Citazione di: iano il 25 Maggio 2024, 09:51:46 AMSe disprezzi il mio pensiero vuol dire che lo comprendi, e dopo questo involontario complimento che mi fai, e che non ti posso restituire, dimmi tu se vuoi continuare il dialogo, a meno che per disprezzare non intendevi...disgiungere.
Io continuerei con piacere il dialogo, ma visto l'effetto che ti fà forse non è il caso.
Cosa ne pensi?
In realtà iano non disprezzo il tuo pensiero, anzi, trovo molto acuti certi tuoi spunti, solo che li trovo disorganizzati e, francamente, a volte sterili. Ritiro quindi il mio disprezzo dopo i tuoi post sul diritto di Israele ad esistere, condivisibili o no che siano. Forse l'avrai fatto qualche altra volta, intendo quello di dire la tua sulla giustizia in temi di attualità, ma non sei certo un abitué di questi temi, luogo dove soprattutto si scatenano le mostruosità della fantasia umana, luogo dove un filosofo, seppur ignorante, dovrebbe dire la sua.
Giungo quindi al ritornello a cui molti si appellano spesso e volentieri: "Ognuno la pensa in modo diverso e se non accetti questa cosa sei uno che..............." Beh, io penso invece che la pensiamo tutti allo stesso modo, ovvero pensiamo a tenerci alla larga dal proprio malessere; solo che ognuno lo fa, nel nostro caso lo dice, in modi a volte assai discutibili.
Retrocedendo quindi nel tempo, questo pensiero unico, quello cioè di evitare il proprio dolore, non quello di tutti intendi, manifestò linguisticamente certi concetti, certe esistenze, ad esempio Dio, proprietà privata, coscienza di classe e libero arbitrio tanto per dire. Se io non riconosco tali concetti metafisici arbitrari e offensivi nei confronti della ragione umana, ovvero se non accetto il diverso pensare degli altri, dato appunto che penseremmo tutti alla stessa cosa, chiedo: chi tra me, che non accetto, e gli altri, che accettano tutto pur di salvare il proprio tornaconto, sarebbe un autoritario, un prepotente, un fascista, cose queste che giustamente vengono stigmatizzate? Io posso tollerare Dio, no di certo tutto quello che dice, ma dal filosofo pretendo non le sciocchezze che si mettono in campo vuoi dall'una o dall'altra parte della barricata, intendi ad esempio materialismo vs idealismo. Costoro, tra l'altro, vorrebbero farmi credere che la giustizia debba essere merce di contrattazione; ma credo ben che sia materia di contrattazione se si è pervasi da idee esposte pure dall'insigne Telmo Pievani sulla natura convenzionale del linguaggio, altro arbitrio ben poco fondato e atto a farci credere che l'essere umano sia veramente superiore alle altre specie, sia cioè più intelligente. Perché, se così fosse, allora sì la giustizia, che dovrebbe essere attinente alla ragione umana e non personale, diverrebbe materia di contratto tra i più intelligenti tra gli esseri umani. Questo naturalmente in teoria perché poi in pratica e alla faccia dell'intelligenza, il senso di giustizia viene quantomeno impostato dai più forti. Infine, sempre costoro, tutti compresi, sarebbero in realtà dei truffatori, vili truffatori inebriati non so se dalle loro ideologie o di sé stessi ... hybris ... Ma i tempi sono maturi perché la nostra lingua, testimonianza di coscienza, di conoscenza collettiva, si è accorta di sé stessa, proprio come lo scimpanzé, e sentenzia, attraverso la mia voce per ora, di essere nulla più che una grande puttana.
Un cordiale saluto

, ne che coscienza potesse significare altro da consapevolezza, ma se volgiamo ancor parlare di un agir ''coscienzioso'', diremo che questo è proprio del filosofo.
. Tutto è ritornato infatti a quel brodo primordiale di memoria "Quelli della notte" - Riccardo Pazzaglia, Renzo Arbore che si perpetua nel suo essere primordiale e al tempo stesso attuale. Tu non conosci bene il forum, ma io che vivo qui da tre anni conosco bene certe cose. Fui stimolato quindi da Ipazia che mi disse che mi sfuggiva una cosa, ma io avevo chiara la torbida situazione e a prescindere da come possa svolgersi ancora tale presunto "lavoro in corso", così come del resto lo sono tutti i temi che si aprono, per me era pure questo già finito ancor prima che Ipazia mi avvisasse, o al limite finì con quell'avviso. Non avendo ancora capito a quest'ora del giorno di cosa volesse avvisarmi Ipazia, nel nome del diavolo ho realizzato a modo mio il suo segnale quindi, farò, scriverò, l'una tra le cento pensate, ecco: aggiungo un sottotitolo al titolo dell'opera rendendolo così: "Intoccabili? SSN sottotitolo Si parva licet componere magnis". Va da sé che il piccolo è il forum e il grande è l'umanitá; e poi si chiedono perché vincano le destre ... gran borbottío in sala.