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Messaggi - green demetr

#466
Tematiche Filosofiche / Re: Esiste la verità?
28 Settembre 2024, 15:51:45 PM
La verità è una questiono filosofica, e non d'opinione, come i formalismi post-moderni si ostinano a ripetere.
A me non interessa se esista una frase universale, in quanto definita universale, sia vera, se poi non c'è nulla di ontologico che la dimostri tale.
Direi che non è più il tempo di seguire questi rompicapo ridicoli, quando gli Stati stanno cedendo il passo alle norme che di fatto permettono ai privati non eletti di decidere il brutto e cattivo tempo in base ai loro profitti e non in base alla Nostra (del popolo) Storia.
Mi paiono cose da azzeccagarbugli. Tante parole e poca sostanza.
#467
Attualità / Re: Libano
28 Settembre 2024, 15:32:24 PM
Citazione di: InVerno il 27 Settembre 2024, 19:31:43 PMll buon selvaggio arabo prefigurato dalla sinistra stava lavando i piatti e badando ai bambini nella sua bucolica pace di eunuco politico senza aspirazioni di conquista, quando un giorno sono arrivati i bianchi e lo hanno corrotto alla violenza, è Pocahontas con la kefiah. Detto ciò, augurarsi la devastazione di un paese ti assicuro non migliorerà la vita dei vicini, Israele compreso.
Non mi auguro proprio un bel niente.
La frase era chiaramente ironica.
La devastazione migliora, stai tranquillo, fa abbassare la testa ai galli.
Al massimo da intellettuali possiamo chiederci come si è potuti arrivare ad una roba del genere: tipo che l'intero nord di Israele è stato sfollato, per via dei soliti attacchi terroristi.
Ma fin quando le nostre elite parlano di resistenza degli arabi, vedi Limes, il Papa e accodazzo vario, è molto difficile farlo, se non impossibile, visto le leggi che proteggono le religioni anche quelle apertamente antisemite come quella islamica.
Se continuiamo a giocare a fare gli amici dei terroristi, la critica giacerà a lungo nelle cantine del pensiero, già invase da una marea di ciarpame pseudointellettuale, e sicuramente antistorico.
Rimane l'ironia forse.
Visto quello che stanno combiando i nostri giudici qui c'è da ripensare al libro di Charlie Hebdo.
L'ironia scambiata per augurio...andiamo bene!
#468
Attualità / Re: Libano
28 Settembre 2024, 15:23:50 PM
Citazione di: niko il 27 Settembre 2024, 19:45:45 PML'unica ideologia e' il suprematismo razziale e religioso sionista, finalizzato a fare un genocidio e una sostituzione etnica in casa d'altri con la benedizione ipocrita di usa e ue...

Invece di star qui a scrivere cazzate arruolati nei cecchini dell'idf, cosi' avrai licenza di sparargli direttamente in testa, a tutti quei giornalisti e inviati di guerra che vedi in lontananza e che non ti piacciono, perche' li ritieni "antisemiti"... e pure a tanti bambini, putativamente antisemiti... e ti pagherebbero pure... dovrebbe essere un bengodi, per te...


Perchè da Italiano sono pronto a servire il mio Paese.
Ma ti assicuro che se fosse per una questione morale,effettivamente potrei andare solo lì.
Ciò non toglie che se viene attaccatto il nostro paese, come sta avvenendo con la Palestina che da 600mila che erano sono diventati 2,5 milioni negli ultimi 10 anni (alla faccia del PRESUNTO GENOCIDIO), nessuno se ne accorgerebbe: troppo attenti alle teorie dei gruppi, all'identificazione in questo o quello senza nessuna critica o pensiero rispetto a questa identificazione stessa.
Ah cattivoni di destra...se l'uomo di sinistra si guardasse in faccia, si rivolterebbero i suoi avi patriotti. :D
#469
Citazione di: PhyroSphera il 27 Settembre 2024, 09:46:38 AMSi legga l'articolo scaricabile al link seguente:

https://www.caritas-ticino.ch/riviste/elenco%20riviste/riv_0903/semplicemente%20uomo.pdf

In che senso secondo voi l'autore parla di storicità della resurrezione? Lui vuole un riscontro fenomenologico, ma come fare a comprendere la differenza tra il racconto di Lazzaro e quello di Gesù, senza comprendere l'interiorità? E in che senso l'interiorità degli esseri umani è parte della storia? Chi ha studiato o vuole studiare la storia del pensiero cristiano del '900, ha trovato o troverà, tra coloro che propendono per la storicità della resurrezione, Pannenberg. A quanto pare lui solo o quasi, tra i grandi teologi protestanti. Cosa intendere per 'storia'? Come rapportarla alla affermazione del 'risorgere'? Evidentemente, la questione, posta come la pone Di Feo, assume una dimensione filosofica.
Si trova nel suo discorso, pur senza espressione specifica, il concetto heideggeriano di 'essere per la morte', ma senza un orizzonte chiuso. Heidegger fece disegnare sulla sua tomba il simbolo del paganesimo... Il pensiero cristiano non ha gli stessi limiti e dice del fine-vita diversamente. Nella Bibbia Lazzaro pare già finito e non è vero, così anche Gesù di Nazareth, ma il risuscitare di quest'ultimo era un risorgere, invece nel racconto di Lazzaro si descrive solo il potere di stare nel limitare della morte ma poi ritornare indietro. Risorgere è di più... E come allora questa dimensione interiore entra nella storia? E perché, nell'invitare a integrare la fede nel Risorto nel racconto storico dei fatti, si svaluta l'àmbito religioso?
È proprio la religione — dico io — a consentire questa integrazione, a rendere visibile la realtà della fede per lo storico; e non esiste solo la credenza separata e in contraddizione con la fede, esiste anche una religiosità che non cede alla crisi.
Dovremmo forse dimenticarci della vastità della cristianità e della pochezza e mancanza di indirizzo della critica atea, da Marx fino ai nostri giorni, e fare questo per disattenzione, seduzione o stanchezza?

MAURO PASTORE
Ciao Mauro, non ho capito se tu intendi dire che la dimensione chiusa dovrebbe essere combattura con l'apertura, ma verso cosa? ad una pletora di significati?
O la seconda, che il cristo è l'unico significato.

Io penso che non esiste chiusura peggiore dell'evasione dal qui e ora nella dimensione dello svago e del depensamento.

la critica atea è di solito quando grande (nice, leopardi) una critica sociale, che parte però dall'individuale.

a me non pare contrastare la nuovo visione cristiana che pesca nell'iperuranio platonico.

dammi il tempo di introiettare questo mondo al di là, ma non disdegno quello che ho fatto finora, ossia criticare la società e gli individui.
#470
Citazione di: PhyroSphera il 27 Settembre 2024, 09:46:38 AMSi legga l'articolo scaricabile al link seguente:
https://www.caritas-ticino.ch/riviste/elenco%20riviste/riv_0903/semplicemente%20uomo.pdf
In che senso secondo voi l'autore parla di storicità della resurrezione? Lui vuole un riscontro fenomenologico, ma come fare a comprendere la differenza tra il racconto di Lazzaro e quello di Gesù, senza comprendere l'interiorità? E in che senso l'interiorità degli esseri umani è parte della storia? Chi ha studiato o vuole studiare la storia del pensiero cristiano del '900, ha trovato o troverà, tra coloro che propendono per la storicità della resurrezione, Pannenberg. A quanto pare lui solo o quasi, tra i grandi teologi protestanti. Cosa intendere per 'storia'? Come rapportarla alla affermazione del 'risorgere'? Evidentemente, la questione, posta come la pone Di Feo, assume una dimensione filosofica.
Si trova nel suo discorso, pur senza espressione specifica, il concetto heideggeriano di 'essere per la morte', ma senza un orizzonte chiuso. Heidegger fece disegnare sulla sua tomba il simbolo del paganesimo... Il pensiero cristiano non ha gli stessi limiti e dice del fine-vita diversamente. Nella Bibbia Lazzaro pare già finito e non è vero, così anche Gesù di Nazareth, ma il risuscitare di quest'ultimo era un risorgere, invece nel racconto di Lazzaro si descrive solo il potere di stare nel limitare della morte ma poi ritornare indietro. Risorgere è di più... E come allora questa dimensione interiore entra nella storia? E perché, nell'invitare a integrare la fede nel Risorto nel racconto storico dei fatti, si svaluta l'àmbito religioso?
È proprio la religione — dico io — a consentire questa integrazione, a rendere visibile la realtà della fede per lo storico; e non esiste solo la credenza separata e in contraddizione con la fede, esiste anche una religiosità che non cede alla crisi.
Dovremmo forse dimenticarci della vastità della cristianità e della pochezza e mancanza di indirizzo della critica atea, da Marx fino ai nostri giorni, e fare questo per disattenzione, seduzione o stanchezza?
MAURO PASTORE
Marco di Feo ci ha regalato la lettura di una lettera del Bonhoffer.
Che riparte dalla grande lezione di Barthes.
Due nomi cardine e che sono in cima alla lista insieme ad Agostino per la riscoperta del cristianesimo, e della sua idea di persona giuridica naturale.
(almeno gli ultimi due citati su consiglio del maestro, che forse ha qualche obiezione sul barthes, ma me la sono dimenticata  :D , forse la sua ambiguità col nazismo, non saprei).

Anzitutto bisogna fare il solito lavoro di pulizia intellettuale: Il di Feo si preoccupa fin da subito a dire che si tratta solo della sua opinione.
Ossia si dice relativista, e infatti ce lo dimostrerà ribaltando completamente la lezione che pure lui stesso sta seguendo....potenza dell'industria culturale, il cane imperiale è dentro di loro...

Il messaggio di Bonhoffer è chiaro e cristallino, sopratutto se pensiamo all'iperuranio platonico.
o sull'idea dell'inferno ebraico (ossia che l'inferno sia questa stessa terra che abitiamo).

Ma come dice il mio maestro è anzitutto la sua stessa vita che porta la testimonianza di come il Cristo sia ancora tra noi.

Non è come dice il Di Meo che il Cristo è un evento storico, che ci permette di vivere SOLO nell'aldiquà.
Se si vivesse solo nell'aldiquà allora si saremmo con i grandi nemici del cristianesimo, nietzche e leopardi (apparenti come ho già spiegato mille volte, addirittura leopardi lo dice subito della necessità di una ultafilosofia).
ovvero il nice e il leopardi che i cani imperiali vogliono che noi conosciamo.

ma è il contrario bonhoffer sta dicendo che l'altrove si puà vivere nell'aldiqua.
ed è lo stesso che nice e leo hanno pensato.

essere cristiani significa il coraggio di vivere nella dimensione della paura se non proprio del terrore, ossia da crocefissi, in una parola da mortali.

per essere immortali bisogna vivere con coraggio il qui e ora.

solo allora potremo dirci cristiani.

Penso che sia un messaggio glorioso quello che ci hanno dato barthes e bonhoffer, e non vedo l'ora di conoscere la loro morale, ossia la verità che abita i cuori di ciascuno.
la verità è questa saper innalzarsi verso la complessità.
E la complessità si vince abbattendo le paure in nome della verità.
Non in nome dell'aletheia, del nascondimento, come vorrebbe il relativismo di heidegger, e dell'intera nostra società.

ps
eh si heidegger è stato un cattivo maestro...forse il peggiore di tutti.
contento di tornare al cristianesimo del cristo.
all'unico dogma che vuole il cristo umano.

in attesa di farmi illuminare dai due grandi pastori dell'epoca contemporanea.

ultima nota a margine: il cristo non è un evento confinato nel passato lontano dalla nostra quotidianità, ma è quell'evento che tutt'ora ci porta a combattere per la verità, financo nel dolore.

altra nota, si potrebbe dire contro il di feo, che il di qua si può vivere solo in virtù dell'aldilà.

#471
Tematiche Filosofiche / Re: Freud-Marx
27 Settembre 2024, 17:18:20 PM
Ho ascoltato dozzine di interventi sulla dialettica di Horkhmeier e Adorno.
Tenendo presente le istanze di pregiudizio con cui l'industria cultura fa parlare le persone, devo dire che ognuno ne ha tratto una lezione privata, quasi mai generale.
La teoria di Freud è quella su cui va ripensato Marx, e non il contrario.
Da ripensare più che Marx, è proprio Freud. (Adorno è molto chiaro su questo).
Per come lo leggo io mi pareva evidente che Freud lasciava intuire, più che esprimere apertamente, cosa davvero intendesse: ossia la distruzione della borghesia. Ovvero della sua "morale" (qui intesa come abitudine, moda, non nel senso iperuranico, scusate se ripeterò tante volte questa cosa, ma la ritengo fondamentale per un proseguio costruttivo del tema).
Ma sempre per cenni brevi Freud faceva vedere paesaggi completamente nuovi ben al di là della semplice terapia, diremmo oggi.
Uno su tutti fra quelli proposti, la lettura stessa della letteratura.
Ma rimaniamo pure a quanto appuntato da Jacopus, ossia dal fatto che Adorno ritenesse Freud un borghese, e dunque incapace di vedere la lotta di classe marxiana.
Dunque si tratterebbe di tenere il "meglio" da entrambi gli autori.
Eppure a me pare che già pensatori come Reich, avessero proseguito in totale accordanza con Freud, e non in sospetti ripensamenti.
Oggi la psicanalisi è totalmente il CONTRARIO di quanto diceva Freud.
Andare oggi dall'analista signifca consegnarsi totalmente alla perdizione del sè.
La pietra di paragone è la suggestione, per la psicanalisi contemporanea pensare di essere guariti equivale alla guarigione (fino alla prossima caduta).
Sono cose di mia recente acquisizione, e di cui ringrazio quello che ritengo mi abbia dato idealmente un mio secondo maestro.

Ma la suggestione a me ricorda troppo da vicino la propaganda.
Usano le stessia armi della psicopolizia.
Quello che dice il Partito va celebrato e consacrato e guai a chi dice il contrario, anche SE nessuno lo pensa davvero.

In una simile situazione la cosidetta coscienza di classe non può mai venire realmente svegliata.
La questione si sposta da un principio sociale-morale come nell'inizio del capitale che avevo già intrapreso (e che conto di continuare), ad uno di mero individualismo, al servizio del padrone per un pugno di monete.
Su cui ha lungamente ironizzato un Carmelo Bene, nella sua guerra allo Stato.
L'ambivalenza umana di cui parla Freud è il processo che viene generato dalla paura o peggio dal trauma, ossia da quel principio di morte, come lo stesso Freud identificò la fenomenologia per poi portarla dentro al suo sistema.

A tal proposito la questione pulsante è il transfert.

La cosa che si è persa dell'insegnamento freudiano è il fatto che possa esistere un transfert negativo.

Penso che il pessimismo di Freud sia dovuto al fatto che l'analisi non è sempre terminabile.
Ossia che la rimozione abbia la meglio, e costruisca una resistenza troppo forte, fino alla perdita della realtà.

Non vorrei fare l'uccello del malaugurio ma è quello che stiamo assistendo con il risveglio dell'antisemitismo in tutto il Mondo.

La negazioni dei fatti, e il loro completo ribaltamento ideologico.
Lo hanno fatto con la pandemenza, lo hanno fatto con l'ucraina, e ora lo stanno facendo con israele.
senza dimenticare il ronzio della fine del mondo climatica...che ci impedisce persino di vedere il reale cambiamento climatico e a come possiamo rispondere in termini di protezione della vita umana, e non come novelli dei.

La rivoluzione deve avvenire anzitutto nei cuori, nelle coscienze, bisogna proseguire nel crederci, nel pensare l'utopia, e non il suo contrario ossia la distopia.

Non è una questione sociale è semplicemente una questione individuale, quando saranno in numero sufficiente questi cambiamenti sociali avverranno come la cosa piu naturale, perchè morale, del mondo.

A mio parere la strada è stata già ampiamente cementata, si tratta ora di abitare questa strada.

Non di costruirne di nuove buttando all'aria secoli di lavoro intellettuale della filosofia.

Quindi diciamo che ci sono dei lavori di mantenimento da fare, certi concetti vanno oggi riscoperti, anche se oggi la situazione è infinitamente peggiore di quella di allora anni 60, e già allora Adorno si lamentava che gli studenti di filosofia non capivano il suo discorso, i suoi libri.

Oggi gli studenti sono studenti del già detto e già fatto, del so tutto io.
Questo esercizio narcisita non porterà da nessuna parte.

Il dialogo sociale è morto, ripartiamo da quello individuale.
A me pare ovvio.
#472
Citazione di: Koba II il 26 Settembre 2024, 08:17:15 AMCiao green, ben tornato.
La filosofia, o meglio lo studio della filosofia, per quanto mi riguarda, è già di per se' una terapia...
Il pulsionale mi è sempre apparso come cieca e ottusa brama, mentre il desiderio è desiderio di un altro mondo, di un'altra vita. Cioè desiderio dell'impossibile... Da qui, hai ragione, l'importanza delle immagini della grande letteratura: ma io penso alle scene in cui ci si sottrae dalla battaglia prendendo ristoro nella bellezza della natura, lontani dalla violenza, lontani quindi dal mondo, che si tratti di un guerriero dell'Orlando Furioso o di un eremita è lo stesso (la storia dei santi è da questo punto di vista grande letteratura).
Un erotismo quindi che più che possesso e piacere sembra una fuga dall'utile, dal produttivo, dal controllo. Cioè, dal lavoro così come viene normalmente concepito e condotto, cioè a immagine di ciò che farebbe una macchina.
Ho sulla scrivania il primo volume del "Principio speranza" di Bloch: proprio nella prima parte tratta di cose attinenti il desiderio, il "già e non-ancora" che c'è nei movimenti che anticipano la speranza etc.
Magari ne riprenderò la lettura.
Anch'io per ora ho accantonato Hegel.
Da settimana prossima avrò molto più tempo libero, potrò tornare agli amati studi. Non so ancora quale direzione prenderanno. Vedremo...

Il pulsionale è proprio la direzione verso la meta, o meglio il paesaggio.
Naturalmente il mondo contemporaneo che vive dell'iperproduzione, necessita di una umanità castrata e ahimè castrante, ossia senza pulsioni, rimosse a funzione dell'oggetto di consumo chiamato bisogno, e oggi nella età del catastrofismo, di bisogno essenziale ossia spacciato per naturale, l'era del marketing forzato.
La natura viene pervertita di nuovo, siamo sempre nei canovacci dei problemi portati dalla modernità, ossia della meccanicizzazione dei processi, della competenza nelle arti lavorative, nel lavorio a sistema chiuso circolare del terziario, non cambia niente rispetto alla risposta che ha nome post-modernismo, dove i fatti vengono NEGATI, dove la scienza è oggi un problema relativo alla necessità di inquinare sempre di più i luoghi, i posti naturali.
Persino le montagne sono solcate da aerei a tutt'andare, ma forse perchè sono sulla rotta di ciampino  :D nel mio caso.

ciao uomo!

#473
Attualità / Re: Libano
27 Settembre 2024, 16:32:23 PM
Citazione di: anthonyi il 26 Settembre 2024, 04:35:17 AMHezbollah spara missili verso il nord Israele dal 7 ottobre scorso e ha costretto circa 90 mila israeliani a sfollare da quei territori.
Cosa c'é di grottesco nel fatto che l'esercito israeliano vada a distruggere i suoi depositi di missili non so.

Parlavo naturalmente dell'antisemtismo, e più in generale della completa incapacità di rendersi conto da che parte vada la storia, da parte dei popoli.
(penso sopratutto alla seconda guerra mondiale, al caso dei popoli tedesco, italiano, spagnolo).

La vittoria di Israele sarà la distruzione degli Hezbollah e loro espulsione dal sud del Libano.

Entro due settimane dovrebbe essere tutto finito.
#474
Attualità / Re: Libano
27 Settembre 2024, 16:28:05 PM
Citazione di: niko il 26 Settembre 2024, 00:23:55 AML'unica follia qui è il cancro sionista. Che sempre fa metastasi laddove non è a casa sua. O Libano e Cisgiordania adesso fanno parte di Israele?

Come al solito la tua cecità ideologica e l'incapacità di vedere i fatti è allarmante da un punto di vista sociale.
Come dire che l'ideologia rende ciechi, da uomo di sinistra, oggi mi vergono fino all'imbarazzo di esserlo stato.
La cisgiordania e la palestina vennero dati agli arabi come territorio per la fondazione di uno stato arabo appunto.
Da che fu stabilito, gli arabi non hanno MAI sottoscritto al patto, perchè il loro libro il Corano dice che l'unico ebreo giusto è quello morto.
Dunque secondo l'ONU e i suoi interessi dettati dalle lobbi americane, russe, cinesi e quant'altro, ovvero dai signori della guerra, questi sono territori "contesi", ovvero adibiti appunto ad una guerra infinita.
Penso che dopo un ventennio in cui Bibi ha giocato al tavolo di questi signori, ora si sia scocciato: perchè deve pagare in termini di vite umane solo Israele?
La meta militare di Bibi è sempre stato l'esercito libanese. Un chiaro messaggio di vittoria segnerebbe un cambio di gioco militare a spostarlo su quei territori già massacrati dalla guerra come la Siria e l'Iraq.
E naturalmente politico. Avere al tavolo da gioco un Israele oggi maturo è altra cosa dall'averlo come umile cagnolino da riporto.
Naturalmente visto la follia umana questo avviene sempre e solo in via armata.
Deploro la follia, ma per curarsi da questa follia il primo passo è stare ALMENO ai fatti, prima di sottoporli a critica come fai tu.
Fatti militari politic, non umanitari che sono una conseguenza dei primi, e non il contrario come le orde sataniste (come amano chiamarle i repubblicani  :D ) comuniste.
Non può esistere umanitarismo in condizioni di guerra.
Richiamarsi al diritto internazionale è talmente ridicolo che solo chi non abbia mai letto di come avvengono le guerre, ossia in tacito silenziamento di quello, perchè sennò dovremmo stare qui a pagare i debiti morali a mezzo mondo...

Ma si sa quei cattivoni degli ebrei.... :))
#475
Tematiche Filosofiche / Re: L'inferno!
27 Settembre 2024, 16:11:54 PM
L'errore di umanizzare Dio come se avesse una volontà è da sempre l'errore basico degli uomini e del loro sè iper-narcisista ai confini con la paranoia.

Il male è ciò che nasce da un cattivo uso della libertà umana.
Il male naturale francamente non esiste, è una mera concausa naturale, non ha un valore morale.

Ma anche qui l'uomo fraintende completamente il discorso sulla natura, da quello razionale sulla natura, ovvero il vero discorso umano, e di cui la morale dovrebbe (ma non è) il presupposto "naturale" (ossia la libertà è il suo presupposto naturale, per la scelta se schierarsi a ragione con il bene (l'individuo) o con il male (la società).

In questo senso la politica è idealmente (oggi è corrotta fino alle unghie) il luogo della battaglia fra il bene e il male. Il luogo dove si decide la felicità umana. Là dove l'individuo si possa esprimere (maggior felicità) a quello dove si può meno esprimere (minor felicità), io non penso esista un posto dove non ci si possa esprimere per davvero. 
Perchè questo ci ha dato il buon Dio, di poter scegliere, persino da crocefissi persino da perseguitati. 
#476
Citazione di: PhyroSphera il 27 Settembre 2024, 10:22:15 AMNon bisogna mai dare giudizi basandosi sulle apparenze o lasciandosi ingannare da falsi rappresentanti. Io ti consiglierei di continuare i tuoi pensieri con una filosofia del disinganno. Il pensiero di Nietzsche è sprovvisto a riguardo ed egli non ne aveva tenuto nel dovuto conto.
Aggiungo pure: cerca di prendere le informazioni giuste sui dogmi cristiani. Anche tu, come Nietzsche, manchi proprio di un vero punto di partenza.
Sulla vostra acredine, non ne dico; mi limito a citarla; parla da sola. Non è buona cosa tanta veemenza nei giudizi. Dato che v'è in essi anche cecità, c'è da parte vostra qualcosa di criminoso nell'accomunare esempi veri con falsi e nel fraintendere i primi. Il rispetto per la religione è anche in Agenda ONU, da molti anni, e il cristianesimo è una religione.

Mauro Pastore
Poteva aver senso la questione del non dare giudizi affrettolati, naturalmente io so poco o meglio niente del dogma, ho appena sbirciato il Barthes.(ma già lì...come mai non è stato tradotto in italiano la sua opera intera?), posso anche capire che tu non capisca l'acredine, il "serfo" è abituato al suo sistema di riferimenti, di dogmi e pregiudizi familiari e sociali.
Naturalmente in un discorso pubblico sensato, l'acredine porta male.
Ma questo del forum è un discorso pubblico da bar, se no sarebbe già stato chiuso da tempo.
Questo non vuol dire che non si possa ragionare al bar dei presupposti amici, amici anzitutto della discussione pubblica.
E' anche vero in senso privato, l'errore di Nietzche su Platone è veramente non all'altezza delle sue critiche sociali e sopratutto personali ed è dovuto all'acredine qui posta in gioco.
Quando poi però mi citi l'ONU come punto di riferimento mi dimostri però che ti manca uno sguardo d'orizzonte più largo.
Il rispetto delle religioni è semplicemente parte del piano più ampio dell'Islam per farsi prima rispettare e poi una volta acquisito per negare questo stesso rispetto alle altre religioni.
Il Papa è stato colto in un discorso di clamoroso relativismo dal mio maestro in questo senso.
Direi quindi che un cristianesimo morale dovrebbe essere riscoperto al più presto.
Naturalmente in termini di status quo, non vedo come ciò possa avvenire.
E quindi ti rimando a tutte le critiche rivoluzionarie del Nietzche.
Manca in te quindi una chiara visione d'insieme politica per poter capire che questa acritudine non deriva tanto dalla religione in sè, quanto dai frutti che quella stessa aveva piantato nei secoli nel sistema di abitudini, che Nietzche chiama appunto morale.
La morale nicciana, analizzata e fatta a pezzi, è tutt'altro da quella sostenuta da Platone che abita l'iperuranio.
La cosa strana che è sfuggita a Nietzche è che Socrate è una maschera negativa, in Platone la difesa dell'individuo naturale contro lo stato, ossia contro il tiranno, infatti coincide con quella dello stesso Nietzche.
Due autori una stessa meta, ora mi rimane da verificare che anche in Agostino sia così, strano perchè io ne avevo una idea diversa, ma come al solito io stesso sono stato educato a non porre attenzione su autori chiave contro il capitalismo (alias gli effetti nocivi che la società stessa si è procurata di darsi).
salve!
#477
Attualità / Re: Libano
25 Settembre 2024, 23:43:59 PM
Mi fa ridere perchè gli antisemiti che parlano tranquillamente dalle tv nazionali, tipo Santoro si stanno ammalando al fegato.
Trovo eccezionale la follia umana, e a me viene da ridere.
La scioà solo un nome da dire per pulirsi la coscienza, ma poi arrivano le parole d'odio, i falsi storici, le visioni di parte.
L'occidente colonialista, come se l'oriente non lo fosse...
Quando la guerra verrà portata in Italia (quella dei coltelli è già iniziata) forse la gente si sveglierà.
Ho detto forse, ma poi penso a come sono messi e mi vien da ridere.
Che vuoi ognuno reagisce come può all'orrore del terrore.
D'altronde il colonialismo orientale è giusto e santo.
Permettimi di sorridere alla cosa: la storia nel suo ripetersi è grottesca.
Oltre che agghiacciante, forse così inquadriamo meglio il sarcasmo.
#478
Tematiche Spirituali / Re: Cosa sono i sogni secondo voi?
25 Settembre 2024, 19:34:20 PM
Citazione di: Aspirante Filosofo58 il 25 Settembre 2024, 19:08:49 PMGrazie per la risposta, articolata ed esaustiva. Comunque la lampada è da 100 watt (non 1000) :) . Altro punto: tra il suicidio di una persona e la canalizzazione credo  che ci sia lo stesso rapporto esistente tra il suicidio e la guida di un'auto: nessuno, a mio avviso. Chi vuole togliersi la vita lo fa e basta. Il resto è contorno, scusa, pretesto. 
Per esempio, a me non interessa conoscere il mio futuro, ma più semplicemente il perché io mi trovo qui ed ora a vivere una vita non proprio comune. 
il punto non voleva essere sul suicidio, mi son fatto prendere dalla melanconia, ma sulla canalizzazione in sè.
Comunque era del tutto irrelato alla questione del sogno.
Nessuno vive una vita comune, ognuno infatti vive la propria, o meglio, tenta di vivere la propria, non mi riferisco tanto ai tuoi problemi fisici, ma piuttosto a quelli della mente, che è oggi in catene.
Esattamente come nella caverna platonica.
Ma anche questo è irrelato, a me interessano tantissimo i sogni.
Se poi era un modo garbato di chiudere la discussione, va benissimo, non preoccuparti.
Ciauzz




#479
Riflessioni sull'Arte / Re: Il romanticismo tedesco
25 Settembre 2024, 19:29:33 PM
certo che la memoria fa cattivi scherzi perchè ricordavo che il principe di homburg fosse un racconto e invece è un pezzo teatrale, forse avevo letto un altra cosa.
ma che conta?
Ricordo solo lo stile che non so perchè mi viene da chiamare abrasivo, i fatti si susseguivano a velocità luce, lo stile ti torceva le budella, e ti faceva entrare in un mondo di fuoco, di azione, di intellettualità pura.
Il racconto di Kohlhaas non è da meno.
Il crescendo furibono a cui sto assistendo mi ricorda di antichi sentimenti e antiche visioni.
C'è qualcosa di geometrico in Kleist, d'altronde in un passaggio parla di un pendolo d'oro della giustizia, la giustizia come vendetta per la mancata giustizia. Ma su tutto il tempo. Il tempo scandisce il destino di questo personaggio.
Non ha l'epica dell'apertura dell'Iliade. Di come un eroe diventi un farabutto.
Di come molti achei morirono per Lui Achille, e di come molti tedeschi ignari morirono per Lui Kohlhaas.
E' solo un abbrivio questo parallelo, Omero poi salpa per un grande narrazione che si farà mito, leggenda. Kleist uccide il mito sotto lo stile che torchia il pensiero e lo costringe nelle morse del tempo breve, brevissimo.
Certo che fa impressione come uno stile che in teoria è paratattico in realtà si costruisca su frasi molto lunghe, con l'uso magistrale della virgola.
E' un trattato sull'uso della virgola. Io sono sconvolto.

Giusto cosi per dire delle prime impressioni, di come il tiranno, il giudice corrotto al suo servizio...tutto è contro il popolo.
Ma il popolo tace, si fa convincere dai soldati, tranne Kohlhauss, che diventa già leggenda.
D'altronde è proprio questo il punto, la leggenda è dentro la giustizia.

Ma il racconto va avanti...alle prossime.
#480
Riflessioni sull'Arte / Il romanticismo tedesco
25 Settembre 2024, 19:15:57 PM
Ci sono cose segrete, solo per fini intenditori.
Il romanticismo tedesco parlava di mostri, mentre l'italia parlavi di patria.
E' normale che sia stato frainteso.
Persino il buon Leopardi parlava di tromboni tedeschi.
Ma se uno pensa che il perturbante freudiano viene introiettato come lettura di Hoffman, poi non ci dobbiamo lamentare dell'immenso vuoto che c'è.
Per esempio i titani di jean paul, me lo dovrò leggere in inglese....
C'è qualcosa che non torna in Italia...è incredibile come siamo arretrati intellettualmente, oltre ogni altra cosa ovviamente  :D.

Si! sto leggendo il Kohlhaas di Kleist...un autore della mio periodo liceale, quando senza saperlo la filosofia stava cominciando a lavorarmi sui fianchi e a farmi legggere TUTTI gli autori più sbagliati nel trentennio successivo.

E' inutile piangersi addosso. Apriamo un diario personale delle letture.
In ritardo, ma sempre meglio che la cacca intellettuale dei censori del nostro tempo di post-modernità (il niente).