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Messaggi - iano

#4711
Tematiche Culturali e Sociali / La poesia
27 Febbraio 2021, 22:54:27 PM
La poesia è ovviamente legata al linguaggio verbale , ma se ne può dare una definizione buona per qualunque linguaggio.
Qualunque linguaggio si apprende, ma per poterlo fare veramente proprio ,per non ripetere il già detto ,bisogna sperimentarlo liberamente.
Fatto ciò potremo aggiungere a ciò che è stato detto ciò che abbiamo da dire.
Se questa sperimentazione, che nel caso del linguaggio verbale è la poesia, resta nell'ombra  , poco male.
Ci sono in fondo fantastici linguaggi, come quello della comunicazione mimica, che usiamo senza neanche saperlo.
Il bello della poesia è nell'evocazione di un nuovo linguaggio, che sia verbale o altro.
L'arricchimento e la nascita di nuovi linguaggi, potrebbero essere visti come l'impoverimento e la fine del Linguaggio con la L maiuscola , se ci si fissa su uno di essi.
Comprensibilmente questi cambiamenti generano dispiacere, perché i nostri linguaggi sono carne della nostra carne a cui la poesia porta nutrimento.
I linguaggi, come tutte le cose vive , nascono e muoiono.
Più che celebrare i Poeti, e lamentarne il mancato ricambio, non manchiamo di sperimentare i nostri linguaggi, qual siano. Prendiamoci la nostra licenza poetica, perché nessuno deve darcela, ne' vidimarcela, per la statistica dello stato dell'arte.
#4712
Percorsi ed Esperienze / Indifferenza
24 Febbraio 2021, 08:35:38 AM
Puoi spiegare più  estesamente Ipazia? Grazie😊
#4713
Percorsi ed Esperienze / Indifferenza
24 Febbraio 2021, 00:18:35 AM
Ma secondo voi da dove deriva la resistenza tenace delle culture ai cambiamenti che , per  le mutate condizioni, rispetto a quelle in cui sono nate, ci si attenderebbe da esse?
Evidentemente c'è una logica ancora più forte che a me però non appare.
Comprensibile una certa inerzia, ma il caso della resistenza della cultura nomade su un pianeta che ormai dovrebbe apparirgli alieno è un esempio che sorprende.
Non ci può essere dubbio che la nascita di una cultura abbia i suoi buoni motivi.
Ma perché non cambia quando vi sono altrettanti buoni motivi per farlo?
L'esempio eclatante comunque ci dice che questa inerzia apparentemente insensata ai cambiamenti,  delle culture , vale per tutte le culture.
Deve esserci una contropartita a ciò che mi sfugge.
Quale?
E quali sono i motivi che rendono la cultura nomade "esemplare" in tal senso?
Forse il motivo è che una cultura chiusa dentro un confine si può permettere cambiamenti senza perdere comunque identità.
Se la cultura degli Italiani cambia, gli Italiani restano.
Non ci sono più gli Italiani di una volta, ma ci sono ancora.
Ma se cambia la cultura dei Nomadi i Nomadi spariscono.
Potrebbe essere questo il motivo che ne fa' un esempio in negativo?
Quando due culture acquistano differenze così incolmabili non credo neanche che si possa parlare di indifferenza reciproca, perché l'indifferenza si pratica comunque fra pari. Uomini indifferenti ad altri uomini.
Ma quando siamo in presenza di comportamenti così censurabili da una parte e dall'altra, l'unica spiegazione a ciò è che non si considerano gli altri uomini.
Io non credo che si possano commettere crimini contro l'umanità, se non perché quelli non si considerano uomini.

#4714
Percorsi ed Esperienze / Non è un forum per haters
23 Febbraio 2021, 07:35:58 AM
Abbiamo moderatori saggi e misurati.
Grazie per il vostro lavoro.
#4715
C'è una differenza fondamentale nell'esser molecole sociali.
Le forze evocate possono anche essere false, ma non mancheranno di materializzarsi.
Parlare di ricchezza da redistribuire volontariamente o che venga sottratta con rapina, in questi frangenti, mi sembra ridicolo.
La ricchezza che conta in questo momento è solo culturale, quella che ti consente di investire sul futuro.
#4716
Immagino le migrazioni dell'homo sapiens sulla terra come un gas che inizialmente si espande dentro un contenitore, con moto browniano a seguire , dove sarebbe ridicolo pensare di poter tracciare geometrie legali.
Essendo queste molecole però soggetti sociali entrano in gioco forze che renderebbero inappropriato il paragone .
La forza disturbante che entra in gioco si chiama comunicazione, che , a differenza di quella di contatto che regola il moto browniano, agisce a distanza. E negli equilibri dinamici stabilitisi con forze di contatto entrano nuovi elementi di gravità.
Nei piccoli gruppi locali di molecole si scatena il caos, e vengo additati come cause gruppi limitrofi.
Ma qualunque sia la forza in gioco è simmetrica, e si possono fare solo considerazioni di reciprocità.
Le molecole, almeno loro, sono veramente tutte uguali, nel bene e nel male.
#4717
Citazione di: anthonyi il 21 Febbraio 2021, 14:23:10 PM
Dire che gli uomini sono sempre migranti e continueranno a farlo per cui non ha senso impedirlo, é come dire che siccome gli uomini si sono sempre ammazzati tra loro, continueranno a farlo e non ha senso cercare di impedirlo.
Per fortuna che la società evolve, e gli sbagli del passato si tende a non ripeterli. Oggi quasi nessuna migrazione ha senso economico, cioè colui che migra non incrementa la produttività del paese dove va, pur incrementando il suo reddito personale. In altri termini incrementa il suo reddito a danno del paese dove é migrato, non si tratta di migrazione economica ma, al limite, di migrazione sociale (cioè di sfruttamento dello stato sociale di quel paese) o criminale.]

Considerare un punto di arrivo evolutivo che ognuno se ne stia chiuso in casa propria, potendoselo permettere , perché tutti ricchi, ti sembra davvero auspicabile?

#4718
Tematiche Filosofiche / La centralità della coscienza.
21 Febbraio 2021, 12:47:37 PM
Citazione di: Kobayashi il 21 Febbraio 2021, 08:12:01 AM

l'individuo diventa sacrificabile essendo ora il proprio centro lo Stato, la Razza, il Partito, etc.
etc...la scienza, la tecnologia.
"L'individuo diventa",  presuppone un prima e un dopo, ed esclude una continuità nel progredire del fenomeno.
Ma possiamo veramente escluderla ?
La stessa coscienza non appare dall'oggi al domani immagino.
Essa comporta che al procedere per tentativi ed errori si affianchi , col suo aumentato uso, un predire e verificare.
Azzarderei che il primo metodo costruisca l'istinto e il secondo la conoscenza.
Se sembra ovvio distinguere nettamente istinto da conoscenza ,  sarebbe invece utile vederli come due facce della stessa medaglia.
La conoscenza sembra fatta apposta per essere condivisa, ma la stessa cosa succede con l'istinto.
Sia la condivisione degli istinti , che della conoscenza, fa' degli individui una potenziale società.
L'accento positivo che si pone sulla coscienza, come un bene in se', è il nostro punto di vista relativo.
Il centro nel quale ci siamo posti arbitrariamente ,che però, come si conviene a ciò che è relativo, può essere modificato, sfrondandolo della attribuzione di positività in se', come cosa ovvia.
L'ovvietà è appunto , come dicevo, la caratteristica di ogni centralità.
In effetti questa discussione si sarebbe potuta intitolare: "Una definizione possibile di "ovvietà ".
Voi come la definireste?
#4719
Percorsi ed Esperienze / Indifferenza
21 Febbraio 2021, 00:09:17 AM
Ciao Doxa.
Hai perfettamente ragione.
Le belle teorie e i buoni propositi alla prova dei fatti si dimostrano carta straccia.
I fatti dicono che i rapporti conflittuali con gli altri, non cercati, succedono, man mano che i migranti aumentano., con sempre maggiore probabilità, tanto che dei loro esiti si può iniziare a fare sintesi statistica.
Ti riporto i primi esiti di questi rapporti, raccontati da miei conoscenti, che sono racconti molto simili, come se ...ci fossimo messi d'accordo.
Iniziamo col dire che noi non siamo razzisti, ma che però non si può accettare che...etc...etc...
Ammettiamo  però che c'è un marocchino nostro dirimpettaio ( situazione appunto ormai sempre più probabile) che abbiamo avuto modo di conoscere e che  è una bravissima persona. Come a dire che l'eccezione conferma la regola.
Io non so' se si tratta di una eccezione , ma si tratta dell'unico marocchino che nostro malgrado abbiamo conosciuto.
Nella mia personale esperienza , non cercata appunto come le altre, ho notato che bisogna dare tempo al tempo e lasciare che i sentimenti umani , con tutti i loro pro e contro, facciano il loro sporco lavoro.
La ricompensa è piacevole e inattesa.
Si inizia a sospettare che ci si possa sentire in pace col mondo, ma sopratutto con se' stessi.
#4720
C'è almeno un luogo comune condivisibile.
Il fatto che gli uomini non abbiano mai smesso di migrare.
Condividere la ricchezza va' bene. Ma quale tipo di ricchezza?
Non certo quella elargita con sistema  assistenzialista, che anche quando ha le migliori sincere intenzioni non può fare a meno di configurarsi come imposizione di una cultura che rompe l'equilibrio di un altra cultura, creando alla fine più danni che benefici.
Aiutarli a casa loro non funziona.
Scambiarsi le reciproche ricchezze culturali è la soluzione.
Ma questo purtroppo succede solo con le guerre.
C'è un altro sistema?
#4721
Tematiche Filosofiche / Perché amare la Natura?
20 Febbraio 2021, 18:07:42 PM
Citazione di: Ipazia il 20 Febbraio 2021, 16:11:03 PM
Ma se si "capisce" Dante o la musica il piacere aumenta. O no ?
Cambia.
Forse Dante non è il miglior esempio.
Ascoltando musica , sapere o non sapere cosa sto ascoltando modifica la mia percezione .
Inevitabile pensare che quando non so' mi sto godendo la pura musica.
Ma penso anche che la miglior arte non sia quella pura, ma quella contaminata.
Come dicevo un'arte che si trasfigura in un altra.
Una musica che evoca un paesaggio naturale.
Un paesaggio naturale che evoca una musica.
Oppure, la contaminazione è un arte in se'.
Prendi due opere insulse di diversa arte, le mischi insieme e rischi di ottenere un capolavoro assoluto.
Credo che ,così come le parole spiegano le parole, l'arte spieghi l'arte.
La natura è,  sia fonte di ispirazione artistica, sia materia da manipolare ad arte.
#4722
Tematiche Filosofiche / Perché amare la Natura?
19 Febbraio 2021, 23:17:39 PM
Citazione di: Ipazia il 19 Febbraio 2021, 21:22:38 PM
Anche per l'arte è necessario capire il messaggio e tale comprensione richiede la conoscenza degli antefatti su cui si regge un'opera d'arte. Difficile "capire" la Divina Commedia senza conoscere le storie a cui Dante fa riferimento inclusa la biografia di Dante. Per musica e pittura è la stessa cosa. Il godimento di un'opera d'arte è legato alla conoscenza del contesto culturale in cui l'arte-fice visse e dal godimento segue l'amore.

Come per la natura, anche nella produzione umana la conoscenza dei meccanismi che l'hanno resa possibile è conditio sine qua non per giudicare e valorizzare.
Non si può negare ciò. Tuttavia il miglior modo di spiegare l'arte è...l'arte.
E i migliori artisti sono a mio parere quelli che trasfigurano la propria arte attraverso un altra.
Si può dire secondo te che Dante metta la sua filosofia in versi?
Mi piace ascoltare la divina commedia come una musica , seppur col senso di colpa di non leggere le note.
#4723
Tematiche Filosofiche / La centralità della coscienza.
19 Febbraio 2021, 23:05:01 PM
Una pregevole e dotta sintesi la tua, che però lascia fuori il punto di vista scientifico, che evidentemente io ho dato per scontato, senza esplicitarlo.
Però molto interessante la tua esposizione, e se volete può diventare questa la discussione.
Il fatto di essere al centro dell'universo era una percezione, e in parte ancora lo è,  che accomunava tutti, ignoranti e sapienti.
Magari poi le due discussioni si possono utilmente intrecciare.
#4724
Tematiche Filosofiche / La centralità della coscienza.
19 Febbraio 2021, 22:17:04 PM
Ci rifugiamo sempre in qualche centralità, ma non è un difetto, è una necessità.
La necessità dell'osservatore di avere un punto di vista, che , in quanto relativo, è modificabile.
Non siamo più , ad esempio, avendo modificato il nostro punto di vista, al centro dell'universo , ma ci siamo spostati in un nuovo centro : la nostra coscienza.
Ad alcuni potrebbe sembrare una ovvietà, ma il credere esser ovvio è ciò che caratterizza il centro.
#4725
Percorsi ed Esperienze / Indifferenza
19 Febbraio 2021, 21:51:31 PM
Quello della Pixar è un modello aziendale alternativo.
Si tratta di una scommessa che solo un genio pazzo poteva mettere in atto, ma è stata vinta.
Nella misura in cui una azienda deve essere creativa andrebbe quindi tenuto in conto, e mi chiedo quali aziende in Occidente, fatte  salve quelle statali, possano permettersi di non esserlo.
Immagino che in una azienda del genere la stragrande maggioranza dei dipendenti non produrrà nulla, ma là probabilità che si produca un idea nuova e giusta e vincente non è piccola.
Ammetto che ci vuole coraggio a mettere su un azienda del genere.
Ma a noi interessa in quanto esperimento sociale dove si dimostra che la diversità è una ricchezza, la cui produzione viene rallentata dalla naturale indifferenza.