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Messaggi - myfriend

#466
@Paul11

Siamo in lotta perchè questa è una delle regole "del gioco" della sopravvivenza, prendere energia a scapito di altri, è un ordine della vita, intesa come sopravvivenza.

Questo è vero se ci fermiamo al livello evolutivo precedente all'homo sapiens.
Quando due leoni antagonisti si incontrano sullo stesso territorio, nasce la competizione e la lotta per la supremazia. Il leone che vince si aggiudica il diritto a cacciare nel territorio e a tramandare il proprio patrimonio genetico.
E questo va benissimo se ci fermiamo a livello evolutivo pre-homo sapiens.
Perchè a quel livello di Realtà le regole sono quelle.

L'homo sapiens, che è un livello evolutivo successivo rispetto al leone, ha sicuramente in sè l'elemento "leone". L'elemento "leone" è codificato nei nostri geni ed è presente nel nostro cervello (come anche l'elemento "gazzella").
Questo è vero se guardiamo a come si comportano molti "leoni" travestiti da homo-sapiens.
Tuttavia l'homo sapiens è ed ha qualcosa in più.
Solo che non ne siamo consapevoli.
E non ne siamo consapevoli perchè quel qualcosa in più che noi abbiamo è molto recente. E' comparso nella Realtà appena 200mila anni fa. Sono caratteristiche che devono ancora svilupparsi e maturare.
Contrariamente alla "lotta per le risorse" che è una legge che governa gli esseri viventi da centinaia di milioni di anni (e che è una caratteristica fortemente radicata in noi homo sapiens che siamo il risultato delle centinaia di milioni di anni della storia dell'evoluzione della vita sulla terra), le qualità tipiche dell'homo sapiens sono presenti solo da 200mila anni. Sono ancora "giovani". Hanno bisogno di radicarsi e di svilupparsi nella storia evolutiva.
E quali sono queste nuove qualità apparse con l'homo sapiens e che sono tipiche dell'homo sapiens?

Ce le racconta il maestro Gesù che, mentre ce le racconta, ci sprona affinchè ne diventiamo consapevoli e possiamo coltivarle e incoraggiarle.

[29]
Ma quegli, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è il mio prossimo?». [30]Gesù riprese:
«Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e incappò nei briganti che lo spogliarono, lo percossero e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. [31]Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e quando lo vide passò oltre dall'altra parte. [32]Anche un levita, giunto in quel luogo, lo vide e passò oltre. [33]Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto lo vide e n'ebbe compassione. [34]Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi, caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui. [35]Il giorno seguente, estrasse due denari e li diede all'albergatore, dicendo: Abbi cura di lui e ciò che spenderai in più, te lo rifonderò al mio ritorno. [36]Chi di questi tre ti sembra sia stato il prossimo di colui che è incappato nei briganti?». [37]Quegli rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Và e anche tu fà lo stesso».


Con l'homo sapiens è apparsa nella Realtà una forma di energia che per milioni di anni era rimasta latente. Questa forma di energia che solo noi abbiamo (insieme alla nostra natura di leone e di gazzella) è la nostra novità.
E' la "compassione" e "l'amore".
Il percorso spirituale consiste nel renderci consapevoli di questo.
Nel renderci consapevoli di chi siamo realmente.

Ma nessun percorso spirituale è possibile se non c'è il "risveglio". E nessun risveglio è possibile se, invece di farci delle domande, mettiamo la testa sotto la sabbia e continuiamo a farci guidare unicamente dalla nostra natura di leone o di gazzella.
O, se preferisci, di scimmia. Con tutte le "fedi" che una scimmia può avere.
#467
Citazione di: Freedom il 06 Aprile 2017, 14:31:19 PM
Citazione di: myfriend il 06 Aprile 2017, 12:25:58 PM
E' del tutto irrilevante se la realtà non è quella percepita con i nostri sensi. Quello che conta sono gli effetti cioè come interagiamo con quello che percepiamo.

Ahahahahah  :D
Ma come interagiamo con la Realtà dipende ed è dettato dalle nostre fedi. E le nostre fedi nascono proprio da come noi percepiamo la Realtà.
E' per questo che come percepiamo la Realtà diventa fondamentale per una corretta interazione con la Realtà e nella Realtà.

E' una cosa talmente elementare che chiunque lo voglia è in grado di comprendere.  :D
Quota tutto amico mio:
In altre parole se stai guidando uno scooter e cadi quello che conta sono le conseguenze della caduta.
Come rispondi a questa obiezione?
Caro freedom,
se uno cade dallo scooter è molto probabile che il suo corpo venga danneggiato e che provi dolore. Questo è un fatto. E il dolore è l'effetto reale di questo fatto.

Ma poi, oltre all'effetto reale, c'è anche come noi interagiamo con questo fatto.
C'è chi considera questo fatto come una punizione divina e si chiederà dove e quando ha peccato. O si arrabbierà con dio perchè lo ha punito.
C'è chi considera questo fatto opera di satana.
C'è chi considera questo fatto un episodio del tutto casuale e accidentale, cose che capitano perchè la vita è governata dal caso e non si può farci nulla.
C'è chi considera questo fatto un danno al proprio IO e comincerà a odiare chi lo ha fatto cadere.
C'è chi considera questo fatto del tutto normale perchè questa vita è "una valle di lacrime".
C'è chi considera questo fatto colpa sua.
C'è chi considera questo fatto colpa del mondo e di chi ha fatto le strade in modo pessimo.
C'è chi considera questo fatto colpa del destino.
C'è chi considera questo fatto una conseguenza di un malocchio.
C'è chi considera questo fatto semplice sfortuna che in qualche modo si è attirata addosso.
C'è chi considera quel fatto e quel dolore una illusione che in realtà non esiste.

Come vedi, il modo in cui interagiamo con questo fatto dipende dalle "fedi" che la nostra mente ha costruito. Sono le nostre fedi che determinano il modo con il quale noi interagiamo con i fatti e il modo con il quale noi "leggiamo" i fatti.
E questo avviene per tutte le cose.
Noi non siamo come tutti gli altri animali che si limitano ad agire seguendo l'istinto collettivo della propria specie (Una gazzella quando vede un leone fugge; non pensa come "leggere" quella situazione e quale opzione scegliere. Un leone, quando vede una gazzella, attacca; non pensa come "leggere" quella situazione e quale opzione scegliere).
Noi, al contrario degli altri animali, abbiamo l'EGO, cioè la proiezione mentale del nostro IO.
E la proiezione mentale del nostro IO è fatto dalle nostre fedi.
Ed è in base alle nostre fedi che noi "leggiamo" i fatti, interagiamo con i fatti e decidiamo come porci di fronte ai fatti e come agire di conseguenza.
Per cui la nostra mente interagisce con i fatti attingendo alle fedi che ha costruito.
La nostra mente e le nostre fedi sono il filtro attraverso il quale noi "leggiamo" la realtà e interagiamo con essa.

Il punto è che esiste un modo di interagire con la Realtà non attraverso una fede - qualunque essa sia - ma attraverso l'interazione con la Realtà per ciò che essa effettivamente è. E questo lo possiamo scoprire solo andando oltre qualunque fede e cercando di comprendere la Realtà per ciò che essa è. Solo quando ho compreso cosa la Realtà è, sarò in grado di interagire con essa nel modo più naturale e corretto.
Questo è, in sintesi, il succo del cammino spirituale.

Superando e trascendendo l'EGO si può percepire che cos'è la vera Realtà e si può interagire con essa nel modo corretto. Perchè l'EGO, con le fedi che ha costruito, è qualcosa che distorce il nostro rapporto con la vera Realtà. E' un filtro creato dalla nostra mente che ci impedisce di vedere la Realtà per quello che effettivamente è e ci impedisce di interagire con essa in modo corretto.
C'è una storia a questo proposito.

Un giorno un maestro sufi passeggiava per la strada con i suoi discepoli. Giunti nella piazza della città, videro che infuriava una battaglia tra le truppe governative e le forze dei ribelli. Inorriditi dallo spargimento di sangue, gli studenti implorarono il maestro: "Presto, dicci a quale fazione dobbiamo andare in aiuto".
"A entrambe", rispose il maestro.
Gli studenti rimasero confusi.
"A entrambe?" domandarono. "Perchè dovremmo aiutarle entrambe?"
"Bisogna aiutare le autorità a imparare ad ascoltare le aspirazioni della gente", rispose il maestro, "e bisogna aiutare i ribelli a imparare a non rifiutare per partito preso l'autorità."

E' molto più facile vivere seguendo una "fede", come vorrebbero i discepoli del maestro. Le risposte sono già tutte pronte.
Il maestro, però, sa bene che le fedi sono sempre tutte sbagliate. E sono causa di ulteriori conflitti e ulteriori sofferenze.
Il corretto modo di interagire con la Realtà, si trova solo oltre l'EGO e le fedi che l'ego ha costruito.

Abbiamo un esempio di questo anche attingendo alla figura del maestro Gesù:

[9]Allontanatosi di là, andò nella loro sinagoga. [10]Ed ecco, c'era un uomo che aveva una mano inaridita, ed essi chiesero a Gesù: «E' permesso curare di sabato?». Dicevano ciò per accusarlo. [11]Ed egli disse loro: «Chi tra voi, avendo una pecora, se questa gli cade di sabato in una fossa, non l'afferra e la tira fuori? [12]Ora, quanto è più prezioso un uomo di una pecora! Perciò è permesso fare del bene anche di sabato». [13]E rivolto all'uomo, gli disse: «Stendi la mano». Egli la stese, e quella ritornò sana come l'altra. [14]I farisei però, usciti, tennero consiglio contro di lui per toglierlo di mezzo.

Sono ormai tanti i maestri che cercano di risvegliarci. In tutte le epoche.
Forse è ora davvero che cominciamo a risvegliarci.

#468
E' del tutto irrilevante se la realtà non è quella percepita con i nostri sensi. Quello che conta sono gli effetti cioè come interagiamo con quello che percepiamo.

Ahahahahah  :D
Ma come interagiamo con la Realtà dipende ed è dettato dalle nostre fedi. E le nostre fedi nascono proprio da come noi percepiamo la Realtà.
E' per questo che come percepiamo la Realtà diventa fondamentale per una corretta interazione con la Realtà e nella Realtà.

E' una cosa talmente elementare che chiunque lo voglia è in grado di comprendere.  :D
#469
Sono lieta di apprendere cosa significhi per la scienza ( o ma te parli a nome della scienza? @.@) consacrarsi alla verità, pur relegandomi a un margine di dubbio che la verità sia riducibile a "descrizione", non intendo avvalermi di abiti mentali altrui..

La verità non è riducibile alla "descrizione". Semplicemente la "descrizione" è l'ambito in cui opera la scienza che si è consacrata alla verità.
Detto questo, è ovvio che la verità è molto di più della semplice "descrizione" della Realtà che fa la scienza.
Faccio un esempio.
La scienza ci dice che ciò che vediamo con gli occhi non è la Realtà, ma è solo una immagine costruita dal nostro cervello elaborando la luce che si riflette sugli oggetti.
Questa "descrizione" della Realtà è una verità alla quale è giunta la scienza, poichè la scienza si è consacrata alla verità.
Ma non è tutta la verità.
E' solo il punto di partenza.
Ecco...possiamo dire che la scienza è un ottimo punto di partenza nella ricerca della verità.

Una volta che acquisisco la consapevolezza - a cui mi ha portato la scienza - che la "realtà" che vedo con gli occhi non è la "Realtà" vera, inizia il vero lavoro di ricerca della verità.
Inizio a chiedermi: ma, allora, la vera Realtà che cos'è e come è fatta? E io chi sono in Realtà? E perchè viviamo in un corpo che ci fa percepire una "simulazione" della vera Realtà?
E' facendosi queste domande che si sviluppa il percorso di crescita spirituale.
La scienza ci può aiutare in questo cammino, proprio perchè si è consacrata alla verità. Tuttavia, le risposte a quelle domande vanno ben oltre la semplice "descrizione" della Realtà che ci dà la scienza.
Per rispondere in modo profondo a quelle domande, oltre a comprendere "come" funziona la Realtà (e questo ce lo dice la scienza), dobbiamo anche indagare il "perchè" la Realtà è così (e qui la scienza non ci può aiutare); inoltre dobbiamo indagare anche il campo del "senso". E, il campo del "senso" è oltre i limiti della scienza.
La verità è data dal "come", dal "perchè" e dal "senso".
Quindi, la scienza ci dice il "come è". Ma noi dobbiamo anche indagare il "perchè è così" e "che senso ha che sia così"; e in questo la scienza non ci può aiutare.

Ora....solo uno che si è "risvegliato" può cogliere la portata rivoluzionaria della scoperta fatta dalla scienza che ciò che vediamo con gli occhi non è la vera Realtà. Ma è solo una "simulazione" della Realtà.
Chi non si è ancora risvegliato vive nel sonno profondo di ritenere Reale ciò che guarda con gli occhi.
E ci sono persone che vivono nel sonno profondo per tutta la vita. E sono contente di dormire. E pensano pure di essere sveglie e furbe.  :D
A me, detto con tutta umiltà, francamente fanno ridere.  :D

La cosa tragica è che prima di "risvegliarsi", le persone pensano di essere già "sveglie". E' questo il più tragico inganno delle mente, che vuole tenerci nel sonno profondo dandoci l'impressione di essere svegli.

In queste due clip è sintentizzato il cammino spirituale che ciascuno può fare, se vuole.
Ed è anche mostrata la drammatica resistenza della mente che si rifiuta in tutti i modi di "risvegliarsi" e non vuole assolutamente intraprendere il cammino che porta alla Consapevolezza. La mente si crogiola nel sonno delle fedi che ha creato e con le quali ci tiene ben addormentati.
E non c'è fede più difficile da vedere e difficile da superare di quella creata dal nostro cervello e dalla nostra mente che ci fa credere che sia Reale ciò che vediamo con gli occhi e che percepiamo con i sensi (e cioè che noi siamo corpi distinti e separati nello spazio). Questa è sicuramente la fede più difficile da scalfire e da superare. E' il primo grande ostacolo nel cammino di crescita spirituale.

https://www.youtube.com/watch?v=o_wD2G60iV8

https://www.youtube.com/watch?v=VrEpjs1cwqI


Cosa e come pensa un risvegliato?
Ce lo dice Einstein.

#470
Tematiche Filosofiche / Re:NAVIGARE NEL TEMPO
06 Aprile 2017, 11:02:22 AM
Citazione di: acquario69 il 06 Aprile 2017, 06:50:37 AM
Citazione di: myfriend il 05 Aprile 2017, 15:52:05 PM
Mi chiedo come si possa viaggiare nel tempo, visto che il tempo non esiste.
Il tempo è una "illusione" creata dalla nostra mente.
Non esiste il tempo come dimensione fisica.
Poichè, nella Realtà, esiste solo l'istante presente

In effetti siamo noi a percepire il tempo che passa, ma, non trovando altre espressioni ,diciamo che la realtà e' simultanea...e almeno in teoria,potremmo essere in qualsiasi "punto" dello spazio-tempo.

ce' un racconto - qui sotto -  (che almeno secondo alcune testimonianze sarebbe accaduto) che descriverebbe quest'ipotesi...
Vabbè....il racconto da te citato è puro intrattenimento.
Io vivo vicino al luogo della famosa battaglia di Magenta. E ti posso assicurare che non sento colpi di cannone.  :D
#471
Citazione di: Lou il 05 Aprile 2017, 18:19:04 PM
Citazione di: myfriend il 05 Aprile 2017, 18:13:31 PM
Citazione di: Lou il 05 Aprile 2017, 18:01:24 PM
@Phil
"le interpretazioni possibili sono spesso molteplici, anche di fronte allo stesso evento.."
Basta pensare a un albero che cade (esemplifico grossolanamente): l'evento é lo stesso per un ambientalista, per un commerciante di legname, per un falegname, per un fisico, per un postmodernista e per uno scoiattolo che ci abita(va) ( sempre a titolo di esempio ) e provare a dire cosa vedono.
Peccato che la scienza non "interpreta".
La scienza "descrive" oggettivamente un fenomeno.
E, da un punto di vista scientifico, un albero che cade viene descritto in un solo modo. Quello attinente alla Realtà.  :D
Peccato che la scienza non sia esente d'intenzionare lo sguardo, trattasi di intenzione al consacrarsi alla verità - a detta tua cherì. ;)
Consacrarsi alla verità, per la scienza, significa descrivere la Realtà per ciò che essa oggettivamente è.
Applicando un metodo rigoroso che serve proprio a smascherare tutto ciò che è pura e semplice "interpretazione".
E' per questo che gli scienziati non fanno "interpretazioni" della Realtà. Ma solo "descrizioni". Cherì.  :D
#472
Citazione di: Lou il 05 Aprile 2017, 18:01:24 PM
@Phil
"le interpretazioni possibili sono spesso molteplici, anche di fronte allo stesso evento.."
Basta pensare a un albero che cade (esemplifico grossolanamente): l'evento é lo stesso per un ambientalista, per un commerciante di legname, per un falegname, per un fisico, per un postmodernista e per uno scoiattolo che ci abita(va) ( sempre a titolo di esempio ) e provare a dire cosa vedono.
Peccato che la scienza non "interpreta".
La scienza "descrive" oggettivamente un fenomeno.
E, da un punto di vista scientifico, un albero che cade viene descritto in un solo modo. Quello attinente alla Realtà.  :D
#473
@Phil

Il tuo è un errore. E pure grossolano.
Non sappiamo cosa sia realmente l'energia.
Ma sappiamo che ciò che abbiamo definito "materia" è ciò che abbiamo definito "energia" esistono e sono oggettivamente Reali.
E sai perchè lo sappiamo?
Perchè esiste la tecnologia che è scienza applicata.
E applicando la legge E=M*C^2, sono state costruite le bombe atomiche e le centrali elettronucleari, che funzionano proprio grazie al principio che "la materia si tramuta in energia".

Inoltre sappiamo che il Primo principio della Termodinamica descrive correttamente la Realtà.
E' proprio grazie a questo principio che funzionano le centrali elettriche che trasformano energia cinetica in energia elettrica.

Come vedi la scienza descrive oggettivamente la Realtà.
Perchè sulle descrizioni della scienza abbiamo realizzato la tecnologia.
E la tecnologia funziona proprio perchè la descrizione che la scienza fa della Realtà è corretta e oggettiva.  :D

E sulle descrizioni scientifiche che gli psicologi danno della nostra psiche, vengono realizzate le terapie che guariscono oggettivamente le persone. Ed esistendo una terapia che si basa su una descrizione scientifica, ed essendo quella terapia corretta perchè guarisce effettivamente una persona dai suoi disturbi di comportamento, si deduce che la visione scientifica della psicologia è corretta. Se non fosse corretta, infatti, non ci sarebbe guarigione.

Relativizzare tutto è un vecchio inganno e un vecchio stratagemma della mente per voler nascondere la testa sotto la sabbia e non voler affrontare la Realtà.
Il trucchetto del relativismo è stato ormai smascherato da tempo.  :D

Certo...un domani potremo capire "cos'è" l'energia.
Ma non scoprire che esiste.
Perchè il fatto che esista e il fatto che la "materia" è "energia" lo abbiamo già scoperto.  :D
#474
Che cos'è la fede ce lo ha detto lo stesso Paolo: credere in Gesù, nella sua morte e risurrezione. Perchè è solo con la fede in Gesù che si diventa "giusti" davanti a dio e si viene "salvati" dal peccato e da satana e dall'ira di dio nel Giudizio finale. Solo avendo fede in Gesù si potrà essere salvati dal Giudizio di dio e si potrà entrare nel Regno instaurato da Gesù.

Il piccolo problema è che secondo Paolo, che aveva inventato questa idea o questa teologia, il ritorno di Gesù e il Giudizio di dio sarebbero dovuti avvenire nel I secolo, quando lui era ancora in vita (vedi Prima lettera ai Tessalonicesi). Ma tutto ciò non si verificò.

Quindi, tutta la visione teologica di Paolo, compreso il significato di "fede", la possiamo tranquillamente buttare nel cesso.
La visione teologica di Paolo fu un clamoroso errore di interpretazione.
E furono un errore anche i vangeli che vennero scritti dopo che Paolo era morto e che si basavano sulla stessa teologia di Paolo.

Fu tutto un clamoroso errore. Tutto. Il peccato, satana, il giudizio, la salvezza, la fede, il regno, il ritorno di Gesù etc etc.
Tutta la teologia di Paolo fu un errore.

E' bene che tu lo sappia. Stai credendo ad un ERRORE.
Povero te.  ;)
#475
Citazione di: giona2068 il 05 Aprile 2017, 16:13:02 PM
Citazione di: myfriend il 05 Aprile 2017, 14:16:07 PM
Ecco che compare il Poliziotto dei Cieli.  :D

Sei proprio la conferma che ogni "fede" nasce dalla non volontà di diventare adulti.
E' l'ostinazione a voler rimanere nel grembo materno.
Aimè ho una triste notizia da darti: non possiamo tornare nel grembo materno nè rimanerci.
Tranquillo...non devi abbandonare la tua fede.
Se ti fa sentire al sicuro e protetto ben venga.

 Risposta di Giona2068

E' inutile parlare con te, ma benedetto perché parli di fede se non se  sai in cosa consista quella nel Signore Dio per  non averla  sperimentata e finisci per assimilarla alla fede nelle cose che conosci?
Concediti almeno il beneficio del dubbio!


Conosco benissimo la "tua" fede.
E so altrettanto bene che si basa su una idea di Paolo.
Secondo Paolo (e secondo gli evangelisti che hanno copiato la stessa teologia di Paolo) Gesù era il Messia-apocalittico che sarebbe presto (presto nel I secolo) tornato nel mondo per Giudicare i vivi e i morti e per sconfiggere satana e le forze del male e instaurare il Regno di dio.
Beh...mi spiace dirtelo, ma l'idea di Paolo era sbagliata. Il ritorno di Gesù e il Giudizio, che Paolo riteneva imminenti nel I secolo, non si verificarono. Sono infatti passati ben XX secoli.  :D

L'idea di Paolo era quindi sbagliata. E sbagliata era la sua fede.
Era sbagliata l'interpretazione che Paolo diede della figura del Gesù storico e della sua missione.
Era sbagliata tutta la teologia paolina, che era basata sul ritorno imminente di Gesù.
E quindi puoi tranquillamente abbandonare la tua fede, che è sbagliata, e puoi dedicarti a qualcos'altro di più interessante.  ;)
#476
@Phil

Caro Phil....stai fuggendo.

L'energia non esiste? Questa è bella.  :D
Non sappiamo cosa sia. Ma esiste. Eccome se esiste.
Abbiamo dato il nome "energia" a qualcosa che possiamo vedere e misurare. Anche se non sappiamo dire cosa sia.
Ma esiste. Eccome se esiste.
E dire che non esiste è un autoinganno della mente.

E=M*C^2 è la Realtà.
Poichè nelle reazioni nucleari, la materia che si perde diventa energia.
E quella legge matematica descrive proprio questa Realtà.

Voler relativizzare tutto è una tecnica di fuga adottata dalla mente. Che si crede pure furba.  :D
La grandezza della scienza è che inchioda la mente ai suoi autoinganni e le impedisce di fuggire nei suoi voli pindarici.
Voli pindarici di cui la "filosofia" è maestra.

La scienza descrive oggettivamente ciò che è.
Ed è del tutto assimilabile al "pugno in faccia" sferrato dal maestro Zen.
E di fronte alla scienza la mente scalcia, perchè sa benissimo che non può ricorrere ai suoi trucchetti per ingannare e autoingannarsi.

In ogni caso, puoi credere a ciò che vuoi.
Per me puoi anche credere che la terra è piatta e che l'universo giri attorno alla terra.
La scienza è lo strumento che usa chi si è "consacrato alla verità".
Chi non si è consacrato alla verità ha fatto una scelta precisa.
Buon per lui.
A me non viene in tasca niente nè in un caso nè nell'altro.

Chi è pronto per cogliere questi suggerimenti certamente non se li lascerà sfuggire.
Chi non è ancora pronto, può tranquillamente continuare a dedicarsi alle sue religioni e alla sua filosofia. Qui perde solo tempo.  :D
#477
Tematiche Filosofiche / Re:NAVIGARE NEL TEMPO
05 Aprile 2017, 15:52:05 PM
Mi chiedo come si possa viaggiare nel tempo, visto che il tempo non esiste.
Il tempo è una "illusione" creata dalla nostra mente.
Non esiste il tempo come dimensione fisica.
Poichè, nella Realtà, esiste solo l'istante presente (come tu stesso hai giustamente detto).

E se la Realtà è solo l'istante presente e quindi il passato (che non esiste più) e il futuro (che non esiste ancora) non esistono, come si può viaggiare in una dimensione (passato o futuro) che nella Realtà non esiste?  :D
Come posso viaggiare e arrivare a un punto del passato o del futuro, che nella Realtà non esiste?
Come posso andare (o tornare) in un luogo che nella Realtà non esiste?  :D

Se faccio un viaggio, vado da un punto A a un punto B.
Esiste solo il punto A (il momento presente). Il punto B (passato o futuro) non esiste.
E, quindi, non esistendo il punto di arrivo (B) è impossibile fare qualunque viaggio.
O meglio...qualunque viaggio io faccia rimango sempre nel momento presente, cioè in A.
Elementare Watson.  :D
#478
La scienza non è una fede.
La scienza è uno strumento di indagine della Realtà e di comprensione della Realtà.
E la scienza è uno strumento assolutamente indispensabile.
Perchè la "consacrazione alla verità" è il metodo insostituibile di qualunque percorso spirituale.

Piccolo koan Zen:
"Un sacerdote, incontrò un giorno, un maestro zen, e, volendo metterlo in imbarazzo, gli domandò "Senza parole e senza silenzio, sai dirmi che cos'è la realtà?". Il maestro gli diede un pugno in faccia."

La scienza, spesso, è un pugno in faccia. Quello che scopriamo grazie alla scienza è, spesso, shockkante come un pugno in faccia.
Ma qualunque percorso spirituale non può prescindere dalla Realtà. E la scienza è l'unico strumento che abbiamo per indagare la Realtà.
Non fede. Ma strumento. La scienza è come una torcia che ci fa luce nell'insidioso cammino nella Realtà.
E ci fa luce proprio perchè ci aiuta a scoprire gli inganni e gli autoinganni della mente.  ;)
#479
La resistenza al cambiamento

Quando fummo banditi dal Paradiso, fu per sempre. Non potremo mai tornare nell'Eden. Se ricordate la storia, la strada ci è sbarrata da cherubini e da una spada fiammeggiante.
Non possiamo tornare indietro. Possiamo solo andare avanti.
Tornare nell'Eden sarebbe come voler provare a tornare nell'utero materno, all'infanzia. Dato che non possiamo tornare nell'utero o all'infanzia, dobbiamo crescere. Possiamo solo andare avanti attraversando il deserto della vita, percorrendo dolorosamente un terreno arido e spoglio verso livelli di consapevolezza sempre più profondi.
Si tratta di una verità estremamente importante perchè una gran quantità di psicopatologie umane, tra cui l'abuso di droghe, nasce dal tentativo di tornare nell'Eden.
La senilità non è solo una malattia biologica. Può anche essere una manifestazione o un rifiuto a crescere, un disturbo psicologico che può essere prevenuto da chi opta per un modello di vita ispirato a una crescita psicospirituale che abbraccia l'intera esistenza. Chi precocemente smette di imparare e di crescere, chi smette di cambiare e si irrigidisce, spesso scivola in quel che si può definire una "seconda infanzia". Diventa lagnoso, esigente ed egocentrico. Ma non perchè sia entrato in una seconda infanzia. In realtà non ha mai lasciato la prima e il "travestimento" dell'età adulta si assottiglia, rivelando il bimbo emotivo che si nasconde sotto di esso.
Non possiamo proprio tornare nell'Eden. Dobbiamo andare avanti attraverso il deserto.
Ma il viaggio è arduo e l'autocoscienza provoca spesso dolore. E così la maggior parte della gente interrompe il viaggio appena può.
Trova quel che all'apparenza è un luogo sicuro, si seppellisce nella sabbia e resta lì invece di continuare il viaggio attraverso il deserto impervio, con i suoi cactus, le spine e le rocce taglienti.

La resistenza al cambiamento e alla crescita può assumere varie forme.
Queste sono le forme più comuni di Giardino dell'Eden e di grembo materno nei quali si rifugia chi resiste ostinatamente al cambiamento che la crescita richiede. Queste sono le forme più comuni di buche dove si seppelliscono coloro che rifiutano il faticoso viaggio nel deserto della vita.



Dipendenza da alcol e droghe

Tra le forme più diffuse di "resistenza al cambiamento e alla crescita" ci sono l'alcol e le droghe. Non per niente alcol e droghe attecchiscono maggiormente nell'età adolescenziale, quando la tentazione di "fuga all'indietro" verso la calda e comoda sicurezza dell'infanzia è fortissima.
Penso che chi diventa schiavo dell'alcol e delle droghe voglia più di altri tornare in un certo senso all'Eden - tornare al Paradiso e alla calda e comoda sicurezza dell'utero materno. Cerca disperatamente di riguadagnare quel caldo e piacevole senso di fusione col resto della natura di cui godevamo nel Giardino dell'Eden o nell'utero materno. Per questo motivo il figlio di Kurt Vonnegut, Mark, scrivendo della propria malattia mentale e dell'abuso di droga, ha voluto intitolare il suo libro Espresso per l'Eden.
Ma naturalmente non si può tornare all'Eden. Si può solo andare avanti attraverso il doloroso deserto. L'unica strada per tornare a casa è quella più impervia. Ma i dipendenti da alcol e droghe, che sentono una potentissima brama di tornare a casa, prendono la strada sbagliata - tornano indietro invece di andare avanti.


L'illusione dell'amore romantico

Il grande ideale di amore romantico è un'altra manifestazione della "resistenza al cambiamento e alla crescita". Questo ideale - o questa "fede" - crede che sia possibile per Cenerentola cavalcare col principe verso un tramonto di orgasmi infiniti. E' una illusione. Uno dei maggiori problemi dell'illusione dell'amore romantico è che è una "fuga all'indietro", un ritorno al giardino dell'Eden. Un ritorno alla calda e comoda sicurezza dell'utero materno.
Quel che facciamo è guardare all'amante come a un dio. Cerchiamo nell'amante colui o colei che possa soddisfare tutti i nostri bisogni e tutte le nostre aspirazioni. E, soprattutto, al bisogno e all'aspirazione di riportarci a un durevole Paradiso in terra. Di riportarci a quel giardino dell'Eden primordiale dal quale non vogliamo staccarci. Di riportarci all'età dell'infanzia e a quel caldo e piacevole senso di fusione col resto della natura di cui godevamo nel Giardino dell'Eden o nell'utero materno.
E funziona. Esattamente come funzionano le droghe. Ma una volta esaurito l'effetto della "droga", si cerca un nuovo innamoramento per tornare ad assaporare quella calda sensazione, in un ciclo interminabile di "innamoramenti" in cui si torna sempre indietro e non si va mai avanti.


Il narcisismo individualista

Anche il narcisismo individualista è una forma di "resistenza al cambiamento e alla crescita". E' una "fede" che si sviluppa in tenerissima età ed è una delle "fedi" più difficili da superare. E' la sindrome da fantasia del Principe o della Principessa.
Per spiegare come si sviluppi una fantasia del genere, devo darvi a grandi linee un'idea di quella che è la psicologia infantile. Durante il primo anno di vita, il bambino, per quel che siamo riusciti a capire, giunge a individuare quelli che vengono definiti i confini del proprio io. Prima di quel momento non riesce a riconoscere la differenza tra la propria mano e quella della mamma; per esempio, se il bambino ha mal di pancia crede che la mamma abbia il mal di pancia e che tutto il mondo lo abbia a sua volta. Nel secondo anno impara i suoi confini fisici, ma non quelli del suo potere, e così continua a credere di essere al centro dell'universo in cui genitori, fratelli, animali domestici etc sono solo servi al comando di Sua Maestà.

Poi durante il terribile secondo anno, mamma e papà cominciano a dirgli: "No, no, Johnny, non puoi fare questo. Non puoi fare neppure quello. No. No. Ti vogliamo tanto bene e sei tanto importante per noi ma quello non lo puoi proprio fare. Non comandi tu.". Così nel giro di un anno il bambino viene declassato da generale a quattro stelle a soldato semplice. Non c'è da meravigliarsi che viva un periodo di depressione, di scenate e di capricci che caratterizzano il terribile secondo anno.
Tuttavia, se i genitori sanno essere teneri col bambino e lo sostengono il più possibile in quel difficile periodo, una volta superati i due anni, avrà compiuto il primo passo da gigante per liberarsi del prorpio narcisismo. Sfortunatamente le cose non vanno sempre così. A volte i genitori non sono teneri e non sostengono il bambino in questa fase di necessarie umiliazioni, ma aggravano invece la stessa umiliazione.
O, al contrario, permettono al bambino ogni cosa e lasciano che il bambino continui imperterrito a cullarsi e a bearsi del proprio narcisismo (i bambini cosiddetti "viziati").

Come escono questi bambini da questo periodo delicato? I bambini si aggrappano al proprio narcisismo e alla propria onnipotenza infantile invece di liberarsene. Il meccanismo descritto è così particolare che noi psichiatri lo abbiamo definito "romanzo familiare".
Quel che fanno questi bambini è dire a se stessi: "Queste persone che dicono di essere i miei genitori in realtà non lo sono. In verità sono la figlia/o del re e della regina, una bambina/o di sangue reale, una principessa, un principe, e un giorno tutti sapranno chi sono. E allora riprenderò il posto che mi spetta."
Si tratta di una fantasia molto consolatoria che aiuta questi bambini a superare le umiliazioni, solo che quando diventano adulti - e allora la fantasia è molto più inconscia - nessuno viene a condurli dal re e dalla regina, nessuno li riconosce per quelli che credono di essere. E così diventano depressi. E reagiscono alla depressione continuando a reiterare e rafforzare lo stesso schema. L'unica differenza è che, nello schema, sostituiscono il "principe/principessa" con la figura di "dio" o di "messia". Cioè elevano se stessi a "dio" o a messia".


E' con questa "fede" che tali bambini entrano nell'età adulta. Ed è con questa fede sviluppata nell'età infanitle che molti adulti vivono interamente la propria vita: bambini emotivi che si credono di essere Principi o Principesse. E poi, una volta adulti, "dio" o "messia".


Le religioni istituzionalizzate

Un'altra forma di "resistenza al cambiamento e alla crescita" sono le religioni istituzionalizzate. O i guru. O qualunque organizzazione che abbia una rigida e strutturata visione della vita. Una "fede" dogmatica rigidamente strutturata.

I bambini che hanno vissuto un rapporto in generale sereno con la propria famiglia di origine, maturano la "fede" che la visione della vita trasmessa loro dai genitori sia la "visione corretta". Per un bambino, infatti, i genitori non sono solo i genitori. Ma sono il mondo. I genitori sono "dio".

Una volta entrati nella preadolescenza e, poi, nell'adolescenza, se per qualche ragione non esplode la "ribellione adolescenziale" che porta il bambino ad abbandonare la sua condizione di "figlio" e a strutturarsi autonomamente, tali bambini saranno portati a sostituire le figure dei genitori con un altra entità "superiore" che continui a svolgere per loro la stessa funzione che hanno avuto padre e madre: dargli una visione della vita, dargli una "fede" in cui credere.
E' in questo momento che le religioni istituzionalizzate - o qualunque altro guru o gruppo - prendono il posto dei genitori. E quel bambino acquisisce una nuova visione della vita e una nuova "fede"; quella del gruppo o della chiesa che il bambino ha utilizzato per sostituire la figura paterna e materna.
In questo modo il bambino continua a reiterare lo schema che ha apppreso nella propria famiglia: "i miei genitori mi hanno dato una visione della vita. La chiesa sono i miei nuovi genitori. La visione della vita della chiesa è la mia nuova visione dell vita."
Con questa "fede" questi bambini entrano nell'età adulta, senza però aver mai abbandonato la loro condizione di "figli". Senza mai aver differenziato se stessi dalla loro condizione di "figli". Rimangono nel caldo e confortante giardino dell'Eden del loro periodo infantile. Rimangono nel caldo e confortante utero materno.


Tutti questi schemi di "resistenza al cambiamento e alla crescita" non sono fra loro mutualmente esclusivi. Spesso si mischiano e si sovrappongono gli uni sugli altri, generando la proiezione mentale del nostro IO e le fedi con le quali entriamo nell'età adulta.
Sono mappe scadute attraverso le quali vediamo il nostro IO, il mondo esterno e la nostra relazione con il mondo. Mappe scadute fabbricate dalla nostra mente e che la nostra mente ci ha fatto indossare come un abito. Un abito che, per crescere, deve essere affrontato, elaborato e superato.

(M. Scott Peck, psicologo e psichiatra)
#480
Ecco che compare il Poliziotto dei Cieli.  :D

Sei proprio la conferma che ogni "fede" nasce dalla non volontà di diventare adulti.
E' l'ostinazione a voler rimanere nel grembo materno.
Aimè ho una triste notizia da darti: non possiamo tornare nel grembo materno nè rimanerci.
Tranquillo...non devi abbandonare la tua fede.
Se ti fa sentire al sicuro e protetto ben venga.