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Messaggi - Eutidemo

#4771
Attualità / Re:Questione ILVA
06 Novembre 2019, 13:25:22 PM
Ciao Anthony. :)
Il mio era solo un paraddosso; poichè, ovviamente, anche se il DPCM, per far fronte agli esuberi, esclude il ricorso al licenziamento senza contestualmente escludere il ricorso alla eliminazione fisica degli operai in "surplus", questo non sottintende certo che lo "scudo penale" coprirebbe anche tale crimine. :D

***
In effetti, nel caso di specie, parlare di ""scudo penale" è assolutamente improprio, perchè si tratta di una "causa di non punibilità", cioè di una "scriminante" che rende lecito (o meglio, non punibile), un fatto che, di per sè, è contemplato da una norma incriminatrice come reato; è il caso, ad esempio, chi uccide per legittima difesa, il quale compie indubbiamente il reato di omicidio, e tuttavia non viene punito.
Al riguardo osservo che:

1)
La responsabilità penale è personale.
Per cui:
- il fatto di avere preso formalmente  in carico un'impianto che è una bomba ecologica, funzionante o non funzionante, non comporta "comunque" alcuna responsabilità penale per i soggetti subentranti, in quanto costoro, anche in assenza di "scudo" non sarebbero minimamente responsabili degli illeciti commessi da chi li ha preceduti;
-  una volta preso formalmente  in carico tale impianto, però, i soggetti subentranti divengono "ipso facto" responsabili degli illeciti successivamente commessi nella gestione dell'impianto in questione, anche se in prosecuzione ed in "continuazione" dei precedenti illeciti altrui.
Il cosiddetto "scudo" ha, almeno "teoricamernte", un senso solo in tale secondo caso!

***
"Praticamente", invece, lo specifico "scudo" non ha senso lo stesso, poichè se i gestori subentranti non spengono immediatamente un forno "antiecologico", per ragioni di sicurezza prettamente tecniche, costoro vengono comunque salvaguardati dalla generale "causa di non punibilità", denominata "stato di necessità"!
Non serve loro nessuno "scudo ad personam"!

***
Ed infatti, da un punto di vista tecnico, trattandosi di un ciclo integrato, non è che l'impianto si possa fermare dall'oggi al domani; certamente non basta soltanto pigiare un bottone.
Per fermare un impianto di tali dimensioni ci vogliono settimane, se non addirittura qualche mese; ed infatti, per via delle elevatissime temperature, l'impianto deve raffreddarsi secondo una calcolata progressione nel tempo, tale da non creare rotture a causa delle dilatazioni per il caldo e delle contrazioni per il raffreddamento...che potrebbero essere pericolosissime!
Da quando si decide di fermarlo a quando si può "toccare con mano", o eventualmente mandare qualcuno all'interno per fare ispezioni e controlli passano diverse settimane, anche mesi.

***
Resta poi da vedere se, come e quando un impianto debba essere effettivamente chiuso, per integrarlo ed innovarlo onde non nuocere nè prossimo nè all'ambiente; ma anche questa è una faccenda meramente tecnica, circa la quale non ho la benchè minima competenza.

***
Per cui, nel caso dell'ILVA, già esistendo scriminanti per casi simili, una scriminante apposita chiamata ambiguamente "scudo penale per l'ILVA", personalmente mi lascia molto perplesso.
Sembra quasi che si siano inventati tale termine per "gettare fumo negli occhi" (è il caso di dirlo); tanto è vero che si sono inventati un termine che in diritto "NON ESISTE", perchè, se avessero usato una terminologia esistente, si sarebbero scontrati subito con palesi incongruenze giuridiche.

***
In effetti, a mio parere, molto più coerentemente:
- o sarebbe stato meglio depenalizzare alcuni reati ecologici (laddove "veramente" pretestuosi);
- oppure come avevo già scritto, bisognava sancire cause di non punibilità per "tutti" gli amministratori ed i commissari di "qualsiasi società" che si trovino a dover operare risanamenti ambientali analoghi a quelli dell'ILVA, in quanto non si può stabilire una "specifica" causa di non punibilità solo per i gestori dell'ILVA.
Non si può scriminare solo Pierino: questo viola il principio di eguaglianza di cui all'art.3 della Costituzione, nonchè quello di astrattezza e generalità della norma penale!

Un saluto :)
#4772
Attualità / Re:Questione ILVA
05 Novembre 2019, 16:34:08 PM
E.C.
Scusate il refuso: "Non licet", non "Non licitur" (ero sotto l'effetto di analgesici, per un terribile dolore dischiena...ora torno aletto).
#4773
Attualità / Re:Questione ILVA
05 Novembre 2019, 14:42:03 PM
Ci sarebbero moltissimi aspetti da considerare al riguardo; dei quali, per ora, mi limito a considerare solo quello del cosiddetto  "Scudo penale salva ILVA"

***
Come è noto, con un'ordinanza dell'8 febbraio 2019, il GIP di Taranto ha sollevato questione di legittimità costituzionale di due disposizioni facenti parte della più ampia normativa c.d. "salva-Ilva" emanata dal legislatore a partire dal 2012, ossia di quel complesso di norme speciali, introdotte allo scopo di autorizzare "ex lege" la prosecuzione dell'attività produttiva dell'acciaieria ionica, nonostante il sequestro preventivo senza facoltà d'uso disposto dalla magistratura tarantina nell'ambito del noto maxi-procedimento per reati contro l'ambiente, l'incolumità pubblica e la salute pubblica a carico dei gestori pro tempore dello stabilimento.  
La questione è molto complessa intricata, e riguarda vari aspetti; per cui cercherò di concentrarmi solo sui principali, sintetizzandoli e semplificandoli al massimo (sia pure a rischio di quale imprecisione tecnica).

***
A mio avviso, pur nella successione delle varie leggi , il punto più ambiguo del cosidetto "scudo penale salva-Ilva" è quello in cui si sancisce che le condotte poste in essere in attuazione del piano del Piano approvato con D.P.C.M. del 14 marzo 2014, non possono dare luogo a responsabilità penale o amministrativa del commissario straordinario, dell'affittuario o acquirente e dei soggetti da questi funzionalmente delegati.
Il che, secondo me, è, nello stesso tempo:

1) Ambiguo.
Ed infatti,  una condotta posta in essere in attuazione di un piano approvato con D.P.C.M., non dovrebbe essere "in re ipsa" criminosa; altrimenti sarebbe da considerarsi tale anche il D.P.C.M.
Il che sarebbe paradossale!
Se, poi, ragionando per assurdo, per attuare tale piano, si gettassero negli altiforni qualche migliaio di operai, per evitare di doverli licenziare (visto che il piano esclude "espressamente" i licenziamenti ma non esclude, "espressamente", le uccisioni), dubito che lo "scudo penale" potrebbe "coprire" tale misfatto, in quanto compiuto per rispettare le espresse clausole del piano! ;D

2) Contrario al principio di astrattezza e di generalità della legge penale.
Ed infatti, in via di principio si possono sancire cause di non punibilità per "tutti" gli amministratori ed i commissari di "qualsiasi società" che si trovino a dover operare risanamenti ambientali analoghi a quelli dell'ILVA, però non si può stabilire una "specifica" causa di non punibilità solo per gli amministratori ed i commissari dell'ILVA. ;)
Secondo me, "Non licitur!"

Ci sarebbero molte altre cose di cui parlare, al riguardo, di cui qui manca lo spazio adeguato.
#4774
Racconti Inediti / Re:Un luogo particolare.
05 Novembre 2019, 06:35:36 AM
Ciao Jean. :)
Esatto! ;)
Quando io scrivo, e nello stesso tempo mi osservo farlo, a volte, effettivamente, ho la sensazione che ci sia ancor un livello dietro tutto questo; ed invero, se già la mia "esistenza" si svolge su due livelli di coscienza (sogno e veglia), perchè mai non dovrebbero essere entrambi sottesi da un terzo livello di coscienza.
Il quale, però, avendo la natura noumenica di "essenza", trascende il livelli dell'"esistenza" quotidiana; sia di sogno che di veglia!
Come tu scrivi, là in fondo, "forse", c'è una "luce oscura" che anima l'illusione, e che continua, in altri modi, ad animar il viaggio della coscienza nella non-veglia; e forse, anche,  nel "post-mortem" dell'IO individuale...che ritengo inevitabile ed inesorabile.

Un saluto, mon ami! ;)
#4775
Tematiche Filosofiche / Re:Transumanesimo e Sini
05 Novembre 2019, 06:18:08 AM
Ciao Green. :)
Come avevo scritto, avevo appena ascoltato i primi cinque minuti della videoconferenza (che ancora non ho avuto il tempo di completare), per cui il mio post non era affatto una critica a Sini; come mai avrei potuto criticare qualcosa che non conosco?

***
Io criticavo piuttosto l'utilizzo di una  terminologia impropriamente filosofica   ("transumanesimo", "trasvalutazione nicciana" ecc.), per inquadrare un fenomeno di mero carattere naturalistico, come la predisposizione dell'uomo, dalla preistoria ad oggi, a fare ricorso alla tecnologia per migliorare le proprie condizioni di vita; la filosofia è una cosa, ma il suo utilizzo terminologico improprio è un'altra cosa.

***
Quanto al fatto, come dici tu, che "io non abbia ancora capito cosa sia la filosofia, essendo essa l'esatto opposto di quello che io ho detto", considerato che nel mio post io non ho minimamente proposto alcuna definizione della filosofia, non riesco proprio a capire come essa possa essere "l'esatto opposto di quello che io NON ho mai detto". :D
Sotto il profilo logico-filosofico, la tua asserzione "non sequitur!"

***
Per cui attendo che tu mi dia la "tua" definizione di filosofia, perchè può anche darsi che coincida con la mia!

Un saluto! :)
#4776
Racconti Inediti / Re:Un luogo particolare.
04 Novembre 2019, 15:39:38 PM
Ciao Jean. :)
Bellissimo racconto; complimenti, sarebbe da pubblicare!
A volte a me capita la situazione inversa; come adesso, mentre ascolto e guardo sul mio secondo PC "LA PALOMA" nella versione "surrealista" di Cesar Salgueiro.
https://www.youtube.com/watch?v=nO_WB17XpeE&t=7s
Non mi trovo in un "luogo particolare", bensì in un "luogo normalissimo", cioè nel mio solito studio; però ho come la sensazione che possa essere soltanto una illusione.
Ed infatti anche la notte scorsa avevo sognato di essere qui, seduto alla scrivania, davanti al mio PC.
Però non c'ero!
Ed allora penso che, se c'è qualcosa dopo la morte, è necessariamente "fuori del tempo"; per cui, se da vivo, adesso, penso di dover "ancora" morire, una volta morto , però, per me non potrà più esserci nè un "prima" di morire nè un "dopo" essere morto.
Spariranno tutti i tempi, anche quelli dei verbi!
Per cui il mio "io post mortem" (ammesso che permanga, come razionalmente io non credo), adesso è qui, insieme a me; o meglio, "è" me.
E dal suo/mio punto di vista, in effetti, io sono già morto; ovvero, non sono ancora nato!
Il punto è che il ""già" ed l'"ancora" sono avverbi che hanno un senso relativo a chi vive nel mondo fisico; ma non più quando uno ne è uscito o deve entrarci.
Io sono vivo e nello stesso (non) tempo sono anche morto; quindi, forse, nessuna delle due cose!
Che strana sensazione!

Un saluto :)
#4777
Tematiche Filosofiche / Re:Transumanesimo e Sini
04 Novembre 2019, 14:27:37 PM
Ciao Sariputra. :)
A quanto risulta paleontologicamente e storicamente, a partire dalla scoperta dell'agricoltura, le società umane sono <<sempre>> state internamente divise tra:
- coloro che detenevano i capitali economici (mobili ed immobili), e quindi, rispetto agli altri, erano dotati di poteri e capacità "semidivine";
- coloro che, invece, disponevano per sopravvivere solo del proprio lavoro, libero o servile, ), e quindi, venivano direttamente o indirettamente "sfruttate".
Il capitalismo moderno è solo la declinazione attuale di tale deprecabile fenomeno; e neanche la peggiore.

***
Storicamente, infatti, questa differenziazione sociale, c'è sempre stata ovunque, sia pure con "relativi" alti (democrazia ateniese) e bassi (assolutismi orientali); e, purtroppo, c'è anche oggi, sebbene, "oggettivamente", molto meno che in passato.
Solo chi non ha mai aperto un libro di storia può sostenere il contrario.

***
Il che non significa "assolutamente" giustificare gli abusi del "finanzcapitalismo" globale; che resta pur sempre un abietto apparato di sfruttamento dell'uomo sull'uomo in ogni parte del pianeta: dagli USA alla CINA (senza trascurare l'Italia, ovviamente).

***
Tuttavia, lasciando da parte le "terrificanti" condizioni di diseguaglianza e povertà dei secoli passati, per quanto riguarda il presente il lentissimo "trend" verso migliori condizioni di vita sembra tuttavia inarrestabile.
Ed infatti, il 10% della popolazione mondiale viveva, nel 2015, con meno di 1,9 dollari al giorno, mentre due anni prima questa percentuale era dell'1,2%; il che significa che nel 2015, 735,9 milioni di persone hanno vissuto al di sotto della soglia di povertà, rispetto a 804,2 milioni di persone nel 2013.
Tuttavia, c'è da rilevare che, se, oggettivamente, la povertà è diminuita (di poco) in tutte le regioni del mondo, questo, però, non si è verificato nel Medio Oriente e del Nord Africa; in tali aree, infatti, soprattutto a causa dei conflitti in Siria e Yemen, il tasso di povertà è purtroppo aumentato al 5% nel 2015, dal 2,6% che c'era nel 2013.

***
A parte tale grave "controtendenza" geografica, dal 1990 al 2015, il tasso "generale" di povertà nel mondo, attualizzando ovviamente il valore della moneta, è passato dal 36% al 10%, cioè è diminuto di 1% all'anno; il che è molto poco, ma è già qualcosa.

***
Resta da vedere se, eliminando gli abusi del "finanzcapitalismo" globale, che resta pur sempre un abietto apparato di sfruttamento dell'uomo sull'uomo in ogni parte del pianeta, il tasso di eguaglianza potrebbe "ulteriormente" aumentare; personalmente sono convinto di sì, ma credo che la modifica dovrebbe essere razionale e avveduta, e non alla "sans façon" in base a semplici slogan di decerebrati estremisti.

***
Ed infatti, in Cambogia anche Pol Poth aveva provato ad eliminare drasticamente tutte le sia pur minime  diseguaglianze sociali e di ricchezza, sopprimendo a colpi di mitra chiunque portasse gli occhiali; ed infatti, venivano perseguitate e uccise tutte le persone che avessero un'istruzione (che sottintendeva di essere "ricchi"), per cui anche il solo fatto di portare gli occhiali era sufficiente per essere considerati come intellettuali e capitalisti, e, quindi, come nemici del popolo.
L'"equalizzatore" Pol Poth, in tal modo, in effetti, un po' di "eguaglianza" sociale indubbiamente la ottenne; quella della "livella" di Totò, cioè la MORTE!
Ed infatti, si rese responsabile della tortura e del massacro di circa un milione e mezzo di persone (compresi bambini, donne e anziani); cioè, in totale, circa un terzo della popolazione cambogiana perse la vita nel periodo tra il 1975 e il 1979, in quello che è tristemente noto come il "genocidio cambogiano".
Neanche Hitler Stalin e Mao, in proporzione, riuscirono ad a fare di meglio; o meglio, di peggio!

***
Per cui, fermo restando che secondo me occorre fermamente combattere gli attuali abusi del "finanzcapitalismo" globale, che resta pur sempre un abietto apparato di sfruttamento dell'uomo sull'uomo in ogni parte del pianeta, a mio avviso, però, occorre richiamare in auge la soluzione socialdemocratica post  "Bad Godesberg", e non lasciarsi andare ad insulse soluzioni populiste di sinistra o di destra; che, storicamente, checchè ne dica il catto-fascio-comunista Fusaro, hanno sempre aggravato il problema invece di risolverlo!
Un saluto! :)
#4778
Tematiche Filosofiche / Re:Transumanesimo e Sini
04 Novembre 2019, 13:30:41 PM
Ciao Ipazia :)
L'uomo cominciò a diventare "tecnologico" da quando prese a scheggiare la prima selce; non c'è nessuna differenza rispetto a quando iniziò ad utilizzare la stessa selce per realizzare il primo microchip di computer.
Si tratta solo di stadi successivi di maturazione tecnologica dell'"homo artifex"; niente di più e niente di meno.
Il  "superman tecnologico" e4 la "trasvalutazione nicciana" dal mitologico all'(trans)umano (archè e post ricondotto alla sua ontologia evolutiva naturale), sono solo "chiacchiere filosofiche" senza senso alcuno, da parte di chi non conosce la preistoria e la storia dell'essere umano.
Quanto alla mitologia scientifica, non ho idea di che cosa possa significare!
Un saluto! :)
#4779
Tematiche Filosofiche / Re:Transumanesimo e Sini
04 Novembre 2019, 05:12:34 AM
Ciao Green :)
Ho ascoltato soltanto l'inzio della "lectio magistralis" di Carlo Sini, che mi riprometto di guardare con più calma quando avrò tempo; tuttavia, se mi è consentito, vorrei comunque prospettare alcune considerazioni preliminari al riguardo.

***
Il "transumanesimo", a quanto ne so, sostiene l'uso delle scoperte scientifiche e tecnologiche per aumentare le capacità fisiche e cognitive e migliorare quegli aspetti della condizione umana che sono considerati indesiderabili, come la malattia e l'invecchiamento, in vista anche di una possibile trasformazione "post umana"; o "trans umana", se si preferisce tale terminologia.

***
Ma, a mio avviso, tale approccio epistemologico è completamente "mistificante", perchè dà per scontata la "fissità" degli organismi naturali, mentre invece non è affatto così; l'"uomo", infatti, non è un "lago", bensì un "fiume", in continua evoluzione e mutamento, sia per le condizioni esterne indipendenti da lui, sia per quelle che lui stesso ha creato e crea tecnologicamente da milioni di anni (non certo solo da oggi).


***
Ed infatti, non certo da oggi, ma "da sempre", l'uomo ha fatto intensivo uso delle "scoperte" e delle "invenzioni"  per aumentare le sue capacità fisiche e cognitive, nonchè per migliorare quegli aspetti della condizione umana che sono considerati indesiderabili, come la malattia e l'invecchiamento; quindi, volendo recepire il termine, l'"uomo" è sempre stato "transumano", perchè in continua evoluzione non solo "culturale", ma anche "filogenetica".

***
Ed infatti, milioni di anni fa, eravamo esclusivamente "fruttivori", poi, grazie all'uso di artefatti letali, siamo diventati anche "carnivori"; ed è solo da circa diecimila anni, in epoca "protostorica", che, dopo la scoperta dell'"allevamento", ci siamo assuefatti ereditariamente, filogeneticamente ed evoluzionisticamente, e non solo culturalmente,  anche a bere il "latte" animale (che, prima, per noi, era pressochè velenoso).
E potrei fare numerosi altri esempi!

***
Ovviamente, "tassonomicamente", io sto parlando del "genere" "homo" (o, al massimo, della "famiglia" "hominidae"), e non della "specie" "sapiens"; quest'ultima, infatti, che non esisteva prima della trasformazione originaria da una specie precedente, e che non esisterà più quando si trasformerà in una specie successiva, tuttavia, per adesso, ha una sua "specifica", sia pur transitoria, conformazione fisica e psichica.
Così come, per fare un esempio che calza solo per analogia, un adolescente, fisicamente e psicologicamente, non è più un bambino e non è ancora un uomo!
Tutto è sempre  "in fieri"!

***
Occorre peraltro considerare che l'evoluzione umana è sempre stata a "cespuglio" e non a "catena" (come, fittiziamente, nell'immagine sopra); mentre da oggi in poi, "forse", sarà soltanto a "catena".
Ma non si può mai dire!

***
Quanto al fatto che l'"uomo", a differenza di altri animali, sia sempre stato "prevalentemente" lui (ma non esclusivamente), a condizionare la propria evoluzione, questo è sempre stato vero; da un certo periodo in poi, forse, la cosa ha cominciato ad avvenire sempre più "consapevolmente".
Ma è tutto qui; sempre "umani" (o almeno "hominadae") resteremo...perchè ormai siamo "tassonomicamente" troppo specializzati, per diventare cervi!
Altrimenti, dovremmo dire che siamo già "transumani"...rispetto alla specie ominide che ci ha preceduto; almeno secondo quello che sarebbe stato il loro punto di vista!
Un saluto :)
#4780
Scienza e Tecnologia / Re:L'oggetto misterioso
03 Novembre 2019, 15:34:19 PM
Ha l'aspetto di una normalissima penna, ed infatti serve per scrivere: però la punta non ha nè sfere nè pennini, ma è composta di un nuovo materiale compatto di nome "ethergraf", che non si esaurisce mai.

Il fusto è di una nuova lega metallica più resistente dell'acciaio, ma più leggera della plastica.


***
Le sue caratteristiche specifiche sono le seguenti:

1)
Si tratta di uno strumento di scrittura progettato per lo spazio, realizzato in "magnesio pressofuso", un materiale ultraleggero con elevate prestazioni meccaniche.

2)
La lega metallica in "ethergraf", con cui è forgiata la punta, scrive per ossidazione senza necessitare di grafite o inchiostro, prestandosi quindi perfettamente alle caratteristiche ambientali delle stazioni spaziali, in cui i micro detriti prodotti dalla grafite delle normali matite sono molto pericolosi per il sistema di filtraggio.

3)
Il tratto è dovrebbe essere indelebile, ma, a mio parere, la cosa è alquanto discutibile; perchè il segno in effetti resta, ma è precipuamente quello della graffiatura sulla carta.

4)
E' lunga 16 centimetri e pesa 15grammi.

Un saluto :)
#4781
Attualità / Dove aveva mirato Valerio Del Grosso?
31 Ottobre 2019, 15:57:29 PM
Valerio Del Grosso, uno dei due ventunenni indiziati per l'omicidio di Luca Sacchi, ucciso davanti al pub John Cabot a Roma, ha dichiarato a verbale: "Non volevo ucciderlo, il rinculo della pistola me lo ha fatto colpire in testa".
Con ogni probabilità, almeno secondo me, Valerio Del Grosso mente!

***
Ed infatti, innanzitutto, lui confonde il "rinculo" con il "rilevamento", in quanto:
1)
Il "rinculo"  non è che un effetto del terzo principio della dinamica secondo il quale ad ogni azione ne corrisponde una uguale e contraria; per cui l'arretramento avviene in senso orizzontale, senza provocare alcun sollevamento della canna.
2)
Lui, evidentemente, intende riferirsi al "rilevamento" dell'arma al momento dello sparo, che è dovuto al "disassamento" esistente tra la canna e il braccio del tiratore; in tal caso, il terzo principio della dinamica non c'entra niente, in quanto entra in gioco il principio della "leva", poichè lo sparo   provoca un movimento torcente che si scarica sul "fulcro" dato dal polso del tiratore provocando la rotazione che genera il rilevamento verso l'alto della canna.

***
Ciò premesso, errore terminologico a parte, nel caso di specie, a mio avviso, la "scusante" di Del Grosso è priva di fondamento, in quanto:
A)
Se effettivamente lui non voleva uccidere, avrebbe mirato alle gambe o all'anca o alla spalla; e, in tali casi, se l'arma avesse "rilevato" in nessun caso il colpo sarebbe arrivato alla testa, perchè il rilevamento:
- è in senso verticale, e non laterale;
 - non sposta in alto più di tanto a breve distanza.
Per  arrivare alla testa a causa del rilevamento, quindi, il colpo doveva essere stato mirato al petto; per cui sempre di un colpo con intenzioni letali si sarebbe trattato.
B)
In ogni caso, il rilevamento dell'arma avviene "dopo" lo sparo, per cui non devia praticamente mai in alto il primo colpo (come quello che ha ucciso Luca); ma, semmai, i successivi, se non si è rapidi a "riallineare" la canna.
C)
In genere, anzi è l'istintiva paura psicologica del rilevamente a provocare un aumento involontario della forza applicata sull'impugnatura che fa abbassare l'arma, deviandola dalla linea di mira, e portando il colpo più in basso...e non più in alto.
Il che accade sia ai tiratori inesperti che a quelli esperti, come posso testimoniare per esperienza diretta.
Il primo colpo, in genere, è sempre più basso del desiderato.
***
Ad ogni modo io non sono un perito balistico, per cui prendete quanto ho scritto "cum grano salis" e con cauto beneficio d'inventario! ;)
#4782
Tematiche Filosofiche / Re:Che cosa è il "dubbio"?
30 Ottobre 2019, 04:37:00 AM
Ciao Bob :)
Io riferivo soltanto il giudizio di Goethe, che non corrisponde del tutto a quello mio.
Quanto a Platone, detesto la sua Repubblica, ma amo anche io il suo Parmenide.
Un saluto! :)
#4783
Tematiche Filosofiche / Re:Che cosa è il "dubbio"?
28 Ottobre 2019, 14:14:50 PM
Ciao Bob :)
Quanto al fatto che che io ho lo sguardo rivolto alla terra, mentre il tuo è rivolto al cielo, questo mi ricorda moltissimo la controversa interpretazione del famoso affresco di Raffaello Sanzio, "La scuola di Atene".

In tale affresco Platone e Aristotele rappresentano i due principali poli di aggregazione delle altre figure, raffigurando in qualche modo la complementarità tra scuola platonica e scuola aristotelica.

***
Uno degli spunti interpretativi più fecondi riguarda la postura delle mani di Platone e Aristotele, posti al centro dell'affresco:
1)
Platone con l'indice rivolto al cielo, al mondo delle idee, luogo trascendente della verità;
2) Aristotele invece con la mano aperta verso il basso, sulla natura, da comprendere nel suo divenire.
Il che ci riporta ad una questione epistemologica ancora attualissima, e cioè che la ricerca della verità comincia nella scelta di ciò che riteniamo degno di essere conosciuto; cioè, chiedersi dove sia da cercare la "verità".
Il che, superando il "dubbio" è un esercizio irrinunciabile per evitare di pensare dentro le gabbie di un pensiero, come spesso accade oggi.

***
Al riguardo Goethe scrisse:
- "Platone si rapporta al mondo come potrebbe fare uno spirito beato cui piaccia soggiornare per qualche tempo sulla terra; quello che gli interessa non è tanto giungere a conoscere il mondo, quanto comunicargli ciò di cui esso ha bisogno.
- "Aristotele, invece, sta in rapporto al mondo come un uomo, e come un architetto; egli è qui una volta sola, e qui deve fare e creare."

***
Secondo me, invece, poichè Aristotile non ha l'indice puntato verso la terra, bensì una mano aperta tra la terra ed il cielo, lui intende dire che il cielo e la terra sono espressione di una stessa realtà non dualistica. l'ESSERE!

***
E, come diceva Shakespeare, noi non siamo altro che "vermi che strisciano tra la terra ed il cielo!"

Un saluto! :)
#4784
Tematiche Filosofiche / Re:Che cosa è il "dubbio"?
27 Ottobre 2019, 13:24:27 PM
Ciao Bob. :)
Hai ragione nel rilevare che: "...la distinzione tra noumenico e fenomenico può essere necessaria per una prima analisi, ma diventa fuorviante se intesa come un'effettiva differenza tra due modi distinti di dubitare...il dubbio, infatti, è uno solo."
Ed infatti, la differenza;
- non è tanto nel "modo" di dubitare tipico del "soggetto", che può essere più o meno titubante o deciso nell'affrontare il dubbio a seconda del suo carattere e modo di ragionare, ma che, però, sempre quello caratterialmente e intellettualmente rimane;
- quanto, piuttosto, nell'"oggetto" del dubbio, in quanto è molto più difficile dubitare del fatto che domani sorgerà ancora il sole (cosa che, comunque, non è certa), di quanto sia difficile dubitare dell'esistenza di Dio; salvo rare eccezioni è così -quasi- per tutti, a prescindere dal loro diverso carattere e modo di ragionare.

***
E' anche vero che il cosiddetto sapere altro non è che una continua vittoria contro il dubbio; in cui si vince sempre una battaglia, ma mai la guerra.

***
Molto interessante anche la tua successiva considerazione, per la quale il pensiero è essenzialmente un dialogo, che io instauro con me stesso, per cui devo scindermi in due proponendo e dubitando.
Ed infatti, è proprio così!

***
Quanto alla fede, secondo me, le più belle definizioni al riguardo sono:
a)
"Fides est sperandarum substantia rerum, et argumentum non apparentium" (Lettera agli Ebrei XI, 1), che Dante traduce "Fede è sustanza di cose sperate, ed argomento de le non parventi" (Paradiso XXIV, 64) .
Cioè, detto in soldoni: "Non ho alcuna prova che ciò sia vero, ma ci voglio credere lo stesso, perchè spero ardentemente che lo sia!"
b)
"Credo quia absurdum", frase incertamente attribuita a Tertulliano, è invece di molto più difficile interpretazione, perchè di primo acchito sembra addirittura autocontradditoria; al riguardo occorrerebbe aprire un apposito TOPIC.
Secondo me (sebbene io ci debba riflettere ancora "molto" sopra), se traduciamo "absurdum" con "non credibile", si tratterebbe davvero di una affermazione autocontradditoria; ed infatti suonerebbe: "Ci credo perchè non è credibile!".
Il che non ha senso!
Per cui:
- o si interpreta "absurdum"  nel suo senso etimologico latino di "stonato", (der. di surdus "sordo"), cioè di cose o fatti in sè non contraddittori, ma "quasi" incredibili per la loro stranezza o eccezionalità, come, per esempio la resurrezione di Cristo;
- oppure si interpreta "absurdum"  in senso "metaforico", ed allora ci si può davvero sbizzarrire.
Ma non è questo il luogo.

Un saluto! :)
#4785
Tematiche Filosofiche / Re:Che cosa è il "dubbio"?
26 Ottobre 2019, 14:17:13 PM
Ciao Ipazia. :)
A dire il vero, come pure dice la Treccani, le origini dell'ermeneutica risalgono al mondo classico, dove essa sorse per stabilire l'esatto senso dei testi letterari (per es., i poemi omerici), sceverarne le parti autentiche da quelle spurie, ricostruirne l'organicità della struttura e del linguaggio.
Successivamente, con il cristianesimo, divenne la scienza di interpretazione degli scritti biblici, al fine di rintracciare un significato più profondo e diverso da quello immediatamente offerto dal testo.
Per cui, in effetti, l'ermeneutica non è nata nei tribunali, dove oggi viene applicata in base a quanto previsto dall'art.12 delle "Preleggi"; il quale prevede che nell'applicare la legge non si può ad essa attribuire altro senso che quello fatto palese dal significato proprio delle parole secondo la connessione di esse, e dalla intenzione del legislatore.

*** 
Peraltro:
- se una controversia non può essere decisa con una precisa disposizione di legge, si ha riguardo alle disposizioni che regolano casi simili o materie analoghe; 
- se, infine, il caso rimane ancora dubbio, si decide secondo i principi generali dell'ordinamento giuridico dello Stato.

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Però hai ragione nel dire che l'ermeneutica giuridica, sebbene disciplinata dalla legge,  comporta un giudizio dei tribunali che si trova all'incrocio tra:
- l'"oggettività scientifica" dei fatti;
- e la "soggettività" dei giudici. 
La Tosca è sempre la stessa opera, ma l'interpretazione varia a seconda dei tenori e dei soprani che la cantano!

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Però occorre stare molto attenti a non confondere:
- l'interpretazione del diritto, a cui provvedono i giudici (ermeneutica o esegesi giuridica);
- l'interpretazione dei fatti, che, solitamente, i giudici, demandano ai periti.
Tutto ciò, in base all'antico brocardo: "Da mihi factum, et dabo tibi ius" (accertami il fatto ed io ti darò il diritto).

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E quando il "fumus" sui fatti è denso, come nel caso di Ustica, il problema non è tanto di carattere ermeneutico (cioè, relativo all'interpretazione della legge), quanto, piuttosto, di carattere accertativo extragiuridico.  

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Al riguardo, invero, il giurista Pietro Grasso non offre tanto una chiave meta-ermeneutica del diritto, quanto, piuttosto, un criterio di valutazione oggettiva (possibilmente scientifica) delle prove; che è cosa diversa dalla esegesi giuridica.

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E' tuttavia vero, come tu scrivi, che la verità ha le sue gradazioni che da un lato sprofondano nella mitologia e dall'altro si approssimano alla certezza.

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Quanto al fatto che è per questo "Gradus ad Parnassum", come scrivi tu, che il "metodo scientifico" ha vinto e continua a vincere, almeno nei campi dove incontrovertibilmente dimostra di funzionare, sono perfettamente d'accordo con te.

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Però non sono ben sicuro se, per "Gradus ad Parnassum", intendi il dipinto a olio su tela di Paul Klee, ovvero i 100 esercizi pianistici di livello avanzato, che il compositore italiano Muzio Clementi compose a scopo didattico.
Ma, probabilmente, per "Gradus ad Parnassum", tu intendevi, genericamente, la necessità di misurare bene ogni singolo passo con il quale si procede verso la "verità"; e non saltare a casaccio, non scavalcare quei primi gradini che costituiscono la base imprescindibile di tutto il successivo percorso di ascesa.
Ed anche su questo sono pienamente d'accordo.

Un saluto! :)