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Messaggi - maral

#481
Attualità / Re:Migranti
10 Dicembre 2016, 14:55:34 PM
Citazione di: cvc il 10 Dicembre 2016, 13:22:27 PM
Non sono d'accordo con alcune idee di estrema destra di mchicapp, però credo che un paio di cose andrebbero dette.
Anzitutto, o la migrazione clandestina è un reato oppure non lo è. Certo scappano dalle bombe. Ma se, per assurdo, l'Isis o la Libia attaccassero l'Italia e noi fuggissimo alle frontiere francesi, svizzere e austriache, siamo sicuri che ci accoglierebbero a braccia aperte?
Certo che ci accoglierebbero a braccia aperte, come dice mchicapp basterebbe farsi passare per turisti, è risaputo.
CitazionePoi se giustifichiamo la migrazione clandestina per necessità, allora prepariamoci a giustificare anche il furto e magari pure l'omicidio per necessità  
A parte che per anche il furto e l'omicidio vi sono delle attenuanti che il giudice è chiamato a valutare, mi pare che ci siano delle differenze tra la clandestinità, che è una infrazione a un regolamento e un furto o un omicidio, a meno che, sempre come dice mchicapp, il venire senza permesso in Italia su un barcone, non dia già prova inconfutabile di essere un omicida e un rapinatore.
CitazioneMa i migranti, oltre a fuggire dalla guerra, vanno anche alla ricerca di opportunità verso luoghi di cui dimostrano di apprezzarne i modelli e di preferire vivere li invece che a casa propria, facendo salve (legittimamente) le proprie tradizioni religiose e culturali. Ma perché la colpa deve essere sempre quella dell'occidente cattivo e tiranno? Come se senza occidente il mondo fosse perfetto. Se non altro, come si vede anche qui, l'occidente un esame di coscienza prova a farselo, sa che nei disastri le colpe sono anche sue, e non solo del resto del mondo.
Tutti i migranti emigrano da sempre sperando di trovare condizioni di vita migliori, guidati da una speranza per il futuro. Lo hanno fatto pure i nostri nonni, perché non se ne stavano a casa a curare e difendere le loro tradizioni, anziché migrare in casa d'altri in tutto il mondo, pretendendo persino di essere riconosciuti come esseri umani da chi stentava a considerarli tali, colpevoli a priori di esistere?
La causa delle migrazioni oggi è la situazione economica mondiale (evidente a chiunque nella sua tragica disuguaglianza) e il risultato di questa situazione economica è esattamente quello che vediamo sotto gli occhi. Se questo crea problemi si affrontino le cause, non con pseudo ragionamenti farseschi, a meno che queste farse non servano egregiamente proprio per tenere ben nascoste le cause, cosicché i manovratori non vengano disturbati nei loro interessi.
#482
Attualità / Re:Migranti
10 Dicembre 2016, 14:26:31 PM
Citazione di: mchicapp il 09 Dicembre 2016, 21:46:09 PM
i nigeriani che arrivano da noi in canotto sono tutti pregiudicati, con carichi penali pendenti. la cosa migliore è rimpatriarli immediatamente. si tratta di criminali.
Ci sono anche donne e bambini in quei gommoni, tutti crimiali? compresi i bambini?
Donquixote ha messo bene in rilievo le difficoltà che impediscono a un migrante da paesi come la Nigeria di avere il visto turistico. Le hai considerate?
Dall'Italia sono emigrate milioni di persone nelle Americhe e in Australia. Quante di loro ti risulta lo abbiano fatto con un visto turistico? Quante ancora oggi lo potrebbero fare con l'intenzione di stabilirsi là?
#483
Attualità / Re:Migranti
09 Dicembre 2016, 20:03:20 PM
I barbari, ammassati ai confini dell'impero romano d'Oriente, costretti dai Mongoli ad abbandonare le loro terre a oriente, morivano eccome di fame e i Romani se ne approfittavano alla grande, sia usandoli come schiavi, sia come milizie ausiliarie, quelle più esposte ai massacri, proprio come facciamo noi e i Russi adesso nei paesi musulmani, dove a combattere sul terreno ci vanno ormai solo loro, mentre quando viene ammazzato un Occidentale sembra sia successa la fine del mondo.
Quanto a venire qui con un visto turistico è chiaro che nessuno che abbia bisogno davvero di emigrare seguirà questa strada, data la certezza di essere identificato e quindi di venire rimandato indietro quando il visto turistico scade. Per questo sono disposti, donne e bambini compresi (proprio come i barbari di un tempo che migravano per interi popoli) ad attraversare il deserto e il mare, dove il deserto è anche peggio del mare.
Quanto alla Nigeria sarebbe un paese ricchissimo, ma è iper sfruttato dalle compagnie petrolifere occidentali, basta rendersi conto di quello che combinano sul Niger. Fino alla metà degli anni 50 l'Africa era autosufficiente dal punto di vista alimentare, poi sono cominciate le grandi carestie, un motivo c'è. Il meccanismo del debito depreda quei paesi di ogni risorsa e inoltre, quando fa comodo, i gruppi di potere occidentali (e non solo) sovvenzionano le guerre locali che creano condizioni di sfruttamento più favorevoli, oltre a mantenere al soldo i più feroci tiranni locali e governi quanto mai corrotti. In Nigeria ci sono le milizie di Boko Haram e c'è una continua guerriglia endemica su gran parte del territorio che si traduce in massacri di cui l'opinione pubblica viene a sapere ben poco, salvo quando vengono fatti fuori degli Occidentali. Ma questa è una storia vecchia quanto il mondo.
Trovo però piuttosto nauseante tutti questi lamenti sui migranti, quando i popoli europei sono stati i primi a migrare in tutto il mondo, a sconvolgere le economie e i costumi locali, a depredare a man bassa ovunque potessero farlo. Per questo mi chiedo chi siano i delinquenti. Quello che si fa prima o poi si paga sempre e se c'è un motivo per cui questo mondo crollerà (e con sussulti terribili), il primo è che non è possibile che il 20% della popolazione mondiale continui ad assorbire, sprecandolo, più dell'80% delle risorse del pianeta, che si trovano ormai solo in quelle zone. Isolarsi è per noi un suicidio.
Occorre allora accettare l'evidenza dei fatti e quanto prima cambiare il modello economico di riferimento e l'idea di sviluppo che fin qui ci ha guidato, ma questo comporta una perdita di molte nostre prerogative. Che lo si voglia o meno comunque succederà, forse insieme riusciremo a limitare i danni, altrimenti saremo spazzati via senza lasciar traccia. 
#484
Scienza e Tecnologia / Re:Qua stiamo sbroccando!
09 Dicembre 2016, 15:20:06 PM
CitazioneIl risultato è come sempre  che ognuno deve costruirsi una propria cultura ed essere critico e vigile con mutande d'acciaio.
E comunque, per quanto spesse siano le mutande che si indossano, gli succederà di venir fregato. Anche questa consapevolezza va messa nel conto delle cose necessarie.
#485
Attualità / Re:Migranti
09 Dicembre 2016, 14:51:55 PM
Citazione di: mchicapp il 08 Dicembre 2016, 13:13:46 PMsi tratta di stabilire criteri. per esempio si potrebbe selezionare  in base al paese di provenienza. i nigeriani che vengono qui con i barconi sono, con grande probabilità, tutti delinquenti con carichi pendenti nel loro paese. con la nigeria ci sono voli regolari decisamente meno costosi e più sicuri di un viaggio in barcone. è possibile venire in italia senza rischi e spendendo meno. perché dunque arrivare in barcone? la risposta può essere una sola: avrebbero avuto sicuramente il rifiuto del visto di ingresso.
Eh certo, è scientificamente dimostrato che i Nigeriani che vengono con i barconi sono con grande probabilità tutti delinquenti, più o meno come gli Italiani che migravano un secolo fa, notoriamente tutti mafiosi di incerto grado umano. Ma la prova sta appunto proprio nel fatto che quei brutti ceffi attraversano il deserto e prendono barconi sfasciati. Se non fossero delinquenti perché mai si darebbero tanta pena, quando è così facile ottenere per una persona onesta un visto di ingresso nel nostro paese negli uffici predisposti all'estero e di nota efficienza, comprare in agenzia di viaggi un biglietto aereo a poco prezzo in classe turistica e via! Evidentemente se invece rischiano di finire in pasto ai pesci avranno delle malefatte da nascondere i manigoldi, una persona onesta è noto che quando emigra si rivolge a un'agenzia turistica certificata che organizza ogni cosa. Sarebbe davvero il caso di trasmettere in Nigeria il famoso spot: inquadratura sul barcone che affonda tra i marosi e voce fuori campo: "No Alpitur? Ahi ahi ahi!".
Forse, cara mchicapp, stai confondendo un po' le cose: questi non vengono per farsi un giretto turistico nel Belpaese, comprare la gondoletta di vetro con le lucine colorate, poi a casa, lieti della bella esperienza, a crepare di miseria o di guerra.
Certo erano altri tempi quelli quando i Nigeriani li andavamo a prendere noi in cerca di manodopera, li stivavamo a migliaia in catene nelle navi negriere e ce ne fregavamo del fatto che loro stranamente insistessero tanto per restarsene a casa. Abbiamo esportato mezza Africa, massacrando i riluttanti a farsi esportare e sistemandoci come padroni a casa loro e considerando le loro culture millenarie roba da selvaggi subumani, ma da allora ci siamo fatti di gran lunga più furbi! Resta però il problema: chi sono davvero i delinquenti? Dove abitano?
Il problema della migrazione è un problema tragico, vecchio quanto il mondo, noto da quando i Goti premevano morendo di fame ai confini dell'impero d'Oriente che non disdegnava usarli come schiavi o truppe da far massacrare quando servivano (finché in una bella battaglia, ad Adrianopoli, i Goti miserabili non fecero a pezzi con gusto l'imperatore e i Romani).
Non ci sono dubbi che saremo sommersi, che la nostra forma di civiltà scomparirà negli aspetti positivi come in quelli negativi e sarà un trauma immenso. E' sempre stato così, tutte le forme di civiltà sono scomparse e si sono trasformate, tutte le potenze sono crollate, magari illudendosi di potersi difendere con valli e grandi muraglie, anzi quanto più si sono chiuse in se stesse tanto più rapidamente sono tramontate, avvizzite e corrose dall'interno. Il problema è serio e immenso, perché immenso è il dolore che lo accompagna da tutte le parti, cerchiamo almeno di non farne una farsa da burattini.

P.S. Vedo che continui a insistere sulla facilità con cui ottenere un visto in Nigeria, confondendo la cosa con un visto turistico temporaneo! Prova a chiedere, da Italiana, non da Nigeriana, un visto di residenza negli USA o in Australia o in qualsiasi altro paese estero che richieda il passaporto per entrarci. Scoprirai forse la differenza tra visto e visto!
#486
Scienza e Tecnologia / Re:Qua stiamo sbroccando!
08 Dicembre 2016, 15:30:27 PM
Citazione di: Phil il 07 Dicembre 2016, 22:59:11 PM
Forse quel prodotto invece deve soddisfare appieno quel desiderio (che magari esso stesso ha suscitato nel potenziale consumatore), ma tale realizzazione deve, come un cavallo di Troia, contenere in sè un ulteriore desiderio ...

In realtà le cose non sono così semplici e dirette, perché ciò che il messaggio pubblicitario suscita non è il desiderio razionale, ma è sempre accompagnato da un bisogno molto più profondo a livello emotivo che per lo più è solo alluso, ma è proprio questo che agisce e resta insoddisfatto, sempre quindi disponibile a essere abbinato a un nuovo prodotto. Si tratta di un desiderio di considerazione sociale, oppure di potenza, oppure di soddisfazione sessuale e affettiva. Il motivo principale per cui il potenziale cliente è portato a comprare un cellulare nuovo non sono mai le strette caratteristiche tecniche di quel cellulare, ma i significati emotivi che quelle caratteristiche promettono di garantire, ma che peraltro non garantiscono affatto, anzi. Basta guardare la pubblicità di qualsiasi auto o anche dei più banali prodotti alimentari o per la casa, sono tutte inserite sistematicamente in un contesto emotivo che palesemente non potranno mai soddisfare, ma nello stesso tempo presentate in modo che risulti evidente che non potranno non soddisfare. Questo contesto emotivo che resta sempre insoddisfatto e sempre promesso è il punto imprescindibile per la pubblicità. In questo la pubblicità non inventa i bisogni, ma li utilizza per abbinarli a delle merci creando dei feticci irrinunciabili che falliscono sempre, ma che sempre possono essere riproposti in forma diversa e nuova, esattamente ciò che è necessario per l'economia di mercato.
Citazione di: albert il 08 Dicembre 2016, 09:49:07 AM
Proprio il fatto che la pubblicità gioca su esigenze molto forti rende difficile - ma non impossibile - non farsi ingannare nella valutazione dei prodotti
Dipende, può capitare di capire il trucco e l'inganno, soprattutto se lo spot è costruito male, in modo troppo palese, ma certamente anche il consumatore più accorto prima o poi ci cade, proprio perché il messaggio è confezionato per agire sulla sua parte emotiva più profonda che inconsciamente è sempre presente, anche quando la si vorrebbe rimuovere. A volte capita di accorgersene quando l'acquisto è già stato fatto, allora scatta un sistema autodifensivo, ci si autoconvince che in realtà il messaggio emotivo non aveva fatto alcuna presa o, se si riconosce di aver ceduto, di sicuro non capiterà più in futuro, ma purtroppo non è così, perché quanto più ci si illude di mantenere il controllo sul desiderio, tanto più esso agisce in modo irresistibile. In questo senso letteralmente ciò che acquistiamo parla di noi, svela ciò che siamo al di sotto dell'immagine che di noi stessi costruiamo e che pensiamo di saper controllare perfettamente. E le soprese non mancano mai.
#487
Attualità / Re:Son contento...ma mi dispiace!!!
07 Dicembre 2016, 21:52:03 PM
Una società dei giusti (all'italiana  o in qualsiasi altro contesto più o meno nazionale) non ci sarà mai (o forse solo dopo il Giudizio Universale per chi ci spera), tanto più che le politiche nazionali sono sempre più dirette da centri di potere sovranazionali e ai governi, comunque espressi, non resta che produrre retorica propagandistica per accaparrarsi il consenso cosicché la politica si riduce a spot pubblicitario e pratica corruttiva (De Luca in questo senso aveva ragione: il massimo che la politica oggi riesce a produrre sono fritture di pesce ed elemosine). Questa però non è una buona ragione per confidare nel despota illuminato, che poi illuminato non lo è mai se non nel condurre il suo popolo al disastro completo (come proprio in questo paese abbiamo avuto tragica esperienza). La nostalgia per il conduttore maschio deciso (che può anche essere una femmina a cui si attribuiscono attributi maschili), in nome di una necessità a darsi da fare e cambiare, mi dà la nausea, tanto più che nel contesto in cui viviamo sarebbe più che mai una panzana tremenda. Il despota illuminato era forse possibile (raramente ed eccezionalmente) in tempi pre industriali, oggi al massimo potrebbe solo essere un pagliaccio il cui compito è solo di rendere più spedite e senza intoppi procedure esecutive pre stabilite altrove, a tutto vantaggio di chi stabilmente risiede proprio in questo "altrove" e da lì dirige le danze e suona la musica per tutti.
#488
Tematiche Culturali e Sociali / Re:I "commons"
07 Dicembre 2016, 21:20:29 PM
Molto interessante la risposta e l'esperienza di InVerno. Forse quello che manca è la capacità di collaborare insieme non per profitto. Un intervento pubblico potrebbe essere di grande stimolo. ma non dovrebbe essere a mio avviso determinante, pena il pericolo di creare un controllo troppo centralizzato e burocratico, una sorta di soviet supremo che imposta e decide dall'alto ogni programmazione. Le ricadute culturali (nel senso di fare cultura) potrebbero davvero essere notevoli, anche se , per quanto mi riguarda, le idee restano piuttosto vaghe. Certo, il rischio è che la cosa si riduca a un livello folcloristico, una sorta di rievocazione del passato per turisti più o meno nostalgici.
So che gli usi civici sono esistiti anche in Italia ed esisto ancora in alcune località (in un paese sull'Appennino Tosco Emiliano in cui mi reco fin da quando ero bambino esistono ancora zone destinate comunitariamente alla raccolta della legna ad esempio, risalgono addirittura ai tempi di Matilde di Canossa), però prevalentemente questi terreni di demanio civico vengono lasciati in stato di abbandono, in attesa di lottizzazioni private con successive speculazioni.   
#489
Tematiche Culturali e Sociali / I "commons"
07 Dicembre 2016, 15:03:23 PM
Nel medioevo i "commons" erano quei terreni in comune destinati a garantire la sussistenza degli abitanti di un villaggio. Erano terreni situati fuori dai recinti delle proprietà private, ai limiti del villaggio. prima delle zone selvagge delle foreste o delle brughiere. Ad essi potevano accedere tutti gli abitanti del villaggio per coltivare ciò di cui avevano bisogno per la loro sussistenza e quella delle loro famiglie, ma ciò che raccoglievano nei commons non poteva venire venduto al mercato, doveva servire solo a soddisfare i bisogni di sopravvivenza del villaggio. I commons vennero via via privatizzati con l'avvento della rivoluzione industriale e l'affermazione della visione competitiva capitalistica, incamerati in proprietà private da chi aveva più disponibilità di denaro per essere poi messi a profitto secondo i dettami di un'economia di mercato. Questo provocò tra l'altro la migrazione massiccia di molti che si trovarono così privati dei mezzi di sussistenza fondamentali un tempo condivisi, verso le città in via di industrializzazione. fornendo quella manodopera di miserabili a bassissimo costo indispensabile per la produzione industriale in condizioni di totale ricattabilità.
Quando oggi si parla di privatizzazione dei beni pubblici e delle istituzioni di pubblica assistenza in nome dell'efficientizzazione economica e della crescita di produttività mi pare si stia ripetendo lo stesso disegno, con la differenza che oggi c'è, in virtù del progresso tecnologico, assai meno bisogno di una forza produttiva umana per l'industria, quanto piuttosto di gente disposta a svolgere "lavori ombra" (ossia non formalizzati e non riconosciuti come lavori) economicamente indispensabili, tra i quali, in primo luogo quello di consumare. C'è la necessità assoluta di miserabili disposti a tutto pur di consumare indefessamente.
Mi chiedo però se nel contesto globalizzato attuale il concetto di commons non possa trovare una nuova possibilità di affermazione, intendendo per esso una zona franca, libera dagli interessi economici del mercato e del fare profitto monetizzabile, in cui poter trovare, produrre e mettere in condivisione ciò di cui più si ha bisogno, non solo per quanto riguarda le necessità fisiche di sussistenza (salute, alimentazione, abitazione), ma anche gli aspetti culturali, senza che nessuno ne rivendichi la proprietà per farci profitto sopra.
Cosa ne pensate? In che termini potrebbe esistere oggi questa possibilità nel villaggio globale che si va allestendo?       
#490
Scienza e Tecnologia / Re:Qua stiamo sbroccando!
07 Dicembre 2016, 00:13:21 AM
Il problema è che cosa determina la percezione del valore. La pubblicità opera sul desiderio, che non è il desiderio di quel prodotto, ma il desiderio di una situazione emotiva (tutte le pubblicità propongono situazioni emotive e ce le raccontano modulandole in ragione dei segmenti di mercato) e lo spot ha successo quando riesce a collegare quella situazione emotiva altamente desiderabile con quel prodotto che intende vendere. E' evidente che nessuno vuole pagare qualcosa più del suo valore, ma la pubblicità è proprio sulla percezione del valore che gioca.
Ma soprattutto, dal punto di vista pubblicitario, è assolutamente indispensabile che quel prodotto che si è riusciti a far comprare, non soddisfi mai il desiderio che va quindi continuamente risollecitato e nei modi più assurdi, di modo che il valore della nuova merce proposta sia percepito comunque ben al di sopra del suo prezzo: è sempre un regalo, un'occasione irripetibile da non lasciarsi sfuggire.
#491
Ho votato no, perché il cambiamento in sé non è un valore, lo è se va nella direzione giusta e quello proposto da questo disegno di revisione costituzionale, oltre a essere incredibilmente contraddittorio e pasticciato, mi pareva andasse nella direzione opposta a quella giusta, ossia accentuasse il rischio, in nome della solita retorica del fare, di derive autoritarie e antidemocratiche.
Renzi voleva far passare la sua riforma costituzionale per un necessario svecchiamento del paese, io l'ho sentito come un superamento delle conquiste della secondo metà del XX secolo per un ritorno allo spirito della prima metà (magari garantito dai nuovi poteri forti che travalicano del tutto gli interessi delle persone) e in questo ho trovato conferma nel fatto che la stragrande maggioranza dei giovani (il 75% secondo le analisi del voto) ha votato no, mentre il sì è prevalso solo nella fascia di elettori con più di 65 anni. O in questo paese a voler svecchiare sono incredibilmente solo i vecchi, oppure, cosa che mi sembra più probabile, quello svecchiamento non era per nulla uno svecchiamento, ma semplicemente nostalgia per l'uomo forte di vecchia memoria che sistema tutto (e che Renzi in qualche modo pensa più o meno coscientemente di saper re incarnare). 
#492
Tematiche Culturali e Sociali / Re:figli e scuola
05 Dicembre 2016, 23:12:08 PM
Credo che più che interessante dovrebbe costituire l'obiettivo dell'insegnamento avere dei ragazzi capaci di pensare in maniera autonoma riuscendo a porre questa autonomia di pensiero come fondamento per vivere e crescere insieme imparando l'uno dall'altro. Certamente il mestiere dell'insegnate è tra i più difficili che esistono, pochissimi sono portati a farlo e molti lo fanno per ripiego, come una sorta di forzato e rassegnato accomodamento al minimo sindacale dell'esistenza professionale. Non so, forse il bravo insegnante è quello che giunge a sentire quanto può imparare dai suoi allievi, da ognuno di loro, indipendentemente da quanto siano capaci nella materia che lui gli insegna. Davvero, non è da tutti.
#493
Attualità / Re:Son contento...ma mi dispiace!!!
05 Dicembre 2016, 15:28:42 PM
E' vero, razionalità vorrebbe che, poiché il quesito riguardava la modifica della costituzione, su questo e basta si fosse espresso il giudizio. C'è però da considerare il fatto che questa modifica costituzionale è stata impostata e condotta dal governo, è stata un'iniziativa di governo su cui questo governo si è strenuamente impegnato. Il modo di condurre la campagna referendaria di Renzi ha poi reso ancor più palese questa situazione che mi sembra piuttosto anomala. Renzi era il primo che cercava nel referendum una conferma popolare, non l'ha avuta (anzi ha avuto una conferma negativa in merito a quanto si era più impegnato a fare), quindi, proprio in relazione a quanto si proponeva, è coerente che ne tragga le conseguenze. Il modo stesso in cui è stata impostato tutto l'iter di questa riforma costituzionale implicava direttamente il governo e quindi non penso ci sia da stupirsi se il giudizio espresso dal voto esuli dalla specificità del quesito e coinvolga il modo di governare che è stato espresso dall'attuale maggioranza.
Che poi i termini della questione costituzionale interessassero a torto o a ragione, ben poco la gente chiamata a esprimere il giudizio è vero, ma proprio per questo ci si sarebbe dovuti chiedere se c'era davvero questa estrema esigenza di modificare massicciamente il testo costituzionale dividendo così rabbiosamente il paese, o se tale esigenza non risiedesse ben altrove rispetto a ciò che davvero preoccupa i suoi abitanti.
#494
Scienza e Tecnologia / Re:Qua stiamo sbroccando!
05 Dicembre 2016, 14:15:00 PM
Più che di una ricerca di prestigio sociale (quindi di emersione e invidiabile differenziazione dal contesto sociale, su cui certamente la pubblicità punta enormemente per piazzare il prodotto appunto come prodotto differenziante e invidiabile), mi sembra piuttosto una necessità di sentirsi parte sociale, che più o meno inconsciamente, condivide con il mondo un certo contenuto di modi di essere da cui non si può prescindere per considerarsi non solo  accettati in mezzo agli altri, ma anche per sopravvivere. Il consumismo stimola continuamente il desiderio di prestigio e dunque di differenziazione dell'ego, ma di fatto, mi pare che ciò che veramente premia il consumo è il bisogno di ciascuno di sentirsi come tutti gli altri, ossia non escluso ed è di questo che non si può fare a meno.
A questo si aggiunge che in particolare il prodotto tecnologico determina e condiziona inevitabilmente gli stili di vita e i modi per soddisfare i propri bisogni, per i quali rinunciare alla tecnologia che si impone sul mercato con le sue novità diventa praticamente impossibile e la resistenza o il ritorno a una tecnologia precedente risulta assai problematico, estremamente faticoso e, nell'arco di pochi lustri, impossibile. Lo sviluppo tecnologico è irrinunciabile e irreversibile. Noi oggi saremmo incapaci di vivere senza elettricità (se non per tempi brevissimi, come per gioco), i nostri trisnonni vivevano tutta la loro vita normalmente solo con torce e candele per rischiarare il buio. Le nostre nonne e bisnonne per lavare i panni scendevano al canale che attraversava la città, oggi quale canale un folle che volesse ripetere quella tecnica di lavaggio, potrebbe mai trovare in città? Lo stesso è successo con la televisione, i telefoni cellulari, l'automobile, i condizionatori negli appartamenti e nei luoghi di lavoro, i personal computer, i cellulari, internet, e via dicendo. Sono tutte cose che all'inizio sembrano curiose stravaganze per pochi che intendono distinguersi, offrono delle possibilità di cui tutto sommato sappiamo benissimo anche farne a meno, ma poi diventano necessarie per tutti e diventa sempre meno concepibile l'idea di poter vivere senza di esse. E' come se il mondo intero e noi stessi, i nostri modi di pensare e agire, si modellassero letteralmente intorno a questi prodotti tecnologici, ai loro modi di fare che diventano nostri modi di essere. Probabilmente è sempre stato così: l'uomo dell'età del ferro non era più quello dell'età della pietra, l'agricoltore sedentario non era più il cacciatore raccoglitore, ma il problema è che mentre per passare dall'età della pietra a quella del ferro ci sono voluti 100 mila anni, oggi le tecnologie si affermano e tramontano al massimo nel giro di pochi decenni e io, rispetto ai miei figli mi ritrovo come un uomo dell'età della pietra rispetto a un uomo dell'età del ferro, non solo per quello che so usare o meno, ma soprattutto per quello che posso pensare, desiderare e sentire.
#495
Scienza e Tecnologia / Re:Qua stiamo sbroccando!
04 Dicembre 2016, 14:07:01 PM
Citazione di: albert il 04 Dicembre 2016, 13:25:07 PM
Motivo in più per consumare solo ciò che ci serve ... non è difficile, secondo me basta un po' di consapevolezza e di attenzione. Nessuno ci obbliga a comprare quello che non ci serve

Purtroppo non è così facile. Quando compriamo un oggetto, ad esempio un'auto nuova, compriamo, spesso senza rendercene conto, tutta una catena di cose ad esso connesse che si rendono necessarie al suo utilizzo ottimale e di cui diventa impossibile farne a meno, proprio in virtù dell'investimento iniziale. Poi c'è sempre il condizionamento sociale che, per quanto ci si possa considerare da esso immuni, si rivela prima o poi determinante (un esempio è proprio internet con i suoi social network). Non vogliamo e non possiamo sentirci esclusi dalle modalità in cui l'ambito sociale si esprime ed è espresso dai suoi oggetti condivisi. E' in questo modo che finiamo con il divenire proprietà degli oggetti che riteniamo essere di nostra proprietà, essi determinano la nostre aspirazioni e il nostro modo di essere. Tutto questo è stato magistralmente descritto da Anders, ma i pubblicitari lo hanno sempre saputo, non si scappa alla rete che imbastiscono (e di cui sono ovviamente essi stessi vittime, come quei ragni che finiscono prigionieri della loro stessa ragnatela).
Al massimo si può godere di rifugi temporanei, del tutto aleatori, eremi in cui passare al massimo e ben che vada una decina di giorni, ma che rientrano anch'essi perfettamente nella panoramica consumistica dell' homo consumens.