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Messaggi - Ipazia

#4621
Jacopus, non hai letto con attenzione il mio link in cui si afferma la totale sanità mentale dello jihadista antisemita in assenza di droga. Se la droga è responsabile di un omicidio, l'alcool può essere responsabile dello stupro. L'Italia non è la Francia, ma nulla della sua storia autorizza ritenere la nostra magistratura meno demenziale della loro. L'assassino mariano sarà così recluso da avergli perfino intimato di non avvicinarsi al luogo del delitto e delle sue incursioni per 20 anni. Insomma: foglio di via. Imperverserà altrove.

Più accorti penso saranno i nostri 4 ragazzotti bene che potranno avvalersi dei migliori avvocati e dei fumi alcolici a loro discolpa. Ma ancor più, marxianamente, farà finire a tarallucci ed euri tutta la vicenda il portafoglio capiente dei genitori e la alfine soddisfatta parte offesa da una condanna simbolica per la parte penale, ma congrua per quella civile, a copertura pure della parcella non credo tanto popolare dell'avvocato/a Bongiorno.
#4622
Tematiche Culturali e Sociali / Andare d’accordo.
27 Aprile 2021, 16:10:40 PM
E' lo stesso atteggiamento mentale da cui sono nati i dialoghi platonici e la dialettica. Ma perchè ricondurre la ricchezza gnoseologica di Eros e Polemos, alla povertà psicologica di amore e odio, che lascerei a vicende più carnali delle dispute dello spirito.
#4623
Il senso delle cose in sè è innato, ma sophia va oltre l'apparenza e la percezione fino al punto di scoprire l'insostenibilità fisica e metafisica di tale sensazione, quando essa cerchi di porsi come paradigma assoluto della ricerca. Per salvare capra (realtà) e cavoli (teoria) non resta che contestualizzare i livelli di reale in sistemi chiusi in cui possiamo trattare le cose e i fatti come (se fossero) in sè. Tale esercizio non è meramente intellettualistico, ma ci permette di agire efficacemente sulla realtà quanto più abbiamo azzeccato le relazioni causa effetto che costituiscono i fatti, rendendoli riproducibili.

Riproducibili induttivamente se desunti dai processi naturali e deduttivamente se programmati in eventi artificiali di nostro interesse fondati sulle induzioni riconfermate. Il resto del discorso è la lezione di Popper sulla falsificazione. Altra bella picconata alla cosa in sè metafisica, che non ci impedisce di conoscere e agire efficacemente sul mondo circostante, così come abbiamo imparato a navigare anche prima di conoscere la legge di Archimede. La quale aggiunge nuove possibilità progettuali alla nostra navigazione. Ovvero: progresso. E tutto ciò senza l'ipotesi cosa in sè.
#4624
Certo che le allarga perchè i due episodi hanno un comune denominatore giuridico che potrebbe salvare i 4 presunti stupratori come ha salvato l'incolpevole assassino, jihadista a sua insaputa. Se passa la filosofia giuridica francese anche da noi Grillo jr e compagni possono invocare la parziale incapacità di intendere e volere causata dai fumi alcolici e dall'atteggiamento accondiscendente della modella svedese malamente interpretato a causa dell'ebrezza alcolica. Esito prevedibile: assegnazione ad un corso obbligatorio presso struttura specialistica antialcolista e congruo risarcimento economico alla modella sostenuto dagli smadonnanti genitori con Grillo sr. in testa.

Conclusione più marxista di così non si può ...
#4625
Caro Jacopus il clickbait l'ho presentato nella sua versione più critica e già questo dimostra la mia buona volontà intellettuale. Ma malgrado le tue difese d'ufficio, non dissimili da quelle di Grillo per il figlio, continuo a pensare che il vostro migliore dei mondi possibili multietnico abbia talmente tante tare in corpo da costituire uno sballo globale dalla cui sbronza temo non riusciremo a risollevarci e tra un Allah akbar alla mariuana e uno stupro all'whisky non ci resta che confidare nei nostri sensori fisici e morali individuali, posto che, alla prova dei fatti, nessuna politica, magistratura, sanità e ideologia, fornisce sufficienti garanzie alla nostra incolumità.
#4626
Più che ignoranza parlerei di atavico feticismo dell'essere. Presente tanto nei grandi della filosofia (il noumeno, ovvero cosa in sè, nella sintesi kantiana) che nelle domande fondamentali che tutti gli umani si pongono appena riescono a mettere in funzione le loro genetiche funzioni logiche.

Eppure i greci avevano già risolto la questione, sia a livello ontologico che epistemologico, nella coincidenza tra ciò che esiste (ta panta) e l'essere, postulata da Parmenide e corretta epistemologicamente, per il residuo cono d'ombra metafisico, da Protagora, col metron.

Alla fine della licenza metafisica tocchiamo la realtà nella sua corporeità materiale che il nostro sapere ci consegna, qui ed ora, sapendo che un sapere superiore è non solo possibile, ma inevitabile. Mentre nel frattempo quello che abbiamo basta e avanza per vivere ed incrementare la nostra sapienza attraverso il passaggio stretto e inesorabile della conoscenza. Dea mutevole ed errante, come Eraclito insegna. Ma non al punto da non offrirci le sue grazie se la sappiamo accompagnare nell'impegnativo viaggio verso l'ignoto.

Rimosso il fantasma della cosa in sè, ogni cosa è illuminata dall'unico sole disponibile nell'arco del nostro limitatissimo, ma intenso, presente di mortali.
#4627
Citazione di: iano il 27 Aprile 2021, 11:25:40 AM
Possiamo chiederci quale sia l'origine di ogni cosa, ma avendo la coscienza che la risposta dipende dalle libertà definitorie che ci siamo presi, almeno quando ne abbiamo coscienza, e questa coscienza col tempo mi pare in genere si sia accresciuta, e non mi è chiaro da cosa nasca la ritrosia ad usarla.
Nasce dal rischio della notte in cui tutti i gatti, o le vacche, sono neri. La libertà definitoria trova il limite in un sapere trasversale definito semantica, il quale ha il merito di non sprofondarci in quella sindrome nota fin dagli antichissimi tempi denominata "torre di babele", la quale ci priva dello strumento più importante del nostro successo evolutivo.
CitazioneMa con un tale punto di vista , se lo si abbraccia, l'ipotesi creazionista è incompatibile.
Ni, perchè se sdoganiamo tutto restituiamo ai numi una legittimità che oltrepassa i loro meriti, obiettivamente asseverabili.
CitazioneMi sarei aspettato una convergenza fra le tue e le mie idee, ma probabilmente non ho ben capito cosa intendi, per miei limiti.
Intendo che non si possono forzare i livelli semantici del discorso oltre un certo limite. Se il "tutto" culturale può essere ridotto ad una rappresentazione della psiche umana, che chiamiamo astrazione, non ogni astrazione ha lo stesso peso di fronte alla realtà, la quale costituisce uno zoccolo duro a prescindere dalla nostra modalità astrattiva.
CitazionePosso non avere coscienza dell'astrazione che porta all'uomo perché essa non nasce dalla necessità di chiedere ad ogni individuo vivente se tifa per l'uomo, mentre non posso non avere coscienza del fatto che i milanisti sono una astrazione. Infatti per costruire quel gruppo di tifosi devo intervistare tutti i viventi, e quindi non posso non sapere quello che faccio.
Ma anche no. "uomo" e "milanista" sono realtà oggettivamente riscontrabili nel livello di realtà in cui hanno senso. Ed infatti entrambe le definizioni sono perfettamente comprensibili a chi in quel livello di realtà si collochi. Il nonsenso inizia se io postulo un cane milanista. E tutto ciò senza dover intervistare nessuno, ma semplicemente descrivendo situazioni reali in natura e allo stadio.
CitazionePer fortuna siamo in grado di dividere i viventi in specie con criteri più praticabili.
Appunto
CitazioneDa dove viene l'uomo?
La domanda ha senso completo se il concetto di uomo viene "da se'" , se cioè non è una costruzione arbitraria.
Siccome per me lo è, allora la domanda in assoluto non ha senso per me.
Arbitraria, ma con gradi diversi di arbitrio; e probabilità: sulla base dei riscontri forniti dal mondo reale.
CitazioneNell'ambito della teoria evoluzionistica ha invece il senso preciso che deriva dalla precisa definizione data della specie uomo.
Confermata pure dalla biologia genetica la quale risponde in maniera persuasiva anche alla domanda da te posta. Almeno fino all'avvento della vita nell'universo. Rimane il mistero solo sul salto dall'inanimato all'animato. Dubbio sul quale fingere ipotesi senza riscontro sperimentale è hybris insensata. Come insegna il venerabile Newton quando, lasciato l'abito mentale del credente,  indossava quello dello scienziato.
#4628
Il peggio accade quando anche la magistratura soggiace alla cultura dello sballo:

Posto la notizia più rispettosa dell'assassino

La giurisprudenza da sempre arranca all'inseguimento dell'etica e il vaso di Pandora attuale bene descritto da donquixote non la aiuta di certo. Come non aiuta genitori e minori. Il prezzo della libertà e il costo dei suoi inciampi.


#4629
Tematiche Culturali e Sociali / Senescĕre
27 Aprile 2021, 09:40:28 AM
Girando diversamente la citazione di Boncinelli possiamo osservare che la natura nella sua saggezza, togliendo progressivamente i piaceri della vita, ed aumentando parimenti i dispiaceri, allevia il pensiero doloroso del trapasso e lascia alfine spazio alla contemplazione spassionata del grande mistero della vita.
#4630
L'analisi del dna e le opposte tifoserie allo stadio non sono astrazioni. Sono fatti secondo la definizione che ne diede L.Wittgenstein. Fatti che costituiscono il mondo nella sua immanenza e materialità.

L'aporia idealistica la risolse già Cartesio con l'indubitabilità del cogito, posta la quale rimangono criteri di qualità del pensiero, verificabili nell'adaequatio rei ut intelligam. Con la quale adaequatio si chiude il cerchio semantico del significato (referente, significato, significante) tornando ai fatti e al mondo di LW.
#4631
Tematiche Culturali e Sociali / Re:Senescĕre
26 Aprile 2021, 22:46:36 PM
In vecchiaia sono più "rompiballe" quelli che lo erano anche da giovani.

Anche a me è piaciuta la poesia di Jean con quel finale balenante che racconta il nulla (poetico) della felicità.

L'ultimo desiderio
corteggia la morte
l'unica amante
ancora sconosciuta
#4632
La natura come la intende Paul11 semplicemente non esiste. Non vi è alcun progetto, intenzionalità, dietro l'homo sapiens ma solo biechissima, inconsapevole, evoluzione che ha selezionato caratteristiche che si sono rivelate vincenti in ambito evolutivo. La selezione è puramente di tipo darwiniano. Vi fosse stato un animale supersapiens avremmo fatto la fine dei neanderthal.

Nel corso di centinaia di migliaia di anni abbiamo perso pure quegli elementi somatici di difesa e offesa, incluso il pelo, divenuti inutili per la nostra sopravvivenza, ancora pronunciati negli altri primati superiori. I quali pure loro hanno perso gli artigli che sarebbero stati di intralcio all'uso ottimale delle mani.

L'intelligenza in sè non garantisce alcun successo evolutivo. Lo garantisce solo quando impara ad usare la mano come nella prima scena di 2001 odissea nello spazio.
#4633
Ogni generazione è responsabile del suo "questo", della sua pezza e del compito ingrato di tappare i buchi ricevuti in eredità dalle generazioni precedenti. Non è escluso che si impari a fare pezze migliori con meno buchi. Di certo non sarà bigpharma a tappare i buchi. Un ritorno alla natura, alla sua corporeità e selezione, è auspicabile se non vogliamo diventare una razza di cariatidi farmacodipendenti.
#4634
Solo l'uomo è arrivato a questo perché ha raggiunto l'apice della piramide alimentare, soggiogando le altre specie più evolute in termini di sopravvivenza e dominio del territorio.

Non ha ottenuto tale risultato grazie a massa, muscoli, zanne e artigli, ma alla tecnica che divenne elemento fondativo del suo destino immanente. E tale rimane anche oggi di fronte ad ogni sfida per la sopravvivenza che sopraggiunga.

L'artificio tecnico a sua volta presuppone un sistema biologico raffinato, sia dal punto di vista cognitivo (snc) che strumentale (arti, posizione eretta, fonazione). Un sistema capace di evolversi in relativa autonomia rispetto alla regolamentazione genetica (dna) che lo ha generato. Tale autonomia abbiamo denominato cultura e si colloca come una seconda direttrice del processo evolutivo generale.

La cultura a sua volta trasforma continuamente l'etologia umana, alimentando i processi etici (comune radice semantica e ontologica: ethos) che rispondono alle variazioni ambientali, intese tanto in senso naturalistico che sociale, le quali sono di stimolo continuo ai processi cognitivi.

In conclusione, siamo un sistema biologico che si alimenta ben oltre il tratran naturalistico, ipotecando processi di entropia negativa che travalicano quelli già in essere nella formazione di organismi biologici, nella costituzione della cellula, ovvero in quella scommessa cosmica "contronatura", entropicamente negazionista, che fu la comparsa della vita.

E se Anassimandro ci rammenta che quel filo dovremo alfine pagarlo - fatte salve varie ed eventuali galattiche e terrestri - continueremo a tesserlo a pegno finchè non lo annichiliremo con le nostre mani, bocche e organi riproduttivi.
#4635
Tematiche Filosofiche / I limiti della conoscenza.
24 Aprile 2021, 22:09:39 PM
Se l'era dei lumi piange, quella dei numi non ride. Pensare ad un ritorno all'antico dopo l'abbondante debunking epistemico della tradizione religiosa è mero atteggiamento estetico À rebours. Certamente possiamo salvare i contenuti di saggezza delle epoche dominate dalla fede religiosa, avendo chiaro che quella sapienza etica è farina del nostro sacco ed in quanto tale è riciclabile pure in una società denumizzata.

I limiti ci pensa la natura a porli dato che l'hybris contro le leggi fisiche che essa impone viene regolarmente punita, insegnandoci, tra una bastonata e l'altra, a conoscerle e rispettarle. Le leggi etiche sono invece cosa nostra, non arbitrarie, ma razionalmente decifrabili nel contesto storico in cui essi si sono formate, superate, abrogate e riformate.

La tecnica è nel nostro destino evolutivo e possiamo soltanto liberarci da chi la monopolizza e domina riprendendoci la polis. Impresa ardua ma senza alternative retrodatate.