Ciao Eutidemo, tu dici che e' quasi scomparsa la prospettiva rivoluzionaria di sinistra, e purtroppo hai ragione.
Il punto e' che in una prospettiva rivoluzionaria di sinistra proprio non ci puo' essere distinzione e differenza, tra chi e' ridotto alla fame e chi e' un perseguitato politico, perche', in questa particolare prospettiva, chi oggigiorno, nel mondo, e' ridotto alla fame e' un perseguitato politico del capitalismo.
Avere fame mentre ci sono le possibilita' organizzative e tecniche affinche' mangino tutti e' a tutti gli effetti persecuzione politica.
Molti non concorderanno con questo, e ok, ma io qui voglio dire solo che concordare con questo e' il minimo indispensabile, oggigiorno, per essere personalmente in una prospettiva rivoluzionaria di sinistra.
Si guardino per esempio gli articoli 2, 3, 31, e 32 della Costituzione italiana.
Il diritto alla salute e' una liberta' democratica, e chi ha fame, e' leso nel diritto alla salute, quindi non vedo perche' non dovrebbe trovare asilo politico in Italia.
Chi ha fame e' leso nel diritto alla vita, a un lavoro con un salario decente, alla casa, insomma e' leso in tutti i diritti sociali. Mezzi di espressione minimi ai fini dell'espressione di qualunque altra, eventuale "liberta' democratica" .
Leso anche e soprattutto da omissioni in atti politici, economici e organizzativi di integrazione sociale favorevoli nei suoi confronti, cioe' nei confronti di chiunque abbia fame e sia indigente, atti che la Costituzione, val la pena di ricordarlo designa come chiaramente obbigatori.
Chi fugge dalla fame, e' un perseguitato politico. Ha diritto di asilo tanto quanto chi fugge dalla guerra.
La fame mentre chi ti abita a un migliaio di chilometri ha la pancia piena, oltre a chiamarsi fame, ha pure un ben preciso secondo nome, dai benpensati raramente pronuciato: si chiama anche essa... guerra. Al pari di tante altre guerre e forme di guerra.
Vi sembra esagerato?
Allora facciamoci la domanda opposta. Se io mangio in abbondanza una quantita' di cibo che basterebbe anche per te, cioe' mangio per due, e tu non mangi, io e te, in quanto a rapporti sociali specificamente intercorrenti tra di noi, siamo in pace? La parola che e' il contrario di guerra?
Questa, e' la base, della prospettiva rivoluzionaria di sinistra ad oggi ancora possibile.
Il punto e' che in una prospettiva rivoluzionaria di sinistra proprio non ci puo' essere distinzione e differenza, tra chi e' ridotto alla fame e chi e' un perseguitato politico, perche', in questa particolare prospettiva, chi oggigiorno, nel mondo, e' ridotto alla fame e' un perseguitato politico del capitalismo.
Avere fame mentre ci sono le possibilita' organizzative e tecniche affinche' mangino tutti e' a tutti gli effetti persecuzione politica.
Molti non concorderanno con questo, e ok, ma io qui voglio dire solo che concordare con questo e' il minimo indispensabile, oggigiorno, per essere personalmente in una prospettiva rivoluzionaria di sinistra.
Si guardino per esempio gli articoli 2, 3, 31, e 32 della Costituzione italiana.
Il diritto alla salute e' una liberta' democratica, e chi ha fame, e' leso nel diritto alla salute, quindi non vedo perche' non dovrebbe trovare asilo politico in Italia.
Chi ha fame e' leso nel diritto alla vita, a un lavoro con un salario decente, alla casa, insomma e' leso in tutti i diritti sociali. Mezzi di espressione minimi ai fini dell'espressione di qualunque altra, eventuale "liberta' democratica" .
Leso anche e soprattutto da omissioni in atti politici, economici e organizzativi di integrazione sociale favorevoli nei suoi confronti, cioe' nei confronti di chiunque abbia fame e sia indigente, atti che la Costituzione, val la pena di ricordarlo designa come chiaramente obbigatori.
Chi fugge dalla fame, e' un perseguitato politico. Ha diritto di asilo tanto quanto chi fugge dalla guerra.
La fame mentre chi ti abita a un migliaio di chilometri ha la pancia piena, oltre a chiamarsi fame, ha pure un ben preciso secondo nome, dai benpensati raramente pronuciato: si chiama anche essa... guerra. Al pari di tante altre guerre e forme di guerra.
Vi sembra esagerato?
Allora facciamoci la domanda opposta. Se io mangio in abbondanza una quantita' di cibo che basterebbe anche per te, cioe' mangio per due, e tu non mangi, io e te, in quanto a rapporti sociali specificamente intercorrenti tra di noi, siamo in pace? La parola che e' il contrario di guerra?
Questa, e' la base, della prospettiva rivoluzionaria di sinistra ad oggi ancora possibile.