Citazione di: iano il 04 Aprile 2024, 02:55:42 AMIl principio di indeterminazione dice, fra l'altro, che non c'è un limite teorico alla precisione di una misura, e che il limite quindi è relativo, e dipende solo dalla bontà dello strumento di misura usato, limite che perciò può essere superato con strumenti più performanti attuali o futuri.Sei lontano dal vero. Esistono delle buone divulgazioni a riguardo, se si sta in guardia dalle polemiche dei sostenitori assoluti della Teoria della Relatività. Sono costoro che non intendono il Principio di Indeterminazione per ciò che è, cioè per una affermazione scientifica che afferma che una parte della materia non funziona per nessi causali. Per capire, anziché diventare grandi esperti di fisica, basta ascoltare tutti, non solo gli studiosi di altri settori della fisica che scommettono sui propri dati con prepotenza. Bisogna smascherare i pregiudizi e imparare a raccogliere le informazioni giuste.
Questo te lo dico per certo, mentre il resto che segue è una mia interpretazione, spero prudente.
infatti non dice solo questo, perchè questa è solo la parte facile da capire, ma, guarda caso, non è la parte più interessante.
Ma se su questa parte concordi, cioè se non hai frainteso del tutto il principio come la maggior parte dei non addetti ai lavori, come fai da ciò a derivare che la materia non è del tutto sottoposta al determinismo?
Perchè ammesso che ciò sia pure vero, non è dal principio di indeterminazione che lo si deriva.
Se invece su questa parte non concordi allora mi permetto di dire che non l'hai capito del tutto.
Certo non aiuta il nome del principio, ''indeterminazione''.
Potrebbe aiutare al contrario chiamarlo principio di determinazione.
Esso infatti determina con esattezza quale sia l'errore minimo che farai su una misura in relazione al risultato di una diversa misura fatta a quella in contemporanea, e questo errore non dipende dagli strumenti di misura usati, presenti e futuri.
Non è un principio facile da maneggiare per non addetti ai lavori come noi, quindi dovremmo evitare di trarre facili conclusioni.
Ci sono alcuni ambienti convinti che la scienza sia nient'altro che uno studio di nessi causa-effetto ma ciò si dice eziologia e la eziologia e solo una parte della scienza. Il fatto per esempio che la quantistica possa stabilire soltanto la zona di pertinenza degli elettroni non dipende dal limite dei rilievi ma da un funzionamento acausale della materia stessa, che dunque si comporta alla stregua di un organismo biologico senza essere tale, che cioè è in se stessa caotica ma non del tutto caotica. Se fosse come dicono i negatori, non sarebbe stato mai possibile trarre dalla meccanica quantistica delle applicazioni tecniche.
Il Principio di Indeterminazione è detto così perché è proprio un principio. L'influenza della osservazione sull'osservato non mostra il limite strumentale ma la natura caotica della materia; come se immergendo un bastone in acqua, questa inizi a ribollire per conto proprio impedendo di stabilire il nesso tra l'immersione e lo stato del liquido. Si è scoperto questo tipo di comportamento nella materia scoprendone anche le modalità nella stessa materia. Un lavoro non simile a quello del meteorologo, ma a quello del sismografo.
Bisogna capire che gli ambienti della scienza praticano spesso ostracismi e illazioni e quindi bisogna avvalersi dei resoconti veri distinguendoli dalle interpretazioni di esperti di altri settori. Lo stesso Einstein espresse sovente illazioni sulla meccanica quantistica, ugualmente a quelli che comprendendo i principi delle leve scoperti da Archimede non riuscivano a riconoscere la fisica dinamica iniziata da Galilei... E come molti non credettero alla sfericità del Pianeta Terra, altri non credettero alla esistenza degli scoppi atomici... E molta pubblicità fecero i nemici di Galilei e Newton contro la scienza di costoro, ugualmente altri contro quella di Heisenberg e degli altri con lui.
Mauro Pastore