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Messaggi - 0xdeadbeef

#481
Citazione di: baylham il 14 Dicembre 2018, 15:35:31 PM
Ti risponderò puntualmente in seguito sulle tue obiezioni.

Per il momento mi limito a dire che i consumi non hanno bisogno di alcun incentivo, non vedo alcuna ragione per incentivarli.
Infatti la dinamica dei consumi dipende principalmente dal reddito e dalle sue aspettative e non viceversa.
Gli incentivi invece servono a discriminare tra i consumi, a promuovere determinatati consumi rispetto ad altri.


Si, stiamo equivocando sul verbo "incentivare" (che personalmente intendo in maniera "larga").
In definitiva credo che la politica dei bassi salari e stipendi (credo si sia in penultima posizione,
appena prima del Portogallo, nei paesi dell'area-Euro) non paghi affatto in termini di
razionalità economica.
In una precedente risposta citavo un famoso professore di economia di Harvard (del quale ho il nome
sulla punta della lingua...) che appunto spiegava come la parte ricca della popolazione non
compensa quel che la parte povera non consuma. Nota è anche la ricerca dell'economista
francese T.Piketty, che mostra come la crescente "forbice" della ricchezza non sia economicamente
funzionale.
Chiaramente questo dei redditi è un ragionamento complesso, che presenta varie sfaccettature.
saluti
#482
Citazione di: baylham il 13 Dicembre 2018, 19:26:58 PM
https://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/temi-discussione/2017/2017-1130/index.html

Su questa pagina c'è un interessante articolo che discute il modello econometrico utilizzato dalla Banca d'Italia per le sue analisi e previsioni economiche.
Sono sicuro che la sua comprensione  è riservata ad una cerchia ristretta di specialisti.
Per iniziare a comprendere tale modello bisogna studiare economia e statistica per almeno due o tre anni di seguito, per metterlo in discussione gli studi si allungano di altrettanto.


Ciao Baylam
Non c'è affatto bisogno di anni di studi particolari per capire che la crescita si favorisce soprattutto
incentivando i consumi.
Basta analizzare un attimo i dati: se le esportazioni sono buone, gli investimenti così così e la domanda
interna azzeratata è evidente anche ad uno studentello di primo pelo che la radice del problema risiede
nei consumi.
Ora, chiedevo un parere sul come si incentivano i consumi. Il governo pensa (anzi pensava...) di
incentivarli aumentando l'indebitamento. Lecitissimo (è la classica politica monetaria keynesiana),
ma molto discutibile se in presenza di queste cifre sul debito.
Altri, chiedevo, cosa pensano? Si sta così (come le foglie, d'autunno, sugli alberi...), continuando
a pagare 85 miliardi (che in realtà crescono) l'anno? Lo ritengo altrettanto discutibile, almeno
quanto la proposta del governo.
A queste elementari considerazioni c'è chi ha replcato in questo modo: "lasciamo lavorare i
compètenti" (prima eleggiamoli, presumo). A questo punto l'ironia mi è sembrata l'unica risposta possibile...
saluti
PS
E, per favore, finiamola una volta per tutte con questa storia degli Italiani spendaccioni, visto che
sono ben 27 anni che siamo in avanzo primario (sempre che qualcuno voglia, finalmente, prendere atto
di qualche dato).
#483
Tematiche Culturali e Sociali / Re:I terrapiattisti
12 Dicembre 2018, 20:21:39 PM
Citazione di: Elia il 10 Dicembre 2018, 23:08:12 PM
Oxdeedbeef
Non credo che l'Occidente fosse destinato a diventare multiculturale in questo modo cosí autolesionistico.

Ciao Elia
Si, il ragionamento è molto sottile e grande è il rischio di fraintendimenti...
Perchè delineare, come tu hai fatto, una corrispondenza fra terrapiattismo e multiculturalità richiede
appunto un discorso a forte rischio di "straripamenti"...
Nella mia precedente risposta ho cercato di individuare quello che per me è l'unico motivo di convergenza
fra queste due categorie, che consiste appunto nel dissolvimento dell'oggetto, del fatto, all'interno della
cultura occidentale.
Una cultura occidentale di cui, forse, possiamo oggi parlare solo come "assenza". La cultura occidentale
non c'è, non esiste, appunto è "assenza". O forse la cultura occidentale consiste proprio in questo
non-esserci, in questa assenza di un oggetto che la determini chiaramente e al di fuori delle interpretazioni
soggettive.
Chi è che ha "inventato" la globalizzazione (e cos'è la globalizzazione)?
Non era ancora caduto il Muro di Berlino che già M.Thatcher e R.Reagan si erano accordati sulla libera circolazione
di capitali. A questi sono seguite le delocalizzazioni delle aziende ed infine la circolazione delle persone...
Succedono poi cose strane. Siamo sotto Natale, ed il fatto che in molte realtà si preferisca non esporre i
simboli delle religione Cristiana è una cosa che colpisce, d'impatto, ma tutto sommato secondaria.
No, succede ben altro; ad esempio che si rifiuti l'asilo a persone perseguitate; che si intrattengano rapporti
economici con paesi che palesemente sostengono valori in contrasto con i nostri; che si permetta la costruzione
di edifici religiosi senza un adeguato controllo sui finanziatori; che si tolleri una predicazione religiosa
volta al fondamentalismo.
Tutto ciò succede essenzialmente per due motivi: la nostra vigliaccheria (la società occidentale è ormai
palesemente una società di vigliacchi) e il nostro tornaconto economico (divinità alla quale siamo disposti
a sacrificare ormai tutto).
Ti sei mai chiesta qual'è il tratto fondamentale del nostro sistema economico (il "capitalismo")? Oppure
perchè andiamo sistematicamente a combinare disastri in mezzo mondo (magari, che so, ammantando le vere
ragioni con una irritante pretesa di "esportare libertà e democrazia")?
L'Occidente, per così dire si muove su due coordinate. Un movimento è di ritrazione, e va verso l'individuo
così come ipotizzato già da Leibniz (l'individuo "monade", cioè che basta a se stesso). L'altro è di
espansione, e tende ad eliminare dal suo cammino ogni limite, ogni "frontiera".
Chi fa le spese di questi due "movimenti" è quel che sta nel mezzo: è il "gruppo"; la "comunità"; la "cultura"
intesa come gruppo di persone che condividono gli stessi valori e la stessa tradizione.
Io vivo (per mia fortuna) in un piccolo paesino nella campagna umbro-toscana; un posto in cui vige ancora un
senso forte della "comunità"; un posto in cui prima di uscire e andare a parlare con la gente (che ti conosce)
di sciocchezze come il "terrapiattismo" ci penseresti non solo due volte...
Ma, ti chiedo, succede la stessa cosa nelle grandi città in cui non ci si conosce nemmeno fra chi abita lo
stesso pianerottolo? Fra gente i cui unici rapporti "sociali" sono quelli con gli "amici" di Facebook?
In altre parole, io sostengo che è la stessa modernità dell'occidente a "creare" le condizioni da cui poi
si sviluppano e trovano il loro brodo di coltura certe grottesche rappresentazioni della realtà come quella
del "terrapiattismo".
Un "terrapiattismo" che, ti dà ragione, ha la stessa radice del multiculturalismo (ma, attenzione, è una radice
molto profonda...).
saluti
#484
Citazione di: viator il 10 Dicembre 2018, 22:20:30 PM
Salve Oxdeadbeef. Quando uno (magari me) possiede solo la propria ignoranza gli riesce difficile abbandonarla sostituendola con tesi che non comprende.


A Viator
Quando si dice "crescita" si intende la crescita del PIL, e viceversa (quando si dice "descrescita" si
intende la descescita del PIL).
Questo è quello che é, che non sempre necessariamente coincide con quel che "dovrebbe essere"...
Qualcuno (me compreso se ci tieni a saperlo) pensa che il PIL non sia un indicatore attendibile dello
stato di un paese (della sua ricchezza o quantomeno del suo livello di "vivibilità"), tant'è che
si dice comunemente: "se io rompo un vetro e lo sostituisco il PIL aumenta".
La "produzione" ha due sbocchi. Uno sono le esportazioni (buone, come dal link dell'ISTAT che riporto
in risposta all'amico Anthony), l'altro sono i consumi interni, disastrosi, perchè la gente non ha
soldi e non spende (link dell'Huffingtonpost sulla stessa risposta).
Quindi è inutile che tu produci se non aumenti le esportazioni o/e i consumi interni (con il vulnus
su questi secondi, come evidente).
Tieni presente che la Grande Depressione del 1929 fu provocata proprio da una scarsa domanda di beni
(tant'è che qualcuno la chiamò: crisi dei magazzini pieni - chiaramente di merce invenduta).
saluti
#485
Ciao Anhtony
Ah ho capito, quindi dichiariamo ufficialmente l'economia materia troppo difficile per i comuni mortali,
e la lasciamo alle divinità competenti, alle quali innalzeremo inni di gloria e delle quali celebreremo
i "misteri" (gaudiosi o dolorosi che siano).
"Misteri" che, beninteso, sono tali per noi comuni mortali, che non possediamo capacità intellettive a
sufficienza. E per cui si renderà necessaria una loro "assunzione" così, al buio (in modo del tutto
analogo a come recitava una vecchia "reclame" pubblicitaria: "a scatola chiusa compro solo Arrigoni").
Potrei quindi anche chiuderla qui, non credi?
Perchè a questo punto a che serve che io ti faccia notare, che so, che sull'intenzione del governo di
sforare il deficit del 2,6% (cioè di attuare una politica monetaria espansiva) mi sono sempre
dichiarato contrario?
Ti potrei dire di andarti a rileggere gli interventi passati ma a che servirebbe? Sembra tu abbia deciso
di affibbiarmi la patente di "spendaccione" e, visto che presumo tu conosca il "funzionamento recondito
del motore della macchina" (alla stregua delle divinità competenti), cioè visto che tu conosci quel
che io non conosco, questo vuol dire che io sono realmente spendaccione senza saperlo...
Alla maniera medesima, io e tanti altri (comprese le fonti "ufficiali" che segnalavo) crediamo che
la spesa pubblica non coincida affatto con i consumi. Ma lo crediamo falsamente, perchè non sappiamo
di non sapere (cioè bisognerebbe affidarci con Fede autentica alle suddette divinità competenti, senza
stare troppo ad interrogarci su cose che non possiamo capire...).
Perdonami Anthony, ma questa volta parafrasando io Heidegger ti dico: solo l'ironia potrà salvarci...
saluti
#486
Citazione di: anthonyi il 11 Dicembre 2018, 17:46:15 PMScusa Anthony ma mi auguro vivamente tu stia scherzando...
Citazione di: 0xdeadbeef il 11 Dicembre 2018, 13:52:00 PMStai forse sostenendo che la crescita, cioè il PIL, NON si aiuta soprattutto (non solo, ma soprattutto)
incentivando i consumi? E con cosa, di grazia?
E cosa c'entra con questo discorso il fatto che i Tedeschi siano parsimoniosi con la spesa pubblica (il
che è scorrettissimo, visto che la loro bassa cifra della spesa pubblica gli viene soprattutto dai bassi
interessi che pagano sugli interessi pregressi - che non è "parsimonia")?
Forse non distingui fra consumi (domanda interna) e spesa pubblica?
Mi viene da chiedermi con chi ho dialogato finora, visto che sembri mancare delle più elementari basi.
E con questo chiedo scusa del tono di questa risposta.
saluti

0xdeadbeef, il problema è proprio questo, dire che il PIL dipende dai consumi è un argomento da basi elementari. E' chiaro che la gran parte del PIL è composto da consumi ma questo non vuol dire niente, le esportazioni, ad esempio, sono più importanti dei consumi, anche se quantitativamente minori, gli investimenti, soprattutto certi investimenti.
Sulla questione della differenza tra consumi e spesa pubblica al di là degli aspetti contabili in realtà è esattamente la stessa cosa, con cosa si incentivano i consumi se non con la spesa pubblica (Che può essere acquisto di beni pubblici o regalie varie). Certo lo so che ci sono quelli che pensano che basta spendere tanto e tutto andrà bene, mentre invece quando spendi i soldi dello stato, e li spendi male, perdi l'opportunità di spenderli meglio.
Un saluto.

Io non capisco...
Come fai a dire che: "la gran parte del PIL è composto dai consumi" (come effettivamente è) e
contemporaneamente affermare: "ma questo non vuol dire niente"?
Delle due, se è l'una non può essere l'altra (sempre che il principio di non contraddizione abbia
una sua validità...).
Ti chiedo: riconosci come valida questa definizione di "domanda interna"
(https://argomenti.ilsole24ore.com/parolechiave/domanda-interna.html)?
Se la riconosci come valida (ammetterai spero che non si tratta certo di un sito di propaganda
sovranista o populista...), allora prendi atto che se è vero come è vero che la nostra bilancia
commerciale è in positivo (esportiamo più di quanto non importiamo, come da link
https://www.istat.it/it/archivio/bilancia+commerciale), allora questo vuol dire che
il vero problema della nostra mancata crescita degli ultimi anni è soprattutto una domanda interna
insufficiante (molto interessante questo articolo:
"https://www.huffingtonpost.it/gianfranco-polillo/litalia-e-diventata-il-mezzogiorno-dell-eurozona_a_23363360/").
Ora, come si rilancia la domanda interna? Il governo attuale pensa i rilanciarla con l'indebitamento (e
ti ho già detto che non condivido affatto), in definitiva cioè con un aumento della spesa pubblica.
Ora ti chiedevo: cosa pensano (ammesso che pensino qualcosa) le opposizioni?
Questo, beninteso, sempre che le opposizioni ammettano un macroscopico problema di domanda interna (ma
non possono non farlo, visto che se si prende atto della positiva cifra della bilancia commerciale
il motivo per cui non "cresciamo" è sostanzialmente quello - come spero di aver dimostrato).
Il problema, caro Anthomy, è che nessuno sembra avere una proposta credibile. Non ce l'ha il governo,
che punto tutto sulla spesa, e non ce l'hanno le opposizioni, che dicono in definitiva: "continuiamo
così, tiriamo a campare sperando succeda qualcosa (sì, magari un bel miracolo...).
saluti
#487
Citazione di: anthonyi il 11 Dicembre 2018, 12:03:46 PM
Citazione di: 0xdeadbeef il 10 Dicembre 2018, 18:53:56 PM


Dunque io avrei detto che: "chi più spende più guadagna!"?
Direi proprio di no visto che, al contrario, dicevo: "In altre parole, la crescita si aiuta soprattutto incentivando
i consumi,

Ciao 0xdeadbeef, se non ti piace la mia frase pazienza, ma il suo significato è esattamente quello che tu hai scritto. L'idea che spendendo e facendo spendere soldi si faccia funzionare l'economia per me è sbagliata ed è sbagliata ad esempio anche per i tedeschi, i quali sono molto parsimoniosi nella spesa pubblica, eppure problemi di crescita non mi sembra ne abbiano.
Un saluto.

Scusa Anthony ma mi auguro vivamente tu stia scherzando...
Stai forse sostenendo che la crescita, cioè il PIL, NON si aiuta soprattutto (non solo, ma soprattutto)
incentivando i consumi? E con cosa, di grazia?
E cosa c'entra con questo discorso il fatto che i Tedeschi siano parsimoniosi con la spesa pubblica (il
che è scorrettissimo, visto che la loro bassa cifra della spesa pubblica gli viene soprattutto dai bassi
interessi che pagano sugli interessi pregressi - che non è "parsimonia")?
Forse non distingui fra consumi (domanda interna) e spesa pubblica?
Mi viene da chiedermi con chi ho dialogato finora, visto che sembri mancare delle più elementari basi.
E con questo chiedo scusa del tono di questa risposta.
saluti
#488
Tematiche Culturali e Sociali / Re:I terrapiattisti
10 Dicembre 2018, 20:27:19 PM
Citazione di: Ipazia il 10 Dicembre 2018, 19:48:35 PM
In effetti Roma non esiste. E' la mappatura antropologica di un territorio (Oddio sto diventando metafisica  :o ). Penso che l'affermazione di FN da te citata si riferisse soprattutto ai fatti umani e alle supponenti verità di fatto date per buone sui loro riguardi (era un filologo FN quindi aveva in mente la questione ermeneutica) . In ogni caso anche dei fatti naturali possediamo soltanto le nostre descrizioni interpretative. Spingersi oltre sarebbe dogmatico. Gli unici fatti non interpretativi sono i non-fatti logico-matematici (e le loro applicazioni tecniche), postulati ab origine dai loro inventori.

Ciao Ipazia
Non credo che Nietzsche si riferisse solo a fatti umani; credo piuttosto che abbia portato alle estreme
conseguenze l'assunto idealista di un "io" che possiede in sè il "non io" (in definitiva di un soggetto
che crea l'oggetto).
Anche certa Semiotica (mi pare in particolare C.Sini) nega lo status di "esistenza" all'oggetto primo,
o fatto che lo si voglia chiamare.
Ed in effetti "esistere" vuol dire "stare stabilmente fuori": da cosa? A me sembra che ci si debba
necessariamente riferire al soggetto interpretante, dunque "stabilmente fuori dal soggetto interpretante",
la qual cosa è però una contraddizione (come si può "stare saldamente fuori dal soggetto interpretante"?
Impossibile, perchè l'oggetto è conoscibile solo come "fenomeno interpretativo").
Dunque non sembri illogica l'affermazione per cui i fatti non esistono...
Ma visto che indubitabilmente esistono (...) le alternative sono due: o esistono nel senso kantiano, cioè
noumenico, o esistono di un esistenza che il linguaggio non è in grado di esprimere.
Ma visto che le alternative in realtà non sono due ma è la medesima, questo vuol dire che il Sommo Kant
aveva ragione (come ce l'ha sempre avuta in passato e per sempre).
A questi risultati portano le birre che mi sono scolato per cena... ;)
saluti
#489
Tematiche Culturali e Sociali / Re:I terrapiattisti
10 Dicembre 2018, 19:23:41 PM
Citazione di: Ipazia il 09 Dicembre 2018, 22:27:30 PM
Citazione di: 0xdeadbeef il 09 Dicembre 2018, 16:00:29 PM
Scusate, ma non è tutta la nostra civiltà a dire che: "non esistono fatti, ma solo interpretazioni"?
Beh, questi sono i logici risultati, mi verrebbe da dire. Chi è causa del suo mal pianga se stesso...
saluti

Detta da un filosofo significa che non ci sono cose in sè ma solo rappresentazioni. Il che è epistemologicamente corretto. Ma soprattutto: non tutte le interpretazioni/rappresentazioni si equivalgono perchè la realtà non si decide col voto. E' lei a votare la interpretazione/rappresentazione più azzeccata. Questo insegna il metodo scientifico. Ma se si preferiscono i riti vodoo o il terrapiattismo, nel felice mondo di Alice c'è posto per tutti. Invece nel mondo reale le mappe si disegnano ancora seguendo la rappresentazione scientifica. Non mi risulta che nessuna compagnia aerea si sia convertito al terrapiattismo. Peccato, perchè ce li avrei fatti volare di gusto i suoi adepti. Fin oltre il bordo del mondo.

Ciao Ipazia
Sì certo, sono d'accordo. Ma dire che c'è una interpretazione/rappresentazione più azzeccata non significa che c'è,
che quindi "esiste", un fatto?
Come potrei dire che una interpretazione è più azzeccata di un'altra se non esistessero i fatti?
Come potrei, cioè, dire se sono più o meno vicino a Roma se Roma non esistesse?
saluti
#490
Citazione di: baylham il 10 Dicembre 2018, 10:49:04 AM
Una maggiore domanda aumenta la produzione, il PIL.
Il risparmio è tecnicamente la parte del reddito non consumata. L'equivalenza tra i risparmi e gli investimenti non c'è affatto: la mancanza di tale legame è alla base della teoria di Keynes. Gli investimenti ovviamente non li decidono le banche, che li finanziano, ma gli imprenditori.

Ciao Baylam
Ti ringrazio per questa testimonianza di verità...
saluti
#491
Citazione di: viator il 09 Dicembre 2018, 22:06:39 PM
Altro che incremento dei consumi !! Mia madre, persona saggia con la quarta elementare, sapeva benissimo cosa occorre per aumentare la prosperità di un Paese : PRODURRE DI PIU', ESPORTARE, CONSUMARE DI MENO. Saluti.


Ciao Viator
Sono costretto a rimandarti alla mia risposta al tuo intervento (#73), nella quale ti parlo della
fondamentale voce chiamata PIL (Prodotto Interno Lordo, sul quale si misura la "crescita").
saluti
PS
Ti mando al riguardo questo link di un noto sito d'informazione sovranista e populista...
https://argomenti.ilsole24ore.com/parolechiave/domanda-interna.html
#492
Citazione di: anthonyi il 09 Dicembre 2018, 20:38:08 PM
Ciao 0xdeadbeef, agli operatori interessa molto come spendi i soldi, perché da questo dipende sia la possibilità dello stato di rimborsare, sia la redditività dei soldi investiti in Italia. Io comunque non ho parlato di piani industriali, ma di politiche industriali (I piani lasciamoli fare agli imprenditori che è il loro lavoro, i politici devono solo fare regole e incentivi).
 Gli incentivi al sistema produttivo non sono spesa sociale, in effetti fanno parte della politica industriale e, se sono studiati bene, solitamente comportano rientri finanziari notevoli diversamente dalla spesa sociale, che ha certamente un ritorno sociale, ma non certo finanziario.
Sei proprio convinto della tesi che: "Chi più spende più guadagna!". E' una tesi sostenuta dai politici spendaccioni che hanno bisogno del consenso dei cittadini per spendere i loro soldi. A me viene un ragionamento, l'Italia è il paese più indebitato d'Europa, quindi è quello nel quale nel passato si è fatta la spesa più alta di tutti, quindi è quello che dovrebbe essere cresciuto più di tutti gli altri, secondo la logica del "Chi più spende più guadagna". C'è qualcosa che non torna.
Comunque tutti i ragionamenti che ho fatto sono ipotizzati in equilibrio finanziario, lasciando cioè intatto l'avanzo primario, sono scelte alternative di entrata o di spesa e si fondano su esperienze di riforme economiche che sono state messe in atto in tanti stati, e hanno prodotto i loro effetti di aggiustamento dell'economia. In altri 3D spiegavo le ragioni per le quali non ha senso discutere di rimborso del debito pubblico, quello che è fondamentale è l'equilibrio che si realizza, chiaramente con avanzo ma senza forzare.
Un saluto.

Ciao Anthony
Francamente sono molto perplesso di queste tue "libere e allegre interpretazioni" di quanto io scrivo...
Intanto io direi che agli operatori internazionali interessa molto non il "come" spendi i soldi ma il "quanti"
soldi spendi, visto che è da questo che si giudica la capacità di rimborsare e la redditività dei soldi
investiti in Italia. Ma direi di non perdersi troppo su questioni tutto sommato secondarie (beninteso in questo discorso)
Dunque io avrei detto che: "chi più spende più guadagna!"?
Direi proprio di no visto che, al contrario, dicevo: "In altre parole, la crescita si aiuta soprattutto incentivando
i consumi, ma su questo punto "qualcuno" dovrebbe forse dire qualcosa sul come fare ("qualcuno" inteso come le
opposizioni, visto che per il governo i consumi si incentivano aumentando l'indebitamento - sulla qual cosa esprimo
anch'io forti perplessità - non come teoria generale ma come caso particolare di un paese già pesantemente
indebitato)".
Direi che se ne deduce che tanto la prima tua affermazione quanto la successiva (e, consentimelo, "solita")
litania sugli "spendaccioni" (termine su cui ti invito da tempo a confrontarti col dato del saldo primario...)
non hanno alcun senso, per cui, ancora, ti invito a ri-formulare una risposta che abbia almeno un minimo di
congruità.
Su quello che chiami "equilibrio finanziario" avrei da dirne a iosa. Mi limito a farti notare per l'ennesima
volta che  abbiamo un debito pubblico stabilmente sul 132% dal 2014 (quindi, ripeto ancora, da ben prima
dell'insediamento del governo populista), la qual cosa ci costa un nonnulla come 85 miliardi di euro
all'anno di interessi pregressi.
Questo, sempre che tu intenda finalmente confrontarti con i dati, non con le opinioni...
saluti
#493
Ciao Viator
Guarda, è più semplice di quel che pensi. Visto che il PIL (Prodotto Interno Lordo) è calcolato sul totale degli
scambi economici (ma neanche tutti: c'è un cosiddetto "paniere" di determinati beni e servizi), allora ciò vuol
dire che più beni e servizi si "consumano" più il PIL aumenta (cioè "cresce", da cui "crescita").
Ora, sul risparmio occorrerebbe fare certe considerazioni (fra le quali che il risparmio dovrebbe IN TEORIA servire
a fornire credito alle aziende - quindi a non essere improduttivo), ma soprattutto che certe cifre che girano non è
che siano poi tanto "equamente distribuite" - diceva il buon Trilussa che: "se io me magno du polli e tu nun magni
n'cazzo amo magnato n'pollo a testa".
Insomma, come spiegava un celebre professore di economia di Harvard (e chiaramente non mi ricordo il nome), la
crescente "forbice" della diseguaglianza ha nefaste ripercussioni, perchè i pochi che hanno molti soldi non
pareggiano in termini di consumi i molti che non ne hanno e che per questo non consumano.
Quindi, per tornare a "crescere", cioè per veder tornare ad aumentare il PIL, occorre redistibuire meglio la
ricchezza ed occorre ricreare un clima di fiducia nel paese. Cioè occorre fare esattamente il contrario di
quanto le politiche economiche hanno fatto negli ultimi anni (ormai ultimi decenni), con l'andazzo dei bassi
salari e stipendi e la precarietà elevata a "stabilità".
Spero di essere stato chiaro, saluti.
#494
Tematiche Culturali e Sociali / Re:I terrapiattisti
09 Dicembre 2018, 19:19:16 PM
Citazione di: Elia il 08 Dicembre 2018, 01:32:21 AM
Ma io voglio essere ancora piú audace di te, anche se so che mi attirerò molte antipatie e critiche dai soliti possessori della Verità, voglio aggiungere che questa come tante altre idiozie che oggi circolano con molta facilità è il risultato anche della multiculturalità. Una cultura come quella occidentale, che bene o male ha fatto tanta strada da secoli e che ha saputo superare mille difficoltà arrivando ad un livello di benessere sociale, di istruzione e di un sapere molto alto e alla portata di quasi tutti i cittadini, che, ad un certo momento storico, per motivi politici  ed ideologici, decide di diventare tout court una società multiculturale accogliendo e accettando di tutto e di più, senza piú senso critico, accettando qualunque altra cultura proveniente da qualsiasi angolo del mondo, pure la piú insignificante, la piú arretrata, la piú stupida o assurda, considerandola alla pari se non pure migliore della propria,  beh, non potevamo che fare questa fine. Penso che andrà sempre peggio.


Ciao Elia
Non credi che l'occidente sia diventato multiculturale perchè...era suo destino lo diventasse?
Non credo che il tuo discorso sia, come dire, completamente campato in aria (probabilmente così sembra a prima
vista per questa associazione fra il "terrapiattismo" e la multiculturalità). Ma credo che al tuo discorso manchi
un qualcosa, un "trait d'union" appunto fra la stramberia di certe teorie e l'instabilità teoretica che è in un
certo qual modo portato del multiculturalismo (o almeno così a me pare sia).
In fondo, se ben ci pensi, non ha tutti i torti chi ti dice che questo ridicolo "terrapiattismo" non viene
dalle dune ma dalla pancia profonda dell'occidente...
E tuttavia non me la sento di dare tutti i torti nemmeno a te; e non per i motivi che adduci; ma appunto perchè
l'occidente, non avendo oggi un proprio "oggetto" (chiamiamola una propria "cultura"), assume
necessariamente un punto di vista relativistico che finisce, e non può essere diversamente, col dare "cittadinanza"
oltre che a punti di vista diversi e addirittura opposti al suo, anche alle più strampalate teorie.
Insomma, come dico in un intervento precedente, se non esistono fatti ma solo interpretazioni allora non può
logicamente esistere neppure il fatto rappresentato dalla sfericità della terra.
saluti
#495
Tematiche Culturali e Sociali / Re:I terrapiattisti
09 Dicembre 2018, 16:00:29 PM
Scusate, ma non è tutta la nostra civiltà a dire che: "non esistono fatti, ma solo interpretazioni"?
Beh, questi sono i logici risultati, mi verrebbe da dire. Chi è causa del suo mal pianga se stesso...
saluti