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Messaggi - Eutidemo

#4651
Attualità / Re:L'aereo ucraino abbattuto in Iran
14 Gennaio 2020, 07:29:54 AM
Ciao Inverno. :)
Sono d'accordo anche io circa l'ipotesi che Trump possa aver dato inizio alla crisi per distrarre la massa dei suoi elettori dall'impeachment.
Quello a cui non avevo assolutamente fatto caso, come invece molto acutamente hai fatto tu, è che ai fini dell'impeachment Trump è stato coinvolto per la telefonata del 25 luglio scorso al presidente ucraino Volodymyr Zelensky, per fare illecite pressioni su di lui!
Anche io, però, dubito che ci sia un nesso, perchè, effettivamente, mi sembra un po' eccessivo arrivare a congetturare che l'abbattimento dell'aereo ucraino, provocato indirettamente da una presunta interferenza elettronica USA con il sistema di rilevamento radar e IFF iraniano (ammesso che ci sia stata), possa addirittura configurare un "avviso trasversale" di Trump a Volodymyr Zelensky.
Un saluto! :)
#4652
Attualità / Re:L'aereo ucraino abbattuto in Iran
13 Gennaio 2020, 16:18:36 PM
Citazione di: Jacopus il 13 Gennaio 2020, 15:38:11 PM
Eutidemo. Quando ti leggerò discettare sui pittori del gotico fiammeggiante, potrò finalmente essere certo della tua identità: la reincarnazione di Pico della Mirandola. A parte gli scherzi.
Se la tua ipotesi fosse vera, perché gli Usa avrebbero scelto un aereo ucraino? Avrebbero fatto molto più danno nello scegliere un aereo turco o egiziano o russo.

Hai ragione! :)
Ma a parte il fatto che la mia è solo una congettura molto ipotetica, ammesso pure che corrisponda alla realtà, penso che gli USA, semmai, volessero indirettamente provocare un danno del genere con qualsiasi aereo capitasse a tiro, ma non in particolare con l'aereo ucraino.
Il prossimo topic lo aprirò sui pittori fiamminghi, perchè quelli gotici non li conosco molto bene! :D
#4653
Attualità / L'aereo ucraino abbattuto in Iran
13 Gennaio 2020, 15:08:07 PM
L'unica volta che ebbi modo di vedere come funziona una postazione contraerea, fu assistendo ad una simulazione antiaerea nell'aeroporto di Pratica di mare, nell'agosto del 1977 (avevo 26 anni); quindi, si tratta di vera e propria "preistoria"!
Non sono quindi certamente in grado di capire cosa sia "effettivamente" successo in IRAN la settimana scorsa, quando la contraerea iraniana ha abbattuto, per errore, un aereo di linea ucraino.

***
L'unica cosa che, invece, "credo" di capire, è che, nel "resoconto" ufficiale iraniano c'è qualcosa che non mi convince del tutto.

***
Ed infatti, nel "comunicato militare" iraniano, emanato dal generale iraniano delle forze aeree, Amirali Hajizadeh, testualmente si legge:
"Mercoledì poco dopo l'attacco alle basi militari statunitensi in Iraq , il sistema di difesa aerea è stato messo in allerta per contrastare ogni possibile ritorsione degli americani, poiché alcune osservazioni avevano indicato movimenti aerei statunitensi verso siti strategici iraniani". Secondo le Forze armate iraniane, l'aereo ucraino avrebbe iniziato a volare vicino a un centro militare, e sarebbe quindi stato erroneamente identificato come bersaglio nemico, per cui, sulla base di un errore umano involontario è stato preso di mira dal sistema di difesa aerea.  
Testualmente, viene infatti riferito che "Un soldato ha agito in maniera indipendente, sparando un missile senza averne avuto ordine, a causa di un intoppo nelle comunicazioni". 
Viene inoltre riferito che: "... l'azione è partita da una base di difesa aerea nei pressi di Bidganeh, a ovest di Teheran, la quale era stata informata che missili cruise Usa erano diretti verso Teheran e nel caso fossero comparsi l'operatore in servizio avrebbe dovuto spingere il bottone del lancio missili".
Il rapporto prosegue dicendo che l'operatore "...ha quindi erroneamente confuso l'aereo per un missile cruise e sfortunatamente non ha nel contempo effettuato alcun contatto per ottenerne conferma in quanto il sistema di comunicazione registrava in quel momento dei problemi. 
Aveva solo 10 secondi per decidere e alla fine ha preso la decisione sbagliata". 

***
Quanto sopra riferito, secondo me, è sicuramente "possibile", però è altamente "improbabile".

***
Ed infatti: 
- l'"involontarietà dell'errore" a mio parere è pressochè certa, perchè è di tutta evidenza che gli Iraniani tutto avrebbero voluto meno che abbattere un aereo di linea.
- la "casualità dell'errore", invece, a mio parere è molto "improbabile", per le ragioni che ora esporrò.

***
Innanzitutto, secondo me è praticamente da escludere che l'errore sia stato determinato da "un intoppo nelle comunicazioni", per cui "il soldato" non ebbe modo di avere "alcun contatto per ottenerne conferma del bersaglio, in quanto il sistema di comunicazione registrava in quel momento dei problemi".
Questo, a mio avviso, non mi pare proprio possibile, in quanto:
- innanzittutto in una moderna postazione contraerea dotata di missili, ci sono sempre almeno due o tre militari, tra cui un ufficiale;
- in caso di presunto attacco, è quest'ultimo a decidere il lancio, senza chiedere il permesso a nessuno via radio.
Il permesso autenticato via radio, è previsto solo per il lancio di missili strategici, non per quelli tattici terra-aria (come nel caso di specie)

***
In secondo luogo, in una moderna postazione contraerea dotata di missili, che io sappia, ci sono sempre dei sistemi radar secondari autonomi e indipendenti idonei a verificare i codici emessi dal Transponder (transmitter responder) di cui è dotato ogni areo.
A differenza che nei tempi del povero Balbo (abbattuto in Libia dalla nostra contraerea), al giorno d'oggi escluderei che possano esserci postazioni contraeree che ne siano prive.

***
Ammesso (e non concesso) che le mie due premesse siano corrette, l'errore, secondo me, non è stato dovuto tanto ad "un intoppo nelle comunicazioni", bensì, piuttosto,  ad un malfunzionamento della rilevazione aerea IFF (identification friend or foe).
Resta solo da vedere se il radar identificativo della postazione :
- sia andato in "tilt" per conto suo;
- sia stato "ingannato" da qualche misura elettronica USA.

***
In quest'ultimo caso ci sarebbe anche da vedere se gli USA abbiano "disturbato" il sistema solo in previsione di un loro ipotetico attacco aereo o missilistico (che poi non c'è stato), oppure appositamente per provocare un incidente del tipo di quello che poi è avvenuto; il che, in effetti, costituirebbe una "ritorsione" nei confronti dell'Iran ben più efficace di una militare (sebbene criminale).

***
Come ho premesso, sinceramente, non ho la benchè minima idea di cosa sia "effettivamente" accaduto; ma, se sono vere le mie ipotetiche congetture, nè gli USA nè l'IRAN, per ragioni diverse (ma ovvie) hanno interesse a rivelare la verità: molto meglio mandare sotto processo un povero soldatino!

P.S.
In teoria potrebbe essere anche accaduto che siano stati alterati i codici del TRANSPONDER dell'aereo, o che questo sia stato addirittura spento; nel qual caso, ci sarebbe da capire se si sia trattato di un mero guasto (nel momento più sbagliato possibile), ovvero di un sabotaggio premeditato e preordinato prima della partenza.
#4654
Ciao Viator. :)
Non capisco, adesso, il tuo sottile "distinguo" tra chi perde un solo genitore e chi li perde tutti e due, quando scrivi, invece, che: "Vedova con figlio rappresentano una famiglia restante in sè la medesima precedente ma che ha cambiato composizione (lo stesso dicasi di una famiglia in cui arriva un nuovo nato!) e non una "VESTIGIA "."
Vale a dire che:
- se in un incidente stradale muoiono entrambi i genitori, ma i figli maggiorenni con loro conviventi sopravvivono, loro non costituiscono più una famiglia, ma solo una VESTIGIA di famiglia;
- se, invece,  in un incidente stradale muore un solo genitore, ma i figli maggiorenni con loro conviventi sopravvivono, loro costituiscono la stessa famiglia, restante in sè la medesima precedente ma che ha solo cambiato composizione.
Vabbè, come ho detto ciascuno è libero di vedere la stessa cosa con le angolazioni vuole, anche se preconcette! :)

***
Ed infatti giustifichi il tuo assunto, con una argomentazione che a me suona un tantino, per così dire,  "anapodittica", sostenendo "gratuitamente" che, nel secondo caso, la mamma e i due figli sopravvissuti: "...sono famiglia concettualmente intera poichè la discriminante (l'aspetto o gli aspetti che devono NECESSARIAMENTE esserci perchè una qualsiasi cosa sia quella e non un'altra) è la GENITORIALITA'. Per i due fratelli non è così perchè manca la genitorialità, per cui la famiglia di cui facevano parte è svanita".
Da che cosa desumi che, logicamente, la discriminante necessaria perchè possa parlarsi di una "famiglia" sia la GENITORIALITA'? ???
Dove sta scritto?

***
A me sembra che la tua "preconcetta" concezione della "famiglia", legata alla "procreazione" ed alla "genitorialità":
- oltre ad essere di per sè ormai arcaica e non più socialmente accettabile (sebbene ci sia ancora qualcuno che la condivide);
- viene però da te spinta maniacalmente oltre ogni ragionevole limite.
Tanto che dubito che essa potrebbe essere condivisa anche da coloro che ne condividono l'assunto tradizionalista di base.
Ed infatti, un conto è seguire ancora il vecchio (ora modificato) Codice Canonico "Matrimonii finis primarius est procreatio atque educatio prolis" (Can. 1013. §1), ed un altro conto è portarlo alle sue conseguenze estreme, ben oltre gli intendimenti di tale assunto.

***
Cioè, per tornare al "parroco di campagna", dubito che gli passerebbe mai per la testa, per consolarli, di dire ai due orfani: "Ormai voi due non costituite più una famiglia, anche se continuerete a convivere insieme nella stessa casa come prima, e, quindi, anche se continuerete a risultare come prima nello stesso stato di famiglia" :(

***
Quanto al concetto di "PORZIONE", vedo che tu sei un "epigono" degli antichi inventori del "sofisma della nave" (che, bada, non ha niente a che vedere con il paradosso della nave di Teseo); secondo il quale, se una nave perde  un chiodo, ed esso non viene sostituito, quella nave non esiste più, ma ne resta soltanto una "PORZIONE". :D
Così come "Viator" di ritorno dal barbiere, avendo perso in capelli buona parte di sè, non è più  il "Viator" originario, bensì solo una "PORZIONE" di "Viator"! ;D  ;D  ;D
Come sofisma è divertente, ma volerlo applicare "seriamente" a dei casi concreti e reali, mi sembra decisamente fuori luogo!

***
Ed infatti, dire che "una classe scolastica inaugurata con 30 allievi sul registro, nel caso in cui uno od alcuni di essi spariscano senza venir rimpiazzati........diventa una PORZIONE della classe scolastica originaria" :
- costituisce una "ovvietà" per quanto concerne la "consistenza numerica originaria" di quella classe;
- costituisce, invece, una "sciocchezza", se con ciò, si vuole sostenere che quella classe scolastica non è più la stessa classe scolastica.
Quando ero in TERZA B, ho perso due compagni, ma la TERZA B è rimasta.

***
Fuor di metafora, dire che "la famiglia Rossi, nel caso in cui uno od alcuni dei suoi membri spariscano senza venir rimpiazzati........diventa una PORZIONE della famiglia Rossi originaria" :
- costituisce una "ovvietà" per quanto concerne la "consistenza numerica originaria" di quella famiglia;
- costituisce, invece, una "sciocchezza", se con ciò, si vuole sostenere che quella famiglia, non è più la famiglia Rossi.

***
Comunque, mi associo a te nello scusarmi con tutti i lettori occasionali dei nostri interventi, poichè molti di essi si sentiranno "sconvolti" dal leggere simili sequenze di PEDANTERIE.

***
In effetti, come giustamente osservi, si chiama "dialettica", ed a me pare che, senza offesa, tu spesso faccia ricorso ad espedienti dialettici di tipo un po' troppo spinto e, talvolta, di carattere alquanto "sofistico"; però, avendo io seguito all'Università un corso di "eristica", è un po' difficile che con me tali "escamotage" possano attaccare. ;)

***
Quindi, se tu sei d'accordo, io direi di farla finita qui, per non tediare gli altri (e noi stessi): io mi tengo il mio titolo, e tu le tue opinioni al riguardo, verso le quali nutro il massimo rispetto!
Facciamola "patta"!

Un saluto :)
#4655
Ciao Viator.  :)
So benissimo che tu non sei affatto un ignorante, e che, quindi, a livello di lingua, diritto e prassi, ecc. non ignori affatto il corrente significato del termine "famiglia"; però, come ho detto, sei anche liberissimo di inventarti il personale  significato di "famiglia" che più ti aggrada.
Ed infatti, se a qualcuno piace chiamare lumache le tartarughe, non verrà certo incriminato per questo. ;D
Però, in base alle sue personali definizioni, non può certo venire a criticare le definizioni e i "titoli" degli altri! ;)

***
Sono invece perfettamente d'accordo con te,  sul fatto che, all'interno delle leggi dello Stato, ci sono scritte molte stupidaggini, anche per via della loro eccessiva mole quantitativa; creata, talvolta in modo infelice, per faticosamente adeguarsi:
- alla sempre maggiore complessità della società moderna;
- alla rapida evoluzione della stessa.
Però si tratta di una quantità di stupidaggini, molto minore di quella di coloro che criticano la legge:
- senza conoscerla;
- senza capirla.
Non mi riferisco a te, ma parlo in generale.

***
Quanto a due fratelli che convivono sotto lo stesso tetto, nel caso in cui i loro genitori siano deceduti,  sono d'accordo con te che si tratta di "una coppia di cittadini consanguinei conviventi"; cioè, appunto, più sinteticamente una "famiglia", sia secondo l'accezione comune che secondo quella legale.

***
Sono anche d'accordo con te che essi rappresentano le "VESTIGIA" di una famiglia originaria che ormai non c'è più, così come  rappresentano le "VESTIGIA" di una famiglia originaria che ormai non c'è più una vedova col proprio figlio; ma, in entrambi i casi, si tratta pur sempre di "famiglie" a pieno titolo, seppur decurtate dalla morte di parte dei loro membri (come, purtroppo, capita a molte famiglie).

***
Quanto al concetto di "PORZIONE", lo trovo alquanto bizzarro; sarebbe come dire che, se sventuratamente muore l'alunno di una "classe scolastica", da quel momento in poi non si può più definirla una "classe scolastica",  bensì solo una "porzione di classe scolastica". ;D
Vabbè, ma sempre una "classe" rimane; così come rimane una "famiglia" quella decurtata dalla morte di uno dei suoi "membri".

***
Sono d'accordo con te anche sul fatto che "il buon senso" sia opinabile; ma non va confuso col "senso comune", che non sempre è "buono"!  :(
Al riguardo ti rinvio al capitolo XXXII dei "Promessi Sposi", quando Manzoni scrive: "Il buon senso c'era ma se ne stava nascosto per paura del senso comune". :D

***
Quanto al mio richiamo al parroco di campagna, ti rassicuro sul fatto che la mia ironia non era affatto "involontaria", ma palesemente "voluta"; ed infatti, intendevo dire che anche il rappresentate archetipico delle concezioni sociologiche più retrive e tradizionalistiche, non arriverebbe mai ad affermare (come te), che una coppia sterile non costituisce una famiglia. ;)

Un saluto! :)
 
#4656
Ciao Viator. :)
Non c'è nessun problema, in quanto tu puoi scegliere la definizione di famiglia che preferisci! ;)
Però:
1) - Non puoi pretendere nè che sia l'unica legittima, nè che tutti debbano condividerla.
2)- Non puoi pretendere nemmeno che essa resti invariata nel tempo, perchè, originariamente la "famīlia" (che deriva dal termine "famulus" cio' servo)  si riferiva al patrimonio del capo della familia, che comprendeva moglie, figli e schiavi.
3)- Non puoi pretendere, infine, che essa debba restare identica da cultura a cultura, visto che esiste anche la poligamia.

***
Quanto al fatto che per, per "famiglia", si debba intendere esclusivamente un nucleo sociale composto da almeno due persone, almeno una delle quali risulta ascendente o discendente biologico (o adottato) dell'altra, a prescindere da quanto detto sub 1), 2) e 3), questa è soltanto una tua personale ed alquanto bizzarra concezione; ed infatti, a nessuno dotato di buon senso verrebbe mai in mente di sostenere (legge a parte, la quale lo prevede espressamente), che dei fratelli che convivono sotto lo stesso tetto non costituiscano anche loro una "famiglia". ;D
Penso che non lo sosterebbe neanche un soggetto che abbia una visione molto  "tradizionale" della società.

***
Giuridicamente e linguisticamente, poi, come già ti ho spiegato, la tua concezione di famiglia è del tutto erronea ed aberrante; senza considerare che la legge italiana è scritta in lingua italiana, e non certo in lingua cinese! :D
Quanto all'Antropologia, alla Biologia, ed alla Sociologia, in tutte e tre il concetto di famiglia è molto lontano dal tuo, in quanto:
a)
Antropologicamente:
- esistevano culture matrilineari (discendenza uterina), nelle quali un individuo era considerato appartenere allo stesso gruppo familiare di discendenza della propria madre, ed il padre era del tutto estraneo alla famiglia;
- tutt'oggi esistono culture in cui la famiglia è concepita in modo abissalmente diverso dal nostro (e, soprattutto, dal tuo);
b)
Biologicamente la maggior parte degli animali, con qualche eccezione (come nel caso degli uccelli) si riproduce senza formare nulla che rassomigli, sia pur vagamente, alla coppia monogamica ed alla famiglia quali te le immagini tu.
c)
Sociologicamente, infine, ti faccio presente che viviamo nel terzo millennio, mentre la tua concezione sociologica risale ad un passato che non esiste più; sebbene nulla vieti che uno voglia continuare a propugnarla.

***
Quanto al fatto, infine, che, secondo la tua  "ragionevole" logica  due coniugi sterili non costituiscono una famiglia "in atto", ma solo una mera coppia o una famiglia "in potenza", questa, a mio avviso, costituisce una delle affermazioni più "irragionevoli" che io abbia mai sentito pronunciare (almeno secondo la mia logica); non ho mai sentito neanche un parroco di campagna sostenere una cosa del genere. ;D

***
Come ho detto, ciascuno è libero di scegliere la definizione di "famiglia" che preferisce, ma non di presumere che essa debba essere l'unica "giusta" e che, quindi, essa debba necessariamente condivisa dagli altri (compresa la mia, ovviamente).
Per cui, per me, puoi benissimo tenerti la tua...ma non pretendere di venire ad imporla a me; tra l'altro, senza valide motivazioni, come sopra mi sembra ampiamente argomentato!

Un saluto :)

P.S.
Fermo restando che tu puoi legittimamente avere la concezione della famiglia che preferisci (senza pretendere di imporla agli altri), mi permetto di darti, però, un amichevole consiglio al fine di evitare SANZIONI.
Se devi autocertificare la cosa, ricordati che, per legge, nel tuo "stato di famiglia" devi indicare tutti coloro che convivono con te e che sono a te legate da un vincolo di:
- parentela,
- affinità,
- matrimonio,
- semplicemente "affettivo".
Per cui, se convivi con qualcuno che non sia tua moglie, parente o affine, ma con il quale sei comunque legato fa un vincolo affettivo (maschio o femmina che esso sia), lo devi comunque indicare. ;)
Circa il "vincolo affettivo", in taluni casi, ma non necessariamente, può anche essere formalizzato legalmente in base alla Legge 20 maggio 2016, n. 76
#4657
Citazione di: viator il 10 Gennaio 2020, 12:43:12 PM
Salve Eutidemo.  A dire il vero, se tu intendevi trattare e richiamare il presente argomento in una ottica esclusiva di COPPIA, avresti dovuto titolarlo diversamente da "La FAMIGLIA ed il lavoro". Naturalmente tu conoscerai benissimo il diverso significato di tali due concetti relazionali. Saluti.

Ciao Viator. :)
Ritengo che il mio titolo "La famiglia ed il lavoro", sia perfettamente corretto ed adeguato al tema.

***
Ed infatti, in lingua italiana, la "famiglia" consiste in un nucleo sociale rappresentato da due o più individui, non necessariamente di sesso diverso, che vivono nella stessa abitazione e "di norma" ma non "necessariamente", sono legati tra di loro da rapporti di matrimonio parentela o di affinità; tanto è vero che, giuridicamente, lo "Stato di famiglia" è quel certificato nel quale sono indicate tutte le persone che abitano nella stessa casa indipendentemente dal fatto che ci sia o meno tra di loro un rapporto di matrimonio parentela o di affinità.
Una famiglia, invero, può essere costituita anche da una sola persona, come da due, tre, quattro, cinque ecc.; per cui, a mio avviso, è perfettamente lecito occuparsi di quel particolare tipo di "famiglia" costituito da due persone, cioè, da una "coppia".

***
Sempre di una "famiglia" si tratta, a prescindere dalla circostanza che si tratti:
- di una coppia legata da rapporti sentimentali di carattere eterosessuale;
- di una coppia legata da rapporti sentimentali di carattere omosessuale;
- e persino di una coppia non legata da rapporti sentimentali nè di carattere eterosessuale nè di carattere omosessuale, ma solo di convivenza e di affetto.
Ad esempio, una coppia di fratelli, può benissimo convivere con il figlio di uno dei due (ovvero con un figlio adottato), ed anche in questo caso si pone il problema di come conciliare le esigenze familiari, con quelle lavorative di ciascuno dei due.

***
Per semplicità espositiva, io ho fatto riferimento al caso più comune, cioè quello del matrimonio eterosessuale; ma, non per questo ho inteso escludere nessuno degli altri tipi di coppia.
Sempre di famiglie si tratta!

***
E, a voler fare i pignoli, non ho inteso escludere nemmeno le famiglie composte da tre o quattro persone (per esempio due fratelli e due sorelle), che si trovino, per le circostanze più svariate, a doversi occupare congiuntamente di uno o più minori; anche in questo caso, infatti, si pone il problema di come conciliare le esigenze familiari, con quelle lavorative dei suoi appartenenti.

***
Un saluto! :)
#4658
Ciao Jacopus e Niko. :)
Come ho già scritto in risposta a Viator, ribadisco il concetto che il mio discorso, per quanto concerne i rapporti "inter-genere", e, cioè, tra donne e uomini, nell'ambito della "coppia" eterosessuale,  deve indubbiamente valere anche per quella omosessuale; ed infatti, laddove esista una "coppia" omosessuale con figli (dell'uno o dell'altro ecc.), anche in tale ambito, ovviamente, si deve provvedere ad una ridistribuzione dei "carichi" familiari, anche in relazione alle attività lavorative di entrambi.
Io, infatti, ho parlato di rapporti economici all'interno "COPPIA", e non del "MATRIMONIO", della cui legittimità o meno tra omosessuali non mi sono minimamente occupato; ed al cui riguardo, semmai, sarebbe opportuno aprire un TOPIC a parte.
Per inciso, anche io ritengo che i rapporti tra omosessuali dovrebbero essere regolati dalle leggi; anche (ma non solo) perchè ormai è possibile "procreare" in modi e in sensi diversi da quello tipico.
Però si tratta di un tema, meritevole di un autonomo Topic, che, però, è diverso da quello da me aperto in questa sede!
Un saluto :)
#4659
Ciao Viator :)
Ribadisco il concetto che il mio discorso, per quanto concerne i rapporti "inter-genere", e, cioè, tra donne e uomini, nell'ambito della "coppia" eterosessuale,  vale anche per quella omosessuale; ed infatti, laddove "di fatto" esista una "coppia" omosessuale con figli (dell'uno o dell'altro ecc.), anche in tale ambito, ovviamente, si deve provvedere ad una ridistribuzione dei "carichi" familiari, anche in relazione alle attività lavorative di entrambi.
Io, infatti, ho parlato di rapporti economici all'interno "COPPIA", e non del "MATRIMONIO", della cui legittimità o meno tra omosessuali non mi sono minimamente occupato; ed al cui riguardo, semmai, sarebbe opportuno aprire un TOPIC a parte, perchè qui è decisamente O.T.
Un saluto :)
#4660
Citazione di: bobmax il 09 Gennaio 2020, 16:42:05 PM
Solo un chiarimento relativamente all'esempio.

La ripartizione paritaria dell'impegno parenterale è 50% ciascuno.

Nell'esempio, questo impegno è tale da richiedere in totale il 100% della disponibilità di un genitore. Infatti i due genitori hanno ciascuno una decurtazione del 50% del loro guadagno, ripartendo paritariamente l'impegno parenterale.

Se il genitore che guadagna di più contribuisce solo al 25% dell'impegno parenterale richiesto, potrà dedicare il 75% della sua capacità al lavoro retribuito, guadagnando in effetti 30.000 (40.000 x 75%)

Ma l'altro genitore, occupato per il 75% dall'impegno parenterale, potrà destinare al lavoro retribuito solo il 25%.
Di modo che il suo guadagno sarà di 5.000 (20.000 x 25%) e non di 7.000.

Hai perfettamente ragione!
La mia era solo una esemplificazione, tanto per dare un'idea, ma non mi ero neanche messo a fare i calcoli; 7000 me li sono inventati a caso, solo per indicare una cifra minore.
E' ovvio che 5.000  è la cifra esatta! :)
#4661
In primo luogo, occorre tenere sempre  presente che tutti i cittadini, siano essi di genere femminile o maschile, (ed a prescindere dalle loro scelte sessuali), hanno lo stesso diritto di cercare di realizzare le proprie lecite aspirazioni in qualunque ambito; sia esso familiare, lavorativo o di altro genere.
Compito dello Stato, è quello di rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che limitano di diritto o di fatto (o addirittura impediscono) la realizzazione di tali legittime aspirazioni; le quali, secondo le varie possibilita` e scelte individuali, devono tuttavia consistere in una attivita` o in una funzione che concorrano al progresso materiale o spirituale della societa`.
Al riguardo, si vedano anche gli artt.3 e 4 della Costituzione.

***
Ciò premesso, ed in ordine alla tematica "famiglia e il lavoro", occorre distinguere due aspetti:

A)
Rapporti "intra-genere".
Per quanto concerne i rapporti "intra-genere", e, cioè, tra donne e donne:
- fermo restando che quelle che scelgono di avere dei figli non possono essere lavorativamente emarginate rispetto alle altre, e che, quindi, lo Stato dovrebbe porre in essere tutti i provvedimenti idonei ad agevolarle (asili nido ecc.);
- tuttavia, quelle che scelgono di avere dei figli, non possono però neanche pretendere di ottenere le stesse realizzazioni lavorative di quelle che, invece, scelgono di dedicarsi esclusivamente al loro lavoro (sia esso dipendente, autonomo, professionale, artistico ecc.). 
Questo non sarebbe nè ragionevole, nè equo, nè giusto, perchè, se si cerca di realizzare contemporaneamente "due cose",  il risultato non può essere ovviamente lo stesso che se si cerca di realizzarne una sola! 

B)
Rapporti "inter-genere".
Per quanto concerne i rapporti "inter-genere", e, cioè, tra donne e uomini, nell'ambito della coppia eterosessuale (il che, però, vale anche per quella omosessuale), le cose sono invece un po' più complesse ed articolate.
Ed infatti, si possono avere diversi casi:

1)
Nel caso in cui i coniugi condividano "entrambi", spontaneamente e "consensualmente", una "concezione paolina" del rapporto di coppia ("le mogli siano sottomesse ai mariti, in quanto il marito è il capo della moglie" -Lettera agli Efesini 21/32-), il problema sostanzialmente non si pone, perchè è il marito a decidere la ripartizione dei compiti nell'ambito della famiglia.
Però, sebbene il 71,1% degli italiani si dichiari cattolico, questo, di fatto, risulta tecnicamente "falso", perchè nel 90% dei casi gli Italiani non condividono affatto l'assunto paolino di cui sopra; e, poichè quelle di San Paolo sono "lettere dogmatiche", chi non ne condivide il contenuto, al massimo può essere considerato un "cristiano", ma, sicuramente, non un "cattolico".
Ma questi sono tematiche religiose che esulano dal presente Topic.

2)
Nel caso, invece, in cui i coniugi non condividano "entrambi", spontaneamente e "consensualmente", una "concezione paolina" del rapporto di coppia (più o meno velata), secondo me, farebbero meglio a non sposarsi affatto, al fine di evitare un litigio ed un battibecco continuo.
Però tutti sono liberi di fare le scelte che preferiscono: l'"Heautontimorumenos", purtroppo, è un tipo umano molto diffuso (è il titolo di una commedia di Terenzio, che, in greco, "Ἑαυτὸν τιμωρούμενος", significa "Il punitore di se stesso").

3)
Nel caso, invece, in cui i coniugi condividano "entrambi", spontaneamente e "consensualmente", una "concezione paritaria" del rapporto di coppia, qualunque scelta, anche riguardo a quella di avere o meno dei figli (e su come ripartirne la gioia e l'onere), va effettuata in comune. 
Al riguardo, secondo me:
a)
In via di principio, una volta deciso di avere dei figli, la relativa gioia ed il relativo onere, dovrebbero essere ripartiti nella stessa identica misura tra entrambi i coniugi; ed infatti, sarebbe iniquo che tale, sia pur gradevole, gravame, incidesse in modo negativo, principalmente sull'attività lavorativa dell'uno, ed invece meno su quella dell'altro (fermo restando che, a seconda dell'età del minore, può risultare più o meno intenso l'impegno parentale dell'uno o dell'altro coniuge).
In tal modo, come detto sub A), la "sperequazione" rispetto ai colleghi senza figli, sarebbe:
- minore;
- equamente distribuita tra i coniugi.
b)
Però può verificarsi il caso in cui tale ripartizione paritaria nella "gestione" dei figli (per usare tale brutta espressione), possa risultare economicamente "svantaggiosa" per la coppia.
Ed infatti, per esemplificare al massimo, nel caso di una ripartizione strettamente paritaria dell'impegno parentale tra un coniuge che svolge una attività più remunerativa, e l'altro che svolge una attività meno remunerativa, potrebbe aversi:
- coniuge X, riduzione del guadagno da 40.000 a 20.000;
- coniuge Y, riduzione del guadagno da 20.000 a 10.000.
Nel qual caso il reddito complessivo della famiglia si ridurrebbe da 60.000 a 30.000.
Per cui, economicamente, sarebbe per loro molto più conveniente che, alla famiglia ed ai figli, si dedicasse precipuamente il coniuge Y, poichè, in tal modo, si avrebbe:
- coniuge X, riduzione del guadagno solo da 40.000 a 30.000;
- coniuge Y, riduzione del guadagno da 20.000 a 7.000.
Nel qual caso il reddito complessivo della famiglia si ridurrebbe da 60.000 a 37.000, invece che da 60.000 a 30.000.
Ovviamente, si tratta solo di un esempio paradigmatico (che al massimo potrebbe valere per due lavoratori autonomi), perchè le cose non sono certo così meccaniche; e, a seconda dei diversi ambiti lavorativi, possono entrare in ballo altri fattori, come l'avanzamento di stipendio, di carriera e simili.
La mia era solo una semplificazione esplicativa.
***
Cosa consegue da tale scelta?
Ne consegue che, in tal caso, il minor guadagno della moglie "in ambito lavorativo", dovrebbe essere compensato, in tutto o in parte, da un maggior "riconoscimento economico in ambito familiare"; perchè, se il coniuge più ricco riesce a guadagnare 10.000 euro in più, ciò è in buona parte dovuto anche al contributo al "ménage" familiare da parte del coniuge più povero, che riduce ulteriormente i suoi guadagni esterni per dedicarsi alla famiglia ( e non solo ai figli).
Il che, in effetti, quantomeno in parte ed in via presuntiva, costituisce la base di calcolo  dell'assegno di mantenimento in caso di divorzio.
https://www.studiocataldi.it/calcolo-assegno-mantenimento/
Ma dovrebbe contare anche a prescindere dai casi di divorzio.
Quindi sarebbe opportuno emanare un provvedimento di legge che tenga conto di quanto sopra!
#4662
Tematiche Filosofiche / Re:I numeri e le lettere
07 Gennaio 2020, 10:59:22 AM
Citazione di: bobmax il 07 Gennaio 2020, 09:04:23 AM
Ciao Eutidemo

Quando trattiamo i fondamenti della nostra interpretazione del mondo, non può esservi alcun ambito specialistico.

L'infinito non appartiene ad alcuna disciplina.
È un concetto necessario per il pensiero razionale.
Ed è necessario perché è la negazione del finito.


Tuttavia di per se stesso è impensabile.
Si illude chi lo considera "compreso".
Il suo senso è tutto racchiuso nel suo negare il finito.

E il bello è... che pure il finito è frutto di una nostra forzatura!
Lo diamo per scontato, certi di possederne appieno il concetto...
Ma se ci azzardiamo ad approfondirlo... ci ritroviamo con l'infinito!
D'altronde, parlare di "finito", implica una tacita accettazione del concetto di "infinito" ;)
#4663
Tematiche Filosofiche / Re:I numeri e le lettere
07 Gennaio 2020, 10:57:36 AM
Citazione di: bobmax il 07 Gennaio 2020, 09:04:23 AM
Ciao Eutidemo

Quando trattiamo i fondamenti della nostra interpretazione del mondo, non può esservi alcun ambito specialistico.

L'infinito non appartiene ad alcuna disciplina.
È un concetto necessario per il pensiero razionale.
Ed è necessario perché è la negazione del finito.


Tuttavia di per se stesso è impensabile.
Si illude chi lo considera "compreso".
Il suo senso è tutto racchiuso nel suo negare il finito.

E il bello è... che pure il finito è frutto di una nostra forzatura!
Lo diamo per scontato, certi di possederne appieno il concetto...
Ma se ci azzardiamo ad approfondirlo... ci ritroviamo con l'infinito!
Hai ragione, però, parlare di numeri essendo un somaro in matematica (come me), forse è un po' presuntuoso :-[
#4664
Tematiche Filosofiche / Re:I numeri e le lettere
07 Gennaio 2020, 10:55:09 AM
Ciao Iano. :)
Devo ammettere che, per semplificare il mio discorso iniziale, avevo trascurato di evidenziare le notevolissime differenze che intercorrono tra le cifre e le lettere (e le parole).

***
Ed infatti a parte le differenze che hai evidenziato tu, secondo me ulteriori diversità consistono nel fatto:
- che qualunque cifra ha sempre un suo "significato", ad esempio, "567.654" (anche se non indica una quantità specificata), mentre un accrocco casuale di lettere può non significare assolutamente niente, ad esempio "jghtrert";
- che le cifre possono essere collegate tra di loro da diverse "operazioni aritmetiche" (e non solo), mentre le parole possono essere collegate tra di loro da diverse "operazioni sintattiche"; e si tratta di collegamenti alquanto diversi tra di loro.

Un saluto. :)
#4665
Tematiche Filosofiche / Re:I numeri e le lettere
07 Gennaio 2020, 07:04:47 AM
Ciao Hlodowig. :)
Non hai assolutamente scritto nessuna castroneria.
Però non vedo molta attinenza tra:
- le tue considerazioni sul linguaggio binario;
- le mie considerazioni, che riguardavano precipuamente il linguaggio analogico.
Però, effettivamente, non sarebbe sbagliato ampliare il discorso anche alla logica binaria.
Un saluto :)