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Messaggi - iano

#4801
Tematiche Culturali e Sociali / Tempus fugit
11 Gennaio 2021, 01:23:50 AM
Lo spazio divide le cose e il tempo gli eventi , che sono due modi, complementari , di classificare ciò  che percepiamo.
Il tempo quindi ha la stessa consistenza incerta dello spazio.
Non mi sembra saggio farsi mettere ansia da un pur utile escamotage percettivo.
E'un po' come avere paura dei fantasmi.
Qualunque attrezzo è progettato per fare qualcosa di preciso , ma poi si riesce sempre a farci altro, non sempre di buono , come farsi venire l'ansia per il tempo che fugge, cosa che produce atteggiamenti parossistici.
Tipo quello che ,,,prima di morire voglio girare il mondo.
Avete presente la storia di quello che avendo un appuntamento con la morte prova a fuggire su un cavallo veloce, senza la quale fuga non sarebbe riuscito a giungere puntuale all'appuntamento.
In un modo o nell'altro l'appuntamento non lo mancheremo , ma a che serve agitarsi ?
Meglio mettersi comodi e bere qualcosa.
Una parte di spazio e una di tempo, mescolato , non agitato.
#4802
L'urdine mundiale è messu all'angulu da strilli di trumpette.
Pella  immagine. ;D
#4803
Tematiche Filosofiche / Nulla e qualcosa.
11 Gennaio 2021, 00:27:56 AM
Citazione di: baylham il 10 Gennaio 2021, 16:52:53 PM
Un fondamento per me certo è che il nulla non esiste. Da questa premessa ho tratto alcune conclusioni interessanti ed importanti per la mia, modesta, riflessione filosofica e per la mia vita.
Se qualcuno è in grado di fare un esempio del passaggio da qualcosa al nulla lo ringrazio.
Sempre interessanti i tuoi post, ma, scorrettamente   ;D , vorrei prendere il tuo come esempio del disagio che il nulla ci provoca ( non dico a te , ma a tutti noi).
Siccome poi pecco di cultura filosofica, ma non di fantasia, mi immagino FN come quel coraggioso che ha pagato con la pazzia il sincero tentativo di superare questo disagio.
Nel tal caso lo metto fra i miei eroi, che sono tutti quelli che provano a chiamare le cose col loro nome.
Nessun riferimento personale a te, rinnovandoti la mia stima.😊
#4804
Tematiche Filosofiche / Nulla e qualcosa.
11 Gennaio 2021, 00:08:27 AM
Citazione di: bobmax il 10 Gennaio 2021, 22:21:13 PM


Il nulla è il non esserci.

Ed è proprio ciò che c'è, l'esistente, a originare il nulla.
Perché il nulla è la negazione dell'esistente.

E la negazione ha una forza insopprimibile. Che si nutre della stessa forza di ciò che nega.

Più ciò che c'è "esiste" davvero, cioè è certo, pulsante di vita, e più il nulla che gli corrisponde è altrettanto vero.

Esatto. Questo è il punto di partenza della discussione.
Non mi aspettavo che qualcuno potesse negare questa banale , in fondo , assunzione.
Ma per uscire da questa banalità dovremmo trarne le conclusioni , magari alla luce dei nuovi orientamenti della fisica.
Una cosa forse meno banale da dire è che non dobbiamo dare per scontato che il qualcosa sia ben definito , e in egual misura lo sarà quindi anche la sua negazione , cioè il nulla.
Chiamatelo vuoto se volete, ma in questa discussione io non faccio differenza fra il nulla e il vuoto.
Accettate questa grossolanità, se volete.
Per Newton qualcosa non può stare che dentro il vuoto, e il nulla e il qualcosa condividono i confini, e siccome i confini sono qualcosa, i confini del nulla non ne fanno parte, restando inclusi nel qualcosa.
Questa discussione vorrebbe togliere legittimità alla classica domanda,  " perché esiste qualcosa e non nulla" , evidenziandone la mancanza di senso , perché nulla e qualcosa possono esistere solo insieme.
Nulla non è ciò che non esiste, ma è ciò che non è qualcosa.
Ammiro il coraggio di Newton che ha chiamato il nulla col suo nome, quando prima e dopo di lui lo si è riempito di fantomatici eteri e campi, dove il campo ha almeno una rappresentazione matematica , ma dove l'etere era solo fantasia.
Naturalmente non si fa' nessun peccato a dare nomi diversi al nulla , i quali però tradiscono solo un nostro disagio psicologico, senza avere altra utilità.
Come detto però i confini del qualcosa e del nulla non sono mai ben definiti , e un qualcosa che non ha confini ben definiti non è veramente un qualcosa, e il nulla che quei confini condivide non è veramente nulla.
Questa mi sembra una buona chiave filosofica per leggere la nuova fisica.
Se poi qualcuno mi da' una buona definizione di qualcosa, di modo che non rimangano incertezze , allora mi rimangio tutto.
Ma se queste incertezze sono invece connaturate al qualcosa non dovremmo allora sorprenderci che le nuove teorie fisiche le inglobino in se', chiamandole col loro nome, senza comprensibili , ma omissibili,  remore.
#4805
Popper ammette ,seppur come estrema ratio , l'essere conveniente...sopprimere le manifestazioni delle filosofie intolleranti , che tu ,Eutidemo, interpreti come legittima difesa.
Non riesco a convincermi di ciò,o c'è qualcosa che mi sfugge.
Cosa intende Popper per " manifestazioni delle filosofie" ?



#4806
Le diverse culture nello spazio e nel tempo declinano diversamente l'atteggiamento nei confronti dell'omosessualità, che ha quindi origini culturali ,e in un modo o nell'altro altro nessuna cultura sembra accettarla come un fatto naturale.
Dovrebbe essere la cultura a conformarsi alla natura e non viceversa. Così in effetti è.
Ma nel conformarsi alla natura tende a semplificare.
È una semplificazione , che non corrisponde alla realtà, il parlare di uomini e donne , semplificazione alla quale tutti siamo chiamati a conformarci fin dalla più tenera età
Si potrebbe dire , parafrasando Jessica Rabbit, che quando proviamo fastidio , come dice Alexander, verso l'omosessualità, non è perché siamo cattivi , ma perché così ci siamo  disegnati.
Per cercare di contrastare con la ragione , perché col sentimento non tutti ci riusciamo, questa aberrazione che deriva dal divedere gli uomini in generi sessuali, occorrerebbe a mio parere propagandare più che la liberazione sessuale la liberazione dalll'ipotesi sessuale, che è contenuta in tutti i testi sacri.
Nello specifico della nostra cultura maschilista tale liberazione varrebbe più per gli uomini che per le donne e questo dovrebbe essere un incentivo per la classe dominante degli uomini a stracciare la tessera di appartenenza.
Ma in generale è sbagliato parlare di liberazione degli uomini o delle donne.
La soluzione non è liberare chi ...ma liberarci di...
La cultura è una gabbia per tutti senza bisogno di individuare generi e categorie che occasionalmente appaiano più o meno svantaggiate , ma con la consapevolezza che si può uscire da una gabbia solo per entrare in un altra , sperando sia dotata di maggiori confort.
Mi auguro che intanto questa consapevolezza possa essere di conforto a chi accidentalmente , per un verso o per l'altro ,debba patire le aberrazione del disegno della società in cui vive, consapevoli fin d'ora che la tolleranza sia da esaltare perché sempre c'è ne sarà bisogno. Dovremo tollerare chi non si conforma al disegno, che di per se' si può considerare accidentale , piuttosto che considerare un incidente  la natura di chi dovrebbe rientrarci , e non sempre , con tutta la buona volontà , ci riesce.
Una volta si pensava che una vera donna dovesse avere la vita sottile e se non l'aveva là si ingabbiava in un corpetto.
Esempio di come le cose funzionano e continueranno a funzionare pur nelle naturali evoluzioni culturali.
Così è.Prendiamola con filosofia.
#4807
Tematiche Filosofiche / Nulla e qualcosa.
07 Gennaio 2021, 02:39:20 AM
Se si può partire da qualcosa per giungere logicamente al nulla , perché non si può partire dal nulla per giungere a qualcosa?
Da un punto di vista logico non c'è alcun impedimento e la nostra innegabile preferenza per un verso piuttosto che l'altro è dunque significativa.
Ma le cose stanno cambiando . Nella fisica moderna il nulla guadagna consistenza e il qualcosa diventa sempre più vago.
Impossibile , come logica vorrebbe , non considerarli complementari.
Uno non può esistere senza l'altro, e quindi logicamente uno vale  l'altro.
La nostra preferenza in Occidente si è manifestata storicamente nell'orrore per la vacuità .
Si preferiva un universo uno, seppure non compatto.
Se si presentavano buchi si coprivano con eterea pezza.
Maxwell l'ha chiamata campo.
Einstein geometria dello spazio tempo, salvo poi ripensarci, quando si è reso conto che questa geometria possedeva una anima vibrante di onde gravitazionali, rievocando l'etere, senza nominarlo.
A farla breve , nei racconti degli scienziati il qualcosa e il vuoto sembrano scambiarsi continuamente il ruolo , come è logico che sia., vista la loro natura perfettamente speculare.
Siamo invitati dunque a cambiare le nostre preferenze , o meglio a non averne, se non per  necessità narrativa.
Così abbiamo accumulato diversi racconti dove qualcosa e nulla si scambiano i ruoli, funzionando tutti bene e dove forse il narratore più disinvolto è stato Newton.
La morale della favola è che dovremmo essere più disinvolti e meno seriosi nell'indagare il mondo coi limiti dei nostri attrezzi riposti nella loro cassetta dove c'è tutto e niente.
#4808
Tematiche Filosofiche / Chi ci crediamo di essere?
07 Gennaio 2021, 00:57:01 AM
Siamo , almeno , una ipotesi di partenza, che col tempo verrà confermata , ma molto più probabilmente smentita.
Bisogna quindi credere di essere qualcosa per giungere a qualche conclusione , giunti alla quale non saremo più quelli che ci chiedevamo chi credevamo di essere , e il cambiamento stesso sarà una prova della validità della risposta.
Noi siamo indipendentemente dal fatto che ci percepiamo , ma cambiamo nella misura in cui ci percepiamo
Non a caso per noi la coscienza è centrale.
Un giorno un nuovo Euclide ne descriverà la geometria?
Quando ciò avverrà la nostra coscienza non sarà più la stessa, Sarà una nuova coscienza , non Euclidea.
Volevo solo sottolineare il fatto che ogni grande domanda esistenziale, per la quale non sembra esserci risposta , ma che non per ciò rinunciamo a porci, semmai avesse risposta , questa verrebbe trovata non da chi se l'è posta.
Chiediamoci allora meglio chi eravamo e non chi siamo, perché non è possibile dare una risposta su se stessi , se non per ipotizzare.
#4809
Scienza e Tecnologia / I robot al servizio dell'uomo
05 Gennaio 2021, 23:34:33 PM
Sono d'accordo.
Però sappiamo, o possiamo sapere , bene cosa è l'IA , mentre non sappiamo bene cosa sia l'intelligenza umana.
Quindi mi terrei più sul generico , affermando che è l'uomo a generare l'IA , più che la sua intelligenza.
L'IA a sua volta può aiutarci a capire cosa sia l'intelligenza umana, laddove si riscontrino analogie.
Una anloggia mi sembra di vederla nel fatto che l'IA una volta che gli si dia il la' lavora sfuggendo al nostro controllo , proprio come l'intelligenza umana.
Direi che ci sono buoni motivi per cui non tutto ciò che facciamo debba passare per la nostra coscienza e ciò sembra valere anche per l'IA.
I computer ci hanno già aiutato a focalizzare il concetto di intelligenza umana, escludendo che chi sia bravo a fare i conti, i calcolatori umani , siano intelligenti, a meno che non si voglia ammettere che un computer sia intelligente.
Non è neanche proibito pensare infatti che i computer siano intelligenti.
Quello che voglio dire è che specchiandoci nella nostra tecnologia possiamo focalizzare meglio chi noi siamo, cosa sia la nostra intelligenza , etc...



#4810
Tematiche Filosofiche / Ordine e Disordine
05 Gennaio 2021, 23:13:41 PM
Citazione di: viator il 05 Gennaio 2021, 13:05:43 PM
Salve iano : Citandoti ; "Le cose si complicano quando questa narrazione viene sacralizzata , anche se non saprei ben dire cosa sia il sacro".

Il sacro sarebbe ciò che non può essere modificato, messo in discussione poiche - facendolo - si metterebbe in pericolo un equilibrio esistente, duraturo e soddisfacente.

La vita delle persone ha bisogno di un qualche genere di sicurezza (illusione) convenzionale per risultare sopportabile, per possedere e mantenere un "senso". Ciò che tenderebbe a demolire, destabilizzare tali sicurezze (esistenti sia a livello individuale che collettivo) viene rifiutato, allontanato, negato, vietato, quindi appunto reso tabù, cioè ciò che sancisce la sacra intangibilità e immodificasbilità delle nostre fedi fondamentali. Saluti.
Ciao Viator.
Credo che la scrittura e più in generale l'invenzione dei simboli, fissando le mutevoli narrazioni orali, determina un ordine che sancisce il potere del media. Nella narrazione del sacro si inserisce un fermo immagine che non può essere più ignorato. La storia continua , ma a fatica, come reinterpretazione cavillosa di ciò che sembra essersi fissato una volta per tutte.
L'unica scappatoia permessa a tanta resilienza mediatica , la poesia, come sembra suggerire Ipazia.
Non sono un esperto di testi sacri, ma credo che in gran parte siano coevi con l'invenzione e diffusione  della scrittura.
E, se è vero , non direi essere una coincidenza.
Il primo racconto detta legge.


#4811
Tematiche Filosofiche / Ordine e Disordine
05 Gennaio 2021, 22:56:52 PM
Citazione sublime , in effetti.😊
#4812
Tematiche Filosofiche / Ordine e Disordine
05 Gennaio 2021, 03:11:19 AM
Vediamo il mondo in una gamma di colori limitata rispetto a quelli potenziali, ma le descrizioni del mondo che  meglio funzionano sono in bianco e nero, così nascono ordine e disordine , da una necessità semplificativa che ne renda possibile una narrazione..Le cose si complicano quando questa narrazione viene sacralizzata , anche se non saprei ben dire cosa sia il sacro. Immagino sia qualcosa di indiscutibile, almeno nel medio termine , anche perché se è utile raccontarci storie non possiamo cambiarle in continuazione .
Col tempo comunque di storie ne abbiamo inventate , e diverse convivono , senza che le nuove scalzino necessariamente le vecchie. Naturalmente si può scegliere di aderire ad una o ad altra storia ed è un po' come scegliere in che mondo vivere , più che capire in che mondo viviamo.
Fra l'ordine e il disordine vi è una gamma infinita di colori che se li usassimo tutti perderemmo tutto il tempo a mettere sul tavolo i pastelli e la storia non la scriveremmo mai.
Sinceramente sono sorpreso della lunga vita di quelle storie che sono i testi sacri , e , non avendoli approfonditi , mi chiedo se sia per merito di quelle storie o per demerito degli uomini.
Preferisco comunque quelle storie che hanno forse un fine , ma non una fine, come quella dell'evoluzione, alle quali ogni tanto va' aggiunta una sfumatura, un restauro , un ritocco. Quelle che non finiscono mai.
#4813
Scienza e Tecnologia / Abbasso le astrattezze
05 Gennaio 2021, 01:33:06 AM
Mi sembra significativo il tuo amore odio per l'astrattezza.
Le lamentele per una aumentata astrattezza e invadenza della matematica sono comuni anche in campo scientifico , a dimostrazione del fatto che gli scienziati hanno difetti e mancanze non diverse nella sostanza dai nostri difetti e mancanze , seppur declinati su diversa scala.
Più che un etere, o campo elettro magnetico, che , hai ben ragione , è solo un diverso nome che Maxwell ha dato all'etere, o in genere un nuovo fluido o un vecchio substrato con nuovo nome potrebbe esserci di conforto un nuovo quadro filosofico.
Nel quadro che mi faccio io tutto è astratto.
Detto ciò, da cosa scaturisce l'idea di concretezza?
Concreto è un quadro astratto col quale giungo a tale confidenza che mi sembra di viverci dentro.
Realmente dentro. Di toccare se non con mano almeno col pensiero. Di averne cioè completa comprensione.
Però tutto ciò sembra essere cosa solo desiderabile ma non necessaria.
Gli atomi non sono palline , ma scommetto che Ipazia trovi ancora utile pensarli così .
Lo spazio non è etere e non è neanche utile pensarlo così, se mai lo sia stato.
#4814
Scienza e Tecnologia / Re:Abbasso le astrattezze
05 Gennaio 2021, 01:13:55 AM
Ciao.
Mai dire mai. Ma direi che l'idea dell'etere sia stata abbandonata definitivamente , perché non là si è abbandonata con leggerezza, ma semmai con dispiacere e disappunto.
Alla fine occorre piegarsi ai fatti , spesso con dispiacere e disappunto , appunto, specie quando questi nuovi fatti diminuiscono la nostra comprensione delle cose.
Ciò sembra paradossale perché una maggiore conoscenza dovrebbe portare a una maggiore comprensione.
Perché? Perché sembra ovvio, o meglio fino a un certo punto ci è sembrato ovvio.
Ma a pensarci bene non è per nulla ovvio.
Abbiamo dato per scontato ciò che scontato non è.
Quindi più che cercare di recuperare e riabilitare vecchie ipotesi , più convenienti alle nostre capacità di comprensione, avvierei una riflessione sul rapporto fra comprensione e conoscenza delle quali sappiamo ben dire cosa sia la seconda , e della prima solo possiamo dire  che inizia a difettarci spiacevolmente , e possiamo dirlo perché sappiamo bene cosa sia,ma senza saper dire bene cosa sia.


#4815
Rieccomi, dopo una lunga pausa.
Un buon anno a tutti.
Si è soliti dire che la tecnologia non è buona ne' cattiva.
Buono o cattivo e' l'uso che se ne fa'.
Ma potrei dire la stessa cosa per le mie mani, con le quali sono in grado di suicidarmi.
L'apparente differenza sostanziale è che le mani sono parte di me e la tecnologia no.
Ma non è una differenza sostanziale.
Lo stesso discorso si può ripetere per l'intelligenza dentro e fuori di me.
Potrei avere l'impressione di avere un maggior controllo sulle mie mani che non sulla tecnologia e che ciò mi porti a temere di più la seconda, ma si tratta solo di un fatto occasionale.
Ne' siamo autorizzati in fondo a temere L' IA come cosa che sfugga al nostro controllo , come se quella naturale la maneggiassimo con confidenza.
Quindi affermare che i robot sono al servizio dell'uomo equivale ad affermare che l'uomo è al servizio dell'uomo, cosa che non sottoscriverei con leggerezza.Ma rimane il fatto che non possiamo prescindere da noi stessi, cosa che proviamo a fare alienando parti di noi stessi in ragione di una inessenziale mancanza di contiguità fisica.