Citazione di: bobmax il 28 Marzo 2023, 15:25:11 PMIl "volere" non è mai libero.Questa riflessione non può risolversi che in un fatalismo totale. Come faccio a constatare il mio non essere senza essere? Se non ha senso il voler amare o il voler perdonare non ha senso neppure il voler constatare il mio non essere. Se non sono padrone della mia volontà o , per meglio dire, che la mia volontà mi è padrona non posso neppure volere quello che mi viene richiesto per Essere. Tutto avviene allora per moto proprio ed io non sono responsabile proprio di nulla. Se ho inteso bene quello che intendi dire. Io proprio NON CI SONO. Sono solo una manifestazione impersonale di qualcosa sulla quale non esercito ovviamente nessun volere. Io voglio semplicemente quello che essa vuole. Però perché allora adesso io NON VOGLIO ciò che Essa vuole? O per meglio dire: perché essa è scissa in se stessa nel volere E non volere allo stesso tempo? Perché si nasconde a se stessa?
Non si può che volere ciò che si vuole.
Cioè è una illusione che vi sia la possibilità di volere diversamente da ciò che si vuole.
Perciò il volere può pure essere non considerato, perché è solo un riflesso del sentimento presente.
Amo, odio, perdono... questo è quanto.
Ma non ha alcun senso "voler" amare, "voler" odiare, "voler" perdonare.
Amo, odio, perdono, senza che vi sia alternativa.
E amo, odio, perdono, perché questo io sono.
Non mi va bene quello che sono?
Questo non "andar bene" significa non riconoscermi in ciò che sono. Rifiutare me stesso. Constatare il mio non essere.
Null'altro che questo mi è concesso.
Ma non è pure tutto quello che mi viene richiesto, per Essere?