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Messaggi - iano

#4666
@Jacopus.
Come dice Viator la coscienza svolge una funzione e questa è l'ottica più conveniente da cui osservarla.
Le grandi domande esistenziali le vedo come un allargarsi delle piccole domande contingenti.
Grazie alla coscienza non viviamo in un eterno presente .
Essa ci permette di farci domande, che hanno un piede nel passato e uno nel futuro e che allargano a compasso quello che diversamente sarebbe un puntuale eterno presente .
Che le domande si facciano grandi, esistenziali, è una conseguenza del massiccio uso di coscienza a di un  corrispondente grande cervello.
Si allarga il cervello e si allargano le domande.
Diversamente le domande si restringono, quasi fino a sparire.
Tuttavia io non credo che neanche il più inconsapevole dei microbi viva esattamente in un eterno presente.
È, se vuoi, una credenza di comodo. Evita infatti di sorvolare sul domandone di come sia nata la coscienza, dato che per i primi due miliardi di anni la vita contemplava sulla terra solo microbi, mentre ci teniamo per buono l'altro domandone, su come sia nata la vita.
Come ci insegnano i microbi le domande esistenziali hanno un senso solo per chi se le fa', cioè per chi si è allargato a questo mondo ben oltre la dimensione micro.
Come ben diceva Socrate, senza cervello non c'è coscienza, ma questo no dimostra che essa vi sia confinata.
Più in generale senza vita non vi è coscienza, ma senza microbi non vi è vita.
Però credo che Socrate non volesse allargarsi in questo senso, ma in ben più nobile direzione.
Quella spirituale. Io però mi sento più vicino ai microbi che a Dio.
#4667

A tutto ciò che percepiamo attribuiamo un confine, anche perché tale confine, per quanto incerto e approssimativo,e in ciò la coscienza è campione, è funzionale alla manipolazione di ciò che percepiamo.
È la nostra percezione stessa che per funzionare reclama un confine a causa dei suoi ovvi limiti.
La realtà non ha necessariamente bisogno di confini nei quali rifugiarsi, un tocco qui è uno li'.
Noi però abbiamo la necessità funzionale di crearli.
Diversamente in assoluto non ha senso parlare di confini quanto della loro mancanza.
Noi possiamo immaginare cose senza confini, ma non riusciamo a percepire nulla che non ne abbia e la coscienza è appunto una delle cose che non ci limitiamo a immaginare, ma la percepiamo.
Data la fatuità' dei confini, laddove ne abbiamo posto di tipo approssimativo, così approssimativo da chiederci dove è veramente ciò che percepiamo, si ha gioco facile nel dire che non ve ne siano, come fa' Socrate.
Immaginare una catena di coscienza sconfinata di cui il cervello al più è il terminale a cosa dovrebbe servirci?
A toglierci l'ansia di non saper dire dov'è essa sia?
Non è che dicendo che la coscienza è ovunque abbiamo così detto dov'è.
È solo un altro modo di dire che non sappiamo ben dire dove sia,( ponendola perdi più in concorrenza con Dio)
E su questo più o meno, chi la racconta in un modo, chi in un altro, mi pare tutti convergiamo.
Mettere confini geometrici è una nostra arte funzionale alla nostra interazione con la realtà.
Non è che la realtà sia un libro scritto in caratteri geometrici, siamo noi che la traduciamo così.
Se togliamo quei confini che sono i circoli cosa ci rimane da dire?
Anche la coscienza, per quanto vago , il suo circolo c'è l'ha, se ne parliamo.
#4668
Tematiche Culturali e Sociali / La poesia
13 Marzo 2021, 20:15:50 PM
@Viator.
Non è così facile, ed è una fortuna in fondo.
Se fosse così facile tu camperesti stravolgendo ad arte quel che gli altri scrivono.
Come hai fatto poi a farci entrare il cavaliere in questo discorso lo sai solo tu.
Per me non merita neanche di essere nominato.
😒
#4669
Tematiche Culturali e Sociali / La poesia
13 Marzo 2021, 16:54:32 PM
Citazione di: Ipazia il 13 Marzo 2021, 16:22:23 PM
La poesia è un atto di libertà, impossibile nella comunicazione commerciale vincolata alla vendita di una merce.
Solo la pervicacia di chi ne dipende riesce a mettere in essere questa apparente contraddizione.
Questa però  non è la sua essenza, ma la sua rappresentazione mediatica.
Nella normalità la poesia non è vincolata a nessun commercio.
È come fare footing. Non è necessario lo sponsor per farlo.
Però se pensi di partecipare alle olimpiadi la questione cambia.
Se impegni tutta la tua vita in qualcosa devi cercare anche il modo di camparci.
#4670
Entrare in contatto intimo con microbi alieni è una normalità che statisticamente non crea problemi.
Il microbo di solito entra a far parte di un equilibrio esistente senza romperlo.
Eccezionalmente lo rompe, ma solitamente , dando tempo al tempo, questo sì ristabilisce su nuovi livelli di simbiosi.
Ancora più eccezionalmente l'equilibrio non si ristabilisce e ci si estingue.
Noi esseri umani abbiamo una chance in più, quella di accorciare questi tempi per riportare l'equilibrio.
Non è operazione così semplice, Non è come si pensava fino a ieri una guerra di sterminio del microbo, il quale anzi porta spesso più benefici ,raggiunto il nuovo equilibrio, che no.
È una operazione che tenta di riprodurre in laboratorio i rodati meccanismi naturali degni dei migliori gialli polizieschi.
Più ne sappiamo, più acquisiamo il corretto punto di vista, più siamo bravi a riprodurli e manipolarli.
Vogliamo davvero rinunciare a questa chance?
Certo, andiamo spesso a rimediare a problemi che noi stessi abbiamo provocato, e primariamente dovremmo imparare a non riprodurre altri.
Conforta sapere che le nostre conoscenze e abilità in merito inizino ad estendersi anche alle altre specie animali, avendo acquisito il corretto punto di vista di stretta interdipendenza fra tutti gli esseri viventi, microbi compresi.
Dopo aver contribuito all'ennesima estinzione di massa stiamo cercando con un certo successo di salvare le rane, che per motivi naturali a causa di un certo batterio rischiano l'estinzione totale.

Perché eccezionalmente succede anche questo.
#4671
Tematiche Filosofiche / Democrazia e Nichilismo
13 Marzo 2021, 15:55:22 PM
Citazione di: viator il 13 Marzo 2021, 15:12:40 PM


Per Alexander, citandolo : "La domanda è, quale sarà la funzione dell'individuo nel nuovo mondo interconnesso?".
Risposta : farsi tosare emettendo un gran numero di belati rigorosamente interconnessi.

Saluti ad entrambi.

La domanda era mia. Alexander rispondeva.
Comunque la triste realtà attuale è pittorescamente ma realmente da te espressa.
Si spera per motivi contingenti, in attesa che l'individuo non si limiti più a ripetere routine acquisite nel vecchio mondo, e che lo fanno apparire ridicolo nel nuovo.
Si appare certamente ridicoli nell'attribuire autorevolezza ad un media che per mancanza di filtri non possiede, mutuandola dai vecchi che, nel bene e nel male ,in parte ne avevano.
#4672
Tematiche Culturali e Sociali / La poesia
13 Marzo 2021, 15:05:37 PM
Citazione di: Lou il 13 Marzo 2021, 11:20:59 AM
Accolgo la puntualizzazione, che io chiamo integrazione, a dire il vero, tuttavia mi interessa molto indagare il nesso ta arte e pubblicità e comunicazione: la poesia, che è il tema del topic, in che misura partecipa alla pubblicità? Lo slogan è poesia? E ,ancora, certo la poesia è comunicazione, ma per quale rispetto l'hai associato alla pubblicità?
Al vendersi?
No che pare che non ci siano nè poeti, nè poesia, ma a me pare una falsità. Se uno cerca li trova, pure sui social e pure esenti dal marketing.
Chiedo.
In senso stretto, quello letterario, intendo la poesia come libero esercizio della parola.
Un modo di far veramente proprie le parole.
Un esercizio che non è destinato ad essere messo in piazza.
Un esercizio che tutti dovrebbero praticare.

Lo slogan non è certamente poesia, ma la pubblicità non è solo slogan.
Un carosello può essere poetico, ma se ne estrai una parte puoi restarne deluso.
È un discorso già fatto a proposito delle canzoni.
La poesia secondo me non nasce come comunicazione, ed è una specie di magia che a volte lo diventi, e quando succede non possiamo che goderne.
Tutto ciò però rischia anche di distoglierci dalla sua essenza, che è pratica personale.
Esercizio mentale che al pari di quello fisico ci mette in uno stato di benessere.
Una pratica e relativo piacere che possono creare dipendenza.
Quando ciò accade diventa motivo di vita e  mi sembra consequenziale allora cercare di farne mezzo di sussistenza praticando mercati in uso.
Mi rendo conto in questo modo di togliere gloria alla poesia, ma mi piace cercare sempre il lato strettamente umano delle cose, anche quelle che sembrano trascenderci.
Se la poesia non appare non significa che non sia.
#4673
Tematiche Culturali e Sociali / La poesia
13 Marzo 2021, 14:53:09 PM
Citazione di: Alexander il 13 Marzo 2021, 13:07:24 PM

La poesia nella pubblicità mi sembra tanto roba riciclata, un po' come quella che spesso trovi in video su wapp.
È vero, ma esistono eccezioni, seppur non tali da averne io serbato memoria per riportartele.
#4674
Tematiche Filosofiche / Democrazia e Nichilismo
13 Marzo 2021, 14:37:45 PM
Citazione di: Kobayashi il 13 Marzo 2021, 11:32:02 AM
Vivere l'anormalità senza vergogna è segno di grandezza. Gioire nel vedere l'altro che sviluppa se stesso al di fuori di ogni concezione della normalità è indubbiamente uno dei segni di pienezza del nostro tempo. Segno sentito come verità, come qualcosa di imprescindibile.
Si può partire da qui, per esempio.
Esatto. Grandezza che deriva da una piena consapevolezza e accettazione di se' nel proprio percorso di crescita, apprezzando meglio il valore di percorsi alternativi al nostro.
Sarebbe davvero un buon punto di partenza.
Mi ripeto ci vuole tolleranza, che magari come dici tracimi perfino in gioia.
Sarebbe davvero segno di grandezza, finiti i sogni di grandezza.
Direi che tu hai capito gia' tutto.
Io aggiungerei che non tutte le tecnologie vengono per nuocere, e anzi ci ridestano dal nostro naturale torpore, scombussolando le nostre vite, ma in fondo facendoci così sentire vivi.





#4675
Tematiche Filosofiche / Democrazia e Nichilismo
13 Marzo 2021, 14:26:27 PM
Citazione di: Alexander il 13 Marzo 2021, 11:44:13 AM
Buongiorno Iano


cit.La domanda è, quale sarà la funzione dell'individuo nel nuovo mondo interconnesso?





L'ambiente virtuale permette di dare sfogo a tutte le tendenze distruttive, cosa che non faremmo se fossimo "faccia a faccia" reale con l'altro, nasconderemmo il nostro odio o aggressività in una certa misura per paura della reazione. Per questo un valore positivo si afferma in una società, mentre rischia di disgregarsi in un ambiente virtuale.
In effetti le cose stanno andando proprio così.
Quindi, come scrivevo, il mezzo tecnologico esplicita tendenze che prima restavano sommerse.
Un equilibrio, un compromesso precedente si rompe e cercando nella cassetta degli attrezzi dei buoni vecchi valori dovremmo estrarre, incentivandone l'uso, la tolleranza ,per ristabilire l'equilibrio.
#4676
@Eutidemo.
Fai bene a sottolineare la fallacia del nostro intuito in campo statistico.
Aprire questo tipo di discussioni è sempre un motivo di merito.
Magari ne aprirò una in futuro io.
Condivido purtroppo con Ipazia la sfiducia nel sistema sanitario italiano .
#4677
Tematiche Culturali e Sociali / La poesia
13 Marzo 2021, 00:09:41 AM
@ Lou.
Più che dissentire vorrei puntualizzare.
Oggi l'arte in genere, quando si fa' pubblica, risente dei problemi di contingente mancanza di filtri,  propri del giovane nuovo mondo della comunicazione.
Inoltre penso che le poesie che suscitino visioni siano le migliori, ma è vero pure il contrario.
Cioè le visioni che "suscitino" , o forse meglio inducano, o forse non c'è il termine adatto, poesia., siano le migliori. Quindi le diverse arti non si rubano spazio, ma si sostengono.
Però ,certo , qualcosa è cambiato.
Il mio sospetto è che le migliori leve poetiche stiano dietro alla regia dei caroselli pubblicitari.
E se la pubblicità non induce poesia, pure mi pare di poter dedurre la penna  di un poeta dietro a certe pubblicità.
In fondo per poter evocare un mondo intero bastano poche parole e pochi secondi.
Cambia solo il modo di vendersi pubblicamente.
#4678
Ciao Federico.
Direi che sesso e cibo sono cose banali, suscettibili però di entrare in diverse elaborate ricette.
Non escono indenni cioè dalle contaminazioni culturali, fino ad apparire altro da ciò che sono.
Così c'è la cultura del cibo e quella del sesso, anche se quest'ultima espressione non si usa.
L'atto sessuale diventa quindi, che ne siamo coscienti o meno, una occasione di rappresentazione teatrale delle diverse culture, con le varianti del copione che ogni individuo vi apporta improvvisando.
Fin troppe cose invadono le camere da letto quindi indebitamente, ma la filosofia non direi proprio, anche se , è pur vero, non sembrano esserci limiti alle fantasie sessuali.
Al massimo, sempre in un ottica teatrale, e  con triste espediente da guitto , ci si potrebbe atteggiare a grandi filosofi se dovesse fungere da appeal sessuale. Hai visto mai ?
#4679
Si potrebbe essere trattato di un errore.
A tavolino immagino si possa stabilire quali tipi di vaccino presentino una catena di produzione/ distribuzione con maggior probabilità di errore.
Il fatto che le dosi incriminate facciano parte di un solo lotto in Italia avvalorerebbe questa tesi.
Se le cose stanno così occorrerebbe stabilire quale rischio e' accettabile.
Ma poi immagino tutti vorrebbero fare il vaccino che vince a tavolino.
E nelle altre nazioni invece come è andata, se lo sapere?
Il ragionamento di Eutidemo comunque è impeccabile.
#4680
Tematiche Filosofiche / Democrazia e Nichilismo
12 Marzo 2021, 19:48:32 PM
Citazione di: Alexander il 12 Marzo 2021, 11:42:08 AM
Buongiorno a tutti


Sono d'accordo con Ipazia. Un criterio per dare realtà ad un valore è sicuramente quello storico. E' dall'analisi storica che vediamo come dei valori di riferimento permangono attraverso i secoli e le culture, anche profondamente diverse le une dalle altre.. Un valore "naturale" naturalmente non è una monade intangibile e qui il discorso si fa etico. Ma è un discorso che non può prescindere dalle sue basi morali naturali. E diventa quindi una domanda che rivolgiamo a noi stessi: perché non stuprare? Perché non rubare? Perché tengo al valore dell'amicizia? Ecc.Bobmax penso s'interroghi sul valore della ricerca della verità, inteso come spinta ad aderire al bene. Bene che si è manifestato, a mio parere, nei secoli attraverso lotte e sofferenze provocate da disvalori che tentano sempre di imporsi, spesso frutto di ideologie con basi filosofiche o religiose. Questi  disvalori, che partono anch'essi da impulsi naturali, perlopiù distruttivi, chiamano ad una scelta di campo, che vedo ineludibile per l'essere umano. Scelta di campo che però comporta la consapevolezza che si gioca, come in una partita di calcio, su un unico terreno, quello dell'umanità, con le sue luci e le sue ombre. Anche se non lo vogliamo siamo quotidianamente chiamati a scegliere in quale parte del campo da calcio giocare ( e spesso, confusi da noi stessi o dalla società andiamo da una parte all'altra).
Si può dire in altro modo.?
La selezione naturale agisce anche sui valori?
Se si....
In questa ottica il problema della scelta dell'individuo è un falso problema.
Più saranno gli individui più varie saranno le scelte, e di fatto , a tutti gli effetti, è come se ogni individuo facesse una scelta casuale.
Più varie sono le scelte migliore sarà' la selezione.
Non mi sarò sicuramente espresso con rigore scientifico, ma il concetto dovrebbe essere chiaro.
Quindi la diversità culturale è la madre di tutti i valori, e a suo fondamento vi è l'individualita'.
La scelta di alcuni individui diventa poi patrimonio dell'umanità permanendo nei secoli.
Naturalmente non è una scelta eterna , come ben dici, ma viene messa sempre in discussione.
Un certo nichilismo quindi è sempre presente e funzionale.
Ripeto, le nostre scelte non sono casuali, ma è come se lo fossero.
In scienza e coscienza comunque non siamo sollevati dalle nostre responsabilità, e dobbiamo fare fino in fondo il nostro dovere di individui e abbiamo il dovere di basare le nostre scelte facendo appello alla nostra ragione e al nostro sentimento.
Ma se vogliamo fare previsioni papabili dobbiamo rifarci ai fondamenti che ho indicato, credo.
La domanda è, quale sarà la funzione dell'individuo nel nuovo mondo interconnesso?
Ovviamente se parliamo di selezione naturale bisogna dare tempo al tempo, per quanto questo stia "accelerando".
L'individuo nel breve periodo reagisce con la sua solita millenaria natura , la quale si esplicita però quando sollecitata dalle nuove tecnologie, e quelle attuali promettono di presentarci il solito uomo come fosse del tutto nuovo.
Ignoto di fatto a se stesso.
È un processo già in atto, che chi segue gli eventi politici non può non aver notato.
Dobbbbbiamo cercare dentro di noi, certamente, ma è la tecnologia a sollecitarci, ad obbligarci a farlo.
È lei che ci rivolta come un calzino e con una velocità insolita, mai sperimentata , dove i riferimenti storici ci soccorrono poco , stavolta.
In definitiva, per rispondere a Bobmax, non siamo noi a giudicare se abbiamo detto cose giuste o sbagliate.
Per quanto ci riguarda sappiamo che va' tutto bene, finché possiamo dirle, e la democrazia, o chi per essa, sembra prestarsi a ciò.