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Messaggi - paul11

#481
Tematiche Filosofiche / Re:Fisica e Tempo
19 Ottobre 2019, 15:25:15 PM
Ciao Aperion,
grazie per il tuo post sempre puntuale e squisitamente gentile.
Fra Platone e Kant vi sono forti differenze di impostazione filosfiche alla base.
Kant è illuminista e legato alla scientificizzazione della filosofia, per questo inventa gli a-priori e il noumeno, derivando la sua filosofia dagli empiristi.
Il metodo di Platone è squisitamente dialettico deduttivo razionale, per cui segue l'aspetto mentale senza quella paura kantiana di andare oltre il mondo sensibile.

Penso che proprio i tuoi studi sulle fisiche moderne e classiche, ti aiutino mentalmente a capire la meta-fisica.
A me sembra quasi parossistico che la filosofia moderna, soprattutto nel periodo illuministico, abbia seguito la fisica classica quando a fine Ottocento entrerà in crisi con l'unificazione del magnetismo e dell'elettricità grazie a Maxweel e la nascita di matematiche e geometrie moderne.
Si configura una fisica più meta-fisica filosoficamente, per questo oggi c'è una rivisitazione dei classici greci.

Seguendo il filone filosofico Brentano(psicologia empirica) e la fenomenologia di Husserl, che nasce proprio quando si manifesta la crisi delle scienze a cavallo fra ottocento/novecento, Heidegger, di cui ho scritto, immagina il tempo futuro come una forma attualizzabile dell'Essere nell'orizzonte temporale. Non a caso è celebre il suo testo "Essere e tempo".
E' il tentativo di dare un senso all'esistenza dentro l'arco temporale che è più mentale che fisico, è più filosofia che scienza sperimentale, in quanto la mente riesce ad attualizzare i ricordi e il futuro presentifcandolo nell'oggi.
#482
Tematiche Filosofiche / Re:La serenità d'animo
19 Ottobre 2019, 14:25:31 PM
Ciao daniele75,
sì è vero che il marketing sa utilizzare bene la parte impulsiva emotiva.

Ciao Viator,
la tua esposizione inizialmente dice che la natura non ha intenzioni e poi ti contraddici presentando
una lunga argomentazione teleologica sulla natura.
La natura ha o non ha uno scopo?

Dal mio balcone sul mondo, vedo una natura che si conforma in base a pressione, temperatura,
radiazioni solari, ecc. prima ci devono essere condizioni fisiche, poi la parte organica può avere avvento e variegatezza in funzione dell'ecosistema,
La natura ha regole non intenzioni o scopi così come l'astrofisica che ne crea le condizioni(un pianeta può avere vita in funzione della lontananza dalla sua stella e riceve energia sotto le radiazioni solari(stellari).

Non so se sia così raffinata la nostra intelligenza umana, molti interventi in diverse discussioni mi fanno pensare che forse era meglio non essere intelligenti (si creano meno problemi mentali) e nascere pecore, cavalli, protozoi,ecc.

Fin quando non sarà dimostrato che la nostra mente, che non corrisponde al cervello ,ma che esiste grazie al cervello, sia una evoluzione naturale, riterrò più razionale pensare che esistono più domini intersecati,di cui fa parte anche lo spirito.
La mente produce matematiche, logiche che non nascono nei boschi, nei campi, nel mare.
Saluti
#483
Tematiche Spirituali / Re:Dies Irae
19 Ottobre 2019, 00:14:05 AM
Era già prima delle religioni, nel linguaggio dei miti ciò che sarebbe accaduto all'uomo nella storia, il fuoco della conoscenza, il peso del mondo sulle spalle, il vaso di Pandora con le sue afflizioni.
Ma a sua volta la cultura greca li aveva imparati dalle più antiche culture.
La religione ha stigmatizzato, sacralizzando i limiti, i paletti dei domini secondo ordini già prescritti prima delle consacrazioni religiose.

Questo ha limitato l'uomo, lo ha condizionato nelle pratiche. Ma la conoscenza naturale ha aperto le porte della tecnica e l'uomo si è accorto che più conosceva più si apriva un mondo di possibilità.
L'ultimo paradigma era affondare il sacro per togliere i limiti on il dio è morto.
Tolti i paletti, tolto dio, è rimasto l'uomo con la sua tecnica sempre più potente per cui l'uomo è diventato dio se lo intendiamo come potenza creatrice come artefice e trasformatrice.
Ma sono nati i deliri umani, perché ad ogni uomo si è aperta la porta del possibile che un tempo era invalicabile per l'ambiguità della natura umana di portare con sé anche i disastri.
Ma l'uomo non è solo natura, è maschera che vive di fantasmi e la potenza sulla natura non la domina affatto in quanto la sostenta. L'uomo non può mutare gli ordini dei domini a cominciare dalla nascita e della morte. I limiti e attenersi alla regola dei domini, nel senso che l'uomo doveva stare al suo posto rispettando natura e dio, il cielo e la terra e ciò teneva insieme le comunità identificandosi sui paradigmi del rispetto prima ancora delle legislazioni umane. A questo servivano le prescrizioni religiose.

Ora ,e lo ribadisco, se si ritengono le religioni superate, non morirà mai la spiritualità che le ha generate, perché lì abitano i fantasmi umani,quelle domande fondative, i primitivi.
Così come il termine etimologico di persona è "maschera",derivando dall'antica tragedia greca.
E' necessario se si vuole una umanità che sappia convivere che vi siano limiti in relazioni a regole non umane, semmai interpretate dagli umani, su come misurarsi e quindi limitarsi che significa rispettare i propri simili in funzione dei domini naturali e celesti, riacquisendo il nomos pindarico.
Non vedo altre strade percorribili. Ma realisticamente invece continuerà il delirio di onnipotenza investendo la propria cultura nella tecnica, nel potere nelle nuove scienze.

La religione secolarizzata probabilmente finirà, era già scritto nelle profezie.
#484
Tematiche Filosofiche / Re:La serenità d'animo
18 Ottobre 2019, 17:11:14 PM
ciao Daniele75,
Penso che l'uomo non sia riducibile a meccanismo biologico, per il semplice fatto che può pensare al suo stesso meccanismo biologico.
Non penso che l'uomo debba essere funzionale e riduttivamente rispondere alla domanda riproduttiva; sarebbe stato meglio nascere stalloni e non pensare.
Se il DNA rispondesse e riponesse la continuità biologica solo sotto l'aspetto chimico fisico, non si capisce perché pensiamo e perché allora il pensiero stesso non sia evolutivo almeno quanto il riprodursi.

Sono d'accordo che meditazione e contemplazione siano importanti, direi fondamentali .
L'uomo lavora su due aspetti e li relaziona : il dentro di sè(il suo mondo) e il fuori di sé (il mondo che ci circonda, il sistema ambiente)
L'uno e l'altro si relazionano e quindi pensare solo ad uno degli aspetti ,il proprio Sè o solo l'ambiente, crea problematiche e sono queste a non darci serenità.

Almeno fossimo non dico illuminati come Buddha, ma su quelle vie, saremmo in un mondo globale più pacifico e molto più probabilmente più gratificante per ciascuno di noi.

Lo stato di felicità se agisce biochimicamente è altrettanto vero che è indotta anche da meccanismi
psicologici e direi pure spirituali. Noi troviamo buono un cibo che il nostro corpo naturalmente può assimilare non buono ciò che il corpo trova nocivo.
Ma è altrettanto vero che agendo psicologicamente , ad es.con la meditazione e contemplazione posiamo allenare lo stato psico fisico di un organismo e quindi il mentale, non dico ad essere felici, ma essere sereni; ma è anche vero che dipende, da quanto ho scritto precedentemente, da come abbiamo costruito il sistema di relazione fra noi " il Sè" e l'ambiente in cui vivamo.
Il segreto penso sia nel come noi affrontiamo in generale la vita e via via come affrontiamo gli eventi.
#485
Tematiche Filosofiche / Re:Fisica e Tempo
18 Ottobre 2019, 16:37:08 PM
Il tempo anche filosofico

il contributo principale di Kant al concetto di tempo è nell'Analitica dei principi,nella trattazione della seconda analogica o principio delle serie temporali secondo la legge della causalità. Quì Kant opera la riduzione dell'ordine di successione all'ordine causale

Einstein non ha innovato il concetto tradizionale di tempo come ordine di successione: ha solo negato che l'ordine di successione fosse unico e assoluto.


Per Heidegger il tempo è la struttura della possibilità e progettazione; il tempo è autentico e originario, esso è l'avvenire dell'ente a se stesso nel mantenimento della possibilità caratteristica come tale. Avvenire per Heidegger non significa un'ora che non è ancora divenuta attuale e che lo diverrà, ma l'infuturamento per cui l'Esserci perviene a se stesso, in base al suo proprio poter-essere. Il tempo è ciò che si prospetta nell'avvenire è ciò che è già stato; e a sua volta ciò che è già stato è ciò che si prospetta nell'avvenire.

Il tempo nell'orizzonte modale: se due eventi contemporanei per un certo sistema di riferimento, possono non esserlo per un altro , il tempo non è un ordine necessario , ma la possibilità di più ordini; ciò ancheper il contributo della relatività einsteniana
#486
Tematiche Spirituali / Re:Dies Irae
18 Ottobre 2019, 14:40:35 PM
ciao Green,
La mia personale amarezza, condivisibile con quanto scrivi, è nel constatare la profonda frattura fra pratiche ai diversi livelli (dal funzionario pubblico e l'operatore in fabbrica, allo Stato) correlati alla cultura dominante che ormai è riconducibile fra promesse scientifiche, tecniche che divideranno ancora più le conoscenze (fra chi le pensa e le crea da chi li fruisce e subisce) e un coacervo di pensieri anche filosofici che in nulla impattano sulle teoresi e prassi. Nemmeno il pensiero conta, è obsoleto dai sistemi algoritmici ed euristici; fra poco sarà dichiarato l'uomo essendo irrazionale, inefficiente ed inefficace come futuro animale in via di estinzione.
E' di ieri la dichiarazione del giudice antimafia che  avanza la corruzione nel sistema pubblico, è di oggi la notizia che una statua romana ritrovata è stata rubata grazie ad un guardiano di un cimitero; che le opere pubbliche stradali in appalto non sono state eseguite ad arte grazie a corruzioni di operatori ANAS.
Quando non sono più i potenti ad essere corrotti, quando i livelli sono trasversali e onnicomprensivi, la metastasi del cancro che si diffonde chiedendo :"quanti soldi vuoi per chiudere un occhio, la mente, la morale, l'etica" e dove la vita è un prezzo come per ogni cibaglia di un supermercato, altro che amarezza siamo in una plutoumanità che ha perso totalmente il senno dove un amore è appropriazione (quanti ammazzano la fidanzata perché li ha lasciti): la sindrome dell'abbandono è diventata assassinio.
Il sintomo è chiaro: l'umanità ha forti disagi e difficoltà non a sopravvivere almeno in occidente, dove un riparo e il cibo non dico che è sicuro, ma quasi; manca lo stato di serenità interiore e mancano i paradigmi esterni. Questi ultimi anticamente erano sacri, inviolabili. Manca una sacralità dissacralizzata che si riconsacri anche laicamente su nuovi o antichi paradigmi ristrutturati.
Non c'è via di uscita culturale se la cultura sarà ancora una guida, diversamente si cadrà sull' ognuno per sé, raccogliendo spoglie mortali di vittime di questo sistema ,mai stato così libero ed eguale per certi versi, così comodo,...da averci rincoglioniti.
#487
ciao ALtamarea,
Ci sono ere glaciali, ci sono fasi interne alle ere geologiche, ecc.
La cultura per certi versi ha lo stesso movimento.
Dipende dai parametri scelti: è più importante la radiazione solare o la quantità di CO2?
Se non è chiaro l'ordinamento gerarchico a cui noi facciamo riferimento,anche in noi stessi,
una sintesi dichiarata di decadenza, ma molti possono pensare di ascendenza invece, priva di analisi, non dice nulla della cultura occidentale.
Per quanto riguarda il solo cristianesimo dovremmo dire se oggi ,esso stesso, è in decadenza, stasi ascendenza: rispetto a chi e che cosa?
Si discute di comportamenti? Allora è etica. Ma l'etica senza principi morali è in balia delle mille correnti culturali da parecchi secoli ormai.
Il cristianesimo da solo non è cultura occidentale. Semmai si è innestato dopo e ha avuto grande influenza.
L'illuminismo ha perso, altro che vinto, perché non ha saputo costruire una cultura che inglobasse il mito antico, come giustamente scrivono Horkheimer ed Adorno, non ha affatto superato l'antichità, e i seri filosofi lo sanno, perché le culture uscite dall'umanesimo sono entrate almeno in crisi quanto il cristianesimo moderno. Non hanno superato i fantasmi e le maschere umane.
La domanda forse ancora più importante,anche se è implicita, da porsi è :cosa ci aspettiamo dal mondo? Con dentro noi stessi, non solo come osservatori.

Ritornando alla riflessione del cardinale:cosa vuol dire cristianesimo? Ci sono mille cristianesimi, migliaia di interpretazioni, correnti teologiche, secolariste, milenariste. Quelli di oggi è in suicidio, ha scambiato l'origine apostolica del Vangelo con la politica del consenso popolare.
Dove sono i principi morali che indicavano le etiche, i comportamenti correlati alle morali.
La Chiesa romana è ancora originaria, e se non lo fosse, quanto e quando si è differenziata?
Il comunismo, il socialismo sono ancora originari?

Allora vediamo che tutto è in crisi e vige,per così dire poiché priva di afflato, la sottocultura anglosassone con il pragmatismo della potenza statunitense, una delle peggiori culture emerse nella storia umana:quello dell' utile per sé, dell'opportunismo, del carrierismo sulle spoglie degli altri, che usa e abusa ,perchè non può fare a meno dei potenti dispositivi culturali(che quindi non sono superabili come paradigmi per le maschere e fantasmi umani) del "Dio è dalla nostra parte".

La globalizzazione sta alla cultura statunitense ,artefice di una cultura anglosassone che sottomette inglobando le etnie interne da sfruttare.
E' potenza priva di Cultura (con la C maiuscola), è marasma culturale la cui unica identità nasce dalal cultura del nemico, allora si coagulano, allora l'afro-americano è sul fronte insieme all'irlandese.Le politiche espansive essendo prive di culture, sopprimono l'Altrui ,masenza ucciderlo fisicamente, inglobandolo in quellacultura tipicamente inglese uscita dagli empiristi scozzesi, inglesi,per cui il mondo è conquista, non incontro

Questa non è pacificazione, perchè non supera il conflitto origianrio, è protettorato, è prostituzione culturale, è pusher dello spirito, è il trasformismo su scala mondaile di una cultura che non supera ltre culture inglobandole, rimarrà sempre il portoricano e l'afroamericano come etnia culturale propria che ostenta una propria identità.Così le metropoli rispecchiano nei suoi Harlem, cina thown, una cultura con sottoculture, e il sincretismo è un Luna Park da costruire,per far dimenticare i problemi reali, i conflitti.

Un tempo i barbari diventavano nuove civiltà, perchè sapevano prendere il meglio(o almeno ci tentavano) da chi li aveva conquistati, e la storia era il passaggio di testimone di culture geograficcamente diverse.
Se la conquista è l'indole dell' uomo occidentale, rispetto alle miriadi di etnie che preferirono stanziarsi e viverviin santa pace,
se è altrettanto vero che odio, invidia, potere, avidità, persistono da sempre, è altrettanto vero che lo sterminio nasce nella modernità,ed è tutto dire su che cosa significhi progresso.Della tecnica sicuro...ma dell'uomo che ne è?
#488
Attualità / Re:Crocefisso il classe?
12 Ottobre 2019, 15:15:14 PM
Non entro direttamente nella discussione, perché si confonde Chi è andato su quella croce, con chi ne ha costruito interpretazioni e addirittura chi ne ha costruito poteri secolari: è da vedere se le interpretazioni e i poteri sono coerenti con Chi è stato crocefisso.

Il crocefisso è (o era) posto sopra il giudice, come lo è(o era) posto sopra la cattedra, rispetto ai partecipanti e astanti nelle aule giudiziarie o scolastiche.
Il simbolo è un dispositivo culturale anch'esso e determina il principio di autorità letto seconda la tradizione culturale di un popolo.
Oggi, dopo che quel dispositivo sacralizzò il principio di autorità, dove i comportamenti nelle aule sono sempre meno influenzate dai giudici e dagli insegnati che hanno via via perso il "carisma" dell'autorità, vedendoli come semplice "lavoro per vivere" e affiorando i lati negativi: insegnati e giudici sbagliano le valutazioni, non si capisce se questo crocefisso-sacralità tradizione-autorità, perdendo di influenza abbia costruito una falsa libertà (negativa, liberarsi da...e non positiva, liberarsi per...).Non è vinta la tradizione, autorità, crocefisso se non viene inglobata da una idea ancora più "forte" che la comprenda e nello stesso tempo la rimuova, tant'è che il giudice è meno autorità come l'insegnante, e paradossalmente è meno giudice e meno insegnante nel ruolo sociale.

Il crocefisso è ininfluente per l'ateo che non sa nemmeno perché al mondo e cosa ci sta a fare.
Spacciare questo per superamento del crocefisso, per quanto ho esposto prima, cioè l'incapacità totale di una alternativa culturale che "sfati" definitivamente quel simbolo, è ancora lotta religiosa che piaccia o non piaccia all'ateo.
Il vero superamento,se ci sarà, è solo culturale e quindi pacifico e non proibitivo..Se quel simbolo fosse solo "maschera" su cui poggia una cultura da superare, sarà solo un'altra cultura atea magari, ma che sappia dare una verità incontrovertibile, la stessa che domina sulla testa del giudice e dell'insegnante. Diversamente è ancora e solo nichilismo.

Dal mio punto di vista personale, essendo credente, tolgano pure il crocefisso che fa da paravento al dispositivo culturale.
Perchè la vera "maschera" è togliere la giustificazione ai poteri secolari e temporali di una forma antica di inviolabilità "sacrale" di un ruolo sociale, che struttura i comportamenti, le azioni e il pensiero.Tolta la giustificazione il "re è nudo", il giudice e l'insegnante perdono ulteriore autorità e saranno i delinquenti e gli analfabeti a decidere del mondo,spacciandola ancora una volta per libertà.Tutti più liberi ed uguali in un bel mondo nichilista.
#489
Ciao Green,
diciamo che la Scuola di Francoforte, in un mondo di mode, è passata di moda come le informazioni che passano al TG e nel mondo d'oggi.
Aggiungerei che Adorno insieme ad Horkheimer mostrano interessanti considerazioni in
"Dialettica dell'illuminismo". Considerano fallito il tentativo illuministico di "togliere agli uomini la paura e di renderli padroni"; adducendo come causa il non avere riconosciuto che il superamento della mentalità mitica può avvenire solo accettandola all'interno della riflessione razionale. Il fatto di non avere riconosciuto il mito come presenza al suo interno, trasforma in mito lo stesso illuminismo: il mito della razionalità come necessità, matematica, macchina,organizzazione, e lo strumento di liberazione diventa "esercizio di autoconservazione".
#490
Tematiche Culturali e Sociali / Re:La Grande Frattura
10 Ottobre 2019, 10:59:16 AM
Dall'umanesimo fino a noi ,la modernità e il post contemporaneo ha perso la differenza fra morale ed etica. La morale non era nell'uomo, era il paradigma su cui l'etica, il comportamento umano, doveva sottostare. Oggi morale ed etica sono diventati sfumati sinonimi, perdendo l'origine.

L'etica per essere razionale deve avere una causa "vera" e non soggettivata ad opinione.
Senza morale originaria, l'etica diventa utilità e opportunismo.
Al principio fu il nomos a cui il sovrano,come concetto di sovranità in quanto persona che governa il popolo e quindi i comportamenti(etica) in funzione della morale.

E' vero che la prassi storicamente si è "svincolata" dalla teoretica, proprio come l'etica si è smarcata dalla morale. Ci sono alcuni motivi, ne sotttolinieerei due: dimostrazione, intesa come "credere in ciò che fisicamente è dato" ,svincolandosi dalla razionalità deduttiva e dialettica; la soggettività, intesa come personale punto di vista che non sottostà più a vincoli.

E' chiaro che le diverse forme di etica oggi debbono relazionarsi con domini che non solo solo umani e questo lo ha imposto proprio l'allargamento della potenza della tecnica, nel momento in cui
"tocca" il dominio della natura, compresa la natura umana che si è dimenticata che nasce da domini superiori che furono appunto nell'antichità veicolati e vincolati nel nomos.

Il capitalismo, ma anche a detta dei fautori liberisti, non ha necessità di governo e così la politica.
L'indirizzo programmatico ha sostituito il governo come concetto storico, oggi è importante il documento di programmazione economico, vale a dire il denaro, molto meno i comportamenti(etica),così come i trattati bi-multi-laterali in termini economici e militari(protezione).L'importante oggi è creare le "condizioni per..." ,non il governo che ha quindi come correlato la perdita di sovranità come concetto storico filosofico politico.

Oggi è vincente l'utilità, l'opportunità, il funzionale: "ognuno per sé e nemmeno dio per tutti"
#491
Ciao Ipazia,
sì, è vero quel che scrivi.
Aggiungerei qualche altro aspetto: il disincanto per la cultura e società del progresso che ha come conseguenza un uomo che perde qualcosa in umanità; un aspetto non solo sociologico, ma anche filosofico per le tematiche che abbraccia; un ruolo del cosiddetto uomo di cultura superato dai media, dalla società dell'informazione in cui la Cultura (con la C maiuscola) non è più il vero referente, tanto più è fuori dagli schemi dominanti.
#492
Appunti su "Minima moralia" di Theodor W, Adorno che scrisse il testo fra il 1945 e 1947
L' edizione a cui feci riferimento è del 1954 e i miei appunti del 1986; edito da Einaudi.

Questi alcuni appunti.
-Chi vuole apprendere la verità sulla vita immediata, deve saper scrutare la sua forma immediata, le potenze oggettive che determinano l'esistenza individuale.
-Lo sguardo aperto sulla vita è trapassato nell'ideologia, che nasconde il fatto che non c'è più vita alcuna.
-Il borghese è tollerante: il suo amore per la gente com'è nasce dall'odio per l'uomo come dovrebbe essere
-Gli intellettuali sono gli ultimi nemici dei borghesi o, nello stesso tempo, gli ultimi borghesi: in quanto si concedono ancora il lusso del pensiero contro la nuda riproduzione dell'esistenza, si comportano come privilegiati; arrestandosi al pensiero, dichiarano la nullità del loro privilegio.
-L'immoralità della menzogna non consiste nella violazione della sacrosanta verità. Il diritto di
richiamarsi a quest'ultima spetta meno che mai ad una società che sollecita i suoi membri coatti a parlare con franchezza per poterli poi più facilmente acciuffare. L'errore è nell'eccessiva sincerità.
-C'è una nuova specie di avaro nel nostro tempo: l'avaro per cui nulla è troppo per sé e tutto è troppo caro per gli altri. Egli pensa in equivalenti, e tutta la sua vita privata sta sotto la legge di dare meno di quello che riceve,ma sempre abbastanza da ricevere qualcosa. In ogni piacere che essi fanno, si avverte la riflessione:"ma è veramente necessario?",La loro amabilità è la misura della loro spietatezza
-Gli uomini disapprendono l'arte del dono, è implicita la diffidenza. La donazione è necessariamente congiunta all'umiliazione, attraverso la distribuzione, il calcolo esatto dei bisogni,
in cui il beneficiato viene trattato come un oggetto. La vera felicità del dono è tutta nell'immaginazione della felicità del destinatario.
-La perfetta inumanità della guerra è il sogno umano della guerra senza odio.
-Quelli che mettono in vendita la propria individualità fanno proprio -giudici involontari di se stessi- il verdetto che la società ha già pronunciato su di loro. E giustificano così, anche oggettivamente l'ingiustizia che hanno subito
-Il luteranesimo ha identificato immediatamente la libertà spirituale con l'affermazione dell'oppressione reale.
-Sei amato solo dove puoi mostrarti debole senza provocare in risposta la forza
- Il compito attuale dell'arte è di introdurre il caos nell'ordine.

Ribadisco, sono solo alcuni appunti. ma emerge la malattia sociale e individuale e sono scritti dell'autore appena dopo l'ultima guerra mondiale:cosa ne pensate?
#493
Attualità / Re:Articolo 67 della Costituzione italiana
28 Settembre 2019, 16:11:02 PM
Ciao a tutti,
il problema è che il partito ha un ruolo fondamentale nella moderna democrazia.
Ritengo tutti gli interventi degni di buon senso, ma nulla come la politica entra nelle pratiche attraverso le legislazioni e il governo di una nazione, nei "conti" famigliari e il ruolo,giusto o sbagliato, dei partiti è una intermediazione che ha evidenziato Davintro, fra popolo e governo, fra elettori ed eletti. I partiti nascono dai movimenti, trasversalmente a tutte le ideologie e interessi privati. Ha ragione anche Viator sono"adescatori".Perchè il ruolo delle corporazioni, delle associazioni professionali, poi degli interessi dei salariati e pure imprenditoriali, degli artigiani, commercianti, ecc. per avere forza, tanto più essendovi un suffragio universale elettorale, ha necessità di un una forza "numerica" che concentri gli individualità facendole diventare associazioni .L'associazionismo nasce come una necessità nella complessità degli Stati, per "dare voce" ai dimenticati, per creare pressioni di interessi propri verso il mondo politico.

La stessa cosa accade al singolo cittadino, che magari vorrebbe dedicarsi alla politica.
Come può elevarsi al rango, darsi pubblicità, spendere in campagne elettorali, per farsi conoscere, di rendere noto,da solo senza un partito. Insomma si è obbligati a passare per un partito, tanto più le lezioni salgono dal comune alle regione fino a livello nazionale.

Prima ancora del governo, Inverno, penso che sia il sistema di creazione delle liste che sceglie la segreteria di partito che condiziona fortemente il metodo delle lezioni. I cittadini scelgono ciò che i partiti hanno deciso: il primo della lista, il secondo.............. da qui non si scappa.
Questo rende ancora più plausibile la possibilità di non vincolare il mandato, penso.
Perchè ha sbagliato il partito ad affidarsi ad un candidato eletto ,ed essendo eletto non dal partito, ma dal popolo, l'eletto può manifestare un dissenso verso il partito senza tradire il mandato che è del popolo, non del partito.
Non so se sono stato chiaro.

Non è sbagliata l'idea di Viator. Le associazioni, non direi solo i partiti, propongono delle leggi, magari alle commissioni parlamentari dove che sono suddivise per diversi contenuti,, le varie proposte di legge. Sarebbe un modo più diretto di rapporto fra Stato e popolo.
Penso Inverno, che un governo dovrebbe avere un programma intelligente e per tale in tendo equilibrato che si rivolga a tutto il popolo e non solo a interessi e problematiche particolari, per potere "reggere" cinque anni. D'altra parte è impossibile governare per 1-2 anni, non lascia impronte, deve occuparsi troppo del quotidiano perdendo di vista il programma generale.
Questo ,ed è vero, può provocare continue frizioni non solo fra i partiti, ma internamente ai singoli partiti.
Francamente come è strutturato il M5S è davvero una "stranezza".Il marchio è praticamente un diritto d'autore di chi non è eletto, di chi ,in una rappresentanza indiretta costruisce delle forme di democrazia,a detta loro, diretta. Non mi convince, anzi...Non si può condizionare il mandato a chi è già in Parlamento nella forma rappresentativa su contenuti prettamente politici,forse su alcuni contenuti è possibile chiedere agli associati. Ma quest'ultimi che ne sanno di sottili equilibri politici, visto che al governo ci vanno coalizioni di partiti e non un solo partito?

Sono profondamente d'accordo con Davintro, se non si è eletti per un ideale di società diventa persino molto più semplice, non avendo remore di una coscienza sociale politica di appartenenza,trasmigrare addirittura da destra a sinistra e viceversa.
E d'altra parte, aggiungerei, ciò si riflette nella società civile. Ognuno non segue una identità e appartenenza vota ciò che ritiene opportuno al momento per le proprie tasche.

Questo scenario ha abbassato se non annientato la dialettica fra politica e cultura che era alla base
anche dei dibattiti interni al partito. Oggi si adescano gruppi di associazioni facendo favori legislativi per prendersi voti.
Ma questo rende ancora più difficile il consolidamento di un corpo elettorale in un partito.
Ed ecco non solo trasmigrare membri parlamentari da un partito all'altro, ma addirittura interi gruppi che migrano e formano nuovi partiti
e questo non prima di elezioni a Parlamento "sciolto".
#494
Attualità / Re:Articolo 67 della Costituzione italiana
27 Settembre 2019, 23:52:08 PM
Ciao a tutti,
ho letto le vostre considerazioni e le trovo tutte giuste e con onestà dico che l'argomento a me sembra più difficile di quanto possa apparire.Quindi mi aspetto altre vostre considerazioni e di chiunque voglia intervenire.

In linea generale è giusto che non vi sia un vincolo del mandato , poiché una volta che un candidato è eletto,di fatto, rappresenta anche chi ha perso non solo chi lo ha votato.

Ma ci sono alcune problematiche a monte.
La democrazia rappresentativa è di fatto costituita da una libera associazione al fine politico che è il partito .Quest'ultimo si caratterizza per avere dei suoi concetti su chi e come rappresentare, su come governare, insomma un programma e ha una propria forma organizzativa interna con tanto di statuto. Significa che si è obbligati per fare politica o a costituire un nuovo partito o accedere in quelli preesistenti. Non si può candidarsi senza partito, almeno non mi risulta.
E' altrettanto chiaro che nel momento in cui accedo ad un partito e ne partecipo alla sua vita associativa politica, sarò più o meno d'accordo con la linea del partito che a sua volta ha una dialettica interna, con congressi in cui gruppi interni hanno programmi diversi, ma compatibili con la logica generale e la sua caratterizzazione di partito.

Quindi a mio parere c'è un primo problema. La democrazia moderna ha nel partitismo, come associazione politica di chi ha idee simili, ma lascia il candidato eletto in una lista costruita dal partito, la possibilità di svincolarsi da quel partito.

Articolo 18 della Costituzione italiana

I cittadini hanno diritto di associarsi liberamente, senza autorizzazione, per fini che non sono vietati

ai singoli dalla legge penale.

Sono proibite le associazioni segrete e quelle che perseguono,anche indirettamente, scopi politici

mediante organizzazioni di carattere militare.

Questo articolo si riferisce ai partiti politici che non sono espressi se non come libere associazioni.

Avete comunque ragione, ed è paradossale che possiamo assistere ad un trasformismo dell'intero partito ,che prende via via posizioni diverse o dal programma uscito vincente da un congresso e potremmo trovare uno o più membri parlamentari che invece attenendosi alla posizione originaria e non trasformistica del partito, si trovino in unaa posizione "incompatibile". Quì tengo conto della "buona fede" politica, non di interessi privati del singolo parlamentare. A quel punto sorge un altro problema nel rapporto membro parlamentare e partito. Rimane parlamentare, (traditore per il partito) e va ad es. nel gruppo misto, come fanno quasi tutti, oppure si dimette e torna alla vita civile (come vorrebbe il partito, (e mi pare anche M5S).

Viator ha ragione sul voto segreto e non quello palese. Ricordo che Bobbio quando al congresso del PSI acclamò "plebiscitariamente" Craxi come segretario ,scrisse un articolo "di fuoco" sulla Stampa, dichiarando che anche in un congresso di partito il voto segreto per eleggere il segretario è democrazia. Diversamente la segreteria controlla dittatoriamente i singoli membri, già nel partito, figuriamoci in Parlamento.
#495
Attualità / Articolo 67 della Costituzione italiana
27 Settembre 2019, 16:22:16 PM
"Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni SENZA vincolo di mandato".Così recita l'articolo.

Il vincolo sarebbe legato agli elettori, al partito, al luogo(circoscrizione) elettorale, a cui il membro parlamentare dovrebbe fare riferimento. Ma essendo, una volta eletto, rappresentante all'interno di un Parlamento che ha caratteristiche nazionali e non particolari, l'articolo antepone
il bene nazionale a qualunque altro vincolo di mandato rappresentativo.

Adatto che il M5S lo vorrebbe modificare, per bloccare la possibilità che un membro eletto in una lista di un partito, possa poi avere il diritto di poter cambiare anche il partito :

cosa ne pensate?