Ma sono solo astorici rispetto alla storicità del singolo vissuto del singolo individuo e/o astorici "in quanto tali"? Archè in senso pieno, nucleo traumatico.
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Mostra messaggi MenuCitazione di: Kobayashi il 13 Ottobre 2018, 10:30:22 AMAmmetto che nei confronti di un apriorismo, kantianamente parlando, psichico, come quello ipotizzato da Jung, nutro fascinazione.Citazione di: Lou il 12 Ottobre 2018, 18:26:18 PMCitazione di: Kobayashi il 12 Ottobre 2018, 08:55:21 AMAnche se l'inconscio collettivo fosse reale, mi pare che la tendenza sia sempre quella di pensarlo come qualcosa di positivo. E se invece fosse un ricettacolo di tendenze irrazionali, magiche etc., che alla fine rappresentano solo un ostacolo alla propria consapevolezza e che infatti vengono oggettivate nei simboli della religione? Perché non fare come con il cosiddetto inconscio individuale che deve essere "lavorato" solo quando contiene forze che ci impediscono di vivere liberi? Nostalgia di credenze antiche irrecuperabili così come l'inconscio individuale prende forza dall'incapacità di staccarsi dal mondo potente e vivido (ma pieno di trappole) dell'infanzia...L'inconscio collettivo è anche, ma non solo, un ricettacolo di tendenze irrazionali, non ritengo che Jung abbia mai esistato ad affermarlo e lasciato dubbi su questo aspetto.
Volevo porre un interrogativo riguardo la parte "positiva" dell'inconscio.
In termini rudimentali il ragionamento di Jung consiste nel pensare che attraverso gli archetipi l'uomo possa collegarsi ai contenuti dell'inconscio collettivo. Questo lavoro conduce ad un arricchimento dell'individuo. Guarigione e completezza.
Questo ragionamento mi sembra che segua sempre lo stesso schema di tutto il pensiero moderno per cui alla crisi del presente si risponde con la ricerca di una dimensione originaria che nei secoli è andata smarrita e che nella sua riattivazione è in grado di mostrare quale sia la condizione vera e universale dell'umanità.
E alla base del ragionamento mi sembra ci sia essenzialmente solo desiderio.
Voglio dire, il desiderio che la ricchezza delle discipline spirituali antiche possa ancora produrre qualche effetto nella coscienza del povero uomo contemporaneo, che nonostante la sua buona volontà, dallo studio dell'alchimia, per esempio, non otterrà che un'erudizione piena di ammirazione e nostalgia, ma nessuna significativa trasformazione.
Citazione di: Kobayashi il 12 Ottobre 2018, 08:55:21 AML'inconscio collettivo è anche, ma non solo, un ricettacolo di tendenze irrazionali, non ritengo che Jung abbia mai esistato ad affermarlo e lasciato dubbi su questo aspetto.
Anche se l'inconscio collettivo fosse reale, mi pare che la tendenza sia sempre quella di pensarlo come qualcosa di positivo. E se invece fosse un ricettacolo di tendenze irrazionali, magiche etc., che alla fine rappresentano solo un ostacolo alla propria consapevolezza e che infatti vengono oggettivate nei simboli della religione?
Perché non fare come con il cosiddetto inconscio individuale che deve essere "lavorato" solo quando contiene forze che ci impediscono di vivere liberi?
Nostalgia di credenze antiche irrecuperabili così come l'inconscio individuale prende forza dall'incapacità di staccarsi dal mondo potente e vivido (ma pieno di trappole) dell'infanzia...
Citazione di: Phil il 12 Ottobre 2018, 12:11:05 PML'individuo quale esito e risultante di e dal parlamentare di una pluralità di dittature, dotate di un passo processuale invariante nella forma e variabile nei contenuti, è una descrizione che trovo interessante. Occorrerebbe però stabilire se questa parlamentarietà non sia in ultima analisi una determinazione di una volontà di una dittatura sulle altre o, di converso, non sia il terreno, la premessa entro cui ogni dittatura può aver voce.
Commenti in brain storming.Citazione di: Ipazia il 10 Ottobre 2018, 22:45:34 PMAggiungerei anche l'uomo-animale (nasci-cresci-invecchia-muori) dell'impersonale dittatura della Natura; l'uomo-fedele (nasci-pecca-prega-muori) dell'impersonale dittatura della Religione; l'uomo-utente (nasci-lika/condividi/invia/ricevi/posta/aggiorna-muori) dell'impersonale dittatura dei Social; l'uomo-fruitore (nasci-usa-butta-muori) dell'impersonale dittatura della Tecnologia; l'uomo-votante (nasci-vota-lamentati-muori) dell'impersonale dittatura della Democrazia; l'uomo-teoreta (nasci-postula-deduci-muori) dell'impersonale dittatura della Metafisica, l'uomo-edonista (nasci-desidera-godi-muori) dell'impersonale dittatura della Libidine; l'uomo-esistenzialista (nasci-interpreta-significa-muori) dell'impersonale dittatura dell'Ermeneutica; l'uomo-morale (nasci-giudica-vieni giudicato-muori) dell'impersonale dittatura dell'Etica, etc.
In assenza di questo range di libertà individuale non vi sarebbe alcuna etica, ma soltanto normalizzazione paradigmatica. Un po' come l'uomo-macchina (nasci-produci-consuma-crepa) che [...] l'impersonale dittatura del Mercato ci vuole fare diventare.
Questo rapporto dialettico fra le dittature che governano (con le dovute differenze di intensità) i vari "uomini" che coabitano l'individuo e gli individui stessi che alimentano tali dittature, può essere letto in molti modi (e su più piani), ma di fatto la risultante prassi umana dell'individuo è il verdetto del "parlamento" di tutti quei dittatori (paradossale, no?), anche se ogni individuo avrà le sue preferenze (per cui forse sottovaluterà l'impatto di alcuni "dittatori" latenti) che imporranno, per necessità di convivenza, di cercare rapporti diplomatici che siano vivibili con il prossimo (essendo l'uomo animale da branco).