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Messaggi - giona2068

#481
Citazione di: Freedom il 13 Giugno 2016, 10:31:01 AM

E' sempre stato così. E' tuttavia vero che in certi periodi il peccato è più forte, in altri meno. Condivido l'opinione che oggi il peccato è molto forte.

Il peccato è il maligno la cui forza dipende dal numero dei peccatori e dalla gravità dei peccati. Se oggi il peccato è molto forte vuol dire che pecchiamo in tanti e in maniera grave. In ogni caso anche se il peccato è una grande forza nulla può contro la potenza dell'Onnipotente, ma beneficiamo di questa potenza solo se crediamo!

Non stigmatizzerei tuttavia gli aspetti sessuali dell'attuale civiltà. Sono talmente tanti i peccati che hanno a che fare con l'egoismo economico che mi concentrerei su quest'ultimo aspetto.

Voi siete il tempio di Dio, lo Spirito Santo dimora in voi. Chi distruggerà questo tempio sarà distrutto senza pietà, (S. Paolo).
Il sesso distrugge il tempio del Signore Dio, cioè sporca anima e corpo, quando non è come dev'essere. Questo è lo scopo di satana che lo suscita, in particolare quello perverso, ma non il solo.



E' dall'economia che deriva tutto il resto. Il modello valoriale marcio inculcatoci dalle classi dominanti ne è diretta conseguenza. Prima comandano con i loro maggiordomi (banchieri centrali, ceo, ministri e premier vari) attraverso il possesso economico delle armi, dell'energia, della finanza, dell'immobiliare, dell'industria. Poi, soltanto poi promuovono un modello valoriale marcio per abbruttire le menti e lo spirito e allontanare le persone dalla realtà dei fatti e dello spirito. Nel modello valoriale marcio, è compresa la soddisfazione di qualsiasi bassa pulsione umana. Potere (di bassa lega perché quello vero lo gestiscono lor signori), denaro, sesso, droga, etc, senza limiti di sorta. Se continua così c'è il serio pericolo di andare oltre l'immaginabile ed il confine che separa il bene ed il male potrebbe sparire.

Ma quello che sta accadendo non è casuale, non è paragonabile ad una eruzione vulcanica o a un terremoto, è voluto dagli uomini. Dalle classi dominanti che si assumono la terribile responsabilità di distruggere l'umanità sotto ogni punto di vista. Ahimè anche quello più importante, quello spirituale.





Si è così, ma dietro ai potenti (in verità potente è solo Lui, gli umani al massimo sono forti) c'è il maligno. In ogni caso il confine fra bene e male non scompare se non nella mente umana. Se scomparisse il confine fra il bene e il male assisteremmo ad una fusione o al non distinguo fra il Signore Dio e il maligno, cosa impensabile. E' scritto che negli ultimi tempi si avrà l'impressione che satana abbia vinto, allora sarà distrutto completamente e saranno cieli nuovi e terra nuova. A questo punto scomparirà il maligno e vi sarà più nessun confine. Tutto questa avverrà in noi quando veramente  crederemo in spirito e verità.
#482
Citazione di: Freedom il 12 Giugno 2016, 19:59:05 PM
Citazione di: giona2068 il 12 Giugno 2016, 19:11:31 PM
Non c'è niente di cui meravigliarsi, perché è scritto che nessun regno discorde può reggersi. Chi non denuncia nessuna delle tante manifestazioni dell'anticristo appartiene all'anticristo qualunque sia il suo grado sociale o/e religioso. Chi appartiene a lui non si metterà mai contro di lui.
Non trovi strano che nessuno abbia denunciato la cosa se non Blondet? Quest'ultimo non è conosciuto come persona affidabilissima. E per quanto riguarda le persone normali (sia cattoliche che non cattoliche) possibile che siano tutti votati all'anticristo?

E' certamente vero che le classi dominanti sono completamente padrone dei mass media e, praticamente, di tutta la catena di comando e controllo di questa civiltà ma.........boh. Qualche dubbio mi viene.

Io stesso non riesco, guardando il link, a convincermi della valenza demoniaca di quanto sottoposto alla nostra attenzione. Magari, se avessi visto di persona, potrei giudicare meglio.........

Insomma guai a gridare al lupo se non siamo certi, assolutamente certi che di lupo si tratti.

Credo che guardare il segni dei tempi sia utile perché ci aiuta a capire quanto grande sia il pericolo che corriamo. In verità il pericolo più grande non è solo essere anticristo, ma non rendersene conto. Il maligno gioca tutto sull'inganno e sull'ignoranza.
Il Signore Gesù ha parlato chiaro: Chi crede in me fa ciò che faccio io. Chi fa quello che Lui ha fatto? Chi non è con me è contro di me. E' possibile che ci siano capi religiosi che dicono di non aver il diritto di dire ad un omosessuale che quello che sta facendo è un abominio? E' possibile che gli stessi dicano che non hanno il diritto di intromettersi sulla legge in via approvazione che riguarda i matrimoni omosex, quando nei loro concili parlano solo di leggi che lo stato fa o dovrebbe fare?
In ogni caso, una società sana tollererebbe che due persone dello stesso sesso si sposino?
L'87% degli italiani (cattolici in particolare) bestemmia contro il Signore Dio, chi bestemmia contro il Signore Gesù è cristiano o anticristo?
In questo contesto per chi c'è posto, per i cristiani o per gli anticristo?
Lasciamo perdere le famiglie divise, i figli contro genitori e tutto il libertinaggio sessuale, ma ci sono anche queste cose.
In una parola il mondo è guidato dal peccato, per questo il peccato non si scandalizza di se stesso e perseguita i Santi, P. Pio per ultimo.
Anche se è in qualche modo utile guardare i segni dei tempi, la cosa importante e scoprire chi siamo noi.
#483
Non c'è niente di cui meravigliarsi, perché è scritto che nessun regno discorde può reggersi. Chi non denuncia nessuna delle tante manifestazioni dell'anticristo appartiene all'anticristo qualunque sia il suo grado sociale o/e religioso. Chi appartiene a lui non si metterà mai contro di lui.
L'anticristo è il volto del peccatore, chi n0n è peccatore non ne fa parte, ma se escludiamo i santi chi non ne fa parte?
Io, che santo non sono, ho provato a denunciare qualcosa: Esempio: musica rock, sesso x il sesso, omosessualità ecc.... ma ho rischiato il linciaggio. 
Non meravigliamoci se il Signore Dio punirà questo mondo.
In ogni caso chi vuol salvare la propria anima se s'impegna vi riuscirà perché saremo giudicati dalla nostre opere e non da quelle altrui.
#484
Citazione di: Phil il 10 Giugno 2016, 11:41:44 AM
@Duc
Grazie per i chiarimenti!

@Sariputra
Avevo chiesto a Duc le sue definizioni, proprio perché il suo vocabolario è spesso molto "personale" nelle interpretazioni dei significati...

Citazione di: giona2068 il 10 Giugno 2016, 11:05:42 AMIn altri termini chi crede in spirito e verità non crede per dogma ma per esperienza, cioè il suo sentire trova conferma nel suo operare.

Dice PHIL
Questo sentire (o credere-di-sentire) è l'esperienza individuale di ogni spiritismo/misticismo.


Quando poi tale sentire si coniuga con una determinata tradizione religiosa, entrano inevitabilmente in gioco i dogmi di quello specifico culto, in veste di interpretazione fidata: si individua un presunto "autore" di quel sentire (divinità X), si incontra una morale "ufficiale" (comandamenti e buone prassi), si scoprono spiegazioni teologiche per domande esistenziali, etc. tutto ciò è un'aggiunta accessoria, ma estremamente condizionante, a quel sentire personale (e originario del credere).
Una religione senza dogmi non è religione, ma al massimo spiritismo, perché sono i dogmi che consentono di istituire e regolare una comunità religiosa, e quindi permettono di identificare un "praticante" (che può parlare di "spirito e verità" solo grazie ai suddetti dogmi... e così il cerchio si chiude...).

Risposta.

Mi vuoi spiegare perché ti comporti come colui che non ha mai assaggiato il miele e vuole spiegare ad altri che ne fanno uso quotidiano che sapore ha?
Lascia stare le chiese, le religioni e il religionismo che vengono dopo e possono anche non entrare nel discorso, ma parliamo di fede pura che prescinde dalle tue fobie religiose e, se vuoi, anche dalle mie. I lupi vestiti di agnello prosperano ovunque.
Se vuoi sapere cos'è la fede devi resettare la tua mente, consentimi questo termine niente spirituale, ma chiaro per chi vuol capire, e dopo ne riparleremo.
La fede è una cosa spontanea nell'uomo ed ogni uomo crede in qualcosa altrimenti è senza vita e senza falsa vita.
Quelli che questo qualcosa ce l'hanno vivono/vegetano una falsa vita quando non è il Signore Dio, mentre quelli che questo qualcosa non ce l'hanno sono frustrati perché la cosa che vorrebbero avere e nella quale ripongono la loro fiducia non possono averla. Entrambi confidano/sperano in qualcosa secondo il bisogno naturale dell'anima.
Di qui le malattie mentali.
Invece quelli che confidano  nel Signore Dio vivono  da vivi perché amano e sono in pace.
Se il Signore non esistesse costoro non sarebbero così!
Di quale altra prova c'è bisogna per credere in Lui?
Se proviamo a scardinare la fiducia mal riposta di chicchessia si scatena la guerra perché in quel momento viene messa in crisi la falsa vita che ne deriva, perché tocca l"io" che tiene in piedi la persona.
Se vuoi la conferma guarda come in  questo forum si combatte per affermare il proprio "io" anche se appoggiato su pensieri privi di fondamenti e oltretutto privi di esperito!
Tu ne sei un esempio lapalissiano!
Se non considerassi fratello ogni essere umano non parlerei con parole così crude!
Buona serata.
#485
Non voglio ripetermi dicendo che la fede è un sentire e non un sapere alla quale  non si arriva né tramite cultura religiosa ne tramite elucubrazione mentale e né tantomeno per via filosofica.
In ogni caso quando riguarda il prox non è fede ma fiducia, la fede è solo quella verso il Signore Dio Onnipotente.  
Chi ne parla dicendo che sia un dogma e resti tale nel tempo vuol dire che sta parlando di un qualcosa che non ha sperimentato, per costui è solo un'idea che non si traduce mai in realtà, anche se ne  parla per il piacere di leggersi o ascoltarsi.
Chi ha fede perché sente che dentro di se c'è una potenza che lo aiuta in tutto e guida i suoi passi, giorno dopo giorno esperisce questa verità trovando conferma al suo sentire e nel tempo la sua fede diventa credere che lo fa sentire vivo, amante, paciere, coraggioso, umile, mite. dolce  e buono di cuore. Luce del mondo e sale della terra.
In altri termini chi crede in spirito e verità non crede per dogma ma per esperienza, cioè il suo sentire trova conferma nel suo operare.
#486
Tematiche Spirituali / Re:il perdono: quanto costa?
08 Giugno 2016, 15:18:08 PM
Il miglior modo di perdonare è non aver bisogno di perdonare. Il perdono è rinunciare alla vendetta, al rancore e/o all'odio, ma se io non lascio spazio a questi sentimenti non ho bisogno di perdonare nessuno. Questo però non vuol dire che chi ha sbagliato non debba chiedere il perdono ed è questo il caso in cui con un abbraccio sincero si risolve ogni problema.
Esempio: Un papà quando vede che il figlio sbaglia non pensa alla vendetta, né al rancore né all'odio, aspetta solo che il figlio si ravveda e non vede  l'ora di riabbracciarlo!
Il perdono è amore, chi non ha l'amore non può perdonare neanche se stesso, cioè ammettere di sbagliato. Chi ha l'amore non ha bisogno di perdonare, come già sopra detto:
#487
Tematiche Spirituali / Re:il perdono: quanto costa?
07 Giugno 2016, 23:45:12 PM
Citazione di: HollyFabius il 07 Giugno 2016, 23:00:49 PM
Citazione di: Phil il 07 Giugno 2016, 19:33:06 PM
Vorrei porre alcune domande sperando che servano a sviluppare il discorso:
il perdono non presuppone, da un lato, il giudizio, e dall'altro, la colpa? Con quale certezza mi pongo come giudice del comportamento di un mio simile? Sono sicuro di saper distinguere chi deve perdonare chi?
Ad esempio, da figlio, mi può sembrare che mio padre mi faccia un torto, ma decido comunque di perdonarlo per amore; tuttavia, tempo dopo, con l'adeguato distacco emotivo, mi accorgo che quel suo apparente torto era invece una sua reazione ad una mia colpa (che all'epoca non mi sembrava tale), e quindi era lui in verità a dover perdonare me... giocare a fare i giudici delle azioni altrui è attività spesso ingannevole e fuorviante (come voler scagliare la prima pietra...)

Se invece il danno subito è palese e tangibile, sta davvero a me giudicare (e poi semmai perdonare) e a quale scopo? Non dovrei usare le mie energie ed il mio tempo a cercare di rimediare al danno subito ed evitarne ripercussioni, senza indugiare iniquamente sul presunto colpevole (attività che spetta semmai alla legge terrena)?
Il perdono non rischia di essere una "colpevolizzazione travestita ed assopita", una reazione "diplomatica" all'istintivo e fanciullesco desiderio di vendetta, che quindi non è stato ancora addomesticato?
Perdonare qualcuno non è un'azione che "usa" il prossimo (ed una sua ipotetica mancanza) per voler elevare se stessi a "pio perdonatore"?

Uscendo dal meccanismo vizioso giudizio>colpa>perdono, non ci si apre ad una vita più fraterna e serena?

P.s. Lo stesso "chiedere perdono" al prossimo, non è quasi superfluo, dal punto di vista etico, in caso di sincero pentimento? Quanto ha senso un perdono che segue una richiesta (e quindi non è spontaneo)? In fondo, se sono davvero pentito, ma l'altro non mi perdona, è una mancanza mia o sua? Il mio dovere morale termina quindi con il semplice "chiedere perdono" (che dunque è un chiedere non sincero perché è già concluso a prescindere dal suo esito)?

Condivido.
Peraltro il perdono mi pare collegato alla pratica cattolica introdotta nel medioevo della confessione della colpa, con condivisione delle proprie colpe con il sacerdote, con la successiva espiazione del dazio spirituale ed infine col dono del perdono. Incidentalmente tutto ciò aumenta la capacità di controllo da parte del potere temporale sulla attività delle anime pie.
Quante argomentazioni per dire che non vogliamo perdonare!
Possiamo  anche sbagliarci a perdonare chi ci ha chiesto il perdono, quando in verità eravamo noi quelli che  sbagliavano nel credere ai nostri  principi, ma se partiamo dal principio che ognuno deve rispettare l'altro a prescindere dal suo pensare giusto o sbagliato la conclusione sarà diversa.
In ogni caso perdonare e chiedere perdono servono a ricostruire l'armonia.
A cosa mi serve aver ragione se poi vivo in un ambiente dove regna la discordia?
Perdonare guarisce la ferita di chi è stato colpito e non perdonare non è meno grave di fare un torto.
Comunque in questo e in altri Topic  permane sempre il rifiuto di parlare di voler scoprire che sono io colui che dove chiedere perdono, la causa non certo l'umiltà e la mitezza.
#488
Tematiche Spirituali / Re:il perdono: quanto costa?
07 Giugno 2016, 16:42:03 PM
Citazione di: Daniele_Guidi il 07 Giugno 2016, 09:57:42 AM
Il Perdono non costa nulla quando lo si sente con umiltà e amore altruistico verso noi stessi e verso gli altri. Purtroppo quando vi è un eccesso di EGO dura sarà la possibilità di scorgere un velo di perdono.
Spesso  accade che le paure,risentimenti,rabbia interiore o comunque sentimenti di bassa frequenza possono anzi influiscono sul concedere il perdono, che sia verso noi stessi o verso gli altri.


La storia si ripete, ogni volta che si parla di perdono subito entra l'idea che dobbiamo perdonare qualcuno e ognuno secondo le proprie capacità decide se farlo o no, ma nessuno dico nessuno, è disposto a esaminare il proprio comportamento per scoprire se ha qualcosa da farsi perdonare oppure no. Se nessuno ritiene di dover chiedere perdono, alla fine chi perdoneremo?
#489
Citazione di: HollyFabius il 01 Giugno 2016, 01:04:08 AM
Citazione di: giona2068 il 31 Maggio 2016, 23:47:20 PM
Se questo topic fosse stato attivato prima della creazione da "Qualcuno" che già esisteva ma non avesse avuto la "capacità" di vedere cosa sarebbe successo fra gli uomini che stavano per essere creati forse avrebbe avuto una maggiore utilità, nel senso che si sarebbe potuto predisporre le cose in un altro modo. Oggi come oggi - cioè a posteriori, ha senso elucubrare quante possibilità ci sono che l'uomo creda e quante sono le possibilità che non creda? Se oggi volessi ipotizzare che domani pioverà, ammesso che non ci siano le previsioni meteo, o che non pioverà potrei dire che sono due ipotesi con uguale probabilità, ma domani non ha senso chiudere porte e finestre per indovinare se piove o no, è meglio guardar fuori e vedere come stanno le cose. Voglio dire dopo milioni di anni che l'uomo è su questa terra, anziché ipotizzare quante sono le possibilità che l'uomo creda oppure no, non è più semplice andare nel mondo e contare quanti hanno creduto e quanti non hanno creduto? Sembra che i cristiani o presunti tali  siano un miliardo e mezzo, i musulmani idem, ebrei, induisti e buddisti ed altre religioni poco note, grosso modo un miliardo e mezzo anche loro. Totale 4/5 miliardi di credenti su circa 7 di uomini. Ergo il risultato - non più la probabilità, è che il 75% degli umani crede, mentre il 25% - agnostici compresi,  non crede. Ma è proprio vero? Per rispondere a questa domanda bisogna vedere cosa intendiamo per credere. Se per credere intendiamo ammettere che esiste un "dio" idea che non tocca la tasca, il cuore e la volontà dell'individuo, allora è vero che ci sono 4/5 miliardi di "credenti" (75%), ma se per credenti intendiamo le persone sante, secondo le opere, scopriamo che i credenti si contano sulle dita di una mano! Chi c'è allora dietro questo inganno? C'è satana al quale vanno bene  sia quelli che non credono e lo proclamano sia quelli  che dicono  di credere senza credere perché in ogni caso non credono.
Allora volendo riformulare la domanda, dobbiamo chiederci: In che percentuale le persone che s'inganno dicendo di credere senza credere e in che percentuale le persone s'ingannano dicendo che nulla esiste?

Parlo un'ultima volta di probabilità e poi mi taccio perché non sembri un inutile desiderio di polemizzare.
Anche ci fossero 50 milioni di italiani a desiderare il 63 sulla ruota di Bari questo non aumenterebbe la probabilità che esca alla prossima estrazione. I numeri sono 90, il 63 è uno dei novanta numero, la probabilità è una su novanta.
Centinaia di anni fa la quasi totalità degli uomini pensava che la terra fosse piatta, pochi eretici supponevano fosse rotonda, la probabilità che sia piatta è 0, quella che sia tondeggiante è 1.

Forse non sono stato chiaro, cerco di spiegarmi meglio.   
Sto semplicemente  dicendo che stiamo parlando di probabilità ad estrazione avvenuta perché quanti crederanno e quanti non crederanno non appartiene al futuro, è un evento che si è già verificato. Se vogliamo dilettarci a scoprire il rapporto credenti e non credenti, ci basta contarli nel mondo. Da parte mia ho già detto che non credenti e credenti come idea sono la stessa cosa.


#490
Citazione di: Jacopus il 01 Giugno 2016, 00:01:10 AM
"Allora volendo riformulare la domanda, dobbiamo chiederci: In che percentuale le persone che s'inganno dicendo di credere senza credere e in che percentuale le persone s'ingannano dicendo che nulla esiste?".

Piuttosto mi domando come faccia Giona ad avere un pensiero così totalitario, adatto ad un teorico della guerra santa, piuttosto che ad una persona che si professa cristiana. Ma tant'è...Anzi lo ringrazio, perchè conferma la mia idea che credere in Dio in questo modo sia qualcosa di estremamente pericoloso e violento.

Scusa,  ma dov'è la violenza e il totalitarismo nel contare quante sono le persona che dicono di credere e quante sono quelli che dicono di  non credere?
Non è per caso che la persona violenta vede la SUA  violenza dappertutto senza accorgersi che è la sua?
#491
Se questo topic fosse stato attivato prima della creazione da "Qualcuno" che già esisteva ma non avesse avuto la "capacità" di vedere cosa sarebbe successo fra gli uomini che stavano per essere creati forse avrebbe avuto una maggiore utilità, nel senso che si sarebbe potuto predisporre le cose in un altro modo. Oggi come oggi - cioè a posteriori, ha senso elucubrare quante possibilità ci sono che l'uomo creda e quante sono le possibilità che non creda? Se oggi volessi ipotizzare che domani pioverà, ammesso che non ci siano le previsioni meteo, o che non pioverà potrei dire che sono due ipotesi con uguale probabilità, ma domani non ha senso chiudere porte e finestre per indovinare se piove o no, è meglio guardar fuori e vedere come stanno le cose. Voglio dire dopo milioni di anni che l'uomo è su questa terra, anziché ipotizzare quante sono le possibilità che l'uomo creda oppure no, non è più semplice andare nel mondo e contare quanti hanno creduto e quanti non hanno creduto? Sembra che i cristiani o presunti tali  siano un miliardo e mezzo, i musulmani idem, ebrei, induisti e buddisti ed altre religioni poco note, grosso modo un miliardo e mezzo anche loro. Totale 4/5 miliardi di credenti su circa 7 di uomini. Ergo il risultato - non più la probabilità, è che il 75% degli umani crede, mentre il 25% - agnostici compresi,  non crede. Ma è proprio vero? Per rispondere a questa domanda bisogna vedere cosa intendiamo per credere. Se per credere intendiamo ammettere che esiste un "dio" idea che non tocca la tasca, il cuore e la volontà dell'individuo, allora è vero che ci sono 4/5 miliardi di "credenti" (75%), ma se per credenti intendiamo le persone sante, secondo le opere, scopriamo che i credenti si contano sulle dita di una mano! Chi c'è allora dietro questo inganno? C'è satana al quale vanno bene  sia quelli che non credono e lo proclamano sia quelli  che dicono  di credere senza credere perché in ogni caso non credono.
Allora volendo riformulare la domanda, dobbiamo chiederci: In che percentuale le persone che s'inganno dicendo di credere senza credere e in che percentuale le persone s'ingannano dicendo che nulla esiste?
#492
Citazione di: HollyFabius il 21 Maggio 2016, 22:11:36 PM
Citazione di: Duc in altum! il 20 Maggio 2016, 20:32:41 PM
**  scritto da HollyFabius:
CitazioneL'opposto dell'amore di dio è l'odio di dio?
L'opposto dell'amore "a" Dio è l'amore per l'"Io".

Ecco perché non esiste l'inazione, c'è solo fede attiva, altrimenti ci sarebbe un alibi più che giustificato ad un eventuale giudizio del nostro operato, razionale.
Premesso che non ho parlato io dell'amore di dio ma ho solo riporta quanto scritto da altri, voglio comunque commentare questa tua frase perché è esemplare (ma purtroppo di un atteggiamento fasullo).
L'opposto dell'amore "a" Dio non è affatto l'amore per l'"Io", bensì l'amore per gli altri.
Probabilmente la tua convinzione è che l'amore per gli altri e l'amore "a" dio siano sinonimi ma non è affatto così.
Spero che la tua sia solo una battuta perché se fosse convinzione vera ti potrei far notare che è più semplice (e comodo) amare un'entità astratta che altri uomini.
L'opposto dell'amore per il Signore Dio è esattamente l'amore per se stessi, l'io, anche se è un falso modo di volersi bene perché non fondato sulla nostra fierezza di essere figli del Signore Dio.  L'io è superbia ed orgoglio, cioè satana in persona. Chi adora il proprio "io", adora  satana in  persona.
Quando chiedono al Signore Gesù quale fosse il comandamento più importante, Lui risponde: Ama il Signore Dio tuo ed ama il prossimo tuo come te stesso. L'amore per il Signore Dio e quello per il prossimo sono la stessa cosa perché nel prossimo amiamo  sempre Lui. Anche l'amore per noi stessi, quello giusto, è la stessa cosa. Noi il prossimo e il Signore Dio siamo una cosa sola:
#493
Tematiche Spirituali / Re:Io chi sono?
21 Maggio 2016, 22:45:02 PM
Citazione di: Elvio il 21 Maggio 2016, 21:34:52 PM
"quale sia la più alta e migliore virtù per cui l'uomo possa meglio e più strettamente unirsi a Dio e divenire per grazia ciò che Dio è per natura, e per cui l'uomo sia maggiormente simile alla propria immagine, quando era in Dio, quando non c'era differenza tra lui e Dio, prima che Dio formasse le creature"
Se sono ancora la Sua immagine e somiglianza il problema non c'è, ma se non fossi più ciò che ero devo scoprire e credere ciò che sono diventato ed essere consapevole che ho la possibilità di tornare a ciò che ero all'inizio. La difficoltà è scoprire la propria verità perché chi ha perso la Sua immagine è sotto il dominio del maligno, superbia ed orgoglio, che gli fa credere di essere già a posto quando non lo è!
#494
Tematiche Spirituali / Re:Spiritualità per tutti
21 Maggio 2016, 19:39:40 PM
Carissimo Angelo Cannata, posso chiederti se sei credente? Se sì, la risposta ce l'hai già, se la risposta fosse no, perché crearsi tanti problemi?
Spero mi degnerai di una risposta.
Giona2068
#495
Tematiche Spirituali / Re:Spiritualità per tutti
21 Maggio 2016, 16:25:37 PM
Non riesco a capire come si possa indagare sulla spiritualità senza averla prima definita.
Non riesco a capire come e si possa parlare di spiritualità  senza averla vissuta.
Non capisco perché ci si ostini a confonderla con tutto ciò che non è materiale.
Non riesco a capire perché gli atei pretendono di sapere tutto a riguardo delle cose dello spirito.
Comunque, titolo a parte, il topic era stato presentato come approfondimento sulla possibilità di attingere "idee" da religione diverse.
Chiarito che le religioni non vendono idee, ma contengono verità rivelate, per vie diverse, portano tutte - o quasi - all'amore, perché provengono tutte dallo stesso cuore. E' quindi possibile prendere qualcosa da tutte.  Si può prendere però da tutte a condizione che la persona sia in grado di credere. Se non si è in grado di credere, si può solo chiacchierare coinvolgendo Dante e/o altri senza addivenire ad una conclusione utile, ma sicuramente si arriva a disprezzare, criticare ecc...  creando in se stessi una pericolosissima esaltazione che nutre la superbia e l'orogoglio.