Non so se ho ben inteso quello che va sostenendo il nuovo arrivato @Federico Mey2, che saluto cordialmente. Credo che si domandi se ha più possibilità di intuire qualcosa di 'vero' una mente non imprigionata e condizionata dentro una selva di conoscenze (filosofiche-scientifiche-religiose e altro..) che la rendono colta ma scarsamente duttile e intuitiva e naturalmente formata pesantemente a pensare secondo criteri precostituiti da altri ( quei pedofili dei greci per intenderci nel caso dell'amata, ma non da me, filosofia occidentale...) o piuttosto una mente 'vergine' che osserva il mondo e ci riflette sopra come se fosse Adamo per la prima volta davanti ad Eva nuda ( una sorta di 'mente di principiante' in stile zen...).
Naturalmente la cultura , la scienza e il buon senso farebbero propendere per la prima ipotesi se non fosse che anche la stessa ha già mostrato i suoi limiti visto che gioca abbondantemente al servizio dei vari poteri che si succedono, come rileva giustamente Green demetr; mentre un filosofare 'ingenuo' (naturale si potrebbe dire...) sarebbe perlomeno in posizione di relativa autonomia: può sbagliare o pigliarci in santa libertà senza che qualcuno lo condizioni a restare nella famosa caverna o che lo inviti ad uscire per entrare in quella più ampia che gli è stata preparata (alla matrioska per intenderci...).
Mah!...E' un bel dilemma perché non esiste nessuno che non sia in parte condizionato, ma è anche vero che chi più sa più è condizionato dal suo stesso sapere, e tende a condizionare gli altri per quell'entusiasmo umano di voler condividere sempre tutto, anche le idee più balorde...cosa che trovo sempre oltremodo pesante e nella quale casco spesso anch'io...
Cioè, se voglio fare il pescatore andrò ad imparare da un altro pescatore o mi ci metterò di buona lena da solo?
Nel primo caso imparerò a pescare ma sarà soltanto la ripetizione di qualcosa imparato da un altro.
Nel secondo pescherò forse meno ma sarà tutta farina del mio sacco...
Attenti...ecco apparire il 'giusto mezzo'...andrò a pescare da solo poi, acquisita una certa pratica, andrò dal pescatore e imparerò il suo...lo confronterò con il mio e poi...ucciderò il pescatore!
Aspetto però che FedericoMey2 approfondisca ancora la sua visione personale dell'arte del filosofare...non vorrei aver preso fischi per fiaschi...
Naturalmente la cultura , la scienza e il buon senso farebbero propendere per la prima ipotesi se non fosse che anche la stessa ha già mostrato i suoi limiti visto che gioca abbondantemente al servizio dei vari poteri che si succedono, come rileva giustamente Green demetr; mentre un filosofare 'ingenuo' (naturale si potrebbe dire...) sarebbe perlomeno in posizione di relativa autonomia: può sbagliare o pigliarci in santa libertà senza che qualcuno lo condizioni a restare nella famosa caverna o che lo inviti ad uscire per entrare in quella più ampia che gli è stata preparata (alla matrioska per intenderci...).
Mah!...E' un bel dilemma perché non esiste nessuno che non sia in parte condizionato, ma è anche vero che chi più sa più è condizionato dal suo stesso sapere, e tende a condizionare gli altri per quell'entusiasmo umano di voler condividere sempre tutto, anche le idee più balorde...cosa che trovo sempre oltremodo pesante e nella quale casco spesso anch'io...
Cioè, se voglio fare il pescatore andrò ad imparare da un altro pescatore o mi ci metterò di buona lena da solo?
Nel primo caso imparerò a pescare ma sarà soltanto la ripetizione di qualcosa imparato da un altro.
Nel secondo pescherò forse meno ma sarà tutta farina del mio sacco...
Attenti...ecco apparire il 'giusto mezzo'...andrò a pescare da solo poi, acquisita una certa pratica, andrò dal pescatore e imparerò il suo...lo confronterò con il mio e poi...ucciderò il pescatore!
Aspetto però che FedericoMey2 approfondisca ancora la sua visione personale dell'arte del filosofare...non vorrei aver preso fischi per fiaschi...
