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Messaggi - Lou

#466
Ma sono solo astorici rispetto alla storicità del singolo vissuto del singolo individuo e/o astorici "in quanto tali"? Archè in senso pieno, nucleo traumatico.
#467
Un "capolavoro" del genere era difficile da immaginare.
#468
Citazione di: Kobayashi il 13 Ottobre 2018, 10:30:22 AM
Citazione di: Lou il 12 Ottobre 2018, 18:26:18 PM
Citazione di: Kobayashi il 12 Ottobre 2018, 08:55:21 AMAnche se l'inconscio collettivo fosse reale, mi pare che la tendenza sia sempre quella di pensarlo come qualcosa di positivo. E se invece fosse un ricettacolo di tendenze irrazionali, magiche etc., che alla fine rappresentano solo un ostacolo alla propria consapevolezza e che infatti vengono oggettivate nei simboli della religione? Perché non fare come con il cosiddetto inconscio individuale che deve essere "lavorato" solo quando contiene forze che ci impediscono di vivere liberi? Nostalgia di credenze antiche irrecuperabili così come l'inconscio individuale prende forza dall'incapacità di staccarsi dal mondo potente e vivido (ma pieno di trappole) dell'infanzia...
L'inconscio collettivo è anche, ma non solo, un ricettacolo di tendenze irrazionali, non ritengo che Jung abbia mai esistato ad affermarlo e lasciato dubbi su questo aspetto.


Volevo porre un interrogativo riguardo la parte "positiva" dell'inconscio.
In termini rudimentali il ragionamento di Jung consiste nel pensare che attraverso gli archetipi l'uomo possa collegarsi ai contenuti dell'inconscio collettivo. Questo lavoro conduce ad un arricchimento dell'individuo. Guarigione e completezza.
Questo ragionamento mi sembra che segua sempre lo stesso schema di tutto il pensiero moderno per cui alla crisi del presente si risponde con la ricerca di una dimensione originaria che nei secoli è andata smarrita e che nella sua riattivazione è in grado di mostrare quale sia la condizione vera e universale dell'umanità.
E alla base del ragionamento mi sembra ci sia essenzialmente solo desiderio.
Voglio dire, il desiderio che la ricchezza delle discipline spirituali antiche possa ancora produrre qualche effetto nella coscienza del povero uomo contemporaneo, che nonostante la sua buona volontà, dallo studio dell'alchimia, per esempio, non otterrà che un'erudizione piena di ammirazione e nostalgia, ma nessuna significativa trasformazione.
Ammetto che nei confronti di un apriorismo, kantianamente parlando, psichico, come quello ipotizzato da Jung, nutro fascinazione.
Tuttavia, leggendo il dubbio che sollevi, da un pdv filosofico avanzo il sospetto che l'idea che tanto più siamo di fronte a un "che" di originario e antico tanto più esso è vero, sia forse un pregiudizio sotteso alla prospettiva junghiana, su questo concordo.
Spero, detto ciò, che Carlo non mi fulmini, comunque voglia intendere l'extrarazionale, anche nel caso del farlo confluire e comprendere in una ratio superiore.
#469
Citazione di: Kobayashi il 12 Ottobre 2018, 08:55:21 AM
Anche se l'inconscio collettivo fosse reale, mi pare che la tendenza sia sempre quella di pensarlo come qualcosa di positivo. E se invece fosse un ricettacolo di tendenze irrazionali, magiche etc., che alla fine rappresentano solo un ostacolo alla propria consapevolezza e che infatti vengono oggettivate nei simboli della religione?
Perché non fare come con il cosiddetto inconscio individuale che deve essere "lavorato" solo quando contiene forze che ci impediscono di vivere liberi?
Nostalgia di credenze antiche irrecuperabili così come l'inconscio individuale prende forza dall'incapacità di staccarsi dal mondo potente e vivido (ma pieno di trappole) dell'infanzia...
L'inconscio collettivo è anche, ma non solo, un ricettacolo di tendenze irrazionali, non ritengo che Jung abbia mai esistato ad affermarlo e lasciato dubbi su questo aspetto.
#470
Tematiche Filosofiche / Re:Tutto bene e niente male
12 Ottobre 2018, 18:05:51 PM
Citazione di: Phil il 12 Ottobre 2018, 12:11:05 PM
Commenti in brain storming.
Citazione di: Ipazia il 10 Ottobre 2018, 22:45:34 PM
In assenza di questo range di libertà individuale non vi sarebbe alcuna etica, ma soltanto normalizzazione paradigmatica. Un po' come l'uomo-macchina (nasci-produci-consuma-crepa) che [...] l'impersonale dittatura del Mercato ci vuole fare diventare.
Aggiungerei anche l'uomo-animale (nasci-cresci-invecchia-muori) dell'impersonale dittatura della Natura; l'uomo-fedele (nasci-pecca-prega-muori) dell'impersonale dittatura della Religione; l'uomo-utente (nasci-lika/condividi/invia/ricevi/posta/aggiorna-muori) dell'impersonale dittatura dei Social; l'uomo-fruitore (nasci-usa-butta-muori) dell'impersonale dittatura della Tecnologia; l'uomo-votante (nasci-vota-lamentati-muori) dell'impersonale dittatura della Democrazia; l'uomo-teoreta (nasci-postula-deduci-muori) dell'impersonale dittatura della Metafisica, l'uomo-edonista (nasci-desidera-godi-muori) dell'impersonale dittatura della Libidine; l'uomo-esistenzialista (nasci-interpreta-significa-muori) dell'impersonale dittatura dell'Ermeneutica; l'uomo-morale (nasci-giudica-vieni giudicato-muori) dell'impersonale dittatura dell'Etica, etc.
Questo rapporto dialettico fra le dittature che governano (con le dovute differenze di intensità) i vari "uomini" che coabitano l'individuo e gli individui stessi che alimentano tali dittature, può essere letto in molti modi (e su più piani), ma di fatto la risultante prassi umana dell'individuo è il verdetto del "parlamento" di tutti quei dittatori (paradossale, no?), anche se ogni individuo avrà le sue preferenze (per cui forse sottovaluterà l'impatto di alcuni "dittatori" latenti) che imporranno, per necessità di convivenza, di cercare rapporti diplomatici che siano vivibili con il prossimo (essendo l'uomo animale da branco).
L'individuo quale esito e risultante di e  dal parlamentare di una pluralità di dittature, dotate di un passo processuale invariante nella forma e variabile nei contenuti, è una descrizione che trovo interessante. Occorrerebbe però stabilire se questa parlamentarietà non sia in ultima analisi una determinazione di una volontà di una dittatura sulle altre o, di converso, non sia il terreno, la premessa entro cui ogni dittatura può aver voce.
#471
"Il cosiddetto "reddito di cittadinanza" non andava fatto. Ma non andava fatto non tanto perchè ingiusto,
complicato da attuarsi o altro, ma essenzialmente perchè non ce lo possiamo permettere."
È stato propagandato per anni, con tanto di coperture certe certissime, che ce  lo si puó permettere, altrochè, ( si vede quali e chi in un futuro sin troppo recente le paga e pagherà), e parte della compagine al governo è tale in forza di ciò, cioè dei voti che per questa promessa si sono acquisiti. Occorre mantenerli, i voti?
Il potere al popolo, in demagogia diretta.
#472
@green, per intanto dico la mia.
"Il mercurio è il mercurio chimico, o è quello zodiacale?"
Genealogicamente direi che il mercurio "zodiacale" acquisisce i caratteri del mercurio "al-chimico", tuttavia senza lo zodiaco l'al-chimico sarebbe orfano di immaginazione, quella stessa immaginazione che con gesti creativi unì con linee immaginarie le stelle dando vita a costellazioni e a una volta celeste animata di figure, attivatrici psicologiche.

Ad ogni modo, buon viaggio.

#473
Capisco Eutidemo, in realtà chi lavora in nero e chi ci guadagna dal far lavorare in nero ho il sospetto li si sovvenzioni già da tempo: una pressione fiscale mirabolante quale quella attuale ritengo sia anche frutto di una pratica del nero endemica. Questa ulteriore sovvenzione, stando a quella che ritengo essere tua corretta perplessità, ha dei contorni grotteschi.
#474
@Phil, effettivamente è corretto inserire l'appunto sull'elemento dei contributi che avevo tralasciato e il se in chiosa.
Sul vivo presente, però, fare, ad esempio, la commessa otto ore al giorno, magari pure lontano da casa e prendere netti ( in base al contratto nazionale del terziario ) tanto quanto il RdC, lascia comunque un tot di amarezza il discorso dei contributi a fini pensionistici, l'inquadramento etc.
#475
Ciao Inverno, trovo che il RdC sia una misura, come ben dici, volta al miglioramento della propria vita, misura che, per inciso, ritengo in linea di principio positiva. Il problema che nel contesto in cui ci troviamo e con l'assenza di premesse strutturali, tecniche e culturali mi risulta assai arduo ritenerlo uno strumento ottimale per fronteggiare la povertà, la disoccupazione e la realizzazione di quel miglioramento auspicato.
Ad esempio, non capisco come d'improvviso si trovino non una, non due, bensì tre offerte e oportunità di lavoro "congruo", spuntano come funghi? Tu come la vedi?

#476
È ironico?
#477
Oltre ai punti che hai sollevato, a me pare un tantino paradossale che esistano contratti per cui chi lavora otto ore al giorno abbia una retribuzione netta di 800€, magari pur non facendo  un lavoro " congruo ", e chi con 8 ore alla settimana prenda 780. €.
#478
La discussione si è sviluppata assai, leggerò tutti gli interventi appena posso.
Per quanto mi riguarda la disobbedienza a una legge considerata ingiusta, a costo di pagarne le conseguenze, è una azione che ne nessun sistema può annichilire, è con la legge stessa che nasce la possibilità di infrangerla. Nel bene e nel male.
#479
Molto interessante il richiamo a Kant, inserisco anche Thoreau e la cosiddetta "disobbedienza civile" e, per darmi all'aneddotica leggendaria, a ricordo, si narra e mi scuso se non è precisa, che quando Emerson lo vide dietro le sbarre e chiese lui cosa ci facesse, Thoreau rispose cosa ci facesse lui lì fuori.
#480
(Nota tecnica, mi scuso x l'errore di battitura: impulso, non inpulso.)
Entrando nel merito, d'altro canto, per quanto riguarda l'ideale di una scienza pura, neutrale e imparziale senza tracce di politicità (non partitismo, intendiamoci) che la caratterizzano, non mi pare essere (più?) proponibile.