanto naturalisticamente che giuridicamente, di aria salubre, cibo sano, tane confortevoli e sicure, coccole e libertà.
#4559
Tematiche Filosofiche / Filosofia dell'anarchismo
19 Maggio 2021, 10:50:14 AM
La critica al diritto di proprietà su cose e altri umani (schiavitù e lavoro servile) è perfettamente IT nella discussione sulla filosofia anarchica che trae spunto da un giusnaturalismo alla Rousseau: tutti gli uomini nascono liberi, ma ovunque sono in catene. L'istituto della proprietà privata, fattispecie integralmente umana, è parte fondamentale di quel catename.

Andare al fondo dell'istintualità umana è operazione ermeneutica che ne disvela tutta la specificità e mostra quanto sia mistificatorio estendere la marcatura del territorio all'istituto della proprietà privata, per i motivi che ho sollevato insieme a Jacopus.

Non è nemmeno corretto ridurre la specificità umana a trascendenza. Non c'è nulla di trascendente in senso metafisico nell'uso della pietra focaia, selce, cottura dei cibi, ruota. Fin da allora era naif ragionare in termini integralisticamente giusnaturalistici. Perchè se così era, avrebbero vinto l'orso e la tigre coi denti a sciabola. Invece abbiamo vinto noi, grazie ad una seconda traiettoria evolutiva, totalmente immanente perchè emersa dal nostro sviluppo cerebrale, dotata di un proprio ambito giuridico che, pur traendo i suoi argomenti dall'ineludibile condizione naturale, ne condiziona l'andamento ai propri fini in generale o ai fini di chi si impossessa del potere dominando gli altri umani.

L'anarchia storica è tra le dottrine politiche, quali socialismo e comunismo, che puntano al superamento di tale dominio fondato su nulla che non sia violenza di classe, sostituendo una forma di governo libertaria, egualitaria, condivisa, in cui la competenza individuale e necessaria specializzazione dei compiti non si possa convertire in sfruttamento di altri umani.

Neppure questa è trascendenza, bensì umanissima, terra-terra, etologia umana.
#4560
Tematiche Filosofiche / Filosofia dell'anarchismo
19 Maggio 2021, 07:39:10 AM
In natura non ci sono recinzioni, paletti di confine, proprietà ereditarie, eserciti che tutelano il diritto di proprietà.  Non c'è la proprietà privata delle tane da dare in affitto a chi è deprivato della tana. Non c'è la schiavitù, il diritto di proprietà sul tempo di vita altrui. Facile essere giusnaturalisti con le catene degli altri.