@Jacopus.
Come dice Viator la coscienza svolge una funzione e questa è l'ottica più conveniente da cui osservarla.
Le grandi domande esistenziali le vedo come un allargarsi delle piccole domande contingenti.
Grazie alla coscienza non viviamo in un eterno presente .
Essa ci permette di farci domande, che hanno un piede nel passato e uno nel futuro e che allargano a compasso quello che diversamente sarebbe un puntuale eterno presente .
Che le domande si facciano grandi, esistenziali, è una conseguenza del massiccio uso di coscienza a di un corrispondente grande cervello.
Si allarga il cervello e si allargano le domande.
Diversamente le domande si restringono, quasi fino a sparire.
Tuttavia io non credo che neanche il più inconsapevole dei microbi viva esattamente in un eterno presente.
È, se vuoi, una credenza di comodo. Evita infatti di sorvolare sul domandone di come sia nata la coscienza, dato che per i primi due miliardi di anni la vita contemplava sulla terra solo microbi, mentre ci teniamo per buono l'altro domandone, su come sia nata la vita.
Come ci insegnano i microbi le domande esistenziali hanno un senso solo per chi se le fa', cioè per chi si è allargato a questo mondo ben oltre la dimensione micro.
Come ben diceva Socrate, senza cervello non c'è coscienza, ma questo no dimostra che essa vi sia confinata.
Più in generale senza vita non vi è coscienza, ma senza microbi non vi è vita.
Però credo che Socrate non volesse allargarsi in questo senso, ma in ben più nobile direzione.
Quella spirituale. Io però mi sento più vicino ai microbi che a Dio.
Come dice Viator la coscienza svolge una funzione e questa è l'ottica più conveniente da cui osservarla.
Le grandi domande esistenziali le vedo come un allargarsi delle piccole domande contingenti.
Grazie alla coscienza non viviamo in un eterno presente .
Essa ci permette di farci domande, che hanno un piede nel passato e uno nel futuro e che allargano a compasso quello che diversamente sarebbe un puntuale eterno presente .
Che le domande si facciano grandi, esistenziali, è una conseguenza del massiccio uso di coscienza a di un corrispondente grande cervello.
Si allarga il cervello e si allargano le domande.
Diversamente le domande si restringono, quasi fino a sparire.
Tuttavia io non credo che neanche il più inconsapevole dei microbi viva esattamente in un eterno presente.
È, se vuoi, una credenza di comodo. Evita infatti di sorvolare sul domandone di come sia nata la coscienza, dato che per i primi due miliardi di anni la vita contemplava sulla terra solo microbi, mentre ci teniamo per buono l'altro domandone, su come sia nata la vita.
Come ci insegnano i microbi le domande esistenziali hanno un senso solo per chi se le fa', cioè per chi si è allargato a questo mondo ben oltre la dimensione micro.
Come ben diceva Socrate, senza cervello non c'è coscienza, ma questo no dimostra che essa vi sia confinata.
Più in generale senza vita non vi è coscienza, ma senza microbi non vi è vita.
Però credo che Socrate non volesse allargarsi in questo senso, ma in ben più nobile direzione.
Quella spirituale. Io però mi sento più vicino ai microbi che a Dio.