CitazioneFuori dal "pantragicismo", che si condanna a non slacciarsi dalla tragicità destinale (profezia autoavverante, direbbe qualcuno), la democrazia in atto ha una gerarchia chiara e distinta, quella che pone la scelta della maggioranza al vertice; quella della "quantità orizzontale", che non risulta impossibilitata a decidere sulla cosa pubblica (di fatto decisioni vengono prese, talvolta persino direttamente dal popolo).Ma proprio in ciò sta la valenza tragica della democrazia. Che la maggioranza decida è una posizione funzionale ma di certo non democratica, o meglio è democratica ma la democrazia non è possibile descriverla solo attraverso elezioni e maggioranze, sarebbe una visione davvero molto naive. Proprio per questo, nelle democrazie sono tutelate le minoranze, sia etniche che politiche e vi sono tutta una serie di stratagemmi, di pesi e contrappesi come li chiamava Montesquieu, o in certi casi vi è la democrazia diretta.
Ad ogni buon conto, l'esito tragico della democrazia non è necessariamente un dramma per piagnistei. Semplicemente, avendo presente il suo sempre possibile esito tragico, il politico democratico deve essere sempre consapevole che la sua decisione è condizionata da una serie contrastante di interessi, posizioni, diritti che vanno il più possibile mediati. Se invece si ritiene la democrazia come il gradino più alto nella speciale classifica dei regimi politici, si dimentica il suo lato oscuro e si rischia di rovesciarla nuovamente nella demagogia o nella tirannia. Sarebbe bello vivere in un mondo dove tutti sono megadirettori galattici, ma visto che questo non è possibile, occorrerebbe costruire un mondo dove il megadirettore galattico non sia "ereditario", come qualche volta si ascolta nei film di Fantozzi, ma che sia scelto come "migliore". Ma decidere chi è il migliore ci fa tornare di nuovo nel dilemma del tragico. Non considerare questa peculiarità della democrazia, significa farla decadere a semplice ornamento o a una sorta di rito (le elezioni), il che è ben comprensibile in un mondo che ha sostituito il politico con l'economia (oikos, era in greco il luogo del privato, ciò che non afferiva al mondo della polis, ma chi non si occupava della polis ed era solo attento al suo oikos era considerato idiotes. Oggi i greci antichi darebbero dell'idiotes alla maggioranza degli occidentali).